G.U.F.O. doppio, Candidati: D. Hide (C), T.J. Moran (T)

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view post Posted on 2/3/2021, 18:50
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Scorreva il tempo. Quanto ne fosse già stato consumato, e quanto ancora ne restasse era un mezzo mistero, sapevano anche sostanzialmente quale sarebbe stato il percorso. Terminata la prova sarebbero potuti uscire da quella Sala, a testa alta, e prepararsi a quanto sarebbe inevitabilmente seguito. Era il primo di una lunga serie di passi. La Storia era solo iniziata, non era conclusa, per molti versi si sarebbe potuto anche sostenere non fosse nemmeno ancora iniziata. Erano ancora all’introduzione di quello che sarebbe sfociato in prologo. Un Gufo era un passo importante, sotto molti aspetti decisivo, ma pur sempre un primo. Ma in ogni caso, quale che fosse il numero di passi, e quale che fosse quello in quel preciso percorso, erano ancora punto da capo. In più quella era comunque destinata a essere solo una prima, perigliosa, certo insidiosa, un pizzico complessa e noiosa, parte. Soddisfatto il primo pretendente, una seconda sfilza si stagliava all’orizzonte. Ben poca fantasia era richiesta per indovinare come si sarebbe evoluta quella vicenda. Una Storia già scritta, probabilmente in più d’un senso.
In un caso una ciambella di fumastro vorticoso e sinistro attirava l’attenzione della Tassorosso, dall’altro un serpente piumato faceva l’occhiolino, a suo modo, al Corvonero. In entrambi i casi un paio di spinosi problemi erano lì pronti per essere gestiti, in un modo o nell’altro. Vinte le recalcitranze iniziali, era tempo di agire, o meglio, capire cosa stesse accadendo, per poi poter agire a ragion veduta. Un dettaglio comunque non trascurabile. Avevano tutte le informazioni possibili a disposizione, avevano contribuito loro stessi a quella che i più disfattisti avrebbero definito maliziosamente ‘rovina’, e più trionfalisti ‘successo’. Si trovavano nella scomoda posizione che chiunque avrebbe provato nell’avventurarsi lungo la lama di un coltello, tagliente al punto giusto, con un precipizio da un lato, e il vuoto dall’altro. Non restava che proseguire con cautela, in avanti, senza guardarsi indietro.
La prima ad agire fu la Tassorosso. Risolta quella prima equazione di primo grado, in un sistema che tutto sommato risultava semplice nella sua linearità, il cosa fare apparve quasi istintivo. Una rivelazione, non mistica, ma se l’istinto era mai esistito, bene, una gomitata forte e chiara l’aveva ricevuta. Ne aveva appena beneficiato. La mezza ciambella parve incassare il colpo con stoica insofferenza. Non sarebbe stato un problema, se la sarebbe cavata, ne aveva viste di peggiori? Sarebbe stato l’epilogo di una breve ma intensa storia, iniziata non si sa dove, e non si sa quando? Era stata catturata in una brocca, quella brocca era divenuta sfera, e quella stessa acqua si era vaporizzata. Poi la sfera era venuta meno, il vapore si era espanso animato di vita propria. E ora? Passavano i secondi, incedevano le lancette. Nessuna reazione? Poi qualcosa, inaspettatamente, all’interno del disco, parve venir meno. Un elemento strutturale, quello che l’aveva sorretto sino a quel momento? L’ancoraggio alla realtà? Lentamente il fumo parve dissolversi, prima piano, poi accelerando, scomparendo infine, ricadendo idealmente all’infuori di quel cerchio ideale che si era andato creando tra i vorticosi aliti. Il tutto si risolse in acqua? I lastroni di pietra accolsero nel loro alveo quella che sembrava in tutto e per tutto semplice acqua. Un cerchio perfetto. Due yarde di diametro, al suo centro la giovane. Era tutto finito? Davvero? E l’acqua reagì, animata da un nuovo intento, parve laboriosamente mettersi all’opera, rigando la pietra, scavandola dall’interno, insinuandosi nelle profondità della terra. Di concerto, lungo la linea di demarcazione tra la piccola area in cui era non troppo idealmente iscritta la sventurata e il resto della Sala, parve in tutto e per tutto aprirsi una spaccatura. Prima leggera, una piccola crepa. Uno scricchiolio sinistro, seguito da una fuga che andava allargandosi, percorrendo l’intera circonferenza, con crescente velocità. Nel momento stesso in cui le due fenditure tornarono a compattarsi, avendo percorso l’intero cerchio, la pietra parve venir meno. Un leggero spiraglio, un paio di innocenti piccoli pollici di pietra, l’intera corona circolare, scomparve all’interno delle profondità della terra. Sarebbe finita nei sotterranei? Eppure, l’area del crollo andava rapidamente estendendosi. Pochi ulteriori istanti, e un nuovo anello venne meno, sbriciolandosi, ricadendo all’interno della cavità. Procedendo spedito, una nuova manciata di istanti, e già l’anello era andato allargandosi. Già dieci pollici di solida pietra erano andati. E le crepe andavano allargandosi, minando almeno in apparenza la precaria stabilità di quella posizione. Al centro esatto del cerchio regnava ancora la calma. Non sembrava stesse ancora succedendo molto, eppure la linea del fronte si avvicinava. Il buco nero, il vuoto che andava allargandosi rispetto al resto della Sala l’avrebbe accolta? Cosa sarebbe successo? Cosa avrebbe dovuto fare? Come l’avrebbe fatto?
Intanto agì anche il Corvonero. Il serpente piumato sembrava altrettanto sorpreso di trovarsi lì. Ma rassegnato in quello stordimento, prendendola con latina filosofia, si preparò a fare il necessario per sbarcare il lunario. Evidentemente avrebbe dovuto vedersela con quel bipede con cui ormai condivideva da diversi secondi lo sguardo. Se il semplice sguardo avesse potuto portare all’incenerimento o alla pietrificazione o l’uno o l’altro sarebbero caduti vittima. Ma non successe. Evidentemente sarebbero dovuti ricorrere ad altri, o ad altro. Acciambellato sulle sue spire, il serpente parve crescere di ulteriori due spanne, scivolando in avanti, pronto a fare la conoscenza della giovane preda. Ne aveva viste di peggiori in quella sua lunga onorata carriera. Avrebbe risolto prima dell’ora di cena, concedendosi anche un qualche manicaretto che quei duri tempi consentivano? Uno scatto a destra, uno in avanti. Le distanze andavano velocemente accorciandosi, presto un valzer non sarebbe risultato inopportuno, per soddisfazione di chi non era però ancora ben chiaro. Poi mentre il primo scivolava ulteriormente in avanti, lingua biforcuta al vento, il giovane agì. Il serpente trasalì, si fermò, si sarebbe anche fregato le mani se solo le avesse avute, e scomparve. Un semplice flauto ruzzolò sulle lastre di pietra, un suono sordo, per poi fermarsi tra i piedi del giovane. Che non lo raccolse, ancora sorpreso di quella che si sarebbe anche semplicemente potuta considerare sfortuna sfacciata. Sarebbe bastato poco, un movimento inaspettato. Ma non era successo. Era finita? Tutto risolto? Una nuova sottile leggera brezza, questa volta calda, avvolse le gambe del Corvonero, risalendo al busto, alle spalle, scompigliandogli poi i capelli. Pochi istanti, e tutto era già compiuto. E riprese. Il flusso d’aria non accennava a smettere, anzi, si intensificava. Avrebbe proseguito. Si sarebbe imposto. Il giovane perse di vista quanto stesse accadendo fuori da quel bozzolo che lo racchiudeva. Quanto era trascorso? Improvvisamente si ritrovò stordito, disorientato, stranito. Il sopra e il sotto sembrava si fossero scambiati. Era capovolto, a testa in giù. Difficile dire come fosse successo. Eppure era accaduto. Aveva poche certezze, ben poco senso di orientamento e cognizione di quanto stesse accadendo a più di due spanne dal suo corpo. Ma aveva ancora in mano il suo ligneo amico. Ed era un esame. Nulla di troppo brutto sarebbe potuto accadere, presumibilmente. Ma era consigliabile riuscisse anche a liberarsi. Fosse o non fosse Trasfiguazione non sembrava avere grande importanza. Doveva cavarsi dall’impiccio. Come?

Qualcuno evidentemente si stava divertendo.



La patata è vostra. Abbiamo molti Corsi da toccare. Cavatevi dall'impiccio come meglio potete.
Come vi ho scritto è un esame, siete consapevoli lo sia nonostante tutto, e questo penso possa comunque avere un certo peso nel vostro gioco.
 
