When the Sun Goes Down

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view post Posted on 27/3/2016, 17:02
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Una risata, finalmente quella Tassorsso aveva dimostrato di avere dei sentimenti e di non essere quella macchina invapace di mostrare emozioni che Mitchell pensava fosse, e in quel momento sentì andare via parte di quel peso che sentiva mentre parlava con lei.
Il corvonero ascoltò Thalia parlare, e appena sentì le parole uscire dalla bocca pensò: "
Non mi darà mai una soddisfazione questa tipa". Quel pensiero fece comparire sul volto del Corvonero un sorriso di sfida che fece aumentare ancora di più la sua determinazione a dimostrare che quella ragazza non era in grado di combinare guai.
Beh si è una mia crociata, Peverell è uno stronzo, perdonami il francesismo, e non ti sto chiedendo di aiutarmi, a meno che tu non lo voglia. Non ci guadagneresti nulla se non un'avventura piuttosto divertente" - disse Mitchell prima di riprendere a parlare quasi subito: "Beh potrebbe essere uno scambio comunque tu aiuti me, io aiuto te"
Thalia stava sfidando apertamente Mitchell che non voleva assolutamente tirarsi indietro e sentendo le ultime parole di Thalia rispose: "Quindi quale sarebbe il tuo standard?"

narrato - parlato - pensato

 
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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Attendeva la risposta di Mitchell come se aspettasse l'esito di un esame o di una sentenza: era chiaro che il ragazzino, più grande di lei di solo un anno, stesse preparando una risposta tagliente quanto la sua.
Se da un lato la situazione la divertiva, dall'altro quella tensione la stava logorando; all'esterno non traspariva nulla da quel sorriso malizioso di sfida, se non l'impressione che Thalia voleva trasmettere. Era piuttosto brava in questo: apparire sicura di sé, mentre la mente viaggiava su altre frequenze cercando una soluzione ai propri problemi. Era un'abilità appresa negli anni, condividendo gli spazi domestici con più persone, di età diverse e con esigenze differenti: il malcontento di uno non poteva che influenzare il buon umore dell'altro e viceversa. Aveva imparato presto a non farsi coinvolgere dagli altri. Questo, però, non l'aveva imparato vivendo a Cork.


Beh si è una mia crociata, Peverell è uno stronzo, perdonami il francesismo, e non ti sto chiedendo di aiutarmi, a meno che tu non lo voglia. Non ci guadagneresti nulla se non un'avventura piuttosto divertente. Beh potrebbe essere uno scambio comunque tu aiuti me, io aiuto te.

La risposta era finalmente giunta e Thalia non poté far altro che sorridere: ancora una volta, Mitchell sembrava intenzionato a trascinarla nella sua piccola crociata personale, quella rivolta studiata e programmata contro uno dei professori più competenti di Hogwarts.
La sua idea su Peverell era chiara, ormai, così come la posizione riguardante lo scherzo da giocare all'anziano professore.


Non so se ne vale la pena. Insomma: il divertimento va bene, ma...

*Ma?*

Non sapeva come continuare la frase: il concetto nella sua mente era chiaro. Come esprimerlo? Assunse un espressione seria, una di quelle che non avrebbe lasciato spazio ad altre interpretazioni.

...ma vale la pena mettere a repentaglio la propria Casa solo per un dispetto? Pensaci: Peverell sarà il nostro insegnante di Storia della Magia almeno fino al quinto anno. Non credo che seguiremo più il suo corso dopo i G.U.F.O.

*E non ci terrei ad inimicarmelo prima degli esami del quinto anno...*

Come gesto di addio, molto platealmente... potresti attuare il tuo piano. Essere coraggiosi va bene, ma essere stupidi... quello no.

Non voleva certo offendere l'intelligenza del Corvonero, ma era certa che i rispettivi compagni di Casa non avrebbero apprezzato la decurtazione di diversi punti per un semplice dispetto. Non da uno del primo anno, insomma.
Sperò che quel ragionamento facesse breccia nella convizione ferrea di Mitchell.


