Date with a Dragon Clouds, Privata.

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view post Posted on 31/8/2017, 18:12
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«Non sei convinta, lo capisco… Forse in mia compagnia vedrai almeno Galway sotto un occhio diverso...» Sorrise nel cercare di rassicurarlo ma i ricordi di Cork erano vivi nella sua mente insieme a quelli di tutti gli altri paesi in cui era stata.
I suoi occhi si fecero vacui per qualche attimo, il ricordo di lei seduta in quel locale che cercava di riprendersi dal viaggio da Limerick, era seduta a parlare con un uomo sulla cinquantina dall'aspetto gentile quando si era improvvisamente sentita male e si era alzata in piedi, ci era voluto un attimo perché il panico regnasse fra i clienti, le avevano permesso di Smaterializzarsi.
«Oh, no, le città erano veramente bellissime ma non ho avuto una belle esperienza. Con te andrà meglio, se sono sicura» spiegò senza aggiungere altro, tornando a guardarlo negli occhi.
«E’ a mezz’ora di cammino da Hogsmeade. E’ una villetta in pietra e legno, con un tranquillo ambiente in mezzo al bosco. Di notte ci sono così tante lucciole che illuminano la zona. Un posto niente male anche se molto solitario. Ma d’altro canto è tipico di me stare da solo. Però, adesso, ho te… E mi basta.» I suoi occhi si illuminarono, forse furono le lucciole o l'immagine che le era saltata in mente, di una casa avvolta da un ambiente magico ma se lo immaginò benissimo, la frase finale non l'aveva minimamente infastidita, anzi, l'aveva tranquillizzata.
«Dev'essere un posto meraviglioso, le lucciole poi, te...» disse facendogli un sorriso leggermente malizioso.
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Aiden Weiss
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A
iden sospirò piano, augurandosi che non fosse un modo per farlo contento. Ci teneva tantissimo che fosse sé stessa, come lui era sé stesso. Ma voleva anche farla ricredere e farle vedere i segreti di Galway.
«Con me sei totalmente al sicuro, te lo garantisco!» la rassicurò, con sguardo serio. Il lato Auror era emerso, ma non era ancora il caso che lo sapesse… per ora.
Il sorriso malizioso di Daphne fu una vera e propria istigazione a scattare in piedi e correre a baciarla, perché un sorriso del genere avrebbe potuto mettere scatenare i peggiori istinti in un uomo, eppure lui era consapevole di doversi contenere.
Mordendosi un labbro per mantenere il controllo, emise un piccolo verso che gli fece vibrare la gabbia toracica (grrr!) e la guardò con lo stesso sguardo biricchino. «Io che sono a spaccare legna a petto nudo?» continuò lui, come se fosse una cosa normale. «Possibile… Probabile...» Assunse un’aria pensosa, passandosi un dito sul mento, ma poi rise con fare divertito e giocherellone.
«Voglio farti vedere una cosa...» disse all’improvviso, cercando di allentare il colletto della camicia per sfilare la catenella argentata con la testa della volpe e l’anello con la testa del lupo di suo padre che tintinnarono tra loro quando gli tirò fuori. «Questo era di mio padre...» Le mostrò l’anello. «E il ciondolo me lo ha lasciato in regalo. L’ultimo regalo che mi ha fatto prima di… beh, prima di essere ucciso...» sospirò tristemente, ripensando a quanto aveva passato anni prima e al dolore che ancora provava. Deglutì a fatica. «E’ tutto ciò che mi è rimasto di lui e non l’ho mai mostrato a nessuno, tranne a te, ora.»
Lo sguardo serio e profondo si scontrò con gli occhi azzurri di lei. Parlarle di suo padre era difficile, ma con lei sapeva di poterlo dire, di potersi confidare e sfogare. Soffriva terribilmente anche dopo sette anni.
«Quello che voglio dirti è… che nessuno mi porterà mai via da te. Te lo prometto.»

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Ridacchiò nel vederlo tentare di trattenersi, non credeva di essere capace di "flirtare", pensava di essere totalmente imbranata in quel campo, era abbastanza sorpresa ma cercò di mostrare sicurezza.
«Io che sono a spaccare legna a petto nudo? Possibile… Probabile...» Scoppiò a ridere nel vederlo passarsi un dito sul mento come se fosse pensieroso.
