| Non appena mi scusai al posto di Spike, percepii subito il suo sguardo su di me. *Non contraddirmi, Spike, ti prego* sperai con tutta me stessa, fiduciosa che avrebbe capito il mio piano. Fortunatamente non fuoriuscirono parole dalla sua bocca. Sospirai impercettibilmente di sollievo, aspettando la risposta del giovane sconosciuto. Sentii successivamente un piccolo spostamente d'aria provenire dalle mie spalle, poi la sagoma del tassino si impiantò di fronte al tizio. Tutto ciò che notai fu la sparizione improvvisa della bacchetta. Probabilmente il tipo aveva giustamente scelto la via della pace, riponendo il proprio catalizzatore in tasca. Ma ecco che la solita, arrogante voce familiare giunse alle mie orecchie, facendomi sbarrare gli occhi dalla disperazione. - Di un pò, cosa ci fa un Corvonero con una borsa sospetta dentro questa aula a quest'ora? Da quel che so io tutti voi Corvonero siete delle cime di sapienza... certo con queste tecniche di studio - disse Spike, sghignazzando subito dopo. *Accidenti a lui! Perché non riesce a trattenersi dal ribattere? E adesso cosa succederà?* - Sono certo che manterette a lungo la vostra reputazione - continuò. In quel momento mi avvicinai ai due contendenti, decisamente preoccupata. Guardai prima il tassorosso, lanciandogli un'occhiataccia, poi l'altro, che si rivolse a me, offeso, sbottando: - Il tuo amico è un po' ambiguo sai? Sei sicura sia dispiaciuto? No perché non starò qui a sentire una parola di più da un mocciosetto come questo! Dovreste pensare agli affari vostri! Io non ci tengo a stare qui con voi. - - E tu... - aggiunse, rivolto verso il ragazzino dinanzi, puntandogli contro un dito con fare minaccioso - Augurati che questa storia non venga fuori, altrimenti ci saranno ripercussioni molto sgradevoli per te! - Detto ciò lasciò la stanza a passo spedito, non prima che il tassorosso gli ebbe rifilato: - Si certo, me lo auguro proprio. Ti aspetto quando vuoi... buffone. - Feci un paio di passi in direzione dell'uscita, seguendolo per un breve tratto, sollevando le mani verso lo sconosciuto che oramai se ne era andato, per cercare di fermarlo. Eppure non riuscii a dire nulla, neanche una misera sillaba. Dunque mi fermai, testa bassa, con gli occhi chiusi e la fronte aggrottata. Esalai rumorosamente un sospiro, avvilita. Poi ruotai su me stessa, puntando gli occhi contro quelli del coetaneo. - Perché hai dovuto rispondergli male? - bisbigliai. Mi avvicinai a lui poco dopo, lentamente, continuando a guardarlo. - E se fosse successo qualcosa di spiacevole? - gli chiesi, alzando non di molto la voce, ma quel tanto che bastava per fargli capire che mi ero preoccupata per lui.
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