Incontro The Wizard Voice #1, Presentazioni

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Leah‚
view post Posted on 28/5/2020, 17:16







Leah aprì e poi chiuse la finestra per la sesta volta, ripetendosi che non era nervosa. Voleva solo accertarsi che l'insonorizzazione fosse perfetta. Tre piani sotto di lei, il giardino di Hogwarts era gremito di studenti che si godevano il sole di maggio in quel pomeriggio tiepido e perfetto e tutti - lei per prima - avrebbero giovato di quella privacy.
In qualunque altro giorno, Leah sarebbe stata anche lei sul prato, seduta a gambe incrociate sotto un albero o distesa al sole con la tracolla sotto la testa. C'era una sola cosa capace di tenerla tra quattro mura durante quelle bellissime giornate primaverili, ed era la musica.

Quando aveva sentito dire che durante il suo secondo anno non ci sarebbe stato nessuno alla guida del Club di Musica della scuola, Leah si era rattristata molto. Ci aveva pensato un po', si era detta che era una buona idea e poi subito dopo che era una idea pessima. Alla fine si era confrontata con Oliver - dimostrando nella conversazione una maturità che non pensava di possedere, doveva ammetterlo - e aveva deciso di prendere in mano lei le redini del Club.
Il preside non aveva battuto ciglio sulle sue richieste di rinnovare spazi e attività, così Leah si ritrovava in uno spazio che era decisamente come se lo era immaginato: entrando, sulla destra, era stata sistemata una piccola platea di gradini di legno, ottimi per sedersi e anche per esibirsi. Un grande spazio al centro, strumenti musicali sul fondo della stanza - al momento c'erano un'arpa, un pianoforte verticale, un violoncello e una batteria - e lungo la parete opposta due grandi librerie di testi, spartiti e materiale di ogni tipo, comprese le ultime annate della Gazzetta del Profeta. Rubrica di musica inclusa, ovviamente.
Il Grammofono Magico era accanto ai gradini, pronto per essere usato, e le grandi finestre riempivano la stanza di sole con la forma di enormi rettangoli dorati sul pavimento.
Al suo arrivo Leah aveva deciso di rendere lo spazio più accogliente: aveva sparso una manciata di cuscini sui gradini, in modo che chi fosse arrivato avrebbe potuto usarli per stare più comodo, e sul tavolo sgombro di fogli e carte aveva appoggiato un vassoio con una grande brocca di limonata fresca, insieme a una decina di bicchieri.

Contò per l'ennesima volta le persone che attendeva quel pomeriggio dall'elenco affisso accanto alla porta: Fred ed Elizabeth di Grifondoro, Jaehaerys (sarebbe riuscita a pronunciarlo giusto?) e Lyvie. Poi probabilmente sarebbero arrivati anche Siri - che conosceva di vista - ed Helen. Il pensiero di Helen in quella stanza, in una situazione così simile ma anche così abissalmente diversa da quella dell'anno precedente, fece salire un brivido di disagio sulla sua spina dorsale. Scacciò la sensazione scrollando le spalle e ravviando per la millesima volta la frangetta. Oliver le aveva detto che sarebbe passato, se fosse riuscito, e una parte di Leah sperava che arrivasse prima di tutti gli altri, anche solo per stringerle la mano e dirle che sarebbe andato tutto bene.

Fece un bel respiro, chiudendo gli occhi, e dicendosi che non c'era niente da temere. Sarebbe stato un bel momento per tutti, perchè non c'era niente di meglio di amici e musica per riempire un pomeriggio.
Trattenendosi dal controllare ancora una volta che le finestre fossero chiuse, Leah si sedette sul livello più basso della gradinata, pronta ad alzarsi nel momento in cui la porta si fosse aperta. Avrebbe accolto tutti con uno dei suoi spontanei, luminosi sorrisi e li avrebbe invitati ad entrare, presentandosi e chiedendo di fare lo stesso. La stanza era a loro disposizione, avrebbero potuto curiosare e guardarsi intorno mentre aspettavano tutti. Dentro di sè, sperò che alle sei non si sarebbe ritrovata nella stessa situazione, sola in mezzo a una stanza di musica silenziosa e deserta.




O.T.: Benvenuti a tutti in questo primo incontro dei the Wizard Voice! Sentitevi liberi di arrivare, salutare - se volete farlo, oppure anche no - e curiosare in giro!
Avete dieci giorni per postare il vostro arrivo, ma se non fate in tempo potete sempre arrivare in ritardo, vi accoglieremo comunque!

Vi ricordo che affinchè la vostra presenza sia considerata "effettiva" a questo incontro, è necessario fare non meno di tre post tra l'apertura e la chiusura del topic!
 
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view post Posted on 29/5/2020, 16:52
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HELENScheda


yoWYZE

tassorosso

Helen era seduta sul suo letto a fissare la porta d'ingresso della sua stanza nei dormitori. Doveva alzarsi, doveva muoversi, di lì a poco sarebbe iniziata la prima riunione dell'anno del Wizard Voice, ma non riusciva a muoversi da lì. Continuava a fissare quella porta. Il motivo non era che non voleva partecipare a quell'incontro, assolutamente no. Era stata lei stessa a firmare la presenza per il risorto club di musica, non appena aveva visto il volantino pubblicitario della riapertura del club. Non era nemmeno per Leah, colei che aveva fatto risorgere dalle ceneri il club; non la conosceva molto, avevano frequentato il club insieme l'anno prima, non sapeva che tipo di persona fosse, non ci aveva mai avuto veramente a che fare, benché anche lei fosse una Tassorosso. Ma aveva sentito dei pettegolezzi, su di lei e su di Oliver, ma non aveva mai approfondito, non le era quindi davvero chiaro quale fosse la reale relazione tra i due. In ogni caso Helen non poteva di certo biasimare Oliver se lui avesse affidato il suo cuore ad un'altra ragazza, dopotutto lei glielo aveva spezzato, sparendo e senza dargli una minima spiegazione.
No, non era questo il problema. Non era questo ad impedire ad Helen di uscire.
Era già pronta da diversi minuti, e mentre si preparava era felice di questo incontro. Non aveva indossato chissà che, ma era felice di non dover indossare per un giorno la divisa scolastica. Aveva messo su un semplice paio di jeans scuri e una camicia rossa col motivo tartan, Aveva messo nella sua borsa, che portava sempre con se, un quaderno e delle matite nel caso avesse dovuto prendere appunti - non aveva idea di cosa aveva programmato Leah per quel giorno - e ben 2 strumenti musicali, il suo flauto dolce del suo colore preferito, il viola, e l'armonica rallegrante - magari poteva servire per rallegrare i suoi compagni più timidi ed esortarli a partecipare attivamente alla riunione. Sembrava tutto ok, per un momento era tornata la vecchia Helen, quella sorridente e solare, che nonostante gli intoppi che incontrava era sempre pronta ad affrontare il mondo, e a farlo con forza e tenacia. Ma non sarebbe rimasta per molto tempo. Non appena la ragazza fece un passo verso la porta per uscire dalla sua stanza, ecco che la nuova Helen aveva ripreso possesso del corpo della Tassorosso.
La nuova Helen non era più allegra, sorrideva raramente, anche se cercava di nasconderlo agli altri. Ma non le riusciva spesso. La nuova Helen non aveva più quella forza e tenacia di prima. Da diverso tempo stava passando un tempo buio, non riusciva più a vedere la luce del mondo che la circondava. Era rimasta lontana da Hogwarts per molto, per questo motivo. Il padre sperava che il ritorno a scuola l'avrebbe aiutata, e per un po' è stato così. Ma poi era ritornata ad isolarsi di nuovo, vedeva gli altri vivere la vita scolastica da lontano, senza mai farne parte. Ma sapeva che non poteva continuare così, per questo motivo quando aveva saputo della riapertura del Wizard Voice si era fatta forza e coraggio ed aveva aderito al club. La musica, un gruppo ristretto di persone, avrebbero potuto aiutarla ad uscire dal buio, a trovare di nuovo la luce del mondo. Era un'opportunità che non poteva lasciarsi scappare.

Ma ora era seduta lì su quel letto, il suo gatto Sebastian accanto lei, seduto sul cuscino della padrona a fissarla, un miagolio per incoraggiarla ad alzarsi. - Hai ragione Seb, è arrivata l'ora. - Fece una piccola carezza al micio, prese un profondo respiro e fece il primo passo in avanti.
Un passo dopo l'altro e senza neanche accorgersene si ritrovò davanti l'aula. Stava per aprire la porta, ma di nuovo la sensazione di paura la stava assalendo. riusciva abbastanza tranquillamente a frequentare le lezioni, ma limitava al minimo le interazioni sociali, era quello che le creava più ansia. E ora lì in quell'aula, benché ci fosse stata una lezione, l'attività principale era l'interazione con i suoi compagni, e questo la spaventava molto.
In quel momento il subconscio - la parte di lei che voleva ritornare a vivere - prese il controllo del corpo ed afferrò la maniglia della porta, aprendola d'un colpo. *Ok, il dado è tratto, non posso più scappare adesso*. Non aveva idea se ci fosse già qualcuno dentro, fece un paio di passi ed entrò; lascio che la porta si richiudesse dietro di lei.
Rimase a bocca aperta nel vedere la stanza, era stata rimodernata. Era affascinata dai vari strumenti al centro della stanza. Si girò verso destra e notò la presenza di una ragazza seduta su uno dei gradini della platea. Era Leah. Non c'era nessun altro.
*Ok Helen, ce la puoi fare!. Comincia con un saluto*
C-Ciao ... Spero di non ... non essere troppo in anticipo - Non era più abituata ad interagire con gli altri per più di due secondi, aveva dimenticato come si faceva - B-Bello come è stato riorganizzato.
Non riusciva a dire oltre, non aveva nulla contro di Leah, ma, come già detto, non si relazionava con gli altri da parecchio tempo. Piccoli passi. - Vado a sedermi - Sembrava quasi non avere più salivazione mentre diceva ciò. Sperava di non offendere il lavoro di preparazione della ragazza, ma aveva bisogno di 5 minuti con se stessa - rientrare nella sua confort zone - *A piccoli passi andrai lontano*
Andò a sedersi nella fila più alta della scalinata, nel posto più lontano. Tirò fuori dalla sua borsa l'armonica rallegrante, intonò giusto due note, sperava che potesse aiutarla a scacciar via quell'inquietitudine e godersi appieno quell'incontro.




Oliver harrypotter.it


Helen è arrivata. Sta vivendo un periodo di asocialità, quindi c'è ma ha paura di esserci.

Prometto di non fare spesso post così lunghi e introspettivi.
 
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view post Posted on 29/5/2020, 20:18
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Siri
Jensen
«Se si guarda troppo fisso una stella, si perde di vista il firmamento.»

