FOREVERBOYS 1979

F.I.P., Federazione Italiana Pallacanestro

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view post Posted on 9/4/2024, 13:31
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la gamella di friggione

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CITAZIONE (Rascio @ 9/4/2024, 14:27) 

Come se la cava nel giro lanciato su pista?
 
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view post Posted on 9/4/2024, 13:39

BAGARIC "uomo" DI MERDA!

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CITAZIONE (Rick21 @ 9/4/2024, 14:31) 
CITAZIONE (Rascio @ 9/4/2024, 14:27) 

Come se la cava nel giro lanciato su pista?

Benissimo, pare, è anche esperto di doping
 
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view post Posted on 10/4/2024, 11:10
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Non ho cugini!

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CITAZIONE (Rascio @ 9/4/2024, 14:27) 

messo in grassetto le parti più interessanti per agevolare la lettura ;)

https://storiesport.it/indiscreto/elezioni...ni-e-il-calcio/
Elezioni basket: Valori sfida Petrucci per la presidenza Fip. L’appoggio dei Comitati regionali, il programma. Re Gianni e il calcio…
MICHELE SPIEZIA
9 APRILE 2024
Dopo Lombardia, Veneto e Lazio altri voti in arrivo per l'avvocato romano che punta al rilancio della pallacanestro italiana. Il presidente uscente deve ottenere il 66,6% al primo turno, altrimenti è fuori. Intanto guarda al calcio e agli impegni con la Salernitana. La vicenda Maggi a "Sport e Salute"
Per fortuna uscito miracolosamente quasi indenne dal serio incidente stradale che l’ha visto finire fuoristrada, anzi rovinosamente in una scarpata, mentre era al volante della sua Maserati andata poi distrutta, da un letto dell’ospedale San Camillo di Roma dove è ancora ricoverato, il 79enne Gianni Petrucci si è subito rimesso in sella, tranquillizzando tutti, «sto molto meglio, mi avete dato per morto troppo presto, il Signore mi ha salvato» e, dopo aver ringraziato tutti per la vicinanza («oltre quattrocentocinquanta telefonate di vicinanza»), ha dato presto appuntamento a tutti, «tra sette-dieci giorni tornerò in pista»). Al suo ritorno troverà lo sfidante alla carica di presidente federale, in pista, e dovrà mettersi subito a correre. Oggi infatti apprenderà ufficialmente come il suo desiderio di restare per altri quattro anni a capo della Federbasket rischi di andare seriamente in frantumi, perdendo così quello scettro che detiene ininterrottamente da undici anni, dopo cioè la precedente lunga parentesi al vertice Fip negli anni ‘90 e dopo la sua lunga presidenza (quattro mandati di fila) Coni. L’assemblea elettiva che ha fissato per il 20 e 21 dicembre a Roma (sede stadio Olimpico, ha già chiesto al presidente della Lega serie A Lorenzo Casini di non fissare un incontro di campionato per quei due giorni, «ma so che è molto difficile», ha detto nel consiglio federale prima di Pasqua) potrebbe trasformarsi in una possibile Waterloo.

Perchè, annunciata due mesi fa in anteprima, e in un’esclusiva poi ripresa dai principali organi di informazione nazionali (leggi qui), oggi il 65enne avvocato e professore universitario Guido Valori accetterà ufficialmente l’investitura di candidato alla presidenza della Fip: la proposta giunta dai tre Comitati Regionali più forti, in termini di peso elettorale, di attività sportiva e anche di leadership del movimento cestistico tricolore. I tre Comitati regionali sono quelli di Lombardia, Veneto e Lazio, tre comitati che da ormai quattro mesi (leggi qui) lavorano a una candidatura condivisa con un programma ben definito e che, insieme al candidato presidente, hanno elaborato il piano di rilancio del basket tricolore. Tre comitati che nel corso degli ultimi quattro mesi hanno resistito anche alle sirene (e in qualche caso anche ritorsioni) federali.
“Valorizziamo la Fip” è il titolo del programma declinato in oltre quindici punti: dalla scuola alla nazionale, dai campionati al lavoro sportivo, dal settore giovanile a quello arbitrale, dai rapporti con le Leghe al marketing. Un piano accurato e ben definito. A leggerlo, niente voli pindarici, niente promesse. Il programma è stato già sottoposto ad altri Comitati ed elettori e, dopo la candidatura di Valori, è probabile che si scateni un effetto domino nelle scelte elettorali: il Comitato Trentino (e con esso quello del Friuli) hanno già prestato orecchio, contatti radicati sono stati poi stabiliti anche in altre regioni, come Emila Romagna, Toscana, Campania. Già solo il blocco delle tre regioni promotrici fattura, in termini diretti e indiretti di voto (ad esempio tecnici e giocatori), quasi il 30%: è bene ricordare come l’uscente Petrucci, in base alla nuova legge e dopo l’approvazione dei principi fondamentali, debba conseguire il 66,6% più uno dei voti validi dati in assemblea, altrimenti sarebbe fuori e non potrebbe nemmeno più candidarsi. Per ora, il blocco elettorale coagulatosi intorno al professore Valori ha scritto poche righe ufficiali, diffuse in un comunicato. È l’annuncio di una scelta di campo che rischia di ribaltare il campo di un movimento diventato nel corso degli ultimi undici anni una sorta monarchia.

“Un programma concreto che traccia una rotta, un filo che unisce le azioni e determina le decisioni, una rete di risorse locali e nazionali finalmente coinvolte, un intero movimento da rilanciare e valorizzare, una scelta che rompe con il passato e irrompe nel futuro del basket italiano: i Comitati regionali FIP di Lombardia, Veneto e Lazio hanno chiesto all’avvocato e professore Guido Valori di mettersi alla testa del progetto di rinnovamento, di accettare la candidatura a Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro: l’assemblea elettiva è stata fissata a fine dicembre 2024. L’ex capo della Procura federale FIP ha accettato con forza ed entusiasmo la proposta dei Comitati dopo mesi di confronto, lavoro e riunioni, mettendo su carta, e soprattutto insieme, i punti cardine di intervento. Il blocco elettorale, che nelle prossime settimane è convinto di raccogliere altre importanti adesioni non appena sarà diffuso ufficialmente il programma, ha deciso di affidarsi a una personalità di provate capacità e di grande esperienza che ha davvero a cuore le sorti del basket azzurro, coagulandosi intorno alla figura di un candidato capace di restituire così dignità, rinnovamento e futuro al movimento cestistico nazionale”.

Queste sono quindi le righe che ufficializzano la discesa sul parquet dell’avvocato romano Guido Valori, ex cestista, docente universitario in “Diritto dello Sport” e “Diritto del Lavoro”, capo della Procura Fip dal ’98 al 2005, fino al 2016 presidente Commissione tesseramenti Figc, già procuratore Antidoping nonché membro del Tas di Losanna, ex consulente del Credito Sportivo, nel 2021 consigliere giuridico della Sottosegreteria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport e tanti altri incarichi. Un profilo riconosciuto come capace di attrarre grande e naturale consenso perché profondo conoscitore della materia sportiva e del movimento cestistico. Insomma, in grado di affrontare, sfidare e battere Gianni Petrucci nel merito, senza buttarsi in sterili polemiche e senza cedere a sirene, lusinghe o peggio ancora.
Per Guido Valori si è mossa innanzitutto la Lombardia, da sempre fondamentale bacino elettorale: è la regione che ha il maggior numero di società e dunque di delegati, è da sempre la capofila del movimento cestistico nazionale, è la regione che per prima, quattro mesi fa, dopo una serie di minacce e provvedimenti (leggi qui) aveva manifestato a Petrucci l’intenzione di non sostenerlo nella nuova candidatura. L’anziano e arzillo Alberto Mattioli, ex presidente del Comitato Lombardia e in passato ex contender di Petrucci, è quello che ha lavorato alla candidatura di Valori chiedendo all’avvocato romano di accettare l’incarico. Un piano di rinnovamento e rilancio che, dopo i primi contatti informali, sarà sottoposto anche all’attenzione della Lega serie A, della LNP e della Lega femminile che vedrà sicuramente una candidata alternativa all’uscente presidente Protani, mentre con i presidenti Gandini e Maiorana si entrerà nel merito della proposta, così come candidati forti saranno in lizza nelle elezioni nei comitati regionali, prime tra tutte l’Emilia Romagna e la Campania.

Convinto, ma neanche troppo, di non avere un candidato rivale, e convinto fino a pochi giorni fa di avere comunque i voti necessari a raggiungere il quorum del 66,6% più dei voti validi in assemblea elettorale, cosa farà adesso Gianni Petrucci? La domanda correva di bocca in bocca negli ambienti sportivi e politici romani già due mesi fa, quando era spuntato il nome di Valori. Petrucci nel tempo ha provato a negare, ha dispensato incarichi e mandati, ha girato lo Stivale da Nord a Sud nel tentativo di blindarsi e assicurarsi il quarto mandato di fila, s’è fatto intervistare a destra e a sinistra, ha cercato appoggi politici e si è aggrappato al Coni, pare abbia persino provato a cambiare alcuni regolamenti elettorali (leggi qui). Pare sia stato anche tra i promotori della riunione dei presidenti federali in scadenza e in bilico (per via del quarto mandato e oltre) tenutasi qualche giorno fa nella sala Giunta del Coni (per l’anticipazione, leggi qui) senza però che dalla riunione arrivasse l’appiglio giusto.

Intanto, alla riunione Petrucci non è, come previsto, andato: qualcuno spiffera perché non voleva “accreditarsi” tra quei presidenti insicuri di farcela che chiedono alla politica oppure alla giustizia amministrativa un provvedimento ad hoc tale da consentir loro, di ritornare al precedente quorum del 50% più uno o al massimo di potersi ripresentare anche nella seconda tornata. La via del ricorso al Tar, per inciso, pare impervia: ammesso anche che arrivi una sospensiva dal Tar Lazio (il giudice Arzillo, che negli anni gli appassionati di calcio hanno imparato a conoscere, pare cambi sezione a breve), l’esame della Corte Costituzionale non arriverebbe prima di un anno. Dunque, fuori tempo massimo. E, per inciso, dalla politica non arrivano buone notizie, nemmeno per il presidente del Coni Giovanni Malagò che aspetta(va) un provvedimento ad hoc per se stesso.

Raccontano che, nei giorni prima del maldetto incidente, Gianni Petrucci facesse di conto – che Valori fosse il candidato lo aveva capito e compreso da tempo, e anche che avesse un sostegno forte – e che nei suoi conti qualcosa proprio non tornasse. Sono 110 i voti disponibili in assemblea, con le nuove norme Petrucci ha bisogno di almeno 74/75 sì per farcela; con il solo sostegno, assicurano granitico, di Lombardia, Veneto e Lazio, Valori avrebbe già 30/35 voti a disposizione, voti ai quali sommare altri 20 legati alle componenti tecnici/giocatori, espressione dei Comitati più forti in termini di voto. E, già così, Petrucci sarebbe fuori al primo turno e non più candidabile.


