The Wizar∂ Voi¢e - III Incontro

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view post Posted on 28/8/2016, 20:15
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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The Wizard Voice - Home -
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La prima ad esibirsi fu proprio la loro Flam, la piccola peste dalla chioma rossa della loro gloriosa casata. Violet spalancò gli occhi davanti alla sua meravigliosa performance, in fondo come non avrebbe potuto? Era bellissima quella canzone e la voce della ragazza davvero stupefacente. Temeva davvero che, come per lei, la timidezza potesse essere uno scoglio e invece la corvetta si dimostrò all’altezza della situazione.

"Guarda che qui l’unica che soffre di timidezza acuta sei tu. Meno male che ci sono io altrimenti non oso immaginare i danni che avresti combinato!"


In effetti era vero, da quando c’era Lucy era in grado di fare tante cose in più e anche il pubblico iniziava a non spaventarla più come prima.
Alzò le mani per applaudire e alzarsi dalla sedia avvicinandosi alla giovane e alla sua strepitosa chitarra.

«Sei stata davvero magnifica Flam, complimenti! Comunque puoi scegliere di fare quello che vuoi, voce, flauto, chitarra, si trova spazio per qualsiasi cosa.»


Annuì con un sorriso incoraggiante. Non li avrebbe obbligati a suonare strumenti che non avrebbero voluto utilizzare, avrebbe solo rischiato di tagliare loro le ali e magari fargli passare quella meravigliosa passione che era la musica e che li univa in quel momento così speciale.

«Bene, chi se la sente di provare adesso?»


Chiese facendo spazio sul palco e mettendosi da parte per vedere il prossimo studente.
Ovviamente, a non deludere per niente le sue aspettative, a farsi avanti fu proprio Oliver che colse l’occasione come se non ci fosse un domani e afferrata la sua chitarra saltò su. Quasi come se stesse seguendo un copione già scritto Violet sapeva fin troppo bene cosa stava per accadere e, senza attendere un secondo di più, andò ad afferrare il suo violino con vicino l’archetto pronto da un’eternità perché, diciamocelo: la ragazzina non vedeva l’ora di suonare, per lei era un po’ come respirare.
Si mise quindi vicino ai due compagni avrebbe atteso le prime note del flauto di Helen che, come introduzione, avrebbero accompagnato le corde di Oliver. Se la cosa non fosse avvenuta ci avrebbe pensato lei a stare sotto con il violino facendo vibrare quelle prime note che, però, con il flauto sarebbero state davvero perfette. Finite le prime note era ora di cantare, di far vibrare la voce in quel posto che era davvero ormai come casa, più del castello freddo nel quale era obbligata a tornare ogni fine anno.

«Alabama, Arkansas,
I do love my Ma and Pa
Not the way that I do love you»


Iniziò a cantare ricordando che c’era anche una voce femminile da qualche parte e sperando di aver preso proprio quella giusta. Per lei in quel momento non esisteva altro che la musica.

«Man, oh, man, you're my best friend
I scream it to the nothingness
There ain't nothing that I need.

Home, let me come home
Home is wherever I'm with you
Home, let me come home
Home is wherever I'm with you»


Alzò finalmente il violino, lasciandosi completare andare e spingendo l’archetto sulle corde in modo da creare un suono plateale, un suono pieno, come una fanfara in grado di far percepire che la feicità era lì, era in quel momento. Far uscire suoni che, come trombe, facevano solo capire che non voleva essere da nessun’altra parte in quel momento, trombe dorate, meravigliose, che esprimevano tutta la sua gioia.
Stacco appena la testa dal poggiamento in maniera tale da poter continuare a suonare e cantare allo stesso tempo quella piccola parte.

«La la la la
Take me home
Mama, I'm coming home»


Si fermò poi per lasciare di nuovo che le corde di Oliver potessero suonare tranquille ma brillanti, quasi ad essere lì come un preludio di tempesta e lasciare di nuovo che il faluto di Helen, o in caso il suo violino, potessero accompagnare quelle corde in perfetta armonia e sintonia.

«Moats and boats, and waterfalls,
Alleyways, and payphone calls
I been everywhere with you »


Chiuse gli occhi per un attimo inumidendosi le labbra perché l’archetto fremeva nelle sue mani e la voce di Oliver si alzava in alto con la strofa.

«And in the streets you run afree,
Like it's only you and me,
Geez, you're something to see.»


Rialzò quindi il violino velocemente per cantare il ritornello con i suoi amici e accompagnare il tutto con le note del suo nobile strumento.

