Tra le righe II (Continuazione), per Rowena

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view post Posted on 24/11/2019, 16:54
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LA MANGIAMORTE

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Sorrise affabile quando fece cenno alla spina dorsale degli scozzesi. Lei sicuramente ne aveva ma probabilmente non era merito dell’educazione ricevuta. Fergus, l’uomo che l’aveva tirata su, non si era mai preoccupato delle marachelle che Rowena combinava da piccola, per lui era giusto darle un tetto sulla testa, da mangiare e i primi rudimenti su quello che era il mondo magico, ma non aveva mai ricevuto una carezza, un monito, nulla che fosse simile ad un gesto d’amore da parte di quell'uomo che era stata la figura più simile ad un padre che potesse avere. L’assenza d’affetto era stata la molla che l’aveva spinta verso la vita di oggi, continuando a compiere scelte sbagliate e allontanano la felicità perla sola paura di ferirsi nuovamente. Proprio per questo, tutti meritavano di soffrire.

-L’educazione è solo un tassello di quello che siamo. Ci sono scelte che facciamo, esperienze che viviamo che sono capaci di forgiare corpo e mente molto più di qualsiasi allenamento, anche del quidditch, che a quanto pare, non le piace proprio per nulla!-

sorrise nuovamente, ritrovandosi quasi a ridacchiare tra se e se, distogliendo lo sguardo e posandolo sulla bevanda che aveva davanti. Era palese che su quell’argomento, avessero idee totalmente contrapposte.

-Su quello concordo. Duellare è una sorta di danza, un qualcosa che esula dalla mera conoscenza appresa dai libri. Puoi essere capace di evocare creature infernali dal nulla ma se non sai come gestirle, come agire, il tuo incantesimo vale meno di una puntura d'insetto.-

E lei ne sapeva qualcosa. A parte i duelli fatti durante gli anni di scuola, si era dilettata anche in qualcosa di certamente più pratico e veritiero, dove oltre a mettere in gioco l’onore, c’era in palio anche la propria esistenza.

Quando il discoro vagò su Ekaterina come potenziale ministro della magia, Rowena si concesse di ascoltare, prendendo un nuovo sorso dalla sua bevanda che oramai era quasi finita.

-Conosco il ministero a sufficienza per dirle che di giovani più meritevoli e competenti al momento non c’è ne sono. Le macchiette che possono affliggere il vostro passato, sempre se ne ha...-

e probabilmente ne aveva. Era una donna oramai sul viale del tramonto, che aveva visto e vissuto talmente tante cose che doveva sicuramente conservare più di un molliccio nel suo armadio.

-...sono qualcosa di facilmente cancellabile davanti all’opinione pubblica, basta una penna arguta e un foglio bianco su cui imprimere le giuste parole. Il mondo magico ha bisogna di una donna di polso, capace di decidere in fretta e che non si trovi a delegare a ragazzini senza esperienza. Le posso dire che dovevo conferire con Camille per qualcosa di estremamente importante, ma invece di presentarsi, ha mandato il suo garzone, Patrick Swan. Ora, per questioni di sicurezza ovviamente non posso dirle quale fosse questa cosa importante, però mi creda, non avrei scomodato la Pompadour per misero pettegolezzo.-

Voleva stuzzicare la curiosità della donna, obbligarla a ritrovarsi ora che anche lei si stava, seppur per poco, esponendo.
Scosse il capo a sentire i complimenti, ritrovandosi a bere quell’ultimo sorso, con i rimasugli di un ghiaccio oramai sciolto che tintinnavano all’interno del bicchiere che con un tonfo leggero, venne posato sulla tavola. Si prese il suo tempo ad ascoltare quella proposta di Ekaterina, verso la quale, consegnò il più bieco dei sorrisi. Se anche un giorno qualsiasi, l’anziana avesse detto che dietro il fango che veniva gettato sul ministero vi fosse la sua penna, per molti non sarebbe stata una novità: l'astio verso Camille e i suoi fidi scudieri era qualcosa di oramai pubblico dominio.

-Assolutamente nulla di male. Un opinione professionale, questo le chiederei…-

Detto ciò si guardò attorno. Nonostante il tono di voce, sicuramente pacato e per nulla alto, non voleva che quel genere di conversazione venisse ascoltata da orecchie indiscrete. Un luogo più appartato, sicuramente sarebbe stata sede migliore dove continuare quel discorso.