Dai calcoli provvisori, alle velenose indiscrezioni. Gianni Petrucci potrebbe magari anche decidere di uscire di scena prima, magari dopo l’Olimpiade, con l’augurio che la Nazionale di Pozzecco arrivi davvero a Parigi («mi sono stancato di celebrare solo i vecchi successi», ha amaramente confessato ai consiglieri federali). O magari, potrebbe accettare la proposta del presidente della Salernitana Danilo Iervolino che a gennaio l’aveva nominato vice-presidente esecutivo del club. Petrucci, pare gratuitamente, si è sempre più calato nelle vicende calcistiche: negli ultimi mesi ha fatto presenza fissa alle riunioni di Lega A tenendo un canale sempre acceso con Gravina, e ha seguito in casa e in trasferta la squadra granata; addirittura è corso da Pesaro, dove era con la Nazionale, fino a Salerno, per parlare con i giocatori prima dell’ennesima però sconfitta. Iervolino, il miliardario patron del club che sta rovinosamente retrocedendo in serie B, pare infatti voglia nominarlo presidente al suo posto. E ad amici e uomini di sport, in questi giorni, il presidente della Fip ha confidato come le scelte tecniche che a breve prenderà la Salernitana arriveranno dietro i suoi preziosi consigli. Del resto i consiglieri federali di basket che l’hanno ascoltato nell’ultimo consiglio hanno ben compreso come il calcio sia sempre nei suoi pensieri. Nei 55 minuti del consiglio federale prima di Pasqua, tra una sviolinata a Gandini e una a Maiorana, tra le odi a Protani e Lamonica (anche lui in bilico, leggi qui e qui), Petrucci ha più volte parlato della sua nuova esperienza calcistica. Ad esempio: «Ogni volta che ci riuniamo in Lega a Milano racconto di come noi del basket siamo più avanti di loro, basta vedere la questione giovanile, quella dei procuratori, quella della webcam sulla testa dell’arbitro; ogni volta che faccio una proposta – Gandini, fatti una risata – i presidenti di calcio mi dicono: come si fa?; nel calcio fanno mille riunioni e non decidono mai nulla, noi invece andiamo diritti e decisi».

Sempre nell’ultimo consiglio federale, è riemersa anche la questione del Comitato Lombardia e l’azione promossa contro il presidente Maggi. Tutta la vicenda è stata già riassunta (leggi qui) tra lettere e contestazioni, repliche e ammonimenti, assumendo quasi le forme di una vendetta o ritorsione elettorale. La vicenda è andata avanti. Petrucci, non avendo ottenuto riscontri ai suoi rilievi, ha fatto mandare gli atti dalla Fip a “Sport e Salute”, inviandoli all’attenzione dell’ufficio Audit diretto da Marco Befera, figlio di Attilio Befera ex direttore dell’Agenzia delle Entrate e attualmente presidente della ComTec (la Commissione del basket che ha le stesse funzioni della Covisoc nel calcio). L’annuncio l’aveva dato nell’ultimo consiglio federale. Dopo due settimane, l’ufficio di “Sport e Salute” ha completato l’analisi e inviato il resoconto al presidente dei revisori dei conti della Fip, Marco Tani. La lettera di quest’ultimo, firmata anche dai revisori De Vito e Minnetti, è stata protocollata il 5 aprile e ieri, dall’ospedale San Camillo, Petrucci ha dato mandato alla segreteria di inviarla a Giorgio Maggi e ai consiglieri regionali della Lombardia. Nella lettera si leggono due contestazioni (“disapplicazione delle norme”, violazione codice etico”) che restano però assai generiche. «La decisione che verrà presa su Maggi e il Comitato Lombardia sarà di competenza degli organi federali e non della politica federale», aveva solennemente detto nel consiglio federale prima di Pasqua. Gianni Petrucci manterrà questo atteggiamento anche dopo la discesa in campo di Valori, spalleggiata dal trio Lombardia-Veneto-Lazio? E il presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fip, Marco Tani, avrà verificato se le procedure richiamate nella sua stessa missiva sono state rispettate all’epoca del rinnovo di contratto (leggi qui) tra la Fip e la “Master Group Sport”?
 
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view post Posted on 10/4/2024, 11:19
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Se mi fate arrabbiare esplodo

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Il Valori di 65 anni è un ragazzino in confronto a Petrucci...
 
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IO OSSERVO

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Osservo che potrebbero esplodere tutti, con dolore.
 
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Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.

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ci vorrebbe il compagno kim, perchè ormai siamo a questo
 
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Ecco, il Compagno Kim saprebbe trovare argomenti molto convincenti per fare spontaneamente decidere al compagno Petrucci di ritirarsi a vita privata.
 
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evidenziato le parti interessanti

https://storiesport.it/indiscreto/basket-a...i-e-bocciature/
Basket: arbitri tra veleni, violenze e silenzi. Il destino di Lamonica legato a Petrucci tra svolte solo annunciate, ritorsioni e bocciature
MICHELE SPIEZIA
13 APRILE 2024
Le mosse del presidente federale uscente e quelle del gruppo Valori tra omissioni e favori. Il contratto del commissioner in scadenza. Gli atti di violenza contro i giovani arbitri. La gestione dei CIA regionali, i pensieri "social", il duetto Corrias-Bilan e l'intervista rilasciata ad Hines

Senza slancio e successi ormai da decenni, il mondo del basket tricolore s’infiamma e s’accende ogni volta solo quando c’è da andare al rinnovo delle cariche federali, centro decisionale e di potere che spesso attiva gangli e ramificazioni come forma di protezione, conservazione e attacco. Negli ultimi giorni la scena s’è ravvivata e ha persino catturato la ribalta dei quotidiani nazionali (di solito, cronaca politico-sportiva assente) alla notizia (in realtà vecchia di due mesi, leggi qui) dell’ufficializzazione della candidatura (leggi qui) dell’avvocato Guido Valori come presidente della FIP, poltrona occupata da undici anni da Gianni Petrucci, nel frattempo convalescente in ospedale (condizioni per fortuna in miglioramento, è stato trasferito) dopo un rovinoso e spettacolare incidente automobilistico. C’è chi ha ricamato sulla tempistica della “discesa” rivale sul parquet, definendola priva di classe e… valori: sul punto ci sarebbe da discutere e forse anche da convenire, se non fosse che, appunto, la notizia era vecchia di due mesi, e che certi velenosi commenti siano arrivati anche da sponde amiche che il buon Petrucci s’è legittimamente creato nel corso degli ultimi trent’anni, prima alla presidenza FIP, poi a quella del Coni e poi di nuovo alla FIP: magari, un po’ come accade per gli accordi (legittimi, alla luce del sole) commerciali tra la Figc e alcuni quotidiani nazionali, bisognerebbe risalire ad accordi (anche qui legittimi, alla luce del sole) che, ad esempio, consentono a tutte le società di basket nazionali di usufruire per un anno dell’abbonamento a un quotidiano on-line.

Chiusa la parentesi, se ne sono però aperte immediatamente altre, dopo il comunicato ufficiale che dava conto dell’appoggio di tre Comitati regionali alla candidatura di Valori. Una lettura che pare abbia mandato su tutte le furie innanzitutto lo stesso Petrucci, che pure da tempo sapeva come l’avvocato romano Valori fosse il suo rivale. Qualche ora prima della notizia, pare avesse dato mandato alla segreteria di girare gli atti del Collegio dei Revisori dei Conti FIP sulla querelle Maggi-Comitato Lombardia, guarda caso uno dei comitati (ieri Consulta delle Regioni dopo le dimissioni di Persichelli: la vice-presidente federale Gonnella ha fatto le veci di Petrucci, assente anche in video) schieratisi apertamente da mesi (leggi qui, era novembre) contro la sua idea di ricandidatura per il quarto mandato. E mentre c’era chi ometteva la notizia del comunicato ufficiale e chi ne attaccava la tempistica, quattro esponenti del Veneto prendevano carta e penna per dissociarsi dall’adesione del Comitato Veneto e per ribadire l’appoggio a Petrucci. Casarin, Crotti, Guolo e Crosara gli estensori del comunicato: quattro esponenti che da Petrucci hanno ricevuto incarichi e mandati federali, e che siedono e partecipano ai consigli federali. Nella lettera, sostengono di non condividere la scelta del Comitato Veneto e che il comitato abbia agito senza tener conto del parere di tutti. Alle rimostranze verrebbero da contrapporre due quesiti: Casarin, Crotti, Guolo e Crosara parlano per conto proprio, oppure parlano per conto di chi rappresentano? E se sì, quali e quanti sono i voti che “controllano”?

La guerra intanto è aperta. Mentre Petrucci chiama a raccolta le truppe che ai tempi della DC venivano definite cammellate, e mentre Valori e il suo gruppo cercano nuove adesioni, fibrillazioni si registrano anche nel mondo arbitrale dei cesti. In fibrillazione ad esempio è Luigi Lamonica, il monumento dei fischietti italiani, che due anni fa da Petrucci ha ricevuto il mandato di Commissioner insieme ad un contratto a cinque zeri (nello specifico, leggi qui). Il suo contratto, come quello del suo vice Giansanti, è in scadenza a giugno, sul contratto c’è l’opzione per un altro anno ma ovviamente, pur se le elezioni federali si terranno a fine dicembre, il suo destino è inevitabilmente legato a quello del presidente federale uscente. Tanto per testimoniare l’afflato che regna tra i due, bisogna per un attimo tornare all’ultimo consiglio federale.

Quando cioè Petrucci, dopo aver tessuto le lodi di chiunque fosse a tiro e lì in consiglio (da Gandini a Maiorana, da Crosara a Galanda, dal presidente del collegio dei revisori Tani al segretario Bertea) aveva annunciato una svolta epocale. «Stiamo studiando una svolta epocale, per dare l’annuncio di una iniziativa straordinaria: il triplo arbitraggio anche in serie B. Ne ho parlato con Lamonica, e ci siamo». Chiamato in causa, il Commissioner aggiungeva, reggendo così l’entusiastico ritmo: «Noi siamo pronti, presidente, dobbiamo dire grazie al torneo della Next Gen che ci ha dato l’opportunità di sperimentare gli arbitri. Ci siamo». La linea sarebbe poi ritornata a Petrucci, che avrebbe chiuso così l’argomento epocale. «C’è un problema, ma il problema è solo economico, per una parte dovrebbe intervenire la federazione e all’altra metà dovrebbero pensarci le società. Vediamo se farlo partire subito, o rinviare il triplo arbitraggio alla prossima stagione». È rimasto tutto in sospeso, magari chissà, l’annuncio arriverà in piena campagna elettorale. Campagna elettorale e questione arbitrale che si intrecciano in questi ultimi mesi di campionato: sarà forse perché i verdetti si avvicinano, sarà perché forse di veleni (leggi qui) ne sono già stati accumulati parecchi, certo è che il clima nell’ambiente dei fischietti di basket è sempre più caldo. E, come poveri bersagli, nel mirino finiscono soprattutto gli indifesi: tutti quei giovani arbitri, maschi e femmine, che dirigono partite dei campionati minori.

