| Il Natale era alle porte e Oliver Brior era all'esterno. No, non era una metafora né una particolare figura retorica: era letteralmente fuori dal castello di Hogwarts e semplicemente perché Mastro Gazza aveva scelto di ispezionare ogni pacchetto che il ragazzo portava nelle numerose buste che stringeva tra le dita delle mani, sotto le braccia e una addirittura sospesa di fronte a sé grazie alla bacchetta magica con la quale aveva castato l'Incanto di Librazione e che adesso era tra i denti per mantenere il legame intatto, non avendo modo di impugnarla in altro modo. Il guardiano lo aveva visto rientrare dal cancello d'ingresso come se fosse BabboNatale appena giunto ad Hogwarts per consegnare i suoi doni, quindi la sete di vendetta contro la festività si era accesa nel suo spirito da Grinch. Gazza continuava a sbraitare sulla pericolosità di certi oggetti, sul rigido controllo che la Preside stessa gli aveva suggerito di attuare e sul fatto che molti studenti nascondessero artefatti particolari tra le mutande. Oliver aveva dovuto poggiare a terra sul manto innevato del prato tutte le scatole, buste e sacchetti che si stava trascinando dietro da Hogsmeade. La rabbia era placata dal senso di rispetto che il bon ton gli aveva insegnato a considerare sempre, perfino con elementi rozzi come il Custode. Tuttavia, c'era un limite a tutto. "Nelle mutande, nascondono tutto vicino i fringuelli come se potessero sfuggirmi..." mormorò l'uomo anziano, facendo imbestialire e divertire Oliver allo stesso tempo. Come era possibile? Mistero. "Mastro Gazza, sono semplicissimi regali di Natale, niente di straordinario" "Non dire baggianate, tu nascondi la serpe!" "Io non nascondo proprio un bel niente!" Ed ecco che l'animo gentile del giovane Grifondoro si scaldava. "Senta, ha già controllato tutti i pacchetti, mi lasci..." "Mi lasci passare un corno, giù le mutande!" "Signor Gazza, non posso mostrarle il fring-" "E' per la sicurezza, razza di..." "NON MI DENUDERÒ DI CERTO, STA PARLANDO CON UN CAPOSCUOLA, DANNAZIONE!" urlò Oliver, stanco di quel teatrino. La bacchetta che aveva tolto dalle labbra adesso era stretta alla mano destra, quella dominante, e rilasciò qualche scintilla rossa a causa dell'esplosione di rabbia. Oliver non parlava mai del suo ruolo, se non per questioni particolari, eppure si era infastidito a tal punto da perdere qualsiasi contegno. Il volto era rosso come un peperone, mentre quello di Gazza parve sbiancare. Forse aver finalmente scoperto di trovarsi di fronte un Caposcuola aveva avuto l'effetto sperato dal Grifondoro. Quest'ultimo placò il respiro e i battiti del cuore in subbuglio, quindi puntò la bacchetta magica contro la massa di regali a terra e un secondo dopo fece scattare il polso in un movimento continuo dal basso verso l'alto, come a tracciare un cerchio nell'aria. Gazza indietreggiò, ignaro dell'azione dello studente, ma il giovane Mago scandì velocemente la formula magica richiesta con un nome in Latino: "Mobili Dona" I regali volteggiarono dal suolo, attirati da fili bianchi, quasi invisibili, spuntati dalla bacchetta d'Abete come una ragnatela. Un istante dopo Oliver lasciò di sasso Mastro Gazza, indirizzandosi ai piani alti del castello di Hogwarts con l'espressione furente, i sacchetti volanti e il volto avvampato.