Sorrise nel veder tirare fuori una catenella con il ciondolo di una volpe e un anello con una testa di lupo «Questo era di mio padre... E il ciondolo me lo ha lasciato in regalo. L’ultimo regalo che mi ha fatto prima di… beh, prima di essere ucciso... E’ tutto ciò che mi è rimasto di lui e non l’ho mai mostrato a nessuno, tranne a te, ora.» Annuì amareggiata nel capire che quelli fossero i ricordi più importanti che suo padre gli avesse lasciato.
«Sono felice che ti fidi di me così tanto da mostrarmelo. Se posso chiedere, sai che significato hanno per caso?» chiese travolta dalla curiosità, era bello che suo padre gli avesse lasciato qualcosa in sua memoria, lei non aveva nulla della sua famiglia.«Quello che voglio dirti è… che nessuno mi porterà mai via da te. Te lo prometto.» Deglutì per poi mordersi il labbro inferiore guardandolo negli occhi.
«Non lo permetterò» disse con sicurezza. Se fosse riuscita a diventare un Auror il suo scopo sarebbe stato proteggere chiunque amasse, ed Aiden era tra quelli, se per colpa sua gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
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Aiden Weiss
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D
aphne aveva una risata meravigliosa e Aiden si crogiolò nell’udirla nuovamente per merito della sua indole da burlone.
Tuttavia, quando le mostrò ciò che era gli era stato lasciato dal padre, Aiden non riuscì a farsi bastare quella magnifica risata di Daphne, anzi, sentiva di aver bisogno di più di una semplice risata, forse di qualche sorriso o carezza, ma non voleva di certo costringerla. Lasciò quindi che fosse lei a decidere.
Con il pollice percorse il profilo dell’anello. «L’anello è la mia eredità, suppongo. Mio fratello Samuel è il primogenito e il Maniero spetta a lui di diritto, eppure sono sicuro che mio fratello Richard mi strapperebbe via questo anello se potesse… Mmm… Comunque questo anello rappresenta l’essenza di ciò che era mio padre in vita. Lui era un Auror, sai? Anche mia madre lo è, ma lui è rimasto ucciso in missione...» spiegò con voce rauca. Si sentiva la gola secca e pregò mentalmente che la cameriera tornasse in fretta con del vino. Si rese poi conto che stava per rivelarle un altro dettaglio importante sul giorno in cui morì suo padre. «E’ morto il giorno del mio compleanno, quindi - beh - mi sembra normale se non lo festeggio più.» Lo disse come se fosse più una giustificazione, come se dirlo a lei significasse vergognarsi del perché non festeggiava il compleanno. Era comunque sensato.
«La volpe, invece… beh, sono io. Il lupo rappresentava l’essenza di mio padre, la volpe rappresenta la mia. Lui lo sapeva, lo ha sempre saputo.» Le sorrise forzatamente, incapace di tornare allo stato precedente, prima di tornare a pensare al padre defunto. Ma quel sorriso mutò in una smorfia alla battuta di lei. «Non mi riferisco solo a chi potrebbe volermi morto, ma al fatto che non ti lascerò mai per un’altra.» Possibile che non l’avesse capito subito?

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Scusa se la risposta potrebbe fare schifo, è la stanchezza.
 
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view post Posted on 1/9/2017, 18:40
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Capiva che parlare della morte potesse fargli male, lei era stata più insensibile perché sapeva che in fondo avrebbe potuto rivedere i suoi genitori se fosse tornata a New Orleans (sempre che fossero ancora lì), lui suo padre non avrebbe più potuto riabbracciarlo, e la cosa la faceva sentire male,
non voleva che lui soffrisse.
«L’anello è la mia eredità, suppongo. Mio fratello Samuel è il primogenito e il Maniero spetta a lui di diritto, eppure sono sicuro che mio fratello Richard mi strapperebbe via questo anello se potesse… Mmm… Comunque questo anello rappresenta l’essenza di ciò che era mio padre in vita. Lui era un Auror, sai? Anche mia madre lo è, ma lui è rimasto ucciso in missione...» Nel sentire che i suoi genitori fossero Auror impallidì, se lei avesse superato il colloquio e lui non lo avesse accettato? Gli prese la mano per confortarlo, per fargli capire che lei c'era.