«Home, let me come home
Home is wherever I'm with you
Home, let me come home
Home is wherever I'm with you»


E di nuovo premere, far vivere le fanfare di prima con le note del suo violino, premere fino a spezzare quell’archetto e, alla fine, correre libera come il vento, libera come la tempesta.
Quando il tutto si concluse si rese conto di avere un po’ il fiatone e, abbassando l’archetto, anche che qualche crino di era spezzato eppure le venne solo da sorridere.

«Auguri Oliver, suonare con te è sempre un grande piacere!»


Sorrise felice, annaspando in cerca di aria e facendogli l’occhiolino. Beh, se i presupposti erano quelli allora sarebbe andato tutto bene, ne era sicura.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

CITAZIONE

Attendo che mi rispondiate tutti agli mp mi raccomando ^^


-GdrOn-
 
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Leah‚
view post Posted on 28/8/2016, 22:16





Do you ever feel out of place,
like somehow you just don't belong?

« Leah Rose Elliott; Tassorosso; Scheda »
QscYFCO
Forse non era stata poi una così pessima idea.
La ragazza sul palco, tale Violet Qualchecosa (nell'imbarazzo non aveva capito bene il cognome), era stata oltremodo gentile ed accogliente. Le aveva sorriso e l'aveva invitata a sedersi, così Leah era scivolata fino a una delle sedioline, trovandone una in ultima fila, ben lontana dal palcoscenico. Gli altri non l'avevano nè additata nè gridato alla maleducata... quindi la sua entrata in scena era stata decisamente sottotono. Bene, era quello che sperava.
Quanto al resto, però, decisamente non era quello che si era aspettata. Pensava di trovare una mezza dozzina di ragazzi attorno ad un tavolo a mangiare dolcetti e chiacchierare di musica, scambiandosi idee e canzoni e titoli... e magari strimpellando e canticchiando anche qualcosina, okay, era pur sempre un club di musica... ma a quello non era preparata.
Non si aspettava un palco, sedie e cibo... sì, okay, il cibo c'era, ma pareva del tutto secondario. Tanto più che non aveva fatto in tempo a sedersi che una ragazza era salita sul palcoscenico, imbracciando una chitarra e dicendo che sapeva perfino suonare un paio di flauti Babbani - qualunque cosa essi fossero.
L'arpeggio della chitarra fece scendere il silenzio nella stanza, e Leah si concesse di guardarsi intorno per un attimo, consapevole che in quel momento gli sguardi di tutti erano calamitati dalla Corvonero sul palcoscenico.
C'era un'altra Tassorosso, anche se non si ricordava il suo nome... poi Violet, che l'aveva accolta, una Serpeverde e un'altra che portava i colori di Corvonero. I maschi erano due, entrambi Grifondoro. Leah trasalì quando si accorse di conoscere il ragazzo in fondo alla sala... era il Grifondoro ricciolino dell'orto delle zucche, Oliver! Avvampò violentemente, come se il giovane potesse sapere che lei era lì un po' anche per merito suo, e si affrettò a girarsi. Lui sembrava non averla vista, o almeno non riconosciuta, e Leah sperò che potesse continuare su quella strada.
Dedicò la sua attenzione al palco, dove la voce dolce della ragazza stava accompagnando il suono della sua chitarra. Non era niente male, davvero niente male. E le parole di quella canzone erano così evocative!
Leah pensò che forse, da qualche parte, lo Spirito di Tosca, o di Priscilla o di chissà chi stessero operando per lei. Ogni strofa di quella breve esibizione la spingeva ad avere coraggio. La folla che gridava il suo nome. Un sogno che coltivava da bambina, quando cantava armata di una spazzola, in piedi sul letto, gridando fino a farsi venire la voce rauca. Un sogno che coltivava ancora, anche se dietro a una porta chiusa a chiave chiamata imbarazzo.
Però... però in quel momento le sembrava che essere andata a quell'incontro era stata una buona idea. Forse era davvero il primo passo per uscire dal suo sciocco bozzolo di timore. Applaudì anche lei, sinceramente ammirata.
Non aveva fatto in tempo però a godersi la sensazione di coraggio che si stava costruendo nella sua mente che sul palcoscenico si precipitò proprio Oliver, il Grifondoro dell'orto delle zucche, con la sua chitarra. Con lui salirono Violet, armata di violino, ed Helen con il flauto. Leah si dispose ad ascoltare con interesse: sapeva quanto Oliver fosse bravo, ed era certa che l'avrebbe stupita.
Un minuto dopo dovette realizzare che se la bravura di Oliver le era nota, quella delle due ragazze che lo accompagnavano non lo era affatto. E il mix delle tre cose era esplosivo.
Le loro voci che si alzavano e si abbassavano e la musica dei loro strumenti semplici ma perfettamente affiatati le mozzò il fiato in gola.
Decisamente, se quello era il livello, lei non poteva competere.
E non si riferiva solo alla bravura tecnica - che era notevole, naturalmente - ma alla capacità di andare in sintonia, al sincronismo... alla capacità di coordinarsi e all'innegabile feeling tra loro, e non solo tra Oliver ed Helen, più palese... ma fra tutti e tre, fra le loro voci che si accavallavano e si sovrapponevano, che si rincorrevano come le onde sulla riva e che rendevano l'esibizione ancora più coinvolgente. Era ovvio che erano abituati a stare insieme, a chiacchierare e a condividere qualcosa che andava oltre quella canzone.
Lo stomaco le si strinse. Non aveva fatto bene ad andare a quell'incontro. Le aveva ricordato che lei cantava a squarciagola nella sua stanza, fino a perdere la voce... ma da sola. Sempre da sola. Godendo della sua stessa voce, della sua estensione, dei suoi vibrati... ma senza confrontarsi e senza condividere con nessuno quella sua passione. Da qualche anno aveva tagliato fuori anche suo padre.
La canzone continuava, con un perfetto mischiarsi di strumenti e di voci, lasciando il pur sparuto pubblico in reverente silenzio.
Leah si costrinse a trasformare l'invidia in una più salutare ammirazione e a sorridere, tenendo il tempo con il piede per cercare di non mostrare quanto fosse tesa e a disagio. Alla fine dell'esibizione accentuò il sorriso e si prodigò a battere le mani, riversando in quell'applauso la sua agitazione. Era sicura, ma proprio certa più di quanto non lo fosse mai stata, che lei non avrebbe mai e poi mai cantato su quel palco. Andare a quell'incontro era stato uno sbaglio, adesso ne era sicura.





