Fritto Misto, Privata

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Martian
view post Posted on 10/2/2021, 18:56




Thomas
Korax
Emerald
☽ A flower bloomed in a dark room ☾

Vedere la reazione di Romeo, fu per Thomas una vera sorpresa. Non che si aspettasse ira da parte dell'amico, ma di certo fu strano per lui vedere Romeo Murphy, per la prima volta, disposto ad ascoltare e farsi ascoltare. Furono molti i tentativi da parte del mago, di farsi comprendere dall'altro.
Colui che aveva di fronte era sempre stato, per Thomas, una delle sfide più grandi che avesse affrontato. E non solo per via del fatto che, l'animo dell'altro Serpeverde fosse stato difficile da decifrare, ma soprattutto perché, in quel caso, era Thomas a non essere stato compreso.
Per la prima volta, nei suoi trent'anni, farsi capire era ciò che gli premeva di più. Probabilmente in un'altra situazione avrebbe voltato le spalle e fatto dietrofront, perché il lettore si era sempre considerato lui, e gli altri, i suoi libri da leggere e interpretare. Altre - pochissime - volte, lasciò semplicemente che qualcun altro sfogliasse le pagine della sua storia, in modo del tutto naturale.
Solo con Romeo Murphy, farsi capire divenne quasi una sorta di imposizione. E ora che finalmente, il messaggio era stato recepito forte e chiaro, anche se con dei toni un po' rudi, Thomas sentì sparire anni di dubbi e domande retoriche, in un secondo. Come una fiamma che viene spenta e trova la pace, libera di dissolversi nell'aria, passando da fuoco a fumo.
CITAZIONE
Non sono decisamente, affari tuoi, questi

Rise nel sentire quella frase, non si aspettava niente di meglio da parte dell'amico. Lo lasciò parlare, osservando la sua espressione distrutta ma, finalmente, consapevole. Per quanto il modo di agire di Thomas fosse stato deciso e, a tratti, sgarbato, riteneva che quello fosse l'unico modo per far breccia nell'animo dell'altro. Aveva sempre stimato Romeo, lo aveva sempre reputato un uomo dalla grande intelligenza e sensibilità introspettiva, ma sapeva anche che, l'unico metodo efficace per non farlo annegare in se stesso, fosse prenderlo dalle spalle e scuoterlo come una campana. Ed era la parte che Thomas preferiva della loro amicizia. Anche ai tempi della scuola fu così. Si prese tante di quelle sberle, per questo.
CITAZIONE
È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre.

"Parli di me o della gelosia?" chiese poi ridendo. Mentre intrecciava le mani, sul tavolo, tirandosi indietro con la schiena. Non avrebbe posto altre domande, non avrebbe detto nient'altro, lo avrebbe lasciato parlare e sfogare, come fa un vero amico, poiché in verità, Romeo non era con Thomas che stava parlando. Stava parlando a se stesso.
CITAZIONE
Sì, sono stato geloso. Quello che avete voi, non è una cosa che si trova facilmente, ho avuto i miei dubbi. Ma non è stata l'unica motivazione che mi ha portato ad allontanarmi.. Ai tempi mi era sembrata la soluzione migliore..

A quelle affermazioni Thomas non rispose. Continuò a rimanere in silenzio, fino a che poi l'altro non gli rivolse una domanda che parve essere "quel" ponte levatoio che gli avrebbe permesso di entrare nella fortezza del suo animo. Quel ponte davanti al quale aveva atteso per anni. E proprio nell'istante in cui quella domanda gli venne posta, che lui si rese conto, di aver avuto sempre la risposta davanti agli occhi
CITAZIONE
Cosa vuoi sapere?

