Piccoli Magizoologi alla riscossa

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view post Posted on 8/12/2021, 17:02
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20211103-152803
Anche le altre acconsentirono a far visita all'esemplare di Ippogrifo e lei non poté che esserne entusiasta. Direste mai che esultò interiormente come un bimbo che scarta il suo tanto agognato regalo la mattina di Natale? Lasciata Leviosa libera di giocare felice e spensierata con il suo nuovo gioco, ovvero il morbido e batuffoloso pon-pon di lana donatole dalla dolce Gin, s’incamminarono. Sul percorso incrociarono il terrario di Harold, lo Streeler gigante dal guscio policromatico e sgargiante che a quanto ne sapeva abitava lì da anni. Pare appartenesse ad uno dei precedenti Guardiacaccia. Lo osservò ammaliata per qualche istante, doveva ammettere di trovarsi di fronte ad una creatura, a modo suo, piuttosto affascinante. Capiva perché i suoi cugini passassero dei pomeriggi interi ad ammirarlo di nascosto. Chissà se al terzo anno avrebbe approfondito i cenni sommari forniti da Lucien? Le uniche nozioni che possedeva in merito riguardavano il suo veleno, la madre lo usa spesso per proteggere le piante dalle erbacce infestanti. Ma soprattutto chissà se si sarebbe presentata l'occasione di fare una conoscenza più ravvicinata. L'idea di poter avere dei contatti, delle esperienze dirette con le creature presenti nelle aree verdeggianti che circondano la scuola la esaltava, era solo uno dei tanti motivi per cui voleva seguire Cura delle Creature Magiche. Nonostante non volesse farne un mestiere restava pur sempre una sua grande passione, un interesse che avrebbe cercato di coltivare il più possibile, sia nel percorso scolastico sia nel tempo libero.
In poco tempo raggiunsero la loro meta, ritrovandosi in prossimità del capanno per gli attrezzi. Il maestoso Ippogrifo che vi alloggiava momentaneamente si chiamava Furioso, anche se non aveva l’aria di esserlo di fatto. Si trastullava becchettando delle pietre sparse nel terreno sconnesso attorno a lui, producendo un ritmico ticchettio di sottofondo alle parole del docente. Non dava cenni di fastidio, nonostante loro stessero invadendo il suo territorio in un certo senso «È meraviglioso!» esclamò in un soffio tra sé e sé, gli occhi spalancati pieni di genuino stupore. Non era la prima volta che ne vedeva uno, dato suo nonno li alleva e lei molto spesso, quando durante il periodo estivo va in vacanza in Irlanda, lo aiuta ad occuparsene, ma ogni incontro è unico, speciale. La speranza che l'esemplare risponda all'inchino mentre ci si perde dentro uno sguardo profondo e indagatore, come Furioso fece con Lucien, pervade ogni cellula del corpo. La tensione, che per tutta una serie di validi motivi è necessario celare, persiste finché l'altro si decide a ricambiare. Significa instaurare un rapporto di fiducia reciproca, qualcosa di speciale e quasi indissolubile. La prospettiva poi di poterne cavalcare uno era un sogno nel cassetto che aveva fin dall’infanzia, sperava però non rimanesse lì a lungo ad impolverarsi rischiando di finire nello sperduto dimenticatoio. Non si sarebbe avverato quel giorno ovviamente, lo sapeva bene, era troppo da pretendere sia da Lucien sia da sé stessa, non era pronta ancora. Ma una cosa in effetti poteva provarla. Il docente era stato chiaro nella sua spiegazione, aveva lasciato ben pochi dubbi, restava soltanto…. «Oh, io-» un pensiero fulmineo la bloccò per un istante. Riflettendoci meglio forse la sua richiesta sarebbe stata comunque esagerata e inopportuna, ma si fece coraggio e decise di chiedere lo stesso. Alla fine valeva la pena tentare, no? «Posso…posso provare a salutarlo?» lo aveva già fatto da piccola, però ciascun esemplare risponde in modo diverso; quindi, non era detto che Furioso si fidasse immediatamente. «Insomma, mi piacerebbe fargli capire che non ha niente da temere dalla nostra presenza qui!» Chissà, magari in futuro si sarebbe persino ricordato della visita di quelle quattro giovani studentesse. Aveva capito come fare, non sembrava dover fare niente di diverso da ciò che le aveva insegnato suo nonno «Per prima cosa devo mantenere il contatto visivo, giusto?» quella era sicuramente la parte difficile, ma non si sarebbe arresa senza provare.
«Eh, ecco, che distanza è meglio mantenere?» l’imprevedibilità della reazione era da mettere in conto, non credeva di potersi avvicinare troppo. L’obiettivo comunque era quello di compiere un semplice gesto, si sarebbe fermata all’inchino. Le bastava quello, per altri approcci ci sarebbe stato il tempo. Ogni cosa al momento debito, un passo alla volta. Adesso stava a Lucien dare il suo benestare.

20211103-152810


| Camille Donovan | First Year | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |






 
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Amelia Gin Moonword
studentessa |12 anni | I anno | Corvonero




Le ragazze si incamminarono seguendo il professore. Erano tutte parecchio contente ed eccitate per il loro prossimo incontro con un Ippogrifo in carne ed ossa. Gin stava ancora rimuginando sulle parole cortesi e incoraggianti che il professore le aveva rivolto:

«Hogwarts riesce a darci tutti gli strumenti per affinare i nostri interessi e attitudini: spazi, strumenti, sapere e amici con cui condividerli». Era proprio vero e Gin si stava rendendo conto di quante possibilità ci fossero in quel castello. Di recente si era sentita un po’ sopraffatta dalla novità, dai compiti e da tutti ma, in quel momento, sentendo quelle parole, qualcosa si sbloccò dentro di lei: Hogwarts riesce a darci gli strumenti. Il professore parlava della scuola come se il castello stesso fosse vivo, come se le pietre avessero un loro obiettivo e modi diversi per realizzarlo. Forse stava fuorviando le sue parole, ma le diedero un improvviso senso di sicurezza. Se lei era lì, allora voleva dire che se lo meritava, non era una impostora, come spesso si sentiva. Sorrise sinceramente al professore e con altrettanta sincerità ascoltò le altre. Quando si spostarono per avvicinarsi all’area in cui stava l’ippogrifo, lei tirò fuori dalle tasche un taccuino e una matita, non vergognandosene. Passarono davanti ad un recinto dove c’era un altro animale, che Gin non aveva mai visto. Era uno Streeler, come vennero informate subito. Gin si sorprese ad osservare la sua schiena. Sembrava una specie di guscio o corazza e si sorprese a chiedersi se fosse solid e rigida come sembrava oppure no. «Quella specie di guscio funziona come per le lumache babbane, come una specie di casa?» chiese velocemente, mentre faceva un veloce schizzo sul suo libretto. Poi si spostarono da Furioso: il maestoso ippogrifo. Il professor Cravenmoore diede loro diverse informazioni di base sull’animale e sul suo temperamento.

Gin ne era affascinata. Osservava intensamente l’animale e le sue reazioni al loro avvicinamento. Si accorse subito che il docente era all’erta, pronto eventualmente ad intervenire. Dopo il primo momento di osservazione, si appoggiò ad un tronco di albero lì vicino e si mise a schizzare la figura dell’animale, annotando osservazioni sul suo piumaggio. Era colpita dalle molteplici sfumature che l’animale vestiva. La matita sul suo quaderno faceva un fruscio appena percettibile. Era così impegnata ad osservarlo e a scrivere che quasi non si accorse che Camille stava già facendo i primi passi verso una conoscenza più diretta con l’animale. Gin stette al suo posto, osservando quello che succedeva.

Sarebbe piaciuto anche a lei interagire con l’animale, ma prima voleva vedere cosa succedeva a Camille! Aveva mille domande in testa, ma anche per quelle ci sarebbe, forse, stato tempo più tardi.