► Mood: Timidezza ► Età: 11 ► Ruolo: Studentessa ► Outfit: Abiti quotidiani

IIl tempo tra una lezione e l'altra passava così velocemente che era difficile rendersi conto persino del cambio di stagione, dal caldo al freddo e viceversa. Era abbastanza difficile persino riflettere alle varie lezioni e compiti da fare, programmarsi la giornata e in tutto questo, lei aveva solo undici anni. Sapere che le difficoltà sarebbero aumentate, con la crescita e il passare degli anni, la faceva in parte sudare freddo. Eppure, tra tutti questi problemi, la sua voglia, nonché scelta di entrare a far parte del progetto/corso dei "Wizard Voice", non era poi tanto una cattiva idea. Quando decise di iscriversi, pensò dentro di lei che probabilmente sarebbe stata la via perfetta per scappare agli impegni continui. Un attimo di respiro, un po' d'aria, era come partecipare a dei rientri organizzati della scuola per avvicinarsi a diverse arti da implementare nel proprio bagaglio culturale. Era un'esperienza da fare, magari avrebbe creato anche degli altri rapporti con altre persone, anche quello era importante e da contare, sia che fosse stata una studentessa normale che magica, i rapporti con le altre persone erano sempre la base di un'ottima convivenza nella società. Per quanto fosse giovane, era abbastanza intelligente da sapere che l'amicizia nello studio, così come in altri campi, era un ottimo ponte che non solo consolidava una relazione, ma anche un progetto e la realizzazione di obiettivi.
*Spero soltanto di potermi sentire a mio agio anche in questa situazione, chissà cosa bisognerà fare, a parte suonare. Forse incantesimi nuovi, o chissà.. ho paura di quello che potrei trovare, ma anche curiosità e voglia di mettermi in gioco. Probabilmente sarà divertente vedere altre persone esercitarsi tutte insieme, cercando di suonare qualcosa.* pensò la ragazza, stringendo le mani intorno alla cinta della sua borsa a tracolla, mentre si guardava le sue scarpette nere e tranquilla, si muoveva verso l'auditorium. Secondo quanto aveva compreso e anche in merito a ciò che aveva letto, la zona in cui tutto doveva avvenire, era lì. Si era informata in merito a dove andare, per raggiungere perfettamente la stanza, chiedendo prima di tutto ai suoi concasati, soprattutto a coloro di alcuni anni più grandi. Secondo le parole di una ragazza, l'aula o quel che doveva esserlo, si trovava al terzo piano e quel suggerimento lo collegò all'aula di Incantesimi, dove di solito andava per seguire puntualmente le lezioni, come una normale studentessa. Non aveva molto da fare, non aveva altro tempo da perdere né impegni urgenti, si era liberata proprio per partecipare a quel raduno, nonché inizio di quel grande progetto. Quando raggiunse la porta dell'auditorium, traballò leggermente. La sua mano sembrò bloccarsi dinanzi alla porta, non sapendo che decisione prendere e soprattutto se prenderla. Perché era così difficile bussare? Era il gesto? No, non era un problema a livello muscolare, non stava avendo una paralisi, e per fortuna aggiungerei, era da ricercare più a livello emotivo. Timore di non essere adatta, un leggero velo di depressione, di sconfitta, di non essere propriamente di quel luogo. Il fiato le si strozzò in gola, cercò di reprimerlo e incatenarlo nei meandri della sua mente. Per sua fortuna, non era da sola a dover partecipare a quel progetto basato sul cantare e suonare. La richiesta di aggiungersi in realtà, non era nata soltanto per sfuggire alla monotonia e alla fatica delle lezioni, bensì gliel'aveva proposto il suo amico dei corvonero Jaehaerys che l'aveva incontrato un bel po' di tempo prima, mostrandogli il volantino che andava girando per il castello. Insieme a lui, aveva firmato per la partecipazione e ora si sentiva non solo in dovere di rispettare quell'amicizia appena nata, ma anche di voler trovare un po' di pace interiore. Se ne ricordò giusto in tempo, prima di bussare alla porta, visto che si erano dati appuntamento lì, dinanzi alla porta dell'Auditorium, in attesa di entrare.
«Hey, fin-...dicevo...finalmente ci siete!» il fiato le si strozzò in gola, osservando che insieme a Jaehaerys, vi era anche Lyvie che lo accompagnava, probabilmente anch'ella voleva partecipare a quel raduno e a quel progetto. Cercò di non pensarci troppo, finché non vi erano problemi tra lei e Lyvie, poteva anche starsene tranquilla. Solo dopo che si erano ritrovati dinanzi alla porta e i dovuti saluti, poterono entrare all'interno della stanza. Fin da subito, Siri fu l'ultima a portare saluto, aspettando che il corvetto e la serpentella finissero di parlare, dopodiché cercò di trovare un po' di forza d'animo per esporsi. «Ciao, sono...Siri...Siri Jensen.» disse soffermandosi alcuni secondi, stringendo la cinta della sua tracolla da studio e aggrappandosi ad essa come se appesa su un baratro oscuro.

 
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view post Posted on 30/5/2020, 17:22
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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11 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


Le temperature in quel periodo sembravano essersi alzate ed anche di parecchio. Era da tempo che Lyvie aveva smesso di indossare quel fastidioso maglione sopra la camicia e la cravatta dal colore verde ed argento, e già percepiva la cosa come una sorta di liberazione non indifferente. Odiava il caldo. E, per tal motivo, sapere che potesse disfarsi anche solo per qualche ora di quella divisa la rese ulteriormente entusiasta di partecipare al primo incontro del Wizard Voice. Non che non fosse già eccitata al sol pensiero di potersi ritrovare nell'Auditorium per la prima volta, di poter staccare un po' la spina dall'arduo studio a cui si era sottoposta per tutte quelle settimane. Indossò una maglietta decisamente grande, le sue maniche le arrivavano ai gomiti, assieme a dei jeans non troppo aderenti, dato il caldo di quella giornata che non voleva darle pace. Lasciò i capelli ondulati sulle spalle, per la prima volta dal suo arrivo ad Hogwarts ma, in caso di fastidio, aveva portato con sé un codino al polso. Poteva sempre servire.
Aveva invitato Jaehaerys a partecipare, consapevole del fatto che chiederlo a suo fratello sarebbe stata una cosa troppo azzardata. Preferì parlare col giovane Corvonero, per cui nutriva una certa simpatia, senza considerare l'idea di poter invitare Siri, la ragazza che aveva incontrato quel giorno assieme a lui in Biblioteca. Non solo non l'aveva considerata, aveva completamente rimosso quella ragazzina dai propri pensieri, poiché non aveva avuto mai modo di rivederla, dopo tutte quelle settimane. Giunse ben presto al Terzo Piano di Hogwarts al fianco di Jaehaerys, che aveva atteso per poco tempo nei pressi della Sala Grande. Normalmente, avrebbe percepito una certa ed inevitabile ansia, al trovarsi di fronte alla porta dell'Auditorium. Ora che, però, si trovava in compagnia dell'amico, si sentiva un po' più sicura di se stessa.
Ma subito dopo accadde una cosa che non si sarebbe mai aspettata: anche la fastidiosa Tassorosso, Siri Jensen, si trovava lì. Spalancò le palpebre Lyvie e il sorriso sfumò, visibilmente spiazzata e anche confusa, ma ben presto collegò tutti i pezzi assieme: fu allora che guardò malissimo il biondino accanto a sé. Doveva averla invitata lui.


« Proprio così. Ci siamo. » si limitò a commentare alla nuova arrivata, in un'espressione tutt'altro che amichevole, appena prima di afferrare con la mano la maniglia per abbassarla, in modo da poter entrare nell'Auditorium. Quell'ingresso l'aveva scossa sinceramente.
Doveva davvero sopportarla anche lì?
Quel che vide la lasciò senza parole: si trattava di un'aula ampia, il soffitto a volta la rendeva ancora più spaziosa; sembrava davvero l'aula perfetta per lo scopo di quel club, caratterizzata da vari strumenti musicali, il palcoscenico, la platea. Tutto sembrava perfetto. Lyvie, dal canto suo, non aveva nemmeno mai provato a mettere le mani su uno strumento musicale ma, da lontano, poté già adocchiare la batteria che da sempre l'aveva attirata. Fu solo dopo qualche attimo che si rese conto del fatto che non fossero stati i primi ad arrivare.

« Salve! » salutò immediatamente e in un sorriso amichevole le due ragazze presenti in aula e che, no, non conosceva. « Sono Lyvie Synfenir. »


