A moment of rest, Privata

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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 2/6/2018, 18:12






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


aUZrleb

La guardava con estrema attenzione. Quei capelli rossi attiravano il suo sguardo. Mai avrebbe pensato di trovare qualcuna con i capelli più rossi di quelli di Clarissa. Eppure era così, i capelli di Jolen ardevano come delle fiamme in un caminetto. I suoi occhi chiarissimi, più vicini alle tonalità del ghiaccio, era catturati da qualcosa che sembrava esserne l'antagonista perfetto.
Sì, era vero, non era mai stato il tipico studente da infermeria. Più riusciva a restarne lontano e meglio era. Ma nessuno gli avrebbe vietato di andarci con le sue gambe e senza accostare la sua presenza a dei motivi di salute. Non aveva bisogno di nascondersi dietro ad un dito, non l'aveva mai fatto. Avrebbe bussato a quella porta con l'unica intenzione di salutare una persona che conosceva. Punto e fine del discorso.

«Qualsiasi cosa tu sia stato… o sia per la tua famiglia, in te c'è molto di più. Credimi.»
I suoi occhi si immobilizzarono quasi increduli davanti a quelle parole. Erano delle belle parole, sincere, totalmente spontanee. Parole che uno come lui non era capace di dire. Non c'era compassione, ma solo un disegno di quello che lei vedeva. Non era certo che Jolen non la provasse, ma sapeva solo che sua madre lo puniva, non come lo puniva. Quella era tutta un'altra storia. Elijah non voleva la compassione, voleva solo un eventuale sostegno silenzioso, fatto di sguardi e gesti. Erano quelle le cose che lo appagavano davvero. Non sopportava frasi come "Non preoccuparti, ci sono io", l'avevano sempre fatto infuriare. Non lo vedeva con un vero sostegno, ma solo come un modo di sminuirlo. Come dire, piccolo sciocco, tu non sei in grado quindi appoggiati a chi è in grado di sostenerti.
Le parole della rossa lo colpirono molto, quel "in te c'è molto di più" voleva dire che lui era in grado di camminare sui suoi piedi sempre e comunque. Ad uno orgoglioso come lui non serviva sentire altro, soprattutto se detto da una ragazza. Certo, poteva voler dire tantissime cose, ma per il momento andava benissimo l'interpretazione che il Serpeverde aveva appena dato.
- Cosa pensi ci sia in me? - non avrebbe dovuto chiederlo e, davvero, non voleva, ma la sua curiosità era partita a briglia sciolta senza nemmeno rendersi conto che alle sue spalle ci fosse un fantino. Lei aveva però una cosa che incuriosiva lui - In te c'è gioia di vivere, salta all'occhio...al mio, almeno - e Elijah ne era completamente sprovvisto, qualcuno lassù si era dimenticato di dargli il biglietto d'ingresso. Quella zona dell'anima gli era completamente sconosciuta, almeno lo era stata fino a quel momento. Nonostante il bambino ed il ragazzino che era stato non avessero avuto il piacere di assaporare quell'emozione, Elijah si chiedeva se questo privilegio fosse vietato per principio anche al giovane uomo che era in lui. C'era una possibilità di essere felice? Non voleva avere sempre il sorriso stampato sul volto, gli sarebbe bastato una piccola stanza delle meraviglie. Una volta lì dentro, tutti gli orrori della sua vita sarebbe rimasti chiusi fuori e il Serpeverde avrebbe avuto i suoi momenti felici. Non sarebbe stata una condizione duratura, era impossibile per lui, ma una boccata d'aria.

- Credo contenga l'ormone della felicità - fu la sua risposta illuminata sulla cioccolata - ma credo che tu ne sappia più di me sull'argomento. Sì, insomma, ho letto qualcosa del genere, ma ora non ricordo dove.
La cioccolata sapeva essere molto spesso la cura a tutti i mali, ma non era la soluzione. La domanda vera era se ci fosse la soluzione. Fino a quel momento lui ci si era tuffato dentro, ma non poteva essere quella l'unica via. Si rifiutava di crederlo.
- Ci sono altri rifugi? Io non ne conosco nessuno. Tu, Miss? - Infilò il cucchiaino in quella cremosità oscura, girandolo pazientemente varie volte in senso antiorario, come faceva sempre. Gli ultimi vapori del cioccolato salirono verso l'alto, anche se non erano più visibili ad occhio nudo. Elijah ne avvertiva la presenza sulle dita mentre muoveva il cucchiaino. Non sopportava che si formasse quel velo più asciutto nella tazza, ragion per cui la mescolava in continuazione, con una cura quasi ossessiva.