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view post Posted on 7/3/2021, 11:30
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Thalia Jane Moran

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Ciò che vede a quel punto non è quanto si aspetta e, soprattutto, contravviene ad ogni logica. La forza avversa che domina la magia creata all’interno della Sala Grande in sede d’esame è qualcosa che Thalia non ha mai visto né sperimentato; che Peverell sia un mago abile e dalla lunga esperienza non è certo una novità, ma ben diverso è ciò che i suoi occhi osservano, il suo corpo esperisce e la sua mente fatica ad elaborare con lucidità. Qualunque sia la natura di quella Trasfigurazione, sfuggita al ferreo controllo dell’uno o dell’altra, è pericolosa, più di quanto possa immaginare. La nebbia, mutata in acqua, ha finito per mantenere la propria forma e forza; scava il terreno, lo frattura e ne causa il crollo. Non può fare a meno di percepire il palpito del cuore nelle orecchie, in gola e all’altezza dello stomaco. Comincia a pensare che il tremito della terra si stia confondendo col suo. E pur tuttavia pensa che, se la Sala Grande stesse davvero collassando sui sotterranei sottostanti, brulicanti di studenti in libertà dopo il termine delle lezioni, Peverell dovrebbe intervenire. Anche la magia più maldestra deve essere contenuta.
Quel verbo, contenere, è forse la risposta? O forse deve pensare più in grande, fuori dagli schemi che la paura di quel momento sta cominciando a rendere una necessità? Fermare la distruzione, anche a costo di fallire, è la risposta? Non si può, semplicemente e scontatamente, invertire la rotta. Deve forse unire e saldare insieme i pezzi di quel complesso gioco senza fine? E’ stanca dei giochi mentali, è satura delle illusioni. Il fatto che Peverell non intervenga, nemmeno ora che i canali scavati con forza dall’acqua stanno per raggiungerla, le lascia la spiacevole sensazione di essersi fatta prendere per il naso per tutto il tempo. Se è un’illusione ed è frutto di una trasfigurazione che trascende dal piano materiale, è tempo - ormai - di porvi fine. Di nuovo un azzardo, una scommessa senza possibilità di sicura certezza.
Appoggia il ginocchio sinistro al pavimento, che trema e riverbera la sua forza lungo il suo corpo teso, e si china fino a toccare con mano - la mancina - il pavimento. Vuole convincersi che sia un’illusione, che non sia, al contrario, la realtà. Poi, senza esitare un attimo di più, la bacchetta di salice sfiora il pavimento con la punta. Il pensiero fisso è guidato a ritroso nella sequenza di fasi appena vissute: acqua, nebbia, pezzi di vetro e sfera perfetta. Ogni immagine si ricostruisce nella sua mente, indicando alla magia il percorso da compiere, fino alla brocca d’acqua. Non le basterebbe sciorinare un movimento e una formula, dovrà essere precisa. E’ la prova più importante e deve dimostrare che quei cinque anni non siano stati vani. Allo stesso tempo, però, sente che non ci sia altra strada da percorrere, non con le competenze raggranellate dal giorno del suo Smistamento. «Inversum.» carica di determinazione quell'unica parola, concentrando ogni energia sull'esito - definitivo - della prova.
Trasfigurazione
 
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view post Posted on 7/3/2021, 14:32
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“ Esame G.U.F.O.” Derek Hide ▲ Corvonero ▲ 5° Anno ▲
  Come era presumibile il serpente che aveva davanti iniziò i suoi movimenti, pronto per attaccarlo. Prima di vedere trasfigurarsi in un flauto come aveva voluto ebbe modo di vederlo muoversi, con la lingua biforcuta pronta ad attaccarlo. Per sua fortuna non fu così. L’ormai troppo noto campanello d’allarme segnato dalla brezza era giunto al Corvonero senza troppi complimenti. Cosa avrebbe dovuto attendersi? Qual era il prossimo pericolo? Per qualche secondo non ebbe modo di vedere il pericolo ma ben presto quella che era una brezza si tramutò in vera e propria tormenta che lo avvolgeva, dall’eterno doveva essere anche una scena comica, avvolto il un bozzolo di vento. Le sue percezioni erano anche state intaccate. Il senso dell’orientamento stava per abbandonarlo, quanto alla sgradevole sensazione di essere a testa in giù non poteva dire se fosse reale o meno. Forse condizionato da ciò che stava accadendo. Se così fosse, sembrava essere sotto l’effetto di un incantesimo al lui ben noto. La domanda era come uscirne senza troppe conseguenze, strinse in mano la sua bacchetta per sincerarsi che fosse ancora lì, e per sua fortuna c’era. Adesso doveva pensare, il che non era molto semplice in quelle condizioni. Sembrava che l’esame avesse valicato i confini della materia oggetto di discussione, era difficile immaginare come la trasfigurazione potesse aiutarlo in quel frangente. Cosa avrebbe potuto aiutarlo? Magari poteva, per il tramite della trasfigurazione submolecolare, rendere quel vento solido o liquido, in entrambi i casi ci sarebbero state delle controindicazioni. Nel primo caso avrebbe reso solido il bozzolo senza risolvere il problema ma creandone uno nuovo e differente. Se lo avesse reso liquido questa sarebbe dovuta cadere a terra rendendolo libero dall’impiccio, ma anche questo sembrava assai improbabile considerato che il bozzolo avrebbe potuto essere composto da un liquido senza cavarlo dall’impiccio. Le elucubrazioni non mancavano, ed erano poco coerenti con il problema. Forse doveva semplicemente dimenticarsi delle catene date dall’assunzione che si trattasse solamente di un esame volto ad indagare le conoscenza della specifica materia. Forse avrebbe dovuto pensare più in generale a cosa poteva aiutarlo. Il che ebbe da conforto. C’era un incantesimo utile in quei momenti, quando si voleva che tutto cessasse, finisse. La bacchetta era fronte a lui, quanto all’incantesimo che desiderava cessasse era evidente. Nella sua mente c’era la calma, una calma che strideva con la tempesta di quanto stesse accadendo all’esterno. Ma era proprio la quiete che cercava, che bramava per porre fine a quel momento di disorientamento. Finite Incantatem Formula enunciata con forza e veemenza che lasciava trasparire ogni voglia di lasciarsi alle spalle quella prova, o così sperava.

 

 
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view post Posted on 1/5/2021, 17:34
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Una menata infinita.
Sarebbe potuta essere quella un'efficace formula riassuntiva di quell'amabile evento conviviale che andava alimentando un genuino e irresistibile interesse da parte di protagonisti, co-protagonisti e pubblico. Un'opera che aveva del già visto, già sentito, e che tra uno sbadiglio e un sorriso andava trascinandosi in quelli che sembravano giorni e giorni, ma che tutto sommato erano semplici manciate di minuti. Che la clessidra si fosse rotta? Che la sabbia si fosse improvvidamente ammutinata, che fosse stata colpita da un horror vacui insospettata in lungo e in largo?
Tutta la storia quanto era formale, e quanto invece sostanziale? Se si trattava di dimostrare le proprie abilità, quelle erano già state dimostrate altrove, e ben prima, se si trattava di formalizzare la cosa non era necessaria alcuna prova. O almeno così avrebbe sostenuta una voce maliziosa. Eppure erano ancora lì, alle prese con un ibrido di ferale e spavalda natura che reclamava la loro attenzione, con pervicace ottusità. Eppure una via di fuga era sempre stata a portata, un bicchier d'acqua li scrutava arcigno, in attesa di un semplice segno. E se lo fosse stato esso stesso?
Sotto molti aspetti, almeno guardando in direzione della Tassorosso, la situazione non era delle migliori. Un'aureola di distruzione l'assediava, confinata ormai al centro di una piccola circoscritta area libera, l'avanzata del caos sembrava promettere la peggiore delle fini possibili. La pietra si squagliava come la neve al sole, sbriciolandosi a velocità crescente, lasciandosi alle spalle un tenebroso vuoto. Una corsa che almeno in apparenza non sembrava conoscere freni, o argini. Dall'altro il Corvonero era diversamente impegnato, una corrente lo avviluppava come nel bozzolo di un baco da seta, lasciandogli ben poco margine di manovra, in cui destreggiarsi non sembrava poter fare la differenza. Tanto valesse aspettare che il momentaccio passasse? Cosa avrebbe cavato fuori dal suo cilindro? La situazione era molto simile in entrambi i casi, si trattava di reagire a due assedi di natura radicalmente diversa, ma almeno idealmente non troppo dissimili. Erano semplicemente le modalità a cambiare. Per quanto, sotto altri modi di leggere il problema, esisteva una significativa probabilità, a sua volta crescente proporzionalmente al grado di devastazione che portava in dote, che tutto quello fosse stato sin dal principio un'illusione. La serafica imperturbabilità di coloro che stavano dall'altro lato del tavolo, vai poi a capire fossero un pubblico o semplicemente un mosaico, sarebbe potuta essere la migliore delle garanzie. Non un capello fuori posto, non un sopracciglio inarcato, semplicemente un silenzio tombale.
Quello che seguì fu un degno epilogo. Un assordante silenzio.
La Tassorosso era tornata a trovarsi là dove era sempre stata, in una condizione tornata alla placida e solita realtà. Nessuna voragine, nessuna nebbiolina sinistra, nessuna sfera. Tutto passato, sfuggito di mano, e infine tramontato, senza bisogno di alzare un dito. Almeno fisicamente. Si era trattato solo di una semplice illusione, o qualcosa era realmente accaduto? Si era data gran pena per qualcosa che non c'era mai stato?
Nel caso del Corvonero non c'erano grandi o significative differenze. Era tornato a calcare la solida pietra, meno stordito e stralunato di quanto non avrebbe potuto prevedere, e stava in piedi poco lontano dalla collega di sventura. Nuovamente libero, tornato in possesso di tutte le sue facoltà, senza impedimenti di sorta. Era finita? Erano pronti per il passo successivo?
Un sorriso compiaciuto abbracciò quella nuova mutata normalizzata realtà.


