All we know., Privata

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view post Posted on 6/2/2018, 22:38
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Secondo Anno

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Purtroppo non sono un bravo insegnante.
Insegnarle il tedesco? L'idea era talmente stuzzicante che Wolf faticava a trattenere un sorriso divertito: se si impegnava poteva immaginarsi come le lezioni avrebbero potuto svolgersi, centinaia di momenti da trascorrere insieme. Era un'idea allettante, eppure sapeva che non avrebbe potuta aiutarla.
Mi sarebbe difficile: in casa mia nessuno parla tedesco, non con me almeno. Neppure io lo conosco, so solo qualche parola.
Chissà per quale motivo riusciva ad essere completamente sincero con Megan: con lei riusciva a parlare della sua famiglia, un argomento che solitamente evitava con chiunque altro. Lei, d'altra parte, sembrava davvero interessata a sentirlo parlare: cosa risponderle?
Con un sospiro, Wolf chiuse gli occhi, raffigurandosi nella mente l'immagine della zia, intenta a cucire. E cantare.

Forse sentirla cantare era l'unico momento in cui mi sembrava una persona reale. E non sto esagerando.
L'unico momento in cui si sentiva circondato da persone e non da semplici manichini, impegnati a recitare un ruolo che non avevano mai desiderato: una famiglia, questo sarebbero dovuto essere. Un gruppo di estranei che dividevano la medesima casa, questo era quello che effettivamente erano.
Andarmene? Non ho intenzione di lasciare Hogwarts: e per fare che?
Vivere come un comune Babbano? Diventare come ogni singolo membro della sua cosiddetta famiglia? No, grazie, meglio la morte.
Non so quale sia il problema di mio padre: per saperlo dovrei riuscire a parlarci, ma è praticamente impossibile.
Non riusciva a reggere il suo sguardo, odiava parlare di quello, ma aveva promesso a Megan di essere sincero con lei: solo che non aveva idea di quanto potesse costare la sincerità. Un prezzo troppo alto, le sue difese.
Mi sembra di star affrontando un interrogatorio: che ne dici di ricambiare il favore?
Che ne dici di parlarmi di te? Di aprirti ed abbassare le difese, esattamente come sto facendo io? Che ne dici di lasciarmi entrare?
Ti fidi di me?
 
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view post Posted on 7/2/2018, 11:45
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Ocean eyes.

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Lo sguardo di Megan si spense in un istante quando Wolfgang pronunciò le sue ultime parole. Non doveva stupirsi d’altronde, era stata lei stessa a volerlo, e accettare tutto ciò che avrebbero portato le sue azioni restava una cosa da fare, inevitabile. Seppur consapevole, un velo di dispiacere si accese in volto, un velo che cercò di mascherare con un mezzo sorriso, inutile.

«Hai ragione.» ammise con sconforto.
Un attimo di silenzio si fece spazio tra le due figure, andando a toccare i loro pensieri più profondi, un silenzio necessario almeno per la giovane Corvonero che, presa coscienza e coraggio, tornò a fissare gli occhi del Serpeverde.
Cosa avrebbe potuto dirgli? Quanto la sua vita famigliare fosse bella e quanto i suoi genitori l’amassero? E poi? Si sentiva totalmente fuori luogo in quel momento, totalmente priva di ogni possibile via d’uscita, poteva sentire l’aria uscire e rientrare a fatica ed un peso tornarle a premere lo stomaco. L’agitazione tornò a farsi largo nel suo esile corpo, e la calma, di cui aveva potuto godere solo per qualche minuto, come era giunta andò via.
«Cosa vuoi che ti dica? La mia vita, fuori da qui, scorre perfetta. Puoi iniziare tu a fare l’interrogatorio se vuoi. Sono tutt’orecchie.» allargò le braccia invitandolo a farsi avanti. Taglienti e provocatorie le parole uscirono fuori senza alcuna difficoltà. Se c’era una cosa che non riusciva a fare era tacere, era più forte di lei. Non voleva sembrare scortese con lui, ma quel lato inevitabilmente usciva fuori.
Tuttavia, parlare della sua famiglia non lo trovava difficile, lo trovava semplicemente noioso: una normale famiglia di maghi, perfetta in tutto. Nonostante ciò, molte volte Megan si era chiesta se tutta quella perfezione fosse oggetto occulto di chissà quale mistero; non poteva esistere una famiglia dove non nascevano problemi, per quanto perfetta poteva essere. Eppure, anche se aveva mille pensieri, evitava di prenderli in considerazione; si adattava a quanto le accadeva intorno senza andare oltre, rimanendo in balia delle solite domande: come mai i suoi genitori viaggiavano tanto? Come mai non era a conoscenza del loro lavoro? Forse era stata proprio la sua consapevolezza, la sua sicurezza nel credere che qualcosa sotto c’era, ad averla sempre spinta a tacere. Dopotutto, perché rovinare tutto per delle domande? Paura, si trattava solo di quello. Paura che il muro portante crollasse improvvisamente, paura di poter rimanere sola senza nessuno vicino. D’altra parte, però, rimaneva la speranza che fossero solo brutti pensieri e basta.

