Prime seconde impressioni, Privata: Elijah

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view post Posted on 9/10/2018, 22:07
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Era al Paiolo soltanto da qualche minuto - anche se a dire il vero il suo turno era iniziato dieci minuti prima. Era arrivata in ritardo, un vizietto che persino sua madre, una donna imperiosa, non era riuscita ad estirpare. Così, quando la cameriera più esperta aveva dovuto prendere il suo posto con le nuove ordinazioni, non aveva potuto far altro che osservarla da lontano, trafficando con le estremità sporche di un grembiule recuperato al volo dal cuoco, un tipetto mingherlino non più grande di lei. Con un cenno, Thomas le indicò Jenifer come a suggerirle di correrle incontro a capo chino, magari cosparso di cenere.
« Mi spiace! » biascicò pentita non appena la ragazza ebbe modo di rientrare in cucina. Per tutta risposta, Jenifer le schiaffò tra le mani l’ordine dell’ultimo tavolo e uscì di nuovo, diretta ad un nuovo tavolo. « Posso farcela, vero? » Per tutta risposta, Thomas scrollò le spalle noncurante. Amelia non poteva sapere che anche lui quella sera aveva contribuito alla disfatta del servizio.

Uscì dalla cucina una decina di minuti più tardi e diversi piatti per le mani. Sperava davvero di non farli cadere, non il primo giorno almeno. « Signori, ecco a voi. Ci scusiamo per l’attesa. » sorrise gentile, scostando una ciocca di capelli biondi dal viso e defilandosi con una piroetta. Stranamente, sul suo viso non c’era più traccia di alcun timore.

Ricapitoliamo :fru:

Elijah M Sullivan - tot 1 G
- Zuppa di Lardo (3 f)
- Salsicce e Pancetta (9 f)
- una porzione di Polenta sempre calda (2 f)
- una Burrobirra Alcolica (3 f)

Killian Resween - tot 1 G
- Pasta al sugo con cacio e basilico (8 f)
- Fish and Chips (6 f)
- Burrobirra alcolica (3 f)

Consideratevi serviti di tutto, procedete normalmente e citate Amelia come meglio credete. Ve l'affido! :ihih:

Buon proseguimento! :flower:

Edit: conti aggiornati.
 
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view post Posted on 19/10/2018, 09:05
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Killian Resween # Ispettore Auror # 25 Anni

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L'uomo stava cercando di ricordare: da ragazzino era stato preda anche lui delle domande filosofiche a cui ora Elijah cercava di trovar risposta col suo inopportuno aiuto? E soprattutto: ricevere a diciassette anni consigli come quelli che aveva appena snocciolato al serpeverde gli avrebbe giovato anche solo un minimo? Il non sapersi rispondere metteva in dubbio - come se ce ne fosse ulteriore bisogno - le qualifiche del Resween come adulto dispensatore di saggezza, un ruolo che mai aveva voluto ricoprire e che iniziava già a stargli stretto. Il discorso del ragazzo seduto all'altro capo del tavolo constava di belle parole e propositi, ma la loro messa in pratica era tutta un altro paio di maniche.

"Se io avessi capito prima la differenza tra l’amore e l’idealizzare un’infatuazione, probabilmente molti errori me li sarei risparmiati" .

"Te ne saresti risparmiati alcuni, sì, ma ne avresti commessi altri, stanne certo", non avrebbe voluto aggiungere quella consapevolezza al sorriso già amaro del giovane, ma nonostante questo non si fermò e lo sguardo serio e nuvoloso non cedette nemmeno un attimo quando aggiunse: " Guardare al passato comporta sempre una certa dose di rimpianti e rimorsi. Puoi ragionare sul presente quanto ti pare, ma non saprai mai cosa la tua scelta diventerà in futuro tra le due categorie"

Ebbene sì, era dura ammetterlo, ma la fantomatica Ragione da lui idolatrata come unica luce per gli uomini retti non poteva nulla contro quei veri e propri problemi che comunemente venivano definiti "sentimenti". Qualcosa di cui era meglio non parlare a sproposito e Killian sentiva di averlo fatto già abbastanza perciò, approfittando dell'avvicinarsi nella loro direzione della cameriera, trovò opportuno mettere la parola fine a quello sproloquio di ragionamenti profondi: "Ma ora basta parlare di queste cose o dovrai tornare a darmi addirittura del Voi ".

Non era propriamente "spazientito" ma non aveva fatto nulla per nascondere il desiderio di cambiare argomento e sopprimere la vena esistenzialista del Prefetto verde-argento: il riferimento diretto ad Amber gli aveva praticamente reso intollerabile tutto ciò che gravitava intorno alla figura Tassorosso, drammi sentimentali compresi. Mentre la ragazza (non era la stessa che aveva preso il loro ordine... oppure sì? Possibile che fosse così distratto?) serviva loro le pietanze fumanti, l'Auror le rivolse un sorriso di cortesia. La verità era che stava reprimendo una fragorosa risata che inevitabilmente si liberò non appena questa fece ritorno alla cucina avendo impeccabilmente svolto il proprio compito. Lo scoppio di risa era dovuto a quanto detto dal giovanotto in merito all'Animale Guida: forse era stato troppo onesto e sfacciato a mostrare così senza censure la propria ilarità, ma comunque non lo fece con cattiveria. Era stata soltanto una reazione naturale per l'errata convinzione che Elijah aveva su quella sottile arte magica che lui aveva avuto l'onore e la fortuna di padroneggiare.