Purtroppo o per fortuna, il discorso tornò sui gatti e il Serpeverde fece un sorriso lieve. Allungò la mano verso Stefan, grattandolo tra le orecchie, ma - soprattutto - afferrandolo prima che andasse a pulirsi il muso sui suoi pantaloni scuri.
- Non ti azzardare - lo fissò dritto negli occhi di un verde abbagliante. Il gatto rispose con lieve miagolio di protesta, ma cominciò un'accurata pulizia.
- L'ho preso quando sono andato ad Hogwarts il primo anno. Ho anche un piccolo gufo, una gatta e un serpente - e dopo quella dichiarazione solenne, probabilmente Jolen avrebbe levato le tende con tante scuse.
Se invece fosse rimasta? Bella domanda. Presto avrebbe avuto la sua risposta.



 
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view post Posted on 8/6/2018, 18:05
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Jolene


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☇ Età: 20 | ☇ Strega Adulta

Se c'è qualcosa che non cessa mai di stupire, quella è la schiettezza: tendiamo a covare i nostri pensieri in segreto, come nella convinzione di essere gli unici a dover affrontare prove sconosciute al resto dell'umanità. Sopravvalutiamo volontariamente la nostra originalità, ritenendoci incomprensibili mentre, se solo accettassimo il rischio di esporci, scopriremmo di non essere così soli come immaginavamo.
Per Jolene la via della schiettezza era scontata, ma aveva ormai capito che altri preferivano nascondersi dietro a maschere inespressive: ecco perché la domanda di Elijah, così diretta e priva della mediazione dei normali meccanismi di difesa, la stupì e la riscaldò in un dolce sorriso. Ascoltò attentamente l'impressione che aveva prodotto su di lui, e le sembrò così bella che sarebbe stato un peccato distruggerla. Tuttavia, in nome della stessa sincerità sopracitata, non avrebbe potuto farne a meno.
«Ti ringrazio, ma temo di doverti, almeno in parte, contraddire. Credo sia più corretto parlare di aspirazione a vivere.» Una breve pausa in cui aggrottò le sopracciglia, nel tentativo di trovare le parole più adatte. «E' come se fossi racchiusa in una bolla di sapone: leggera, fluttuante, sospesa da qualche parte sopra al mondo autentico.» I denti cominciarono a tormentare il labbro superiore nel tentativo di tacere, di mantenere ancora il loro segreto inconfessabile. Jolene dovette fare uno sforzo per proseguire, mentre le mani, che avevano racchiuso per un momento il suo mondo sferico, si staccarono e sparirono sotto al piano del tavolo. «Tu, al contrario, sei stato colpito da aspetti della vita così forti da lasciare un segno indelebile.»
Elijah era interamente sommerso nel mondo che Jolene poteva solo ammirare: passioni violente e sofferenze dal gusto tragico contrapposte a serena contemplazione e armoniosa staticità. Attraverso i colori sfuggenti della sua bolla di sapone, la giovane provava ammirazione, desiderio e una punta di invidia, chiedendosi per quale motivo non fosse in grado di far esplodere quel mondo di cristallo.
«Secondo la mia impressione, Elijah, sei autenticamente vivo. Per il semplice fatto di poterlo sopportare possiedi una forza che io mi permetto solo di immaginare. Hai idea di quanto sia eccezionale accettare la realtà, farci i conti con tanta schiettezza da poterlo condividere con un'estranea?» Scosse la testa. «Scusa, sto diventando sentimentale, vero?» Una risata come un sospiro, il tentativo di allentare la tensione che si era venuta a creare, di ristabilire una sorta di equilibrio.
La conversazione si spostò su argomenti più leggeri, per qualche battuta, mentre iniziavano a lavorare sulla cioccolata.
«Serotonina.» Mormorò meccanicamente, in riferimento al cosiddetto “ormone della felicità”, che Oscar aveva visto bene di nominarle ogni volta che la vedeva mangiare del cioccolato fino a quando non le era entrato in testa. La sua mente pullulava di quelle strane parole chiave, le formule magiche della chimica e della biologia. Venivano richiamate all'ordine, immancabilmente, ogni volta che le circostanze esterne lo suggerivano: un piccolo automatismo, un meccanismo ripetitivo per certi versi simile a quelli che continuava ad osservare in Elijah. La meticolosità con cui rimescolava la cioccolata, come se fosse una complicata pozione, era l'ennesimo piccolo gesto familiare di cui sembrava nutrirsi continuamente. Chissà quanti altri possedeva.
Non ebbe bisogno di riflettere prima di dire la sua sui rifugi.
«Oh, non credo che ci sia da cercare tanto lontano. Il mondo intero è un rifugio, è così vasto che ti ci puoi smarrire dentro completamente, senza che rimanga alcuna traccia dei tuoi contorni. Una liberazione, se sono una gabbia.» Si rese conto di star parlando per enigmi: la sua frase avrebbe potuto significare il Tutto come il Nulla, quindi decise di dare qualche indicazione più precisa. «Mi riferisco allo studio: è sempre stato il mio modo preferito di annullarmi. Non parlo necessariamente di materie scolastiche, ma di qualsiasi cosa ti possa interessare.»
Era nello studio dell'Altro che Jolene aveva percepito la Bellezza. Si trattava di concetti difficili da esprimere a parole, specialmente se non sapeva quanto la sensibilità dell'altra persona fosse incline a comprendere. Ecco perché lasciò cadere il discorso, aspettando eventuali commenti o domande di Elijah, nel caso in cui si fosse interessato.
Nel frattempo, il livello della cioccolata scendeva regolarmente, tra una cucchiaiata e l'altra.
«Affascinanti predatori. Non vorrei essere nei panni dei tuoi compagni di dormitorio, non riuscirei a dormire sonni tranquilli in presenza di un serpente.» Disse con una risata.
Infine posò il proprio cucchiaino, soddisfatta della cena: era rimasto ancora uno strato di amaro cacao che cedette ad Elijah.




