Bismillāh, Privata

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 9/3/2019, 21:01
Avatar

We are all immortal until proven otherwise

Group:
Caposcuola
Posts:
4,837

Status:



Casey, da perfetto Grifondoro temerario, non aveva considerato la possibilità di una reazione del genere da parte del Genio - se così si poteva chiamare. Una volta che egli portò il suo naso aquilino blu di muco ectoplasmatico a un palmo da lei, la ragazzina strinse ancora più forte la mano di Daniel. Intimorita dalla vicinanza con quegli occhi densi e insieme trasparenti, decise di fermarsi un attimo per riflettere su come porgergli quella domanda senza attizzare il suo accenno d'ira. Caleb però, il suo compagno di avventure e disavventure, parve essere perfettamente in grado di leggerle nella mente. Scattò in piedi e si intromise fra l'amica e l'essere, con la punta della bacchetta dritta verso quel naso gocciolante, e pronto a difenderla. Persino Gwen si alzò quando le parole del Genio cominciarono a farsi più taglienti. La piccola Grifondoro invece li guardò stupita, come se si trattasse di uno spettacolo ancor più toccante e raro di quello di un jinn che sbuca dalla sua lampada. Era stata irretita dalla sorte, posta al fianco del ragazzo le cui attenzioni aveva desiderato fino a quel momento, ma coperta e protetta dalle spalle dei suoi amici che, anche se per qualche minuto, era stata pronta ad ignorare.
Caleb inimmaginabilmente riuscì ad ottenere l'informazioni ambite. Quel ragazzino timido conosciuto durante uno dei suoi primi giorni di scuola era in grado di stupirla. Il Grifondoro, dall'aria così fuori posto in quella casata, aveva una forma di coraggio che nel tempo stava scomparendo fra le fila dei figli di Godric. Non era estroverso, non era eccentrico, ma possedeva un istinto cavalleresco paragonabile ai valorosi fanti dei secoli addietro. Non poté che sorridere malinconicamente di fronte alla sua tenacia. Avrebbe voluto dire qualcosa, alzarsi e mettersi al fianco suo e a quello di Gwen, ma si sentì debole, qualcuno di meno rispetto a loro.

