O Ermione. Odi?

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~ Nieve Rigos
view post Posted on 11/9/2023, 20:26 by: ~ Nieve Rigos     +5   +1   -1
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entropia.

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Il mio migliore amico delle superiori si è sposato esattamente due mesi fa.

Fa strano parlare di lui - pensare a lui - dopo tanto dall'ultima volta che ci siamo sentiti. Eppure, non riesco a smettere di farlo da settimane. Lo vedo sorridere nel video del matrimonio e il cuore mi si riempie di gioia. La sua felicità è la mia, come se gli anni non fossero passati e le nostre strade non si fossero separate. E quasi non me ne rendo conto, ma sorrido insieme a lui tutte le volte che lo visualizzo fare altrettanto in quei pochi secondi condivisi su un social media.

Il suo sorriso è sempre lo stesso. Lo sono anche i suoi occhi buoni.

Angelo è una delle persone cui ho voluto più bene in vita mia. Mi lega a lui quel genere di sentimento che ti prende le viscere e non te le lascia più andare. Una specie di corda che puoi provare a strattonare, bruciare, recidere: rimane sempre lì, le estremità legate a me e lui, anche quando non vorremmo. E ce ne sono state di occasioni in cui avremmo voluto rinnegarci. O, forse, abbiamo solo finto per orgoglio. Voglio bene così soltanto a un'altra persona.

Non riuscirò mai a essergli indifferente e lui non riuscirà mai ad essere indifferente a me.

Sono anni che non torno in Sicilia. I miei problemi di salute mentale me lo impediscono, al momento. So con certezza, però, come andrebbe se ci vedessimo. L'istinto ci porterebbe a ignorarci, guidati dall'imbarazzo di un silenzio così lungo; magari anche dalla paura del rifiuto. Sorrido mentre scrivo perché so anche che lui farebbe l'idiota per attirare la mia attenzione. Questo mi lusingherebbe e riderei perché idiota lo è davvero.
Se tornassi, vorrei avere il coraggio di rompere il muro di paura che mi tiene prigioniera. Vorrei sfiorargli un braccio e dirgli "Ehi" e guardarci lottare inutilmente contro le lacrime per tutte le parole che non siamo riusciti a dire e che non saremo in grado di far salire in superficie.

Mi mancano i tuoi abbracci.

Mi hanno confortata in alcuni dei momenti peggiori della mia vita. Fuori dalla chiesa, dopo la morte di mio nonno, quando sarei voluta crollare. Lì, quando non riuscivo a comprendere se il mondo attorno a me fosse reale o se lo stessi solo immaginando. Mi hai preso il viso tra le mani e lo hai baciato, ogni porzione di pelle. Hai asciugato le lacrime con le labbra, poi mi hai stretta forte. Piangevi anche tu. Piangevi per me, per il dolore che leggevi nei miei occhi, perché non riuscivi ad essere indifferente a tutta la sofferenza che mi avevi visto patire nei 5 anni passati insieme.

Ti ho mai ringraziato per questo? Per l'amore che mi hai dato?

Giocheresti con Ania. La faresti impazzire al punto che ti salterebbe addosso, adorandoti. E il mio cuore esploderebbe perché ti vedrei riversare un altro pezzettino di quell'amore nella mia vita. Come quando mi tenevi le mani di nascosto, di notte, nella macchina di Sciò. Come quando, quella sera nella macchina sotto la pioggia scrosciante, ho impedito che la nostra amicizia sconfinasse. Non è quello il genere d'amore che ci lega. Lo so che può confondere, che è forte e travolgente, ma non doveva andare in quel modo e io l'ho capito, pur avendo dubitato. Come te.

Hai sposato la fidanzatina delle superiori. La love story delle commedie romantiche.