Perché si fa davvero fatica a paragonare col passato quello che sta accadendo, a ogni livello, in questa stagione. Nei campi di periferia e nelle serie minori nazionali si continua a registrare un numero di inaccettabili episodi di violenza fisica e morale (anche a sfondo razziale) a danno di giovani arbitri, ancora troppo spesso costretti a dirigere in singolo per la mancanza di fischietti tesserati. Il progetto/proclama di formare diecimila nuovi arbitri, sbandierato all’inizio dell’era Lamonica, che fine ha fatto? E non aiuta nemmeno il codice di giustizia sportiva FIP, che evidentemente prevede sanzioni e pene per nulla in grado di rappresentare un deterrente: chi aggredisce fisicamente un arbitro, sconta al massimo qualche mese d’inibizione (anni fa era prevista la radiazione) e, in molti casi, per i tentativi di aggressione commessi da tesserati, le giornate di squalifica vengono poi commutate in semplici e a volte insignificanti sanzioni pecuniarie. Il risultato pratico? Il giocatore, l’allenatore o il dirigente colpevoli sono regolarmente in campo sin dalla giornata successiva, dopo avere versato nelle casse dei comitati regionali la multa, tutt’altro che salata. Si spiega anche così la penuria di giovani arbitri: non è insolito registrare come in diverse gare di campionati minors manchi addirittura l’arbitro, mentre nella maggioranza dei casi c’è solo un giovanissimo fischietto e con poca esperienza alle spalle, che viene spedito a “gestire” giocatori e atleti molto più anziani ed esperti.
Eppure, il regolamento gare FIP prevede che una società non possa disputare una gara se in lista non c’è, sul parquet o in panchina, almeno un tesserato maggiorenne. Secondo il CIA (Comitato Italiano Arbitri) di Lamonica invece una qualsiasi partita, anche di un campionato seniores, può essere arbitrata da due, ma quando va bene, minorenni. C’è da restare basiti.

Il clima da quasi repulisti generale imposto dal Commissioner Lamonica, sin dall’insediamento, pare abbia persino peggiorato la situazione: le squadre di dirigenti arbitrali nelle singole regioni e province sono state azzerate, a tutti è stato revocato l’incarico di fiduciario e istruttore arbitrale. Si narra come nelle periferie Lamonica abbia applicato un metodo, inserendo nei ruoli ex arbitri ma amici fidatissimi, da anni però lontani dal mondo arbitrale (ad esempio, l’ex fischietto Longo, fratello del responsabile degli arbitri di Legadue, inviato a guidare gli arbitri friulani), oppure arbitri in attività che non possono però garantire il tempo necessario per fare crescere le giovani leve seguendole sui campi durante i week-end. Basti pensare agli arbitri internazionali (dunque impegnati nel corso della settimana sui campi di tutta Europa) Attard, Perciavalle e Bongiorni, rispettivamente messi alla guida tecnica dei CIA regionali di Sicilia, Piemonte e Toscana. Un altro arbitro di serie A, Pepponi, risulta formatore degli arbitri in Umbria. Caso a parte invece in Campania: da un mese è senza guida arbitrale perché l’ex arbitro di Legadue Beneduce ha presentato le sue dimissioni, per ragioni ancora poco chiare, e non è stato ancora sostituito. Il Lazio è invece ufficialmente guidato da due arbitri tutt’ora in attività in serie B (Silvestri e Bernassola), anche se dietro di loro c’è la mano esperta dell’ex istruttore internazionale Sandro Teofili e c’è pure quella di Luciano Tola, nominato nel frattempo capo dell’organizzazione territoriale del CIA.
Un quadro stravolto, rispetto all’impronta che aveva dato Stefano Tedeschi, il predecessore di Lamonica. Forte della sua esperienza ai vertici arbitrali del calcio, l’attuale patron della Fortitudo Bologna aveva reclutato soprattutto ex arbitri per formare i ruoli di presidenti, osservatori e istruttori arbitrali, non cedendo tra l’altro alle tentazioni di consumare ritorsioni, ma garantendo a tutti uno spazio nel mondo CIA. Ad esempio, aveva affidato la guida degli arbitri di Legadue a Enrico Sabetta, col quale solo pochi mesi prima aveva avuto una dura polemica che non aveva però certo scalfito l’imparzialità di giudizio dell’allora capo del Comitato italiano arbitri. Aveva anche affidato la guida degli istruttori a Dino Seghetti, e quella degli arbitri di serie B a Luca Weidmann, ma soltanto quando avevano concluso la propria carriera arbitrale.
Ancora in questi giorni invece, Luigi Lamonica pare stia sondando i due arbitri più anziani della squadra di serie A, Paternicò e Begnis, per ottenerne le dimissioni. Il motivo? Non per impegnarli nei quadri dirigenziali della prossima stagione (anche se almeno Begnis figura già come istruttore in Legadue) quanto invece per scongiurare il rischio di dovere effettuare una o due retrocessioni, già evitate nello scorso anno, sempre grazie all’addio -spontaneo – dell’abruzzese Di Francesco.
È in questo clima di totale incertezza (nessun arbitro italiano di ciascuna categoria oggi conosce la sua classifica, non sa se i suoi voti gli garantiscano la partecipazione ai playoff oppure se debba guardarsi dal rischio di una retrocessione) che i fischietti italiani stanno affrontando la fase finale della stagione regolare incontrando nei palazzetti un muro di ostilità crescente, in campo e sugli spalti. Mai sino ad ora si era vista una sfilza così lunga di provvedimenti disciplinari, assunti persino agli inizi delle gare (ad esempio, l’espulsione dei tecnici di Venezia e Cremona), oppure in una rapida sequenza (come nel terzo tempo di Napoli-Venezia). A Brindisi l’esperto Begnis ha addirittura dovuto interrompere la gara dopo essere stato oggetto di un ripetuto lancio di sputi. A fronte di un elenco di episodi gravi, dalle periferie all’elite del basket italiano, suona strano il silenzio non soltanto dei vertici arbitrali ma anche dell’AIAP, proprio il sindacato dei fischietti, guidato da Denis Quarta, uno degli arbitri cioè coinvolti nella concitata gara Napoli-Venezia.
Il Commissioner Lamonica e la sua squadra vengono al contempo segnalati come molto attivi nel reprimere comportamenti considerati non in linea con i diktat imposti da inizio anno: nella terza serie nazionale non si contano i fermi (ufficialmente non vanno motivati con sospensione ufficiale) di arbitri accusati di comportamenti inopportuni ma chissà, probabilmente sospettati di essere ancora legati alle vecchie gestioni. Il “passaparola” fra i giovani fischietti racconta di un presunto clima da “caccia alle streghe” con tanto di “indagini” condotte per individuare un like sgradito, uno stato whatsapp considerato allusivo, peggio ancora un post che si presti a fraintendimenti. Del resto Luciano Tola, uno degli attuali fedelissimi di Lamonica, nella sua fugace esperienza a capo degli arbitri italiani firmò come primo atto l’obbligo per tutti i tesserati di cancellare i propri profili social, salvo essere poi costretto a fare marcia indietro dopo poche ore.

Sui social è invece sempre molto attivo Silvio Corrias, ex capo del settore tecnico arbitrale, considerato da tutti, nemici compresi, uno dei migliori conoscitori del regolamento. In questi giorni Corrias è più attivo che mai con articoli e commenti: spiega a giocatori, allenatori, appassionati (ma anche arbitri e istruttori) cosa accade in campo, analizza le scelte arbitrali e le relative conseguenze. Non è passato inosservato un suo scambio di commenti, sulle piattaforme social X e Facebook, con un giocatore di serie A (Bilan, di Brescia) che chiedeva spiegazioni su una fase di gioco. Lamonica non si è fatto promotore di alcuna iniziativa, nè per spiegare alcuni controversi e contestati episodi, nè per svelenire il clima. Paradossalmente, al compito ha assolto un ex arbitro. Ma magari il Commissioner era preso e distratto dall’intervista che ha rilasciato al giocatore dell’Olimpia Kyle Hynes (vedi qui) nelle insolite vesti di intervistatore in una rubrica che il centro di Milano cura per l’Eurolega. Anche qui, silenzio generale. Anche dei vertici FIP.

ringraziamo Petrucci per le nomine di allenatori nella nazionale U15 ed il suo impegno sport-studio

https://storiesport.it/indiscreto/basket-e...dente-petrucci/

Basket ed elezioni, la nomina nello staff tecnico della nazionale under 15 e i comunicati di appoggio al presidente Petrucci
MICHELE SPIEZIA
22 APRILE 2024
Il ds della Libertas Roma e tecnico di una squadra della Luiss che milita in serie D scelto come assistente della nazionale giovanile maschile. La nota del presidente della Luiss Luigi Abete che sostiene il presidente federale uscente

Dimesso dall’ospedale San Camillo di Roma dopo il terribile incidente automobilistico, il 79enne Gianni Petrucci sta trascorrendo adesso un periodo di degenza alla clinica Columbus che fa parte della Fondazione del Policlinico Gemelli (vi è ricoverata anche la moglie, anche lei ferita nel fuoristrada), sebbene nelle puntuali note pubblicate sul sito federale (a volte pare di sfogliare le pagine di cronaca bianca di un quotidiano locale di provincia, pieno come è di comunicati di auguri e felicitazioni – ultima della serie la nota di benvenuta alla nipotina del presidente della Lega Femminile Protani – oppure di necrologi tra cui quello per il suocero del tecnico dell’Olimpia Ettore Messina o per la mamma del presidente del Comitato Fip Campania) si precisi solo come “dimesso dal San Camillo, il presidente Fip debba osservare ancora alcuni giorni di convalescenza”. Il significato dei continui e ripetuti comunicati sulle condizioni del presidente federale sul sito della FIP? Lanciare un messaggio (per fortuna) rassicurante: il presidente è vivo e vegeto, è attivo e pronto a tornare sulla scena, proprio nel momento più delicato visto che si ritrova un serio candidato e temibile rivale (Guido Valori) nel duello per le elezioni federali, e pur sofferente continua a controllare ogni passo, ogni soffio, del vetusto movimento cestistico tricolore. I campionati poi stanno arrivando al punto dei verdetti, e tra poco ci sarà spazio per gli impegni della Nazionali. Vetrine da non mancare.

Tra due mesi l’Italbasket di Pozzecco proverà a strappare il pass Olimpiadi nel preolimpico di Portorico: arrivare a Parigi sarebbe un bel biglietto da visita anche in ottica elettorale, per Petrucci. Ai Giochi di Parigi punta a esserci anche la nazionale 3×3 femminile che tra pochi giorni in Ungheria sarà impegnata nelle qualificazioni che mettono in palio tre posti. A corredo dell’avventura, la Fip ha naturalmente pubblicato una nota sul programma che attende le azzurre. Un’altra nota, in realtà un po’ più indecifrabile e di rincorsa, l’ha invece diffusa per provare a motivare il forfait della Nazionale maggiore femminile al torneo di qualificazione al pre-Mondiale, partecipazione data per sicura sino a febbraio e invece lasciata cadere nemmeno due mesi dopo, in favore della Gran Bretagna. La motivazione? Non “appesantire” i muscoli delle giocatrici ma soprattutto non condizionare i prossimi impegni dei club di appartenenza…

A proposito di Nazionali, si registrano movimenti in alcuni staff tecnici. Ad esempio, ve n’è uno recentissimo che riguarda quello dell’under 15 maschile. L’allenatore Alessandro Nocera si è infatti ritrovato con uno staff allargato. Oltre agli abituali Angelo Gigli e Marco Mian, avrà un terzo assistente allenatore. È Pier Giorgio Cairola, direttore sportivo e factotum della Libertas Roma 2008, e anche allenatore della seconda squadra della Luiss Roma: è il coach di una formazione che partecipa al campionato di serie D, campionato di sesta fascia nell’assetto piramidale dei tornei nazionali. La Libertas Roma 2008 è una società che svolge una meritevole azione di promozione del basket sul territorio (partecipa ai campionati giovanili FIP nella fascia silver, ovvero quella dedicata all’attività di base) e recentemente è stata tra le partecipanti a un torneo cittadino organizzato proprio dalla Luiss e conclusosi con una premiazione alla quale aveva partecipato addirittura anche il presidente federale il cui legame con la società di basket della Luiss (il presidente è Luigi Abete) è noto, come ben noti sono gli ottimi rapporti con il direttore sportivo del club capitolino, Paolo Del Bene. Pier Giorgio Cairola quindi, diesse della Libertas Roma e tecnico della seconda squadra della Luiss Basket che milita in serie D (DR1 è in realtà la nuova denominazione del campionato), è entrato nello staff della nazionale under 15, uno staff tecnico che nelle precedenti uscite e raduni ha sempre visto la presenza di due assistenti al fianco del tecnico. Era accaduto nell’aprile di un anno fa per il raduno della selezione a Meda, era accaduto in occasione del torneo della “Amicizia” in Grecia nello scorso luglio, e anche nell’ultimo appuntamento della nazionale under 15, lo scorso dicembre al centro sportivo “Novarello”.