Quindi quale sarebbe il tuo standard?

Sorrise di nuovo, abbandonando il broncio assunto poco prima: il suo standard? Aveva rischiato di far esplodere il laboratorio di pozioni della nonna Shyneid, a Cork. Quello era il suo standard: rischiare la vita solamente per vedere la variazione cromatica di un intruglio lasciato incustodito, aggiungendo un semplice ingrediente. Nella sua mente il ricordo era tornato vivo, come se lo avesse appena vissuto. Da bambina era affascinata dal lavoro della nonna paterna e non poteva fare a meno di esercitarla, puntando all'eccellenza, anche ad Hogwarts.
Ora, però, non c'erano laboratori da far esplodere o dispense da razziare. C'erano, ovviamente, ma amava troppo quella branca della magia per rovinarsi la reputazione. Che cosa proporre, dunque?


Dimmi un po', Lacroix... iniziò a mormorare, voltandosi verso la finestra e poggiando nuovamente i gomiti al davanzale interno. ...che ne pensi della Foresta Proibita?

Era solo una domanda e lei poteva desiderare solamente una semplice risposta.



parlato - narrazione - *pensato*


 
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view post Posted on 28/3/2016, 18:48
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Le parole della ragazza avevano senso, e Mitchell era completamente d'accordo con lei ma non voleva dargiela vinta, o quantomeno non subito perchè si divertiva a sostenere quella conversazione. Forse attendere qualche anno per poter mettere in atto quello che lui definiva il suo piano malvagio nei confronti del professor Peverell, ma era troppo difficile ammetterlo davanti a lei.
"Beh sì sarebbe un rischio se lo scoprisse, e ci tengo a sottolineare quel se" - disse lui ridendo, odiava a morte quel vecchiaccio del suo insegnante che lo aveva fatto dannare per ricevere un misero Accettabile, non voleva più avere nulla a che fare con lui, ma avrebbe dovuto sopportarlo fino alla fine del quinto anno e poi basta, niente più storia della magia. E fu in quell'esatto momento che il giovane Lacroix mise da parte l'orgoglio e ammise la verità a Thalia: "Si, hai ragione, meglio aspettare il quinto anno, sarebbe sicuramente un bel regalo d'addio a quell'essere viscido.".
La risposta della ragazza alla seconda domanda posta da Mitchell arrivò rapidamente, e lasciò Mitchell piuttosto stranito, la foresta proibita? Era una cosa banale, poteva farlo chiunque, Mitchell invece voleva qualcosa di epico e che venisse ricordato, o qualcsoa per cui venisse inventata una nuova punizione e fu così che il corvetto trovò una risposta, dando addirittura a Thalia un'alternativa: "Moran, non pensavo fossi così banale, speravo in qualcosa di meglio. Io direi piuttosto un infilarsi nel reparto proibito, oppure un bagno notturno nel Lago Nero appena la temperatura lo permette" - disse il giovane Mitchell con aria estremamente maliziosa, cercando di fare intendere alla Tassorosso che qualunque cosa lei avesse voluto combinare MItchell sarebbe stato con lei.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
La Foresta Proibita... banale? Mitchell aveva tutta l'aria di scherzare.
Quanti studenti vi erano entrati? E quanti erano tornati da lì senza una punizione ad attenderli?
Thalia non conosceva nessuno tra loro, ma era certa che suo padre, all'epoca, fosse uno di quei ragazzini. Al quarto anno aveva preso parte ad una scommessa e il risultato fu ben diverso dalle aspettative che il Tassorosso si era creato: non vinse la scommessa e per poco non rischiò l'espulsione. Nonno Connor, inoltre, gli proibì di utilizzare il suo adorato manico di scopa per tutta la durata dell'estate successiva e, da allora, Seamus Moran aveva smesso di testare la pazienza del genitore e della Preside.


Consideri banali anche le creature all'interno della Foresta? Eppure non mi sembravi uno sprovveduto.