Ottimo. Per quanto mi riguarda la prova è terminata, e superata.
Chi vuole proseguire dei miei colleghi?


Poche parole, in grado di rompere il silenzio che negli ultimi minuti era invece andato stratificandosi.
Sotto molti aspetti 'finalmente'. Si trattava ora di passare l'agognato testimone, gettandolo in pasto a un'orda fremente.
Chi sarebbe seguito? Per quanto ne avrebbero avuto ancora? Cosa aveva ancora in serbo per loro quello sciamannato fato?



Scusate il ritardo, diverse ormai solite, note e annose concause.
Per quanto mi concerne abbiamo finito: Trasfigurazione e Difesa. Storia non penso sia necessaria, avete avuto due O, che ho riletto in settimana, e una media soddisfacente in precedenza. La domanda che avevo possiamo tralasciarla.
 
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view post Posted on 2/5/2021, 11:49
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Sirius White aveva seguito gli sviluppi dell’esame con tutto l’interesse e la concentrazione che il caso e la sua volontà gli avevano consentito. Eran partiti con i piedi di piombo toccando materiali e argomenti particolarmente interessanti ma tra un sbadiglio ben celato, un improvviso rovinare sul fianco, tutto si era consumato secondo modalità già viste e paventate dai più. Sembravano trascorse ore benché si trattassero semplicemente di manciate di minuti. Avevano solo iniziato a toccare le discipline oggetto d’esame e già percepiva sul viso degli esaminandi una stanchezza che sembrava volerli accompagnare al punto di collasso.
E per Merlino….non avevano neanche toccato Storia della Magia!!!
Trattenne il fiato con Thalia e Derek quando la parte su Trasfigurazione e Difesa contro le Arti Oscure parve estinguersi e se non avesse cercato di trattenersi con ogni sua forza probabilmente avrebbe sospirato di sollievo nel comprendere che il collega aveva perso voglia e desiderio di sviscerare la materia che lui riteneva la più noiosa della Storia. Peverell era tristemente famoso in tutti i corridoi del castello e secondo quanto aveva potuto apprendere solo pochi coraggiosi si spingevano oltre i GUFO con la sua materia. Per lui era stato lo stesso.
Fogli e fogli di pergamena, saggi bravi su questo e quello, sull’analisi di una iscrizione o di un decreto magico, i ricordi che gli si affollavano nella mente si interruppero solo di fronte all’invito a prendere le redini di quei colloqui. Il docente di Pozioni aveva resistito ben oltre le sue capacità per non prendere la palla al balzo e iniziare ad esaminare la sua materia. Terminata la sua parte di lavoro avrebbe perfino potuto inventarsi chissà quale scusa per abbandonare la sala grande.
Santi Numi! Doveva fare qualcosa!
<< Se non è un problema…>>
 esordì spazzando il silenzio che brevemente seguì la domanda di Peverell << prenderei io la parola spostando l’attenzione dei candidati sulla mia materia >>
Avrebbe visto timore sui visi di Thalia e Derek? Non credeva. Le valutazioni scritte erano state più che soddisfacenti ed entrambi si erano mostrati validi e talentuosi studenti durante tutti e cinque gli anni precedenti. Non aveva dunque da temere da lui.
L’unica desiderio che in cuor suo il docente celava era quello di accompagnarli alla classe successiva nel modo più indolore possibile consolidando peraltro valutazioni già viste.
Sperava solo che il suo colloquio non fosse tanto lungo o peggio noioso come gli era apparso con le materie precedentemente esaminate.
<< Dunque…..dunque….>>
Lo sguardo si era posato ora su i due cercando di cogliere chissà quale emozione sul loro viso ma in realtà cercando di capire da quale parte iniziare la sua disamina. Era così stufo di vederli ripetere nozioni a memoria da desiderare far prendere al suo colloquio una prospettiva nuova ma carica di stimoli.
Si era concesso qualche frazione di secondo poi l’idea si era calata davanti agli occhi come un frutto succoso e squisito. Ma forse era semplicemente ora del suo spuntino ed iniziava a sentire i morsi della fame.
<< I vostri scritti sono stati eccezionali, il vostro curriculum parla da sé per cui non avrei alcuna ragione per dubitare delle vostre conoscenze in questa occasione ma si sa, i G.U.F.O. sono un traguardo importante e in quanto tale richiedono una disamina più che ordinaria…>>
Non un buon inizio avrebbe potuto dire qualcuno ma necessario. Si augurava solo di non averli spaventati seriamente. Quando pensava ai suo GUFO non poteva fare a meno di rammentarsi il timore e l’ansia con cui si erano accompagnati.
<< Desidero quindi che anche la vostra prospettiva e disamina si spostino su sentieri ancora non visti. Pozioni è una materia di nicchia, da molti addirittura considerata alla stregua delle altre discipline prive dell’uso di bacchetta. Son di parte certo ma sarei molto curioso di conoscere il vostro punto di vista. Non abbiate paura di esprimere la vostra opinione. Se c’è qualcosa che non vi piace di questa disciplina vorrei saperlo. E’ utile? E’ noiosa? A che serve se ci sono gli incantesimi ? Tutto ciò che viene in mente >>
Iniziava a far luce sulla propria richiesta ma non aveva ancora dipanato il bandolo di quella matassa.
<< Vorrei sceglieste una pozione di vostra conoscenza e pensaste ad un analogo incantesimo dagli effetti simili. Sono la stessa cosa? Sarebbe più utile la pozione o l’incantesimo? E perché? Che cosa spinge un mago a preparare una pozione quando può esistere una più rapida alternativa che è la propria bacchetta? >>
Risolse la domanda in un sorriso intrecciando le mani curioso. Voleva davvero capire come quella discussione sarebbe andata a finire.
 
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view post Posted on 2/5/2021, 13:29
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Thalia Jane Moran

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Quando finalmente la terra smette di tremare, Thalia rimane incerta nella propria posizione, aspettandosi quasi che tutto possa ricominciare da un momento all'altro. Guardandosi attorno, però, si rende conto che nulla è mutato nell'ambiente che li ha accolti quel mattino - dapprima per la colazione e poi per l'esame - e i banchi, il lungo tavolo dei docenti, oltre a tutto il resto sono rimasti intatti ed immobili così come sono stati lasciati solo pochi istanti prima. Vorrebbe dissimulare lo sconcerto che di certo le anima i lineamenti del volto, ma non ci riesce; se la provocazione fatta sulla magia come strumento di illusione ha avuto questo risultato - fingere addirittura che la Sala Grande possa sprofondare fino ai Sotterranei! - non solo ha compreso di aver giocato una partita contro un colosso vero e proprio, il Preside, ma di aver anche scommesso su qualcosa - una teoria del tutto personale - rischiosa sotto molteplici punti di vista. Fallire le avrebbe garantito un pessimo voto, l'infrangersi di un sogno e un futuro professionale brillante, oltre allo scherno generale. Eppure, le parole del Preside sono state quasi generose.

Si accomoda nuovamente alla postazione che le è stata assegnata e si concede un sospiro di sollievo nel sapere che, dopotutto, il giro di boa non è lontano. Ha avuto ragione nel credere che la prova di Trasfigurazione fosse intrecciata a qualcosa di diverso, meno teorico e più istintivo, e la determinazione non le ha permesso di perdersi d'animo nonostante le occasioni per farlo fossero state numerose. Non guarda Derek, certa che anche lui stia facendo i conti con quanto ha dovuto dimostrare in quella sede. Anche se si trovano invischiati insieme in quel guazzabuglio di magia, ognuno partecipa singolarmente all'evento. Non c'è tempo per il cameratismo, insomma, e le parole del Professor White pongono nuovamente in essere una sfida che Thalia non vuole perdere.
Sirius White è stato studente proprio in quella scuola ed ha appreso i rudimenti della materia - Pozioni - dalla stessa donna che ha introdotto lei a quel mondo. Scientifica al pari della Trasfigurazione, Pozioni è una materia che sente affine a se stessa: la pazienza, del resto, è una virtù utile se si desidera comprendere il segreto di una pozione o di un semplice ingrediente. Intrecciata saldamente ad altre discipline, Cura delle Creature Magiche ed Erbologia in primis, viaggia su frequenze diverse rispetto ad altre materie, pur ottenendo effetti simili a quelli posti in essere da un incanto ben eseguito. E se questo non fosse possibile? Se non esistesse una variante per ogni incanto o se questi non rispondessero completamente ad un'esigenza a cui, al contrario, una pozione potrebbe far fronte? La domanda è posta e il silenzio cala soltanto per il tempo necessario a formulare una risposta.