PS: 101 • PM: 50 • PC: 50 • EXP: 1




Edited by Hoiuth - 31/5/2020, 13:55
 
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view post Posted on 31/5/2020, 12:16
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« The Wizard Voice »
Nell'ultimo periodo, concentrarsi sugli studi risultava per Oliver sempre più piacevole; alla fine di ogni lezione, approfittava della conoscenza dei passaggi segreti del Castello di Hogwarts - corridoi, scale di passaggio, armature ben familiari - per raggiungere l'aula successiva, e arrivare così almeno una decina di minuti in anticipo. Aveva preso l'abitudine di occupare uno dei posti alle ultime file, di solito un banco alla parete, e se fosse stata presente una finestra, di certo da quelle parti; apriva così i testi scolastici, ripassava le informazioni principali, talvolta leggeva di sfuggita qualche nozione basilare dell'argomento che avrebbero affrontato di lì a breve. Non ammetteva pause, non si lasciava andare a distrazioni di alcun genere, e anche quando gli altri studenti cominciavano a riempire la stanza, lui si limitava a rivolgere loro un cenno di saluto - talvolta, gli era stato fatto notare dai suoi compagni di banco, perfino occhiatacce in tralice. Si affidava ai libri come un porto d'approdo, rinnovava in quei momenti un interesse che non si esprimeva soltanto come quello accademico: era di più, lo comprendeva, perché la sua lettura custodiva il senso di una ricerca. Da quando aveva incontrato Sirius White e aveva parlato con lui delle sue percezioni dell'ultimo periodo, una parte di sé aveva ripreso - imperterrita, così assidua - ad indugiare su una tra le frasi che il mentore aveva saputo pronunciare. La colonna, il frontone, il tempio, il braciere, il busto di una statua equina, priva di cavaliere - le immagini si susseguivano come stille curiose, leggiadre, e di tanto in tanto tornavano in avanscoperta tra i pensieri del Caposcuola. C'era altro, lo sentiva, e invano aveva avuto occasione per scoprirne di più. Sirius aveva ragione, però. E se quel luogo non fosse metaforico, se non fosse affatto simbolico, aveva detto. E se quel luogo fosse davvero un luogo. Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta ad essere stato così condizionato per una Visione, e se con l'esperienza aveva coltivato la consapevolezza e l'abilità di lasciare andare il superfluo - attendendo il corso degli eventi, come da sempre -, per quell'aspetto ritrovava un interesse tutto personale. Era il sussurro dell'istinto, la certezza di essere ad un passo dalla rivelazione ultima. Sovrappensiero com'era, non si accorse del ragazzo che aveva preso posto accanto a sé, al banco vicino. Il Docente stava per entrare, di lì a breve la lezione sarebbe iniziata. «Ciao, Oliver. Ma è vero che McLinder abbia assegnato dieci pagine di pergamena per il Sistema Solare? Dieci pagine, cioè... dieci pagine.»
Tracciò una linea dritta, di scatto, sul taccuino che aveva sempre con sé, e prima di rispondere Oliver rigirò la piuma tra indice e pollice. Le sue riflessioni furono così prontamente interrotte dal commento del vicino, e si accorse di non ricordarne neanche il nome. Si limitò ad annuire, l'espressione leggermente mesta, un pizzico forzata. Mentre il ragazzo riprendeva il suo soliloquio, lamentandosi di Astronomia e tutti gli astri, Oliver non poté fare a meno di nascondere più a fondo il rotolo di pergamena già compilato, nella borsa a tracolla ai suoi piedi; sarebbe stato scortese dire che da parte propria, in effetti, quel saggio fosse stato già portato a termine. All'ultima lezione, finalmente, accolse invece il suono squillante della campanella come una benedizione e con i convenevoli di circostanza, si ritirò in fretta alla Torre d'Astronomia. Un corridoio secondario, un percorso poco trafficato, la felicità di non aver incontrato neanche una volta Pix il Poltergeist, per quel giorno, tutto andava a rifinire una cornice d'insieme piuttosto piacevole; aveva atteso quel lunedì con impazienza e con altrettanta emozione, perché se c'era una cosa che avrebbe potuto allontanare in lui ogni preoccupazione, ogni dubbio, ogni timore, quella sarebbe sempre stata la musica. Arrivò all'ampio ritratto della Signora Grassa già con un sorriso e con un mezzo inchino, a mo' di galanteria, chiarì la parola d'ordine per accedere alla Sala Comune. «Grasso Formaggino.»
«Con tante belle cose, caro.»
Non impiegò troppo per essere pronto, aveva già tirato a lucido la chitarra classica dalla custodia e non vedeva l'ora di poter esibirsi dal vivo, di poter cantare, di poter soprattutto suonare; le mani fremevano al desiderio di pizzicare le corde dello strumento, e a malincuore avrebbe dovuto ammettere dii non aver avuto modo di dedicarsi alla sua più grande passione, la musica, nell'ultimo periodo. Avrebbe recuperato, era una promessa che aveva fatto anche tra sé, e il The Wizard Voice di Hogwarts avrebbe rappresentato esattamente l'occasione perfetta. Incrociò alcuni concasati per strada, e salutò tutti di sfuggita; in camerata, la postazione spoglia di solito occupata da Fred saltò alla sua attenzione come un colpo al cuore: niente libri sul comodino, niente gelatine tutti gusti, niente oggetti personali. Forse era andato via per poco tempo, si era detto. Forse, invece, era più complicato di quanto potesse immaginare. Si affrettò verso i piani inferiori, in ogni caso, e man mano che si avvicinava all'Auditorium rinnovato, cresceva in Oliver la consapevolezza di aver sperato in quell'incontro con ogni parte di sé. A dispetto dei numerosi impegni, ancor più quelli dell'ultimo periodo, Oliver non avrebbe saltato la lezione d'apertura del Club di Musica: aveva messo anima e cuore in quel progetto fin dai primi tempi, e per un attimo il ricordo di Argentea Hale fece capolino tra molti altri. Era lì anche per lei, lo sapeva, e non avrebbe potuto dimenticarla neanche volendo. Non si fermò all'ingresso e proseguì con sicurezza, stringendo le mani attorno le bretelle della custodia scura, alle spalle; ormai sulla soglia, si accorse di come in Auditorium ci fosse già qualcuno e non riuscì a trattenere il sorriso di quel momento. Cercò la figura di Leah, avrebbe voluto abbracciarla al volo e augurarle buona fortuna, ma subito dopo aver scorto la Tassina, guardò in alto e ritrovò un profilo che avrebbe riconosciuto tra tutti, e molti, molti altri ancora. Si volse di scatto, e il battito del cuore chiarì per prima quello che la mente cercò di collegare in fretta subito dopo. Era lì, c'era anche lei. Non ricordava perfettamente il loro ultimo incontro, la frenesia tra i corridoi e l'episodio spiacevole di uno scontro tra studenti avevano reso tutto molto più passeggero e rapido di quanto sperato. Come Caposcuola, aveva saputo che lei fosse tornata al Castello, e forse anche in pianta stabile; ma rivederla, quella era tutt'altra cosa, e paradossalmente non gli era ancora capitato così da vicino. Accennò ad un sorriso anche nei suoi riguardi e si chiese se lei, Helen McKay, l'avesse visto altrettanto in fretta e se stesse provando in quel momento la stessa sensazione di vertigine che aveva lui. Non poteva dire di esserne indifferente, non poteva dire neanche di aver superato la distanza, la lontananza, la nostalgia dell'altra - il peso dell'abbandono tardava a risolversi, lo sapeva, e per lui aveva sempre avuto un contrasto più profondo. Avrebbe voluto esserne meno coinvolto, avrebbe voluto lasciarla così come lei aveva fatto con lui - forse involontariamente, e tuttavia per Oliver drasticamente, in ogni caso. Ma lei era lì, e Helen aveva rappresentato una parte fondamentale nella sua vita. Le voleva ancora bene, non avrebbe potuto nasconderlo, e tutto diventava anche più sofferente. Leggermente imbarazzato, si rivolse verso Leah, avvicinandosi a passo spedito alla postazione centrale. Se Helen era stato il suo passato, Leah era a tutti gli effetti il suo presente: nonostante l'intera situazione lo stesse vertiginosamente mettendo alla prova, Oliver non poteva cambiare il corso degli eventi, e intimamente sapeva di non voler neanche farlo. Sorrise con sincerità, quando arrivò accanto alla Tassina, e le strinse l'avambraccio in un contatto leggero.
«Buona fortuna.» Sussurrò quell'unico commento, non avrebbe voluto dire altro; Leah non avrebbe avuto bisogno né di fortuna né di rassicurazioni, perché avrebbe potuto gestire tutto l'incontro - e gli altri in futuro - nel migliore dei modi. Il suo era soltanto un gesto gentile, per dire di esserci e di non voler essere da nessun'altra parte. Si era liberato di tutti i suoi impegni, l'aveva fatto per lei ancor prima che per il The Wizard Voice. Del tutto casualmente, all'apparenza, lasciò che tra l'incavo del braccio della Tassina scivolasse via un fiore, del tutto solitario, screziato di un giallo luminoso: un girasole, e tutto quello che avrebbe potuto significare. Si avviò verso le ultime file, guardandosi attorno: si accorse di volti nuovi, e di altri già leggermente più familiari; qualcuno era attivista per il C.r.e.p.a., ricordava la loro presenza alle ultime riunioni. Se avesse incrociato il volto di Helen, avrebbe sorriso, e l'avrebbe fatto in modo spontaneo: forse avrebbero avuto modo di riavvicinarsi come amici, perché lei gli mancava per davvero. Prese posto in una fila centrale, non troppo lontana da dove c'era anche lei, e cercò di pensare all'incontro. Era contento di essere lì, ed era altrettanto felice di poter stringere nuove amicizie. Non parlò, per il momento, e si limitò a sedersi e trafficare con i lacci della custodia: la sua chitarra, la sua musica, una nota e via all'inizio.

I don't want to wait anymore I'm tired of looking for answers
Take me some place where there's music and there's laughter
I don't know if I'm scared of dying
but I'm scared of living too fast, too slow
Regret, remorse, hold on, oh no I've got to go
There's no starting over, no new beginnings
time races on

 
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view post Posted on 7/6/2020, 02:04
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Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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Jaehaerys Erik Blackfyre «

  » Studente ~ Scheda | Outfit



Passare ore ed ore sdraiato nel letto, con lo sguardo fisso rivolto verso il soffitto, immerso nel buio più totale e con solo il gatto di Joyce a tenergli compagnia... non era di certo una bella esperienza. Tanti i pensieri che come un uragano gli tormentavano il sonno. Complice di quella spiacevole situazione era proprio l'assenza di sonno; non si sentiva stanco e non aveva la benché minima voglia di chiudere occhio.
Ansia? Non proprio. Non avvertiva alcun genere di fastidio, semplicemente non riusciva a spegnere la sua "mente", troppo impegnata ad elaborare vivide fantasia per concedersi un po' di meritato riposo. Indubbiamente la maggior parte di quei pensieri era rivolta proprio a ciò che sarebbe accaduto l'indomani: Il primo incontro del "Wizard Voice". Provava una certa emozione all'idea di partecipare a quell'evento, da quando Lyvie l'aveva convinto a partecipare; gli piaceva pensare di poter approfondire anche un nuovo lato di sé, un modo in cui non si era mai visto: una star.
Non era qualcosa che l'aveva allettato da sempre, anzi, nonostante le sue doti canore non si era mai avvicinato al mondo dalla musica, se non come ascoltatore. Nonostante non desiderasse addormentarsi, cascò nella "trappola" finendo per lasciarsi cullare dal tenero abbraccio di Morfeo.
Il risveglio fu molto traumatico. Il mal di testa era incredibile, come se stesse venendo usato da un batterista come tamburo, ma era la giusta punizione per le sue scelte poco sagge della notte precedente. Ma non sarebbe bastato ad interrompere o rallentare i suoi rituali mattutini! Aveva delle lezioni da seguire la mattina, per cui si preparò in fretta e furia, indossando la divisa e legandosi i capelli in maniera un po' disordinata, contrariamente a come faceva di solito: non se ne era accorto, ma era davvero in ritardo! Riuscì ad arrivare a lezione di Incantesimi giusto in tempo, sfruttando un passaggio segreto rivelatogli da un suo amico di qualche anno più grande. Fortunatamente da quel momento la strada si rivelò tutta in discesa e persino il mal di testa scomparve verso l'ora di pranzo! Terminate le ultime lezioni pomeridiane si diresse in sala comune, per potersi preparare in vista dell'incontro, aveva appuntamento con Lyvie nei pressi della sala grande.


*Chissà se ho fatto bene a non dirle di aver invitato Siri. Tra quelle due non scorre ancora buon sangue, o meglio, non riescono ancora ad aprirsi completamente. Ma non posso dimenticare quello che è successo in biblioteca... eravamo davvero un bel quartetto! Lo so che è un pensiero un po' egoistico, però...*

Pensava mentre si preparava. Si era dato una veloce rinfrescata ed ora si trovava dinanzi allo specchio per scegliere cosa indossare quel giorno. Optò per qualcosa di semplice, un jeans scuro, delle scarpe da ginnastica bianche con alcune linee orizzontali rossa a "tagliarle" lungo il centro ed una T-shirt rossa. Per l'evento ci teneva a mettere i capelli in ordine, li stava pettinando con cura, come non aveva la possibilità di fare da un po'. La treccia era cresciuta e ciò gli diede una certa soddisfazione. Come sua madre gli aveva raccontato, rappresentava la crescita dell'individuo sia fisicamente che spiritualmente, una sorta di ornamento da mostrare con gioia ed orgoglio.
Terminate le preparazioni si diresse verso la sala grande, a passo veloce, correndo quando ne aveva l'opportunità. Era eccitato e teso allo stesso tempo, ma questo mix di emozioni lo divertiva e lo spronava! Al suo arrivo alla sala grande trovò la sua amica ad aspettarlo, aveva fatto un po' di ritardo, ma era perdonabile.