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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 10/6/2018, 15:46






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


aUZrleb

Elijah la studiava in ogni minimo gesto, come se ci si fosse qualcosa in lei che gli fosse sfuggito. La cosa curiosa era che più la studiava e più era desideroso di scoprire altro. Jolene era così distante da lui che non riusciva a capire come riuscissero a stare seduti a quel tavolo e trovarsi d'accordo, non riusciva a spiegarselo. Questo non voleva dire che rinunciava a capire, anche se - forse - una parte di lui era già sulla buona strada. Il punto non era l'anima da cui si partiva, ma dove poi quell'anima si orientava. Forse non era camminare a fianco la chiave giusta, ma era trovarsi a metà strada, nel deprecabile grigio di confine. Ma era davvero così da disprezzare quel grigio? E' possibile cambiare idea su alcune cose?
In quel momento gli rivenne in mente una frase del Cappello Parlante il giorno del suo Smistamento. Credeva di averla dimenticata, ma forse non l'aveva mai considerata davvero.

"La vita scorre, porta consigli,
ciò che oggi snobbi domani ti pigli"


Aveva mentalmente riso a quelle parole e poi le aveva cancellate. Era vero, era tutto vero, il Cappello aveva ragione. Mai avrebbe pensato una cosa del genere, eppure era realtà. Nel corso degli anni trascorsi aveva sempre creduto che uno come lui fosse naturalmente portato a condividere le sue esperienze solo con cui viveva quella stessa oscurità. Per quel motivo aveva sempre rifiutato contatti con persone diverse da lui. Aveva sempre evitato persone come Jolene ed ora invece si rendeva conto che non gli dispiaceva così tanto. Il fatto era che gli sarebbe piaciuto molto sorridere, ma non ne era capace, non sapeva da dove cominciare. Per Elijah era tutto totalmente innaturale.
Quando lei riprese a parlare, il Serpeverde le prestò la massima attenzione. No, non si sentiva vivo, semplicemente viveva. Il motore dentro di lui funzionava bene, ma era la benzina che era totalmete sbagliata. Una cosa decisamente assurda. Fece un sorriso leggero quando immaginò Jolene dondolare nell'aria chiusa nella sua bolla di sapone che rifletteva magicamente tutti i colori dell'iride, bolla che diventava sempre più splendente ogni minuto che passava. Sembrava così fragile, un qualcosa che non può darti sicurezza alcuna, eppure era in grado di creare una Magia così potente che nemmeno uno con la classe Master avrebbe potuto vincerla.
- Per quel che mi riguarda il discorso è abbastanza articolato. Diciamo che non è quel tipo di discorso che si fa davanti ad una cioccolata...è più da bicchiere di vino.
Il vino rendeva certe parole più digeribili e aiutava a farle scendere lentamente e senza danni. Non era quello però il momento di dar fuoco alle polveri. Non era proprio il caso di accendere la sua Santa Barbara così senza avvisare.
-Non ho difficoltà a vederti in quella bolla di sapone. Mi piacerebbe farci un giro con te e guardare il mondo senza toccarlo, almeno per una volta. Pensi che sia possibile, magari sabato pomeriggio?
