Una domenica particolare, privata

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Rob Roy MacGregor
view post Posted on 26/4/2016, 19:46




Ascoltava con aria concorde, leggermente pensieroso ma attento alle reazioni e alle parole della ministeriale.
Rimanere uniti ed impegnarsi, cercare collaboratori tra esseri e creature. Così dovevano agire i maghi se volevano tornare a vivere dove e come volevano, senza paura che un branco di scimmie bulleggiasse il figlio o facesse del male al proprio animale domestico, solo perché magici e molto più incredibili di quel che era concesso ai non maghi.
Annuiva e ogni tanto gli sfuggiva mezzo sorriso, sembrava compiaciuto da quel discorso, anche se i suoi pensieri camminavano su un'altra via, non troppo distante da renderlo distratto.

“Benissimo, sarebbe perfetto. Un tè e quattro chiacchiere e vi ascolterò entrambi volentieri. In un ambiente più calmo si potrà discutere meglio.”
Sorrise cordiale, curioso di scoprire al più presto e di persona qualcosa di più sul conto di quel giovanotto, a quanto pareva, carismatico e pieno di iniziativa.
Si fece poi attento a ogni minino dettaglio, incamerando ogni parola sugli Auror e sul livello di conoscenze della donna. Divenne leggermente perplesso quando si arrivò a quel Mr. Mistero.

“Che nomignolo curioso. Mostra il suo volto? Od è uno di quegli amanti del turbante?”
Era strano che qualcuno rivelasse quell’impiego, mostrasse il volto ma non dicesse il suo nome. Poteva darne uno falso, forse non glielo aveva mai chiesto, oppure era un incapace. Non dire il nome con intenzione attirava l'attenzione, rivelava che aveva qualcosa da nascondere. Probabile avesse qualcosa in faccia o mutasse l'aspetto. Magari voleva solo darsi un alone intrigante per attirare le donne. Restava il fatto che un nome alla gente bisognava darlo o la segretezza andava in bocca al cavolo zannuto.
Si irrigidì nel sentire paragonare le sue amate Sfingi a quel ammasso di letame vivente privo di poteri. Deglutì mandando giù parole non consone, mantenendo un atteggiamento composto, facilitato da quella velata critica che la maga rivolse alle scimmie sottosviluppate. Sorrise, concentrandosi su quella frase con tutto l’autocontrollo che aveva imparato ad avere di fronte a sconosciuti.
Erano ignoranti, mentalmente inferiori, per nulla paragonabili a quelle nobili fiere, ma questo non lo poteva dire.
Sospirò, scacciando pensieri che avrebbe scaricato al nulla una volta tornato a casa.

“I babbani si basano su quelle conoscenze primitive rimaste ai tempi in cui convivevano coi maghi. Col tempo si son fatte confuse e sempre meno realistiche. Inoltre hanno iniziato ad aggrapparsi a cose da loro create e quindi sotto il loro controllo, come quelle rombanti e quella roba che mettono sulle strade. Hanno smesso di immergersi nella natura e, anche quando lo fanno, sembrano rifiutarsi di osservare quello che hanno davvero attorno, concentrandosi sul cielo, sulla strada o su strani aggeggi rettangolari, che fissano mentre camminano.”
Non sapeva bene cosa combinassero quegli strani umanoidi quando si sedevano a gambe incrociate per terra, rimanendo fermi per ore, mentre le creature magiche la piantavano a due centimetri da loro. Poi si rialzavano parlando di verità scoperte o cose assurde. Non provava pena quindi li aveva trovati semplicemente patetici. Aveva visto anche qualcuno andare a sbattere contro i pali mentre fissava quella robaccia squillante.
Rimase sul vago, dicendo semplicemente una cosa risaputa. Una constatazione dei fatti che poteva sembrare una giustificazione al loro comportamento e alla loro ignoranza.

“Per certi maghi le creature sono allo stesso livello degli oggetti per pozioni, ingredienti e merce di scambio. Spesso è dovuto a cattiva educazione, ingordigia od ignoranza.”
Probabile che la maggiorparte fosse feccia simile ai babbani se non sangue marcio direttamente.
Un cenno di assenso alla domanda sul suo stabilirsi a Londra.

“Il Ministero è qui, quindi…”
Alzo i palmi al cielo, tenendo le braccia ai lati del corpo, come a dirle: “Mi tocca star qui”. Un sorriso vagamente amaro e comprensivo, quasi comprendesse quel discorso.
Tante cose gli erano mancate, così come certe persone e persino paesaggi e pietanze. Il richiamo della Scozia era onnipresente e pressante, a combatterlo c'erano sogni, progetti e una volontà che si era fatta via via più forte e matura.