«Giusto, voi irlandesi, con queste storie dell'eredità al maggiore» disse ruotando gli occhi con tono scherzoso, cercando di smorzare un po' la tristezza del momento. Non voleva apparire indelicata ma non voleva che ci pensasse troppo.
«E’ morto il giorno del mio compleanno, quindi - beh - mi sembra normale se non lo festeggio più.» Annuì. «Allora te lo farò amare di nuovo, il tuo compleanno. Una cosa curiosa sui compleanni... io, mio fratello e mia cugina siamo nati tutti lo stesso giorno, sebbene a un anno di differenza l'uno dall'altro. Il 21 maggio, sono anni che non festeggio» gli raccontò per distrarlo un po'.
«Mi dispiace molto per tuo padre, Aiden, ma credo che tu debba lasciar andare, sarà più facile. E poi volpi e lupi sono dei bei animali, la mia essenza credo sia il panda rosso »pronunciò l'ultima frase in tono scherzoso.
«Non so perché qualcuno vorrebbe vederti morto, mi fido di te, perciò non credo di dovermi preoccupare di un'altra ragazza» disse sicura sorridendo.
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view post Posted on 2/9/2017, 12:55
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Aiden Weiss
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L
a mano di Daphne si era serrata attorno alla sua per confortarlo e questo Aiden lo apprezzò moltissimo, ma il dolore della perdita era ancora troppo vivo in lui, non sapeva con certezza se sarebbe riuscito a far guarire la sua anima da solo. In sette anni di solitudine non era riuscito a scrollarsi di dosso quanto era successo e ciò che aveva visto nel ricordo del fratello di Murtagh Rose, il vecchio collega di suo padre e ora mentore di Aiden, aveva solo che peggiorato la cosa. Nella sua mente riviveva quel ricordo non suo, il rumore del boato che gli faceva vibrare il timpano e accapponare la pelle. Suo padre non era morto in quell’evento, ma aveva comunque rischiato e aveva commesso un crimine per salvare i propri compagni.
«E’ una tradizione!» borbottò, cercando di stare al gioco di lei, fingendo di essere imbronciato. Se non fosse stato per tale tradizione, però, Richard si sarebbe preso tutto senza lasciare nulla ai suoi fratelli; quindi, da un lato, era la cosa migliore e più sicura.
Sorrise alle parole di Daphne e diede una manata con fare divertito sul tavolo. «No, dai, non ci credo!» esclamò. «Io sono nato il 25 Maggio!» Finalmente tornò a sorriderle come prima, in maniera genuina e spontanea. Era straordinario come fossero così simili, le quasi copie l’uno dell’altra ma di sesso opposto.
«Non sono del tutto sicuro di riuscirci, non da solo almeno. Ho passato sette anni per cercare di riprendermi, di affrontare la mia maturità senza di lui. Avrei voluto condividere tutto con lui, pure il lavoro se era possibile, ma da quando è morto sia io che i miei fratelli abbiamo imboccato sentieri diversi da ciò che ci eravano immaginati da piccoli. Non lo so, è tutto così complicato, Daphne. Ogni volta che qualcuno che lo conosceva mi dice che sembro lui, mi è inevitabile non pensarci. Era mio padre, era il mio eroe e avrei tanto voluto renderlo fiero!» Sospirò profondamente, guardandola. «Ti sarebbe piaciuto conoscerlo e di sicuro avrebbe detto anche lui che il panda rosso ti si addice! Posso chiamarti Orsacchiotta?» chiese, infine, con una risatina tra il divertito e il malizioso.
«E comunque dovresti preoccuparti delle altre donne, sono così irresistibile che molte si contendono il mio cuore. Peccato che non siano minimamente all’altezza della bellissima donna che ho davanti. Proprio per niente all’altezza, già.» mormorò, fissandola con un sorriso furbo e malizioso, strizzandole l’occhio per rendere meglio l’idea.

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view post Posted on 2/9/2017, 16:46
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Nell'apprendere che i loro compleanni erano a quattro giorni di distanza rimase decisamente sorpresa, era consapevole che loro avessero un sacco di cose in comune, ma non immaginava che fossero addirittura nati nello stesso mese. Di norma non sarebbe stata una cosa così bizzarra, ma loro due avevano veramente tantissime cose in cui erano praticamente uguali.