“Credi davvero che si possa scegliere in quale animale trasformarsi?, parlando di qualcosa che conosceva meglio, il moro aveva riacquistato la proverbiale sicurezza insita in ogni sua affermazione. “Puoi fartene un'idea per la forma del tuo patronus, ma so di persone per cui non corrisponde". Tipo lui.

Dopo aver messo in chiaro quella che considerava un'informazione nuova per il serpeverde, Killian prese d'assalto la sua tanto agognata Burrobirra: non aveva intenzione di chiedere di nuovo a che punto del programma fossero con DCAO, nè sarebbe tornato su quanto detto da Elijah circa la sua promozione ad Ispettore Auror. Probabilmente avrebbe dovuto smentire le teorie del ragazzo al riguardo, ma sospettava che il vero motivo per cui Rhaegar gli aveva affidato la carica fosse l'ultimo dei segreti da rivelare a lui o a chiunque altro.


Scheda # Outfit




// Ci sono! Ci sono! E grazie Thalia per il servizio :dance:
 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 30/10/2018, 12:05







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Corrugò la fronte alle parole di Killian, cercando di metabolizzare il suo discorso il più velocemente possibile.
- Probabile – il ghigno riapparve puntuale – ho detto infatti alcuni e non tutti.
L’errore era umano e all’ordine del giorno, ma era totalmente certo di quello che aveva appena detto. Sì, un errore cede il posto ad un altro, ma non sapeva se gli altri lo sarebbero stati. In potenza tutto lo è, sono poi i fatti, il vissuto, che cambiano le cose.
L’arrivo delle cibarie riuscì però a distrarlo da quella conversazione. La fame in quel momento vinceva su tutto, c’era poco da fare. Il Serpeverde guardò i piatti con soddisfazione, non vedeva l’ora di giustiziarli. Il suo stomaco emise un boato degno di un vulcano pronto a distruggere tutto il circondario. Per fortuna il rumore ed il chiacchiericcio del locale riuscirono a farlo passare inosservato.
- Il Voi? Non mi permetterei mai di offenderti in questo modo – le mani afferrarono il tovagliolo e lo posizionarono sulle cosce.
Fu l’ultima frase degna di nota prima di affondare il cucchiaio nella zuppa di lardo fumante. Era così densa che, ad ogni giro di cucchiaio, sembrava crescere nel piatto. Elijah non attese per mangiarla, gli piaceva così, bollente da ustionare il palato.
- Per le giarrettiere di Morgana, è più buona del solito!
Si concesse subito un secondo cucchiaio e la sua espressione deliziata, mentre la degustava, diceva praticamente tutto. Mosse il cucchiaio solo un paio di volte in senso antiorario, facendo attenzione a non fare alcun rumore contro il coccio della scodella. Ad ogni boccone, faceva scolare il cucchiaio contro il bordo del piatto, poi riprendeva, ripetendo sempre lo stesso rituale.
Erano i dogmi di Esther Montague. Era vietato fare rumore con le posate. Era vietato mangiare senza tovagliolo o metterlo in posti poco consoni. Era vietato seminare goccioline di zuppe sulla tovaglia. Guai a non obbedirle. Elijah ormai non ci faceva più caso, e faceva tutto con naturalezza, come se si trattasse dei passaggi di una pozione fatta già mille volte.
Una volta terminata la zuppa, e la poverina ancora fumava, si dedicò al secondo piatto. Era andato decisamente sul pesante, ma quando si sedeva a tavola con quel tipo di fame sapeva che era necessario un intervento drastico. Tagliò con cura tutte le salsicce e le tuffò nella polenta sempre calda, mischiando poi tutto con cura. Con il cucchiaio recuperò tutto l’olio delle salsicce e lo aggiunse alla mistura. Era decisamente più saporito. Considerando quello aveva ordinato Killian, non si sarebbe meravigliato se l'avesse mollato a mangiare da solo da un momento all’altro.
- – la forchetta infilzò la carne con decisione – ci credo fermamente. Ci credo perché esiste sempre la possibilità di scegliere. Il libero arbitrio è alla base dell’esistenza umana, ognuno è artefice del proprio destino, non esiste mai nulla di scritto, solo qualcosa di preimpostato che siamo noi a dirigere con la nostra volontà.
Fece un boccone di salsiccia e polenta, riservandosi di masticare tutto molto lentamente mentre osservava l’Auror.
- Credo che l’animale in cui ci si trasforma rispecchi l’essenza del Mago, il suo essere un qualcosa piuttosto che altro. Non è solo simile a te fisicamente, ma racchiude in sé come ti senti, come vivi, con quali occhi guardi il mondo. Se un mago già si sente vicino ad un animale, identificandosi in esso totalmente, allora credo fermamente nell’idea che si trasformerà in quello che sa già di essere.
Fece un altro boccone e ammorbidì tutto con la Burrobirra che ancora non aveva assaggiato. La fame aveva trionfato sulla sete.
- Non ho un Patronus, non ancora. Anche tu però mi sembri molto sicuro. Parli per sentito dire o per esperienza personale?