La risposta le uscì diretta, prima ancora di aver pensato bene a che cosa dire. Si sentiva come se avesse cercato di trattenere l'acqua con le mani e temeva di aver superato il limite con il Corvonero.

*Adesso se ti risponderà male... non lamentarti. Te la sei cercata.*

Non credeva sul serio che Mitchell si sarebbe arrabbiato per quell'uscita un po' infelice, ma il tono usato dalla Tassorosso era così serio che chiunque fosse passato per quel corridoio l'avrebbe percepito come un modo per canzonare il ragazzino. Si pentì di aver pronunciato quelle parole, ma scusarsi equivaleva a sottostare alle sue regole. E le regole iniziavano a starle strette.

Ad ogni modo... il Reparto Proibito non mi interessa. Insomma, per rischiare devo avere un tornaconto. Capisci che intendo? Se non ho un libro da cercare, non vedo il senso di arrivare fino a lì. La Foresta è più stimolante. Pensa all'adrenalina che avresti in corpo se avessi un incontro casuale con un'Acromantula!

La sola idea le faceva venire la nausea: tra le cose che odiava, i ragni ricoprivano un ruolo speciale. Fu proprio quell'esempio a darle l'idea per convincere Mitchell a partecipare ad un piano che non avrebbe mai visto la luce del sole.

*Ma lui questo... non lo sa.*

Non credi che sarebbe meno banale di un giretto nel Reparto Proibito o di un bagnetto notturno in compagnia di Maridi e Piovre giganti?

Non sapeva nemmeno se vi fossero realmente quelle creature nelle acque scure del Lago Nero. Si voltò a guardarlo, sorridendo maliziosamente e riflettendo su quali punizioni avrebbero destinato agli studenti implicati in atti simili. Non le veniva in mente altro se non l'espulsione. Si chiese anche se Mitchell avesse paura e per quel motivo proponesse un "guaio" meno pericoloso.


parlato - narrazione - *pensato*


 
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view post Posted on 29/3/2016, 16:21
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La risposta della Tassorosso arrivò rapida come sempre, ma sta volta aveva qualcosa di diverso che fece cambiare espressione a Mitchell che passò da un'espressione sorridente ad un'espressione seria che si concluse con l'inarcamento del sopracciglio destro. Mantenne l'espressione seria per alcuni istanti prima di scoppiare in una sonora risata, forse era la sua prima vera vittoria in quella battaglia verbale con Thalia, cosa che lo rese felice e non poco.
La risata duro anch'essa alcuni istanti prima che il givane corvonero riuscì a ricomporsi e a parlare senza fermarsi per continuare a ridere. "Non ho detto che trovo banali le creature della foresta, dopotutto chi vorrebbe finire nelle grinfie di un ragnaccio gigante che si ciba di carne umana?" - disse il ragazzino rabbrividendo solo all'idea di quegli esseri che gli mettevano una certa soggezione.
Quella ragazza stava stimolando la curiosità di Mitchel, era diversa da lui, lui trovava divertenti cosa e lei altre totalmente diverse da quelle di Mitchell però l'interese del Corvonero per la Tassorosso aumentava dopo ogni scambio di battute.
"Beh non saresti curiosa di imparare gli incantesimi del reparto proibito?" - disse il Corvonero sorridendo alla ragazza.
Effettivamente anche Mitchell capì che un'avventura dentro la foresta proibita sarebbe stata effettivamente più eccitante di entrare nel reparto proibito o di sguazzare di notte nel lago nero, anche sicuramente entrambe le alternative sarebbero state molto meno rischiose, ma non poteva ammetterlo davanti a Thalia.
"Beh diciamo che forse il reparto proibito è banale, ma un bagno notturno nel Lago Nero deve essereassolutamente divertente se si è in compagnia" - concluse il ragazzino sorridendo nuovamente a Thalia.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Pensava che Mitchell non l'avrebbe mai sorpresa, ma dovette ricredersi: quella risata dopo le sue insinuazioni sulla Foresta Proibita la lasciarono interdetta. A che gioco stava giocando? Non gli staccò gli occhi di dosso, in quel breve scambio di botta e risposta, anche se in altre circostanze avrebbe distolto lo sguardo, dirigendolo altrove.