Fra i diversi e numerosi luoghi di Hogwarts, quello maggiormente visitato da Oliver forse era proprio la Guferia: adorava tessere molte corrispondenze epistolari, non importava se con i suoi genitori, suo cugino Elijia, suo zio Albert in Irlanda oppure con gli amici che aveva tra le mura del castello e non solo. Lady, la sua civetta delle nevi, ormai era abituata a quei viaggi, le permettevano addirittura di allenarsi e di vincere l'ambito premio di Civetta dell'Anno, o meglio di Regina del Volo di Hogwarts. Doveva farcela a qualsiasi costo, anzi aveva tutte le carte in regola per ottenere quel premio inventato dai suoi colleghi rapaci. Notando il Grifondoro a lei tanto caro, dunque, Lady sfrecciò dal trespolo sul quale era poggiata a sonnecchiare per planare esattamente sulla testa di Oliver, facendogli perdere leggermente l'equilibrio. "LADY, SEMPRE ELEGANTE COME UN PACHIDERMA" gridò quest'ultimo, non ancora del tutto ripresosi dall'incontro con Mastro Gazza. La civetta strillò come per sancire una grossolana risata, quindi cambiò postazione e infilzò gli artigli sulla spalla sinistra dello studente, bucando involontariamente il maglione blu, bianco e rosso a sfondo natalizio indossato dal giovane Mago. Ben presto i pacchetti da spedire - i primi pacchetti - furono tolti dalle varie buste, quindi Oliver prese una manciata di biscottini gufici per attirare altri pennuti sotto lo sguardo attonito e subito offeso di Lady. "Devo fare più consegne, Lady" spiegò Oliver ad alta voce. Diede da mangiare ad alcuni rapaci, quindi ne scelse tre per le sue consegne.
Il primo pennuto era un Gufo Reale molto ma molto grande, tanto da sovrastare in altezza la stessa Lady. Gli artigli erano lunghi e lo sguardo sembrava comunicare al pari di quello di un umano. Si affrettò a mettersi in bella mostra, come a sfidare Lady per il premio tanto ambito. Oliver legò un pacchetto blu con un fiocco azzurro ad una zampetta, sperando che il Gufo lo reggesse. Subito dopo diede una confezione più grande a Lady, sussurrandole di stringere per bene il pacchetto per non farlo cadere com'era accaduto con la lettera per la Preside. Lunga storia. "Lady e... signor Gufo, ecco, andate nella Sala Comune dei Corvonero. Lady, porta il regalo a Violet, la conosci, poi torna subito indietro. Signor Gufo..." - il bon ton era tardo a morire - "...se non le spiace, dovrebbe consegnare questo pacco ad un Corvonero di nome Daddy, nel dormitorio maschile. Capelli corti e sul biondo, occhi chiari e faccia da pagliaccio, ma pagliaccio simpatico, eh!" concluse, aggiungendo un sorriso divertito. Voleva già bene a quel ragazzaccio che aveva incontrato per caso in un ufficio vuoto tanto tempo prima, tramutato in un canarino e svenuto dinnanzi allo sguardo del Corvonero. Lunga storia anche quella. I due volatili andarono via velocemente, viaggiando sulle ali del vento.
"Riesci ad arrivare ai Sotterranei, piccolino?" La voce gentile di Oliver si rivolse ad un falco non molto grande, ma dall'aria di essere in grado di portare un bel pacchetto ad un altro destinatario. Dopo aver legato alle sue zampe la scatola di medie dimensioni ma per niente pesante come ci si sarebbe aspettato, il Grifondoro vi aggiunse un'altra lettera, quella con su scritto il nome di Chrisalide, la sua amica Serpeverde. Diede una carezza al falco e poi lo lasciò librare nel cielo già trapuntato dai colori del tramonto di quel primo pomeriggio. Nello stesso momento rientrarono in Guferia sia Lady sia il Gufo Reale, la prima per niente elegante nel volo, quasi sembrasse un Fuoco Fatuo bianco impazzito; il secondo molto più fine, che raggiunse Oliver senza emettere un unico verso stridulo come la compagna. Il ragazzo fu felice di rivederli, perché aveva altre due consegne per concludere quel giro iniziale di spedizione doni. Quando legò i pacchetti rossi e dorati alle zampette, Lady