 
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view post Posted on 9/11/2018, 12:23
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Killian Resween # Ispettore Auror # 25 Anni

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"Il Voi? Non mi permetterei mai di offenderti in questo modo" .

Killian ghignò soddisfatto mostrando la propria approvazione anche con un leggero assenso del capo: come sospettato sin da dubito, Elijah era un ragazzo abbastanza sveglio da imparare subito la scherzosa lezione. L'Auror trovò più semplice anche ridacchiare divertito per l'esclamazione curiosa avuta in reazione alle cibarie ora che l'argomento spinoso su "amore e sentimenti vari" aveva trovato la sua precipitosa conclusione.

"Invidio tutto questo entusiasmo giovanile", commentò in un sospiro portandosi la prima forchettata di pasta alla bocca.

Giusto perchè se non si contraddiceva volontariamente ogni due secondi non era contento: prima rifiutava forme di cortesia che lo facevano sentire vecchio e poi se ne usciva fuori con certe esclamazioni che persino la sua ultrasettantenne padrona di casa avrebbe classificato come da reperto fossile. Tra i due commensali scese un silenzio educato mentre la fame di entrambi veniva placata. L'uomo trovava buffo il modo in cui il giovanotto non si curasse affatto di celare la propria voracità, ma ben presto anche il suo primo si trasformò in un piatto vuoto. La stoviglia venne allora spostata di lato per fare spazio al suo Fish & Chips dall'aspetto molto invitante: forse anche lui doveva inneggiare alle giarrettiere di Morgana per esprimere la propria approvazione sull'ordinazione fatta. Si trattenne dallo scegliere qualche altro capo d'abbigliamento della povera strega alla quale riferirsi soltanto perchè ciò che aveva da dire il Prefetto Serpeverde lo interessava molto. L'idea del libero arbitrio era piuttosto elaborata per essere stata concepita da un ragazzo in età scolare e il venticinquenne si chiese da dove venisse tutta quella sicurezza. Era una visione ottimistica della vita in cui un tempo si sarebbe potuto ritrovare pienamente anche lui, ma le incognite da affrontare erano sempre troppe e la convinzione di poter scegliere in ogni caso costituiva un'arma a doppio taglio che aveva imparato a maneggiare cautamente. In ogni caso, ribattere su questo punto li avrebbe portati troppo lontani dal vero focus del discorso e al momento all'Ispettore importava più fare chiarezza sulla storia dell'Animale Guida che elargire altre massime di vita che lasciavano il tempo che trovavano.
Con sguardo enigmatico bevve un sorso di Burrobirra, poi con studiata lentezza si passò il dorso della mano fittamente tatuata per liberarsi delle dolci goccioline ambrate rimaste impigliate tra la barba scura e sulle labbra.

"Non parlo mai 'per sentito dire' "

Non disse altro in merito a ciò, riteneva che la stringata e convinta affermazione bastasse a mettere in chiaro le cose senza essere troppo esplicita. Togliere ogni pizzico di mistero non sarebbe stato affatto divertente. Posando il boccale sul legno lucido, Killian decise di approfondire l'argomento tirato in ballo:

" 'Scegliere' è diverso da 'sapere di essere', non trovi? O forse il tuo è uno 'scegliere di essere' ?

Eh sì, con quel gioco di parole si era proprio superato. Se non avesse ben compreso l'amore di Elijah per il cibo avrebbe persino potuto pensare di dover presto schivare un piatto di salsicce e polenta.


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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 19/11/2018, 17:59