La motivazione dell’allargamento nello staff, il motivo della chiamata proprio di Cairola? Nessuna nota FIP lo ha (ancora) specificato, eppure sarebbe (forse) interessante capire quale sia stato il criterio che ha indirizzato la scelta, non di poco conto visto che si tratta di giovanili della nazionale. Al di là dei meriti del tecnico, e al di là dell’azione meritoria svolta sul territorio locale, la Libertas Roma, e la seconda squadra della Luiss, non partecipano infatti a campionati di fasce di eccellenza tali da essere coinvolti in un programma delle nazionali giovanili e nello specifico quello dell’under 15, dove invece – basta leggere gli organici degli staff – di solito vengono coinvolti allenatori e dirigenti che hanno accumulato significative esperienze di livello giovanile in club (oppure giocatori dal grande passato) per altro iscritti a campionati di eccellenza, e non è certo questo il caso della Libertas Roma. Per quale motivo è stato allora scelto proprio Cairola, modificando poi la prassi consolidata del doppio assistente?

In attesa di una risposta in una nota FIP, sono però arrivate altre due note, qualche giorno dopo proprio questa nomina. Provengono entrambe dal Lazio, il cui comitato regionale di basket si è apertamente schierato con Valori e il cui presidente Persichelli s’è polemicamente dimesso dalla carica di presidente della Consulta delle Regioni. Il 19 aprile 2024 la Libertas Roma 2008 in uno stringatissimo dispaccio ha scritto: “La Libertas Roma 2008 è con Gianni Petrucci candidato alle prossime elezioni del Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro”. Nello stesso giorno è arrivata anche la nota della Luiss Basket Roma. “L’AS Luiss sezione Basket desidera esprimere la sua profonda gratitudine al Presidente Giovanni Petrucci per il suo costante impegno e sostegno al progetto studio-sport che dal 1998 ha visto l’Università Luiss e la Federazione Italiana Pallacanestro promotori della Dual Career italiana. Tale attività ha permesso a tanti studenti-atleti, non solo quelli provenienti dal mondo del basket, ma anche da altre discipline sportive, di frequentare un corso di studi di eccellenza senza rinunciare alla pratica sportiva, intraprendendo al termine degli studi importanti percorsi di carriera nel mondo del lavoro. Il Presidente Luigi Abete riconosce al Presidente Giovanni Petrucci grandi qualità e competenze come Manager Sportivo. In vista delle prossime elezioni federali, la Luiss Basket desidera annunciare ufficialmente il proprio sostegno al Presidente Petrucci, ritenendo che la sua leadership, visione ed esperienza siano fondamentali per il futuro della pallacanestro italiana”. Dopo queste due note il quadro sarà un po’ meno opaco?
 
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view post Posted on 29/4/2024, 11:12
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Che cos'è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.

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hines ha intervistato lamonica?
aridatece l'ucraino, va
 
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Non ho cugini!

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1 fallo su Sasha c'era e ci sarà sempre!!!
2 colpa degli ufficiali di campo...

https://storiesport.it/indiscreto/basket-e...-varese-napoli/
Basket e arbitri, Petrucci alle prese col nodo Lamonica. Il sacrificio elettorale e la punizione segreta per la terna di Varese-Napoli
MICHELE SPIEZIA
24 APRILE 2024
Il Commissioner nell'occhio del ciclone tra provvedimenti, lettere e caccia alle talpe: l'opzione di rinnovo del mandato in bilico. La sospensione agli ufficiali di campo per la topica di Masnago e il malcontento dei club
Divisi dalla fede calcistica nella recente semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Juventus e Lazio, i destini finora intrecciati del Commissioner dei fischietti italiani di pallacanestro Luigi Lamonica e del presidente federale del basket Gianni Petrucci potrebbero dividersi, prendendo strade diverse. Entrambi vivono momenti delicati, difficili, divisivi. Il capo degli arbitri travolto da polemiche e veleni (non solo sulle decisioni arbitrali sul parquet), proprio mentre sta concludendosi il secondo anno del mandato ricevuto da Petrucci con un corposo assegno a cinque zeri: ci sarebbe un opzione per un altro anno che scatterebbe a fine stagione, ma la conferma non è più così certa. Dal letto d’ospedale della Clinica Columbus a Roma, il presidente della FIP sta riflettendo sul da farsi: impegnato a strappare consensi per il suo quarto mandato di fila con ogni mezzo (la guerra è guerra), certo non ha accolto con piacere (eufemismo) gli ultimi accadimenti nel mondo arbitrale che stanno avvelenando il finale di stagione. Il vento di contestazione arriva ormai da più parti, e anche a livello arbitrale il vento di molte regioni pare spirare in direzione contraria, non ultimo quello che si respira ad esempio in Emilia Romagna. Un vento di rivolta contro Lamonica che assume significati elettorali precisi, in direzione contraria a Petrucci.

Come ogni buon arbitro, Lamonica è attento a non manifestare troppo la sua fede calcistica, da più parti considerata come bianconera. Del resto in queste settimane il Commissioner del CIA vive un destino che pare simile a quello del mister bianconero, Allegri: anche Lamonica è stato chiamato dal proprio presidente (Petrucci) per risollevare una situazione problematica, ma oggi deve però fare i conti con un bilancio del suo lavoro che sta provocando polemiche e insoddisfazioni. Non c’è infatti soltanto la questione relativa alle accuse di scarso livello della classe arbitrale, che a dire il vero sono sempre esistite persino quando in campo ci andava l’attuale capo del comitato italiano arbitri, il quale però in questi quasi due anni poco o nulla ha fatto in termini di lavoro tecnico per migliorare la situazione.

Quello che emerge, e che preoccupa non poco anche chi dovrà a breve decidere la sua riconferma per un eventuale terzo anno di mandato, ovvero questo consiglio federale presieduto da Petrucci, è la difficoltà del Commissioner a relazionarsi non solo con i club e gli stessi dirigenti FIP regionali, ma anche e soprattutto con il gruppo (lo spogliatoio per rimanere nella metafora calcistica, in fondo è lo sport prediletto di Petrucci) del campionato di serie A di basket.
Che i rapporti personali di Lamonica con alcuni dei “senatori” della squadra fossero pessimi da anni, era storia conosciuta un po’ a tutti: il gelo con il siciliano Carmelo Paternicò, il fischietto italiano oggi più titolato in Eurolega, dura infatti dai tempi della celebre finalissima Olimpia-Fortitudo, decisa, grazie alla decisione dell’arbitro siciliano dopo il controllo fatto osservando le immagini delle telecamere a bordo campo: per la cronaca Paternicò aveva – giustamente – convalidato insieme con il terzo arbitro Ursi il canestro della vittoria Effe, mentre il solo Lamonica l’aveva erroneamente annullato. La presenza della tecnologia, almeno in quell’occasione, per fortuna impedì un altro errore “storico”, dopo quello (il famoso “canestro da quattro punti” sul tiro da tre di Danilovic per un quasi contatto di Wilkins) commesso da Tiziano Zancanella, che diresse qualche anno prima, guarda caso in coppia con l’allora giovane Lamonica, la finalissima tra bolognesi. Secondo i rumors, il protagonismo di Paternicò (che Lamonica vorrebbe pensionare a fine anno, pur avendo lui stesso eliminato i limiti di età) non andò giù al primo arbitro che pure grazie al collega siciliano ha evitato di passare alla storia anche per un errore determinante ai fini dell’assegnazione di uno scudetto. Sbagliare è umano, anche se agli attuali eredi in campo del Commissioner sembra capitare spesso, soprattutto in massima serie. E gli errori, con la complicità divulgativa dei social, finiscono poi per produrre, in un effetto domino, polemiche e punizioni, veleni e sospetti, e anche decisioni “bulgare”. L’ultimo esempio?

La clamorosa topica andata in scena sul parquet di Masnago, quando la terna arbitrale composta da Lo Guzzo, Bongiorni, Pepponi, ha convalidato un canestro “a palla morta”, un po’ come se nel calcio venisse convalidato un gol, segnato però dopo il fischio dell’arbitro che ferma il gioco per una punizione. Agli ufficiali di campo di Varese-Napoli è stata recapitata una lettera ufficiale di sospensione per ben quattro turni; la firma è della responsabile degli “Ufficiali di campo” Stefania Tagliolini che nel provvedimento scrive come la sanzione sia stata presa “d’accordo con il Commissioner e il vice Commissioner”, perché “a 7’55 del primo quarto viene fischiato un fallo a Mannion su Owens in atto di tiro, la palla non entra, De Nicolao la raccoglie a rimbalzo e la devia a canestro. L’arbitro convalida il canestro e segnala un tiro libero aggiuntivo a favore di Owens. Gli Udc avrebbero dovuto accorgersi, intervenire e comunicare all’arbitro che il tiro di Owens non era entrato”.
Detto che la responsabilità degli ufficiali di campo, a termini di regolamento, è secondaria, non risultano però provvedimenti scritti per i tre malcapitati direttori di gara che però, guarda caso proprio da quella gara, non sono più stati designati (si è già al terzo turno di stop visto che non figurano nelle terne del prossimo turno). Che la sospensione possa essere giusta non è in discussione, però queste decisioni dovrebbero essere rese pubbliche, così come avviene per i provvedimenti nei confronti di tecnici e giocatori. La trasparenza però non pare una dote riconosciuta a questo CIA: basti pensare che, da quest’anno, gli arbitri non conoscono il voto dato loro dall’osservatore, scelta voluta da Lamonica. Sul caso specifico di Varese-Napoli, sui social, aveva così detto la sua Silvio Corrias, ex capo del settore tecnico arbitrale, considerato da tutti, nemici compresi, uno dei migliori conoscitori del regolamento. “Inspiegabile – se non con un blackout totale di attenzione e concentrazione – che nessuno dei tre si sia accorto del tap di De Nicolao! Era comunque possibile, accorgendosene, correggere sia l’errore iniziale (canestro da annullare) sia quello direttamente collegato. Owens aveva diritto a due tiri liberi per fallo subito in atto di tiro. In sostanza si tratta di due errori correggibili, dove il secondo è conseguenza del primo”.