PS: 109 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 2.5




© Gaelle


Scusate il super ritardo
 
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«Ah! Ora mi ricordo, quindi è proprio Noctus che ha attentato alla vita di Tobi.» Alle improvvise parole di Alice, Marjorie quasi impallidì. Ecco, nel gruppetto c'era la padrona di una delle quasi-vittime del suo gufo. «Probabilmente se lo è meritato perché è andato a infastidirlo...a volte fa il gradasso con gli animali più grossi--Ah Tobi è il mio scoiattolo.» Meritato? No, non importava quanto vivace fosse lo scoiattolo, Marjorie era certa che fosse stato Noctus ad attaccar briga. Essendo un dispettoso e testardo rapace, aveva sicuramente visto Tobi come una preda.... o, quantomeno, come un interessante giocattolo da inseguire e tormentare. «Mi dispiace.» Rispose, mentre il suo sguardo passava da Alice a Noctus ed infine al terreno. Per quanto Alice non sembrava essersi offesa dall'avvenimento, anzi sembrasse divertita nel ricordarlo, la piccola strega si sentiva comunque imbarazzata e dannatamente colpevole. Dopotutto, era colpa sua: era lei che non era riuscita ad insegnare a Noctus il modo corretto di comportarsi con gli animali degli altri. «Conoscendo Noctus, avrà attaccato Tobi a vista... ma, anche se fosse stato Tobi a stuzzicarlo, non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo. Vedrò di fargli capire che queste cose non si fanno.» Aggiunse, facendo del suo meglio per scacciare timidezza e timore di essere rifiutata. Rialzò lo sguardo fino ad inquadrare il gufo ancora appollaiato sul suo braccio, ancora incapace di guardare verso Alice.

«Dipende da come sei più comoda. Non dobbiamo necessariamente arrivare al pomeriggio, anzi, più ci avviciniamo all'orario naturale della caccia di Noctus, meglio è.» Annuì alle parole del professor Cravenmoore, decisamente sollevata all'idea di aver iniziato un percorso che, a piccoli ma continui passi, avrebbe portato alla risoluzione dei gravi problemi comportamentali del suo gufo. Perché, se il suo carattere vivace e le sue birichinate non le dispiacevano, Noctus doveva assolutamente imparare fino a dove fosse suo diritto spingersi. «Vero, allora ci metteremo d'accordo per un orario serale o preserale.» Confermò, consapevole che ci sarebbero stati gli impegni del professore, il tempo necessario a lei per svolgere i propri compiti e il coprifuoco da considerare.

Quando giunse la conferma che poteva unirsi al loro incontro con l'ipogrifo, Marjorie sorrise. Dopo essersi girata per assicurarsi che nessuna delle ragazze sembrasse contraria alla sua presenza, non poté fare a meno di domandare: «Cosa faccio con Noctus? C'è qualche posto dove posso lasciarlo? O è meglio che lo faccia tornare in guferia? Solo che non son sicura che non si farebbe un giro qui intorno prima di ubbidire e, se notasse qualche animale di piccola taglia, potrebbe... beh, attaccarlo. Che faccio?» Non poteva portarlo con sé a vedere l'ippogrifo: era certa che il gufo non avrebbe attaccato briga di fronte ad una creatura più grossa di lui ma la sua presenza avrebbe impedito a Marjorie di interagire con esso, sempre che il docente lo avesse permesso.

Una volta ricevuta una risposta dal professore, Marjorie avrebbe agito di conseguenza per poi seguirli prima fino al terrario di un interessante streeler poi fino allo spazio dove l'ippogrifo, Furioso, era intento a beccare il terreno. Quando il professore li presentò alla creatura, lei lo osservò con attenzione, ricambiando il suo sguardo curioso. Ascoltò con attenzione la spiegazione, cercando di memorizzare i tratti salienti. Le informazioni risultarono per lei particolarmente interessanti, più di quanto avesse inizialmente creduto. Sapere come agire di fronte a quella maestosa creatura a prima vista poteva non sembrare così importante ma Marjorie preferiva essere preparata ad ogni possibile eventualità. Se mai si fosse trovata di fronte ad un ippogrifo incontrollato, sapere di doverlo guardare negli occhi e trattare con rispetto avrebbe potuto salvarle la vita.

Solo quando Camille chiese se poteva salutarlo, Marjorie si rese conto che una parte di lei avrebbe voluto fare altrettanto. Per qualche istante cercò di scacciare quell'idea dalla sua mente, un po' intimorita dalle dimensioni della creatura, poi si rese conto che un primo approccio in un ambiente controllato sarebbe stato l'ideale. Furioso era certamente pericoloso e loro probabilmente non erano addestrate a sufficienza per poterlo avvicinare senza rischi ma il professore era lì, pronto ad intervenire se le cose fossero andate male. Così, decise di osservare la reazione di Furioso a Camille per poi capire se provare ad avvicinarlo anche lei.

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda

 
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view post Posted on 8/1/2022, 16:32
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner
Gryffindor - 16 y.o - 3rd year-
La sua che aveva l'idea di essere una battuta era stata presa decisamente a cuore dalla piccola Marjorie. Alice osservò la sua reazione dispiaciuta, sentendosi un po' in colpa. Forse si era spinta troppo in là su un argomento sensibile per lei << Oh no Marjorie stai tranquilla, Tobi sta bene- non era assolutamente una critica!>> le diede una stretta con la mano sinistra intorno alle spalle, facendole un grosso sorriso per tranquillizzarla << E' normale avere problemi all'inizio, anche io ho faticato un casino ad addestrare Tobi. All'inizio era così indisciplinato che non ti dico nemmeno. Continuava a strapparmi i capelli>> cercò di incoraggiarla, dopotutto essere primini ad Hogwarts non era affatto facile e lei non avrebbe mai e poi mai potuto criticarla per l'impegno che nonostante tutto ci aveva messo ad addestrare Noctus.