*Ma non si dà mai per vinto?*

Evidentemente la risposta era negativa. Non c'era nulla di male, in fondo se si credeva in qualcosa era necessario non darsi per vinti. Non quando fosse ancora tutto in ballo e nulla fosse inevitabilmente stabilito e fuori dal proprio controllo.
Era rimasta in silenzio, finché il Corvonero non ebbe l'ultima parola.


Beh diciamo che forse il reparto proibito è banale, ma un bagno notturno nel Lago Nero deve essere assolutamente divertente se si è in compagnia

*Scherza, è l'unico modo di uscirne.*

Il Reparto Proibito mi affascina, ma non così tanto. E comunque,... Secondo me, e può darsi che mi stia sbagliando, tu proponi "guai" di gruppo solo perché da solo avresti paura ad affrontare qualsiasi cosa.

L'ultima stoccata. Chissà cosa mai avrebbe potuto risponderle. Gli stava dando del codardo? No, non proprio. Voleva solo capire fino a dove potesse arrivare l'ardire di quel piccolo Corvonero, che tanto piccolo in fondo non era.
Sorrise, mantenendo gli occhi azzurri puntati nei suoi. Era curiosa di vederne la reazione e non voleva perdersi nulla: né un sopracciglio alzato, né una smorfia di scherno. Era pronta a sentire la risposta, bella o brutta che fosse, da parte del Corvonero.


Persino la missione nell'Ufficio di Peverell potrebbe essere condotta singolarmente. Ma tu vuoi il gruppo. Perché? Non certo per condividere un merito di cui vorresti, e non potresti, vantarti. Sbaglio?

Un ultimo sguardo di sfida, prima di sfiorarsi la guancia con le dita.
Non c'era alcun motivo di litigare, lei non cercava quel tipo di confronto, ma aveva l'impressione che Mitchell se la sarebbe presa per quelle insinuazioni.



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view post Posted on 29/3/2016, 18:09
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Mitchell era immobile a fissare Thalia ascoltando le sue parole riguardo il reparto proibito, effettivamente era possibile non tutti erano come Mitchell, affascinanti da ciò che ad Hogwarts non insegnavano, cioè che chiunque avrebbe definito oscuro, ma che il Corvonero avrebbe solo definito Conoscienza.
Però non capiva esattamente il gioco a cui la Tassorosso voleva giocare, ma MItchell non era sicuramente uno che l'avrebbe data vinta così facilmente.
"Penso che sia normale avere paura di certe cose. Entreresti mai da sola nella foresta proibita? Magari di notte, così non sai mai cosa ritrovarti davanti?" - disse Mitchell pensando di avere incartato per bene la Tassorosso prima di riprendere a parlare: "Ricordati Moran, non è sempre un male ammettere di avere paura" - concluse il ragazzino sorridendo.
Il ragazzino era perfettamente calmo e riusciva ponderare in modo da poter rispondere alle parole di Thalia allo stesso modo, anche se la sua ultima affermazione, riuardo la sua crociata lo colpì un po' sul personale, ma non voleva cedere, non doveva arrabbiarsi ma rispondere come sempre, cosa che successe grazie ad un enorme sforzo: "Io non voglio vantarmi della mia impresa, sai non sono l'unico a non amare Peverell, c'è chi come me vorrebeb fare la stessa cosa, una specie di vendeta degli studenti." - concluse il ragazzino lasciando la parola alla Tassorosso aspettandosi un'altra risposta tagliente come le precedenti.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Mitchell stava lì, in piedi di fronte a lei, e sembrava non avere idea di come rispondere alle insinuazioni della ragazzina riguardanti il Reparto Proibito. Thalia sapeva, in cuor suo, che quello scambio di opinioni sarebbe giunto, prima o dopo, ad un punto di non ritorno: temeva che il Corvonero reagisse, in qualche modo, non solo cercando di convincerla a prendere parte a qualche assurdo piano, ma che provasse ad influenzarla.
Certo, non era abituata a farsi dire quali comportamenti tenere o quali dovessero essere le sue opinioni: pensare con la sua testa, quello era l'insegnamento più grande che avesse mai potuto ricevere dalla sua famiglia. D'altro canto, però, la affascinava il modo di Mitchell di affrontare le cose, pur non avendo molti punti in comune con lui.
Se credeva che la Foresta Proibita fosse banale, Thalia riteneva che il ragazzino si sbagliasse di grosso. Il Reparto Proibito la affascinava, non tanto per i suoi amati libri, quanto per il fatto che fosse, per definizione, "proibito". Non le interessava la conoscenza di cui Mitchell tanto millantava le qualità. Nonostante ciò, se avesse dovuto introdursi senza permesso in quella sezione della Biblioteca, l'avrebbe fatto solamente se avesse potuto guadagnarci qualcosa.
E sarebbe accaduto, prima o poi: la sua curiosità l'avrebbe spinta presto a cercare informazioni proibite alla maggior parte degli abitanti del Castello, ma in quel preciso momento una ragazzina del secondo anno non poteva desiderare nulla che fosse contenuto in quel Reparto.