La preghiera dello spettro raccolse la sua attenzione. Riversatasi nel senso di colpa per aver acceso la miccia e lasciato agli altri il compito di spegnerla, aveva preso ad osservare ancora una volta la stretta che le inglobava la mano a quella del Serpeverde. La supplica l'aveva colpita nel profondo, come il "legame" con qualcosa di superiore - probabilmente con la cosa che il Genio continuava ad indicare oltre il soffitto - in grado espiare il male e i dolori che egli pareva aver inferto. L'ebrezza di quella commistione fra favola e realtà, il concretizzarsi del mito della lampada di fronte ai loro occhi, passò in secondo piano. L'istinto le disse di alzarsi, di mettersi accanto a Gwen, di prendere lei per mano e di uscire tutti insieme da quella stanza vittoriosi. E lo avrebbe fatto subito se la voce di Daniel non si fosse insinuata fra i versi declamati dal Genio.
Rimase basita di fronte a quella richiesta, anzi, ricatto. Avevano ottenuto quello che volevano, sapevano che Gavin era rimasto vittima del caso e che niente terrorizzava Hogwarts. Perché osare in quel modo?
Il Genio, interrotto sul finire della sua preghiera, dapprima rimase immobile, come pietrificato. La rabbia crescente poteva esser notata dall'intensificarsi del blu, sempre più scuro, del suo intero corpo.
«Tu... come osi! V-vapore?!» puntò un dito verso il ragazzo con l'apparente intento di fulminarlo, ma dopo alcuni secondi scanditi dal suo respiro ansante decise di abbassare il braccio, di ricomporsi e di voltargli le spalle. Il Genio aveva fatto un voto, e avrebbe dovuto mantenere la sua parola anche in quella situazione. Spaventare l'innocuo ragazzino "Gavin" era stato già troppo, persino se fatto con un poderoso starnuto. Fu allora che KC si alzò, intenta a non lasciarsi andare in quel momento, nel momento del bisogno. Lasciò la mano di Daniel per stringere il rametto di Nocciolo, in modo tale che l'essere comprendesse che nonostante fossero quattro "scimmiette" non erano del tutto intimoriti e sprovveduti.
In tutta risposta una fragorosa risata giunse dall'altro capo della stanza. Ancora di un blu incandescente, il Genio li derideva sonoramente. «Credete per caso di trovarvi in un libro? In uno di quegli irrealistici racconti che gli adulti sfruttano per non fare andare i bambini nel deserto?».
Mancava poco, e presto sarebbe diventato di un bel color indaco. Si avvicinò lentamente al quartetto, squadrando i loro volti. KC invece puntò nervosamente la bacchetta verso il suo petto etereo, avendo come risultato solo un ulteriore scoppio di risa.
«Ne sei proprio certa ragazzina?» domandò sornione. «Non ho intenzione di fare alcunché di voi».
Guardò ancora una volta Daniel. Quella minaccia, anche se proveniente dalla bocca di un ragazzino, forse non era del tutto campata in aria. Si grattò il pizzetto e, una volta per tutte, prese in pugno la situazione.
«Non posso esaudire alcun desiderio. D'altronde non avete sfregato la mia lampada» disse sardonicamente «ma sono un essere millenario. Potrei dispensarvi di perle dalla profonda saggezza se me lo chiedeste. Uno ciascuno».
Posò lo sguardo ancora sulla Grifondoro, la quale sconcertata si ostinava a puntare la bacchetta verso di lui, come se egli fosse tangibile. Il jinn sorrise. Non gli erano sfuggite le sue mosse, il suo rintanarsi nel buio della stanza stretta all'altro moccioso mentre i compagni erano lì per difenderla. La colse come un fiore, prendendola come vittima per dare una dimostrazione agli altri.
«Ad esempio, il mio consiglio per te, ragazzina, è quello di rivedere la tua personale lista delle priorità».




Edited by Keyser Söze. - 10/3/2019, 11:32
 
Top
view post Posted on 18/3/2019, 14:18
Avatar

Group:
Grifondoro
Posts:
317

Status:


Le parole del Serpeverde furono come la ciliegina sulla torta. Un suggello alla sua azione. Caleb pensò che non ci potesse essere differenza più grande tra lui e Anderson, nei toni come nei modi. Il coraggio, l'onestà e la chiarezza si scontravano contro l’inganno, il ricatto, il sotterfugio. Il bianco e il nero, senza possibilità di accordo, contro le infinite e confuse sfumature di grigio. Quella differenza lo rese orgoglioso, gli fece gonfiare il petto. Ora non si sentiva più ridicolo, uno sciocco ragazzino con una bacchetta e qualche semplice trucco. Comunque andasse, sapeva di avere agito per il meglio. Si girò quindi verso Casey, con uno sguardo eloquente. Era compiaciuto e al tempo stesso venato di disprezzo verso il nuovo arrivato nella loro cerchia di avventure. Cercò lo sguardo della sua compagna, per comunicare con gli occhi quello che provava. Dopo molte vicende e tempo passato insieme non ci sarebbe stato bisogno di aprire bocca. Qualcosa però non quadrava. In un primo momento non riuscì a focalizzarsi su quello che disturbava la sua visione; solo in un secondo momento realizzò che le mani di Casey e Anderson erano unite, anzi avviluppate e intrecciate come l’edera a un vecchio palo del telegrafo in disuso. Possibile? Forse si trattava di un abbaglio, di un caso fortuito. Ma questa illusione svanì quando vide Casey mollare repentinamente la mano dell’altro e gli sembrò di scorgere sul suo volto un’espressione carica di senso di colpa. Si sentì dimenticato, umiliato, tradito. Una parte del suo mondo si ruppe, crollò rovinosamente. Anche in questa occasione per lui valeva la regola del bianco e del nero. Non ci potevano essere vie di mezzo. Voltò le spalle all’amica (ma era ancora tale?), questa volta non per proteggerla ma per evitarla, per frapporre il suo corpo tra i suoi sentimenti, che affioravano sul suo volto, e gli altri. Solo il Genio vide le lacrime spuntare sugli occhi di Caleb, per essere ricacciate indietro con un certo sforzo. Dopo aver parlato con gli altri, quell’essere colore del cielo si rivolse a lui con un sorriso beffardo.
E venendo a te, sorta di Gavin marroncapelluto, ascolta: se vuoi veramente qualcosa devi lottare o non avrai un bel niente!
Un’altra sentenza, criptica per gli altri ma non per lui. Avrebbe dovuto faticare per ribaltare quella situazione con Casey, lottare per conquistarla. Solo che ora, dopo quello che considerava un tradimento verso di lui e i suoi sentimenti, non era per niente sicuro di volerlo fare.
 