Megan allontanò lo sguardo da Wolfgang, volgendolo verso la fitta pioggia che scendeva sopra di loro. Desiderava poter immergersi sotto quel temporale, sentire le gocce scorrerle lungo il viso, sentire quel senso di libertà dove ogni pensiero veniva lavato via.
Allungò il braccio destro, ruotando il palmo verso l’alto: sentì le gocce gelide bagnarle la pelle dura ed un brivido freddo percorrerle l’intera epidermide; rabbrividì e chiuse gli occhi godendosi il momento, in attesa di chissà quale inatteso proseguimento.



 
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view post Posted on 8/2/2018, 21:17
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Secondo Anno

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Wolf se ne accorse all'istante, riuscì a cogliere il momento esatto in cui il suo sguardo si spense e qualcosa sembrò cristallizzarsi tra di loro. Le parole di Megan furono come una coltellata: non pensava di aver chiesto qualcosa così devastante, ma, dopotutto, avrebbe fatto meglio a ricordarsi che chiunque poteva avere i propri demoni.
Megan gli aveva dato ragione, ma avrebbe preferito che lei non l'avesse fatto: non voleva procurarle altra sofferenza, non voleva vederla soffrire. Eppure quelle due parole erano talmente cariche di tristezza, che per un momento si pentì di averle fatto quella domanda: quel rimpianto durò qualche secondo appena, giusto il tempo di sentirla rispondere.

Liebe, ora voglio che mi ascolti bene: non devi scusarti mai per situazioni di cui non hai colpa.
Chiedere perdono era un modo come un altro per affermare la superiorità di un eventuale interlocutore - qualcosa di talmente alieno che non riusciva neppure ad immaginarselo.
Se devo essere totalmente onesto, per me dovresti evitare di scusarti in generale: non hai nulla di cui rimproverarti.
Wolf osservò Megan distogliere lo sguardo, fissarlo sul paesaggio nascosto dalla pioggia fitta che, implacabile, continuava a scendere: a cosa stava pensando? Perché non voleva parlargli?
Non un interrogatorio, non è quello ciò che voglio, sussurrò con tono ben diverso da quello utilizzato precedentemente, Vorrei solo sapere qualcos'altro di te.
 
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view post Posted on 12/2/2018, 15:51
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Ocean eyes.