«L'arte delle pozioni è molto più accessibile rispetto all'apprendimento degli incanti.» esordisce «Non per questo è più semplice, ovviamente. Solitamente per ogni effetto ricercato esistono elementi equivalenti in entrambe le discipline, ma non è detto che la forza degli interventi, incanto o pozione, siano i medesimi. Esistono persino casi in cui non esiste una corrispondenza tra pozioni e incanti. Pensiamo all'Antilupo, solo per fare un esempio.»
Si sistema meglio sulla sedia, intrecciando le dita sul piano in legno e rimuginando svelta i passaggi del proprio ragionamento. Ci ha pensato così tanto, in passato, un po' per gioco e un po' per curiosità, da essersi fatta un'idea precisa sull'argomento.
«Gli incantesimi e la loro pratica si muovono secondo uno schema di crescita proporzionale: più sono abile e maggiori possibilità ho di eseguire un incantesimo che sia non solo efficace, ma che prolunghi i suoi effetti nel tempo. Tuttavia, la magia si esprime attraverso la bacchetta, che estende il nostro potenziale, ma non lo controlla pienamente. Anzi. L'esperienza del mago è la grande variabile nell'esecuzione di un incanto, un po' come è stato detto in precedenza per la Trasfigurazione.»
Non divaga a quanto accaduto poco prima, alla trasfigurazione incontrollata e all'illusione del crollo: il Professor White ha tutta la sua attenzione. «Inoltre, Pozioni può essere praticata da chiunque, anche da un Magonò. Si tratta di conoscenza, approfondimento e esercizio. Desiderio di apprendere e sperimentare. Un Magonò ha la stessa capacità di un mago dotato di bacchetta, in fondo, e questo rende la materia un terreno sicuro per chiunque desideri praticarla. In compenso, si connota di una conoscenza di fondo che deve essere molto più estesa: Erbologia, ad esempio, deve essere una materia affine allo studio delle pozioni; lo stesso può dirsi dello studio delle Creature Magiche. Se non conoscessi l'uso della Starnutaria o della Belladonna non potrei creare dei veleni - o degli antidoti - efficaci. Se non avessi seguito una lezione sui Purvincoli non avrei idea del modo migliore per ottenerne l'Essenza.»
Si aspetta un'interruzione, una specifica da parte del docente o un intervento di Derek. Si prende il tempo per decidere quale pozione portare ad esempio e nel farlo riesamina mentalmente ogni compito consegnato in quei cinque anni. Le piacerebbe parlare del Distillato della Morte Vivente, della Pozione Antilupo o, perfino, dell'Intruglio Confondente. Le possibilità sono così tante da non poter essere affrontate tutte, deve sceglierne per forza una soltanto. O forse no.
«Gli incantesimi richiedono prossimità rispetto alla vittima designata. Non posso pensare di confondere qualcuno senza aver ridotto la distanza tra il mio obiettivo e la mia bacchetta. Non posso essere certa di ottenere risultati efficaci se non uso rapidità per colmare uno spazio, dopo aver immobilizzato l'avversario. E' un metodo più immediato, certo, ma richiede anche una propensione alla strategia e alla prontezza di riflessi... e non sono caratteristiche note a chiunque.»
Ha scelto la materia che più si accosta a lei, che ha praticamente imparato ad usare da quando ha cominciato a comprendere i segreti della mente e il modo corretto per difendersi dalle intrusioni. E' un terreno dove si muove con agilità, che - nonostante le prime reticenze morali - ha cominciato a vedere diversamente da qualche tempo a questa parte.
«Inoltre, l'incantesimo Confundus crea buchi nella memoria, può confondere ma per un tempo estremamente ridotto o più ampio, a seconda della capacità di chi lo esegue. Un Intruglio Confondente o, meglio ancora, un Distillato Sviante possono fare molto, molto di più. Il primo ottunde la mente e la rallenta, dopo essersi espanso nell'aria grazie al contatto con l'ossigeno presente che è essenziale per ottenere il risultato sperato. Il secondo è pericoloso, ma se coadiuvato dagli stimoli giusti può indurre a compiere gesti inimmaginabili. Si passa dalle manifestazioni d'ira all'annichilimento della persona che l'ha assunta. Tutto sta, come detto, nella conoscenza degli ingredienti. Il fatto che venga inalata o ingerita, del resto, permette di ottenere risultati ottimali in un momento estremamente preciso. Anche questa è strategia, in fondo, ma di certo meno pericolosa.»
Pozioni & Incantesimi
 
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view post Posted on 6/6/2021, 11:02
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“ Esame G.U.F.O.” Derek Hide ▲ Corvonero ▲ 5° Anno ▲
  L’esame di Trasfigurazione volgeva al termine, sapeva che il Preside era un professore eccentrico ed infatti quella parte dell’esame non era stata immune. Era tempo di passare oltre, e forse non poteva essere più d’accordo. Adesso veniva la volta di pozioni, e guardando il Professor White non poteva che venirgli in mente l’avventura del quarto piano durante l’attacco dei mangiamorte, il periodo era quello, quello degli esami. Non si fece distrarre troppo dal pensiero rimanendo quanto più concentrati possibile sull’esame. Non si aspettava la domanda posta dal docente, forse perché non aveva mai considerato una materia migliore di altre, o più meritevole di essere studiata. Di certo non l’aveva mai fatto in relazione all’uso della bacchetta. Ogni materia portava con se storia e conoscenza e tanto bastava per essere degna della sua attenzione. Nel considerare pozioni la sua disanima avrebbe avuto inizio solo dopo che Thalia ebbe finito il suo intervento.
Non credo che si possa basare il proprio giudizio su una materia sul fatto che non si usi la bacchetta e quindi poco utile alla vita di un futuro mago. Pozioni non fa eccezione, anzi la sua duttilità e diversità negli effetti rispetto agli incantesimi la rende importante al pari delle altre.
Si fermò un’attimo, la sua risposta poteva sembrare di circostanza, eppure c’erano delle motivazioni che lo spingevano a dire quelle parole e non semplice voglia di fare bella figura, non era nel suo stile.
D’altra parte, non volendo considerare la conoscenza della materia, la meticolosità, l’attenzione ed anche la pratica che servono per diventare eccellenti in pozioni sono qualità che un mago dovrebbe imparare ad usare anche in altre discipline ed situazioni della vita reale. Ritengo per cui che gli insegnamenti di tale materia vadano oltre l’area di competenza se lo si vuole.
Riprese fiato, dare voce ai suoi pensieri era quanto di più soddisfacente avesse fatto in quei cinque anni, era grato a quegli esami e agli attori che avevano reso possibile questo tipo d’esame che dava spazio al loro essere, forse perché non poteva esternare completamente se stesso era contento di condividere qualcosa con altri, qualcosa di se come i suoi pensieri e ragionamenti. Pensò all’esempio da usare per fare un confronto tra l’incantesimo e pozione. Per quanto non ritenesse il confronto utile. Le dinamiche erano troppo diverse, ma avrebbe comunque provato a fare ciò che gli era richiesto.
Sono tanti gli esempi da poter portare, ma prima vorrei dire che gli effetti non sarebbero mai perfettamente uguali. Il fatto che la bacchetta sia il mezzo più veloce per raggiungere lo scopo non lo rende il migliore, le situazioni possono essere molteplici e non risolvibili a suon d’incantesimi, si veda ad esempio la pozione Addormenta Draghi il cui effetto non è replicabile da nessun incanto. Detto ciò è ovvio che il discrimine sta nell’effetto che si vuole raggiungere e come lo si vuole raggiungere. Si passa dalle pozioni che fanno spuntare i brufoli come l’incanto corrispondente a pozioni che modificano la dimensione di uno oggetto come gli incantesimi Engorgio e Reducio.
Si fermò nuovamente per riprendere fiato, una rapida occhiata al docente per poi continuare la sua disanima, con la pozione effettivamente scelta.
Ma ripeto ciò che fa realmente la differenza è la strategia che si vuole usare, come è già stato detto
Si girò lievemente verso la Tassorosso per poi ritornare sul docente.
È la prossimità ad essere importante per gli incantesimi, attributo non necessario con alcune pozioni, ma ponendo il caso che si voglia agire sulla memoria di qualcuno abbiamo due opportunità, o utilizzare l’incantesimo Oblivion, o usare la pozione Dimenticante. Sappiamo che gli effetti sono i medesimi, la differenza sostanziale è che la pozione agisce sulla memoria a breve termine e molto spesso in maniera temporanea, mentre l’incantesimo ha effetti permanenti, per cui la pozione può essere utile in molte altre occasioni. Ovviamente in caso di sovradosaggio anche la pozione può avere effetti permanenti nel caso servisse.
Si fermò di nuovo per poi continuare. Come dicevo prima non serve spesso la prossimità anche se a volte è inevitabile, si pensi all’uso della pozione del fumo, anche se forse non necessità della prossimità del nemico e spesso usata in prossimità del pericolo, come il Fumos.

 



Chiedo scusa per il ritardo e per eventuali errori di battitura o altro, non ho avuto il tempo di rileggere ma volevo comunque postare. Spero di fare meglio e prima al prossimo turno.
 