Top
view post Posted on 23/3/2019, 12:56
Avatar

Group:
Tassorosso
Posts:
1,374

Status:


11 anni ~ studentessa I anno



L
a Tassorosso avrebbe voluto fare ancora tante domande al jinn e mentre tentava di elaborare qualcosa con più giudizio, senzanome-Anderson azzardò qualcosa che avrebbe anche potuto essere pericoloso. Gwen guardò il ragazzo con gli occhi spalancati: *come gli è venuta in mente una cosa del genere?!* La sua mente viaggiò veloce tra le mille possibilità. *Eppure…*
Eppure non aveva tutti i torti. Un’occasione del genere non capitava di certo tutti i giorni. Gwen scosse la testa veloce *No!* Era sbagliato. Non si ottengono le cose con i ricatti! Non è corretto. Non è giusto!
Nel preciso istante in cui aveva scosso la testa, si era formata dietro i suoi occhi l’immagine del molliccio che aveva combattuto durante la lezione di difesa. Il suo sguardo si spostò verso il pavimento scuro. Suo padre non aveva alcun lineamento tra i suoi ricordi, non lo aveva mai visto, ed il molliccio non avrebbe potuto ricreare nessun volto. Ma l’uomo in cui si era mutato era certa che fosse lui. Sporco di sangue come un assassino, vestito di nero per il lutto. Gwen chiuse gli occhi cercando di rimuovere quell’immagine dalla sua mente. Era solo un molliccio ed era anche riuscita a trovare un modo divertente per usare il Riddikulus. Non doveva avere paura. Poteva affrontare le sue paure.

Per loro fortuna il jinn non polverizzò nessuno e anzi, trovò un modo per non cedere del tutto al ricatto del Serpeverde. Ciò distrasse finalmente Gwen, che riuscì a calmare il suo respiro per dar retta a quello che l’essere stava proponendo. La saggezza era una dote di assoluta ammirazione per la giovane strega e la proposta dell’essere fu per lei come una manna dal cielo. Si aspettava una rivelazione che le avrebbe cambiato la vita o, più concretamente, sperava almeno di ottenere un modo diverso di vedere qualcosa che aveva sempre considerato nella maniera sbagliata.
Il consiglio dato ai due Grifondoro non riuscì a comprenderlo, sicuramente per loro aveva tutt’altro valore che a lei non era dato sapere, ma apprezzò la schiettezza di quelle parole: frasi inutili non servivano a nulla nei consigli, quindi era saggio dire le cose esattamente com’erano. Un punto in più al jinn, doveva ammetterlo. Lo osservò mentre cercava di accarezzare con una delle sue enormi dita, la guancia del ragazzo con cui aveva appena finito di parlare. Ma si trattenne nel farlo e si rivolse subito a Gwen.