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Un sospiro accompagnò lo sguardo della Corvonero, che tornò a fissare gli occhi ghiaccio di Wolfgang. Portando il braccio lungo il fianco destro e lasciando che la mano bagnata toccasse la fredda pietra, Megan poggiò le spalle contro il muro palesando in volto un sorriso forzato. Voleva in qualche modo essergli grata delle parole che pochi istanti prima aveva pronunciato, ma la delusione di essere passata per quella che voleva fare una sorta di interrogatorio, le creava un senso di angoscia.
«Neanche io avevo l’intenzione di farti un interrogatorio Wolf, volevo solamente conoscere meglio la tua storia; conoscere meglio te e basta. Che tu ti sia sentito sotto sentenza mi spiace...»
Un atto di sincerità, un modo per fargli capire, nuovamente, che quella frase non era stata accolta positivamente.
«...ad ogni modo di me sai praticamente tutto: sai della mia famiglia, sai che sono persone a cui darei tutto, a cui devo tutto. 
Uhm, poi fammi pensare… ah, sai anche che ho viaggiato e che potrei tornarti utile come guida a Berlino, per non parlarne del fatto che abito a qualche chilometro di distanza da te…»
Gli angoli della bocca tornarono a curvarsi in un sorriso divertito da quel ricordo. Londra quel giorno le era sembrata più bella del solito, doveva rendergliene atto.
«...forse l’unica cosa che non sai è che lavoro facciano, ma tranquillo non lo so nemmeno io.»
Ammise senza alcuna remora, poi tirò il corpo in avanti tornando ad abbracciare le ginocchia. La sincerità non doveva mai mancare, era la parte fondamentale di qualsiasi rapporto, la parte principale per iniziare un qualcosa.

Megan non sapeva se Wolfgang avrebbe apprezzato il suo modo di fare, ma era sicura che qualora non fosse stato così, se ne sarebbe fatta una ragione nonostante il dolore che avrebbe potuto provocarle quella possibilità.

«Comunque, se posso permettermi, parlare sarebbe la cosa migliore non credi? Magari avrai le tue risposte una volta per tutte.» concluse, poi tornò a sorridergli. Un sorriso rassicurante, che colorò le sue gote calde di un rosso sbiadito.

Ancora una volta portò il discorso su di lui, le interessava davvero avere delle risposte e capire cosa si nascondesse dietro a quegli occhi tormentati. In cuor suo sperava che tutto questo non venisse nuovamente travisato, che Wolfgang capisse l’interesse sincero che si celava dietro quelle parole.


 
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view post Posted on 12/3/2018, 22:13
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Secondo Anno

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C'era qualcosa di profondamente sbagliato nel vedere il volto di Megan distorcersi in un sorriso forzato e il pensiero di averglielo provocato gli provocò una fitta nello stomaco: tra quel sorriso e il discorso che lei gli aveva fatto prima c'era da chiedersi sinceramente se lui stesse rovinando qualcosa di bello, se lui stesse rovinando Megan.
Mi credi se ti dico che non era mia intenzione di accusarti di alcunché, ma semplicemente di distogliere l'attenzione da me?
Se voleva che quella conversazione proseguisse nel migliore dei modi, se non voleva rovinare quella situazione estremamente fragile che si era creata tra di loro doveva essere sincero con lei, completamente sincero.
Non so se lo hai notato, ma non sono poi così bravo a parlare di me.
Sentirla rivivere quella giornata passata insieme a Londra era quasi malinconico, sembrava passata una vita intera e non solo pochi mesi: per la prima volta, Wolf poteva ammettere di aspettare le vacanze estive - voleva passare altro tempo insieme a lei, voleva rivivere un altro giorno perfetto.
Perfetto, come perfetta sembrava la vita di Megan: era quasi invidiabile, lui non aveva idea di cosa volesse dire sacrificarsi per un'altra persona.

Hai mai provato a chiederglielo?
Non riusciva a trattenere la propria curiosità dopotutto: come si faceva a non sapere il lavoro dei propri genitori? Oh, beh, ma che cosa voleva saperne lui, che neppure sapeva che faccia o nome avesse la donna che lo aveva messo al mondo? Di lei non aveva altro che una fede dorata.
Brutto consiglio, farti parlare con i tuoi genitori quando io non ho intenzione di avere alcun rapporto con il mio.
Sapeva che Megan non aveva altro che il suo interesse in mente, non poteva farle una colpa l'aver girato la conversazione su di lui ancora una volta.
Non mi interessano risposte, vorrei solo che mi lasciasse vivere la mia vita in pace.
 
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view post Posted on 15/3/2018, 02:25
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«Capisco.»
Megan abbassò la testa per qualche istante, non sarebbe andata oltre, non aveva intenzione di rovinare nulla e non in quel momento; non quando avevano appena promesso di ripartire.