Proseguirono tutti insieme spostandosi verso uno Streeler che se ne stava per i fatti suoi e Alice si mise a spiare dal blocchetto che Gin teneva tra le mani << Wow che bello schizzo!>> esclamò congratulandosi per quell'idea originale. A volte disegnare aiutava a ricordare meglio i concetti era un modo creativo per non annoiarsi con tonnellate di nozioni. Anche a lei piaceva farlo e si era portata dietro un blocchetto simile, però al momento si sentiva troppo nervosa per tirarlo fuori. L'idea di andare ad osservare un Ippogrifo era assolutamente entusiasmante. Alice non stava nella pelle, le sembrava di avvertire quell'elettricità nel corpo come quando si allenava, quell'energia giovanile, vigorosa ed esplosiva, quella curiosità di guardare il mondo come per la prima volta e di scoprirne dei segreti fino ad allora rimasti fermi nelle illustrazioni dei libri. Mentre si avvicinavano al luogo in cui era tenuto l'ippogrifo avvertì la bacchetta agitarsi nella sua tasca, una connessione come di qualcosa che li legava. Sapeva che la sua bacchetta conteneva una piuma di Ippogrifo e che la sua potenza magica riusciva ad incanalare la propria magia. Quella bacchetta l'aveva scelta per un motivo, perché forse aveva qualche caratteristica in comune con quell'animale solitario e orgoglioso. Gli occhi chiari si soffermarono sulla figura alata mentre il professor Cravenmoore ne spiegava le caratteristiche. Era tutto incredibilmente affascinante e l'idea di poterci fare una conoscenza più approfondita ovviamente la spronava ancora di più a capire quali fossero le maniere migliori per potersi approcciare a loro. E se un semplice modo gentile non fosse bastato? Probabilmente erano animali così orgogliosi che stava a loro decidere chi gli andasse a genio. In qualche modo Alice lo rispettava, sperando che quella connessione che aveva legato sé alla sua bacchetta potesse mostrarsi anche con quell'animale misterioso << Ma sì, vediamo se gli andiamo a genio >> dopotutto penso che ad ognuno di loro sarebbe piaciuto provare << o se finiamo per farci un giretto in infermeria, in effetti saltare pozioni non sarebbe niente male >> ridacchiò guardando le sue colleghe e poi tornando verso il professore << Ehm sì scherzo ovviamente. >> in realtà un po' ci sperava di andare a genio a Furioso.
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view post Posted on 9/1/2022, 16:18
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Lucien annuì col capo, confermando la proposta di Marjorie. Sarebbe stato un po’ come la lezione di intaglio del legno che aveva tenuto con alcuni studenti, tra cui impossibile dimenticare Casey e il suo odio profondo e malcelato.
Si concentrò dunque sul suo quesito circa il suo gufo, che denotava quanto la ragazzina fosse sensibile ed empatica verso creature magiche e semplici animali.
«Puoi lasciarlo legato a quel ramo. Lo recupereremo una volta salutato l’ippogrifo» la informò indicando un ramo di un albero curvato sotto il peso delle incurie del tempo, alla sua portata, abbastanza spesso da poterle permettere di stare tranquilla legandovi il volatile. Insolute, in quel modo avrebbe avuto la possibilità di muoversi un po’ intanto che aspettava il loro ritorno e non sarebbe stato un rischio come sarebbe successo se fosse rimasto ancorato al braccio della strega.
Quando il gruppetto passò vicino al terrario di Harold, Gin pose una domanda che riportò alla mente di Lucien l’incontro che aveva avuto mesi prima con Mike che gli aveva chiesto informazioni proprio sullo Streeler. Lieto che l’interesse della corvina fosse rivolto ad una creatura spesso bistrattata, le rispose subito con entusiasmo «Esattamente, tuttavia nel caso degli Streeler il guscio ha una doppia utilità. Il carapace cambia colore ogni ora, nondimeno ogni colorazione è cangiante e molto appariscente. I colori vistosi servono a ricordare, ed avvertire, i possibili predatori delle conseguenze anche solo di un assaggio della creatura aposematica (ammesso che arrivino alla sua carne, visto che al pericolo si ritrae dentro al guscio frastagliato), con conseguente effetto deterrente. Quindi la colorazione ha la funzione di allontanare il predatore ancor prima che cominci il suo attacco, con evidente beneficio della preda. L'aposematismo serve a fornire un forte stimolo visivo al predatore, così da favorire il ricordo di eventuali passate esperienze negative con animali e creature della stessa specie aposematica o anche della stessa colorazione. Se ciò non bastasse, o il predatore X non abbia avuto esperienze passate con altri Streeler, basteranno altri due fattori a rendergli pressoché impossibile farne il proprio pasto: le punte aguzze sui loro gusci, che iniettano anche veleno, e la bava che lascia dietro di sé, così tossica da bruciare tutta la vegetazione che tocca. In sintesi, il guscio di uno Streeler funge sia da casa che da arma di difesa, come per le lumache babbane, ma con la variante esposta.» Era una spiegazione lunga, se ne rendeva perfettamente conto, ma sperava essere anche esaustiva.
Una volta raggiunto l’ippogrifo, Gin si sistemò contro il tronco di un albero e tirò fuori un quaderno sul quale cominciò a prendere appunti e scarabocchiare schizzi. Era proprio un adepta di Priscilla, si trovò a pensare con un sorriso Lucien. Quando era stato uno studente come loro, il suo approccio era stato il medesimo, in aggiunta alla vagonata di domande e puntualizzazioni con cui era solito investire i docenti: una vera palla al piede.
Furioso riuscì a stregare le fanciulle con il suo portamento elegante e fiero e la stazza imponente. Certo non era come avere di fronte un drago, ma faceva la sua figura e la reazione comune ne era conferma.
La prima ardita fu Camille; d’altronde Lucien aveva messo in conto che spiegare loro l’iter per avvicinare quel genere di creature e lo sperato responso che avrebbe potuto smuovere, le avrebbe potute indurre a desiderare di fare un tentativo. Visto il motivo che aveva convinto il docente a trattenerlo nei pressi della capanna, egli non era di certo l’ippogrifo ideale con cui fare un’esercitazione pratica, ma valutò che sarebbe stato pronto e preparato a qualsiasi evenienza. Soppesò dunque i pro e i contro e alla fine si disse che un tentativo si poteva fare. Nel mentre anche Alice manifestò lo stesso desiderio di Camille.
«Mi spiace infrangere le tue speranze, ma eviterò accuratamente che si rende necessaria una capatina in infermeria» spiegò con un sorriso sghembo, divertito dal commento di Alice riguardo Pozioni, una materia che invece a suo tempo, era rientrata nella rosa delle sue favorite.
«Una alla volta. Iniziamo a vedere come va con Camille. Se le cose dovessero andare come mi auguro, a lei farà seguito Alice e poi…Gin, Alice, potrebbe farvi piacere interagire anche voi con Furioso o preferite osservare ed eventualmente pormi delle domande?»
La possibilità per tutte di avere un primo approccio con l’ippogrifo c’era, da vedere se l’avrebbero accolta tutte e quattro.
Nel mentre raggiunse un palo di legno al quale era stata appesa una sacca è una lunga corda che evitava che l’ippogrifo scorrazzasse indisturbato, legata all’altra estremità attorno al suo collo offrendogli abbastanza spazio da potersi muovere in una porzione di terreno sufficiente a non farlo sentire costretto in uno spazio. Recuperò la sacca e lanciò dei pezzi di carne alla creatura che con un agile scatto del collo piumato la prese al volo pinzandola col becco.
«Va bene Camille. Mi metterò al tuo fianco, naturalmente Furioso è abituato alla mia presenza e ciò, in aggiunta a tutti i crismi con cui mi auguro affronterai l’approccio, potrà farci sperare in un esito positivo» acconsentì infine, raggiungendola e sistemandosi di fianco a lei. «Per prima cosa dovrai aspettare che sia lui a fare il primo passo» precisò ricalcando quanto detto prima durante la spiegazione. «Il contatto visivo è una componente fondamentale, perciò si, dovrai mantenerlo costantemente.» Ovviamente non anche al momento dell’inchino e anche quando la schiena della tassina avesse ripreso una postura eretta. La bacchetta era ben impugnata alla mancina e non avrebbe esitato ad usarla al primo cenno di bisogno.
«Almeno un paio di metri. Ecco, raggiungi quelle foglie e una volta lì prova a fare lentamente un inchino; gli occhi sempre incatenati ai suoi.» Sebbene si mostrasse ferreo e fiducioso, i nervi del docente erano un po’ tesi. Furioso era davvero un ippogrifo particolare ma poteva sperare che, vedendo delle ragazzine piuttosto che un energumeno armato di scure, con lui presente di cui sapeva potersi fidare e se Camille avesse seguito le sue indicazioni, tutto sarebbe andato secondo le speranze. «Qualora si inchinasse a sua volta, sarà il segnale che dimostra che sarai riuscita a trasmettergli il messaggio che hai buone intenzioni. A quel punto, lentamente e mantenendo sempre il contatto visivo, potrai avvicinarti a lui fino a sfiorarne il capo.» Ora era tutto nelle mani di Camille e se il tentativo fosse andato a buon fine, chi si fosse dimostrata interessata avrebbe potuto provare a sua volta.

© petrichor.

Per praticità ed evitare che chi non desiderasse fare la prova si trovi ad aspettare gli altri con poco margine d’azione, potete tranquillamente auto determinare l’esito dell’approccio con Furioso. Se vogliono effettuare la prova anche le altre, prego e in becco all’ippogrifo!

 
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view post Posted on 11/1/2022, 00:08
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20211103-152803
La sua richiesta non risultò eccessiva, tanto meno inopportuna o troppo invadente. Assieme ad Alice, si buttò immediatamente a capofitto nel provare un primo approccio con Furioso. Come resistere? «Credimi, preferirei utilizzarla come scusa per esentarmi dalle lezioni di Volo!» rispose ridendo sotto i baffi alla Grifondoro. Ma doveva tornare seria, non voleva finire nei guai né farsi male seriamente. Era pronta a seguire alla lettera ogni singola istruzione che le Lucien le avrebbe fornito. Ascoltò attentamente ogni raccomandazione, senza farsi sfuggire alcun dettaglio. Annuì convinta, lasciando intendere che era pronta e, per prima cosa, si posizionò vicino al cumuletto di foglie che le era stato indicato. In sé un briciolo di sicurezza in più, data dalla presenza del docente al suo fianco. Cercò il suo sguardo per legarlo al suo. Per instillargli fiducia, per dirgli semplicemente “voglio essere tua amica, sei al sicuro con me! Non hai nulla da temere, non ti farò del male!”. Certo, la sua figura minuta difficilmente poteva essere considerata minacciosa. Ma ciò che non appare tale all'occhio umano, poteva tramutarsi in pericolo per un'altra creatura. Non dava per scontata nessuna reazione. Quando finalmente, dopo un paio di tentativi, riuscì ad intercettarlo lo mantenne ben saldo. Lo fissò senza esitare negli occhi scuri come la notte, andando poi lentamente a chinarsi, tuttavia senza mai staccare le pupille dalle sue. Quelli erano gli istanti in cui saliva il dubbio. Saliva la paura di non essere accettati da una creatura tanto maestosa. Ma nell'attesa si perse in quelle pozze profonde, tentando di prevedere la prossima mossa. Ovviamente non poteva farlo, era solo un mero desiderio che non si sarebbe avverato. Il battito del cuore accelerò. Trattenne il respiro, le palpebre ben ferme, lasciandosi poi annegare nella viva e turbinante oscurità delle iridi. Si perse in esse come in un labirinto. Era lei che guardava in quell'abisso, o era l'abisso a guardare in lei? Lì per lì si sentì giudicata, era normale? Probabilmente sì, altrimenti come avrebbe compreso le sue intenzioni senza leggerle dentro? Glielo permise, tramutandosi in un libro aperto. Distrusse ogni barriera, gli permise di entrare nella sua mente come il più abile dei Ligilimens. Alla fine venne ripagata. Piano, piano l'altro, percependola come inoffensiva, comincio a ricambiare la riverenza. Ce l'aveva fatta? Forse, non era detta l'ultima parola. Adesso toccava alla prova del nove, a quella no si sfuggiva. Carezzarlo.
Senza mollare l’ormai solida connessione, iniziò a camminare nella sua direzione. Piccoli passi. Calmi e cadenzati, senza fretta. Quando lo raggiunse, con tutta la delicatezza possibile, sollevò il braccio portandolo verso il suo capo. Quando un po' per volta, prima i polpastrelli poi il resto, le dita affusolate si bearono della morbidezza di ogni singola piuma capì di avercela fatta. Non mantenne a lungo il contatto, ma neanche troppo poco. Non voleva che s'infastidisse. La mano, inizialmente immobile, si mosse per dispensargli una tenera carezza. Sorrise per quel piccolo traguardo. Ciò che provava non era facile da spiegare. Un caleidoscopio di emozioni prese il sopravvento, sopra a tutte la gioia. Sperava che Furioso, un giorno, si sarebbe ricordato di lei. La Tassorosso non l'avrebbe mai dimenticato. Con questa consapevolezza, accompagnata da un pizzico di dispiacere, si staccò dell'Ippogrifo. Si mise da parte, in modo che anche le altre potessero fare la stessa esperienza.