*C'è un tempo per tutto, in fondo.*

Si stupì di quei pensieri, data l'istruzione e l'educazione ricevute, ma iniziava a capire che probabilmente la sua personalità avrebbe preso una strada diversa da quella prevista dalla sua famiglia. Era certa che quel lato di sé fosse un'eredità di suo padre, ma non sapeva ancora se sarebbe stata bene accetta.

Penso sia normale avere paura di certe cose. Entreresti mai da sola nella Foresta Proibita? Magari di notte, così non sai mai cosa ritrovarti davanti? Ricordati Moran, non è sempre un male ammettere di avere paura.

Quel discorso stava diventando una costante: con un altro ragazzino aveva affrontato la stessa discussione, sebbene i termini fossero ben diversi. Il ricordo di quella chiacchierata con Mike era vivo nella sua memoria e, d'altra parte, non avrebbe potuto essere altrimenti.
In quell'occasione, lei stessa aveva preso il ruolo che ora Mitchell aveva occupato nella loro conversazione. Era strano trovarsi dall'altra parte della barricata, ma di sicuro non si sarebbe fatta dare lezioni di vita. Non da un suo coetaneo.


Solo gli stolti non hanno paura, Lacroix. Eppure non vedo il nesso tra la mia domanda e la tua risposta. Un giretto nella Foresta Proibita non richiede solo una buona compagnia, ma anche un'ottima preparazione. Il Reparto Proibito non nasconde creature oscure o violente. Quindi... che paura potresti mai avere, introducendoti lì dentro da solo?

*Credeva di farmi la lezione? Illuso.*

Quel tono secco e stizzito non le apparteneva e non sapeva nemmeno da dove le fosse uscito. Sapeva che sarebbe stata in grado di farsi rispettare, ma non voleva esagerare. In fondo, quella era una chiacchierata iniziata tranquillamente e avrebbe voluto che terminasse allo stesso modo.
Solo in quel frangente si chiese perché Danielle ci mettesse così tanto.
Erano passati venti minuti e di lei non vi era alcuna traccia.


*Dovrei regalarle un orologio nuovo.*

Io non voglio vantarmi della mia impresa, sai non sono l'unico a non amare Peverell, c'è chi come me vorrebbe fare la stessa cosa, una specie di vendetta degli studenti.

*Ancora con questa storia?*

Nel suo immaginario Peverell non era il suo insegnante preferito, ma non per questo avrebbe meritato uno scherzo di così cattivo gusto. Dal canto suo non avrebbe partecipato a quella "vendetta" per il solo gusto di vederlo sbraitare. Era un uomo colto ed intelligente, ci avrebbe impiegato poco per capire a chi attribuire quella bravata e lei, personalmente, non avrebbe voluto essere nella lista degli indesiderati.

