Killian Resween # Ispettore Auror # 25 Anni "Per lo stesso motivo per cui acquisti un abito che ti piace anche se sai che presto o tardi si romperà, non ti starà più bene o ti stuferà"L'obiezione del ragazzo trovò una pronta e rapida risposta, quasi che l'uomo si attendesse la domanda prima ancora di lasciar cadere l'affermazione che l'aveva generata. Si stava divertendo, doveva ammetterlo: non prendere sul serio gli argomenti che lui stesso intavolava e che lo riguardavano da vicino stava diventando una specie di sport nazionale per Killian. Anche se aveva piena consapevolezza che un tatuaggio non potesse essere comparato con un capo d'abbigliamento, il suo responso tuttavia non era completamente fuorviante. In fondo, ciò che rendeva tanto speciale e impegnativo un marchio impresso sulla propria pelle era proprio il presunto "per sempre", se si toglieva questa caratteristica gran parte delle titubanze venivano meno per diretta conseguenza. Ciò che per molti costituiva un errore di gioventù da biasimare poteva trasformarsi in un temporaneo capriccio facilmente dimenticabile. Magari avere sempre questo tipo di vantaggio, no?
E ovviamente, poi si arrivò al punto: per cosa stavano i simboli che Killian esibiva con così tanta impudenza? Quell'interrogativo gli era stato rivolto così tante volte che la risposta ormai seguiva un copione quasi identico di volta in volta. Stavolta però il serpeverde aveva aggiunto un quid in più, partendo con il discorso sul pentimento.
"No, mai", disse dopo aver bevuto l'ultimo goccio di burrobirra che gli rimaneva. Il suo vero pensiero era stato troncato a metà, mancando la spiegazione sul fatto che al massimo aveva rimpianto gli eventi che si celavano dietro ai tatuaggi, ma la negazione era comunque nel complesso sincera. Un po' meno lo fu l'affermazione successiva:
"Nel mio caso si tratta di mero gusto estetico".
Condì il tutto con un occhiolino furbo all'indirizzo di Elijah sopra ad un sorriso pieno di sottintesi. Il giovanotto avrebbe creduto alla frivolezza con cui l'Auror voleva vestirsi e farsi scudo? In fondo non era così assurda come ipotesi: che al mago piacesse rendere il proprio aspetto
discutibile stravagante era piuttosto evidente tra anelli, piercing e abiti prettamente babbani.
In ultimo, tornò presente l'argomento che più volte i due commensali avevano sfiorato senza tuttavia afferrarlo concretamente. Killian aveva appreso nel corso del pasto con lo studente le alte aspettative che la famiglia riponeva su di lui, ma con l'ultimo riferimento del ragazzo fu la figura materna a venire a galla come la più problematica da vari punti di vista. Non voleva in alcun modo immischiarsi nelle dinamiche familiari altrui visto che le sue personali esperienze lo avrebbero portato da incasinare le cose piuttosto che a risolverle, però non poteva far finta di nulla davanti alla plateale importanza che Elijah dava alla faccenda. E la sua determinazione, soprattutto, colpì il venticinquenne.
"Magari quando sarai riuscito nell'impresa di ottenere quel qualcosa, ti fari un tatuaggio per celebrare la vittoria. Te lo auguro, Elijah"Poche, povere parole. Non era nemmeno sicuro che risultassero di incoraggiamento come invece avrebbero dovuto. Sperò almeno che la voce profonda e l'espressione seria con cui aveva concluso un discorso mai iniziato avrebbero fatto capire al giovane il suo trovarsi d'accordo con il lottare per qualcosa che si desidera davvero.
Attese che il giovane commesso di
Vestiti & Vestiti giungesse al termine della propria cena (mai lo avrebbe interrotto prima, sapendo quanto amasse la fine arte del mangiare!) prima di domandare:
"Soddisfatto?".
Stava a lui scegliere a cosa riferire il quesito, se al cibo, alle non-risposte dell'uomo o alla serata in generale.
Scheda # Outfit