Messagger non porta pena, Per Vath

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view post Posted on 21/12/2018, 23:20
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Come quasi la totalità degli ex studenti di Hogwarts, Vath si portava la scuola nel cuore. A Jolene parve di vedere dell'autentica nostalgia nel suo comportamento, e gli sorrise con l'aria di chi capisce di cosa si sta parlando. Tra le parole scelte dall'ex Verde-Argento – curate, impeccabili – e il suo tono, le parve quasi ti sbirciare, da una delle vetrate, tra i segreti delle profondità del Lago. L'atmosfera nella torre Corvonero era, naturalmente, del tutto diversa. Ogni angolo del castello aveva la sua impronta personale, magnificamente armonizzata all'identità generale del posto.
«Non mi sembravi un tipo malinconico.» Commentò con una punta di sorpresa, prima di abbassare lo sguardo sul fondo della propria tazza e finire di ripulirlo. «Per adesso non ho incontrato nessuna ragazza con questo nome. E' molto grazioso, tra l'altro. Se mi capiterà di conoscerla le dirò che sono un'amica di suo cugino Vath.» Così dicendo, posò per l'ultima volta il cucchiaino: ora avevano terminato entrambi le proprie ordinazioni.
A ben pensarci, probabilmente era ora di andare. Si sentiva piuttosto stanca, e sembrava che il suo bersaglio non avesse intenzione di farsi vedere. Il mattino seguente avrebbe pensato a come affrontare Mrs Butler, di ritorno da una missione fallimentare.
«Ti ringrazio per la piacevole compagnia, ma è arrivato il momento che torni a casa. Stavo aspettando una persona, ma non ne vedo traccia.» Si strinse nelle spalle, prima di alzarsi in piedi. Si avvolse nel proprio mantello, e infine prese la borsa in mano, facendola scomparire tra le pieghe color notte.
«Sicuramente ci saranno altre occasioni in cui incontrarci, e mi racconterai di come è andata con la torta al cioccolato.» Gli sorrise prima di porgergli un ultimo saluto. «Ti auguro una buona serata!»
Era da poco uscita per le strade della Londra Babbana, e stava alternando meditazioni sulla nuova conoscenza e su quella mancata: aveva mantenuto un occhio vigile per tutto il tempo, era impossibile che il destinatario della lettera le fosse sfuggito. E pensare che non aveva fatto che ripetere tra sé e sé le parole grazie alle quali lo avrebbe riconosciuto senza ombra di dubbio, insieme a quelle che avrebbe dovuto proferire lei stessa.
Camminava a testa bassa, e la sua spalla urtò contro una figura incappucciata che si dirigeva a grandi passi nella direzione opposta.
«Oh, scusami!»
«Per tutti i Dorsorugoso di Norvegia, guarda dove cammini!»
Improvvisamente alzò il capo e guardò l'uomo con rinnovata attenzione; lui fece lo stesso, e un lampo si riflesse nelle loro pupille. Ma questa è un'altra storia.


 
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