Il problema era che voleva capire da dove veniva tutta quella voglia di vivere e volare che era dentro di lei e quella cena non era stata sufficiente. Elijah voleva andare a fondo, doveva capire.
-Non sei sentimentale...o meglio, si lo sei, ma nel modo giusto, credo - riguardo ai sentimenti lui non sapeva proprio che dire. Non era nemmeno certo di sapere cosa volesse dire davvero "essere un sentimentale". Da quello che vedeva in lei, lo era ma non in un modo che risultasse fastidioso, quindi lo era in un modo giusto.
Continuava a girare il cioccolato, smettendo solo quando sollevava il cucchiaino per prenderne un po'. Stava cominciando a freddarsi, ma gli piaceva anche così. Non sapeva che marca usassero al Paiolo Magico, ma poteva affermare che si trattava di un prodotto di ottima qualità.

La mente di Elijah stava cercando un ponte tra due mondi tanto diversi, e quello venne fuori da solo senza nemmeno essere chiamato. Amava lo studio, i libri e li considerava un rifugio, esattamente quello che erano sempre stato per lui. Se si fossero addormentati e avessero fatto lo stesso sogno, era lì che si sarebbero incontrati, mentre aprivano un libro.
Una ragazza che amava i libri alla follia come lui, una ragazza che li utilizzava per sparire dal mondo, per viaggiare lontano. Non ne aveva mai conosciuta nessuna, a parte sua sorella Sarah e la cosa lo lasciò senza parole. Rimase a guardarla senza dire nulla. Era troppo impegnato a far incastrare le parole di lei, nella parte bella della sua mente e a farle brillare.
- I libri e lo studio sono la cosa più bella che possa esistere. Sono tutto il mondo, tutto quello che è vicino e lontano da noi. Per me studiare è una priorità assoluta e leggere è una delizia. A scuola ci sono dei posti meravigliosi per leggere
I suoi occhi chiarissimi la fissavano. Non sarebbe mai riuscito ad esternarlo, ma in quello sguardo c'era un entusiasmo incontenibile.
- Ogni volta che voglio sparire dal mondo e che voglio che il mondo svanisca allora apro un libro. Non importa di cosa parli, l'importante è leggere e scoprire cose nuove, non credi?
Fece un sorriso leggero mentre non smetteva di guardarla.
- Adoro i saggi storici, sono la mia passione, ma credo di aver letto libri di ogni tipo, anche quelli babbani, soprattutto quelli fantasy.
Al discorso sui serpenti, Elijah sollevò leggermente un sopracciglio. Scosse la testa e sorrise - Theo sta in una teca, non lo lascio libero nella stanza.
Portò la mano sul mento e strofinò più volte la barba - Non so nemmeno se Colin si è accorto che ho un serpente, non mi ha mai detto nulla - si strinse nelle spalle e infilò la mano in tasca alla ricerca del portafoglio - lo libero solo quando sono da solo e qualche volta lo porto in giardino, ma è molto docile te lo posso assicurare, non è aggressivo e nemmeno velenoso.
Appoggiò sul tavolo i contanti richiesti e tornò a guardare Jolene - Ti stupiresti nello scoprire quanto possa piacerci ciò che non abbiamo mai visto in senso positivo.
Quella cena era stata una vera rivelazione, almeno per lui.




