Cielo del Sole ☉
PS 203/243
PC 142/147
PM 157
EXP 39
Morire per delle idee
L’idea è affascinante
Per poco io morivo
Senza averla mai avuta
F. De Andrè
Perché? Perché ti agiti tanto a scoprire e scovare, a stare nell’ombra e proseguire, ad arrivare a un traguardo ambito, ma da altri? Sai benissimo che laggiù non ci saranno spiegazioni ad attenderti. Sai che resterà sospeso, inspiegabile, inafferrabile, spezzato. Perché?
L’insidiosa domanda che faceva titubare le gambe dei più determinati fece capolino nella testa di Eloise a tradimento. Si grattò la testa cercando di scacciarla via, senza riuscire a far tacere quel brutto presentimento.
Morire per delle idee è molto bello, ma per quali? Ci vollero un paio di respiri profondi per riportare alla mente quelle certezze e motivazioni che l’avevano spinta fin lì: la sete di avventura, l’epicità dell’agire in gruppo, la pratica sul campo e la sfida di guidare altri. E i misteri da risolvere, come l’ombra che le si parava davanti e che si muoveva con tanta cautela e diffidenza da sembrarle uno specchio.
Si ritrasse dalla rapida sbirciata e si appoggiò con la schiena al muro. Abbracciava la possibilità di una conoscenza discontinua e fumosa, ma doveva pur riconoscere che qualche base l’avevano gettata. Sempre più nemici si addensavano come sciami di mosche (anche l’appetibile letame sarebbe presto giunto a supporto). La città era blindata, sicura, invalicabile. Le statue, fedeli servitrici dell’Impero, non obbedivano alle loro forzature. I soldati marciavano con ritmo e intenzione, sapendo dove andare e cosa fare. Le schiere difensive erano complesse: Ombre, maghi, creature minacciose e draghi si incastravano in un meccanismo intricato. Eppure i Ribelli erano ancora in piedi, e scivolavano fra gli ingranaggi come un filo rosso, subdolo e strisciante, capace di inceppare il sistema al momento cruciale. Rosso, come i lampi sullo scudo di Tourandot al subire i colpi. Rosso, come gli incanti di Liu.
Dove si era insinuato, allora, l’inganno? Il solo pensiero di una Città Proibita e invalicabile doveva bastare a dissuadere i rivoltosi più determinati; ma se la città era davvero proibita, se nessuno aveva mai oltrepassato il limite, come poteva essere così pronta a reagire alla più subdola delle minacce? La nomea era gonfia di orgoglio: e se fosse stata proprio in quella sicurezza, in quel margine di impossibilità, l’occasione di riuscire nell’impresa? Oppure, se era davvero l’inespugnabile certezza che sembrava, non poteva più semplicemente trattarsi di una simulazione, un’esercitazione, una prova di evacuazione?
Si staccò dal muro imponendosi di dare attenzione alle questioni più pratiche e immediate: la strategia di Gwen le sembrava un vero colpo di genio, e le rivolse un sorriso incoraggiante, comprendendo a fondo quello che doveva attraversarle la mente dopo l’impatto infelice con la Scuola di Atene. Avrebbe voluto prometterle miglioramenti futuri, maggiore chiarezza e consapevolezza, ma sapeva che sarebbero state parole vuote.
Il definitivo ricongiungimento di avanguardia e retroguardia concesse a Eloise un respiro di sollievo. Li contò mentalmente, assicurandosi che ci fossero tutti, e indugiò per un momento sulle parole che Daddy aveva rivolto a Tourandot, cercando di coglierne il senso. Sembrava stesse parlando del successore al trono, ma non aveva sufficienti strumenti per cogliere le sfaccettature del discorso. Piuttosto, poteva assicurarsi un’avanzata sicura. Si gettò nel passaggio che Gwen e Calaf avevano creato, inaspettatamente cauta: quello che aveva visto nell’indagine di poco prima le aveva lasciato addosso un senso di pericolo gravoso. Si sporse sul cortile successivo ben consapevole delle minacce che si era lasciata alle spalle, ma altrettanto timorosa di quel che si celava nell’ombra fitta.
A una prima ricognizione, dopo aver spostato l’attenzione dal palazzo illuminato, colse il movimento dietro l’albero con la coda dell’occhio, un comportamento sospetto in un cespuglio sulla destra e un ambiente, nel complesso, uguale identico ai precedenti. Tuttavia, era sorpresa dal constatare che chi lo abitava agiva diversamente dalle vecchie conoscenze, Ombre, Segugi, ed esseri striscianti. Applicavano la stessa cautela e le stesse attenzioni con cui loro avevano solcato l’intera città. Che fossero alleati? Che si aspettassero Tourandot, al posto suo?