«Wolf, abbiamo detto abbastanza...» alzò lo sguardo mostrandogli un sorriso rassicurante «...non voglio forzarti a dire nulla che tu non voglia, le cose verranno da sé. Anzi, non era mia intenzione insistere tanto, ma la curiosità mi gioca brutti scherzi a volte!» sbuffò divertita.

Se quello che cercava era un rapporto stabile, certamente l’impellenza non sarebbe stata sua amica. Per quello che aveva potuto vedere, Wolfgang significava qualcosa per lei anche se le era difficile accettarlo; era troppo abituata a stare sola, a non avere pensieri, a non dipendere da niente e da nessuno. 

Tuttavia, lo stato in cui si trovava non era intenzionato ad abbandonarla, tanto valeva la pena lasciarsi trasportare dall’istinto. La paura di potersi ferire più di quanto non lo fosse già, era tanta; eppure quegli occhi di ghiaccio, per quanto freddi, riuscivano a farle percepire le emozioni muoversi nello stomaco senza alcuna sosta. 
Buttarsi a capofitto? Lo stava già facendo, inconsciamente.

«Ah, e perdonami se non ho risposto alle tue domande, ma ti basta sapere che non glielo chiederò...» un breve sospiro si fece largo tra le parole «…non mi riguarda. » concluse, poi tornò a guardare il cielo. 
Per quanto quelle tre parole potessero sembrare egoiste, rappresentavano il suo pensiero: non voleva scavare affondo, le interessava vivere la sua vita come da sempre era stata abituata a fare.

La pioggia fredda continuava a cadere tirannica, tuoni e lampi erano la cornice, ed il vento iniziava a muoversi spingendola contro i loro corpi.

«Dobbiamo andare o rischieremo di prenderci una polmonite. L’infermeria sembra essere piena in questo periodo, se così dovesse essere bisognerà anche aspettare e non ho pazienza!» alzò le spalle e rise divertita, poi con uno scatto ruotò il corpo verso l’entrata del castello.

«Sai cosa ti dico? Chi arriva prima all’entrata paga una Burrobirra grande…»

Scendendo dal muretto e sentendo la tanto desiderata pioggia scorrerle sull’intero corpo, Megan allargò le braccia e con gli occhi chiusi ed il viso rivolto verso il cielo, sorrise «Wooh, forza Wolf! Non avrai mica paura di bagnarti i capelli?!»
La felicità in quel momento fu decisa, entrò senza alcuna difficoltà andando ad intaccare ogni parte del suo corpo. La sentiva picchiettare dolcemente nella mente, allontanando ogni pensiero negativo. Le bastava guardare il suo volto e i dubbi si ritraevano silenziosi.

 
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view post Posted on 15/3/2018, 22:03
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Secondo Anno

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Per un momento, Wolf temette di aver fatto un passo falso - l'ennesimo quel giorno: la testa abbassata di Megan non gli permetteva di vedere con chiarezza la sua reazione e quell'unica parola non erano esattamente rassicuranti.
Non riusciva neppure a riconoscere sè stesso: da quando aveva così tanti dubbi su di sè, sul proprio comportamento?
Doveva ammettere che, però, Megan sembrava provarci gusto per fargli prendere colpi al cuore: "Wolf, abbiamo già detto abbastanza"? Sembravano le frasi adatte per lasciarlo lì, in quell'angolo dimenticato di Hogwarts, solo il sorriso di lei smorzava quell'impressione.

A questo punto direi che siamo entrambi d'accordo a lasciare le nostre famiglie fuori da...
Come avrebbe potuto definire quello che c'era tra di loro?
... da noi?
Correva troppo, pace: era venuto a quell'incontro con l'intenzione di chiarire il suo pensiero e questo aveva fatto. In maniera precisa o meno, almeno aveva provato.
Non sapeva da quanto tempo si trovassero in quel posto, la pioggia era aumentata e per colpa del vento ormai arrivava a colpire anche loro - pioggia che sembrava infastidire anche Megan che propose, che lo sfidò a rientrare per primo all'entrata.