Ciao Lyvie! Scusa il ritardo, ma ho avuto un piccolo imprevisto. Andiamo pure, che sono sicuro ci aspetteranno tante sorprese!

La abbracciò ed insieme si diressero verso l'auditorium. Non voleva ancora dirglielo, ma aveva già qualche idea riguardo le sorprese che avrebbero trovato una volta raggiunta la destinazione. Paradossalmente, il giovane stava provando più ansia per l'incontro tra Siri e Lyvie, che per la riunione del club. Questo perché voleva che l'incontro tra le due non fosse catastrofico, mentre era affascinato dall'ignoto, dal mistero riguardo ciò che avrebbero fatto all'auditorium.

*Ora che ci penso, a Lyvie non ho detto neanche di aver invitato Alice... chissà come la prenderà. Anche se i suoi unici sospetti potrebbero essere rivolti solo verso Siri, non credo di aver mai parlato di Alice con lei, una tempesta in meno da affrontare.*

Quasi senza accorgersene, arrivarono al luogo dell'incontro e lì, dinanzi alla porta, si trovava proprio Siri! Per Jaehaerys fu impossibile non avvertire una sensazione simile ad una fredda pugnalata, ed il merito andava tutto alla serpeverde, che con la sua occhiataccia riuscì ad essere molto più eloquente che con mille parole.

Ciao Siri! Si, abbiamo impiegato un po' di tempo. La colpa è mia, ho fatto un po' tardi, ora entriamo su!

Saluto anche la Tassorosso con un caloroso abbraccio, per farla sentire maggiormente a suo agio, nella speranza che non covasse rancore nei suoi confronti o verso Lyvie. Sì, perché neanche a lei aveva detto che ci sarebbe stata l'altra ragazza: un'omissione a fin di bene.
Fu Lyvie ad aprire la porta e a condurli verso la nuova e magica stanza: molto ampia, con un grande spazio al centro e degli spalti subito sulla loro destra; vi erano alcuni strumenti musicali disposti in modo ordinato sul fondo della stanza. Un'atmosfera magica e particolare era quella che emanava quel luogo; un posto dove potersi lasciare andare, senza pensarci troppo, senza freni!
Vi erano già altre persone e con lo sguardo cercò la sua amica di Grifondoro, nella speranza che avesse effettivamente deciso di partecipare; ma non la vide. Si presentò agli altri presenti con fare deciso, un po' emozionato, ma sicuro.


Piacere di conoscervi, io sono Jaehaerys Erik Blackfyre. Non vedo l'ora di iniziare!

Narrato ~ «Parlato» ~ *Pensato*

“ Improvvise. Adapt. Overcome. ”
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view post Posted on 7/6/2020, 17:32
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner

Grifondoro | Studentessa I anno | 11 | Scheda | Outfit |♪

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High school Musical: Hogwarts version
Era tutto decisamente interessante. Aveva deciso per puro caso di entrare a far parte del club di musica, ci stava pensando da un po' e alla fine si era buttata. Lo aveva fatto all'ultimo, dato che proprio in quei giorni ci sarebbe stato il primo incontro, quasi più entusiasmata dall'idea di conoscere nuove persone che da quella di mettersi in mostra con le sue doti artistiche. Era vero il fatto che sapesse suonare uno strumento, l'armonica per la precisione, e che canticchiava ma non aveva idea di come tenere il palcoscenico o muoversi decentemente. Il coraggio e la sfrontatezza non le mancavano, quello di sicuro, era più la conoscenza vera e propria a mancarle.
Certo aveva partecipato a qualche gara musicale del suo paesino, ma da lì a definirsi un'artista la strada era lunga. Magari quella sarebbe potuta essere un'occasione per imparare qualcosa di nuovo e farsi dei nuovi amici. Il primo a parlarle del club era stato Oliver, il caposcuola Grifondoro, inoltre ricordava anche di aver visto diversi manifesti appesi un po' in giro per il castello. Gliene aveva parlato anche il ragazzetto Corvonero conosciuto qualche giorno prima, quello dal nome strambo che non ricordava assolutamente. Alla fine ci aveva pensato su e dopo attente riflessioni (che di attento non avevano assolutamente nulla!) aveva deciso di fare un salto per vedere di cosa si trattasse. Ovviamente non si era minimamente organizzata e aveva finito per perdere la strada due o tre volte, nel mentre aveva incontrato Pix che, venuto misteriosamente a conoscenza del fatto che stesse scrivendo un articolo su di lui, aveva finito per lagnarsi due ore di volere un'intervista seria. Ci era voluto del tempo prima che Alice riuscisse a liberarsi di lui, ma come al solito, nonostante la vena dispettosa del caro vecchio poltergeist, Alice aveva finito per riderci su. Faceva ormai parecchio caldo, le giornate di Maggio avevano preparato il terreno per delle bellissime passeggiate in giardino e entusiasmanti avventure estive, per questo forse aveva le gambe e le braccia martoriate, ginocchia sbucciate in tutti i modi possibili, graffi e lividi sparsi manco fosse stata spinta giù dalle scale. Il tutto era sapientemente camuffato da jeans larghi a vita alta ed una maglietta a mezze maniche a righe, uno stile semplice e sportivo come piaceva a lei, senza troppi fronzoli inutili. I lunghi capelli rossi erano lasciati sciolti sulle spalle, un po' arricciati ed indomiti come al solito. Le guance le si erano arrossate per la corsa che aveva dovuto fare per cercare di non arrivare in ritardo mentre i due grandi occhi azzurro cielo vispi sembrano più felici che mai di buttarsi in qualcosa di completamente nuovo. Alice era sicura di sé, come al solito, per nulla imbarazzata e piuttosto effervescente, per cui non si fece troppi problemi nell'aprire la porta della stanza senza, catapultandosi all'interno della sala davanti agli occhi di tutti i presenti. Chiaramente in ritardo. Un gran sorriso le si formò sul volto, illuminandole il visino dall'espressione un po' dispettosa <<ahm salve a tutti! Scusate il ritardo ma Pix....beh insomma, sapete com'è fatto. >> andò a roteare gli occhi in maniera tragicomica, con un sorrisetto tenuto sotto i baffi, poi fece qualche passo in avanti avvicinandosi a Leah, che se non aveva capito male doveva essere la direttrice di quel club, cercando il suo sguardo e indicando con il braccio la lista appesa alla porta << Non credo di essere sulla lista ma avevo pensato di venire a dare un'occhiata se per voi non è un problem---Oh ma che figata! >> disse, poi interrompendosi da sola e accorgendosi solo ora di come era stata adibita la sala, con vari strumenti posizionati negli angoli, scorse lo sguardo su coloro che erano già presenti e fece un grosso sorriso ad Oliver, accompagnandolo con tanto di mano slanciata a mezz'aria << Ehi Oliver! >> si sentiva felice ed entusiasmata e se Leah le avesse fatto anche solo un cenno di approvazione avrebbe finito per andare a salutare anche gli altri presenti, tra i quali riconosceva sicuramente Jaehaerys e Siri che aveva visto una volta in corridoio. Chiaramente non ricordava il nome di entrambi, ma vabbè quello era un problema che si portava dietro ogni volta. Soprattutto con i nomi difficili << Ah sì prima che mi dimentichi, io solo Alice. Alice Wagner! >> fece una specie di saluto generale e andò a posizionarsi in uno degli sgabelli liberi circa a metà, un po' dove si trovava Oliver. C'erano ancora volti come quello di Helena e Lyvie che non conosceva e sembrava anche abbastanza curiosa, soffermò lo sguardo su entrambe per qualche secondo
Chissà se in pochi secondi avrebbero iniziato a ballare sui banchi, era una opzione che non escludeva. E poi quella era Hogwarts dopotutto! Magari avrebbero finito per far levitare oggetti a mezz'aria come Merlino nella spada della roccia. La sua fantasia viaggiava già troppo veloce, ma Alice non poteva far niente per fermarla, le nuove esperienze erano sempre così entusiasmanti!


Giuls || © harrypotter.it

 
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Leah‚
view post Posted on 9/6/2020, 19:00







Si era appena seduta, quando la porta si aprì. Leah ebbe, suo malgrado, un sussulto.
"Helen," pensò.
Fin da quando aveva visto il suo nome scritto sulla lista si era chiesta come sarebbe stato, rivederla. Ogni tanto faceva una comparsata in Sala Comune, ma erano sempre momenti brevi, in cui la ragazza scivolava via tra i compagni per sparire in Dormitorio o fuori dalla stanza. Leah non ci aveva più parlato, non dopo qualche scambio superficiale al Club, l'anno precedente. Deglutì nervosa, lasciandosi andare però anche a un sorriso amichevole.
Helen sembrava impacciata almeno quanto lei, e questo la rassicurò, almeno in parte. Non le sembrava avesse voglia di discutere o litigare o avanzare pretese. Era stata molto sulle sue, dal suo rientro. Chissà se sapeva di lei ed Oliver. Chissà se provava, a quel pensiero, la stessa ondata di insicurezza, gelosia e senso di inferiorità che aveva vissuto lei, mesi prima, in quella stessa stanza
La voce di Helen, un po' titubante, irruppe tra i suoi pensieri.
- C-Ciao ... Spero di non ... non essere troppo in anticipo. B-Bello come è stato riorganizzato. -
- Grazie, - replicò Leah con un sorriso, alzandosi in piedi, rassicurata dall'approccio gentile della ragazza. - Mi sembra molto più... informale di prima, non trovi? Meno austero e più accogliente. Più... creativo! -
Allargò un braccio, come ad indicare gli spazi più ampi e le novità aggiunte. Non erano in molti a conoscere l'aula di musica del Club precedente, era contenta che Helen avesse notato e apprezzato le novità.
- Vado a sedermi, - aveva detto la ragazza.
- Ma certo, accomodati dove preferisci! Non sei troppo in anticipo, a momenti arriveranno di sicuro tutti gli altri! Se vuoi c'è della limonata fresca, - propose indicando il tavolino.