Si tirò in avanti con la schiena, intrecciando le braccia con le quali si fece da perno sul bordo del tavolo. Scosse un po' la testa, perdendo il suo sguardo nel vuoto. Alla fine poi, sorrise e ricondusse lo sguardo sul volto dell'amico
"Romeo.. io non voglio sapere nulla. Se siamo qui, adesso, tu ed io, è perché dei due, quello che vuole sapere, sei tu. E no, non parlo di "sapere cosa ci fosse tra Thomas e Francis" o "Sapere perché al suo fianco c'è rimasto Thomas", no. Vuoi sapere cosa ti ha spinto fin qui, oggi, dopo quindici anni, seduto in un locale, con me di fronte. E vuoi anche sapere perché proprio di fronte a te, ci sia seduto io, e non qualcun altro. Quella domanda l'hai posta a te stesso, non a me. E poniamo il caso che la questione della gelosia fosse stata solo un condimento di tutto questo delizioso minestrone.." ribatté sorridendo, prendendo il boccale tra le mani, terminando quindi di bere la burrobirra.
"Cosa voglio sapere, mi chiedi?" continuò, passandosi il dorso della mano sulle labbra umide.
"Voglio sapere perché hai chiamato me, quando avresti dovuto chiamare Francis."
Thomas non voleva realmente saperlo. Quella fu l'ennesima mossa da parte del mago, di far rendere conto Romeo che quell'incontro non era stato altro che un confronto con uno specchio. Che Thomas non avrebbe potuto realmente dargli le risposte che lui desiderava. Romeo era l'unico, in quella stanza, che avrebbe potuto rispondere alle sue stesse domande.
 
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view post Posted on 11/2/2021, 13:18
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Romeo Murphy
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CITAZIONE
"Parli di me o della gelosia?"

U
n sorriso amaro, insieme a un battere delle ciglia. Aveva cercato lo sguardo dell'altro, appunto per capire se cogliesse la citazione o avesse qualcosa da dire a riguardo.
Non era una differenza così netta, in certi momenti
Disse a seguito di un leggero sbuffo, che dava un maggiore peso a quella costatazione. Vi erano stati momenti in cui la gelosia era stata sinonimo di Thomas e viceversa, in momenti in cui non era fiero di pensarci, non aveva pensato a lui come la persona completa che era, ma come quel sentimento che lo aveva reso anche insopportabile alla vista. Aveva invidiato Thomas, tantissimo, per cose diverse. Non solo per quanto riguardava Francis, ma anche per il suo modo di porsi, di vivere certe dinamiche che per Thomas erano sempre state semplici, come per esempio il confronto con la propria sessualità. Gli aveva invidiato quella leggerezza, quel modo di essere, ma soprattutto nell'apice della gelosia autodistruttiva vedeva in lui pregi che in sé non avrebbe mai visto e per questo poteva aver capito, ed inteso, una possibile preferenza per l'altro serpeverde. Potevano avere tantissime cose in comune, ma alla lente di ingrandimento ve ne erano altrettante da renderli differenti...Aveva scoperto quel giorno, Romeo, che quelle differenze non potevano che portare a consolidare un rapporto di amicizia.
CITAZIONE
Quella domanda l'hai posta a te stesso, non a me. E poniamo il caso che la questione della gelosia fosse stata solo un condimento di tutto questo delizioso minestrone..

Prese un altro sorso di burrobirra, quanti dubbi e quante domande aveva affogato come in quel momento. In quante sedie vuote, banconi sporchi e bicchieri svuotati, aveva cercato risposte che già aveva ma che trovava di una sublime crudeltà fingere di non averle.
Non disse nulla Romeo, ma era abbastanza ovvio che Thomas avesse fatto centro su tutta la linea quel giorno, anche in quei passaggi. Chissà, da quanto tempo sapeva e aveva inteso, ma chissà da quanto lui stesso non gli permetteva di arrivare a parlargli a quel modo. Lo avrebbe sempre stupito, il modo in cui talvolta, era in grado di rispingere chiunque volesse avere un confronto con lui. Perché Romeo era così, non faceva nulla se davvero non voleva.

CITAZIONE
Voglio sapere perché hai chiamato me, quando avresti dovuto chiamare Francis.

Uno sbuffo di risata, per poi di nuovo guardare il nulla mentre il suo sguardo saettava. Poi i suoi occhi si bloccarono, quasi fossero rimasti appesi a qualcosa, fissi. Un sorriso sghembo, dolce, di quelli che era abituato poco a produrre.
Uno scrollare delle spalle, per far sfumare tutta quella mimica per poi rivolgersi a Thomas quasi socchiudendo l'occhio destro.

Perché sono un disastro, pensavo fosse evidente
Disse ironico, ma era un tono quasi allegro perché era una costatazione reale. Perché quell'uomo era in grado di affrontare qualsiasi cosa, ma quando si trattava di relazioni personali, soprattutto importanti, non vi era nulla di semplice per lui.
Chiuse gli occhi un secondo inspirando, scuotendo la testa, non era una risposta decente quella, ma non era nemmeno qualcosa che aveva mai esplicitato ad alta voce prima di allora. Doveva vincere il gap tra la forma dei suoi pensieri e l'esprimersi a parole.