Il malcontento dei fischietti italiani appare molto più diffuso di quanto credessero Lamonica e il suo vice, Marco Giansanti. Certo, non siamo ai tempi nei quali l’AIAP di Rino Colucci decideva e imponeva il cambio dei vertici del CIA alla Federazione, ma gli ultimi accadimenti dimostrano come proprio i vertici del sindacato dei fischietti (in primis il presidente Quarta e il suo vice Mazzoni), proprio cioè quelli nei quali il Commissioner più confidava, non sono più molto rappresentativi del gruppo. Avere ottimi rapporti con entrambi, e con tutti i componenti del direttivo (Galasso, Valzani, e l’altro pugliese Pecorella in quota Legadue), non ha ad esempio evitato a Lamonica e Giansanti il clamoroso inciampo della fuga di notizie: la ormai famosa lettera di direttive tecniche inviata agli arbitri di serie A, letta nel corso della trasmissione di una tv bolognese (vedi qui ). Un ulteriore segnale, rivolto stavolta proprio contro i vertici AIAP, è stata poi la pubblicazione, nel corso della trasmissione radiofonica (vedi qui), anche della seconda lettera, quella firmata stavolta dal presidente del sindacato degli arbitri Quarta nella quale veniva denunciata la rivelazione di un documento riservato, scatenando così un’altra fantozziana caccia alla talpa e alle streghe. Molti hanno ironizzato sui contenuti della missiva del Commissioner Lamonica e del vice Giansanti, sottolineando come esista più di un problema, se dopo quasi due anni di mandato bisogna ancora raccomandare semplici e banali linee guida a un arbitro nella preparazione alla gara. C’è poi la questione tecnica affrontata nella lettera, e relativa al metro arbitrale, cioè alla raccomandazione di osservare maggiore severità nei fischi adesso che la stagione sta entrando nella fase decisiva, senza avere però mai comunicato nulla, almeno sino ad ora, agli allenatori, ai giocatori, alle società.

Sul fronte politico però, quello che più interessa alla stessa FIP di Petrucci, è il passaggio nel quale Lamonica e Giansanti denunciano come gli arbitri debbano essere consapevoli del fatto che non potranno attendersi alcuna collaborazione sui parquet italiani. Un’accusa diretta evidentemente all’atteggiamento delle squadre, degli allenatori e degli stessi club che di sicuro non gioverà agli arbitri designati, e che soprattutto non sarà certo piaciuta al presidente federale Petrucci, impegnato com’è nella corsa al quarto mandato di fila e che dunque tende ad avere ottimi rapporti coi club, accusati con tanto di documento tecnico firmato da Lamonica, pupillo proprio del presidente federale. Qui un breve e significativo passaggio della lettera-raccomandazione inviata agli arbitri: “Il nostro ruolo è quello di proteggere la partita sempre e comunque. Il livello tecnico che attualmente esprime il nostro campionato non è eccelso perché vincere o perdere una partita fa tutta la differenza del mondo. Abbiamo compreso in maniera netta che non possiamo aspettarci una grande collaborazione da parte degli addetti ai lavori. Per questo dobbiamo essere una vera squadra avendo il controllo totale di tutto ciò che accade, tecnico e non”.

Il Commissioner intanto si è auto-nominato commissario Cia in Campania dopo le dimissioni di Beneduce (le motivazioni dell’addio avvolte ancora nella nebbia) mentre anche in Lombardia si registra qualche cambiamento, non ancora però ufficialmente comunicato all’esterno. Il responsabile provinciale per Milano e Monza Brianza Mattia Martellosio (nonostante risulti ancora in carica sul sito web del Comitato regionale lombardo) è stato rimosso per motivi legati a un maggior allineamento nelle linee guida che provengono soprattutto dal Commissioner Lamonica e anche dal responsabile regionale Boninsegna: dal giorno però della contestuale rimozione e dell’incarico conferito a Marco Barbiero (generalità diffusa in una news) tutti i canali di comunicazione con le delegazioni provinciali si sono interrotti (ad esempio per attività di organizzazione di corsi per nuovi arbitri o per richieste di collaborazione). In silenzio anche il CIA Lombardia.

Dal canto suo, Lamonica si dice sicuro della propria riconferma, che però magari potrebbe essere ottenuta sacrificando più di qualche fedele collaboratore, ad esempio Giansanti, oppure Nicola Longo che guida la Legadue, mentre il fidatissimo Carmelo Morina, ufficialmente capo di tutti gli istruttori, è stato di fatto già demansionato visto che la guida tecnica degli arbitri di serie B è stata affidata alla coppia Spinelli–Chiari. Il Commissioner si mostra forte anche del fatto che il suo terzo mandato sarà deciso in questa estate, sei mesi prima della sfida elettorale tra Petrucci e l’avvocato Guido Valori. Domanda maligna: ma se a questo punto, stanco e stufo, Gianni Petrucci si uniformasse al ragionamento di Lamonica, legando le proprie chances elettorali anche al sacrificio di qualche dirigente, a cominciare dal vertice CIA, e cioè proprio “rinunciando” a Lamonica?
 
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view post Posted on 29/4/2024, 11:46
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Se mi fate arrabbiare esplodo

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Il più pulito ha la rogna.
 
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IO OSSERVO

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ma se esplodessero tutti ?
 
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Virtus e basta

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Come al solito speravo di venire qui e leggere la notizia
 
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aggiornamenti, ahimè da leggere molto, non prima di addormentarsi perchè potrebbe creare incubi...

https://storiesport.it/indiscreto/rimborsi...o-col-vizietto/
Rimborsi gonfiati nel basket, inchiesta a tappeto sugli arbitri di A e Legadue. La soffiata del fischietto col vizietto
MICHELE SPIEZIA
2 MAGGIO 2024
La Procura della FIP al lavoro, audizioni in corso da un mese. Caccia alle note spese delle ultime due stagioni. Il malumore degli arbitri, gli indirizzi di residenza e il...telepass. Sfida elettorale: anche Fucile in campo con Valori
Rimborsi gonfiati, percorsi di viaggio e mezzi di trasporto modificati, attestazioni taroccate, in estrema sintesi: note spese alterate. Sembra di leggere i capi di accusa che tre anni fa scoperchiarono un poco edificante quadretto nella classe degli arbitri della Can A-B di calcio. I capi di accusa invece sono attuali e anche stavolta riguardano gli arbitri, l’unica differenza è che adesso il presunto vizietto si anniderebbe tra i fischietti del basket. Le indagini sono scattate un mese fa, dopo le rivelazioni di un arbitro di una serie inferiore che, pescato con le mani nella marmellata, avrebbe seraficamente risposto così agli inquirenti della Procura FIP: “Guardate che in serie A e in Legadue sono tanti a fare così, potrei dirvi anche chi mi ha insegnato certi trucchetti…”. Una mail di convocazione negli uffici della Procura federale ha così raggiunto i 34 arbitri di serie A e i 70 che si dividono tra Legadue e serie A femminile: tutti convocati in audizione, dai big agli ultimi arrivati, nessuna distinzione e nessuna preferenza. La lunga processione è cominciata un mese fa e non è ancora terminata. E mentre nell’Ufficio rimborsi della federazione pallacanestro continuano le ricerche nell’archivio, nella sede di via Vitorchiano a Roma, i fischietti vengono interrogati dal capo della Procura FIP Marco Lucente e dal suo vice, Marta Degli Esposti.

Tutti gli arbitri sono stati invitati a produrre le note spese di questa stagione e della precedente, a tutti sono state poste domande sui metodi e sui meccanismi seguiti per ottenere i rimborsi, visto che la federazione consente varie possibilità di scelta. Proprio per questo, a tutti è stato chiesto di produrre le copie dei pagamenti telepass (se il viaggio è stato in autostrada) e di quelli effettuati con addebito su conto corrente. Gli inquirenti federali indagano anche su quale arbitro possa avere un programma che abbia modificato e taroccato i passaggi col telepass. Perché una delle chiavi starebbe tutta qui. E in una frase: “Se volete, vi dico chi sono e come fanno…”. Un sospetto che è diventato una macchia, anche perché le voci hanno cominciato a girare in fretta avvelenando il clima, già non idilliaco, che attualmente regna tra i fischietti del basket, guidati dal Commissioner Lamonica che ha un contratto (in scadenza con opzione di rinnovo) a centomila euro l’anno. Le prestazioni (scadenti) di qualche arbitro sarebbero da far dipendere anche dal nervosismo e dal clima di sospetti scaturiti dall’inchiesta. Arbitri pare rimasti seccati dalle modalità di convocazione quasi ad horas, costretti a raggiungere Roma e a proprie spese, coinvolti in una indagine a tappeto frutto di una “soffiata” ritenuta inattendibile, e senza poi che il sindacato degli arbitri (AIAP) abbia detto qualcosa.
L’origine dell’inchiesta. La frase è del fischietto laziale, che arbitra(va) nelle serie inferiori (dalla B Interregionale in giù), pescato con le mani nella marmellata e già protagonista in passato di un’altra vicenda poco edificante: nella stagione 2022 nella sua nota spese figuravano ben 35 modifiche dell’indirizzo di residenza, con 9 indirizzi diversi utilizzati, questo per aumentare il rimborso spese che per le serie inferiori, dopo il centesimo chilometro, fa scattare il cosidetto bonus “pasto/i. Modifiche così reiterate che hanno insospettito e che hanno prodotto, nello scorso novembre, una relazione scritta e poi una denuncia posta all’attenzione della Procura federale. L’arbitro in questione avrebbe provato a “patteggiare”: se non mi squalificate, vi faccio i nomi di chi mi ha insegnato questi trucchetti e vi dico chi tarocca i rimborsi e le note spese in serie A e Legadue. Così avrebbe detto. Una richiesta, pare, non accolta: il procedimento è infatti andato avanti anche se, a oggi, e sono passati cinque mesi, non vi è ancora traccia di un provvedimento preso nei confronti dell’arbitro romano in questione. Le indagini però si sono allargate agli arbitri delle serie principali: i 34 arbitri di serie A e i 70 di Legadue e serie A femminile. Il fondato sospetto è che gli inquirenti abbiano avuto la segnalazione dei fischietti col presunto vizietto e che stiano cercando di arrivare alle prove e a ottenere eventuali confessioni. Per questo sono al vaglio tutte le note spese degli ultimi due anni. Audizioni a tappeto. A tutti gli arbitri vengono poste sempre le stesse domande: come organizza le trasferte? Si serve dell’agenzia di viaggi che ha accordo con la FIP? Può produrre i pagamenti del Telepass effettuati e le altre fatture? È a conoscenza di colleghi che “modificano” i rimborsi” o di un sistema per taroccarli?

Il sistema dei rimborsi. Dalla B nazionale in giù il meccanismo è questo: il rimborso è forfettario, è calcolato dal sistema presente su FIP online sulla base della distanza chilometrica, il sistema attribuisce automaticamente i pasti o i pernotti se la distanza aumenta oltre i 100 chilometri e se la gara è giocata in notturna. Il pasto è riconosciuto in 35 euro, il pernotto in 75 euro, c’è poi il rimborso carburante che è in base ai chilometri, oltre naturalmente al gettone partita (in B nazionale è di 100 euro). Non è necessario dunque presentare fatture, tutto è calcolato automaticamente. Diverso è invece il meccanismo previsto per gli arbitri di serie A e di Legadue (e serie A donne). Innanzitutto perché, da regolamento, gli arbitri della terna (ma questo vale anche per gli osservatori e ufficiali di campo) designati per la partita devono raggiungere la sede il giorno prima della gara. Il gettone in A vale circa mille euro ad arbitro, arbitro che ha diverse opzioni per gli spostamenti e che deve presentare la documentazione che attesta le spese. Innanzitutto, soprattutto, può utilizzare il meccanismo della prenotazione on-line attraverso l’agenzia che ha l’accordo con la federazione (come avviene con gli arbitri di calcio): in questo caso le spese di viaggio vengono effettuate dall’ufficio rimborsi della FIP. Può però anche capitare che arrivi una designazione (una sostituzione, ad esempio) in extremis e dunque gli arbitri anticipano le spese per poi essere rimborsati. Per quanto riguarda le spese di vitto e alloggio, bisogna sempre produrre le fatture. Se si dichiara di aver effettuato il viaggio in auto, bisogna produrre la ricevuta del pagamento del telepass, mentre per il rimborso carburante fa fede il chilometraggio. E se, ad esempio, qualche arbitro avesse dichiarato di aver effettuato il viaggio in auto, e poi abbia invece materialmente viaggiato in treno, o addirittura in autobus, risparmiando e dunque gonfiando il rimborso? È una delle domande alle quali stanno cercando risposte il capo della Procura federale Lucente e il suo vice Degli Esposti. La documentazione del telepass è diventata la caccia alle streghe. Si trasformerà in una macchia anche per i fischietti del basket?