Non erano trascorsi che pochi minuti, che dalla porta fecero capolino tre persone.
Sembravano conoscersi, e Leah era contenta all'idea che avessero deciso di iscriversi insieme. Si avvicinò loro per dare il benvenuto.
- Ciao, ben arrivati! Io sono Leah, ho messo io l'annuncio per il Club. Date pure un'occhiata in giro finchè non arrivano gli altri! -
La ragazzina dai capelli biondo cenere l'aveva intravista in Sala Comune, forse, ed era molto graziosa. Sembrava nervosa, almeno a giudicare da come tormentava la tracolla. L'altra ragazza appariva un po' più sicura di sè, con i lunghi capelli castani sciolti sulle spalle. Il ragazzo che le accompagnava era biondo e aveva occhi chiari di un azzurro molto particolare e a quanto pareva era il famoso ragazzo dal nome impronunciabile.
Leah cercò di fare attenzione al modo in cui si presentava, ma era piuttosto sicura che avrebbe pasticciato con le lettere la prima volta che l'avesse chiamato.
"Dunque, Siri, Lyvie e Jaehaerys," ripassò mentalmente, mentre i ragazzi entravano nell'aula e prendevano confidenza con lo spazio.
Una parte della sua mente le stava suonando un campanello d'allarme grande come la torre dell'orologio, che stava a significare: 'non hai ancora capito che enorme responsabilità ti sei presa', ma Leah lo mise a tacere con un impercettibile cenno del capo. Ce l'avrebbe fatta. Ci avrebbe messo del suo, e al resto ci avrebbe pensato la musica.
La porta si aprì e si chiuse, attirando la sua attenzione. La vista di Oliver la rasserenò immediatamente. Si avvicinò a lei con il suo passo elegante, i riccioli bruni scomposti, la figura familiare come non mai. Vide il suo sguardo sfuggire verso l'alto, lì dove Helen era ferma sui gradini e il cuore di Leah mancò un battito, riprendendo subito dopo a battere più velocemente. Chissà cosa stava passando nella sua mente. Chissà se rivederla, in quella stanza, in quell'occasione, stava risvegliando in lui quei sentimenti che la sua scomparsa aveva soffocato. Un istante più tardi sentì la mano di Oliver sul suo braccio e il suo profumo avvolgerla con la stessa delicatezza di un abbraccio.
- Buona fortuna, - le sussurrò.
E là dove prima c'era la sua mano, ora c'era un fiore giallo e nero, del colore dell'oro e del sole, che la riportava a tutto quello che c'era tra di loro, a tutto quello che avevano vissuto, tutto ciò che li legava. Strinse le dita attorno al gambo del fiore, infilando il girasole nella treccia che le scivolava su una spalla.
Si alzò in piedi e raggiunse lo spazio vuoto davanti alla platea.
- Bene, eccoci. Grazie a tutti di essere qui! - si rese conto che, una volta iniziato a parlare davanti agli altri, la cosa era molto meno spaventosa di quanto non fosse stata nei suoi pensieri. Prese un bel respiro e aprì la bocca per continuare, ma in quel momento la porta si aprì ancora.
Una ragazzina dai vivaci capelli rossi comparve, le guance rosse e gli occhi azzurri vivaci nel viso accaldato. Forse era Elizabeth? No, non le sembrava.
Infatti, un istante dopo, la ragazza annunciò di essere lì anche se non si era ancora iscritta. Anche se avesse avuto una benchè minima ritrosia all'accoglierla - cosa che Leah si guardava bene dall'avere - la sua espressione affascinata e stupita davanti alla stanza avrebbe fatto svanire ogni dubbio. La ragazza era davvero un tornado, perchè un minuto dopo aveva salutato Oliver e quello dopo ancora aveva preso posto presentandosi.
"Alice. Okay," pensò Leah, ripassando mentalmente nomi e volti.
Poi battè le mani, entusiasta all'idea di cominciare.
- Okay. Possiamo iniziare, che ne dite? Magari qualcuno arriverà ancora, ma abbiamo tante cose belle da fare e il tempo corre in fretta! - si guardò intorno dedicando a tutti un sorriso, uno alla volta. Da Helen ad Alice, passando per Lyvie, Siri e Jaehaerys. E ovviamente Oliver.
- Io sono Leah e sono davvero felice di vedervi qui! Non voglio annoiarvi parlandomi di me, ma mi piacerebbe che potessimo conoscerci meglio, per cominciare. Penso che siamo tutti un po' in imbarazzo, però la musica potrà darci una mano. Per cui direi che lascio a voi la parola. Potete raccontarci qualcosa di voi, oppure... scendere e lasciare parlare la musica! Potete chiedere al Grammofono di suonare qualcosa per voi, se avete bisogno di accompagnamento. - disse, accennando all'oggetto accanto ai gradini. - Scegliete pure una canzone che vi piace, che vi rappresenti... quello che volete! È il vostro spazio, il vostro momento! -
Si spostò verso i gradini, sedendosi su quello più in basso, con una gamba piegata sotto di sè, in modo da poterli guardare tutti anche da lì.
Se nessuno avesse avuto il coraggio di iniziare, sapeva che sarebbe toccato a lei. Lo stomaco si annodò bruscamente, e Leah scrollò i capelli. Quell'anno si era detta che avrebbe smesso di avere paura, almeno in quella stanza. Restò per un secondo in attesa, sperando comunque che qualcuno avrebbe fatto un passo avanti e avrebbe rotto il ghiaccio.





O.T.: Grazie di essere arrivati! Esibitevi come meglio crede, sulla musica che meglio credete, nel modo che preferite. E se non volete esibirvi, potete presentarvi normalmente! c:
 
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view post Posted on 12/6/2020, 16:32
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HELENScheda


yoWYZE

tassorosso

Era arrivata per prima. Sperava di non essere la prima, ma il fato decide spesso contro le aspettative. Subito dopo di lei cominciarono ad arrivare altri ragazzi, tutte facce nuove. - Salve. Mi ... mi chiamo Helen - si presentò ai suoi nuovi compagni di avventura. E poi arrivò lui, Oliver. Helen non si aspettava la sua presenza; sì sapeva che amava la musica, ma non le era venuto in mente che potesse esserci anche lui. Lo stare lontano da tutti le stava facendo dimenticare anche l'esistenza degli altri e delle loro scelte e decisioni. A vederlo provò sentimenti contrastanti, sopratutto quando diede una rosa a Leah. Provò da un lato un senso di gelosia nel vedere il ragazzo dare alla compagna Tassorosso quei sorrisi che regalava solo a lei, dall'altro provò un senso di sollievo nel vedere che il ragazzo comunque era riuscito ad andare oltre nonostante la ferita che gli aveva procurato. Salutò il Grifondoro con un sorriso timido, né una parola né altro gesto. Non si sentiva pronta.

Dopo l'arrivo di quei pochi ragazzi che avevano aderito al club - Helen avrebbe detto che erano anche troppi per il suo rientro in società - il primo incontro prese il LA di inizio. Leah aveva proposto di rompere il ghiaccio, cantando una canzone, chiedendo chi volesse offrirsi. Helen cominciò a guardarsi intorno, sembravano tutti timidi. - Provò io! - disse alzandosi in piedi. Si sorprese lei stessa di quella decisione, voleva stare in mezzo agli altri ma guardarli da fuori, almeno per i primi minuti, ma il subconscio era di tutt'altro avviso. *Non posso più tirarmi indietro ora, non sarebbe carino*.
Rivolse uno sguardo a Leah, come per chiederle il permesso a procedere discese dal suo posto sulla scalinata e raggiunse la parte del palco, dove c'era il microfono. Cercava di non guardare gli altri, non voleva bloccarsi. Aveva già cantato in pubblico; ancora ricordava quando avevano messo in lo spettacolo sulla storia dello Stregone dal cuore Peloso, sempre con il club di musica, ma quel giorno si sentiva meno sicura. Non voleva lasciare che gli sguardi degli altri potessero influenzarla, già era sul punto di scappare.
Chiuse per qualche minuto gli occhi e pensò alla canzone da cantare, ci mise un po' a decidere ma alla fine trovò quella che le sembrò la canzone giusta per lei. Incantò il Grammofono affinché suonasse la base e cominciò la sua esibizione.




Finita la canzone, alzò lo sguardo verso i suoi compagni, sperava di essergli piaciuta. Magari avrebbe dovuto studiare meglio le tecniche di canto, ma non era stonata, o quanto meno sperava di non aver stonato in quel momento.
Grazie! - Li ringraziò per averla ascoltata, e poi si diresse di nuovo al suo posto, aspettando e sperando che magari anche qualcun'altro si sarebbe fatto avanti



Oliver harrypotter.it



Mi immolo come agnello sacrificale e apro le danze. Helen canta la canzone di Francesca Michielin - Nessun grado di separazione, Spero si senta il video di YouTube
 
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Leah‚
view post Posted on 24/6/2020, 10:28







Il timore di essere costretta a fare il primo passo svanì quando una voce si alzò dal fondo delle gradinate. Helen si era alzata in piedi e non dimostrando nessuna esitazione scese i gradini e si fermò al centro dello spazio, fermandosi qualche secondo in silenzio ad occhi chiusi. Nell'aula non volava una mosca, il chiasso del giardino schermato dall'incantesimo che la insonorizzava.
Helen si avvicinò al Grammofono, lo sfiorò e un sottofondo musicale si allargò nella stanza. La ragazza si fermò al centro dello spazio, prendendo uno dei microfoni con asta appoggiati poco lontano.

Quando iniziò a cantare, Leah si rese conto che non ricordava quanto Helen fosse brava. La sua voce era dolce, delicata e melodiosa. Non si perdeva in gorgheggi e virtuosismi e arrivava dritta al punto. Si ritrovò dietro le quinte di un musical di Halloween, a guardarla tenere il palco da sola con tutta la sua elegante dolcezza. La canzone stessa le parlava di lei. Di un distacco avuto dal mondo e di un riavvicinamento, di una voglia di tornare a infrangere le barriere e a riavvicinarsi al mondo e a quanti lo abitavano. Un velo di pelle d'oca le accarezzò le braccia mentre l'intensità di quel messaggio la avvolgeva come solo la musica sapeva fare.

La musica sfumò e Helen tacque. Ringraziò e fece per tornare al suo posto, ma Leah si alzò in piedi. Era rimasta così piacevolmente scossa da quell'esibizione che sentiva di dover dire qualcosa.
- Grazie a te! - Esclamò. - Grazie per aver rotto il ghiaccio, naturalmente, ma grazie anche per questa canzone... è stata veramente intensa, e tu hai un talento innegabile! -
Le si avvicinò di un passo, trattenendo l'istinto di stringerle un braccio per accorciare ancora la distanza. Forse Helen non avrebbe apprezzato. Si limitò a stringere le mani l'una nell'altra.
- Vuoi dirci qualcosa di te? Anche se credo che questa canzone, tra lo stile e le parole, abbia raccontato già tante cose, - aggiunse con un sorriso sincero.