parve osservarlo come a chiedere "ma dare di persona i regali ti faceva pesare il culo?", lasciando presagire tali parole rozze da un unico sguardo. Quasi a risposta, Oliver disse: "Lady, non lamentarti e vai nella Sala Comune dei Tassorosso. No, ferma, non da Helen" La civetta già era pronta a spiccare il balzo, adorava quella Casata perché i Tassorosso erano i più generosi nella distribuzione di biscottini gufici, soprattutto Helen. "La incontrerò da vicino. Devi andare da Thalia Moran, la riconosci perché assomiglia a Sheila, la signora che ti difese da nonna tempo fa, ricordi? Ecco, vai e poi torna per altri biscottini" Lady sfrecciò via, seguita poco dopo dal Gufo al quale Oliver aveva parlato con calma. "Signor Gufo, un ultimo sforzo e poi non la disturberò più. Porti questa scatolina a Miss Elliott, Leah Elliott, sempre Tassorosso. Tanti biscottini anche per lei" Rimasto solo, recuperò i doni che avrebbe dovuto distribuire ad altri amici, poi lasciò un'intera confezione di biscotti gufici (la sua ultima scorta comprata a Mielandia) accanto il trespolo dove spesso si appollaiava Lady, così da nasconderli agli occhi dei pochi restanti rapaci ancora non usciti a caccia con il favore della notte. Soddisfatto, uscì dalla Guferia con un sorriso sul volto, diretto alla Torre Grifondoro mentre sussurrava tra sé e sé qualcosa come: "Buon Natale, ragazzi!" Mr Daddy Toobl Dormitorio Maschile Sala Comune Corvonero Torre di Divinazione, Hogwarts
Oliver Brior contatta Daddy! - Passo Canarino all'orizzonte, sarà forse umano? - Passo Se riesce a flirtare con la Piovra Gigante sì! - Passo Passo e chiudo: volevo scrivere un messaggio particolare, ma non credo di esserci riuscito, meglio interromperlo prima di giungere alla fine della pergamena. Dunque, la civetta che probabilmente sta tentando di cavarti gli occhi è, ahimè, mia e si chiama Lady: gradisce molo i biscottini gufici, magari ti risparmierà la vita. So che non ci conosciamo da molto tempo, ma ho voluto spedirti un piccolo dono di Natale: del resto, mi hai visto nelle sembianze di un canarino giallo, quello sì che è un gran modo per iniziare un'amicizia. Scherzi a parte, spero che il maglione ti vada e ti piaccia, volevo prenderne uno con le renne cornute (nel senso letterale del termine), ma Madama Malkin mi ha convinto a scegliere qualcosa di più classico. Colpa sua, allora! Buon Natale, signor "faccio-cadere-Zoey-ai-miei-piedi" (per inciso, la Piovra Gigante ha un debole per te, che sia la tua migliore amante?).
Buon Natale, Oliver Brior
Miss Violet Wilson Dormitorio Femminile Sala Comune Corvonero Torre di Divinazione, Hogwarts
Mia cara Violet, perdona se ho scelto di spedirti questo regalo via Gufo (tra l'altro, quel rapace non è la mia Lady, non so bene come si comporterà), ma non ero certo di riuscire a vederti prima del mio rientro in Irlanda. Alla Festa di Natale saremo impegnati e volevo che fosse una sorpresa vera e propria. Ho riflettuto un sacco sul tuo regalo: all'inizio avevo pensato ad un articolo musicale, poi ad un amuleto e, infine, ad un vero e proprio augurio. Ricordi il giorno del nostro primo incontro? (O forse del secondo? Pardon!) Eravamo in Sala Grande seduti allo stesso tavolo, senza importarci del fatto che appartenessimo a Casate diverse: eravamo uniti e parlavamo dei nostri sogni con quel ragazzino simpatico dei Tassorosso e con Madama Hale, l'ex docente di Astronomia. Ci chiese cosa volessimo fare in futuro e tu confessasti la tua passione per la fabbricazione delle bacchette magiche. Non l'ho dimenticato e quindi ho scelto di regalarti il testo Le bacchette magiche, nella speranza che la lettura circa questo particolarissimo campo magico possa essere un augurio per una carriera brillante e sicuramente ricca di successi. Chissà, forse comincerò a chiamarti Vì-Olivander-La-Vendetta: sarebbe incredibile, non trovi?
