Avrebbero raggiunto un accordo?
Sarebbe stato siglato con il sangue un mefistofelico patto? Chi era il diavolo, e chi lo sfortunato erudito? Quanto si sarebbe sentito soddisfatto del risultato raggiunto, se solo la fortuna avesse giocato la sua parte? Era tutta e solo una questione di fortuna? Aveva fatto tutto il possibile per rendere accettabile quella che sin dal principio era stata di gran lunga una più che lusinghiera proposta, avrebbe osato rinunciare una seconda volta, conscio di quanto esso avrebbe comportato? Per quanto taciuto, quello era un grosso problema, inevitabile nel caso di determinate proposte finite non nel più auspicabile dei modi. Ma era pur vero, che in tali frangenti non era nemmeno così scontato come sarebbe potuta finire: quanto tutto era lasciato alla fortuna, quanto... 'ad altro'? Le circostanze avevano richiesto quella piccola ma significativa deroga a regole non scritte ma non meno categoriche, le circostanze avrebbero anche dimostrato che era stata la migliore delle decisioni possibili. Forse addirittura l'unica, per mitigare la gestione di un rischio esponenzialmente scappato di mano, da troppo tempo. Qual era il problema? Avevano la fortuna inaspettata che fosse uno soltanto? Il solo fatto per cui si erano ritrovati in tali circostanze era indice del fatto che le 'normali circostanze' fossero qualcosa di estremamente remoto e arcano, vestigia di un mondo che era passato. Se anche soltanto avessero voluto serbare la segreta speranza che una pur minima parte tornasse a farsi viva e presente, quelli erano compromessi da stringere, prima di lavarsene copiosamente le mani in acqua profumata.
Poi il trionfo. Un milione di romani urlanti, riuniti ai bordi delle strade, ad accogliere un non troppo giovane imperator di ritorno dalla campagna in una qualche provincia orientale ribelle, riportata all'ordine, e sotto l'ala dell'aquila latina. Era fatta? Era il segnale convenuto del via libera? Tana libera tutti? L'allarme si era diffuso tramite segnali luminosi a macchia d'olio, di torre in torre, lungo migliaia di chilometri, sino alla capitale. Tombola, era fatta? Ma come lasciarsi?
Annuì alle parole del giovane Auror, accogliendole sollevato.
Ottimo direi, allora abbiamo un accordo. Non voglio pensare alle conseguenze di un secondo rifiuto, ma l'importante è la sostanza. A fronte della natura di questa nuova... intesa, penso di poter affermare non serva darne notifica a terzi. Qualora si rendesse necessario sarà mia premura informare direttamente il mio successore. Credo sia tutto, Dorian. Del resto, è vero, per quanto possa sembrare un 'blasone' inutile, è anche bene ricordare che il nostro sia un Regno, e non una delle tante umili e decadute repubblichette che vanagloriose languono oltre Manica.
Era finita?
Forse inaspettatamente, forse era ormai il momento, il Vecchio si alzò. Per una volta la pesante poltrona scivolò all'indietro senza problemi, il gioco era ormai fatto. Tutto sarebbe seguito, nei binari prestabiliti, con efficienza elvetica. Il gioco era riuscito, aveva strappato una netta vittoria, che presto avrebbe dato i suoi frutti. Frutti di cui nessuno si sarebbe potuto accorgere, ma che erano comunque destinati ad avere il loro ruolo negli equilibri dei mesi a venire. Se il Ministero avesse davvero agito, e non era scontato, una tela era già stata tessuta, sarebbe stato più semplice proseguire lungo la strada tracciata. Se il Ministero non avesse agito, come in fondo era pur comunque possibile, aveva comunque guadagnato qualcosa.
Una mano tesa, a mezz'aria, sopra la scrivania, ancora rigorosamente nel mezzo.
Un sorriso decisamente soddisfatto.
Professor Midnight, complimenti.
Lei è il nuovo Vicepreside di questa scuola.
E sì... immagino sia tutto per questa sera.
Infine era fatta.
I giochi erano ormai finiti.
Restava solo cenere, e l'eco di un botto.
Le Polveri avevano raggiunto tutti i loro obiettivi.