Diede ad Helen il tempo di rispondere, poi si voltò verso gli altri.
- C'è qualcun altro che vorrebbe cantare? Potete mettervi d'accordo e scegliere una canzone comune, se vi va! Abbiamo anche degli utilissimi pasticcini che possono autarvi con le parole, se non le conoscete. Oppure ci sono i cari vecchi spartiti! - Esclamò accennando agli scaffali alle sue spalle, dove i ragazzi avrebbero potuto trovare testi e musica di tutte le canzoni più famose del mondo magico e non.
- Se invece vi sentite troppo timidi per iniziare magari possiamo provare a cantare qualcosa tutti insieme. Ditemi voi cosa preferite! - Propose infine.
Anche lei si sarebbe vergognata mortalmente di scendere e cantare davanti a tutti, perciò le era balenata nella mente quell'idea. Magari Oliver poteva proporre una canzone adatta al momento e potevano cantare tutti insieme. Sarebbe stato un buon modo per fare gruppo!





O.T.: per chi ha voglia di esibirsi in assolo, è questo il momento! Se non volete cantare potete anche raccontare qualcosa di voi senza musica, per esibirsi c'è sempre tempo!
Avete tempo per rispondere fino al 30/06, poi Leah proporrà una esibizione di gruppo per tutti insieme!
 
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view post Posted on 26/6/2020, 14:05
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Siri
Jensen
«Se si guarda troppo fisso una stella, si perde di vista il firmamento.»

► Mood: Timidezza ► Età: 11 ► Ruolo: Studentessa ► Outfit: Abiti quotidiani

Sembrava di sentirsi di troppo, ancora una volta e persistente nella sua mente complessata e fin troppo "normale" in quel gruppo di dotati maghi. Diciamo che il timore verso le persone più grandi di lei, lo aveva sempre percepito e l'insegnamento base dei suoi genitori "rispetta i più grandi, perché da loro puoi imparare", la portava quasi sempre a sentirsi in soggezione. A quell'appuntamento di presentazione, oltre a Lyvie e Jaehaerys, non conosceva nessun altro, un po' di vista magari Helen e Leah, ma non poteva basare tutto sullo sguardo e di certo non poteva usarla come scudo. Siri doveva ammetterlo, prima o poi avrebbe dovuto fare esperienze nuove, conoscere gente nuova, non poteva restare in quel suo angolino a stringere forte la cintura della tracolla. La canzone di Helen l'aveva scossa interiormente, non solo era brava a cantare, ma anche a trasmettere i suoi sentimenti, probabilmente era la magia della musica, nulla a che vedere con quella che si studiava ad Hogwarts. La musica, un elemento così misterioso e così potente, in grado di mettere di buon umore o viceversa, spaventare, in un modo così unico e raro che tutt'ora lei stessa non sapeva dare un'ottima spiegazione. Sul finale della canzone, Siri aveva già compreso che al prossimo turno o anche quello più in là, sarebbe arrivato il suo. Fortunatamente, l'incontro con il corvetto bianco, l'aveva portata a comprendere e conoscere i suoi piani. Voleva cantare una canzone, il ragazzo, ma voleva farlo con l'aiuto di Siri, ovviamente non sapeva che all'aggiunta c'era anche Lyvie, ma quella era un anfratto secondario che non cambiava poi tanto il succo della questione. Suonare insieme, come un gruppo, un trio per l'esattezza. L'esperienza di Siri risiedeva nella chitarra, ma non era così tanto fantasmagorica, semplicemente sapeva cavarsela, in quell'esibizione pensava bastasse, di certo non era un Clapton in versione femminile e minorile, ma poteva cacciare fuori il suo "enorme" bagaglio culturale sulla musica. Il libro che il ragazzo le aveva dato conteneva degli spartiti, non sapeva se li aveva scritti Jaehaerys o se li avesse presi da qualche parte, era presente anche il testo al disopra delle note e sulla prima pagina, il titolo, esso si ripeteva in piccolo all'apice delle pagine. Quello che le importava erano le note, la canzone non sembrava esser difficile, ma di certo non sapeva come fare. L'aula non sembrava possedere una qualche chitarra, se ovviamente si portava ad escludere quella di Oliver e di certo non aveva abbastanza coraggio in corpo da chiedere al ragazzo di prestarle il suo strumento. Come fare? Scappare era l'ipotesi più concreta, tipo inventarsi un'ottima scusa "Mi sono ricordata sol ora di aver lasciato a bollire il decotto al dittamo", perché non crederle, insomma, chi non si dimentica delle cose? No non sarebbe andata, magari qualcosa di meno scontato, ma scappare ora, anche davanti ai suoi amici, non l'avrebbe messa poi in buona luce, in un futuro in cui sarebbero rimasti ancora con lei, ovvio. Doveva farsi coraggio. Dopo l'esibizione di Helen, la ragazza guardò Jaehaerys, cercando un qualche cenno, un movimento del viso strano, insomma ogni piccolo dettaglio che avrebbe potuto aiutarla a comprendere quando alzarsi per raggiungere il palco. Non appena il giovane le avesse fatto capire, Siri si sarebbe diretta verso la zona dove Helen aveva appena conclusa la sua esibizione, raggiungendo però prima Oliver.
«So che non ci conosciamo, non tanto bene almeno...volevo però chiederti un favore, solo uno, il quale mi aiuterà per questa esibizione.» avete presente una classica scena di una figlia che va vicino al padre per chiederle dei soldi? Ecco era quella. «Potresti...» si guardò le mani, leggermente colta dalla timidezza di parlare con una persona più grande di lei e cercò di non svenire lì. «Potresti prestarmi la tua chitarra, per questa nostra esibizione? Non ho uno strumento di mio, dovrei procurarmelo e non mi aspettavo di doverlo portare fin dall'inizio...se per te ci sono problemi, allora ti chiedo scusa e beh, fingi che questa conversazione non sia mai accaduta.» era così petulante certe volte che se qualcuno l'avesse picchiata, un coro di applausi finti sarebbe partito al colpevole del misfatto. Tralasciando questo dettaglio, non si sa per quale grazia divina, Oliver accettò la richiesta della giovane e Siri sembrava svenire al solo pensiero di avercela fatta. Se fosse esistito l'incantesimo "aguazuccherarum", l'avrebbe usato, visto che non si sentiva più le gambe dall'imbarazzo. Si portò alla sinistra di Jaehaerys, cercando di non muoversi troppo con lo strumento, dopodiché lo poggiò a terra con delicatezza, così da potersi togliere la borsa a tracolla e stare tranquillamente più libera. In seguito piazzò il libro con lo spartito sul leggio, così da avere un buon modo per poterlo vedere e avere le mani libere per suonare. Riprese lo strumento musicale, gentilmente offerto dalla Oliver&Co. e ancor prima che Jaehaerys avesse dato un cenno per partire, la ragazza intonò alcune note iniziali del brano, fermandosi poi leggermente sorpresa. Aveva ricevuto su di sé gli sguardi del duo, sia della voce principale che della percussionista, comprendendo che non era andata a tempo con gli altri e dovette sentirsi quello sguardo come se fosse una sgridata, sospirando leggermente scostata. Si slegò i capelli, così da non sentirsi completamente il peso addosso. «Scusatemi, ero sovrappensiero. Cercherò di rimediare.» l'incoraggiamento finale di Jaehaerys, prima del grande debutto dinanzi ai personaggi lì radunati quel giorno, le fece sobbalzare il cuore e l'aiutò non poco a concentrarsi. Al suo "tre!", iniziarono a suonare, partì la batteria e a seguito si unì con essa, suonando la sua parte, seguendo alla lettera ogni nota che i suoi occhi leggevano. Le sue dita si muovevano rapidamente tra le corda della chitarra di Oliver, riusciva a trovare una certa comodità con essa, quasi a percepirla del tutto, sembrava esser entrata in simbiosi. L'intera canzone andò avanti senza intoppi, dove i vari assoli di chitarra e batteria vennero portati con gran facilità e silenzio da parte della voce principale. L'interpretazione musicale durò al massimo 6 minuti, anche se per Siri sembrò essere infinita, se non lunga quanto l'intera vita, ritrovò in quello spettacolo una sorta di pace interiore, dove potersi rifugiare, anche se per poco e stare in compagnia di una sé stessa migliore, dove l'insicurezze e le paure, svanirono completamente. Concluso il tutto, la giovane ragazza riportò al diretto interessato lo strumento musicale, ringraziandolo anche più volte per la generosa offerta, tornando a sedere, subito dopo aver ripreso la sua tracolla e il libretto offerto, alcuni giorni prima, dal corvetto.

 
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view post Posted on 26/6/2020, 14:09
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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11 anni • studentessa • I anno • Serpeverde • Scheda


All'interno dell'Auditorium non erano presenti poi così tante persone ma, con il trio di primini di cui anche lei faceva parte, la stanza sembrò riempirsi gradualmente. Certo, avrebbe voluto sapere che si sarebbe ritrovata in un trio ancor prima di quella giornata e, per tale motivo, ce l'aveva ancora abbastanza con Jaehaerys. Perché non le aveva detto niente? Non poteva esserselo dimenticato... Gliel'avrebbe fatta pagare cara.
Ben presto l'Auditorium prese ad affollarsi più di quanto si fosse aspettata, e così le iridi verdi di Lyvie non poterono che soffermarsi su Oliver, che non conosceva, e poi su Alice. Di quest'ultima, poteva dire di averla vista in giro anche se solo vagamente. Guardò tutti i presenti nella stanza con fare inevitabilmente curioso, analizzando la situazione attorno a sé: una ragazza che non conosceva li accolse e, così, la giovane Serpeverde le sorrise contenta, contenta di intraprendere la nuova avventura che quel castello stava offrendole. Andò quindi ad accomodarsi accanto a Jaehaerys, quando Leah parlò e allora tutta l'attenzione di Lyvie si spostò su di lei. L'idea di parlare davanti a tutti non la turbava, dato che non era poi così timida, bensì esibirsi poteva metterla un po' più in imbarazzo. Di certo aveva intenzione di mettere mani sulla batteria, ma non era poi così brava. Un senso di imbarazzo la prese, poiché di certo non aveva mai suonato davanti a qualcuno. Era la sua primissima volta, effettivamente.
Jaehaerys l'aveva aiutata prestandole un libro e degli spartiti con cui ebbe modo di esercitarsi un po', prima di quel giorno. E si era davvero esercitata, si era impegnata, ma ora che doveva farlo... Quasi voleva tirarsi indietro. Tutto sembrò tornare: come avrebbe potuto eseguire una canzone del genere, da sola con Jaehaerys e senza l'accompagnamento di un terzo strumento, di una chitarra? Almeno, ci aveva pensato lui ad invitare la Tassorosso. Insieme, potevano mettere su qualcosa di davvero carino: migliorabile di certo, ma carino. Avrebbe potuto anche perdonarlo, in fondo… Avrebbe valutato a breve.
La prima ad esibirsi fu Helen, Lyvie non poté fare a meno di ringraziarla mentalmente per aver rotto il ghiaccio in quella maniera. La canzone che scelse fu estremamente personale, così personale da farle percepire dei brividi in ogni dove, anche a causa della sua voce: quanto avrebbe voluto essere intonata come lei. Fu solo alla fine della sua esibizione che bastò uno sguardo verso il Corvonero accanto a sé a farla alzare dal proprio posto: se non l'avesse fatto in quel momento, non l'avrebbe fatto più. Si disse che doveva farlo, anche per superare la propria paura di non riuscire al meglio. Vide Siri recuperare la chitarra di Oliver, mentre lei si posizionava comodamente seduta dietro la postazione delle percussioni, afferrando le bacchette: una quasi le cadde a terra dal nervosismo provato, ma per fortuna riuscì ad acciuffarla in tempo. Avvampò inevitabilmente sulle gote, sperando che nessuno avesse visto, mentre restava dietro gli altri due membri di quella piccola band, attendendo l'attacco di Jaehaerys.
Fu allora che Siri andò fuori tempo nella maniera più inaspettata e così le iridi verdi di Lyvie la squadrarono piuttosto male, quando roteò gli occhi stessi al soffitto in un'espressione esasperata. Non disse niente, di certo non voleva appesantire quella situazione con i suoi soliti commenti pungenti, anche perché si sentiva in ansia quanto lei. Bensì si concentrò sul biondino Corvonero, alternando lo sguardo tra esso e lo spartito che aveva di fronte – che includeva titolo e testo della canzone -, per puro fattore di sicurezza: se non fosse stato davanti ai propri occhi, l'ansia l'avrebbe colta inevitabilmente e anche di più. Fu ancora una volta che il biondino prese in mano la situazione, incoraggiando entrambe a dare il meglio. Il suo discorso riuscì a darle il coraggio che le mancava in quel momento, così Lyvie gli sorrise in maniera eloquente:


« Facciamolo. » replicò senza esitare un attimo, annuendo come per volersi convincere ulteriormente di potercela fare.
E così al suo "tre!" partì con decisione, sentendo gli strumenti e la voce di Jaehaerys unirsi per dare vita ad una melodia che fino a quel momento avevano solo provato singolarmente. Non avrebbe mai immaginato di provare quel mix di emozioni, di entusiasmo misto anche all’eccitazione del momento, che la portò ben presto a sciogliersi e a unirsi completamente alla batteria che aveva sotto le mani, di cui aveva il totale controllo. Se prima pensava di non potercela fare, ora sorrideva soddisfatta, fiera di se stessa e fiera di quell'esibizione che - lo sapeva - li avrebbe uniti maggiormente. Percepiva un attaccamento particolare al brano scelto, una parte di sé non poté che pensare alla situazione che aveva con suo padre, di cui non aveva notizie da anni ormai. L’idea che fosse andato via per sempre le aveva sfiorato la mente, eppure una parte di sé ha sempre desiderato di vederlo tornare, di riaverlo nella propria vita.
La loro performance sembrò durare davvero poco per quanto travolgente, ma ben quattro minuti passarono dal suo inizio. Alla sua fine, con i capelli quasi completamente spettinati per quanto avesse scosso più volte il capo a ritmo di musica, spuntò un'espressione compiaciuta a dir poco sul suo volto e così Lyvie sorrise complice ad entrambi, esitando qualche attimo prima di alzarsi per tornare al suo posto con una nuova consapevolezza: si sentiva invincibile, niente poteva spezzare il suo spirito in quegli attimi.


PS: 101 • PM: 50 • PC: 50 • EXP: 1


 
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view post Posted on 26/6/2020, 14:13
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Primo del suo nome, Re degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Lord dei Sette Regni e Protettore del Reame.

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Leah, Helen e Oliver erano già presenti nell'auditorium quando il trio giunse nell'Auditorium; l'atmosfera pareva essere abbastanza rilassata ed il giovane Corvonero non vedeva l'ora di dare il via alle danze. Aveva atteso un bel po' l'arrivo dell'incontro e malgrado le ansie iniziali, ritrovarsi finalmente lì non fece altro che alimentare la sua curiosità riguardo ciò che avrebbe potuto imparare e soprattutto riguardo ciò che avrebbero fatto tutti insieme. Fino a quel momento riusciva a trovare un unico lato negativo: lo sguardo di Lyvie. Era palesemente arrabbiata, ed un po' riusciva a comprenderla, ma il suo tener nascosto l'invito a Siri era necessario per evitare possibili ultimatum. L'idea che la Serpeverde potesse voler condividere quel momento unicamente con lui non gli aveva proprio sfiorato la mente e probabilmente non era neanche così; d'altro canto l'aveva fatto anche per poter includere Siri, che spesso vedeva fin troppo isolata e dopo il loro primo incontro in biblioteca non gli andava giù di vederla così. Poco dopo il loro arrivo, giunse anche Alice, la Rossa dei Grifondoro che aveva incontrato qualche giorno prima, sempre in biblioteca e con cui aveva condiviso un'avventura alquanto divertente. La salutò con un cenno della mano, dopodiché prese posto a sedere.
Benché si trovassero lì proprio per cantare, l'invito di Leah un po' lo intimorì. Aveva cantato di fronte ad Alice, anche scatenandosi, senza troppi problemi, soprattutto a causa dell'adrenalina, si era lasciato trasportare come gli capitava poche volte. Ma rompere il ghiaccio non era affatto da lui, almeno non in quel contesto. Fu un vero sollievo quando Helen si offrì di essere la prima, una sorta di vittima sacrificale; un gesto che venne accolto con un profondo e silente ringraziamento.
Si esibì in una canzone molto intima, che perfettamente si adattava alla sua voce e riusciva a restituire gran parte delle emozioni che stava provando durante quegli istanti. Dolce e diretta, profonda al punto da costringere Jaehaerys a chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da quella melodia; neanche per un istante provò ad immedesimarsi in quello che Helen stava cantando o provando, preferendo "assistere" a quello spettacolo.
Al termine di quell'esibizione non poté che ringraziare a sua volta la cantante con un energetico e sentito applauso. Purtroppo per lui, quell'esibizione non solo l'aveva fatto stare bene, ma l'aveva anche intimorito: sarebbe stato all'altezza della bravura degli altri?
E' qualcosa a cui non avrebbe dovuto pensare, dopotutto non stavano facendo una competizione, ma non voleva essere da meno, voleva poter raccontare una storia altrettanto affascinante. Per qualche istante pensò di lasciar andare qualcun altro avanti, ma gli sguardi di Siri prima e di Lyvie dopo, lo aiutarono a ritrovare la determinazione.


*Che importa se non sarò altrettanto bravo! C'è ancora tempo per migliorarsi, questo è il momento di mettere in gioco tutto ciò che sì va. Ha detto bene Leah, questa è una presentazione... è tempo di far vedere a tutti chi sono Jaehaerys Lyvie e Siri, e di cosa sono capaci!*

E' arrivato il nostro turno!

Disse a bassa voce, il modo che solo le due amiche riuscissero a sentirlo. Siri si diresse verso Oliver e da quello che il giovane riuscì a capire, lo fece per farsi prestare la chitarra, mentre Lyvie prese posto alla batteria. Entrambe sembravano parecchio nervose, dopotutto non avevano mai fatto alcuna prova: l'unico punto di riferimento che avevano era il libro e gli spartiti che il giovane aveva dato ad entrambe.

Andiamo noi, ci esibiremo insieme.

Annunciò agli altri, prima di prendere posto al microfono. Purtroppo non era ancora riuscito a procurarsi un basso tutto suo, quindi avrebbe unicamente cantato. Strinse con forza la base del microfono per scaricare tutta la tensione, fece un respiro profondo alla disperata ricerca della concentrazione necessaria per non sbagliare. Stava per incantare il grammofono in modo che suonasse le parti che loro tre non potevano fare, quando udì la chitarra iniziare a suonare prima tempo, per poi fermarsi improvvisamente.
Siri era partita fuori tempo. Un chiaro sintomo del nervosismo che in quel momento stava divagando nel trio. Il giovane scosse la testa ed indietreggiò verso l'amica, facendo cenno anche Lyvie di avvicinarsi. Era colpa sua se si trovavano in quella situazione, non avevano mai provato quella canzone a causa di un suo stupido timore e non poteva lasciare le due ragazze da sole, doveva farsi carico delle conseguenze delle sue decisione e riuscire a trarre il meglio da ciò che sarebbe accaduto. Paradossalmente quell'avvenimento gli diede la forza che apparentemente gli mancava, la determinazione necessaria a guidare le due come un vero frontman.


Hey, hey, non è successo nulla, tranquille. Ce la possiamo fare, so che siamo in grado di farlo. Non abbiamo mai suonato insieme, ma questo non farà altro che rendere ancora più magico e potente il momento. Possiamo sbagliare, non sarà un problema, seguite lo spartito e soprattutto... seguite voi stesse. Fate quello che vi sentite... dopotutto siamo qui per divertirci!
Bella mossa quella di sciogliersi i capelli Siri, vedrai che ora andrà meglio. Lyvie, mettici tutta la carica che hai, così quella batteria non vorrà essere suonata da nessun'altro che te. E' tempo di far partecipare tutti alla nostra parata!


Tese la mano verso le due amiche, aspettandosi che loro facessero lo stesso, sovrapponendole, il classico "rito" fatto per darsi la carica necessaria prima di un importante evento.
Si riposizionò dinanzi al microfono, incantò il grammofono ed alzando la mano destra al cielo iniziò a scandire il tempo prima dell'inizio con un conto alla rovescia.
3... 2... 1.




Le note del piano, suonate dal grammofono, segnarono l'inizio di quella "marcia". La voce di Jaehaerys si posò decisa su ogni nota, aumentando d'intensità con la crescita della tensione, fino ad arrivare al momento dell'urlato, con cui scaricò tutta l'energia accumulata, lasciandosi trasportare totalmente dalla melodia suonata. Staccò il microfono dalla staffa per poter cantare anche muovendosi, con maggior libertà, dando alla canzone l'interpretazione che meritava. Si sentiva quasi come una rockstar. Cantava per il suo pubblico, che incitava ad alzarsi con un gesto della mano; li invitava ad unirsi a loro, in quella parata magica. Quella canzone rappresentava una sorta di biglietto da visita, che scandiva la sua volontà di dimostrare quanto valesse e quanto fosse disposto a fare; il desiderio di trovare un luogo a cui appartenere, e che aveva trovato in Hogwarts.
Si muoveva al meglio delle sue possibilità, ma non era un ballerino, anzi, poteva sembrare anche scoordinato, ma si stava divertendo! Era possibile notarlo dalla sua espressione, il suo cuore scalpitava ed i suoi capelli erano più liberi e selvaggi che mai. Non voleva attirare tutta l'attenzione su di sé, anzi, fu ben felice di spostarsi verso le amiche nei momenti in cui i loro strumenti suonavano le parti predominanti della canzone, al fine di esaltarle, talvolta imitandone anche i movimenti per enfatizzarli.
Al termine della canzone prese posto dinanzi alla staffa e mise a posto il microfono, terminando la performance con un inchino, in concomitanza con l'ultima nota. Con il fiatone ed il sorriso sulle labbra, riprese posto a sedere.