Non so se ci fosse un ordine preciso per la risposta. Nel caso posso cancellare il messaggio. c:
 
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view post Posted on 2/9/2016, 20:37
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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The Wizard Voice - Rompere il ghiaccio -
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Era contenta, aveva fatto tanta fatica a buttarsi così in mezzo alla gente, a non aver paura i fare brutte figure e ogni volta che si esibiva con Oliver capiva che poteva farcela. Sapeva bene che la conoscenza tecnica, la bravura, non gliela dava lui…ma il coraggio, quello si. Suonare con un amico è ben diverso che suonare da soli.
Dopo aver esultato e fatto gli auguri al grifondoro, si voltò verso i colleghi studenti che erano seduti su quelle sedie, proprio davanti a loro e il suo sguardo si soffermò proprio su Leah. Era tra i pochi che non aveva avuto il piacere di conoscere ma era sicura che ce ne sarebbe stata l’occasione. Tutta sudata si deterse un po’ la fronte con il dorso della mano, decisamente poco femminile, ma quando era in mezzo al suo habitat naturale, si dimenticava completamente delle buone maniere perché la cosa che più contava era la musica. Saltò giù dal palco con il violino sotto braccio sinistro e l’archetto ben stretto nella mano destra e si fermò proprio davanti alla giovane Tasorosso.

«Ehm….aspetta….si, mi ricordo come ti chiami…»


Purtroppo la sua pessima memoria era sempre pronta a farle fare magre figure e, in breve, si ritrovò davanti alla giovane tirandosi l’archetto sulla testa, quasi a voler rimandare le rotelle delle sue meningi al posto giusto e poter così ricordare il nome.

"Oh, no. Non mi dire che davvero non te lo ricordi….Ma che cappero, si è presentata meno di una decina di minuti fa. Si chiama Leah. LEAH, PER DIANA!"


Lucy, evidentemente infastidita da tutte quelle scene stile “Tutti insieme appassionatamente”, prese letteralmente a calci la coscienza di Violet, urlando come un’ossessa all’interno della sua testa. Finalmente il volto della giovane si illuminò e lei smise di picchiarsi con il proprio archetto per indicare la Tassorosso davanti a lei.

«Leah, ti chiami Leah! Senti, Leah, c’è una canzone che ti piace particolarmente? Potremmo cantarla insieme se ti va e se la conosco. Cosa ne dici? Ovviamente non accetto un “No” come risposta!»


Chiese alla fine con aria speranzosa. In fondo loro avevano bene o male lavorato tutti almeno una volta insieme e ormai si conoscevano mentre la giovane era nuova e, magari, esibirsi insieme a lei o a qualcun altro, poteva essere un modo per rompere il ghiaccio e magari farla sentire un pochino di più a suo agio.
Passarono il resto del tempo in grande armonia e, alla fine, festeggiarono il compleanno di Oliver augurandogli mille e altri giorni.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

CITAZIONE

Nessun ordine Leah ^^ risposta libera!

EDIT: chiuso per apertura evento Halloween.


-GdrOn-


Edited by Misato Kojima - 14/9/2016, 21:25
 
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