Paura di essere rifiutato per lo più, di non avere più alcun diritto di fare parte della sua vita. Non ho avuto dei periodi semplici subito dopo Hogwarts, poi mi sono messo a viaggiare, non ero stabile...Non potevo ricomparire nella sua vita per poi andarmene come se nulla fosse, non ho mai voluto questo.
Parole sincere, che venivano a galla dopo un decennio di elucubrazioni. La verità era che aveva sempre visto Francis come qualcuno da cui tenersi lontano, finché non era stabile sia emotivamente che fisicamente.
I primi anni dopo Hogwarts erano stati caratterizzati da sentimenti contrastanti che poi si erano evoluti una volta arrivato in Nuova Zelanda, in alcuni periodi della sua vita aveva pensato che l'unica cosa che fosse in grado di sentire erano la rabbia e il rancore. Due cose, che voleva esattamente tenere il più lontano possibile da Francis, che era rimasto per lui un baluardo di un certo tipo di emozioni, che negli anni aveva resistito...Esattamente come gli aveva promesso.
Per Romeo, Francis era molto più di quello che riuscisse a esprimere a parole. Aveva incontrato altre persone nella sua vita, ma nessuno come Francis era stato in grado di vederlo per quello che era realmente o di toccarlo nel modo in cui era stato in grado lui di farlo. Aveva sempre trovato un ironia nel fatto che le persone che arrivano nella vita di ciascuno sono di un numero immenso, ma solo poche sono in grado davvero non solo di sfiorarci ma di lasciarci qualcosa di tremendamente importante, anche quando non fanno parte della nostra vita presente.

Se ti consola gli ho scritto delle lettere, mai inviate ovviamente
Introdusse in quel modo quello che voleva dire, con un tono di voce che faceva ovviamente capire che vi fosse un continuo, ma non solo anche la situazione paradossale di scrivere delle lettere e mai inviarle.
Una tipa che frequentavo, ne trovò una...Non mi ha più voluto rivolgere la parola.
Cercò di trattenere una risata, ma alla fine cedette ridacchiando brevemente per poi scuotere la testa al nulla rivolgendo lo sguardo verso l'altro.
Ammetto, che potrei averne lasciate altre in punti strategici quando volevo allontanare qualcuno
Quella era una rivelazione reale di come era Romeo, del suo temperamento, ma anche del fatto che non avesse permesso a nessuno di avvicinarsi più di tanto a lui. Scoppiò a ridere per il proprio ingegno e il poco tatto, ma doveva ammettere che come metodo aveva sempre funzionato e non vi era mai stato bisogno di confrontarsi in modo maggiore.
PS: 160 ☘ PC: 110 ☘ PM: 110 ☘ EXP: 23


 
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Martian
view post Posted on 14/2/2021, 21:15




Thomas
Korax
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CITAZIONE
Paura di essere rifiutato per lo più, di non avere più alcun diritto di fare parte della sua vita. Non ho avuto dei periodi semplici subito dopo Hogwarts, poi mi sono messo a viaggiare, non ero stabile...Non potevo ricomparire nella sua vita per poi andarmene come se nulla fosse, non ho mai voluto questo.