 
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view post Posted on 13/6/2018, 20:01
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Jolene


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☇ Età: 20 | ☇ Strega Adulta

«Pensi sia possibile, magari sabato pomeriggio?»
Gli angoli delle labbra della ragazza si sollevarono naturalmente: certo che sarebbe stato possibile. I frammenti di quella nuova conoscenza lasciavano intuire la complessità di un mosaico alquanto interessante, che le sarebbe piaciuto scoprire tassello dopo tassello. Era innegabile una certa sintonia tra loro: non si trattava della classica familiarità di chi sa di avere molto in comune, di chi vede nell'altro l'immagine di se stesso. Somigliava di più al fascino cauto di fronte a una realtà nuova, mentre si cercano punti di contatto tra due mondi apparentemente opposti.
«Sabato sarebbe perfetto.» Cercò di immaginarsi l'incontro: gli stessi personaggi, un ambiente diverso. Quale sfondo scegliere per quei due Maghi tanto curiosi?
D'un tratto il volto le si illuminò, il pallore riscaldato dalla luce soffusa delle fiamme guizzanti, un velo appena accennato di colore sulle guance.
«Hai mai pattinato sul ghiaccio?» Non gli lasciò il tempo di rispondere, tanto le parole premevano per venire pronunciate in un trillo cristallino. «Sembra un po' bizzarro in questa stagione, ma ci sono strutture che offrono il servizio anche per tutta l'estate. Ho sentito dire che ne vale la pena: tra sole e ghiaccio, un equilibrio perfetto di gelo e calore.»
Per la verità, non aveva sentito un bel niente: l'idea del pattinaggio aveva iniziato a ronzarle per la testa appena qualche giorno addietro, dopo essersi imbattuta in un cartello pubblicitario che decantava le lodi di un cosiddetto “Ice Palace”, pronto ad accogliere gli amanti dello sport invernale anche nella stagione rovente. L'immagine l'aveva immediatamente colpita – a onor del vero, aveva sfiorato l'accezione letterale del termine, distratta com'era da altri pensieri leggeri come farfalle -, tanto che vi era ritornata più e più volte. Era arrivata a sentire sulla sua stessa pelle la comunione di caldo e freddo che aveva tentato di descrivere ad Elijah, quindi fu con la convinzione di affermare un fatto empirico che espresse quella sua immaginazione.
«Che ne dici? Naturalmente, se non hai già qualche altra idea in mente.» Il suo sguardo lo pregava di accettare, di accogliere con altrettanto entusiasmo quella proposta che a lei sembrava semplicemente meravigliosa. Non aveva mai messo piede sul ghiaccio, fatto che rendeva la prospettiva ancora più allettante. Sarebbe stato un nuovo modo di conoscere l'altro, di tutt'altra natura rispetto a una chiacchierata di fronte alla cena, ma non meno interessante.
L'entusiasmo della rossa esplose, definitivamente fiammante, di fronte alla rivelazione della passione che li accomunava. Si raddrizzò sulla sedia, una nuova scintilla accesa negli occhi: per la prima volta, riconosceva se stessa nell'altro.
«Mi hai tolto le parole di bocca.» Era raggiante, ogni imbarazzo o riserva completamente dimenticati. «Sono cresciuta in mezzo ai libri, li ho sempre prediletti al mondo di cui parlavano. Buffo, no? Non disdegno nessun genere, dalla narrativa alla saggistica, a “Storia di Hogwarts” di Bathilda Bath. Lo hai letto? E' un classico per qualsiasi studente della Scuola che voglia realmente informarsi sul Castello.»
Ora che avevano scoperto questo punto di contatto, Jolene avrebbe potuto rimanere a quel tavolo per tutta la notte. I piatti vuoti, però, lanciavano il messaggio che ormai era ora di prepararsi a separarsi.
Il discorso sul serpente non la convinse del tutto.
«Ti sei mai ricreduto?» Domandò, assumendo volutamente un'aria ingenua.
Infine, vedendo che posava il conto sul tavolo, volle esprimergli la propria gratitudine ancora una volta.
«Ti ringrazio per la cena deliziosa e per l'inaspettata compagnia, ancora più gradevole. La prossima volta sarà io ad avere il piacere di offrire.»