“La prima casa resta quella dei migliori ricordi, vero? Si può viaggiare per decenni per tutto il mondo ma si sente sempre il richiamo del posto dove si è cresciuti.”
Osservò vagamente le gabbie distanti, spostando il piede da una gamba all'altra. Si riportò alla nuova conoscenza, rivolgendo le iridi nere anche alla Jarvey e alla borsa, per poi cercare quelle di lei.
“È stato un piacere conoscervi, tutti e tre, vi spedirò il mio portalettere tra tre giorni, in ufficio, così potrete aggiornarmi sull’incontro. Ora vi lascio alla vostra passeggiata, buona serata!”
Così tentò di congedarsi con un cenno cortese del capo, con l’intenzione di allontanandosi verso la sezione tre dello zoo, prima di far ritorno al proprio appartamento.
 
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view post Posted on 27/4/2016, 20:13
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Mr. MacGregor appare colpito dalla mia descrizione circa l’Auror che ho incontrato ala Stamberga Strillante. Mi viene da sorridere a pensando a Mr. Mistero col turbante ma scuoto il capo con decisione per rivedere l’immagine che devo avergli trasmesso del giovane Mago col quale ho passato un pomeriggio gradevole e strano. Mi aiuto con la mano per rafforzare la negazione che le mie parole confermano.
Nono. Niente turbante! Credo solo volesse mantenere viva la mia attenzione. Lavora al Ministero anche lui per cui presumo non sarà difficile risalire al suo nome e questo lo sa bene anche lui. Non posso dire di conoscerlo bene per cui avrà preferito non dare troppa confidenza ad una sconosciuta. Dal canto mio, in quel contesto, non mi pareva poi così importante. Ci siamo conosciuti fuori dall’ambiente di lavoro e abbiamo passato qualche ora in compagnia. Credo sia persona dotata di senso dell’humor e che volesse solo scherzare.
Annuisco, convinta circa il discorso che il Mago fa sui babbani. Li conosco molto bene. Ci ho vissuto insieme e non posso essere completamente d’accordo con Mr. MagGregor ma non mi pare il momento di intavolare una discussione anche perché è la sua esclamazione successiva che mi colpisce maggiormente.
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La prima casa resta quella dei migliori ricordi?

Sento come un’ombra passare sui miei occhi ed adombrarli. Proprio in quel momento il sole torna dietro la coltre nuvolosa ed è probabile che Mr. MacGregor non noti il cambiamento di colore delle mie iridi. “Casa” non vuol dire solo ricordi belli per me. Certo, ne ho tanti. Momenti felici e spensierati vissuti durante l’età dell’adolescenza. Giorni in cui sembrava che la felicità non dovesse avere mai fine, giorni pieni di speranza e di aspettativa. Sono stata felice a Parigi e ancor più felice a Cannes ma quei giorni sono passati e non torneranno mai più. La giovane fanciulla che pensava di poter essere padrona del proprio destino è sparita, sommersa dagli eventi di cui è stata spettatrice ed attrice insieme. Ora ho una nuova vita ed una nuova casa. Nulla e nessuno mi renderà ciò che ho perso e questa consapevolezza smorza il sorriso sulle mie labbra.
Ora ho una nuova casa, un lavoro che mi appassiona e qualche amico interessante col quale poter condividere non solo professione e ore lavorative ma anche un po’ di tempo libero. Ho i mie due piccoli amici ai quali dedicarmi e per ora mi basta. Non so cosa il fato abbia in serbo per me ma qualsiasi cosa sia lo affronterò sperando di trovare il coraggio e la sufficiente determinazione per contrastare le avversità che potrebbe riservarmi ma spero anche di poter, presto, riuscire a guardare avanti e che il passato assuma la sua giusta collocazione. Non sarà mai più come ‘prima’ ma non per questo dispero. Sono fondamentalmente ottimista e voglio credere che il futuro abbia buone occasioni in serbo per me.
Sollevo la mano mostrando il palmo. E’ arrivato il momento del commiato e riprenderò la mia passeggiata insieme a Galatea che finalmente si è svegliata ma prima di salutare il Mago lo ragguaglio circa l’incontro con Oliver.

Allora siamo d’accordo. Mi metto in contatto con Oliver quanto prima e direi che la giornata ideale sarebbe sabato, alle 15 nel mio ufficio. Il the non mancherà e avrete modo di apprezzare di persona le doti di questo giovane. Vi piacerà. Ne sono certa. Sono contenta di aver fatto la vostra conoscenza e spero che Londra possa diventare, per voi, il posto che più assomiglia a 'casa' ma penso che la Scozia sia un posto assolutamente fantastico e difficile da dimenticare.
Un altro cenno di saluto e Mr. MacGregor si allontana mentre io e Galatea prendiamo la direzione opposta. E’ ancora presto e abbiamo un altro po’ di tempo per goderci la giornata.
 
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