Buon Natale, amica mia! Con affetto, Oliver Brior
All'interno del pacchetto troverai il volume Le bacchette magiche, +1 PM Miss Chrisalide E. Lovecraft Dormitorio Femminile Sala Comune Serpeverde Sotterranei, Hogwarts
Come rappresentare l'affetto attraverso un oggetto? Credo sia impossibile, Chrisalide, per questo ho scelto di considerare dei simboli. Al di là del paio di guanti rossi che, se uniti, formano un alberello di Natale, ho voluto regalarti qualcosa che si legasse alla nostra amicizia. Sei stata la prima persona a partecipare alla Festa della Luce, tradizione secolare per noi Irlandesi, proprio qui ad Hogwarts, accanto le rive del maestoso Lago Nero. Ti sei interessata alla Luce, hai fatto volare una lanterna con un desiderio segreto ed io l'ho apprezzato molto. Ho preso queste piccole lanterne rosse proprio da un negozietto caratteristico di Cork: non hanno poteri di alcun genere, ma dentro ci sono candele che potranno essere accese e illuminarti. Questo è il mio dono significativo, nella speranza che la nostra sia solo la prima di tante Feste della Luce in compagnia.
Con affetto, Oliver
Miss Leah R. Elliott Dormitorio Femminile Sala Comune Tassorosso Sotterranei, Hogwarts
Essere parte di qualcosa di speciale ti rende speciale, non è così? Volevo che questo Natale fosse, come dire, più dolce e significativo, quindi mi sono recato nelle Cucine di Hogwarts tramite il passaggio segreto di cui forse ti parlai in passato; grazie ad Estia, un'Elfa Domestica gentilissima, sono riuscito a preparare questi biscotti al cioccolato bianco a forma di stelle. E' un piccolissimo dono per te, Leah, perché tu possa brillare della tua passione, della tua voce e della musica che caratterizza entrambi e che ci ha fatto incontrare in quella zolla di terra solitaria dei Giardini di Hogwarts. Un abbraccio alla mia Irlandese del cuore!
Buon Natale, Oliver Brior
//OT: Ci tenevo a realizzare un desiderio della tua lista. Non saranno stelle concrete, ma spero tu possa apprezzarle lo stesso. Auguri di cuore, futura collega!
Scatolina decorata con dentro biscotti di marzapane al cioccolato bianco a forma di stelle. Miss Thalia Moran Dormitorio Femminile Sala Comune Tassorosso Sotterranei, Hogwarts
Senza liquirizia, addio mia furbizia! Senza cannella, la vita è monella! Sono certo al cento per cento che tu conosca questo detto, mia nonna lo ripete tantissime volte nell'arco di un anno. Per quanto spesso snervante, il proverbio nasconde un senso a noi abitanti di Cork molto noto: la cannella è il simbolo della bontà, della tranquillità dello spirito e della pace interiore. Regalare una radice a qualcuno è segno di buono augurio, ecco perché casa mia ne è strapiena nelle varie decorazioni. Ho fatto personalmente la candela che Lady, la mia civetta delle nevi, ti ha appena portato: attorno ho attaccato tante radici di cannella, unendole con cera e un minuscolo nastrino. Ci siamo visti una sola volta e per di più ti stavo travolgendo con il monocoso, ma hai avuto una bellissima impressione su di me e su Mos, quindi ci tenevamo a rendere il tuo Natale più caratteristico. La candela è solo un simbolo, ripeto, ma nessuno più di un abitante della mia stessa Contea potrebbe comprenderlo appieno. Auguri di buon Natale, Thalia, e che possa essere un giorno migliore anche per te.
P.S.: Ho parlato di te a mia nonna e dice di essere elettrizzata dal fatto che finalmente ci siamo incontrati. Come ti dissi, conosce la tua famiglia, in particolare tuo zia Sheila e tuo nonno (dice anche di custodire i ricordi migliori della sua adolescenza grazie a lui, chissà che avranno combinato quei nobiloni). A questo proposito volevamo invitare la vostra famiglia a celebrare il Natale con noi alla tenuta di nonna Adeline. Sarebbe un immenso piacere e ci divertiremo molto a prendere in giro mio cugino Elijia (o ad essere presi in giro, dipende dai punti di vista). Spero in una risposta affermativa, la notte potrete alloggiare nelle stanze degli ospiti senza alcun problema. I miei omaggi ai tuoi parenti.
Con affetto, Oliver Brior
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