AMBER SERENITY HYDRACAPOSCUOLA DI TASSOROSSO ✧ 18 Y.O. ✧ O.W.L. ✧ Difesa contro le arti oscure
Le iridi chiare puntate su Midnight non captarono alcun cenno risolutore. Niente che potesse far tacere le voci interiori della studentessa, che si divertivano a stuzzicarla. Aveva parlato troppo? Troppo poco? L'espressione distesa nel tentativo di non far trasparire la preoccupazione che - dopo ore - iniziava a farsi sentire anche per lei. La certezza di aver detto la cosa giusta, anche nel momento di massimo slancio di coraggio, risentiva della necessità di una conferma, seppur minima. Niente plausi o elogi, bastava un cenno. Amber si sforzò affinché lo sguardo non seguisse la penna solida in mano al docente, immaginava che l'inchiostro rosso detenesse le risposte alle sue domande, e quello rendeva più difficile il compito. Il cuore in tumulto, risvegliò ancora la ragazza dalla trance di pochi attimi di stasi, rivelandole l'imprevedibilità di Dorian, quando la voce la raggiunse di nuovo. Laddove la Caposcuola si attendeva una qualche sorta di dialogo relativo alle sue idee, non per forza condivisibili, trovò invece un nuovo quesito ed una nuova porta da spalancare, chiudendo quasi del tutto la precedente.
Sollevò il visto ed un'espressione attenta sostituì la tensione, mentre una piccola frazione di lei suggeriva di non fidarsi troppo del sorriso sbocciato sulle labbra del docente. La sfida accademica sfiorava la pelle come velluto, ma sarebbe bastato un secondo per trasformare la stoffa in corde di canapa con cui stritolarla. L'attenzione non era mai troppa. Pronta - non poteva essere altrimenti - rimase in ascolto, tenendo per sé la successione di pensieri che si muovevano come pazzi all'interno della mente per recuperare le nozioni necessarie a rispondere ancora. Non si trattava di un esame qualunque, era chiaro, e la difficoltà andava solo aumentando. Ricordava i nomi citati dal docente, ma fu l'ultima specifica dell'uomo a fa divampare la fiamma dell'orgoglio costantemente pungolato dall'Auror. Inconsapevole di dare il meglio di sé quando sotto sforzo, Amber non fece altro che annuire, ignorando le insidie di una risata su cui avrebbe rimuginato più tardi, "al sicuro". Come prima, si prese qualche battito per formulare un discorso completo e - sperava - non eccessivamente noioso. Le lezioni erano spesso corredate da racconti, a volte mere leggende, a volte storicamente confermati, che avevano il potere di entrare nella psiche di Amber ed esigere un posto in prima fila nella torre delle sue memorie. Così era stato anche per Isotta e Rupert. Il corpo, immobile, ebbe un fremito quando finalmente fu pronta ad esporre - ed esporsi? - ancora una volta. Un solo attimo di distrazione, fu quanto si concesse. Aveva riflettuto più volte sulla giovinezza dei docenti assunti di recente, ad occhio Midnight non doveva avere più di cinque anni di distacco da lei, che per alcuni erano un impedimento al regolare rispetto da accordare loro. Cosa poteva succedere in soli cinque anni? Era possibile che lui fosse all'ultimo anno quando lei era al primo? Voleva davvero saperlo? Scosse il capo, esprimendo così un primo effettivo commento sul vero argomento dell'esame. Scosse il capo, esprimendo così un primo effettivo commento sul vero argomento dell'esame. Impostò un tono greve, ma non fu poi un grande sforzo perché la stessa voce iniziò a richiederlo al susseguirsi delle frasi. Ricordava a memoria le riflessioni di Elizabeth Bathory, lette velocemente per redigere un articolo, poteva dimenticare il giudizio su Isotta, confermato dallo guardo impietoso di Mortigan? «"Inutile e sciocca, la meno gradevole della famiglia, lo scarto."» proferì, lasciando che il suono di quel commento citato riverberasse a dovere nella Sala