20211103-152810


| Camille Donovan | First Year | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |






 
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view post Posted on 23/2/2022, 15:23
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Amelia Gin Moonword
studentessa |12 anni | I anno | Corvonero




Gin era estremamente intrigata dallo Streeler. La spiegazione che il professore le aveva fornito aveva acceso in lei altre mille domande, che, però, decise di non fare. Almeno non in quel momento, per evitare di tardare ancora l’incontro con l’ippogrifo. Tra le cose che si appuntò sul taccuino, insieme allo schizzo dell’animale c’era la seguente frase:

“aculei velenosi - controllare / chiedere a pozioni se si può estrarre e usare per qualcosa. Tingere i tessuti? proprietà di cambio colore si può passare tramite il veleno ai tessuti? chiedere — SIT/DA”.


La sigla STI/DA voleva dire “Super Interessante Da Approfondire”.

Gin tenne per sé questi pensieri, pensando di tornare in un altro momento ad approfondire e, quasi, non si accorse che Alice era passata dietro di lei e aveva sbirciato.
«Wow che bello schizzo!» sentì che le diceva. Gin si girò sorridendo, senza imbarazzo.
«Grazie mille. Certe volte preferisco riguardare un disegno che rileggere un testo. Per me funziona meglio così. Da quando sono ad Hogwarts ci sono così tante cose nuove che ormai mi toccherà comprare un quaderno nuovo!»
Detto questo trotterellò, seguendo gli altri, al recinto dell’ippogrifo dove continuò la sua opera appoggiata al tronco di un albero, lì vicino. Intanto Camille aveva manifestato il desiderio di avere un approccio con l’animale. Anche Alice e Marjorie sembravano molto ben disposte verso quell’eventualità.

Il professor Cravenmoore aveva confermato che era possibile e aveva stabilito un ordine: Camille e Alice sarebbero andate per prime, quindi si rivolse alle ragazze restanti. Gin intervenne, in risposta alla domanda: «Per ora credo che osserverò, se non le dispiace, professore. Lascio il posto alle altre per interagire con lui. Io magari la prossima volta, se non è un problema, vorrei osservarlo bene, per oggi». La sua non era paura, avrebbe tanto voluto interagire con l’animale, ma pensava che lo stavano già sottoponendo ad un certo stress, essendo in tante, e per Gin non era un problema rimandare ad un altro giorno. Del resto voleva disegnarlo bene e voleva osservare bene le diverse reazioni. Non voleva perdersi nulla. Per lei era un’esperienza eccezionale già così. Quasi non credeva di essere lì per davvero, in carne ed ossa.
Si spostò di poco dal tronco dell’albero, per andare ad appoggiarvisi con la schiena. Si era messa comodamente seduta sull’erba fresca, a gambe incrociate, la schiena appoggiata al tronco stesso. Tirò fuori dalla tasca un piccolo astuccio con alcuni carboncini. Le penna nera era già nella sua mano, e dispose i carboncini grigio e marrone vicino a lei, sull’erba, a portata di mano.

Quindi Camille approcciò l’ippogrifo seguendo scrupolosamente le indicazioni del professore, pronto ad intervenire al minimo segno di pericolo. Gin vide Camille posizionarsi, con una certa sicurezza dei movimenti, che sembrava però tradita da uno sguardo inizialmente titubante. La vide cercare con gli occhi lo sguardo dell’animale, finché non lo trovò. La vide a quel punto, ben decisa, fare un inchino che venne ricambiato. Gin tirò un sospiro di sollievo e tornò a tracciare segni e impressioni sulla carta. Il fruscio dei carboncini e della penna, ormai erano persistenti e quasi continui, interrotti solo da brevi occhiate. Era come un sottofondo che si andava a mischiare ai rumori del bosco.





PS: 109 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 2.5




© Gaelle


Perdonate l'estremo ritardo, perdonatemi davvero. Ora ci dovrei essere con più costanza
 
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«Wow che bello schizzo!» All'esclamazione di Alice, l'attenzione di Marjorie si spostò da Camille e l'ippogrifo a Gin, tutta intenta a disegnare l'animale e a prendere appunti sulle informazioni date loro dal professore. Ammirò per qualche istante la sua opera, riconoscendo pienamente l'utilità di ciò che la ragazza stava facendo. Probabilmente, se non fosse stata così impegnata a fissare con occhi luccicanti l'ippogrifo, avrebbe preso anche lei appunti. Per quanto riguardava il disegno, invece... forse non sarebbe stata una brutta idea iscriversi ad un corso d'arte una volta giunta l'estate. «Sei bravissima a disegnare!» Concordò, mettendo a parole tutta la sua ammirazione. Sì, doveva imparare a disegnare così anche lei: sarebbe stato fantastico riuscire a mettere giù qualche schizzo dal vero una volta di fronte a qualche creatura magica... o, considerando i corsi del primo anno, a qualche pianta della serra di Erbologia. Non è che non ci avesse provato, eh! Era solo che i risultati erano stati ben lungi da quelli desiderati.

Decidendo di prendere esempio da Gin, Marjorie recuperò un blocco appunti dalla borsa e cominciò a scriverci sopra, cercando di segnare in modo sintetico quanto detto fino a quel momento dal professore. Avendo iniziato a scrivere in ritardo e dovendo recuperare parte delle informazioni dalla sua memoria, i suoi appunti risultarono particolarmente schematici, più una linea guida per ricerche in biblioteca che altro. Ciò che annotò più accuratamente fu la spiegazione su come comportarsi con gli ippogrifi, alla quale aggiunse alcune sue personali osservazioni sul tentativo (riuscito) di Camille di avvicinarsi all'animale.

Quando Gin rinunciò alla sua possibilità di avvicinare Furioso, Marjorie si ritrovò a tentennare. Da una parte, l'idea di accarezzare l'ippogrifo l'affascinava; dall'altra, la grandezza dell'animale e i suoi artigli affilati un po' la intimorivano. *È un'occasione unica, non puoi perderla!* Fu quel pensiero a convincerla a ritirare il blocco appunti e a farsi avanti: Cura delle Creature Magiche era una materia del terzo anno. Non era detto che, durante l'anno in corso o quello successivo, avrebbe avuto un'altra occasione di interagire con una creatura simile. «A me piacerebbe provare...» Quando parlò, il tono della sua voce risultò lievemente incerto, come a dimostrazione del timore reverenziale che provava di fronte ad una creatura così grande. Presasi il tempo per ritrovare un po' la calma, aspettò la conferma del professore prima di muoversi a passi lenti e calmi fino al punto in cui Camille aveva iniziato il suo avvicinamento della creatura.