Vendetta o no, Mitchell, seriamente... ne varrebbe la pena? Peverell non sarà simpatico, forse, ma è un brav'uomo. Non avrai il mio supporto.

Così dicendo si voltò a guardare il corridoio che terminava con la rampa di scale. Che fosse il caso di avviarsi? Danielle poteva essere già in Sala Grande.
Gettò uno sguardo a Mitchell e si ritrovò a riflettere sulla possibile risposta del Corvonero.


*Sicuramente insinuerà che sono una fifona. Come se la sua opinione potesse cambiarmi la vita.*


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Sentendo le parole della Tassorosso il giovane Lacroix si accorse di avere esagerato a marcare il discorso sulla paura in quanto ognuno ha le sue, Mitchell voleva fare qualcosa per movimentare la vita nella scuola ma aveva comunque la paura di dover incontrare il suo Caposcuola in caso di punizione e da voci di corridoio si dice che non sia così magnanimo con i Corvi che si fanno punire, perciò MItchell era un minimo frenato anche da quello.
"Beh Moran un giretto nella Foresta lo facciamo quando vuoi, per me non c'è alcun problema" - disse il Corvonero facendo un po' lo spavaldo, scena che gli riuscì piuttosto male in quanto la spavalderia non è mai stata il suo forte.
Poco dopo la Tassorosso ritornò sul discorso Peverell, effettivamente il suo ragionamento era giusto, ma Mitchell voleva zittire quella bocca che molto probabilmente diceva la verità, ma come? Il Corvonero era dubbioso sul come non riusciva a trovare una falla nella difesa di quella ragazza, era una che ci sapeva fare a parole cose che stava divertendo parecchio il Corvonero ma allo stesso tempo gli urtava i nervi, non poteva sopportare che una persona si mettesse in mezzo fra lui e la sua "preda", in questo caso quel vecchiaccio del professor Peverell.
"Moran non mi pare nemmeno di averti chiesto di aiutarmi in questa cosa..." - disse lui con un tono serio cambiando espressione del volto passando da quella allegra e sorridente di prima ad un'espressione piuttosto seriosa.
L'idea che la ragazzina avesse paura si insinuò nella testa di Mitchell che cercò subito di sfruttare questa cosa per mettere in difficoltà la ragazzina.
"Senti Moran ho una proposta per te, appena sarò al secondo anno, andiamo ad Hogsmade a fare un giro alla Stamberga Strillante, ti va? Dopotutto se sei così coraggiosa da andare nella foresta proibita cosa vuoi che sia una casa infestata per te" - disse il Corvonero che rimase immobile in attesa di una risposta.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Considerare i pro e i contro era un'attività tipica delle persone sagge e Corvonero, dopotutto, non premiava proprio l'acume, la logica e l'intelligenza? Mitchell sembrava aver dimenticato quelle caratteristiche per un momento, seppur breve. In cuor suo Thalia sperava ardentemente che il ragazzino demordesse e proponesse di incamminarsi verso la Sala Grande. L'appetito stava iniziando a diventare una presenza fastidiosa.
Mitchell, però, sembrava interessato a tutt'altro.


Beh Moran un giretto nella Foresta lo facciamo quando vuoi, per me non c'è alcun problema.

*Sta seriamente evitando di rispondere ad una domanda?*

Il ragionamento precedentemente affrontato dalla Tassorosso era stato bellamente ignorato dal Corvonero e questo la fece innervosire ancora di più. Non sopportava di vincere un diverbio in quel modo: voleva che Mitchell ammettesse che il suo ragionamento non avesse un principio e una fine. Si arrampicava sugli specchi, per così dire, e ciò non era ammissibile. Non per un Corvonero.
Mitchell aveva assunto un'espressione seria, come se volesse metterla in guardia, ma la ragazzina non si fece intimorire.