La sfida elettorale. Intanto, mentre il presidente federale Gianni Petrucci viene descritto come sempre più indaffarato in operazioni di potere e immagine (richieste su richieste a club, dirigenti e leghe di endorsement; contestuali solleciti di pubblicazione su quotidiani e siti) per fronteggiare lo schieramento avversario guidato da Guido Valori, proprio il gruppo che sostiene la candidatura dell’avvocato romano alla presidenza della FIP, raccoglie nuove significative adesioni. Dopo il comunicato dei Comitati di Lombardia, Veneto e Lazio, è il momento del comunicato di Manfredo Fucile che, dalla Campania, annuncia la sua candidatura alle elezioni del Comitato Regionale. Già presidente del Comitato campano, aveva lasciato il testimone a Caliendo, alleato di Petrucci che non ha ancora sciolto le riserve di ricandidatura: pare abbia riferito che Petrucci gli abbia promesso – anche a lui – un posto nel consiglio federale. La discesa in campo di Fucile che corre per la poltrona di presidente, in una regione dove si registrano malumori crescenti verso l’attuale goverance federale, segna un altro punto in favore di uno schieramento – quello guidato da Valori – pronto ad annunciare a breve altre significative novità. Fucile scende in campo e lo fa con Valori, con queste motivazioni. «Ho deciso di scendere di nuovo in campo perché nel 2020 ho lasciato un grande patrimonio di idee e di progetti realizzati con sacrificio, dedizione ed instancabile passione in tanti anni di lavoro. L’idea di fondo è quella di creare, dunque, insieme ad una nuova squadra dirigente, una continuità con la linea che intende proporre l’amico Guido Valori, ritenendo ormai essenziale riprendere quel progetto che avevo lasciato e che oggi finalmente trova uno sbocco con un vero e reale cambiamento della Federazione Italiana Pallacanestro».



https://storiesport.it/indiscreto/basket-l...zio-di-rossini/
Basket, la battaglia elettorale in Campania. Caliendo si ricandida e Fucile si attrezza. Ma a far rumore è il silenzio di Rossini
MICHELE SPIEZIA
3 MAGGIO 2024
Il presidente uscente del Comitato regionale in una nota, spiega: «Non punto al consiglio federale. E sto con Petrucci». L'appoggio dello Scafati Basket, la corsa ai like social e la spaccatura
Non c’è nessun accordo per mie cariche nazionali, sono solo fantasie e illazioni. Mi ricandido, e sostengo Petrucci. È questo il succo del comunicato firmato in mattinata dal presidente del Comitato Campania della FIP Antonio Caliendo. Il commercialista di Casalnuovo firma la nota che è stata poi pubblicata sul sito ufficiale del comitato, ventiquattro ore dopo il comunicato con il quale Manfredo Fucile, ex presidente del Comitato campano per quattro mandati di fila e “padre” dell’elezione nel 2020 di Caliendo al seggio regionale, ha annunciato la propria candidatura alla presidenza regionale appoggiando inoltre la linea di Guido Valori che contenderà lo scettro della FIP al presidente uscente Gianni Petrucci.

La nota – una smentita?, una rettifica? – parte prendendo le distanze dal contenuto di un articolo pubblicato ieri sul sito storiesport.it (leggi qui) nel quale si dava conto della discesa in campo di Fucile e che, in appena due righe, sottolineava come «Caliendo, alleato di Petrucci, non ha ancora sciolto le riserve di ricandidatura: pare abbia riferito che Petrucci gli abbia promesso – anche a lui – un posto nel consiglio federale». Quindi, una brevissima ricostruzione, frutto di un’indiscrezione giornalistica.
ncerto sul tono – smentita? rettifica? – da dare alla nota (non è stata – almeno non aNcora – inoltrata agli indirizzi mail del sito o all’autore, come solitamente avviene nei casi di richiesta di rettifica o smentita), Caliendo (che non è la FIP Campania) firma una nota a titolo della FIP Campania: “La FIP Campania prende le distanze dall’articolo pubblicato in data 02/04/2024 sul sito Storie e Sport, recante la firma del giornalista Michele Spiezia. Nello specifico, si sottolinea che il presidente Antonio Caliendo non ha mai fatto mistero della sua candidatura alle prossime elezioni regionali, come già ribadito lo scorso 3 febbraio durante la visita del presidente nazionale Gianni Petrucci al Palavesuvio, che in tale occasione accettò di dialogare direttamente con tutte le società della Campania. Nella stessa circostanza, Caliendo ha rinnovato, ancora una volta, il suo sostegno alla candidatura di Petrucci nelle prossime elezioni federali. Risulta altresì totalmente infondata la notizia di un accordo tra i due per l’ottenimento, da parte di Caliendo, di un futuro posto nel consiglio federale. «Siamo di fronte a delle vere illazioni – dichiara il presidente Caliendo – diffuse esclusivamente nel tentativo di avvelenare il clima in vista delle elezioni, sia nazionali che regionali. Ribadisco la mia volontà di ricandidarmi alla presidenza del Comitato FIP Campania e il mio convinto e totale sostegno al presidente Petrucci. L’ipotesi di un eventuale accordo per mie cariche nazionali è solamente frutto della spiccata fantasia di chi lo ha scritto o di eventuali suggeritori”. Questa la nota integrale nella quale Caliendo ribadisce l’appoggio a Petrucci.


Il presidente del Comitato Campania un mese fa ha fatto da capo delegazione della Nazionale under 18 maschile al torneo internazionale “Albert Schweitzer” in Germania. È quindi così tanto impegnato in campo regionale, nazionale e internazionale che sarebbe scortese costringerlo a un nuovo intervento: e allora no, sarà sicuramente non veritiera la notizia che il delegato nazionale (in quota Campania) Andrea D’Alterio da Giugliano si stesse alacremente muovendo alla ricerca di firme per la sua candidatura regionale a presidente FIP Campania con la benedizione proprio di Caliendo, pronto invece a spiccare il volo verso via Vitorchiano, a Roma. No, non sarà vero.

Di certo c’è che, pochi minuti dopo l’ufficializzazione della nota sul sito della FIP Campania, nota condivisa sul proprio profilo social dal vice-presidente regionale Alfonso Campitiello (presidente dell’Angri), è arrivata la nota dello Scafati Basket (Enrico Longobardi, figlio di Nello patron del club di serie A, è consigliere regionale), che sostiene l’operato di Caliendo, al quale inoltre rinnova piena fiducia. La nota, pubblicata sul sito ufficiale di FIP Campania, ha raccolto 44 like (il dato è delle ore 16) a fronte degli oltre 6.000 followers: tra questi 44 like, c’è quello del Sala Consilina e di Simona Sica, anch’essa consigliere regionale, e c’è quello dell’altro consigliere regionale Mena Fusco. Se il conto dei like fosse preso come exit-poll delle future elezioni regionali, allora non ci sarebbe partita, perchè al post di Fucile sono arrivati 485 like (il dato alle ore 16 di oggi). Certo, Fucile ha un giorno quasi di vantaggio, ma magari chissà, la “chiamata alle armi-social” riuscirà a far raccogliere altre adesioni sul fronte Caliendo.
In questo fragoroso cozzar di spade, quello che fa più rumore è però un silenzio. È quello di Giancarlo Rossini, patron della Polisportiva Battipagliese, considerato il dominus del basket in Campania. A inizio marzo aveva pubblicamente dato appoggio a Petrucci in campo nazionale, Petrucci che pare gli avesse “promesso” un posto nel consiglio federale, posto che Caliendo invece sostiene di non inseguire e che non gli sarebbe stato promesso. Al momento, Rossini non è “sceso in campo” per Caliendo: chissà se la discesa in campo di Fucile in Campania, e quella di Valori in campo nazionale, non gli facciano cambiare idea e fronte. Perché, se così fosse, per Caliendo (e Petrucci) la strada della rielezione si farebbe ancora più in salita. E quel largo sorriso mostrato dalla coppia Caliendo-Petrucci nella riunione di due mesi fa al PalaVesuvio potrebbe pure trasformarsi in un ghigno beffardo.

Una presa d’atto. Ben altro, che prendere le distanze
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Basket, guerra Fip-Lombardia. Incolpato Maggi, che fa esposto a Coni e Governo: «Conflitti e ritorsioni: il metodo Petrucci»
MICHELE SPIEZIA
4 MAGGIO 2024
Inchiesta sul presidente lombardo: la Procura federale si muove. Maggi intima: organi nominati da Petrucci. In 25 pagine il racconto degli ultimi sei mesi: nel mirino atti, assunzioni, il presidente federale accusato di persecuzioni. Il ruolo svolto dagli uffici di Sport e Salute

Cerca un giudice a Berlino, il presidente del Comitato Lombardia della Fip, Giorgio Maggi. Cerca giustizia, equità e imparzialità, invoca trasparenza e firma un esposto di venticinque pagine, un lungo memoriale nel quale ricostruisce non solo gli ultimi sei mesi di “rapporti” personali e istituzionali intercorsi col presidente federale Gianni Petrucci, ma pagine che addirittura mettono in rilievo una serie di comportamenti, pratiche e decisioni assunte nel corso degli anni dall’attuale presidente FIP: un’attività politica e gestionale da porre all’attenzione delle massime istituzioni sportive italiane. L’esposto è stato infatti inviato via pec al Dipartimento dello Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre che alla Procura federale e alla Commissione di garanzia federale della Fip, alla Procura Generale dello Sport presso il Coni e alla Commissione “di Garanzia degli organi di giustizia, di controllo e di tutela dell’etica sportiva” del Coni.