Dopo essere riuscita ad incrociare lo sguardo di Furioso, Marjorie si inchinò lentamente, senza fare gesti troppo affrettati che potessero apparigli una minaccia. Mantenere lo sguardo fisso in quello della creatura si rivelò più complesso di quanto si era immaginata. Timida e introversa, Marjorie tendeva più a schivare lo sguardo altrui che a cercarlo. Fissare i grandi occhi gialli della creatura risultò quindi per lei anche una prova di carattere: sarebbe stata in grado di superare le sue irrazionali paure e la sua mancanza di fiducia in sé stessa? I primi momenti furono difficili, tanto da farle dubitare di poter riuscire ad ottenere gli stessi risultati di Camille. Furioso avrebbe percepito il suo timore? Avrebbe reagito malamente a causa di esso? Per un attimo, Marjorie ebbe la tentazione di rinunciare e tornare indietro ma poi quell'attimo passò. Poteva farcela, poteva mettere da parte le sue paure e immergersi nel momento. Gli occhi di Furioso erano meravigliosi, luminosi quasi come le stelle che brillavano nel cielo notturno. Magari di tanto in tanto poteva risultare violento ma non era così per tutti? Nessuno amava non venir rispettato... e Marjorie aveva intenzione di offrirgli tutto il rispetto che una creatura splendida come lui meritava.

I secondi passarono lentamente mentre Marjorie rimaneva ferma nel suo inchino, lo sguardo fisso negli occhi di Furioso. La paura, ancora in lei, era ormai quasi di sottofondo: il cuore che le batteva forte non aveva più molta importanza, ciò che realmente contava erano quei grossi occhi gialli. Alla fine, quando aveva cominciato a pensare che quello strano momento tra loro sarebbe durato all'infinito, l'ippogrifo ricambiò il suo inchino. Fu solo in quel momento, quando il sollievo avvolse la sua mente, che Marjorie si rese conto di quanta agitazione fosse sorta in lei. Senza interrompere il contatto visivo, Marjorie drizzò lentamente la schiena e, senza fretta, cominciò a camminare verso Furioso. Quando lo raggiunse, tentennò un attimo prima di alzare la mano per sfiorargli delicatamente le piume del capo, ammirando la loro morbidezza. *Sei meraviglioso.* Si disse, senza osarsi portare quel pensiero a parole. Non aveva idea di come l'ippogrifo avrebbe reagito al suono della sua voce quindi non aveva intenzione di arrischiarsi a parlare. Dopo averlo accarezzato per qualche istante, Marjorie cominciò ad indietreggiare, sempre mantenendo il contatto visivo, in modo da lasciare spazio ad Alice.

Marjorie Hastur
11 anni | Primo anno | Serpeverde | scheda

 
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view post Posted on 7/3/2022, 14:54
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Alice Wagner
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Da quando si erano avvicinati all'ippogrifo, la bacchetta aveva preso a vibrare all'interno della tasca. Dapprima un pochetto, quasi impercettibile, fino a continuare sempre di più. C'era un qualcosa di magico che li univa, era evidente, il fatto che una piuma di Ippogrifo facesse parte del nucleo che l'aveva scelta riempiva Alice d'orgoglio, si sentiva come se stesse incontrando qualcuno con cui doveva avere un qualche legame magico. Non si era mai soffermata sulla sua bacchetta più di tanto, aveva semplicemente accettato che ce ne dovevano essere alcune a cui gli si andava a genio più di altre...ma il perché non aveva esattamente sfiorato la sua mente. Fin quando non era stato proposto loro di incontrare un ippogrifo vero. Da prima quella che era solo una sua fantasia si era trasformata in realtà e Alice aveva iniziato a considerare il fatto, di poter scoprire più cose su di sè, sulla sua magia, sul perché proprio quella piuma riuscisse a catalizzare il suo potere.

Fu il turno di Camille per iniziare, accompagnata dal professor Cravenmoore che aveva iniziato a spiegar loro come muoversi in modo da poter creare un contatto dapprima visivo con la creatura. Non aveva comunque dubbi che la Tassina sarebbe riuscita nell'intento, aveva un buon cuore e questo era qualcosa che poteva essere semplicemente percepito, non aveva bisogno di parole o azioni particolari. Gli ippogrifi dovevano approvare l'umano che aveva intenzione di interagire con loro, altrimenti le conseguenze sarebbero state spiacevoli. Dopo fu il tentativo di Marjorie che andò decisamente a buon fine, la piccola Serpeverde aveva proprio un talento per le creature magiche. Chissà forse in futuro sarebbe potuta diventare una materia d'indirizzo per lei e per il proprio futuro, Alice riusciva ad immaginarsela perfettamente, circondata da creature magiche, perfettamente a suo agio. In fondo si era già dimostrata molto matura nel portare il gufetto dal professore, invece di lamentarsene o rimanerne impaurita come qualsiasi studente della propria età.
Gin era più silenziosa, persa nei suoi disegni e pensieri, aveva bisogno di rielaborare le informazioni affidarsi all'inchiostro dei suoi libri prima di potersi sentire sicura, un approccio diverso, ma a suo modo affascinante. Il modo in cui aveva disposto i carboncini e con il quale tracciava lentamente le linee del ritratto ipnotizzavano la Grifondoro, intenta a spalleggiarsi tra l'incontro visivo delle studentesse con l'ippogrifo e quello più metafisico di Gin.

Quando Marjorie si voltò nella sua direzione Alice avvertì un vuoto di stomaco. Era sempre stato così, da quando ne aveva memoria. C'erano momenti in cui le sembrava di saltare nel vuoto, in cui il suo corpo e il suo cuore prendevano strade separate. Aspettative impregnavano l'aria di una nebbiolina pesante, come se facesse fatica a vederci. Non voleva che Furioso la rigettasse. Eppure come da sempre, da quello sfolgorio d'incertezza, di timore, nasceva il suo più grande coraggio. La sensazione di vuoto, di sconosciuto che inebriava il suo corpo rendendolo elettrico.
Alice si avvicinò lentamente, tenendo gli occhi chiari puntati sull'animale, si inchinò aspettando un lasciapassare, dentro di sè avvertendo quella che era la carica magica dell'animale. Non era più solo una questione di bacchetta, le sembrava di percepire un'aura particolare intorno a furioso, qualcosa che non sapeva spiegare a parole. L'animale reagì di conseguenza, si inchinò, sembrava percepisse anche lui qualcosa. Alice proseguì lentamente fermandosi a pochi centimetri << Wow.>> esclamò con ancora il batticuore, aveva paura che toccandolo sarebbero esplosi entrambi, quindi si limitò ad osservarlo. Un sorriso luminoso le attraversava il viso. Era stata un'esperienza grandiosa.
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view post Posted on 8/3/2022, 07:41
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Il guardiacaccia rimase colpito dalla cura e serietà con cui venne affrontata quella piccola prova. Ad aprire le danze fu Camille, la quale diede prova di aver colto ogni suggerimento di Lucien, prestando fede alle sue indicazioni. Furioso percepì il suo animo puro e le buone intenzioni e gliene diede riprova lasciandosi addirittura dispensare una carezza, cosa non da sottovalutare. Per indole gli ippogrifi erano diffidenti con chi si approcciava a loro per la prima volta è un contatto fisico era l’ultima cosa che si poteva sperare di ottenere da loro attraverso un primo approccio.
Orgoglioso di entrambi, il francese fece il gesto di applauso ma non fece cozzare i palmi per evitare che un rumore di troppo potesse infastidire la creatura, la quale non staccò le iridi acquose dalla Tassina finché non si fu allontanata.
Lieto che l’interesse non fosse converso unicamente su quella creatura, egli occhieggiò gli schizzi di Gin, che trovava davvero dotata. I campi creativi, dopotutto, appartenevano alla sua Casa. «Nessun problema. Talvolta un’acuta osservazione ed una successiva riflessione possono essere armi più vincenti di un approccio diretto ma affettato.» Non che quello proposto dalle sue compagne lo fosse, in tal senso il suo discorso si estendeva ad altri tipi di situazione che ben si discostavano da quella che stavano vivendo. Sotto sotto Lucien si trovava a tirare un sospiro di sollievo poiché vi era un discreto azzardo nel proporre ad un ippogrifo come Furioso così tanti stimoli umani e sconosciti perciò si rallegrò ancor di più della decisione presa dalla Corva. L’attenzione che le vide rivolgere alla situazione creatasi gli ricordò quando era stato lui un Corvonero fatto e finito, ritrovandosi dunque nelle sue scelte, sebbene per indole si sarebbe buttato a capofitto in quella nuova esperienza.
Arrivò il turno di Marjorie, la cui voce incerta tradiva non solo un naturale timore ma anche verosimilmente la sua giovane età. Era la più piccola del gruppo, gli Ippogrifi materiale del quinto anno; era fuori dall’ordinario pensare di trattarne uno in quel contesto o addirittura avvicinarlo come Lucien stava lasciando fare loro, ma era sicuro delle proprie azioni. Le rivolse un sorriso d’incoraggiamento, facendole segno di stare tranquilla e di prendersi tutto il tempo che le serviva, prima di procedere. Il lasso di tempo intercorso tra un tentativo e l’altro diede tempo all’ippogrifo di elaborare emotivamente quanto stava accadendo. Anche lei riuscì nell’intento, dimostrando ancora una volta quanto fosse portata per le creature magiche e scucendo nel docente la tacita speranza di averla al suo corso quando avesse raggiunto interzo anno.
Ogni tentativo suscitò una benevola emozione nel docente, convintosi di aver preso la decisione giusta a beneficio delle studentesse.
Quando fu il turno di Alice, egli la vide paventare delle emozioni differenti da quelle che le aveva visto tinteggiare il volto fresco dei suoi anni. Approcciarsi a quel tipo di creatura, o magari a qualsiasi creatura per quanto ne sapeva, pareva essere davvero emozionante. La vide seguire l’esempio delle compagne senza azzardare un contatto fisico, scelta saggia visto che Furioso pareva accusare i primi segni della mole di emozioni che quegli approcci avevano smosso anche in lui. Lucien si curò di lui, con cibo, carezze ben assestate e parole condite di congratulazioni.