«Mentre tu...» Squadrò dalla testa ai piedi la piccola che istintivamente si irrigidì per quell’ispezione improvvisa, raddrizzò la schiena e stese le braccia lungo i fianchi. «...Rilassati!» Ci fu un momento di silenzio. Gwen non capiva, quello era il saggio consiglio che nessun altro al mondo avrebbe potuto darle? Il consiglio che le avrebbe cambiato tutto? Era uno scherzo? «Tutto qui?» La voce uscì spontanea dalla sua gola, era incredula e non si sentiva per nulla in colpa in quella reclamazione. Non era corretto, il suo consiglio era stupido! «Può sembrarti banale. Ma dico sul serio. Devi distendere i tuoi muscoli, allentare la tensione ed avere più fiducia in te stessa. Quando non te ne accorgi sei molto più di quello che credi.» Sembrò quasi strizzarle un occhio, mentre le guance della Tassorosso iniziavano a riempirsi del colore dell'imbarazzo.



© Suguni ~ harrypotter.it
 
Contacts  Top
view post Posted on 25/3/2019, 19:21

Group:
Serpeverde
Posts:
647
Location:
Roma

Status:



Daniel Anderson
Serpeverde | Studente | 12 Anni f995fDH
Ascoltando la replica del genio una smorfia di disappunto si dipinse sul volto di Daniel, non era quello che aveva chiesto, quella contro-proposta non era minimamente paragonabile all'esaudire dei desideri. Quasi contemporaneamente sentì la mano di Casey scivolare via interrompendo il contatto tra loro, cercò di sforzarsi mantenendo la sua attenzione sul genio, evitando così di girarsi verso la grifondoro. *Cosa dovrei farci con un consiglio?* Alzò un sopracciglio continuando a valutare con attenzione la proposta dell'essere, non la trovava per nulla soddisfacente, forse finito il tutto sarebbe andando veramente da qualche professore a raccontare quanto accaduto, magari restando vago sulle dinamiche che l'avevano portato a quell'incontro, non voleva di certo finire in punizione. << Guardi, per quanto mi farebbe piacere ascoltare le sue perle di saggezza, credo che questa volta passerò, magari facciamo la prossima volta? >> Non aveva cercato di nascondere in alcun modo il sarcasmo all'interno delle sue parole, non si degnò neanche di aspettare una replica da parte del genio. Si girò in direzione dei suoi "compagni d'avventura". << Beh direi che è stato tutto molto Interessante.>> Fece una piccola pausa dopo aver pronunciato quella parola, piantando il suo sguardo su Casey. <<credo che ora me ne tornerò a farmi i fatti i miei, voi restate pure ad ascoltare i consigli ammuffiti dell'uomo lampada.>> Anche questo caso non aspettò una risposta da parte di nessuno, si girò e dopo aver aperto con cautela la porta, valutando che non ci fosse nessuno all'esterno imboccò il lungo corridoio.




PS: 106 | PC: 59 | PM: 56 | PE: 2,5
Giuls || © harrypotter.it

 
Top
view post Posted on 26/3/2019, 12:22
Avatar

We are all immortal until proven otherwise

Group:
Caposcuola
Posts:
4,837

Status:



Immobile con la sua bacchetta in mano, Casey ascoltò le parole dedicatele dal Genio. La paura che un essere del genere sapesse leggerle nella mente si fece strada in lei, che sin troppo confusa si era dimenticata del resto del mondo negli attimi precedenti. Nonostante quel "consiglio" pizzicasse brutalmente ferendo il suo orgoglio, non fu capace di dire nulla. Sì, aveva la coda di paglia e provava così tanto affetto nei confronti dei suoi due compagni da riuscire a mettere da parte una volta tanto il suo ego. Il jinn aveva ragione in fin dei conti: emotività e desideri contingenti opacizzavano la lista delle sue priorità facendole prendere sempre decisioni avventate, così come nel momenti in cui si era lasciata andare alla deliziosa possibilità di avere un contatto con Anderson dimenticandosi degli altri e della situazione in cui si trovavano. Ora che era Caleb a darle le spalle il mondo le crollava addosso. Non immaginava minimamente cosa lui provasse per lei, né che potesse interpretare il suo gesto come un tradimento.
La reazione dell'amico le provocò un'enorme rabbia. Aggrottò le sopracciglia, strinse la mascella, desiderosa di rimbeccarlo per costringerlo ad essere più trasparente, di dirle che cosa diamine avevesse. Ma in fin dei conti lo sapeva. Una parte di lei, quella vocina denominata coscienza, le diceva di doversi sentire sporca. Evidentemente il mondo degli amici e quello della cotta non potevano collimare.
L'ulteriore conferma fu l'uscita di Daniel. Incredula, probabilmente con la compagnia degli altri tre, ascoltò il suo discorso, il suo tono di voce acido e insoddisfatto, e lo vide scomparire nella luce soffusa del corridoio del terzo piano. In pochi istanti il suo cuoricino si ritrovò spaccato in due punti: entrambi i mondi avevano deciso di voltarle le spalle a loro volta.
«Va' al diavolo» disse sottovoce rivolta alla porta ormai socchiusa.
Il Genio in tutto ciò aveva avuto modo di studiare i quattro gli elementi, senza esclusione dell'ultimo. Persino il dare forfait era una chiara maniera di esporre se stessi.
«Peccato» disse «con un'attitudine del genere avrà poco modo di crescere dentro». Sorrise e poi si voltò verso i restanti interlocutori.
«Adesso è meglio che voi torniate da dove siete venuti, altrimenti ne pagherete le conseguenze». Il tono voleva essere serio, ma non si trattava di una minaccia diretta. A breve sarebbe scattato il coprifuoco, e se li avessero beccati in quell'ala del castello a quell'ora sarebbe stato un disastro. «Addio!».
Il Genio comprese che era del momento giusto per svignarsela. Dopo aver chinato il capo in segno di saluto, il suo corpo esplose e si ridusse ad una nuvola di fumo bluastro che venne riassorbita dal beccuccio della lampada. Così, con un altro paio di starnuti, questa si rianimò e si diresse verso l'uscita. Guardò a destra, poi a sinistra e svanì nel corridoio saltellando.

Forse fu quello l'esatto momento in cui Casey si rese conto di ciò che avevano appena vissuto. Il Genio era comparso e scomparso sotto i suoi occhi e lei aveva avuto la mente altrove. Ancora più inferocita dunque se ne andò verso la porta rinfilando la bacchetta in tasca.
«Andiamo». Seguendo la stessa prassi della lampada si assicurò che la via fosse libera e si inoltrò nel corridoio. Avrebbe salutato Gwen, che si sarebbe diretta verso i sotterranei, ma il silenzio avrebbe accompagnato i due Grifondoro durante il tragitto dal terzo piano alla sala comune.
Si trattava di una rottura?




Inchino, applausi, sipario. Io chiudo qui! :zalve:
 
Top
view post Posted on 3/4/2019, 12:06
Avatar

Group:
Grifondoro
Posts:
317

Status:


Era finito. Era tutto finito. Non solo quella breve parentesi di avventure e mistero all’interno dei corridoi di Hogwarts: anche la sua amicizia con Casey si era rotta, frantumata, era andata in mille pezzi. E con questa anche il suo piccolo, personale e fino a quel momento ordinato mondo. È buffo come tutto possa cambiare nello spazio di poche ore. Caleb si era svegliato come al solito, poi avevo appreso di Gavin, sentito il brivido di qualcosa di possibile da fare con Casey, subito la parziale delusione di non trovarsi da solo con lei in quell’ennesima sortita notturna e poi...e poi aveva visto le due mani intrecciate. Il loro ricordo, impresso a fuoco nella sua mente, bruciava. Si voltò, senza più ormai nessuno da difendere. A testa bassa uscì, quasi alla chetichella, dalla stanza prendendo la via dei dormitori. Si sforzò di salutare Gwen ma tutto ciò che riuscì a fare fu un breve cenno con la testa, accompagnato da una specie di grugnito.
La strada era la solita che avevano fatto per arrivare fin là ma ora era lui ad essere cambiato, così tutto gli appariva alieno e senza senso. Aveva salito quelle scale sulle ali dell’entusiasmo, in attesa di vedere Casey, ora le faceva da solo e in preda allo sconforto. Solo il letto, ora, e il sonno rappresentavano per lui il porto in cui trovare un po’ di quiete.
Anche io chiudo, con "I dolori del giovane Caleb. Grazie a tutti! :lol:
 
Top
view post Posted on 11/4/2019, 10:27
Avatar

Group:
Tassorosso
Posts:
1,374

Status:


11 anni ~ studentessa I anno



I
l consiglio del jinn aveva arrossato le guance della piccola Tassorosso: “sei molto più di quello che credi” era quasi un complimento e per questo genere di cose Gwen non riusciva a trattenere l'imbarazzo. Cercò di nascondere il viso osservando con finto interesse le fughe del pavimento, come se improvvisamente in quelle linee ci fosse tutto ciò che le avrebbe concesso le risposte alle domande più importanti della vita dell’umanità.
Riuscì a tornare in sé quando udì la voce del Serpeverde rifiutare l’opportunità che gli era stata offerta. Si voltò a guardarlo interrogativa, c’era qualcosa di strano in quel ragazzo, qualcosa che la Tassorosso non riusciva a comprendere. Passò lo sguardo su Casey, seguendo quello del giovane mago e si rese conto che anche lei stava rimuginando su qualcosa appena accaduta. Osservò il ragazzo dargli le spalle ed uscire dalla stanza, senza fare nulla, come se non riuscisse a realizzare dove effettivamente si trovasse in quel momento. Guardò anche l’altro Grifondoro e pure lui sembrava impegnato in qualcosa nella sua mente. Che cosa si era persa? Era accaduto tutto in poco tempo o era rimasta smarrita troppo a lungo?
Il genio ebbe premura di consigliargli di andare via prima di salutarli e scomparire in quella magica implosione di fumo risucchiato dalla lampada, che attraversò la porta che aveva aperto poco prima senzanome-Anderson. Casey e Caleb la salutarono quasi con apatia e a loro si sforzò di alzare una mano per salutarli.

R
imase sola in quella stanza ormai buia, fece un respiro profondo e cercò di convincersi che non fosse successo nulla di grave. Il Serpeverde era forse troppo orgoglioso di ascoltare il consiglio del jinn, e i due Grifondoro ne avevano ricevuto uno forse impegnativo. Era questo il motivo della differenza di atmosfera che si era creata, non c’erano dubbi. Non doveva preoccuparsi.
Si affacciò oltre la porta, osservando il corridoio ormai vuoto, quei compagni di avventura temporanei non si vedevano già più. Fece qualche passo e richiuse la porta, si muoveva lentamente per evitare di fare troppo rumore, se il Serpeverde era riuscito a scendere tranquillamente nei sotterranei avrebbe dovuto riuscirci anche lei. Iniziò a camminare sempre più veloce, facendo attenzione ad ogni gradino delle scale e tirando dritto ai personaggi dei quadri che imprecavano di non voler essere disturbati a quell’ora.
Solo quando fu distesa nel suo letto si concentrò sul suo battito, che ancora in preda all’adrenalina, per evitare di pensare a qualsiasi altra cosa.




© Suguni ~ harrypotter.it


~ la sbadataggine è il suo mestiere :grat:
chiudo anche io qui, grazie mille a tutti ♥
 
Contacts  Top
36 replies since 15/10/2018, 00:25   1031 views
  Share