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Rimase per qualche istante con la forchetta a mezz’aria, gli occhi in quelli tempestosi dell’Auror. Un pezzo di polenta cadde dai rebbi, arrivando sul piatto con un “ploff”. Elijah recuperò ciò che era caduto, aggiungendone una quantità maggiore. Portò immediatamente la forchetta alla bocca per evitare un nuovo incidente. Il suo stomaco cominciava ad essere un minimo appagato, cosa che lo portava a ragionare decisamente meglio.
- Uhmm – commentò dopo aver deglutito e annaffiato il tutto con la BurroBirra. Entusiasmo giovanile, ma soprattutto entusiasmo. Non era un termine che facesse propriamente parte della sua persona. Era difficile che il Serpeverde provasse quel tipo di emozione e ancora più improbabile che la esternasse. Dove l’aveva vista Killian? Doveva ammettere che quella domanda lo solleticava non poco.
- Entusiasmo, dici? - il boccale tornò al suo posto sul tavolo senza fare alcun rumore sul legno invecchiato e consumato – non mi sento esattamente entusiasta.
Ci pensò un attimo.
- Mi sento piuttosto...quale potrebbe essere il termine giusto? consapevole? - sollevò il sopracciglio, tornado a cercare la forchetta – io e l’entusiasmo non siamo esattamente vicini di casa, Killian, fidati.
Si era davvero mai emozionato per qualcosa in vita sua? Abbassò leggermente le palpebre mentre meditava su quell’aspetto della faccenda. Non sapeva rispondere a quella domanda. Era certissimo che la risposta non fosse un Sì, non poteva scommettere su un Forse e nemmeno giurare su un No. Un vero dilemma, come era di solito il suo pane quotidiano emozionale.
Seguì i movimenti di Killian dopo che ebbe bevuto la sua BurroBirra. Gli venne immediatamente in mente sua madre. Se Elijah avesse osato pulirsi la bocca con la mano sicuramente lei avrebbe comprato una vera e propria stanza delle torture. Invidiò per un istante quel tipo di libertà, dove le imposizioni non avevano modellato il suo modo di agire nel corso degli anni. Di tutta risposta, sollevò il tovagliolo dalle gambe e se lo passò sulle labbra. Non riusciva ad essere diverso da quello che era. Aveva osservato l’Ispettore e per un attimo aveva anche pensato di imitarlo. Al dunque, però, le regole imposte da Esther Montague avevano preso il sopravvento.
- Mi piacerebbe molto farmi un tatuaggio sulle mani, ma non posso – anche se non come quelli che aveva di fronte in quel momento. Se voleva il suo anello doveva però ponderare molto bene quel tipo di scelta. Avrebbe rischiato di rovinare tutto per una scelta sbagliata. Doveva muoversi in modo accorto, valutando sempre i pro e i contro di ogni sua azione. Lì non esisteva il libero arbitrio, purtroppo.
Annuì all’ultima frase. Killian non avrebbe potuto centrare meglio il punto.
- Le mie scelte sono sempre dettate da quella che è la mia essenza.
Chissà se l’Ispettore avrebbe apprezzato quel suo rimescolare le carte a suo uso e consumo. Era davvero così il discorso, c’era poco da dire. La libertà di scelta esisteva ed era sacrosanta, ma nasceva sempre da dentro. Era come una voce capace di guidarti anche nel buio pesto. Forse era per quello che Elijah era perfettamente a suo agio nell’oscurità.
- Ogni scelta che si compie non viene mai fatta per caso, ma nasce da ogni persona in modo diverso, mossa dalla natura del soggetto – fece un nuovo sorso – è per questo che ogni persona reaziona agli eventi in modo del tutto individuale, a volte, imprevedibile.

 
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view post Posted on 30/11/2018, 22:13
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Killian Resween # Ispettore Auror # 25 Anni

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L'Auror capì immediatamente di aver dato voce a qualcosa che non convinceva pienamente il ragazzo dal suono interdetto che questo emise ed infatti, poco dopo, ecco svelato l'arcano dalle sue stesse parole. Il ghigno divertito disegnato tra le labbra scure non parve attenuarsi, ma anzi si illuminò di nuova vivacità:

"Eppure mi sembra che la tua polenta ti abbia mandato facilmente in estasi", ribatté sollevando il sopracciglio su cui spiccava un piccolo ma vistoso piercing metallico.

Non voleva contraddirlo, Killian sapeva di non poter definire la personalità del Serpeverde da quel pochissimo tempo che avevano passato insieme e se Elijah si riteneva lontano dal termine "entusiasmo" che aveva scherzosamente usato, allora a lui non rimaneva che credergli. La pronta risposta che aveva appena dato però poteva far credere l'incontrario, anche se nel profondo celava un apprezzamento verso quel giovanotto che tanto amava la cucina del Paiolo Magico e il cibo in generale. Anche il venticinquenne si stava gustando il proprio secondo, ma nonostante questo sentiva di non poter equiparare la gioia del ragazzo per il pasto.

Quando di punto in bianco si fece strada tra loro l'affermazione sui tatuaggi, le iridi nuvolose dell'Ispettore si rivolsero automaticamente sulle proprie mani dove intricati ghirigori d'inchiostro più o meno scuro ornavano la sua pelle. Era evidente che fossero stati l'input per quella confessione inattesa.
Con noncuranza riportò lo sguardo sul verde-argento e condivise con lui una diretta esperienza di vita: "Se usi un inchiostro babbano, il tatuaggio scomparirà prima che tu possa pentirti di averlo fatto".