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view post Posted on 20/6/2021, 22:03
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Sirius li aveva ascoltati attentamente. Quella prima domanda più che un quesito doveva esser parso come un modo per mettere gli esaminandi a loro agio ma ciascuno aveva risposto con dovizia di particolari argomentando di tutto punto le proprie osservazioni. Il docente ne era rimasto piacevolmente sorpreso. Non aveva certo bisogno di conferme, dopotutto il loro percorso scolastico era stato più che soddisfacente ma gli esami GUFO richiedevano una certo rigore che non poteva dimenticare di osservare.
<< Molto bene. Abbiamo iniziato a scaldarci vedo. Direi che possiamo allora entrare nel vivo di quest’esame. Oserei dire che a candidati straordinari spettino quesiti altrettanti straordinari no? >>
Forse si trattava di esagerazione ma i suoi esami si erano sempre svolti in maniera destramente dissimile da quella dei suoi colleghi. Quell’occasione non avrebbe fatto sicuramente la differenza.
<< Sicuramente ricorderete le leggi e i principi che regolala la preparazione dei veleni ma sopratutto l’arte che contraddistingue la preparazione dei relativi antidoti. >>
continuò guardando i giovani negli occhi e sorridendo se e quando li avesse visti annuire a quelle sue parole. Ricordava perfettamente cosa gli provava quando si era studenti. La prima regola: annuire sempre.
<< Bene…io adoro gli antidoti e le pozioni antagonisti ed è ormai una costanza richiedere ai miei studenti di prepararmene qualcuna. Trovo che sia la migliore dimostrazione di padronanza e conoscenza delle leggi che regolano l’arte del preparar pozioni. Dunque….dunque…>>
disse posando prima lo sguardo sulla fanciulla poi sul corvette.
<< Vi son note le ricette e le modalità per preparare alcune pozioni, ad esempi quella restringente e dimenticante, un po' meno quelle per la preparazione delle relative pozioni in grado di contrastarne gli effetti. >>
Stava per gettare ai ragazzi una bellissima bomba ma era curioso di vedere dove sarebbero andati a parare. Avevano a disposizione tutti gli ingredienti dell’aula di pozione, lo strumentario e tutto il necessario per preparazione un infuso. Conoscevano le basi della disciplina. Dovevano solo dimostrare di saperle metterle in pratica e ragionarcici su.
Una bella gatta da pelare insomma. Ma pozioni era così o almeno lui così amava vederla. I GUFO non erano un semplice esame teorico. I due studenti dovevano dimostrare tutt’altro.
<< In quell’armadietto a muro >>
disse indicandolo con la mano armato di bacchetta
<< troverete tutti gli ingredienti di cui potreste aver bisogno, lo strumentario e via discorrendo. A lei, signorina Moran, chiederei di preparare l’antidoto specifico della pozione restringente. A lei invece, signor Hide, chiedo di preparare la pozione antagonista di quella dimenticante. Tutto chiaro? >>
Avrebbero strabuzzato forse gli occhi ma la bomba era stata ormai lanciata. Poteva intervenire in qualsiasi momento ma era fiducioso delle capacità dei suoi esaminandi. In un caso o nell’altro si parlava di ragionare in maniera contraria rispetto a due pozioni che ormai erano la base del suo corso di pozioni.
<< Ah dimenticavo. Potete usare anche la bacchetta e gli incantesimi base se ne dovreste aver bisogno. Non mi dispiacerebbe e immagino neanche alle docenti di incantesimi vedervi esercitare un po' di arte magica spicciola. Quando vi sentite pronti, potete iniziare. >>
 
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view post Posted on 10/7/2021, 09:37
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Thalia Jane Moran

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Le labbra si curvano ad espressione del compiacimento che sente di voler dimostrare, almeno per una volta; certo, le ore trascorse sui libri o tra i vapori dell'aula di Pozioni hanno i loro meriti, ma la responsabilità della loro preparazione ricade anche - e soprattutto - sul Professor White e la Pompadour. Al piacere di risultare brillante, quindi, si aggiunge un tacito ringraziamento che però si dissolve velocemente, come vapore in una stanza arieggiata. White non desidera perdere tempo e mostrando loro quanto è a disposizione per la parte pratica, le assegna il compito - a suo dire - più complesso. La Pozione Restringente non ha un antidoto.
Questa è la prima constatazione e il pensiero la trafigge senza scoraggiarla; tuttavia non può fare a meno di pensare che tentare di ricreare la sua antagonista, forse, sarebbe stato più comodo e veloce.
Se fosse davvero un veleno, potrei usare un Bezoar. ci riflette mentre s'incammina verso l'armadietto indicato dal docente; a braccia conserte, osservando la vetrina e le opzioni a disposizione, ripassa mentalmente gli ingredienti della Restringente e quanti di questi davvero la rendano una pozione particolare. «Radici di margherita, bruchi selvatici di brughiera, milza di gatto o ratto e sanguisughe.» li elenca a mezza voce e mano a mano che il progetto si dispiega, ecco che la mano destra afferra dapprima un vasetto, contenente foglie sminuzzate ed essiccate, poi una fialetta di sangue di salamandra, una di Solvente e un'altra ancora, contenente lo Stabilizzante Verdemuschio. Non sembra aver finito con l'incetta di ingredienti e, con lo sguardo attento, cerca l'ultimo essenziale ingrediente. Quando lo trova, proprio dietro una scatolina scura, esulta mentalmente.
«La Pozione Restringente non è un veleno vero e proprio, a meno che non ne venga assunta una quantità eccessiva o gli ingredienti non siano di prima qualità... ragion per cui mi servirà un calderone standard in peltro, invece del classico calderone in oro o argento.» afferma tra sé e sé, certa però che il Professor White sia tutt'orecchi. Tra i paioli a disposizione ne prende uno che corrisponda alle sue necessità e vi raccoglie all'interno gli ingredienti selezionati poco prima; poi, si munisce di colino e pezza di lino - necessaria per filtrare la soluzione finale - e un coltellino affilato. Non dimentica di munirsi di un mestolo e di una traballante bilancina, poi fa finalmente ritorno al bancone. Si muove alla cieca, su un terreno talmente sconfinato che il rischio è elevato più di quanto si possa immaginare.

Disposti ordinatamente gli ingredienti e la strumentazione, comincia versando nel calderone il Solvente per l'intero contenuto della boccetta (circa 200 ml) e posiziona il paiolo sul sostegno metallico che permetterà la cottura; non accende ancora la fiamma, ma si concentra sulla preparazione dei singoli ingredienti.
«La Pozione Restringente può essere usata su esseri umani o animali, ma per farlo è necessario utilizzare ingredienti diversi, quali la milza di gatto o la milza di ratto.» comincia a spiegare, tagliuzzando a cubetti quello che a tutti gli effetti appare come un pezzettino di fegato «La Pozione Dilatante, usa gli escrementi di Mangusta Occhialuta per opporsi all'effetto della Restringente, mentre per l'antidoto userò la milza dello stesso animale, seppur più rara. Gli enzimi rilasciati dovrebbero contrastare quelli presenti nella restringente in modo equo, sia che si tratti di milza di gatto o che sia quella di ratto. In alternativa, la milza di pipistrello potrebbe essere ugualmente utile. Il peso...» e qui si serve della bilancina per affermare con certezza i propri calcoli «...dovrebbe aggirarsi sui trentacinque grammi.»
Così dicendo, accompagna con delicatezza i pezzetti nel paiolo e solo allora estrae la bacchetta per riscaldare il preparato. Le serve una fonte di calore costante ma non eccessiva, qualcosa che mantenga immutata la temperatura interna.
«Ardesco»
Controlla che la fiamma non sia troppo alta e si assicura che l'afflusso di calore resti costante per il tempo necessario, più o meno lo stesso occorrente per la preparazione di uno stufato.

«Il Solvente dovrebbe riuscire a cuocere, meglio di quanto farebbe l'alcool, la milza di Mangusta Occhialuta e al contempo dovrebbe riuscire ad estrarne gli enzimi senza mutarne le proprietà. Ho scelto il Solvente per le sue proprietà e perché, come un Bezoar, è la base per un antidoto generico contro i veleni più semplici.» sospira, spostando una ciocca di capelli dalla fronte, e mentre si dedica ad estrarre lo Stramonio essiccato dal suo vasetto, prosegue: «La milza dovrà cuocere per circa quaranta minuti, finché i pezzettini non saranno privati totalmente delle loro proprietà benefiche. Dopodiché sarà il turno dello Stramonio essiccato, ne dovrebbero bastare circa venticinque grammi, e del Sangue di Salamandra.»
Le foglioline triturate ed essiccate le ricordano l'origano, ma il profumo non è affatto il medesimo; tanto basta perché lo sguardo si sposti in continuazione dagli ingredienti rimasti al calderone. Non può permettersi errori e mentalmente ripete le Leggi di Golpalott a rassicurazione personale. La milza è stata sostituita con un equivalente di categoria superiore, la margherita sarà ben presto rimpiazzata dallo Stramonio. Tutto procede quietamente e secondo i piani: per il momento nessuna esplosione o effetto indesiderato. Per ora.
Prende dunque il mestolo e comincia, dapprima manualmente, a rimestare il Solvente e la milza di Mangusta. Poi, soddisfatta, sostituisce la propria forza con la magia. Movimenti concentrici precisi e lenti, quasi ad accarezzare il contenuto del calderone. Riflette anche sul numero esatto di rotazioni, circa una ventina, affinché nella cottura la milza non attecchisca al fondo del calderone.
«Manina.»