«Non sono del tutto sicuro di riuscirci, non da solo almeno. Ho passato sette anni per cercare di riprendermi, di affrontare la mia maturità senza di lui. Avrei voluto condividere tutto con lui, pure il lavoro se era possibile, ma da quando è morto sia io che i miei fratelli abbiamo imboccato sentieri diversi da ciò che ci eravamo immaginati da piccoli. Non lo so, è tutto così complicato, Daphne. Ogni volta che qualcuno che lo conosceva mi dice che sembro lui, mi è inevitabile non pensarci. Era mio padre, era il mio eroe e avrei tanto voluto renderlo fiero!» Sospirò anche lei, avrebbe cercato di aiutarlo in qualsiasi modo, era inutile rimuginare sul passato, avrebbe dovuto dimenticare quel dolore.
«Non sei solo, hai me. Pensi che sarebbe felice di vederti pensare continuamente solo al fatto che non c'è più? Io credo di no, vorrebbe che tu ti godessi la tua vita, che ti ispirassi a lui o che diventassi addirittura migliore. ogni genitore vuole il meglio per suo figlio. Sono sicura che lo renderai fierissimo» cercò di rassicurarlo con voce dolce, ma appena sentì il nomignolo che voleva darle il suo sguardo si fece improvvisamente fintamente serio.
«Non ci provare, bello!» lo minacciò puntandogli addosso il dito per poi scoppiare a ridere.
Quasi si sciolse nel sentire il suo commento «Bene, allora qualsiasi ragazza ti si avvicinerà se ne pentirà» esclamò in tono scherzoso, non trovava la gelosia una bella cosa, era sfiducia.
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Aiden Weiss
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S
apere che avrebbe avuto al suo fianco proprio Daphne, Aiden ebbe l’ennesima prova che la donna lo amava e che lo avrebbe aiutato a voltare pagina, a guardare al futuro per rendere suo padre fiero. Sicuramente era già piuttosto orgoglioso di lui per essere un Auror, ora doveva solo fare la cosa più naturale al mondo: crearsi una famiglia.
Non voleva correre con Daphne, ma era certo che se l’amava e che sarebbe stata la sola, allora un giorno le avrebbe chiesto di sposarlo. Ma questo solo se avrebbe retto come coppia, se lei lo avrebbe voluto per sempre.
Si sporse per baciarla la mano, grato del suo conforto. «Se hai un simile ascendente su di me, sì, direi che mi hai stregato per bene. Meglio di uno Schiantesimo, non c'è dubbio! Sei una schianto sotto ogni aspetto!» Sorrise, apprezzando le parole che aveva speso per fargli capire che suo padre avrebbe voluto il meglio.
Rise di gusto nel vederla puntargli il dito contro con fare minaccioso. Ok, non ci sarebbe stato nessuna Orsacchiotta; così - e stavolta seriamente - si fece pensoso e la studiò attentamente.
I suoi capelli rossi attirarono la sua attenzione: in Irlanda si diceva che si era Baciati dal Fuoco, Kissed by Fire in inglese, ma lui voleva darle un nome in irlandese. «Póg ag Tine!» disse all’improvviso. «Kissed by Fire.» spiegò. «Ti piace?»

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view post Posted on 4/9/2017, 11:47
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Era stata talmente in pensiero per quell'appuntamento durante quella settimana che si era totalmente scordata della lettera di Eloise, non vedeva suo fratello da troppo tempo per poter ignorare l'informazione che sua cugina aveva scritto su quel pezzo di carta: suo fratello la voleva raggiungere. Col tempo la paura di Daphne era leggermente scemata, forse era lo stesso per Leonard, forse voleva semplicemente tornare a fare una vita normale.
«Se hai un simile ascendente su di me, sì, direi che mi hai stregato per bene. Meglio di uno Schiantesimo, non c'è dubbio! Sei una schianto sotto ogni aspetto!» Non aveva idea del perché le fosse tornato in mente suo fratello ma nel sentire la frase di Aiden dovette trattenere una risata, sembrava decisamente una frase fatta. Ma era comunque dolce da parte sua, non immaginava che avrebbe mai potuto avere tale potere su qualcuno.