E riprese a mangiare con tranquillità, consapevole di aver rivelato qualcosa di probabilmente astruso. Aveva solamente qualche anno in più di Elijah quando per la prima volta aveva lasciato che il fluido scuro lo macchiasse diventando parte di lui. O almeno così aveva creduto: ben presto aveva scoperto che la natura non magica dell'inchiostro faceva sì che dopo poco iniziasse a sbiadire quasi fino a non lasciare tracce di quei simboli che sarebbero dovuti essere eterni. Ma andava bene così, Killian aveva saputo trovare una spiegazione a quell'inconveniente inizialmente non calcolato: ogni tatuaggio rappresentava una parte della sua vita e ogni volta che uno di questi si riassorbiva, un capitolo della sua esistenza poteva dirsi concluso. Le pallide testimonianze di ciò che era stato tappezzavano le mani e le braccia dell'uomo, ma nascosti alla vista altrui vi erano molti marchi che venivano rinnovati almeno un paio di volte l'anno affinché non svanissero come gli altri: i significati che racchiudevano riguardavano fatti o persone che Killian non poteva o non voleva lasciar andare.
Ovviamente, nulla di tutto ciò venne aggiunto al semplice commento sulla breve durata che un eventuale tatuaggio di Elijah avrebbe avuto. Continuando a mangiare disinvolto e finendo così il proprio pasto, decise di concentrarsi sul discorso del prefetto. Era una ragionamento affascinante il suo, ma qualcosa non gli tornava e la fronte del mago si corrugò pensierosa:

"Concordo, le scelte compiute dicono molto di una persona... Però non ho capito una cosa: perché dici che 'non puoi' farti un tatuaggio?"

Era sinceramente curioso. Dopotutto, quel "vorrei ma non posso" stonava con la perfetta celebrazione delle scelte individuali.


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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 14/12/2018, 13:09







Elijah Sullivan
Prefetto Serpeverde - 17 anni


Continuò a pasteggiare in tutta calma, con espressione imperturbabile. In tutta quella faccenda esisteva solo una certezza. Se la polenta sempre calda di fosse freddata, sarebbe stato un vero abominio.
- Non sbagli, ma sono due Universi distinti, almeno per me. L’estasi si abbina, in questo caso, al piacere nel mangiare. L’entusiasmo è una gioia incontrollata dalla quale mi tengo alla larga.
Aveva un’idea tutta sua delle emozioni. Non si riteneva speciale in questo senso, ma amava interpretarle vestendole su se stesso. Ci sono emozioni ed emozioni, e allo stesso modo esistono persone e persone. Ogni emozione cambia aspetto a seconda della persona che la prova. La gioia in lui non trovava terreno fertile, cosa che invece accadeva alla rabbia. La sua anima era fatta per quel tipo di emozioni violente, ma non riusciva a conformarsi a qualcosa di diverso. Era un suo limite, probabilmente, o semplicemente non era ancora pronto.
- Inchiostro babbano? - sollevò il sopracciglio visibilmente incuriosito – E perché mai dovrei fare un tatuaggio che poi scompare in breve tempo.
Scosse la testa. Era solito pensare alle cose fino allo sfinimento, oppure agiva completamente d’istinto. In quella cosa, non valutava nemmeno l’eventualità di un’alternativa.
Gli occhi del Serpeverde guizzarono sulle mani di Killian, sulle quali era dipinta una sorta di mappa di vita dell’Auror.
- Ti sei mai pentito di uno di loro? - le palpebre si sollevarono accompagnate dalle sopracciglia, andando ad indicare i disegni che ornavano il dorso della mano dell’uomo – Immagino che ognuno di essi abbia un significato ben preciso. Di solito funziona così, no?
Aveva pensato all’eventualità di farsi un tatuaggio, e anche ad Elijah piaceva l’idea che fosse sulla mano. L’idea che aveva era più di un vedo-non vedo, in cui le forme sarebbero apparse bene solo in caso di alcuni movimenti. Sì, ci aveva pensato varie volte, ma aveva desistito.
Killian riuscì a formula la domanda perfetta. Fece un sospiro. Pulì la bocca con il tovagliolo, bevve un sorso di Burrobirra e si concentrò sull’Auror.
- Perchè mia madre non sarebbe affatto d’accordo e… - non era del tutto certo di voler andare avanti, quindi lanciò solo un piccolo seme senza un apparente significato – e, sebbene io sia maggiorenne, lei ha qualcosa di mio che perderei definitivamente se facessi una cosa del genere. Ogni mio sforzo sarebbe stato vano e non mi piace buttare al vento le mie energie per poi arrivare a nulla.
Gli occhi chiarissimi fissi in quelli dell'uomo cercavano risposte. Forse.