Thomas ascoltò quelle parole tenendo lo sguardo fisso sul volto dell'amico. La sua mente, però, era altrove. Quelle affermazioni lo ricondussero a qualche anno prima; quando lui aveva quindici anni, e Romeo diciotto. I due amici si erano appena lasciati, e anche se in maniera pacifica, affinché entrambi non nutrissero risentimenti reciproci, la sofferenza non venne meno. Li vide soffrire entrambi, chi più da vicino, e chi più da lontano. E nonostante il suo profondo legame con Francis, non aveva mai provato rancore nei confronti dell'altra serpe. Comprese le sue motivazioni, senza che lui gliele riferisse. Thomas era fatto così, la sua introspezione lo aveva aiutato a capire se stesso e chi gli stava attorno. Aveva capito il dissidio che, in quel momento, l'amico stava vivendo internamente. E il massimo che Thomas si sentì di fare in quel momento fu ascoltarlo. Non avrebbe potuto fare altro, se non essere un buon amico per lui. Soprattutto perché l'uomo che aveva di fronte non era uno stupido, e di certo aveva imparato da tutte le esperienze che la vita gli aveva messo di fronte, e in cuor suo sapeva che avrebbe fatto la scelta giusta. Coi tempi che lui riteneva necessari per se stesso.
DBDcrgV
"Sai... c'è una canzone che mia nonna mi cantava spesso, quando ero molto piccolo. Ricordo vagamente il ritornello, ma se la memoria non mi inganna, parlava di un drago. Questo drago era triste, piangeva e piangeva. La quantità delle sue lacrime, superò la sua grandezza, così da formare un lago. Nel quale.. lui stesso annegò." aveva disperso il sguardo nel vuoto mentre raccontava quell'aneddoto, rivolgendolo poi nuovamente sugli occhi dell'altro, mentre pronunciava le ultime parole.
Sorrise, nella speranza che l'altro avesse colto il riferimento, che in realtà, non era altri che una sorta di consiglio. Un po' romanzato, perché Thomas non si smentiva mai.
"Riflettendoci... devo dire che quella canzone aveva un che di macabro, e cantarla come ninnananna ad un bambino di pochi mesi era alquanto.. bizzarro, non credi?" rise, scuotendo appena la testa. Passando il polpastrello dell'indice sul bordo del boccale ormai vuoto, creando dei cerchi immaginari.
"Che diamine potevo saperne io che quel drago non fosse che la metafora della vita? Che continuare a rimuginare sul passato, non servisse ad altro se non a perdere se stessi?" alzò le spalle, guardandosi attorno, per rendere più leggero, a tratti buffo, il significato di quella metafora.
Poi chinò appena la testa di lato, emettendo un altro sorriso.
"Chi l'avrebbe mai detto che sarei ritornato a Londra, per fare l'adulto?" chiese ridendo all'amico, anche se forse era più rivolta a se stesso la domanda.
"Se c'era una cosa che non sopportavo era proprio questa città e tutto ciò che mi teneva legato ad essa. Però girando il mondo, per qualche strana ragione, ne ho sentito la mancanza, non sempre. Solo qualche volta, per poco. Non ho mai capito se mi mancassero le sensazioni che ho vissuto qui, o se il bisogno di risistemare tutto, l'avesse tramutata come unica alternativa. Nemmeno adesso lo so. Con mia enorme sorpresa, non mi sveglio la mattina imprecando contro la pioggia londinese. Non rimpiango gli odori delle spezie indiane, la nostalgia nipponica. I bei ragazzi norvegesi.." e ridacchiò facendogli l'occhiolino, e poi riprese "Ad essere sincero, non ho idea di come andrà a finire tutto questo. E non intendo solo... questo." aggiunse, mimando con le mani il gesto di indicare qualcosa. Come se quella situazione si fosse tramutata, passando da concetto astratto ad oggetto. "Intendo, questo!" e allargò le mani, indicando qualcosa di più grande.
"Non so se alla fine riuscirò ad ottenere ciò che voglio. Non so se diventerò, chi voglio essere. Non so se questa sia stata la scelta più giusta. Non lo so.. Non so nemmeno se domattina sarò ancora qui. Chi lo sa? Io no di certo. So solo ciò che voglio adesso, in questo momento.. E tu, Romeo? Lo sai?" a quel punto, rilassò le spalle, tirando un lungo sospiro.
"Cosa voglio adesso? Uscire di qui e fumare. E poi chissà. Tu che proponi?" a quel punto lo guardò intensamente, mordendosi il labbro inferiore, impaziente di sentire la risposta dell'amico.


Edited by Martian - 15/2/2021, 00:44
 
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view post Posted on 31/3/2021, 19:06
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Romeo Murphy
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Q
uella conversazione per molti tratti era stata liberatoria, al pari di una boccata d'aria fresca. In quel momento Romeo non avrebbe saputo spiegare cosa fosse successo tra lui e Thomas, eppure vi era un'intesa che gli era capitato poche volte di avere.
L'altro serpeverde non era solo riuscito a creare un'ambiente dove i suoi pensieri più intimi potevano essere espressi, aveva trovato un modo per custodirli. Lo sapeva che lo avrebbe fatto, con la cura e la dedizione, che richiedevano. Di ciò, Romeo, non poteva che sentirsi profondamente grato.