A me lei non è mai piaciuta. È dolce, una bravissima ragazza e ti ama senza riserve - lo ha sempre fatto. Eppure, non è brillante come te. Non possiede la tua intelligenza dinamica, le tue abilità di argomentazione, le tue capacità di studioso. Oggi mi rendo conto che non importa, che ti ha sempre reso felice e che lo fa ancora adesso. E lo sono anch'io per voi due, felice intendo. Sono felice che tu non l'abbia lasciata per me. Sono felice di non averlo permesso. Sono anche felice - egoisticamente - delle sere che hai preferito lasciarla a casa e uscire con me dopo il calcetto; delle volte che siamo stati chiusi in macchina a parlare fino a tarda notte senza che lei lo sapesse; delle volte che nell'ombra hai cercato le mie mani, incurante del fatto che gli altri potessero notarlo. Lo sono perché ogni gesto nutriva di nuova linfa la corda, placando il bisogno reciproco di sentirci vicini.

Siamo persone diverse con vite diverse.

Rimane questa realtà. Quindi, non vorrei che le cose cambiassero. Non spererei di tornare ai vecchi tempi - non fosse altro che per rispetto di tua moglie e del mio ragazzo. Ci siamo allontanati perché troppo diversi, per aver preso scelte differenti ed essere diventati persone agli antipodi. Questo rimane e mi va bene. La distanza deve rimanere. Nessun mescolamento di carte.
Però... mi piacerebbe sapere come stai ogni tanto. Poterti vedere quando torno in Sicilia o quando vado a Torino, dove so che sei andato a vivere - quanto sono felice per questo tuo altro risultato! Bravo, amico mio! Mi piacerebbe prendere un drink con te, ridere con te (Dio, se mi manca!), accapigliarmi buffamente con te per determinare chi sia più stupido dell'altro, rievocare il passato e darci reciprocamente la colpa delle litigate tra una risata e l'altra.

La verità è che mi manchi. Anzi, che ti voglio bene. Tanto.

Quando non puoi smettere di volere bene, provi sentimenti contrastanti. Come me che sono felice per Angelo e ognuna delle sue conquiste, ma sento una grande malinconia. "Contattalo e fagli gli auguri per il matrimonio" suggerisce mamma. "Avevate un così bel rapporto. Vi volevate davvero bene, voi due". Eh, mamma, lo so! Ci vogliamo bene ancora. È questa la fregatura. 8 anni e sono ancora qua a scrivere di lui, a immaginare di tornare nella città dove risiedono tutti i miei traumi e beccarlo casualmente in un bar.

Mi immagino coraggiosa nelle fantasie, ma so che sarei codarda nella realtà.

Non sarei capace di dirgli tutto quello che penso e provo, tipo che gli voglio bene e che sono fiera di lui. Che mi dispiace aver mancato di rispetto a tutto quello che avevamo costruito, lasciando che il silenzio lo sommergesse. Che non ho dimenticato quel giorno fuori dalla chiesa. Non ne sarei in grado perché, come Nieve, mi hanno insegnato a reprimere quello che sento.
Avete presente quando viene il singhiozzo e si trattiene il respiro per farlo passare? Ecco, da bambina e adolescente io dovevo fare così ogni qualvolta provavo un'emozione. Bocca chiusa e denti serrati.
Ecco perché non direi nulla ad Angelo. Forse, non lo fermerei neppure al bar, non mi prenderei neppure l'abbraccio che tanto mi manca, poggiando la guancia sulla sua spalla. E mi tormenterebbe il rimpianto di non aver provato, la certezza che lui avrebbe capito perfino il mio silenzio, che avrebbe preso un altro pezzetto del mio dolore per farlo suo.

La verità è che tutto questo non è importante.

Fintantoché è felice, i miei sentimenti non importano. Finché il suo lavoro lo entusiasma, la sua vita lo soddisfa, il suo matrimonio va a gonfie vele, va tutto bene. E spero tanto che la vita gli riservi delle sorprese meravigliose ad ogni svolta, che possa sorridere ogni giorno, che incontri persone belle come lui che gli donino lo stesso affetto spassionato di cui lui è capace.

Se doveste incontrarlo, trattatelo bene. È il mio migliore amico.
 
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55 replies since 26/4/2017, 12:12   1784 views
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