-Attendo che finisca la sua bevanda, poi dovrò andare. Avevo commissioni da sbrigare...-

 
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view post Posted on 27/11/2019, 23:05
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~ It's very rude to disturb attractive people ~

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Ekaterina ObraztsovaRussia87 anniPurosangueNeutrale MalvagiaMinisteriale V LivelloEkaterina reagì esprimendo un cortese dissenso, dimostrando che non era una donna facile da convincere.
« Io credo » disse pensosa « che un bravo genitore, quale io mi reputo, sia come un giardiniere. Un giardiniere non ha pietà per il proprio giardino per quanto possa essere affezionato ad esso: se un ramo va tagliato, lo si taglia. Se una pianta sta soffocando un'altra va estirpata, se un albero non dà buoni frutti va innestato. » disse queste parole con un gelo piuttosto eloquente « L'affetto deve essere privo di pietà, perché la pietà porta all'indulgenza ed essa è quanto di più negativo ci sia per la crescita di un giardino, così come di un infante. Come con i cuccioli: se un cane morde la mano che lo nutre e gliela si fa passare liscia non dimostrerà mai obbedienza o lealtà. La pietà è un sentimento nobile, quando si fa parte di un ente benefico. Ma la famiglia non è un ente benefico, così come penso non lo sia lo Stato. » tacque perché sentì di essersi spinta troppo in là nel discorso quindi fece uno o due passi indietro « Le esperienze formano un carattere, vero, educano un individuo, altrettanto vero, ma quando un bambino è ancora giovane deve essere domato, indirizzato, progettato a tavolino da chi conosce già la vita ed il mondo. Cosa diventerà questo giardino, quando diventerà giardiniere di sé stesso, non possiamo saperlo, certamente, ma devono essergli dati tutti gli strumenti per poter crescere. » aspirò un tiro della sigaretta « Se vorrà sprecare i frutti degli alberi piantati sarà solo un suo privilegio farlo, una colpa che solo su di lui ricadrà. Altrimenti se continuerà a coltivare ciò che è stato piantato sarà a maggior gloria di sé. » sorrise, soddisfatta.

« Non me ne abbia a male, per il quidditch. Lo mal sopporto da sempre! Si figuri che avevo dovuto fare un patto con mio marito: lui mi avrebbe accompagnato all'opera ed io avrei acconsentito a trovargli un posto nella tribuna d'onore a tutti i mondiali. E ad accompagnarlo. » scoppiò a ridere ma dentro di sé non rideva, simulava soltanto.

« Il duello, d'altro canto, era una vera passione per me: vedere due maghi esperti sfidarsi all'ultimo sangue era qualcosa di veramente sublime. Quando ne votai l'abolizione lo feci veramente a malincuore ma il Cancelliere me lo chiedeva ed io obbedii. » la sfida per la sopravvivenza, ecco cos'era. Una forma sublimata ed artistica di omicidio legalizzato.

« Certo, devo ammettere che nella mia frequentazione delle aule ministeriali non ho potuto apprezzare che giovani ruspanti, nemmeno troppo avvezzi alle fini dinamiche della politica. »
I giovani e la loro energia, così sprecata e così arrogante, non la intimorivano: aveva incontrato avversari più feroci, in passato. Di loro si sarebbe sbarazzata in un lampo ed aveva già un piccolo randez-vous nel suo carnet de bal per testare la sua abilità. Solo allora avrebbe saputo se sarebbe stata pronta a scendere in campo.
« Beh sono sicura che la sua penna, qualora ce ne fossero, saprebbe cancellare ogni macchia: ma non temo le illazioni false di vecchi rancorosi così come non temo le fantasticherie dei giovani invidiosi. Una donna, come dice lei, di polso, ha sempre attirato su di sé le mire degli sleali. » fu indecisa fino all'ultimo se rivelare la sua appartenenza alle schiere del ministero. Pensò, però, che non fosse adatto il momento, che dovessero prima suggellare la loro collaborazione, poi avrebbe fatto mostra di sé o, per lo meno, di parte di sé: la parte che l'avrebbe fatta trionfare. Tuttavia ora doveva esser cauta e continuare a tessere la sua tela con attenzione addirittura maggiore.

« Davvero? » strabuzzò gli occhi « Non conosco questo… Patrick Swann, devo confessare, ma certo far ricevere una giornalista, al pari suo, da un garzone! » allargò le mani, tenendo ben stretta la sigretta tra indice e medio, in un gesto di esasperata incredulità « Per Morgana! Che vergogna… Piuttosto avrei spostato l'appuntamento o l'avrei ricevuta nelle ore più fonde della notte ma mai avrei fatto una cosa simile! » scosse ancora la testa « così maleducato, come gesto… a proposito… » dopo essersi pizzicata la sigaretta tra le labbra si allungò, parlando, fino alla pelliccia ed estrasse da una tasca un piccolo taccuino seguito, immediatamente, da una penna lucida. Il fumo le circonfuse il viso e lei fu costretta a sbattere le palpebre più volte. « Non so come ho fatto a dimenticare a casa la mia borsetta » disse sbuffando il fumo « Non esco mai senza! » cominciò a vergare alcune scritte in inchiostro nero sul foglio poi tese la mano asciutta dalle dita affusolate culminanti con unghie perfettamente limate e tinte con uno smalto color carne « Ecco il mio indirizzo, a proposito di visite. Thornham nel Norfolk. » ritrasse la mano facendo baluginare lo smeraldo ovale montato sull'argento che decorava l'anulare della destra « È un po' difficile da trovare ma è un luogo isolato, tranquillo e riservato. Una tipica casa di campagna, così pittoresca, con un appezzamento attorno che mi concede la pace che ho sempre apprezzato. » sorrise alla giovane « Se ha tempo, mi scriva, altrimenti venga a bussare, qualora fosse ddavvero pressante, anche di notte. Se necessario. La mia porta è sempre aperta per chi ha bisogno di aiuto. » il sorriso si allargò, in maniera familiare.