 
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view post Posted on 31/12/2018, 13:01
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Killian Resween # Ispettore Auror # 25 Anni

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"Per lo stesso motivo per cui acquisti un abito che ti piace anche se sai che presto o tardi si romperà, non ti starà più bene o ti stuferà"

L'obiezione del ragazzo trovò una pronta e rapida risposta, quasi che l'uomo si attendesse la domanda prima ancora di lasciar cadere l'affermazione che l'aveva generata. Si stava divertendo, doveva ammetterlo: non prendere sul serio gli argomenti che lui stesso intavolava e che lo riguardavano da vicino stava diventando una specie di sport nazionale per Killian. Anche se aveva piena consapevolezza che un tatuaggio non potesse essere comparato con un capo d'abbigliamento, il suo responso tuttavia non era completamente fuorviante. In fondo, ciò che rendeva tanto speciale e impegnativo un marchio impresso sulla propria pelle era proprio il presunto "per sempre", se si toglieva questa caratteristica gran parte delle titubanze venivano meno per diretta conseguenza. Ciò che per molti costituiva un errore di gioventù da biasimare poteva trasformarsi in un temporaneo capriccio facilmente dimenticabile. Magari avere sempre questo tipo di vantaggio, no?
E ovviamente, poi si arrivò al punto: per cosa stavano i simboli che Killian esibiva con così tanta impudenza? Quell'interrogativo gli era stato rivolto così tante volte che la risposta ormai seguiva un copione quasi identico di volta in volta. Stavolta però il serpeverde aveva aggiunto un quid in più, partendo con il discorso sul pentimento.

"No, mai", disse dopo aver bevuto l'ultimo goccio di burrobirra che gli rimaneva. Il suo vero pensiero era stato troncato a metà, mancando la spiegazione sul fatto che al massimo aveva rimpianto gli eventi che si celavano dietro ai tatuaggi, ma la negazione era comunque nel complesso sincera. Un po' meno lo fu l'affermazione successiva: "Nel mio caso si tratta di mero gusto estetico".

Condì il tutto con un occhiolino furbo all'indirizzo di Elijah sopra ad un sorriso pieno di sottintesi. Il giovanotto avrebbe creduto alla frivolezza con cui l'Auror voleva vestirsi e farsi scudo? In fondo non era così assurda come ipotesi: che al mago piacesse rendere il proprio aspetto discutibile stravagante era piuttosto evidente tra anelli, piercing e abiti prettamente babbani.

In ultimo, tornò presente l'argomento che più volte i due commensali avevano sfiorato senza tuttavia afferrarlo concretamente. Killian aveva appreso nel corso del pasto con lo studente le alte aspettative che la famiglia riponeva su di lui, ma con l'ultimo riferimento del ragazzo fu la figura materna a venire a galla come la più problematica da vari punti di vista. Non voleva in alcun modo immischiarsi nelle dinamiche familiari altrui visto che le sue personali esperienze lo avrebbero portato da incasinare le cose piuttosto che a risolverle, però non poteva far finta di nulla davanti alla plateale importanza che Elijah dava alla faccenda. E la sua determinazione, soprattutto, colpì il venticinquenne.

"Magari quando sarai riuscito nell'impresa di ottenere quel qualcosa, ti fari un tatuaggio per celebrare la vittoria. Te lo auguro, Elijah"

Poche, povere parole. Non era nemmeno sicuro che risultassero di incoraggiamento come invece avrebbero dovuto. Sperò almeno che la voce profonda e l'espressione seria con cui aveva concluso un discorso mai iniziato avrebbero fatto capire al giovane il suo trovarsi d'accordo con il lottare per qualcosa che si desidera davvero.
Attese che il giovane commesso di Vestiti & Vestiti giungesse al termine della propria cena (mai lo avrebbe interrotto prima, sapendo quanto amasse la fine arte del mangiare!) prima di domandare: "Soddisfatto?".

Stava a lui scegliere a cosa riferire il quesito, se al cibo, alle non-risposte dell'uomo o alla serata in generale.


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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 15/1/2019, 16:53