Narrato ~ «Parlato» ~ *Pensato*

“ Improvvise. Adapt. Overcome. ”
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view post Posted on 27/6/2020, 09:48
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Alice Wagner

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High school Musical: Hogwarts version
EEra stata decisamente una buona idea decidere di andare a far un salto al club di musica, si stava già divertendo da morire! Dopo solo pochi minuti che aveva preso posto Leah iniziò a dare il via libero alle danze e la prima che ruppe il silenzio fu proprio Helen. Sembrava all'inizio stare molto a disagio, come se non si sentisse completamente se stessa, per questo forse se ne stava in un angolo in disparte. Con l'inizio della canzone sembrò sciogliersi e diventare quasi un'altra persona, era energica e trasmetteva moltissimi sentimenti. La tenerezza della sua voce, insieme alle note suadenti della canzone scelta fecero sorridere molto Alice, che finì per sentire tutte le sue emozioni. Aveva avuto fegato ad esporsi in quel modo ed una descrizione sincera era quella che la Rossa apprezzava di più in assoluto. Quando l'esibizione terminò finì in un applauso fragoroso aggiungendo anche un << Bravissima Helen!!!!>> facendole poi i pollici all'insù quando l'altra stava andando a rimettersi a sedere. La seconda esibizione vide come protagonisti Lyvie, Siri e Jaehaerys: un gruppo! Alice non poteva fermare il suo entusiasmo, lei ADORAVA i gruppi! Sembrava già riuscire a contenere a mala pena l'adrenalina mentre i tre si posizionavano per iniziare. Ci fu un momento di tensione, perché Siri sembrava aver sbagliato, ma niente di cui preoccuparsi, Alice cercò di incoraggiarla nel suo piccolo << Forza non è successo nulla!!! >> alla fine sembrarono ricominciare dopo poco e già alle prime note Alice riconobbe la canzone. La adorava! Jaehaerys cantava molto bene e questo lo sapeva già, però con la performance completa il tutto sembrava ancora più spettacolare. Sia Lyvie che Siri erano state molto brave ed erano riuscite a tirar fuori una melodia alle sue orecchie perfetta! Nonostante i tentennamenti iniziali le due presero poi il via, andando a migliorare. Non riuscì a smettere di tenere il tempo con i piedi e perdersi in qualche mossetta di danza sul posto, canticchiandola ovviamente nella mente e muovendo le labbra a tempo. Era incredibile cosa fossero riusciti a mettere in piedi! Alla fine dell'esibizione Alice fece fischi di apprezzamento, applaudi e urlo un << Cavoli ragazzi siete stati bravissimi!!! >> veramente sincero ed entusiasta. Le brillavano gli occhi ed era questa l'influenza che aveva la musica su di lei, la rendeva ancora più adrenalinica ed elettrizzante. Sentiva di volersi esibire anche lei, nonostante le due bellissime esibizioni precedenti, voleva presentarsi e cosa c'era di meglio che proporre un pezzo che aveva adorato da sempre, tanto da riprodurlo con la propria armonica? Prendeva lezioni da diversi anni ed era abituata a riadattare qualche pezzo a modo suo, chiaramente non era la migliore e doveva imparare ancora tantissime cose. La sua voce inoltre non era troppo adatta alle classiche ballad o ai musical, non era capace di avere quel controllo e intonazione perfetta. O almeno non ancora. Era però abbastanza sporca e un po' rock, adorava lo stile e anche il blues, dove poteva scatenarsi con l'armonica. Decise quindi di proporre un pezzo totalmente Blues in cui alternava anche un po' di voce, ma dove principalmente restava l'armonica in evidenza. Si alzò in piedi e si avvicinò al grammofono per selezionare la base sulla quale suonare, tirò poi fuori dalla tasca la sua piccola armonica portatile, speditale da casa. Niente di magico, un semplice strumento babbano. si avvicinò al microfono e lo abbassò di qualche tacca, fece un gran respiro. Non aveva paura o ansia, era solo dannamente felice di potersi esibire. Ora che il ghiaccio era stato rotto era più facile e di questo ringraziava totalmente Helen ed il trio precedente. Si schiarì la voce << Questa canzone è una delle mie preferite in assoluto, chiunque voglia unirsi è il ben venuto! >> finì in una risatina prima di prendere l'armonica tra le mani ed intonare la melodia iniziale. Adorava il modo in cui quello strumento riuscisse a ricostruire quei suoni bizzarri ed ovviamente tra un respiro e l'altro si avvicinava per cantare, con il suo timbro un po' graffiante. Non era una canzone difficile da cantare, era la parte musicale quella più complessa. Si lasciò andare, concentrandosi particolarmente nelle parti in cui doveva suonare. Era molto attiva e si lasciava andare a qualche passo di danza mentre suonava. Nei momenti di canto aveva un grosso sorriso dipinto in faccia, alternato alla concentrazione del respiro in quelli in cui suonava la sua armonica. L'emozione le aveva fatto fare qualche errorino, niente di cui preoccuparsi. Alla fine dell'esibizione riprendere l'armonica e se la infilò nella tasca, fece un goffo inchino e tornò a sedersi.


Giuls || © harrypotter.it



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La canzone suonata è questa >

L'adattamento questo >
 
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Leah‚
view post Posted on 5/8/2020, 21:35







Il terzetto che riempì il palcoscenico un momento più tardi aveva suscitato l'interesse e la curiosità di Leah fin dal suo arrivo. Tre amici di tre casate diverse, non poteva che essere una combinazione niente male!
Vide la ragazza di Serpeverde - "Lyvie", si rammentò - sedersi alla batteria, e quel gesto la fece mettere più dritta, seduta sul gradino dove si trovava: nel Wizard Voice dell'anno precedente si era parlato soprattutto di musica classica e aveva sentito la mancanza di un po' di ritmo... una batterista avrebbe dato davvero uno spirito nuovo al gruppo! Jaehaerys diede indicazioni al grammofono, ma prima che la musica iniziasse, la deliziosa Tassorosso alla chitarra si lanciò in un attacco. Le sue mani e il suo viso tradivano la sua emozione, e perfino quella falsa partenza fece sorridere Leah: quell'emozione era parte integrante della musica e di tutto ciò che le faceva amare la musica così tanto. La cosa che le piacque ancora di più fu il gesto di unione e complicità che Jaehaerys scelse per ricominciare: ricordare loro che erano un gruppo. Li conosceva da un'ora, poco più, eppure Leah sentiva già una connessione con loro. C'era qualcosa di comune, come l'armonia tra strumenti musicali diversi che suonano la stessa aria.

La canzone che avevano scelto era ritmata e viva, lo testimoniava l'energia di Jaehaerys mentre cantava, con il microfono in mano e l'emozione che gli scorreva nelle vene e lo faceva improvvisare passi di danza al centro della stanza. Si vedeva nella scatenata Lyvie, che teneva il tempo con il capo e con le mani e che faceva vibrare timpani e grancasse con tutto l'entusiasmo di chi dà il ritmo all'intera band. E poi c'era Siri, che più suonava più sembrava scivolare in uno stato di pace e serenità, ben lontano dal nervosismo che le aveva fatto tremare le mani sulle corde della chitarra.
L'energia era così contagiosa che Leah teneva il tempo con un piede e ascoltava la canzone rapita dal suo ritmo e dalla sua coinvolgente musicalità. Scoccò uno sguardo ad Oliver, che aveva prestato la sua chitarra a Siri senza battere ciglio, e sperò che si stesse divertendo almeno quanto lei.
Quando la musica finì, il suo applauso fu sincero e accorato almeno quanto l'esibizione era stata entusiasmante.
- Per tutti i troll, avete una energia eccezionale! - esclamò alzandosi in piedi con gli occhi che brillavano mentre gli altri ritornavano ai loro posti. - Una esibizione incredibile, complimenti! -

Non aveva ancora finito di stupirsi con quel brano, quando Alice scese al suo posto davanti a tutti loro, armata solo di una armonica e della sua voce. La canzone che aveva scelto era coinvolgente e orecchiabile, di un genere davvero molto diverso dai precedenti ma altrettanto ricercata. La combinazione tra la musicalità dell'armonica, un po' soffiata e un po' melodica, e quella della voce di Alice davano uno stile tutto suo a una canzone che doveva essere già di base molto particolare, Leah riusciva a intuirlo anche se non conosceva il brano originale. Ma anche l'avesse conosciuto, era certa che non sarebbe scesa a incrinare con la sua presenza l'equilibrio di suoni che Alice stava costruendo una nota alla volta. Il suo volto era così raggiante che era difficile non sentire dentro la gioia che anche lei doveva stare provando in quel momento.
Ascoltò l'esibizione rapita dalla magia della musica, rimanendo in uno stato di emozione e coinvolgimento per un secondo anche quando Alice si inchinò e tornò al suo posto.

Si affrettò a schiarirsi la gola, lisciò le pieghe della gonna e poi si alzò in piedi.
- Beh, caspita. Abbiamo avuto un'apertura niente male, non trovate? Insomma, abbiamo una cantante di ballad - disse scoccando un sorriso ad Helen, - una rock band - disse sorridendo Lyvie, Jaehaerys e Siri - e una musicista fuori dal comune. Sei bravissima a suonare l'armonica, mi devi insegnare qualcosa! - aggiunse diretta ad Alice. La sua armonica rallegrante giaceva in fondo alla tracolla troppo spesso per mancanza di imperizia, e quella esibizione le aveva fatto tornare al volia di imparare a usarla.
Il tempo stava scorrendo e Leah voleva fare due chiacchiere con gli altri prima di dover dichiarare concluso l'incontro.
- Siccome abbiamo riempito il tempo e l'auditorium con questa buona musica, dovremo rimandare la nostra esibizione di gruppo alla prossima volta... ma mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con voi, se vi va. Abbiamo limonata per tutti e un po' di tempo! -
Li invitò ad avvicinarsi al tavolo, riempiendo tutti i bicchieri e sperando di riuscire a dare loro un po' di tempo per parlarsi e conoscersi meglio.
Era davvero felice di aver deciso di riprendere le fila di quel gruppo, era bello stare di nuovo tra persone che amavano la musica e che provavano come lei quel brivido e quell'emozione ogni volta che avvertivano l'incipit di un brano che conoscevano.





O.T.: è stato un mese da incubo, off-GdR, e vi ringrazio per la vostra pazienza. Viste le tempistiche direi che abbiamo tempo per qualche chiacchiera, se vogliamo interagire per un ultimo post, così tra una quindicina di giorni concluderò l'incontro! Grazie di tutto. Il resto l'ha detto Leah. c:
 
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15 replies since 28/5/2020, 17:16   583 views
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