Moran non mi pare nemmeno di averti chiesto di aiutarmi in questa cosa...

*Ci prende gusto a chiamarmi per cognome?*

Avrebbe voluto davvero prendersi una rivincita su di lui, ma non le sembrava il caso di farlo vicino alla Sala Comune dei Corvonero.
Con la schiena appoggiata al muro di pietra e le braccia dietro alla schiena, poteva sentire la bacchetta nascosta nella veste dell'uniforme giallo-nera. Considerò seriamente l'ipotesi di estrarla se fosse stato necessario, ma non avrebbe voluto farlo. Non c'era motivo.


*Non ancora almeno...*

Avremo tempo di definire i dettagli per quello... mormorò, rivolgendogli nuovamente lo sguardo. Per tutto il tempo aveva evitato di osservarlo. Quel sorrisetto malizioso che così sovente compariva sul volto del ragazzino iniziava a darle fastidio. Non poteva affrontare ogni discussione con quel sorrisetto ebete sul volto.

*A dir poco irritante.* commentò tra sé.

Senti Moran ho una proposta per te, appena sarò al secondo anno, andiamo ad Hogsmade a fare un giro alla Stamberga Strillante, ti va? Dopotutto se sei così coraggiosa da andare nella foresta proibita cosa vuoi che sia una casa infestata per te

Inarcò un sopracciglio e si limitò a fissarlo. La Stamberga Strillante? Continuava a proporre nuove soluzioni ed alternative, come se avessero tutto il tempo per definirne i dettagli e potessero permettersi di tentare ogni proposta.

*Forse gli sfugge un punto fondamentale nella questione.*

Stamberga Strillante? E chi ti dice che non ci sia già stata o che ci potrei andare prima che tu raggiunga il secondo anno? Potrei avere così fretta di entrarci che non ti aspetterei!

Aveva alzato il tiro, era palese. Anche uno stupido avrebbe colto l'ironia di quella frase, ma chissà se il Corvonero avrebbe avuto la stessa capacità. Aveva tenuto per sé le considerazioni sulla precedente frase del suo interlocutore e non vedeva l'ora di esprimere il suo disappunto a riguardo.

...e comunque, Lacroix, devo dissentire. Mi è parso di sentirmi dire, meno di due secondi fa, "Tu aiuti me, io aiuto te". Ora, non per essere la classica so-tutto-io, che non mi si addice affatto... ma non ti pare di aver usato il verbo "aiutare"? E se non sbaglio hai continuato a propormi di partecipare per almeno cinque minuti buoni.

Fu il suo turno di esibire un sorrisetto malizioso.

Fossi in te, starei attenta alle parole che scelgo di usare. Altrimenti poi finisci per fare una magra figura. E non lo vuoi, giusto? Insomma: voi Corvonero avete un certo stile...

Liberò una mano da dietro la schiena, muovendola nell'aria come per scacciare un'idea: quel gesto avrebbe fatto innervosire chiunque. Chissà che cosa avrebbe mai potuto dirle, in quel momento, il ragazzino.
Nulla che Thalia non avrebbe saputo gestire.


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Il ragazzino si stava innervosendo sentendo quella Tassorosso che continuava a rispondere ad ogni cosa, era quasi tentato di castarle un Silencio, così giusto per farla stare zitta un po' ma poi sarebbe finito in un guaio piuttosto grosso e i prefetti Corvonero non sarebbero stati indulgenti con lui perciò tolse subito la mano dalla bacchetta che aveva già prontamente alla mano, lasciando il legno nella tasca posteriore dei jeans, anche se la tentazione di usarla era tanta.
Sentendo anche la risposta ironica riguardo alla Stamberga Strillante il ragazzino sentì il sangue ribollire, non voleva farle del male e per quello non doveva cedere a quella tentazione di estrarre la bacchetta e castarle un qualunque incantesimo, la razionalità del Corvonero infatti ebbe la meglio su quella voglia che lo rodeva dall'interno, impedendogli così di utilizzare la bacchetta e tentare di vincere.
"Si in effetti ho fatto una brutta figura" - disse il ragazzino ridendo alla sua affermazione riguardo il non averle chiesto di aiutarlo con la questione Peverell, appena però il Corvonero si ricompose parlò nuovamente: "Bene, direi che è ora di cena, ci si vede in Sala Grande!" - si interruppe facendo una pausa mentre mentre si stava già avviando in direzione delle scale per poi fermarsi e riprendere a parlare: "... Però ricordati che la mia proposta per la Stamberga Strillante è ancora valida, se ti va sai dove trovarmi. Ci si vede Thalia Moran, è stato un piacere!" - concluse Mitchell andandosene e lasciando sola la Tassorosso in attesa di Danielle.