Il gruppo stava facendo ritorno alla capanna quando lo sguardo di Lucien fu catturato da qualcosa di imprevisto: l’infestazione di Horklump che aveva sapientemente circoscritto sfruttando la bava di Harold ad una piccola zolla nell'orto delle zucche, era stata oggetto di una visita Inaspettata.
Quattro gnomi, notoriamente ghiotti di Horklump, avevano superato lo steccato per introdursi nell’area recintata ed ingozzarsi dei funghi rosei e carnosi coperti di rade ed ispide setole nere.
Nulla di troppo nuovo per il docente, conscio di doverlo mettere in conto quando aveva deciso di non sterminare totalmente il lascito del suo predecessore ed ovviamente se se ne fosse occupato in prima persona avrebbe impiegato pochi secondi per disfarsene, quando un’idea affiorò nella mente allenata.
Si rivolse alle studentesse con un’espressione di sfida dipinta sul volto.
«Se mi recuperaste del sangue di unicorno vi farei finire la scuola prima del tempo» principò con un ghigno, chiaramente ironico «Ma potreste comunque aiutarmi, se vi va. Vedete quegli gnomi? Decisamente si stanno prendendo troppe libertà ai danni di quei poveri Horklump. Ebbene, vi chiedo di liberare l’orto da quei parassiti dei giardini; la più abile riceverà un premio!»
Gli gnomi avevano un aspetto buffo, con una testa sproporzionata, cute arrossata e piedi duri e ossuti. La loro statura era variabile e poteva raggiungere i trenta centimetri di altezza; sapevano rivelarsi una vera seccatura.
Per liberarsi degli scomodi avventori, le studentesse avrebbero potuto sfruttare, oltre che l’ingegno, anche l’ambiente che le circondava e qualsiasi elemento avrebbero potuto ritenete utile alla causa. Lucien informò loro di quello più classico e gettonato: uno gnomo poteva essere eliminato facendolo roteare fino a stordirlo e poi lanciandolo dall'altra parte del muro del giardino. Gli gnomi erano così stupidi che quando capivano che si stava degnomizzando uscivano tutti allo scoperto per guardare. Comunque, qualsiasi metodo sarebbe andato bene purché non li avesse danneggiati troppo.

© petrichor.


// Eccoci giunti ad un’ultima simpatica prova, alla quale naturalmente nessuna studentessa è obbligata a rendersi parte attiva. Qualunque sarà la vostra scelta, vi chiedo gentilmente di postare in modo da sapermi regolare - come ha fatto Gin pur avendo scelto di non approcciarsi a Furioso, scelta coerente e originale. Stavolta vi chiedo di non auto-determinarne la riuscita bensì scrivere quella parte in forma ipotetica, al condizionale. Una delle ragazze potrà risultare la migliore ad approcciarsi a questa prova e superarla: valuterò un eventuale ricorso a nozioni pertinenti apprese nella stessa role o già di conoscenza del pg, cura nella descrizione dei passaggi, correttezza grammaticale e originalità. A chi riuscirà a distinguersi secondo questi parametri, spetterà un premio.
 
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view post Posted on 13/3/2022, 18:01
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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20211103-152803
L’esperienza con Furioso era stata intensa, se la sarebbe portata nel cuore a lungo, se non addirittura per tutta la vita. Sperava che anche per le altre, le compagne che avevano tentato, potesse risultare lo stesso. Il saggiarne la morbidezza delle piume. Poter sprofondare nei suoi occhi, così come ci si abbandona alla profondità degli abissi. Lo avrebbe rifatto altre mille volte. Senza paura nei confronti della creatura. Senza il timore di non essere accettata. Semplicemente, si sarebbe di nuovo…abbandonata. D’altra parte questo significa fiducia: abbandonarsi. Abbandonarsi pacificamente all'altro o all'altra. Per un istante, un lungo istante, si sentì quasi vuota mentre si allontanava dal recinto dell’Ippogrifo. Le dispiacque, e non poco, tornare indietro. Ma d’altra parte era conscia che, probabilmente, lo avevano sommerso abbastanza con le loro emozioni, forse era giusto lasciarlo assimilare tutto ciò in tranquillità e solitudine.
Il flusso di pensieri, che vorticava ormai nella sua mente come delle tumultuose rapide, venne interrotto sulla via del ritorno, quando il Docente indicò loro qualcosa al di là di uno steccato nei pressi dell’orto delle zucche. Quattro buffissimi gnomi gironzolavano tra i carnosi Horklump. Aveva già avuto modo d’incontrare quegli esserini infestanti, si divertivano spesso ad invadere la serra e le aiuole curate da sua madre. Lei, invece, d’altro canto, quando era molto, molto piccola si divertiva a rincorrerli. Non s’era mai occupata di persona di una disinfestazione, ma la proposta da parte del Docente di tentare l’allettava, le fece venir voglia di mettersi in gioco. Chissà, magari, in futuro, avrebbe potuto dare una mano lei stessa a ripulire il giardino. Le sembrava giusto, come suggerito, evitare metodi violenti. Voleva cacciarli, non far loro del male. Ma come poteva prenderne uno? Nell’immediato, l’unico piano che riuscì a mettere in piedi era: bloccarlo. Trovare un sistema per mettergli momentaneamente i bastoni tra le ruote, ostacolarlo in poche parole. L’unica trappola utile poteva essere lo stesso terriccio su cui posavano le zampe, pronti ad acciuffare il loro cibo preferito, oppure a devastare le piante decorative. Ma come rendere il suolo “pericoloso” per loro? Se solo fosse stato abbastanza molle da impacciare i loro movimenti, fino addirittura ad ottenere un effetto “sabbie mobili”. Il suo manuale riportava, in particolare, un incanto in grado di evocare pozzanghere anche quando dal cielo non cadeva nemmeno una stilla di pioggia: il Conlèctus.
Perché non provare? Se fosse riuscita nell’intento, il terreno, nel punto desiderato, sarebbe diventato, con ogni probabilità, un fastidioso pantano. «Ci proveremo! Che Tosca me la mandi buona...» si rivolse così a Lucien, le ultime parole mormorate, quasi inudibili, prima di fare il suo, sperava non fallimentare, tentativo. Cercò di avvicinarsi il più possibile, con passi calmi e lenti, al primo gnomo su cui puntò gli occhi. A quel punto, con cautela, estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni la bacchetta. Distese il braccio, mentre cominciava a pensare a come desiderava che fosse la pozzanghera. Se la immaginò come un lago in miniatura, con un diametro di circa quaranta centimetri e una profondità, per quanto approssimativa, di dieci centimetri. L’acqua limpida, tipica delle risorse idriche di montagna, non verdastra e quasi impenetrabile come quella del Lago Nero. La poteva assimilare ad uno specchio perfetto. Uno specchio in cui perdersi. Uno specchio a cui abbandonarsi. Sì, abbandonarsi come negli occhi di ossidiana di furioso. Nella sua mente, come un moderno Narciso, poteva sprofondarci dentro all’infinito, nel vano tentativo di sfiorare il suo riflesso intangibile ed inafferrabile. Tenendo ben impresso questo pensiero, vivido come non mai, iniziò a muovere il braccio, descrivendo un cerchio delle dimensioni desiderate attorno alla figura dello gnomo. «Conlèctus» pronunciò poi decisa, facendo attenzione a porre correttamente l’accento sulla “e” e, contemporaneamente, dando una stoccata al centro del cerchio appena disegnato nell’aria. Se, come sperava, l’incantesimo fosse andato a buon fine, avrebbe atteso che la creatura annaspasse nel fango, creatosi grazie al rimestamento causato dai sui stessi movimenti. Una mistura infida, nata dal connubio perfetto di morbido terriccio e liquido. E, nell’ipotesi che lo gnomo non fosse sfuggito alla prima parte del piano, una volta “catturato”, si sarebbe avvicinata ulteriormente per recuperarlo e fargli fare un bel giro di giostra, una delle opzioni apparentemente più sicure illustrate dal Professor Cravenmoore.