Elijah Sullivan
Serpeverde - 17 anni


Killian era un uomo estremamente enigmatico. In alcuni momenti i suoi pensieri gli risultavano perfettamente nitidi, come scritti nero su bianco. In altri, invece, era come se una nebbia lo avvolgesse, lasciando vedere di lui solo le sfumature più intriganti. Non sapeva se fosse davvero quella la chiave del successo, aveva però il suo peso specifico non indifferente. Non poteva dire di non essere tremendamente incuriosito dall’Auror. Dipendeva davvero dall’essenza dell’ex Serpeverde oppure tutto nasceva dal fatto che non riuscisse a leggerlo a fondo?
Elijah era ossessionato dal sapere, e questa sua ricerca della conoscenza non riguardava solo lo studio in generale, ma spaziava anche, e soprattutto, nella sua necessità di capire ogni cosa.
Un ghigno si allargò sulle sue labbra carnose – Sono minimalista nel vestire e non mi sono mai stancato di qualcosa che ho scelto, almeno fino ad ora.
Questo non valeva per i capi d’abbigliamento scelti da sua madre, ancor di più per quelli scelti da sua sorella Eva. Se la prima riusciva in qualche modo a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda della sua sobrietà, la seconda si prendeva delle “licenze poetiche” che non riusciva proprio a sopportare. Siamo tutti concordi che il nero sia un colore trito e ritrito, ma conserva sempre un fascino intramontabile. Per colpa di Eva, si era visto costretto ad indossare un orrendo completo carta da zucchero e senza nemmeno poter protestare. Avrebbe potuto dissertare per ore sul fatto che non fosse fondamentale che si intonasse ai suoi occhi, sapeva che sarebbe stato solo fiato sprecato. Detestava perdere tempo, detestava ancora di più buttare le parole nel vuoto. Aveva messo quell’orrendo completo al compleanno del nonno, sperando che la giornata trascorresse velocemente e evitando di guadarsi allo specchio.
- Ne vorrei uno o due tra le dita della mano sinistra, una cosa piccola che possa vedere solo io – aveva già una cosa in mente, aveva iniziato a pensarci da quando era diventato Prefetto. La sua vita dentro Hogwarts era sempre stata molto importante. Era lì che aveva raggiunto molti traguardi ed era sempre lì che si era sentito davvero apprezzato. La scuola era riuscita a dargli quelle soddisfazioni che non erano mai venute dai suoi genitori. Era un aspetto fondamentale della sua vita, un qualcosa che non avrebbe mai dimenticato – mi piacerebbe che quei tatuaggi fossero solo per me, un po' come quando scrivi una cosa importante su un diario personale.
Il suo essere schivo si rifletteva anche in quello. Le sue cose erano sue e così dovevano restare sempre. Se solo qualcuno si fosse arrogato il diritto di infilarsi senza permesso nella sua sfera privata, lui si sarebbe concesso il piacere di scuoiarlo senza l’uso della Magia.
La frase dell’Auror sembrò in linea con i suoi pensieri più profondi. Elijah rimase in silenzio per qualche istante, poi annuì. Celebrare una vittoria, un trionfo, era quello che lui avrebbe inteso nell’accezione di tagliare un traguardo.
Le sue palpebre si chiusero appena. Era soddisfatto? Una domanda veloce nella testa, mentre gli occhi chiarissimi del Serpeverde tornarono a mettere a fuoco il suo interlocutore.
- No – confessò senza alcuna esitazione – non sono soddisfatto. Non lo sono mai.
Una fiamma iniziò a bruciargli le iridi, un fuoco che aveva saggiamente imparato a tenere a freno e a scatenare nei momenti giusti. Non poteva ritenersi soddisfatto, non doveva. Non si era mai posto limiti nella vita. Nello studio aveva imposto a se stesso di dare sempre il massimo, perché non puoi puntare in alto se non decidi di fare un lavoro mirato sulla tua persona. Elijah era ambizioso, ma sapeva usare la testa. Era impulsivo, ma aveva imparato ad aspettare. Era aggressivo, ma aveva capito piuttosto bene che la furia fine a se stessa non porta a nulla di concreto. Fece un ghigno, sollevando il lato sinistro della bocca.
- E tu, Killian? Tu sei soddisfatto?
La domanda era una, le risposte infinite.

 
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view post Posted on 11/2/2019, 14:32
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Killian Resween # Ispettore Auror # 25 Anni

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Se c'era una cosa che Killian proprio non poteva ignorare di quel nuovo incontro, era la decisione che regnava in ogni sentenza del ragazzo. Sarebbe stato impossibile non notarlo dal momento che ogni riferimento al futuro che il serpeverde prevedeva per sè era risuonato come un categorico obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Nulla di cui biasimarlo, anche se l'Auror aveva cercato in vari modi di insinuare il tarlo dell'imprevedibilità della vita, un po' per divertimento, un po' per stuzzicarlo, un po' per metterlo in guardia sul serio anche se in maniera molto blanda.
Nonostante l'idea del tatuaggio fosse stata scartata come infattibile per il momento, almeno il numero, il luogo e le dimensioni erano stati scelti. Killian avrebbe volentieri commentato che era già a metà dell'opera, ma l'aggiunta sul "diario personale" lo fece desistere. Capiva il discorso, eccome se lo capiva. Aveva minimizzato anni e anni di inchiostro sulla pelle con un banalissimo vezzo estetico, ma la sua reale visione della cosa si avvicinava molto a quella che ne aveva Elijah. E di certo non stava a lui dirgli che le mani non erano un posto propriamente adatto per celare qualcosa che voleva rimanere privato. In fondo anche lui non aveva avuto problemi a nascondere quelli sul polso - appartenenti alla categoria "in corso" - con un semplice e pratico bracciale di cuoio. Il ragazzo avrebbe saputo ovviare il problema con altrettanta facilità: non gli sembrava affatto uno sprovveduto.

La cena volgeva al termine, ma una domanda era rimasta in sospeso. O meglio: il prefetto verde-argento aveva dato risposta (e in un modo che fece sghignazzare Killian incredulo ed estasiato dal "no" ricevuto) per poi rigirarla abilmente al mittente. Un'altra occasione per divertirsi che l'uomo non poteva non cogliere al volo.