Sorrise, «Sono una strega, no? Ti ringrazio, comunque.» Non era troppo brava nell'accettare complimenti.
Nell'udire il soprannome che voleva darle sorrise a trentadue denti, sicuramente era per il colore dei suoi capelli. Le piaceva che lui fosse così legato alla sua terra, alla sua cultura e a tutto ciò che riguardava l'Irlanda. Lei era americana per una legge, francese da parte di padre e non aveva la minima idea di quali fossero le origini di sua madre, non aveva mai avuto la possibilità di chiederglielo, forse inglese, scozzese o addirittura irlandese come aveva detto Aiden. Non era legata a nessuna nazione.
«Mi piace molto» disse semplicemente.
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view post Posted on 14/9/2017, 08:36
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Non aveva ben capito se lei avesse gradito il complimento oppure no, ma sta di fatto che non disse nulla a riguardo. Non voleva sembrare inopportuno né tanto meno costringerla ad apprezzare i suoi sforzi nell’essere galante durante i momenti di flirt.
Emise un flebile sospiro. Per lo meno Daphne aveva gradito il soprannome irlandese appena proposto e questo rese felice pure lui. Posò una mano sopra quella di lei.
«Bene. Sono contento che ti piaccia!» Sorrise e, finalmente, notò arrivare l’ordinazione. Scostò la mano per sistemarsi la cravatta allentandola di poco, oltre al non voler mostrare alla cameriera quei loro atteggiamenti intimi; era timido e riservato, un po’ si vergognava a fare certe cose in pubblico, seppur banali ed innocue.
«Grazie.» balbettò sommessamente con una nota timida.
Tornò a fissare Daphne. «Non fare complimenti! Ora dobbiamo solo mangiare tutto!» esclamò, prendendo le bacchette giapponesi e fissando le pietanze che emanavano odore di pesce. Il conato di vomito era alle porte, sarebbe bastato portarsi un pezzo alle labbra per emettere un getto da far invidia perfino ad uno di quei fucili ad acqua Babbani. Ma per ora si contenne, concedendosi un pezzo di Okonomiyaki a base di carne.

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Come concordato con Oliver, se magnà! Arriverà con il conto appena può!
 
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view post Posted on 23/9/2017, 11:12
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Sorrise nel vedere la cameriera portare più cibo di quanto avesse immaginato, lei aveva ordinato solo una porzione per non far spendere ad Aiden uno sproposito ma lui l'aveva colta in flagrante e aveva capito perfettamente ordinando mezzo menù, più o meno.
Annuì flebilmente al suo ordine ma il sorriso scomparve quando notò la sua faccia fissare il pesce tra alcune pietanze, sembrava piuttosto schifato e Daphne non poté fare altro che sentirsi in colpa, anche perché aveva scelto lei la cucina giapponese e quella che c'era sul tavolo era a prevalenza di pesce.
Prese le sue bacchette imitando il rosso (rischiando di farle volare per aria, per un attimo) e prese una porzione di kamaboko assaporandola lentamente, sorridendo alla fine.
«Molto buono, davvero. Hai scelto un ottimo posto» disse per poi guardarlo negli occhi.
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view post Posted on 25/9/2017, 15:47
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Aiden Weiss
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Finì la sua porzione di Okonomiyaki con la carne e passò al Ramen. Quello era forse l’unico piatto di cui riuscì a tollerarne il sapore, nonostante la presenza del pesce.
Di tanto in tanto, fissò Daphne di sottecchi, perché sentiva il suo sguardo su di sé e temeva che avesse capito il suo problema. Ma cercò di fare finta di niente.
«Magari la prossima volta potremmo organizzare qualcosa nella mia nuova casa, tipo un’altra cena e potrei provare a cucinare qualcosa, magari della carne. Che ne dici? E verso mezzanotte potremmo andare a vedere in giardino le lucciole.» propose, regalandole un sorriso.
Allungò la mano e con il dorso della mano accarezzò quella di lei, con estrema dolcezza. Quel suo modo di essere romantico sembrava innaturale, ma in certo senso gli venne naturale, soprattutto per il fatto che si era innamorato di lei e voleva farla star bene, oltre che ad essere ricambiato. La voleva conquistare.