CITAZIONE
Questo drago era triste, piangeva e piangeva. La quantità delle sue lacrime, superò la sua grandezza, così da formare un lago. Nel quale.. lui stesso annegò.

Annuì perché conosceva quel racconto, come probabilmente tanti suoi connazionali. Più volte si era chiesto se faceva parte del sua appartenenza scozzese, conoscere tutte quelle storie malinconiche che non vedevano protagonisti solo draghi ma anche banshee e farshee.
Ma la cosa che lo stupiva sempre, era che in quella malinconia vi era sempre qualcosa che aggiungeva brace al fuoco, delle proprie consapevolezze e pensieri.

CITAZIONE
Riflettendoci... devo dire che quella canzone aveva un che di macabro, e cantarla come ninnananna ad un bambino di pochi mesi era alquanto.. bizzarro, non credi?

Siamo scozzesi
Disse con un punta di divertimento, alzando leggermente un sopracciglio per un secondo. Era profondamente convinto che non tutti erano in grado di capire quel tipo di favola, sicuramente non nel modo viscerale di chi poteva sentirsi legato a quelle terre, a quei racconti.
Vi era anche del sarcasmo, perché era una buona scusa nascondere la propria e altrui predisposizione verso quel modo malinconico e contrito di vivere.
In realtà in quella frase di Romeo, che era stato ermetico come sempre, vi era molto di più. Vi era esplicitare un'ennesimo punto in comune con l'altro uomo, quasi a ribadire quella intesa più che tangibile in quel momento.

CITAZIONE
Che diamine potevo saperne io che quel drago non fosse che la metafora della vita? Che continuare a rimuginare sul passato, non servisse ad altro se non a perdere se stessi?

Bevve, poteva sembrare distratto ma non lo era per niente. L'altro lo avrebbe potuto percepire chiaramente dal modo in cui suo sguardo oscillava dal tavolo e poi ancora verso di lui. Annuì nuovamente era perfettamente d'accordo.
CITAZIONE
Se c'era una cosa che non sopportavo era proprio questa città e tutto ciò che mi teneva legato ad essa. Però girando il mondo, per qualche strana ragione, ne ho sentito la mancanza, non sempre. Solo qualche volta, per poco. Non ho mai capito se mi mancassero le sensazioni che ho vissuto qui, o se il bisogno di risistemare tutto, l'avesse tramutata come unica alternativa. Nemmeno adesso lo so. Con mia enorme sorpresa, non mi sveglio la mattina imprecando contro la pioggia londinese. Non rimpiango gli odori delle spezie indiane, la nostalgia nipponica.

Vi era sempre una sorpresa sincera quando ritrovava pensieri propri non espressi, sulla bocca di altri. Lui che per natura era una creatura magica, che avrebbe dovuto non stupirsi di una connessione non spiegabile come quella, eppure...Eppure sorrise, in una maniera dolce che emergeva poche volte perché quello che stava accadendo in quel momento, quell'intesa, l'agio non solo di essere capito ed non avere nemmeno il bisogno di doverlo esplicitare, era raro. Per questo sarebbe stato sempre grato di quella conversazione con Thomas, che avrebbe percepito chiaramente dal suo sguardo e dal suo linguaggio del corpo che erano sulla stessa lunghezza d'onda.
CITAZIONE
I bei ragazzi norvegesi..

Fu quasi un rombo di un tuono quella risata, che esplose senza preavviso. Aveva riso spontaneamente per poi guardarlo come per dirgli "posso immaginarlo", cedendo anche alla malizia opportuna di quel caso.
CITAZIONE
So solo ciò che voglio adesso, in questo momento.. E tu, Romeo? Lo sai?

Ne so di meno di quanto ne sapessi prima
Prima o poi avrebbe fatto competizione a una sfinge, ma il senso era ben chiaro nell'espressione del suo volto e del suo sguardo. Si trovava nella stessa situazione di Thomas, senza sapere realmente come avrebbero potuto andare le cose. Per quanto ridotta quella frase diceva moltissimo delle sue elucubrazioni personali, era stato convinto del suo futuro di ciò che lo aspettava, molto prima di raccogliere esperienze sul cammino della propria vita.
Un sorriso sghembo tirato all'indirizzo dell'altro serpeverde, in un linguaggio silente che avrebbe voluto recepisse. Qualunque cosa avrebbe incrociato il loro cammino, non avrebbe avuto alcuna importanza, perché non erano soli ad affrontarlo. Questo poteva non essere esclusivo, ma trovare quella sintonia era decisamente raro, Romeo fu semplicemente lieto di aver avuto quel momento con Thomas.