Grande. «E' questa l'ultima riflessione del Mago oscuro noto come Rupert Mortigan. Le sue memorie, trafugate da Isotta, sono quel che rimane di lui. Un uomo dai dubbi hobby, il cui vero scopo era da sempre stato l'accumulo di ricchezze a discapito di chiunque capitasse nel suo mirino, questo era.» Non voleva che il racconto suonasse come una fiaba, motivo per cui tagliò via le inutili fasi centrali. l'innamoramento di Isotta, classico e sconsiderato, ad esempio. «E' stata la crudeltà con cui ha distrutto i discendenti dei Latimilla, avvelenando le donne gravide, uccidendo i figli dei capostipiti e sposando - al solo scopo di ereditare il più possibile - ogni donna nubile, a permetterci di comprendere la connessione degli incantesimi mentali con vocazioni come la Legilimanzia. Ma nel dettaglio parliamo di... » lento respiro, «Oblivion». Ovvero, il modo migliore per "incasinare la mente a proprio piacimento", così era stato definito tempo prima, a Londra. «Isotta Latimilla, l'ultima strega rimasta in vita di quel casato, l'ultima promessa sposa di Rupert, ha trovato nell'incantesimo cancella-memoria, la sua unica via di fuga.» il che era particolarmente triste, sotto molti aspetti. Sebbene quella storia fosse "un classico" visto e rivisto, ripetuto in altri contesti da altri attori... la potenza e l'angoscia che rievocavano in Amber, non mancava mai. «La particolarità di uomini come Mortigan...» sottolineò, seria «... è che spesso tendono a sovrastimarsi e sottovalutare il prossimo come diretta conseguenza.» Proseguì «Isotta era una Legilimens molto abile» nascose un accenno di nervosismo dietro un gesto semplice come accarezzarsi il braccio, inconsapevole di quanto di per sé fosse un segnale anche quello. «...e questo le ha permesso di convogliare il suo desiderio di essere dimenticata da Rupert con talmente tanta intensità che l'Oblivion per lui ha avuto un effetto devastante.» Raddrizzò la schiena. «La notte in cui Isotta ha messo in pratica il suo piano, non ha dosato la propria forza - una forza che dice non sapesse di avere - e Mortigan ha avuto una vera regressione mentale. Quell'uomo non ha solo dimenticato i suoi intenti con lei e le razzie perpetrate negli anni a discapito dei Latimilla, ha anche dimenticato se stesso e le sue scelte dai diciassette anni in poi. » D'altro canto, stavano parlando di uno degli Oblivion più potenti mai eseguiti. «La vendetta ha però avuto un risvolto particolarmente amaro per Isotta. Dopo aver rubato il diario di Rupert ed aver dato fuoco al maniero costruito sulle ossa dei Latimilla ed alle ricchezze che l'uomo aveva strappato loro a forza, ha vissuto come una reietta tra le scogliere scozzesi. E, quando è morta, ha reciso l'ultimo ramo del suo casato, lasciando ai posteri solo una nota a piè pagina nel diario di Mortigan: » stoccata finale, «"Con me, muore quel che rimaneva di te"» Tacque per un attimo, prima di trarre le fila di un discorso più accademico e meno narrativo. «Esistono altri diari dei Latimilla, che indicano come e quanto il potere di Isotta potesse sfuggire al suo controllo, e quanto poco Mortigan vi abbia badato, convinto di avere tutto sotto controllo. Forse se non l'avesse spinta ad odiarlo tanto, avrebbe continuato a vivere con le proprie memorie. Questo non lo sapremo mai, ma sappiamo grazie a loro che la magia non viene influenzata solo dal tipo di incantesimo che scegliamo di usare, ma anche da quello che di innato celiamo. A volte si tratta di abilità che ci accompagnano dalla nascita, altre volte di abilità verso cui siamo portati.. ma anche queste ultime non possono vivere slegate da ciò che ci scorre nelle vene.» Tornò in silenzio. I battiti a ritmo con il pendolo dell'orologio.
G.U.F.O. - Giudizio Unico per Fattucchieri Ordinari