20211103-152810


| Camille Donovan | First Year | Hufflepuff Prefect | 14 y.o |






 
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Di sole e di gatti

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Amelia Gin Moonword
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Gin era stata molto contenta di aver potuto osservare i tentativi delle sue colleghe con il maestoso ippogrifo. Era molto soddisfatta della sua decisione perché, essendo solo al primo anno, con pochissima esperienza di vita magica alle spalle, era ancora abbagliata dalla quantità di cose che potevano essere reali in quel mondo, ma che fino a qualche mese prima erano relegate al mondo dei sogni più arditi. Chi poteva dirle cosa esisteva nel mondo magico e cosa no? Inoltre, la sua sete di conoscenza e la sua passione per la manualità ben si combinavano ad una condotta che faceva dell’osservazione approfondita il suo punto di partenza. Quel giorno stava scoprendo una materia affascinante, che probabilmente l’avrebbe spinta a dare il massimo per superare gli anni ed esami che le mancavano allo studio più costante di quella disciplina. Non ricordava in quel momento a quale anno avrebbe iniziato a studiare Cura delle creature magiche, ma di certo non vedeva l’ora.
Dopo aver attentamente osservato le sue colleghe e aver preso diversi appunti, osservò la sua opera e sorrise soddisfatta. Anche il professore sembrava approvare, o almeno comprendere, la scelta di Gin. La ragazza si trattenne, un po’ in disparte, ora in piedi, ad osservare la cura con cui il professore salutava l’ippogrifo, gli dava da mangiare e lo accarezzava parlandogli. Era ammirata e al tempo stesso rapita. Quindi mentre il professore e le altre iniziavano a tornare indietro, disse piano piano all’ippogrifo, sperando che gli altri non la sentissero: «Grazie, spero che ci rivedremo». Il tono della sua voce era così basso che probabilmente nemmeno l’animale l’aveva udita, ma quella frase era una speranza e allo stesso tempo una promessa.
Si accodò al gruppo di ragazze, complimentandosi ora con l’una ora con l’altra per il loro coraggio e la loro bravura. Si avvicinò, in particolare, ad Alice dicendole «Sei stata bravissima, che meraviglia. Sembravi proprio a tuo agio! Come è stato?». Quella di Gin era vera ammirazione.
Il discorso, tuttavia, non ebbe il tempo di attecchire più di tanto che un'altra prova si parò davanti a loro. Il professor Cravenmoore, infatti, indicò loro l’orto delle zucche, dove dei piccoli esseri con una grande testa, ma che sembravano parecchio resistenti, stavano banchettando con alcuni funghi. Il professore riferì che si trattava di gnomi e la mente di Gin volò immediatamente alle fiabe di quando era bambina. Ma gli gnomi delle fiabe che conosceva erano più carini, più paffuti e molto più gentili degli esseri che sembravano aver invaso l’orto delle zucche. Cravenmoore le sfidò ad occuparsi del problema, riferendo loro la modalità standard. Gin già vedeva Camille prendere in mano la situazione ed avviarsi verso un tentativo. Questa volta anche Gin avrebbe provato. Per quanto la sua natura la portava ad essere cauta, era anche pronta ad attivarsi nei momenti di bisogno. E quello, per quanto non di tipo emergenziale, sembrava essere una situazione di necessità. Certo, immaginava che il professore fosse perfettamente in grado di risolvere il problema da solo, ma si sentiva in dovere di aiutare, soprattutto dopo che era stato così cortese e disponibile con loro.

Gin avrebbe quindi tentato. Il problema, ora, era capire cosa fare. Non si vedeva proprio a rincorrerli, acchiapparne uno e farlo roteare, doveva trovare un approccio più astuto. La parte della rincorsa soprattutto non la convinceva. Mise quindi via il taccuino, osservò il contesto, passò velocemente in rassegna gli incantesimi che conosceva. Ripensò alle cose che il docente aveva detto loro, e, quasi, fu tentata di attirare uno gnomo nel terrario di Harold, ma poi pensò che avrebbe fatto loro troppo male, soprattutto se gli aculei avessero iniettato veleno. E probabilmente gli gnomi non erano così stupidi... o forse sì? Sentì Camille che diceva: «Conlèctus» e capì subito che la ragazza cercava di creare una pozzanghera, probabilmente con l’intento di farci inciampare uno gnomo dentro. A quel punto Gin ebbe un'idea: avrebbe potuto sfruttare l’incantesimo di Camille, se fosse andato a buon fine, e combinarlo al suo. *Del resto l'unione fa la forza*, pensò, sperando che la collega non se la sarebbe presa. Adocchiò uno gnomo che passava vicino a quello individuato da Camille e, bacchetta salda in mano, disse con fermezza e puntando la sua arma contro le gambe dello gnomo: «Gambemolli». Se il suo incantesimo fosse andato a buon fine avrebbe reso le piccole gambe dello gnomo simili a gelatina. Questo incantesimo da solo, lo avrebbe rallentato e probabilmente fatto cadere. Lo avrebbe anche tenuto fermo (almeno nelle gambe) per un po’. Ma se anche l’incantesimo di Camille fosse andato a buon fine, si sarebbe trovata uno gnomo con le gambe molli a scivolare nel fango e impantanarsi sempre più. Le sembrò una buona soluzione; a quel punto, infatti, avrebbero potuto prenderli e portarli via, magari tentando un incantesimo di librazione, oppure ricorrendo al tradizionale olio di gomiti.





PS: 109 | PM: 51 | PC: 51 | EXP: 2.5




© Gaelle
 
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view post Posted on 21/3/2022, 12:32
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Even if I played for another ten years, I wouldn’t lose interest.

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Il contatto con l'ippogrifo l'aveva scossa. Forti emozioni, parzialmente contrastanti, erano sorte in lei, minacciando di sommergerla. Mentre si allontanavano dal capanno degli attrezzi, la mente di Marjorie rimase concentrata su quei lunghi attimi: l'infinita attesa prima che Furioso ricambiasse il suo inchino, il pulsare incontrollato del suo cuore, quegli splendidi occhi gialli e la morbidezza delle piume che, per qualche istante, si era osata sfiorare. Furioso era meraviglioso. Pericoloso, certo, ma questo non toglieva nulla al suo splendore, anzi forse gli donava quel qualcosa in più che altri volatili non avevano. Era possibile che fosse a causa del suo contatto giornaliero con Noctus, ma la strega undicenne cominciava a rendersi conto di essersi innamorata dei 'pennuti'. Quei batuffoli di piume, alcuni ben più grandi di lei, erano ai suoi occhi di una tenerezza immensa.

Probabilmente non si sarebbe mai osata di affermare, di fronte ad un maestoso ippogrifo come Furioso, di considerarlo tenero ma, una volta a debita distanza, la sua mente si sentiva libera di lavorare con la fantasia, trasformando un pericoloso rapace in un carinissimo pulcino in attesa delle sue attenzioni. Questo non significava che Marjorie fosse pronta a sottovalutare la pericolosità di quella creatura, semplicemente che gli ippogrifi erano entrati nella sua personalissima lista dei desideri. Magari non ne avrebbe mai posseduto uno, ma non le sarebbe dispiaciuto poterli incontrare di tanto in tanto e, magari, poterli anche cavalcare, lasciando che la portassero al di là delle nuvole. O forse no. Il rapporto tra Marjorie e le altezze era decisamente complesso. Anche nelle lezioni di volo odiava alzarsi più di due metri da terra. *Se la natura non mi ha dato le ali, forse non è mio destino volare.* Quando quel pensiero le attraversò la mente, l'immagine di lei che volava in groppa a Furioso sfumò improvvisamente e Marjorie si ritrovò catapultata alla realtà e al nuovo test offerto loro dal professore.