«Se poi vorrai rimanere, ho la stanza degli ospiti, perciò sarai anche comoda senza temere che dovrò rinunciare al mio letto per te. Nessuno finirà sul divano, promesso. Ma non insisterò su questo.» aggiunge, mordendosi un labbro. Avrebbe davvero voluto che fosse rimasta e fare colazione insieme il giorno dopo.

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view post Posted on 26/9/2017, 20:29
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Erano successe veramente troppe cose in quella serata, come se Aiden possedesse un telecomando direttamente collegato ai suoi sentimenti, e avesse premuto "fai impazzire". Aveva addirittura confessato la sua debolezza più grande, e ora mangiavano come se nulla fosse.
«Magari la prossima volta potremmo organizzare qualcosa nella mia nuova casa, tipo un’altra cena e potrei provare a cucinare qualcosa, magari della carne. Che ne dici? E verso mezzanotte potremmo andare a vedere in giardino le lucciole.» Tossì leggermente a causa di un po' di riso andatole di traverso, ma deglutendo un paio di volte il problema era sparito.
«Se poi vorrai rimanere, ho la stanza degli ospiti, perciò sarai anche comoda senza temere che dovrò rinunciare al mio letto per te. Nessuno finirà sul divano, promesso. Ma non insisterò su questo.» Diventò rossa come un peperone e cercò di nascondere l'imbarazzo abbassando la testa.
«Beh, sì, certo... forse, non so, magari ho qualche impegno» si bloccò per iniziare a mangiare la sua porzione di ramen, non voleva straparlare.
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view post Posted on 27/9/2017, 13:28
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Il sapore del Ramen era forse l’unico motivo che gli impedisse di prendere gli stuzzicadenti e mangiarseli per quello che aveva appena proposto.
Come poteva sperare che Daphne potesse anche solo considerare l’idea di stare da lui dopo appena un appuntamento? Senza contare che era la seconda volta che si vedevano e lui - a causa dei suoi sentimenti appena scoperti, appena sbocciati - stava correndo e non c’era motivo di correre, non con lei almeno; anche perché se era vero che si stava innamorando di lui, allora non sarebbe di certo scappata via da nessuna parte, avevano tempo.
Deglutì, l’umore decisamente cupo per quegli alti e bassi tra loro. Stavano entrambi cercando di rendere stabile il rapporto, ma lui sembrava tirare troppo e forse questo la metteva in una posizione di disagio.
La proposta di restare da lui per la notte, poteva suonare come una scusa per saltarle addosso e fare sesso. Ma lui non voleva certamente arrivare a quello, no, non così, non senza aver prima risolto l’argomento bacio.
«Sono stato uno stupido frettoloso, scusami...» mormorò. «Però… però l'invito a guardare le lucciole è sempre valido.» E si sforzò di sorriderle, imbarazzato. «O anche solo per mangiare! Insomma, non sarò un cuoco di classe, ma con la carne ci so fare!» Si passò una mano tra i capelli, poi guardò indeciso cosa mangiare. «Quali tra questi mi consigli di mangiare? Sono indeciso.»
Sembrò un buon modo per cambiare discorso.

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view post Posted on 2/10/2017, 18:56
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«Sono stato uno stupido frettoloso, scusami... Però… però l'invito a guardare le lucciole è sempre valido. O anche solo per mangiare! Insomma, non sarò un cuoco di classe, ma con la carne ci so fare!» Sembrava parecchio imbarazzato della proposta che aveva appena fatto, e non capiva perché lei avesse reagito in quel modo assurdo fino a diventare rossa come un peperone. Ma voleva assolutamente immergersi in quelle piccole lucine nella notte, voleva godersi la sensazione che la sua vita fosse tranquilla, come in una fiaba immersa nelle luci quasi fatate.
«Al cibo non dico di no, anche perché voglio assolutamente vedere quelle lucciole» disse sognante.
«Quali tra questi mi consigli di mangiare? Sono indeciso.» Ridacchiò leggermente.
«Qualsiasi cosa è deliziosa su questo tavolo.»
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49 replies since 23/8/2017, 22:41   816 views
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