Paura?
Con uno scatto Wolf, sfruttando gli occhi chiusi della ragazza, andò a frapporsi tra lei e l'ingresso: alzò una mano per seguire con le dita le gocce di pioggia che scorrevano sulla guancia di Megan.
Dovrei avere paura di te?
La pioggia scendeva implacabile su di loro, mentre aspettava una sua reazione con un filo di panico.
Doveva ammetterlo, aveva paura dopotutto.
 
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view post Posted on 16/3/2018, 12:10
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Ferma in quello stato di pace, lasciava che la pioggia continuasse a bagnarle l’intero corpo, ed i battiti lenti del suo cuore risuonavano silenziosi riservando alla calma un posto sicuro. 

Tuttavia, ci fu un istante in cui tutto sembrò fermarsi, un istante in cui riuscì a sentire ogni muscolo del proprio corpo sciogliersi sotto un calore crescente, dove la pace trovata lasciava entrare un fiume di emozioni sovrapposte che non riusciva a contrastare.

Nel momento in cui le dita di Wolfgang sfiorarono il suo viso, delicate, impercettibili, non riuscì che a desiderare quello stato ininterrottamente.

Avvertire nuovamente quel contatto fu per lei una combinazione tra ciò che avrebbe voluto e ciò da cui sarebbe scappata. Non aveva mai lasciato che qualcuno la toccasse, eppure si era lasciata andare con lui. Istinto? Sentimenti? Non riusciva a dare una spiegazione razionale a tutto ciò che le stava accadendo, ma non avrebbe voluto che finisse. 

Si lasciò andare a quel gesto, proprio come poco prima si era fatta cullare dal suo abbraccio, questa volta però le sembrò differente.

Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi abbandonandosi totalmente, poi aprì gli occhi cercando i suoi. La fitta pioggia separava i loro volti vicini e gli sguardi intensi iniziavano a palesare i loro intenti; Megan lo osservava, ora con uno sguardo diverso, delineò il suo mento, le sue labbra ed infine il suo naso poi tornò a guardarlo. Il pensiero era solo uno in quel momento, ma fu abile a fuggire ancora, consapevole di non avere la minima idea di quanto ancora avrebbe resistito.
«Dovresti.» sorrise.

Avrebbe voluto toccarlo, sfiorare anche lei la sua pelle, ma sapeva che, seppur senza aver pronunciato alcuna parola, i suoi occhi avevano detto abbastanza.

«Ricordi? Una Burrobirra grande!» esclamò risvegliando la sua mente, poi lo spinse via per trarre vantaggio.


Il corpo scattò come una molla, i piedi correvano veloci sulla pietra bagnata e gli occhi fissi sull’obiettivo si abbassavano rapidamente per evitare probabili ostacoli: come sempre bramava vittoria.


 
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view post Posted on 19/3/2018, 21:49
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La pioggia scendeva senza incertezze, goccia dopo goccia, a sottolineare lo scorrere del tempo - tempo che sembrava congelato in attesa di una reazione di Megan.
Gli occhi di lei si spalancarono al suo tocco, portandolo in un mondo completamente diverso: un mondo in cui esistevano solamente loro due. Un passo, solo un semplice - difficilissimo - passo e avrebbero accorciato le distanze, un passo che avrebbe cambiato definitivamente la situazione tra di loro. Riusciva a leggerlo nei suoi occhi, esattamente come sapeva che lei avrebbe potuto farlo nei suoi: mai come in quel momento, Wolf si sentiva connesso a lei, completamente in sintonia con lei. Sarebbe bastato un solo passo, ma era scritto neglii occhi di Megan che quello non era né il posto né il momento adatto per un simile cambiamento.

Oh, non preoccuparti: tu mi terrorizzi completamente.
Avrebbe dovuto mantenere un tono ironico, avrebbe dovuto scherzare con lei ancora una volta e mantenere le sue difese ben alzate, ma non ne era stato capace.
Si sentì spintonare all'indietro e per qualche secondo rimase ad osservarla scattare in direzione dell'ingresso, in direzione della vittoria: rimase ad osservarla, prima di scattare al suo inseguimento.
Un passo dietro di lei.


_fin
 
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23 replies since 22/11/2017, 07:41   685 views
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