L’esposto e la giustizia “domestica”. Il presidente del comitato lombardo Giorgio Maggi cerca giustizia e risposte, invoca un’inchiesta su presunte plurime violazioni ai codici etico e sportivo della Fip e del Coni che sarebbero state commesse da Petrucci. Per questo, chiede l’intervento della Procura Generale dello Sport presso il Coni diffidando il procuratore federale Fip Marco Lucente a non effettuare le indagini e a non occuparsi dell’inchiesta, visto che le nomine per gli incarichi nella giustizia sportiva della Federbasket e quelli della Procura federale sono stati assunti nel giugno del 2021 con una delibera personale firmata da Petrucci “senza ragioni di urgenza che giustificassero una deliberazione presidenziale in apparente e aperto conflitto con quanto detta lo Statuto federale che demanda invece le nomine al consiglio federale su proposta del presidente”; già nelle due precedenti e ultime gestioni Petrucci (quadriennio olimpico 2013/2016 e quadriennio olimpico 2017/2020) il consiglio federale Fip, pur non avendone i poteri, aveva conferito a Petrucci il mandato di individuare e nominare i componenti della giustizia federale del basket azzurro.
L’incolpazione. Motivi per i quali Maggi chiede al capo della Procura federale di astenersi dalle indagini, proprio al capo della Procura che a inizio della prossima settimana lo interrogherà invece come soggetto incolpato, indagato “per la verifica della possibile sussistenza di un conflitto di interessi nell’affidamento, a società, di incarichi da parte del Comitato Lombardia Fip, negli anni 2021, 2022 e 2023” in una vicenda nata nell’ottobre scorso (dettagliatamente riportata qui), un’indagine nella quale sono stati coinvolti il presidente Maggi e l’intero Comitato Lombardo (Sina, Filabelli, Foglieni, Maruti, Ostini e Tallone); tutti hanno risposto puntualmente e dettagliatamente agli addebiti e alle richieste, eppure Maggi è stato incolpato e il resto dei consiglieri, non indagati, verranno ascoltati dal procuratore federale sempre nel corso della prossima settimana. Tutto il comitato lombardo nel mirino, proprio il Comitato e la regione dove è maturato prima il no a Petrucci che aveva chiesto adesione al quarto mandato di fila e poi dove soprattutto è nato l’appoggio alla candidatura dell’avvocato romano Guido Valori alla presidenza Fip, candidatura costruita insieme al Comitato Veneto e al Comitato Lazio.

Ritorsioni e persecuzioni elettorali. Secondo Maggi, sussistono una serie di elementi precisi che dimostrerebbero come gli atti compiuti da Petrucci siano stati adottati per intimidire, sanzionare e poi rimuovere i rappresentanti del comitato lombardo utilizzando, a tal fine “gli organi federali, indirizzati verso i suoi scopi”, proprio come segno di ritorsione. Un’accusa pesantissima, accompagnata e dettagliata da una ricostruzione precisa degli eventi, degli atti, delle decisioni. Non solo. Nella vicenda Maggi è accusato dalla Procura Fip di violazione al codice etico per un presunto conflitto di interesse amministrativo ma il codice etico della federazione contempla soltanto quello sportivo; presunte violazioni amministrative dalle quali Maggi poi si difende con una serie di atti e documenti. Per poi attaccare, proprio sul campo scelto da Petrucci, illustrando, con una serie di punti, come sia stato invece proprio il presidente Petrucci ad aver ripetutamente violato anche le più elementari norme del codice etico della Fip, del Coni e dei principi fondamentali degli Statuti delle federazioni sportive nazionali. In che modo? Con una serie di nomine nel campo della giustizia sportiva, nella selezione del personale e nella costituzione del rapporto di lavoro, in rapporti contrattuali e di possibili conflitti; e ancora con la mancata trasparenza, con il mancato rispetto dei principi di lealtà e correttezza, e quello di non discriminazione. Per questo, mettendone al corrente il Dipartimento dello Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiede alla Procura Generale dello Sport presso il Coni di “adottare tutte le iniziative ritenute opportune nei confronti del dottor Gianni Petrucci nella sua qualità di presidente Fip, anche ai fini dell’individuazione di ulteriori violazioni della normativa federale e del Coni, ritenendo che Petrucci non possa essere sottoposto al giudizio degli organi di giustizia sportiva della Fip, in quanto tutti da lui nominati personalmente, in spregio della normativa vigente”.

Atti e “misfatti”. È con questa frase che si chiude l’esposto. Ma cosa c’è scritto in queste venticinque pagine? E quali sono i comportamenti di Petrucci che Maggi mette in rilievo, ponendoli all’attenzione della Procura Generale dello Sport guidata dal prefetto Ugo Taucer? Si legge, nell’esposto. “La situazione di conflitto di interessi si riscontra nelle azioni di Petrucci che ha dispensato rinnovi di affidamenti, garantito posizioni lavorative all’interno della Fip a persone a lui vicine, e ai loro familiari, utilizzando risorse federali”. Ad esempio, l’importante rinnovo fino al 30 giugno 2026, quindi ben oltre la scadenza del mandato federale di Petrucci, del contratto all’advisor commerciale Master Group Sport srl che “beneficia delle provvigioni anche sui contratti di sponsorizzazione procacciati dai Comitati regionali senza il suo supporto”, un rinnovo tenuto “scupolosamente nascosto”; i “generosi” compensi al Commissioner degli arbitri e al direttore generale delle squadre nazionali; le “assunzioni facili garantite ai figli di dipendenti federali perché restassero persone di sua fiducia”; “l’inaspettata promozione del magazziniere Fip utilizzato senza specifico inquadramento, come autista personale”.
Nell’esposto si evidenzia come Petrucci sia anche vice presidente esecutivo (carica assunta da gennaio 2024, mentre a giugno 2023 era entrato nel cda del club presieduto da Danilo Iervolino) della Salernitana e che, come tale, presenzi alle riunioni in Lega A a cui partecipa anche Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo (la Salernitana è già retrocessa in B, il Sassuolo rischia di accompagnarla, e così la scena si ripeterebbe anche nei consigli di Lega B, nota a margine: due mesi fa la Finanza ha perquisito la sede sociale alla ricerca di documentazioni su passaggio di giocatori tra il club neroverde e la Juventus) ma anche amministratore delegato e presidente della Master Group Sport srl, advisor commerciale della Fip confermato fino a giugno 2026. “Tali rapporti a titolo personale dovrebbero indurre il presidente Fip a una maggiore cautela nell’assegnazione del ruolo di advisor commerciale alla Master Group Sport srl per evidenti ragioni e a rappresentare che la scelta di tale soggetto è avvenuta confrontandolo con altre aziende che svolgono la medesima attività, nonché le ragioni che hanno portato all’assegnazione e al successivo rinnovo”, c’è scritto nell’esposto. Da ricordare come il rinnovo contrattuale sia stato fatto con scadenza temporale al 30 giugno 2026, ben oltre quindi la scadenza dell’attuale mandato presidenziale. Esaminando poi le numerose variazioni di bilancio effettuate da Petrucci e rese pubbliche sul sito Fip, si nota come “abbia munito di nuove e inaspettate risorse finanziarie i comitati regionali che manifestavano pubblicamente di sostenere la sua ricandidatura, come le Marche, l’Abruzzo, la Puglia e la Campania”. Questa situazione rende palese come “alcuni comitati regionali che hanno manifestato adesione a Petrucci non hanno mai ricevuto richiesta di chiarimenti o indagini di carattere amministrativo, contabile e disciplinare, pur in presenza di fatti noti a tutto il movimento del basket italiano”.

Ad esempio, si fa il caso del Comitato Emilia Romagna in cui risulta esserci solo un dipendente (Fabio Galimberti) e alcuni collaboratori tra i quali Gianluca Galimberti. I due sono figli di Giancarlo Galimberti, storico ex presidente del Comitato Fip Emilia Romagna ed ex consigliere federale: nonostante l’età, l’ottantenne Giancarlo ha una scrivania nella sede del Comitato che occupa con grande frequenza settimanale, “svolgendo attività in favore del comitato”. E ancora: “Nel sistema federale si sa come in altri Comitati regionali esistono da tempo rapporti di carattere familiare posti a fondamento della gestione delle attività dei comitati che sono articolazioni federali sul territorio”. Eppure gli organi centrali federali non sono mai intervenuti per accertare eventuali anomalie. “A titolo di esempio, ci sono i casi dei Comitati regionali Abruzzo e Marche”. Si chiede Maggi: due pesi e due misure? “Sia chiaro, non si chiede che si agisca contro i rappresentanti di questi comitati, ma si vuol solo far comprendere come sia sufficiente essere concordi con la candidatura del presidente federale Petrucci, per non vedersi contestare alcunché, sebbene esistano situazioni meritevoli almeno di approfondimento”. Decisioni strumentali e politiche prese, secondo il presidente del Comitato Lombardia, a seconda del gradimento o meno alla candidatura elettorale di Petrucci “le cui azioni trovano esclusivo fondamento nel voler cercare ragioni che rechino pregiudizio all’immagine e alla credibilità dei dirigenti lombardi, espressione di una realtà che si contraddistingue per una gestione trasparente ma che non condivide apertamente il progetto politico dell’attuale presidente, e contro le quali vengono utilizzate procedure contrarie ai principi e alla normativa dell’ordinamento federale per indurle a cambiare atteggiamento”.

L’inchiesta. Quando e come nasce l’inchiesta su Maggi e il Comitato Lombardia, in quale contesto matura questa “ritorsione” come la definisce il presidente del comitato lombardo, quali sono i retroscena della vicenda? Il filo è lungo, si prova a riassumere una matassa assai intricata e affilata. Dopo aver ripetuto per mesi, nel corso di interviste ai principali quotidiani nazionali, in dichiarazioni nel corso di due consigli federali e in una riunione della Consulta delle Regioni, di non volersi ricandidare (in quel momento storico la legge però non glielo consentiva), Petrucci cambia idea nell’estate del 2023, quando la promulgazione della legge 112 elimina il divieto di ricandidatura per i presidenti federali oltre il terzo mandato. Il 9 ottobre prende il treno e va a Milano, dove incontra, in un ristorante nei pressi della Stazione centrale, il presidente del Comitato Lombardia Giorgio Maggi insieme ai dirigenti lombardi Germano Foglieni (consigliere regionale) e Giuseppe Rizzi (consigliere federale). Chiede loro l’appoggio alla sua nuova candidatura. Maggi obietta, ricorda a Petrucci che già ad agosto 2022, a Brescia, durante un incontro della Nazionale, aveva detto al presidente federale che, vista la sua impossibilità a candidarsi, la Lombardia aveva già il profilo del candidato da presentare alla tornata elettorale.

Petrucci non la prende bene, saluta i tre e riparte per Roma. Sa che il mancato sostegno di un Comitato come quello lombardo, strategico in ottica elettorale, è un colpo pesante alle proprie velleità. Un mese dopo, nel corso del consiglio federale, revoca a Maggi l’incarico di coordinatore delle attività territoriali del progetto Academy, incarico rinnovatogli appena tre mesi prima. La motivazione? “Il venir meno del rapporto fiduciario”: così almeno scrive nella lettera indirizzata a Maggi e ai consiglieri regionali, ai quali inoltre annuncia la verifica su “elementi di informazione su presunti affidamenti e incarichi in service esterni affidati dal Comitato Lombardia in situazioni di possibile conflitto di interessi”, invitandoli a produrre una relazione sulla gestione amministrativa del Comitato. Maggi (e i consiglieri) prendono carta e penna. Scrivono, e spiegano, osservando tra l’altro come “la Fip, a livello centrale, sia già in possesso di tutte le delibere del comitato regionale”. Chiede (e chiedono) il perché del “venir meno del rapporto fiduciario” e chiede (e chiedono) i dettagli di quelli che Petrucci definisce “elementi di informazione”, per poter così rispondere compiutamente alle richieste. Gli domandano inoltre a quali periodi si riferisca, visto che fino ad allora mai aveva fatto tale richiesta.

Petrucci riprende carta e penna e scrive, facendo riferimento all’affidamento effettuato per gli anni 2021 e 2022 a due società, la Freemind e la Golden Flamingo, precisando che questa società abbia avuto un socio e un collaboratore “in rapporti di affinità e parentela con Giorgio Maggi”, ipotizzando un network, una presunta condizione di conflitto di interesse “sportivo” e informando che poi avrebbe rimesso tutti gli atti al presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fip. Qualche giorno dopo però, Petrucci chiama al telefono il consigliere lombardo Foglieni e gli chiede di dimettersi dal consiglio regionale perché “stava rischiando di essere coinvolto nella vicenda-Maggi”. Chiede inoltre a Foglieni di invitare anche gli altri consiglieri alle dimissioni, in modo da poter così commissariare il Comitato Lombardia. Fa una telefonata dello stesso tenore anche col consigliere federale (lombardo) Rizzi, al quale sottolinea come “il nominativo dell’eventuale commissario sarebbe stato concordato coi dirigenti lombardi e che comunque si sarebbe trattato di un profilo gradito alla Lombardia”.