La preparazione delle pozioni è fatta di precisione, ma anche di pazienza. Quei quaranta minuti sembrano non finire mai, ma quando l'orologio al polso segna lo scoccare dell'ultimo minuto, Thalia si appresta ad afferrare il mestolo, raccogliendo i pezzetti di milza, rimpiccioliti e stopposi, e pronti per essere recuperati.
«Aggiungo il Sangue di Salamandra» stappa la boccetta e versa il liquido scuro dosandolo per tutta l'ampiezza del calderone. Simile all'olio per consistenza, il sangue dapprima si raggruma in macchie rosso vivo, ma mescolando il tutto diventa omogeneo in breve tempo. Il Solvente si tinge allora di una tonalità rosata via via più intensa. E' un buon segno, pensa.
«La Pozione sta assumendo questo colore grazie al contatto tra gli enzimi e il sangue di salamandra, che dovrebbe contrastare l'effetto delle sanguisughe, presenti nella Pozione Restringente. Di norma le sanguisughe aiutano a ripulire il sangue dalle scorie, ma nella pozione in cui vengono utilizzate e in combinazione agli altri ingredienti, fanno sì che il corpo venga privato di un'ingente quantità di proteine e sostanze utili alla crescita corporea. Il sangue di salamandra, al contrario, dovrebbe integrare queste componenti e riportarle allo stadio originale. Tra le altre cose, purifica dagli effetti della milza di gatto, nel caso sia quella utilizzata nella Restringente.»
Senza attendere oltre, aggiunge lo Stramonio essiccato, sfregando bene le mani sopra al paiolo per non sprecare proprio nulla. «Lo Stramonio, invece, è un potente ricostituente. Viene utilizzato perlopiù nella Ricostituente alla Mandragola, contro gli stati di pietrificazione, ma nel nostro caso aiuterà il sangue di salamandra e gli enzimi a ristabilire l'equilibrio dei diversi apparati, vittime della Restringente. L'apparato scheletrico, in particolare, sarà quello che assorbirà i maggiori benefici, seguito subito dopo da quello muscolare e nervoso, assicurando, grazie all'atropina in dose leggera, una ricrescita indolore. Volendo, potrebbe essere sostituito dalle foglie di Alfa-Alfa, usate nella Ossofast, ma le dosi dovrebbero essere calibrate molto attentamente per non ottenere un effetto più esteso del necessario.»
Dopo l'aggiunta dello Stramonio, la pozione dovrebbe mantenere la colorazione rosata per qualche minuto, finché le foglie essiccate e sminuzzate non si disciolgano del tutto. Solo allora il colore dovrebbe passare gradualmente, nel giro di venti minuti, ad un giallo paglierino, simile alla limonata.
A quel punto si limita ad osservare il proprio operato, monitorandolo attentamente. Tutt'intorno, nel frattempo, ha iniziato a levarsi un odore metallico, quello del sangue di salamandra, e al contempo dolciastro. Tuttavia, benché sia convinta della combinazione vincente, non saprebbe dire se sia merito dello Stramonio.

Trascorsi i venti minuti, via via più stanca e accaldata, prende la boccetta di Stabilizzante Verdemuschio e ne versa cinque gocce (l'equivalente di circa 10 ml).
Trattiene il respiro senza rendersene conto, mentre con la mano libera mescola lentamente in senso antiorario la soluzione ottenuta. Mano a mano che gli ingredienti si amalgamano, il colore muta nuovamente, passando dal giallo paglierino ad una tonalità verde piuttosto accesa. Le ricorda, per assurdo che sia in quel momento, un paiolo di acqua e menta.
E' un esperimento importante, il primo vero salto nel vuoto nella sua vita da strega e pozionista; se sbagliasse non sarebbe così tragico, riflette, ma sarebbe comunque una sconfitta rilevante.
«Finite.» mormora e la fiamma sotto al calderone si esaurisce. Dopo una decina di minuti comincia a preparare il colino e la pezza di lino per versare il tutto all''interno di una fialetta di cristallo, lunga e stretta.
«Lo Stabilizzante conferisce un pieno equilibrio tra gli ingredienti, in modo che nessuna componente prevarichi l'altra e ne aggravi gli effetti. E' necessario, infatti, che il sangue di salamandra compia il suo effetto purificante e addensante per sostituire e ricalibrare quanto creato dalla mistura di sanguisughe e bruco della brughiera. Avendo un'azione doppia, lo stabilizzante non deve essere utilizzato in quantità elevate. Cinque gocce dovrebbero essere più che sufficienti per ottenere gli effetti desiderati.»
Riassume gli ultimi passaggi versando il liquido nel colino: la trama di lino trattiene le impurità dello Stramonio, simile ad una poltiglia verdognola, e il tessuto si tinge di verde assorbendone il colore in buona parte.
Il risultato è un liquido simile ad acqua per consistenza, di colore verde sbiadito. E' con l'agitazione che precede il salto nel vuoto che, dopo un'ora e quindici minuti circa, Thalia presenta la propria fialetta al Professor White.

Non esiste un manuale che prepari ad una simile eventualità: perspicacia, curiosità e nozioni sono tutto ciò che ha da offrire.
Questo, ovviamente, e il presunto Antidoto alla Pozione Restringente.
Pozioni & Incantesimi
 
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view post Posted on 1/8/2021, 11:10
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Da quando era diventato docente, per Sirius White prendere parte agli esami era divenuta una familiare e felice routine. Non si trattava semplicemente della fortuna di essere dall’altro lato, tra coloro che le domande le ponevano e non le subivano ma anche sopratutto del privilegio di poter constatare come e quanto il percorso di studi, i suoi insegnamenti e l’esperienza avessero impattato sull’esaminando. I G.U.F.O. peraltro si presentavano come la scusa migliore per potere mettere alla prova i candidati e scorgere un primo indizio su dove quella formazione li avrebbe portati. Dopotutto era per questo che loro studiavano: trovare il miglior posto possibile nel mondo magico.
Thalia dal canto suo e con estrema soddisfazione del docente si era mostrata fin dal principio come la valida studentessa di cui aveva già dato prova negli anni passati. La sua domanda non era stata affatto facile ma giovane studentessa se l’era cavata egregiamente. Non tradiva le aspettative e di questo era contento.
Avrebbe apprezzato la scelta del calderone, allontanando la propria dai classici e ormai sopravvalutati calderoni in oro e argento giacchè miglior metallo non voleva sempre dire migliore risultato. Inoltre la scelta doveva saper tener conto del materiale utilizzato e del risultato che si voleva raggiungere.
<< Ottimo >>
si azzardò a dire mentre la studentessa svolgeva egregiamente il compito che le era stato impartito. Si era mossa per prima e Sirius l’aveva seguita per qualche tempo dimentico di Derek che come comprensibile doveva essersi preso qualche attimo in più per pensare. Protagonista di tutte le scene aveva decisamente catturato l’attenzione della commissione tutta compresa la sua.
<< La scelta degli ingredienti è ragionata e ponderata in ogni parte come le possibili interazioni tra gli stessi. Bene, molto bene>>
aggiunse per poi continuare.
<< La scopro molto avvezza e capace anche con i comuni incantesimi casalinghi e di questo me ne compiaccio. Saper combinare la conoscenza pozionistica con quella degli incantesimi è apprezzabile e da incoraggiare. A tal proposito….>>
e nel dirlo si sarebbe sporto di lato cercando raggiungere l’orecchio della collega che si occupava di incantesimi. Aveva avuto una idea singolare ma ovviamente desiderava aver il sostegno della responsabile della disciplina.
<< Io non avrei altre domande e per quanto riguarda pozioni mi ritrovo decisamente e bel oltre soddisfatto ma avrei una curiosità che mi piacerebbe soddisfare. Ha mai sentito parlare di magia creativa o di fusione signorina Moran? Non vi si da gran modo di metterla in pratica qui ad Hogwarts ma mi piacerebbe testare le sue capacità. La magia è versatile ma resta ristretta al suo piccolo campo di applicazione se non si trova il modo di ampliarlo. La creazione di nuovi incantesimi e la fusione tra quelli già esistenti consente di raggiungere quasi tutti gli scopi e le finalità che un mago si impone. >>
Amava quel particolare argomento. Non sapeva se Thalia avesse colto il punto ma glielo avrebbe mostrato.
<< Lei conosce sicuramente il lumos e i suoi effetti, immagino che anche il lucis ambitus faccia già parte del suo bagaglio >>
Avrebbe atteso di capire si trattasse effettivamente così ma se così non fosse stato avrebbe comunque continuato a spiegarsi.
<< Il Lumos è in grado di evocare una fonte luminosa, il lucis ambitus evoca una spirala magica di luci psichedeliche che avvolge il mago e lo stordisce ma cosa succede se li combino insieme? Proverò a dimostraglielo. >>
Con un movimento fluido avrebbe recuperato la bacchetta dall’abito e l’avrebbe posta dinanzi a sé facendo in modo che la punta della bacchetta si trovasse sul palmo della mano controlaterale. Subito dopo avrebbe enunciato la formula del suo incantesimo.
<< Lumos >>
poi descrivendo una circonferenza in senso orario
<< Ambitus >>
Una sfera luminosa sarebbe apparsa roteando sul palmo della sua mano e riflettendo riverberi di luci sulle pareti della stanza per qualche attimo prima di sparire.