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Elijah Matthew Sullivan
view post Posted on 16/6/2018, 18:31






Elijah Sullivan


🐍17 Anni 🐍 3° Anno 🐍 Serpeverde 🐍


aUZrleb

La sua curiosità nei confronti di quella ragazza era incontenibile, qualcosa che non riusciva a spiegare. Era per quello che voleva capire, andare a fondo. Era una realtà così opposta alla sua che aveva una difficoltà tremenda ad incastrarsi nelle esternazioni di Jolene. Per lui era come atterrare su un pianeta abitato da alieni, non sapeva da dove cominciare. Che lingua doveva parlare per farsi capire? Era il caso di esprimersi a gesti per andare sul sicuro?
L'entusiasmo di lei lo travolse come una slavina. Quel sorriso così potente che era in grado di abbattere un muro spesso dieci metri.
Quella richiesta lo spiazzò. Dove voleva andare? A patti-cosa?
Elijah non era mai andato a pattinare in tutta la sua vita e quel pensiero non lo aveva mai sfiorato. Mai e poi mai si sarebbe messo, volontariamente, in equilibrio su quei due cosi infernali.
Più Jolene parlava, più gli occhi di Elijah divennero enormi. Era lo stupore? Lo spavento ? O la consapevolezza che non sarebbe stato in grado di reagire?
- Vada per il pattinaggio - si ritrovò a dire senza nemmeno rendersene conto. Cosaaaaaa? Aveva acconsentito a quella cosa folle e …
Un attimo, la domanda era un'altra: perché l'aveva fatto ?? Perché??
Voleva davvero andare a pattinare? La risposta era … boh !!!
Non avrebbe mai accettato un invito del genere, ma tutto quello che si era da poco lasciato alle spalle era un'altra vita. No, era la vita di un altro ragazzo.
Elijah non era cambiato, le sue idee erano quelle. Sí, lo erano ancora almeno fino a quel momento. Quello che era cambiato era il fatto che non volesse piú precludersi nulla con l'idea che lui non fosse nato per quello. Non doveva essere perfetto, nessuno glielo aveva mai chiesto e non lo voleva. Lui voleva solo trovare la sua isola felice dove dimenticare, anche per poco, le miserie della sua vita. Non voleva niente di assurdo, ma solo qualcosa di vero.
«Ti sei mai ricreduto?»
Il ragazzo fece un sorriso ed annui. Un movimento appena accennato apparve sulle sue labbra.
- Tu non immagini nemmeno quanto volte sia successo.
Era innegabile che ultimamente avesse fatto piú cambi di rotta che linee rette, ma quelle virate erano state importanti. Il Serpeverde era consapevole che aveva fatto benissimo e la cosa lo faceva sentire bene. Cambiare idea su alcune cose non voleva dire snaturare la propria essenza, ma solo capire cosa fosse meglio per lui.
Si alzò in piedi, muovendo leggermente la sedia che occupava.
Elijah si avvicinò a Jolene e fece quello che sua madre avrebbe preteso fin dal primo istante. La mano destra prese delicatamente quella della ragazza dai capelli rossi. Un inchino ed un veloce baciamano, sfiorando appena il dorso della mano di Jolene.
- Ci vediamo sabato alla pista, Miss. É stato un piacere ed un onore. - si sollevò e, dopo aver posizionato Stefan sulla spalla, lasciò il Paiolo Magico.


 
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19 replies since 8/5/2018, 19:15   525 views
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