Gnomi. Qualche anno prima, le era capitato di avere a che fare con un'infestazione di quelle piccole creature e Marjorie non aveva messo il naso in giardino fino a quando suo padre aveva chiamato dei specialisti per occuparsene. Una parte di lei era disgustata al solo pensiero di dover avere a che fare con loro ma l'accenno ad un possibile premio la portò a costringersi ad osservarli, per quanto da una specie di distanza di sicurezza. Osservazione che le permise di rendersi conto che quelle creaturine non erano brutte e spaventose come le aveva ritenute da bambina. Aveva accarezzato un ippogrifo, come poteva farsi spaventare da esserini non più alti di trenta centimetri!?

Dopo aver osservato per qualche istante le azioni delle sue compagne, si mise all'opera anche lei. Estratta la bacchetta, la puntò verso un tratto di terreno che uno gnomo stava per attraversare, e pronunciò «Lapsus!», compiendo allo stesso tempo un movimento deciso del polso dall’interno verso l’esterno. La sua idea non era poi così dissimile da quella di Camille: rendere la superficie scivolosa le avrebbe permesso di mettere un freno all'avanzata della creatura, facendola scivolare e cadere a terra. Se l'operazione avesse avuto successo, Marjorie sarebbe riuscita a bloccare i movimenti dello gnomo senza danneggiarlo (cosa poteva fare una scivolata a creature che, normalmente, venivano roteate fino a stordirle e poi lanciate dall'altra parte del muro?) e avrebbe potuto cogliere l'occasione per afferrarlo. Una volta catturato, avrebbe potuto seguire l'esempio delle sue compagne, stordendolo con una bella roteata e lanciandolo lontano dallo steccato degli Horklump.

Marjorie Hastur
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view post Posted on 5/4/2022, 20:47
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Alice Wagner
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L'esercitazione con Furioso era stata piuttosto intensa e una volta finita Alice sentì un calore interno, come un regalo di dipartita. Era proprio felice di aver avuto quell'esperienza e non le importava di non essersi spinta oltre, le era bastata.
Sorrise radiosa a Gin << E' stato fantastico! Mi sembra di essere entrate quasi in connessione con lui, anche la mia bacchetta ha preso a tremare nella tasca!>> le raccontava ancora molto presa, quando nel ritornare indietro si accorsero di un piccolissimo problemino.

Tutto quello che sapeva sugli gnomi da giardino lo aveva imparato da sua nonna Rose. Alice era nata nel mondo babbano ed aveva vissuto come tale fino ad allora, per cui molte cose le erano sconosciute. Alcuni suoi compagni di classe erano abituati a rapportarsi con cose del genere, definiti più volte delle seccature. La stessa Alice aveva imparato a sue spese quanto lavoraccio ci fosse dietro una disinfestazione di questo tipo. All'inizio le era sembrata una cosa assurda, perché mai doveva comportarsi in maniera così crudele? Aveva cercato di intavolare un discorso perfino, ma le sue premure non avevano portato a nulla di buono. Il giorno dopo quei maledetti avevano ritrovato la strada di casa in un secondo! Il segreto era stordirli e farlo per bene. Le era stato assicurato il fatto che non avrebbero subito alcun dolore o pena se fatto nel modo corretto, semplicemente sarebbero stati cacciati dal posto che avevano così caparbiamente occupato. Per cui la Rossa a seguito delle eccellenti prove compiute già dalle altre studentesse, pensò a cosa fare per poterli distrarre così da lanciarli al di là della recinzione. Forse non era originale, ma le sembrava piuttosto pratico. Puntò la bacchetta contro uno degli gnomi e pronunciò chiaramente << Confundo!>> se l'incantesimo fosse andato a buon fin, lo gnomo si sarebbe ritrovato piuttosto confuso per i minuti necessari per afferrarlo e farlo rigirare in aria e quindi lontano dal giardino. L'idea era di confonderlo quasi doppiamente, prima con l'incanto e poi con il giro oltre la siepe per così dire.
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view post Posted on 6/4/2022, 10:47
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Status:


Le giovani menti come quelle delle studentesse disponevano un tale livello di creatività che Lucien si trovò ad invidiarle, conscio che diverse dinamiche della vita che presto o tardi avrebbero affrontato anche loro durante il periodo di crescita avevano lievemente appianato tale aspetto in lui. Osservò con silente attenzione le dinamiche proposte, con i nervi pronti a scattare in caso di necessità. Gli gnomi erano creature fastidiose, non pericolose e classificate XX dal Ministero della Magia, ma le ragazze erano sotto la sua responsabilità ed anche un graffio, banalmente, non era contemplabile. Fu orgoglioso di vedere come tutte si fossero lanciate in quella piccola sfida senza tirarsi indietro, forse sentendosi protagoniste di qualcosa fuori dall’ordinario, forse liste di mettersi alla prova con una nuova creatura, forse semplicemente desiderose di mettere a frutto le proprie conoscenze.
Non era una prova particolarmente impegnativa e il docente non avrebbe proposto loro di cimentarvisi se non fosse stato qualcosa di accessibile sia ad una studentessa del primo anno come Marjorie, così come da una più grande come Alice. Trovava istruttivo sfruttare gli imprevisti della vita come quello per mettersi alla prova; sarebbe servita come lezione nel loro lungo percorso di crescita.
Tutte le soluzioni attuate denotarono acume e prontezza di spirito, la controparte scolastica si fondeva a quella più personale che caratterizzava ciascuna di loro e, nel loro piccolo, si dimostrarono davvero grandi. Quando tutte ebbero svolto l’improvvisata mansione, Lucien battè i palmi delle mani in un applauso rivolto a ciascuna, un ampio sorriso a colorargli il volto pulito.
Camille aveva adottato una soluzione astuta che un po’ ricordò al mago l’animale rappresentativo della sua Casa e che riuscì nell’intento di ostacolarne i movimenti, permettendole di farlo poi ruzzolare fuori dall’infestazione. Gin, dal canto suo, sfruttò l’incantesimo di Camille andato a buon fine cercando di rallentare il proprio gnomo con un Gambemolli nella speranza, qualora riuscisse ancora a camminare, di farlo impantanare nella pozzanghera creata dalla tassina. Marjorie, invece, si avvalse di un altro incantesimo per ostacolare i movimenti dello Gnomo - nello specifico il Lapsus che rendeva una piccola porzione di superficie molto scivolosa - riuscendo con qualche difficoltà in più ad allontanarlo dallo steccato. Infine Alice scelse un approccio pratico quanto efficace, mediante un incantesimo utile nelle più disparate situazioni e che sortì l’effetto sperato con lo gnomo.
Quando tutti gli gnomi furono fuori portata, il docente battè sonoramente i palmi delle mani soddisfatto.
«Complimenti, siete state tutte propositive e originali e siete riuscite a portare a termine la missione» Il gergo era importante quando ci si rapportava agli studenti; ormai Lucien era distante da tanto tempo al loro mondo ma la differenza d’età non era così abissale da impedire di utilizzare un linguaggio simile.
«Visto che tutte siete riuscite a portare a compimento la prova, attribuisco dei punti a ciascuna Casa di appartenenza perciò 5 punti a Tassorosso, 5 a Serpeverde, 5 a Grifondoro e 5 a Corvonero. Camille si è distinta con un’idea originale alla quale poi si è allacciata Gin; la resa dell’incantesimo era molto buona ed è stata di buon esempio. Perciò Camille, come premio per il tuo anticonformismo, ti regalo una fiala di pus di Bubotubero diluito, indicato per la cura dell’acne giovanile. Ricordo che allo stato puro, invece, a contatto con la pelle può provocare dolorose piaghe e fastidiose bolle gialle» disse allungando alla Tassina una piccola fiala di cui ella avrebbe potuto disporre personalmente, se necessario, o regalarla ad un compagno/a che ne avesse avuto bisogno. A quel punto avrebbe proposto a Marjorie di recuperare Noctus al quale avrebbe dispensato qualche carezza ben assestata, quindi si sarebbe congedato rinnovando la propria disponibilità per qualsiasi cosa le studentesse potessero necessitare e ringraziandole per la piacevole parentesi che aveva spezzato in modo utile e divertente una giornata di intenso lavoro.

© petrichor.


// Mi complimento con voi e vi ringrazio per aver colto l’opportunità di far cimentare i vostri pg con qualcosa di diverso dall’ordinario. Un piccolo suggerimento utile per ipotetiche quest o iniziative analoghe: usate il condizionale anche durante la fase di preparazione e lancio dell’incantesimo, non solo per decretarne l’eventuale riuscita. Mi auguro che, come me, vi siate divertite e che questa role vi abbia portato spunti utili per il futuro. :abbraccio:
 
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30 replies since 3/11/2021, 18:12   853 views
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