<< Sorprendente no? Ma non è il mio esame questo quindi vorrei che lei pensasse a qualcos’altro di innovativo, a un incantesimo che potrebbe esserle utile in un occasione particolare e che lo lanci qui, dinanzi a noi usando una base di incantesimi che le sono noti. Ci sorprenda mi raccomando >>

 
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view post Posted on 4/8/2021, 17:58
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“ Esame G.U.F.O.” Derek Hide ▲ Corvonero ▲ 5° Anno ▲
  Derek era abbastanza soddisfatto di come stava andando l’esame, la voglia che aveva di dare il suo contributo alla domande con risposte che non fossero troppo scontate e che rispecchiassero la sua linea di pensiero era davvero alta. Guardava il docente mentre comunicava la prossima sfida che avrebbero dovuto accettare, e preparare una pozione antagonista della quale non conosceva gli ingredienti partendo solo dagli ingredienti della pozione di cui avrebbero dovuto annullare gli effetti, era una sfida che non poteva non accettare con sommo gaudio. Per cui dopo che il professore ebbe finito si diresse all’armadietto contenente gli ingredienti. Guardò con attenzione tutte le etichette, sapeva bene che l’ingrediente che avrebbe dovuto contrastare maggiormente era la Dionaea Miscupula, che aveva effetti retroattivi sulla memoria. Adesso era la sua a non giocargli un tiro mancino. Ricordava di aver letto che uno degli ingredienti per la pozione mnemonica, antagonista della dimenticante, fossero le piume di Jobberknol. Prima però di fare rifornimento di ingredienti, prese il calderone in peltro, un mestolo, la bilancia ed un coltello. Infine tornò al tavolo per posare queste prime cose. Il tutto era una scusa per pensare a quali ingredienti usare oltre le piume. Ebbene, aveva letto nel libro di erbologia che il rosmarino, anche il Gimko, pianta officinale giapponese, sarebbe stata sicuramente utile allo scopo, aumentava il flusso sanguigno al cervello.
Aveva già tre ingredienti molto importanti. Quel che serviva, era alcool già distillato per 200cl, il resto sarebbe stata acqua fino a raggiungere il litro. E la liquirizia, stesso legante della pozione dimenticante. Infine, del veleno di velenottero, data la sua predilezione per i cervelli, il veleno era intriso di sostanze che lo stimolavano, ed anche delle squame di ippocampo per il fosforo.
Prese tutti gli ingredienti, Iniziò a preparare la sua pozione. Punto la bacchetta dentro il calderone disse.
Aguamènti. Il calderone si riempì d’acqua per circa 800 cl. Poi prese la liquirizia e il rosmarino e li mise a bagno nell’alcool.Il rosmarino è la pianta officinale per eccellenza, usata in molti rimedi antichi, la liquirizia serve come legante, ed in più fa in modo che tutte le proprietà del rosmarino vengano rilasciate. La liquirizia avrebbe fatto in modo che tutte le proprietà del rosmarino fossero state cedute nella soluzione. Ardesco. Disse puntando la bacchetta sotto il calderone per accendere un fuoco che ne riscaldasse il contenuto. Tagliò due piume di Jobberknol facendone parti tutte uguali, e prima che bollisse le mise nel calderone e mescolò per 6 volte in senso antiorario, il colore della soluzione era grigio, i fumi della pozione iniziavano a salire donando un retrogusto amaro. Una curiosità su questa creatura magica è che prima di morire emette tutti i suoni che ha sentito nella vita, immagino sia per questo che venga usato nelle pozioni mnemoniche. Lascio in ebollizione le piume per 4 minuti. Dopo abbassò il fuoco e mentre la soluzione bolliva flebilmente inserì le squame di ippocampo. Le squame di ippocampo servono per i fosforo, utile alla mente e alla memoria. Mescolo per 12 volte in senso orario e mise il Gimko. Aumenta il flusso sanguigno al cervello. La pozione adesso era di un arancione acceso. Questa volta aspetto 12 minuti a fuoco lento prima di mettere 6 gocce di veleno di velenottero. Si dice che questa creatura abbia una gran fame di cervelli, se ne ha mangiati abbastanza il suo veleno è intriso di grandi proprietà mnemoniche e celebrali. Poi portò nuovamente ad ebollizione. Circa 2 minuti, infine, a fuoco basso unì il rosmarino e la liquirizia precedentemente preparati con l’alcool. Versando il contenuto il colore della pozione cambiava colore divenendo sempre più color ghiaccio. Puntò la bacchetta contro il fuoco e disse con calma. Finite. Il fuoco cesso di ardere. Prese il mestolo e mescolò finché la pozione non divenne color verde acqua.
Poi guardò il docente, mentre prendere una fiala e rivelava la sua pozione mnemonica. Porto la fiala al Professor White. Nel tragitto però disse con calma.

Dipende da quanta pozione dimenticante si è bevuti. Potrebbero bastare, nel caso di poche gocce, un buon riposo ed una barretta di cioccolato fondente. Stimolante per il cervello.
Poi tornò al posto, molto soddisfatto. Nella speranza che anche il docente lo fosse.
 

 
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view post Posted on 5/9/2021, 08:42
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La prova del signor Hide si rivelò soddisfacente tanto quella della sua controporta. Sirius era decisamente soddisfatto per come stavano andando le cose. Annuì durante la preparazione della pozione e convalidò approvando la scelta singolare ma oculata e ben ponderata degli ingredienti. Entrambi gli esaminandi avevano dato decisamente prova delle prove capacità. La loro valutazione non poteva dunque che essere positiva.
<< Molto bene. Trovo appropriate ciascuna delle sue mosse e dal modo con cui ha trattato gli ingredienti base intuisco un’ottima padronanza della mia materia e me ne compiaccio >>
Sorrise soddisfatto posando ora lo sguardo su entrambi. Aveva già proposto il quesito successivo alla Moran ma era giunto il momento di coinvolgere anche Derek.
<< Mi ritrovo decisamente soddisfatto per come è andata per cui per entrambi, decisamente, confermo il mio giudizi che è quello dell’Oltre Ogni Previsione. Ho solo un ultima richiesta e poi per me l’esame si potrà dire concluso >>
Ripetè la sua introduzione relativamente alla peculiarità e alla eccezionalità della magia di fusione e propose il medesimo quesito sperando di esser positivamente impressionato. Stava sconfinando con il suo campo di interesse ma come esperto di Incantesimi neanche troppo. Inoltre sapeva che la docente della materia avrebbe approvato.
<< Un ultimo sforzo dunque. Prendete tutto il tempo di cui avete bisogno. Noi resteremo in attesa >> e nel dirlo avrebbe recuperato una posizione stabile sulla sedia portando le braccia al sen conserte. Gli piaceva decisamente il suo ruolo ma sopratutto gli piaceva restar soddisfatto. Sperò di non essere contraddetto ma ormai la bomba era stata lanciata.

 
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view post Posted on 5/9/2021, 10:23
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Thalia Jane Moran