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Thalia Jane Moran – Tassorosso – 2° Anno
Con ogni probabilità aveva superato il limite e se si fosse ritrovata distesa sul pavimento, dolorante, l'avrebbe accettato, seppur con riluttanza.
A volte tenere a freno la lingua era difficile, persino per lei, ma la voglia di far capire a Mitchell che il discorso era finito e che lei aveva "vinto" era troppa.
Non le piaceva l'idea di imporsi sugli altri, ma d'altro canto il Corvonero era riuscito a suscitare in lei un mutamento che nemmeno la Tassorosso sapeva spiegarsi. Il sarcasmo non aveva nulla a che vedere con quello che era appena accaduto in quel corridoio: aveva dato il via libera a qualcosa di diverso, che ancora non riusciva a definire con precisione.
Mitchell sembrava una corda di violino in quel momento, tesa allo stremo, e non ne era sicura, ma credeva di vedere la mano stringere l'impugnatura della bacchetta.
Non portò la mano sull'uniforme: non avrebbe preso la bacchetta a propria volta. Non si sarebbe abbassata a tanto, anche se la tentazione c'era stata ed era riuscita a reprimerla.
Era stato strano, in un primo momento aveva temuto che il Corvonero le scagliasse contro un qualche incantesimo, ma poi la consapevolezza di aver superato il limite le aveva fatto accettare la cosa. Altrettanto anomalo era stato osservare Mitchell assumere nuovamente un'espressione calma, molto lentamente.


*E' strano. Non c'è dubbio.*

Bene, direi che è ora di cena, ci si vede in Sala Grande!

Thalia non profferì parola. In pratica Mitchell aveva abbandonato il gioco e non le restava da fare altro, se non accettare la sua scelta di defilarsi. Non c'era molto da aggiungere, perciò si limitò a mettersi dritta, portando entrambe le mani avanti ed incrociando le braccia. Non si aspettava certo l'ultima stoccata del ragazzino.

... Però ricordati che la mia proposta per la Stamberga Strillante è ancora valida, se ti va sai dove trovarmi. Ci si vede Thalia Moran, è stato un piacere!

*Non si darà mai per vinto, è incredibile.*

Non era un complimento. Non dopo quei venti minuti passati a discutere su quale occupazione fosse la migliore al fine di perdere punti e il rispetto dei compagni di Casa. Era stata una conversazione a tratti sfiancante, in altri davvero stimolante, ma Thalia era stanca di giocare e, a quanto sembrava, lo era anche Mitchell.

Oh sicuramente, Lacroix.

Risposta breve e senza promesse. Di sicuro non l'avrebbe cercato e, se l'avesse incontrato... non avrebbero più affrontato l'argomento che, ormai, aveva perso ogni attrattiva. Lo osservò, mentre s'incamminava da solo verso le scale: di lì a poco si sarebbe diretta lei stessa in Sala Grande per la cena. Non aveva alcuna intenzione di avere altri scambi di opinione con il ragazzino.
Per prendere tempo si voltò nuovamente verso la finestra, osservando il giardino immerso nell'oscurità.
La Foresta Proibita era ancora lì, affascinante più che mai.




parlato - narrazione - *pensato*


 
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