Mentre gettava uno sguardo alle spalle per assicurarsi che gli altri fossero in arrivo, fu colpita dalla tripletta di eventi infausti: la presenza del segugio nei pressi della fontana, l’urlo di donzella in pericolo e la cacca sulla spalla. Un fastidioso brivido di pericolo le percorse la schiena, convergendo sulla nuca. Dopo ore passate a fare piano, era bastato un urlo a tradirli, e se anche si riferiva ad altri pericoli e altri attori, erano troppo vicini e troppo esposti.
Realizzò solo allora cosa stava avvenendo sulla spalla.
Per le mutande di Flamel, ma ogni volta?! L’escremento colava sulla Cappa Elementale con sorprendente determinazione, e il suo odore pungente era già insopportabile. Lanciò un’occhiataccia al cielo per individuare il mandante, tornando subito alla minaccia più rilevante - quella che aveva causato l’urlo.
Era stata una voce di donna a rompere il silenzio della notte, ma non riusciva a capire da dove provenisse. Non con precisione. Si sporse avanti, cercando di migliorare la sua visibilità, e decise di iniziare a cercare qualche certezza.
«Brillium Rubens» Sussurrò. Puntata la bacchetta all’avambraccio sinistro, Eloise incanalò la volontà di comunicare a chi si nascondeva dove riponevano la loro fedeltà: il rosso di Tourandot e Liu doveva rifulgere un istante, rapido e appena percettibile, e poi sparire nel nulla.
Sperava, per allora, di vedere i compagni comparire alle sue spalle. Silenziosamente, indicò loro i principali attori di quella farsa, l’ombra subdola dietro l’albero e il Segugio. E anche lo sfigato, a cui era stato assegnato il ruolo del cespuglio.
«Cercate di vedere meglio cosa si cela lì dietro.» Sussurrò, indicando l’albero.
«Qualcuno si occupi dell’ombra. C’è qualcosa in più, lì...» Il suo dito si ostinò a indicare la fontana: le sembrava improbabile che fosse stata proprio l’Ombra a causare lo spavento - il 30% della popolazione della Città Proibita sembrava proprio composta da loro. Ci doveva essere una minaccia più grande, non visibile, ma ancora non capiva di che si trattasse e da dove venisse. Dalla terra, dall’acqua o dall’aria? Fece una smorfia nel ricordarsi dell’escremento, e delegò alla se stessa del futuro l’incombenza delle pulizie di primavera.
ATTIVO & CONOSCENZE |
Bacchetta Legno di Sequoia, Piuma di Ippogrifo, 11 policci e 1/4, Rigida Spilla della Scuola di Atene Cappa Elementale Effetto: Riduce i danni degli incantesimi che utilizzano il potere di Fuoco, Acqua, Terra ed Aria ed amplifica la forza degli incantesimi lanciati dal possessore di questo oggetto, a patto che siano incantesimi elementali. [+3 PS, +8 PC]BisacciaDiadema della Veela Un bellissimo diadema appartenente proveniente dal tesoro di una Veela. Conferisce un fascino più prepotente nei confronti del nemico.(difatti invocando il suo potere blocca l' avversario in quest per un turno, utilizzabile una sola volta per quest) PC +2, PM +2, PS +2Caramella dell’Illusione Chi la ingerisce si “sdoppia” rendendo difficoltoso per l'avversario riconoscere quello vero!Polvere Buiopesto Peruviana Polvere finissima e nera come la pece, proveniente dal Perù, è in grado di creare un buio intenso e impenetrabile per la durata di 5 minuti.Strillettera che non sa di avere con sé△
Elementalista inesperta: Aria △Smaterializzazione Prima Classe Tutta Seconda Classe Tutta Terza Classe Tutta [Fattoriam Mutas Iracundia]Quarta Classe Tutta [Circumflamma Colossum Ignimenti Mucum Ad Nauseam Neptuno/Aqua Eructo Repsi Genitum]Quinta Classe Flagrate Stupeficium Sesta Classe Homenum Revelio Repello Incarceramus |
AZIONI & DANNI |
Eloise fa mentalmente il punto della situazione, mentre raccoglie informazioni sui luoghi. Si spaventa all'urlo, timorosa di quanti nemici possano convergere in quel luogo e maledice il mandante del prezioso regalo, ormai un must di Atene. Guarda in alto per controllare chi sia stato, poi decide di provare a comunicare con le figure nascoste con un brillio rosso. Dà indicazioni ai compagni arrivati. Danni: colpi superficiali su tutto il corpo, graffio al gomito sinistro. Sterno reduce da uno Schiantesimo. Danni morali: cacca di gru sulla spalla X2.
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