CITAZIONE
Cosa voglio adesso? Uscire di qui e fumare. E poi chissà. Tu che proponi?

Bevve l'ultimo goccio del suo alcolico, per poi annuire vistosamente.
Andata, usciamo a fumarne una.
Confermò e accettò l'invito dell'altro, visto che non aveva molto altro da proporre inoltre la attrattiva di uscire all'esterno sotto il grigio cielo di Londra, era più che allentante.
Fece un cenno con la mano, prima di alzarsi e andare verso l'uscita. Salutò anche il garzone, chissà che cosa aveva recepito di quella conversazione quel ragazzo, ma poco importava.
Romeo quella conversazione la avrebbe ricordata, ma soprattutto custodito nelle pieghe della sua mente.

PS: 160 ☘ PC: 110 ☘ PM: 110 ☘ EXP: 23


 
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Martian
view post Posted on 31/3/2021, 21:28




Thomas
Korax
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☽ A flower bloomed in a dark room ☾

Non seppe spiegarsi cosa fosse successo tra lui e Romeo. L'altra serpe era, da sempre, la sfida più grande che Thomas avesse dovuto affrontare. E l'unica alla quale aveva dato forfait. La verità di fondo era proprio che Romeo Murphy fu l'unico al quale Thomas concesse il libero arbitrio di celarsi ai suoi occhi rivelatori. Era sempre stato tenace, e quei pochi legami stretti che aveva, se li era presi quasi con prepotenza. E un po' per egoismo, forse. Con lui non fu così. Non volle mai forzare le cose, poiché nell'altro aveva sempre rivisto se stesso. Più di quanto lui stesso volesse ammettere.
Si era reso conto di aver parlato quasi ininterrottamente, lui, che interveniva solo quando lo riteneva giusto. Si era aperto, lui, che si era sempre mantenuto accuratamente blindato. Si era lasciato cullare dai silenzi dell'altro, lui, che il silenzio l'aveva sempre temuto. Perché era proprio nel silenzio che rimbombava l'eco dei suoi pensieri più plumbei. In quel momento, proprio il silenzio fu tutto ciò che di più rassicurante Romeo potesse concedergli.
CITAZIONE
Andata, usciamo a fumarne una.

La burrobirra nei loro boccali fece da sabbia in una clessidra. Segnò il tempo massimo che si sarebbero concessi a rivangare il passato, dopodiché, sarebbero andati avanti. E ricominciare da una sigaretta era la maniera perfetta. Ciò che calzava meglio ad entrambi. Così come gli calzava quel velo di durezza che si erano sempre parati davanti, per non ammettere quanto realmente fossero simili.
Si alzò di rimando, salutando a sua volta il garzone. L'aria di quella sera aveva l'odore della pioggia, ma il cemento era asciutto. Probabilmente era in arrivo, e la malinconia avrebbe potuto finalmente cominciare a suonare la sua melodia. Le serate piovose erano le sue preferite. Quanto risentimento era riuscito a lavare via con la pioggia. Quanti grattacapi si erano tramutati in gocce e infranti al suolo.
"Chi l'avrebbe mai detto che sarei tornato a Londra di mia spontanea volontà, sto proprio invecchiando." sussurrò, tirando indietro la testa per rivolgere lo sguardo al cielo. Era plumbeo, come plumbea era sempre stata la sua mente. Un grigiore che aveva sempre camuffato, del quale tentava di celarne l'esistenza. Ma quella sera, in quel momento, davanti all'uscita di quel locale, non vi erano nubi. C'erano solo lui, Romeo e le stelle. Non temette il maltempo della sua anima, poiché quel momento infranse la muraglia di nubi, come un raggio di sole. La realtà assunse altre sfumature. Chiuse gli occhi, tirando un respiro profondo, espirando via quel peso nel petto. Rivolse poi a lui lo sguardo, e gli sorrise. Era felice. Felice di aver stretto quel patto silenzioso di fiducia, con lui. Entrambi lo avrebbero rispettato con cura minuziosa. Con delicatezza e premura. Lo sapeva Thomas, e lo sapeva Romeo.
 
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