Il rimpallo. Quattro giorni dopo, il presidente del Collegio dei Revisori dei Conti della Fip Marco Tani scrive al Comitato Lombardia, “stante l’apparente condizione di conflitto di interesse sollevata”, chiedendo una serie di documenti. Due giorni dopo Maggi e i cinque consiglieri rispondono alla nota di Petrucci, ricordandogli come avesse già tutte le informazioni a disposizione, come non esistesse alcun network tra le due società di service in questione, società tra l’altro ben conosciute alla Fip centrale con la quale avevano già lavorato in parecchi progetti avendo come testimonial anche il ct Pozzecco, che gli incarichi a una delle due società erano stati preventivamente sottoposti all’approvazione del consiglio federale (approvazione concessa con apposita delibera), e come ci fossero stati già cinque controlli senza che mai nulla fosse stato rilevato. E, infine, come il presunto conflitto di interesse sportivo non potesse avere ragioni, visto che le persone coinvolte non erano tesserate Fip e che le loro prestazioni non fossero di carattere sportivo. Quanto alla revoca dell’incarico al presidente Maggi del progetto Academy, sottolineavano come “la decisione fosse di carattere politico…e come in un consesso democratico, sia serenamente accettabile la possibilità che ci possano essere più candidature”.

Petrucci rispondeva dicendo di aver trasferito la questione al Collegio dei Revisori. Ricontattava poi Foglieni, ripaventando l’ipotesi del commissariamento e invitando tutti alle dimissioni. Dimissioni respinte in blocco da tutto il comitato. Chiedeva inoltre a Rizzi e Foglieni di riferire a Maggi di non presentarsi alle future riunioni (come poi avvenuto) della Consulta regionale. A febbraio Petrucci informava il consiglio federale di aver chiesto una relazione sulla vicenda Lombardia alla direzione “Internal Audit” di Sport e Salute (una società partecipata statale, è sotto il controllo del Mef guidato da Giancarlo Giorgetti): l’ufficio è guidato da Marco Befera, figlio di Attilio Befera che è, per inciso, il presidente della Comtec (commissione tecnica, come la Covisoc nel calcio) della Fip. A febbraio l’ufficio amministrativo di Federbasket chiede una serie di nuovi documenti relativi alla società Freemind e Golden Flamingo. Il Comitato fornisce i documenti ma si vede richiedere dagli uffici Fip – forse perché nulla avevano trovato di rilevante? – la copia dei verbali di tutte le deliberazioni dell’ultimo triennio.

Nel frattempo, proprio mentre su organi di stampa (leggi qui) viene annunciata la discesa in campo di Valori, Petrucci richiama Rizzi (consigliere federale e responsabile del settore giovanile nazionale Fip) invitandolo “con toni concitati di dichiararsi politicamente in suo favore”. Rizzi non si dichiara politicamente in favore di Petrucci; prima il vice-segretario generale Fip Martinelli e poi di nuovo Petrucci, chiedono a Rizzi di non partecipare alla finali nazionali maschili in programma a Battipaglia: la tua presenza è superflua, visto che ci sarà Petrucci, questo il succo delle due telefonate. Rizzi manifesta il proprio disappunto con una nota inviata via mail confermando invece la propria presenza alle finali, in virtù del lavoro compiuto negli anni. Un mese fa Petrucci, nel corso de consiglio federale informa di aver ricevuto una relazione dagli uffici di “Sport e Salute” e di averla inviata al presidente del Collegio dei Revisori dei Conti Fip, assicurando che “tutto quello che ne sarebbe seguito sarebbe stato di competenza degli organi federali e non della politica federale”. Due settimane dopo il Collegio dei Revisori trasmette una nota nella quale rileva “l’esistenza del supposto conflitto di interessi e alcune carenze procedurali, la violazione del codice etico e dello statuto federale a causa della mancata disclosure del presidente del Comitato e della sua conseguente mancata astensione in sede deliberativa”.


Dall’ospedale San Camillo dov’è ricoverato dopo un incidente automobilistico, Petrucci chiede alla segreteria generale Fip di trasmettere la nota a Maggi e ai consiglieri regionali, pur se Maggi e i consiglieri non siano i destinatari della comunicazione. Perché lo fa, allora? “La finalità è quella di avvisarli e di farli desistere dalla volontà di cercare un’alternativa all’attuale presidente Fip”: così c’è scritto nell’esposto, nel quale poi si rileva come le azioni della Federbasket e della direzione dell’Internal Audit di “Sport e Salute” abbiano seguito un iter illegittimo, disattendendo tra l’altro le disposizioni previste dalla Legge 241/90 sul procedimento amministrativo.

Il caso Sport e Salute e la richiesta al Governo. Rilievi pesanti che investono il Dipartimento dello Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, visto che la direzione “Internal Audit” e la società “Sport e Salute” (società sotto controllo pubblico) prima di redigere il report avrebbero dovuto rilevare le gravi violazioni procedurali e l’inosservanza delle norme del procedimento amministrativo, ma che hanno invece dato seguito alla richiesta avanzata dal presidente federale Petrucci. Rilevi di maggior valore se si considera che Marco Befera è stato, in passato, responsabile dell’Ufficio di Vigilanza del Coni e che “dunque avrebbe dovuto ben conoscere le procedure che devono essere seguite dalla federazioni sportive”. È per questo che l’esposto viene trasmesso al Dipartimento dello Sport in modo che venga valutato il comportamento seguito.

Dopo la relazione dell’ufficio, pubblicamente i comitati di Lombardia, Veneto e Lazio (leggi qui) ufficializzano il 9 aprile l’appoggio alla candidatura di Guido Valori per la presidenza Fip. Otto giorni dopo, il procuratore capo della Fip Lucente incolpava invece Maggi e convocava tutti i consiglieri in audizione a Roma come “persone informate sui fatti”. Eppure gli uffici sono già in possesso di tutta la documentazione relativa agli affidamenti del Comitato alle due società oggetto della contestazione, e anche di tutte le dichiarazioni fornite nel corso di questi sei lunghi, interminabili e velenosi, mesi. “L’azione dell’organo inquirente e requirente federale si presenta non solo finalizzata agli scopi di Petrucci, ma anche per far capire le sue intenzioni agli altri comitati regionali che hanno appoggiato una candidatura alternativa a quella di Petrucci. Risulta evidente dal quadro fattuale ricostruito che Petrucci, una volta constatato che le sue pressanti richieste non avrebbero fatto cambiare idea sul mancato sostegno elettorale, abbia posto in essere una campagna di persecuzione in danno di chi non condivideva la sua ricandidatura”. Così scrive Maggi nell’esposto. Cerca un giudice a Berlino. Lo troverà a Roma, nel palazzo del Coni? O nei palazzi di Governo? E quale sarà la risposta di Petrucci?

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Basket, i presidenti dei Comitati Marche, Abruzzo, Puglia e Campania: “Non abbiamo ricevuto nuovi fondi dalla Fip di Petrucci”
MICHELE SPIEZIA
5 MAGGIO 2024
La richiesta di rettifica e smentita dopo l'articolo pubblicato sulla denuncia inviata dal presidente del Comitato Fip Lombardia al Dipartimento dello Sport presso il Governo
In una nota congiunta scrivono i presidenti dei Comitati regionali FIP di Abruzzo, Campania, Marche e Puglia. Prima di dar conto del comunicato, si rileva come la nota via mail sia arrivata alla casella di posta del sito alle ore 16 del 5 maggio 2024 dall’indirizzo di posta elettronica del Comitato Marche, alle ore 16.42 da quello del Comitato Puglia e alle ore 20.38 da quello del Comitato Abruzzo. Al momento della stesura di questa nota (ore 23.04 del 5 maggio), non è ancora pervenuta quella annunciata dal Comitato Campania.

Qui, di seguito la nota congiunta. Che viene pubblicata integralmente.
In una nota congiunta scrivono i presidenti dei Comitati regionali FIP di Abruzzo, Campania, Marche e Puglia. Prima di dar conto del comunicato, si rileva come la nota via mail sia arrivata alla casella di posta del sito alle ore 16 del 5 maggio 2024 dall’indirizzo di posta elettronica del Comitato Marche, alle ore 16.42 da quello del Comitato Puglia e alle ore 20.38 da quello del Comitato Abruzzo. Al momento della stesura di questa nota (ore 23.04 del 5 maggio), non è ancora pervenuta quella annunciata dal Comitato Campania.

Qui, di seguito la nota congiunta. Che viene pubblicata integralmente.
Cordialità.



Francesco Di Girolamo, presidente Fip Abruzzo

Antonio Caliendo, presidente Fip Campania

Davide Paolini, presidente Fip Marche

Francesco Damiani, presidente Fip Puglia

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L’articolo in questione si può leggere cliccando qui. Sono ben ventimila battute, e i quattro presidenti di Comitato annotano un passaggio di due righe, precisando che i Comitati non hanno dunque ricevuto da Petrucci nuove e inaspettate risorse finanziarie. Prendiamo atto della precisazione.

In merito al testo contenuto nella nota, si sottolinea solo come il passaggio “in ordine alle informazioni non corrette ivi riportate” lasci quantomeno interdetti. L’articolo si fonda infatti integralmente sul testo riportato in un esposto di 25 pagine che il giorno 3 maggio è stato inviato via Pec agli indirizzi di posta elettronica del Dipartimento dello Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Procura FIP (via mail) e della Commissione di Garanzia della FIP, della Procura generale dello Sport presso il Coni e della Commissione di Garanzia degli organi di giustizia, di controllo e di tutela dell’etica sportiva” del Coni, esposto a firma del presidente del Comitato FIP della Lombardia, Giorgio Maggi.

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Se queste dichiarazioni sono prive di ogni fondamento e qualsivoglia riscontro, sarà accertato eventualmente da chi ha ricevuto l’esposto ed è stato investito della questione.

Il compito del cronista è dare informazioni nel modo più completo, corretto e imparziale, e nel caso in questione è stata riportata integralmente una nota di 25 pagine.

Pubblicata, come previsto dalla legge, la richiesta di rettifica e smentita, diamo appuntamento ai lettori alle prossime puntate. Ci sono ancora tante cose da raccontare.

Cordialità. Ai quattro presidenti, e naturalmente anche al presidente FIP Gianni Petrucci che domani, finalmente e fortunatamente tornato in sella dopo l’incidente stradale, incontrerà a Roma il presidente della Lega serie A Gandini, il commissioner arbitrale Lamonica e i rappresentanti dei club prima dell’avvio dei playoff di serie A. Un appuntamento consueto che si tiene ogni anno. Un incontro, quello di domani, programmato già da tempo.

Pur se nelle note alla stampa, si è aggiunta l’urgenza, dettata dal tema relativo alla Commissione che il ministro dello sport Andrea Abodi vorrebbe istituire, con legge, per “sostituire” Covisoc e Comtec, le commissioni che nel calcio e nel basket valutano i bilanci e le operazioni economico-finanziarie delle società sportive professionistiche.
 
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