« Non mettevo in dubbio mi avrebbe chiesto un'opinione professionale, solo volevo essere esplicita. Capita sovente che l'ascoltatore » si guardò bene dal dire interlocutore, perché spesso chi ascolta non coincide con l'interlocutore « fraintenda ciò che sente: perciò, quando posso, amo chiarire. Per amore della cronaca » a quel punto spense l'eterna sigaretta nel posacenere e, arpionato il bicchiere, lo terminò in un sol sorso. Poi, recuperato taccuino e penna si alzò, aiutandosi con il bastone.

« Allora non è mia intenzione trattenerla oltre le sue possibilità, mia cara Rowena. » indossò la pelliccia ed il colbacco e tese la mano verso la giornalista, aggirando il tavolo « Spero voglia farmi l'onore di una visita, mia cara! La sua compagnia è stata tra le migliori delle quali io abbia goduto negli ultimi anni. » nel caso la giovane avesse risposto alla stretta, quella della donna sarebbe stata insolitamente decisa. « Si ricordi, Thornham nel Norfolk: al fondo di Saithe Lane, sopra la collina, non può sbagliarsi è l'unica casa che si incontra da quelle parti. »

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view post Posted on 26/12/2019, 19:30
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LA MANGIAMORTE

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Ah che donna che aveva davanti! Il suo passato era torbido quanto le acque del Tamigi e Rowena, segnò con più vigore che avrebbe dovuto, una volta raggiunta la redazione l’indomani, scartabellare gli archivi per scoprire quanto vi fosse dietro la sua interlocutrice. Da quello che aveva potuto cogliere dalla loro conversazione, specialmente da quel discorso che riguardava la pietà e l’educazione, si era trovava davanti una persona che non disdegnava il potere e che era capace di soprassedere determinate scelte per raggiungere il bene comune. Bisognava solo inculcarle nella mente che quel bene era di un altro tipo, che il potere che desiderava le poteva essere offerto in cambio di una muta e fruttuosa collaborazione. Ma quello non era effettivamente il luogo per discutere di determinate cose e vi erano altri piccoli punti da mettere a fuoco. Tempo al tempo, ora non aveva fretta e Voldemort ancora non le aveva chiesto di tessere nessuna particolare trama.

Annuí, riguardo alla questione del cancelliere e del duello.

-Ci sono scelte che siamo obbligati a fare per un bene superiore...-

“o personale” ma questo evitò di dirlo,

-…a volte questo viene frainteso. Peccato.-

Una scrollata di spalle per poi sollevarsi dalla propria sedia e iniziando a raccogliere le proprie cose: con uno svolazzo il mantello venne posto sulla schiena e chiuso ad altezza dello sterno con un paio di alamari traversali. Si sistemò la cintura, dove dimorava la bacchetta sotto di esso per poi volgere un fulgido sorriso in direzione di Ekaterina.

-Oh ma le persone di polso sanno come liberarsi degli sleali giusto?-

Le mani corsero lungo il bordo della mantella, andando a sistemare il cappuccio in modo che, prossima all’uscita, avrebbe solo dovuto calarlo sul viso evitando quindi le raffiche gelide che si rincorrevano tra le vie del paesino.
Una smorfia sul viso, tra l’infastidito e il divertito, ricordando quanto fosse poco incline alla presenza di Patrick quel giorno: aveva desiderato a lungo un discorso aperto con Camille, insinuarsi tra i suoi galoppini per poter infilare le mani dentro il ministero e iniziare lentamente, a manovrarlo come Voldemort desiderava. Ma non era successo e ancora se ne stava a scrivere articoli al vetriolo alla gazzetta, rileggendo di tanto in tanto, le righe di quella lettera che conserva a casa. Non era detto che un giorno avrebbe sparso il verso di Raven in qualche modo solo per creare nuovamente scompiglio ora che il mago, sembrava essersi sopito. O chissà forse era stato catturato.

-Lo dico a ragion veduta che trovo il ministero, ora come ora, poco competente.-

La vide poi lavorare sulla pelliccia, estrarre un taccuino e una penna e scribacchiare qualcosa su un foglio che le venne dato e che la mangiamorte, si affrettò a piegare e infilare in una tasca sotto al mantello, stringendo infine la mano in una presa salda quanto quella di lei.

-Non mancherò-

disse infine, inclinando un ultima volta il capo in un cenno di saluto.
Thornham nel Norfolk: al fondo di Saithe Lane, sopra la collina. Ci sarebbe sicuramente stata.

 
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