"Una dura giornata di lavoro volge al termine. Il cibo era ottimo, la Burrobirra pure. La compagnia per la serata, piacevole... Perchè non dovrei essere soddisfatto?"

Aldilà della menzogna nella prima parte visto che lo attendeva ancora una visita notturna a Grimmauld Place, il resto corrispondeva a verità. La cucina del Paiolo poteva non essere pluristellata, ma di sicuro da solo non avrebbe potuto procurarsi piatti altrettanto saporiti. Ed Elijah l'aveva intrattenuto a dovere con la curiosità e l'ardore giovanile di cui dava continuamente mostra. Perchè il serpeverde non avrebbe dovuto credergli? Forse per il ghigno furbo che aveva indossato mentre distoglieva gli occhi nuvolosi per trafficare con il borsello tintinnante che aveva alla cintola. Ne estrasse i galeoni che doveva al locale e li poggiò sul legno del tavolo, poi riportò lo sguardo su Elijah per lanciargli un occhiolino.

"Però la tua risposta è stata migliore".

Da lì a breve se ne sarebbe andato. E non aveva potuto far a meno di lasciare al ragazzo un'altra frase enigmatica. Forse lui avrebbe riflettuto sul significato in seguito, una volta rimasto solo. Magari no e l'avrebbe accantonato insieme alle altre cose apparentemente senza senso che Killian gli aveva detto nel corso della serata. Chi poteva dirlo?

Scheda # Outfit


 
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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 7/3/2019, 15:59







Elijah Sullivan
Serpeverde - 17 anni


Era stata una giornata lunga e faticosa per entrambi, ma la sua conclusione era stata piacevole. Per il Serpeverde aveva rappresentato un toccasana inaspettato. Succedeva sempre così. Le persone con le quali è più gradevole conversare le conosci sempre nei modi più imprevedibili e Killian non faceva eccezione.
Si pulì con cura le labbra con il tovagliolo, così come gli era stato insegnato, ripetendo gesti che conosceva a memoria. Aveva fatto molta attenzione alle parole dell’uomo e poteva affermare di essere estremamente affascinato dal suo ermetismo. Era il suo sangue Serpeverde che l’Auror aveva saputo far fruttare in modo esemplare.
- Sei soddisfatto perché fai qualcosa che ti piace.
Questa frase uscì dalla bocca di Elijah in modo inaspettato, frutto di pensieri che bollivano in lui da moltissimo tempo, ben prima di quella cena. Il fatto di parlare con il Vice Ispettore Auror non aveva fatto altro che fargli suonare un campanello nella testa, suono che lui aveva volutamente ignorato per tutta la cena. Sapeva di cosa si trattava e non era certo di essere pronto ad affrontare quella cosa. Lo guardava, però, e qualcosa gli suggeriva che probabilmente Killian era l’unico che sarebbe riuscito a dargli il consiglio giusto e magari a salvarlo da quella ghigliottina che gli stava per calare sul collo.
I suoi occhi si sollevarono in uno sguardo in cui il giovane Serpeverde buttò tutta la sua disperazione. Lui ne sarebbe uscito in un modo o nell’altro, ma le sue iridi non riuscivano a mollare quelle tempestose dell’Auror.
Aveva taciuto tutta la cena, aveva spinto quel pensiero nel fondo della mente con la speranza che sparisse, ma ora che Killian aveva poggiato i Galeoni del conto sul tavolo del locale, tutto era divenuto consapevolezza.
- Grazie – mormorò mentre accennava con la testa ai soldi che brillavano sul legno.
Era davvero convinto di farlo andare via senza parlare?
No, quello era un treno che non sarebbe più passato e forse, appena uscito di lì, l’Ispettore avrebbe rimosso quella conversazione dimenticandosi di aver cenato insieme.
- Mi hanno programmato una vita che non voglio vivere – la disperazione negli occhi di Elijah si condì di rabbia – La mia famiglia ha deciso che dovrò fare l’Auror, ma non è quello che voglio fare io.
Era perfettamente consapevole che stava facendo quella confessione ad una delle più alte cariche degli Auror, ma era anche certo di una cosa fondamentale, che i Montague non capivano. Chi diventa Auror lo fa per vocazione, lo fa perché lo sente dentro. Non era quello che sentiva il giovane Serpeverde. Come avrebbe mai potuto fare quel lavoro se non ce l’avesse avuto sotto pelle? Era un lavoro rischioso che richiedeva una dedizione totale. Che Auror sarebbe stato se lo avesse fatto solo perché costretto dalle manie di grandezza della sua famiglia? Perché la sua infelicità non aveva mai fine?
- Posso venirti a trovare al Ministero? Vorrei chiederti un consiglio - la mano destra si strinse in un pugno, facendo arrotolare il tovagliolo – Ho bisogno che qualcuno mi aiuti ad uscire da questo incubo.

 
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