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Attende l’esito con le mani giunte dietro la schiena dritta, l’espressione solenne del volto resa ancor più seria dalle labbra strette. Respinge con forza la tentazione di sfiorare la punta del naso con le dita, di fronte ad un invisibile prurito, cagionato più dalla tensione che da un reale fastidio; è silenziosa ed esamina a sua volta i movimenti del docente, mentre questi rivede le fasi del suo operato. China il capo in un cenno di ringraziamento ai complimenti del Professor White e rimanda ad un momento successivo un apprezzamento speciale rivolto esclusivamente a sua nonna. Certe cose, del resto, le scorrono nel sangue e renderle merito le sembra quantomeno doveroso.
«Solo in teoria e pochissimo nella pratica, professore.» replica candidamente, cercando di acquisire una sicurezza che, forse, quell’argomento inesplorato cerca di minare. La fusione di incantesimi è una pratica che non viene di certo esercitata nelle comuni lezioni, ma che chiunque con un briciolo di curiosità e amore per la magia, dopotutto, può approfondire e praticare in solitaria. L’azzardo del primo esame, Trasfigurazione, ancora la fa fremere: quella è stata la prima volta che si è trovata a combinare due incantesimi, differenti per intenzione, in un unico esercizio. Le possibilità di fallire sono state così alte che, mentre la sfera di cristallo andava formandosi si è chiesta se non abbia esagerato con l’ambizione. Ora, però, si tratta di saggiare la materia su un piano meno approssimativo e l’asticella continua ad alzarsi, sempre più in alto. Spera solamente di non lasciarsi prendere la mano.
Osserva i movimenti precisi dell’uomo e li studia, quasi, per carpirne i segreti; un’idea interessante la sua, senza alcuna ombra di dubbio. La sfera luminescente brilla sul palmo di White e irradia la sua luce in ogni direzione. E’ abbastanza potente da gettare il proprio riflesso sul volto del docente e sul suo.
Indubbiamente la situazione si fa interessante e, al contempo, complessa. Le attraversano la mente mille e più idee diverse, persino chiedendosi se sia il caso di contrastare quanto il docente abbia creato proprio nel palmo della mano. Poi ci ripensa e crede di dover esercitare un’impressione diversa, scollegata da quanto sta vedendo e qualcosa di altrettanto speciale. La luce è vita e in certi casi perfino calore.
L’idea la investe completamente e in modo inaspettato, ma le dita stringono già l’elsa della bacchetta di salice, prima che la mente se ne renda davvero conto. Il Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari è l’ennesima prova di abilità e creatività e se questo è ciò che deve dimostrare, allora è pronta ad andare oltre i propri limiti. Unire due incantesimi di base offensivi è quanto le serve per mettere in pratica l’evocazione che ha pensato sin dall’inizio: basta un solo esemplare perfetto, riducendo al minimo il rischio di sbavature ed errori. Già così l’impresa si configura come un qualcosa di mai provato prima e, forse, impossibile.
Ripensa alla sua civetta delle nevi, il corpo solido e leggero, capace di volare ad una discreta velocità; letale con i suoi artigli, capaci di strappare un tessuto e la carne sottostante. La struttura di Clio diviene la forma di partenza, mentre il braccio disteso lungo il corpo va sollevandosi lentamente. Considera il peso della struttura ossea, dei muscoli e dei tendini che la tengono unita e spoglia la creatura immaginaria di tutto questo e anche di più. Le piume morbide e le penne rigide delle ali e del corpo, fino alla testa e alla coda, mutano e, in un certo senso, si trasfigurano. Sollevata sopra la testa, il braccio teso e morbido, la presa salda sull’elsa, la bacchetta comincia a compiere un cerchio in senso orario.
«Avis» pronuncia decisa e, nel trattenere parte della formula, prima che questa le sfugga totalmente dalle labbra vanificando ogni sforzo, si concentra sul movimento successivo - operato nello stesso spazio, quello sopra la sua testa. Un movimento sinuoso, da sinistra a destra e in direzione contraria - a formare un’intangibile S - aggiunge l’ultimo pezzo di quella composizione. «Inflammo.»
Una fenice al termine della propria esistenza rinnova il suo essere tramite il fuoco, la luce e il calore; non sarebbe possibile crearne una dal nulla, ma questo è quanto più si avvicina al suo ideale: una civetta spogliata di ogni consistenza materiale, sospesa in volo sopra di lei… e incredibilmente in fiamme.
Incantesimi


Ovviamente il post assume dei connotati apparentemente autoconclusivi, ma si tratta naturalmente di un'ipotesi tutta da valutare :fru:
 
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view post Posted on 7/9/2021, 19:18
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“ Esame G.U.F.O.” Derek Hide ▲ Corvonero ▲ 5° Anno ▲
 L’esame stava procedendo nel modo in cui sperava. Non vi era stata alcuna domanda che lo avesse in qualche modo deluso. Ogni domanda era posta la fine di sondare quando realmente avessero imparato, e non facendogli ripetere le nozioni ma usandole per creare qualcosa di nuovo. E non poteva chiedere di meglio. Certo. C’era il rischio di sbagliare e di non riuscire a rispondere in maniera corretta, ma era proprio quel rischio a rendere il tutto estremamente interessante. Aveva sempre amato le sfide e quella prometteva di essere una delle più belle sfide che avesse mai accettato. Benché non avesse molta scelta dato che gli esami era obbligatori. Comunque non aveva poi tanta paura di fallire e questo rendeva la sua mente libera da ogni ostacolo che la stessa avrebbe potuto creare se fosse in preda a qualche paura.
Accolse le parole del docente con estremo piacere, d’altra parte tesseva le loro lodi, non che avesse bisogno di quel riconoscimento, ma non poteva mentire a se stesso pensando che non gli facesse piacere. Accolse la nuova sfida del docente. Avrebbe dovuto dare sfogo alla sua fantasia e alla sua abilità negli incantesimi. Seppur potesse sembrare una strana crasi di formule si doveva scegliere con cura la combinazione giusta e come avevano già detto in quella sede, la formula, qualunque essa fosse, doveva essere accompagnata da una dose di concentrazione visualizzazione degli effetti non indifferente. Ma qual era l’effetto che voleva proporre in quella sede? Quali sarebbero state le conseguenze del suo incantesimo?

Era tipo di riflettere, trovare la chiave giusta. Era convinto che non dovesse impressionare il docente con effetti speciali, al fine era utile trovare una magia che funzionasse, certo però che se fosse stata scenografica avrebbe avuto tutto un altro impatto. Come un piatto che oltre ad essere buono, fosse anche ben presentato. Anche l’occhio vuole la sua parte.

Iniziò a sondare i suoi ricordi, tutti gli incantesimi che conosceva al fine di trovarne qualcuno che avrebbe avuto tutte le giuste caratteristiche. Sondando le sue conoscenze gli venne un’idea che se avesse funzionato avrebbe evitato che l’incantesimo in se potesse cagionare danno a chi lo eseguisse nella maniera classica. Adesso però avrebbe dovuto concentrarsi, chiuse gli occhi come faceva quando provava ad imparare incantesimi nella aula vuota vicino la biblioteca. Un senso di pace e tranquillità lo avvolse, non vi era nulla che lui e la sua bacchetta, era pronto a visualizzare l’effetto che desiderava. Era difficile ma doveva provarci. La sua idea era chiara ma adesso doveva formarsi nella sua mente. La sua intenzione era quella di usare la bacchetta come lente d’ingrandimento. Avrebbe evocato un flauto e l’avrebbe fatto suonare una melodia. Aveva molto su cui concentrarsi.

Per prima cosa si soffermò a visualizzare lo strumento musicale. Era in metallo, immagino l’imboccatura, il fischietto e tutto il corpo della testa, fine all’inizio e che si allargava piano piano diventando sempre più cilindrico, poi fu la volta del corpo centrale con il foro nella parte posteriore iniziale, e sei fori uno dietro l’altro. Lo strumento finiva con il piede su quale vi era un altro foro. Infine il cilindro si allargava leggermente e da lì spuntava il foro finale, un classico flauto traverso. Con la mente pervasa dall’immagine appena costruita nella sua mente disse a voce alta aprendo gli occhi, mentre compiva un movimento circolare in senso orario.
Ca-la-mus…Dopo di ciò penso ad un motivo da far suonare al flauto. Un suono che veniva dalla più remota parte del suo cervello, come un ricordo lontano, un ricordo che non era poi troppo sicuro di aver vissuto o sentito. Ma risuonava nella sua testa come un motivo che conosceva bene e che sentiva ogni giorno. Quel suono pervase la sua testa. Ed infine disse con voce stranamente calma e forte …Versatio. Disse, con un colpo verso il centro del cerchio come a colpire un flauto ancora inesistente. Ormai tutto era compiuto, guardò avanti a se nella speranza che un flauto traverso spuntasse e suonasse quella canzone che come un eco riverberava nella sua mente.
 




Non sono riuscito a caricare il video del motivo, l'html sono la mia croce. Metto il link Eccolo
 
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view post Posted on 25/9/2021, 11:57
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Il docente di pozioni osservò l’esercizio di magia soddisfatto accennando un lieve sorriso ad entrambi. I giovani studenti avevano ancora molto da imparare, le esecuzioni non erano state perfette, mancavano di alcuni elementi ma si poteva certamente dire avessero raggiunto più o meno il loro scopo.
Il flauto incantato di Derek prese a suonare la sua melodia riempiendo la stanza, la civetta della sempreverde parve trasfigurarsi sotto la spinta della sua volontà magica ma l’accendersi simultaneo delle torce e dei bracieri nella stanza parve in qualche modo sottrarre l’effetto che si era prefissa di ottenere. La differenza probabilmente l’avrebbe fatta ricorrere a una magia trasfigurata piuttosto che a una semplice magia di evocazione delle fiamme.
Ciononostante non aveva nulla da dire. Li osservò.
<< Eccezionale! Per quanto mi riguarda l’esame è più che concluso. Entrambi avete dato ampiamente prova non solo di meritare la promozione ma di accedere anche alle classi successive >>
disse accennando un sorriso.
<< I GUFO sono solo un punto di partenza. Da voi ci aspetteremo e pretenderemo decisamente ancora di più agli esami MAGO. Lavorate sodo, impegnatevi come avete già fatto e solo sicuro che non deluderete. Abbiate fisso l’obiettivo che vi siete scelti perché per entrambi son certo attente un futuro roseo qualunque sia il campo di interesse che vi scelti >>
poi rivolgendosi al resto della commissione.
<< Non so se i miei colleghi abbiano altri quesiti o desideri…>>
ma si augurava di no. Dopotutto avevano toccato quasi tutte le materie oggetto di esame. Altre perplessità non sembravano avere ulteriore ragione di essere. Avrebbe atteso qualche cenno da parte degli altri e in caso di ulteriore silenzio avrebbe congedato gli studenti rassicurandoli sul fatto che presto avrebbero avuto le loro valutazioni. Quel doppio esame era stato sicuramente impegnativo e aveva sottratto energie ad ambo le parti.
Che dolce riposare li avrebbe attesi se il fato lo avesse concesso. Ormai i giochi erano decisamente fatti.



Io sono più che soddisfatto. Anche per me sono O! Andiamo in pace?
 
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29 replies since 4/7/2020, 10:35   1127 views
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