↘ divenni pazzo con lunghi intervalli di orribile sanità mentale.
Le due ragazze sono rimaste in silenzio, senza parlare, per un paio di minuti. Le ho scandalizzate troppo, forse? E se se ne fossero andate entrambe? Magari hanno deciso di andar via da me, allontanarsi, e chiacchierare in altri luoghi. Nel caso, non le vorrei seguire. Le lascerei andar via, guardandole, osservano l'ennesima amicizia fumarsi a causa mia, del mio orrendo carattere. Fin troppe amicizie ho rovinato. O meglio, quelle poche amicizie. Non mi sono fatto molti amici nelle scuole babbane, qui ad Hogwarts ancora meno...anzi, non ne ho nemmeno io. Colpa mia? No, oh no, non credo proprio. Piuttosto penso che gli altri mi vedano come una minaccia, un qualcosa di pericoloso. Non mi piace dare questa impressione, ma è evidente che pensano a quello. A meno che non sbaglio io ad intuirlo, ma no...io non sbaglio mai. Non è da me sbagliare, assolutamente.
Poi, la ragazza Corvonero si siede affianco a me. E la cosa mi ha sorpreso non da poco, lo devo ammettere. Non pensavo che accadesse, e invece eccola qui, vicina vicina a me. Ha cominciato pure lei a contemplare il paesaggio fuori la vetrata, osservando, penso, il Giardino. O qualcos'altro di cui non ho nemmeno voglia di scoprire. O magari sta notando anche lei di come sia carina la Torre di Astronomia. Le Torri sono qualcosa che ha da sempre affascinato l'uomo, sin dai tempi antichi. E' il simbolo per eccellenza della Difesa, ed è proprio questo che attrae la gente. “ Non pensavo fosse così generoso Mister Oakley! Se permette la sincerità, non ritiene di avere sufficienti problemi di cui curarsi senza affliggersi anche di quelli altrui?” esordisce la Corva. Mi volto verso lei, osservando il suo grazioso viso. Aggiungerei angelico, ma purtroppo ho compreso di come la belva si possa nascondere anche all'interno degli "angeli esteriori", quelli che all'esterno sembrano così dolci, carini e coccolosi. In una parola sola: Tassi. Non penso di avere problemi, comunque. Sono gli altri che non mi capiscono, che mi raggirano. Io sono solo una vittima dei loro giochetti. "Loro" in generale, tutti i ragazzi, sia delle scuole babbane sia di Hogwarts. Mi limito a guardarla, senza proferire parola. Lascio che parli, non voglio rispondere, almeno non a questa domanda.
“In ogni caso, non reputa anche lei che il migliore posto per nascondere un cuore sia effettivamente riporlo sul fondale di un lago? Sarebbe al sicuro da occhi indiscreti e pressoché impossibile da rinvenire, ma soprattutto da ferire. Mi dica, lei dove ha celato il suo? Ha trovato un posto più conveniente, un pozzo, per esempio…” E' ancora Mary Evans che parla. La Tassa magari se n'è andata sul serio, siccome ancora non la sento dietro di me. Mi volto appena con la coda dell'occhio, senza che qualcuno possa captare questo mio impercettibile movimento. Come un vero serpente, veloce, scattoso, e come già detto, impercettibile. La Owen è ancora lì, impassibile, indifferente, che non muove bocca, non dice nulla. Ora però ho a che fare con la Corvetta. La sua affermazione è qualcosa di strana, non me la sarei mai aspettata da lei. Spiega di come il cuore ci starebbe bene in fondo ad un lago, lontano dalle persone non desiderate. «Ha ragione, miss Evans» cerco di rispondere nel miglior modo possibile, in modo da non offrire l'impugnatura della bacchetta dalla parte della corva «E' forse il posto migliore. Chi potrebbe arrivarci, in quei fondali inaccessibili, di abissi oscuri e impenetrabili?». Rimango un attimo perplesso per la domanda successiva. Dove ho nascosto il mio cuore, e mi chiede se il luogo è un pozzo. Qualcosa comincia a prendere forma nella mia mente. Come una goccia di inchiostro che cade su un foglio di pergamena e avanza imperterrito colorando la carta e dando forma ad un disegno, nella mia mente mi ritorna quell'avvenimento. Un pozzo, al centro del cortile di quella scuola babbana, ci butto dentro una professoressa. Molti mi avevano rimproverato, dicendomi che era stata colpa mia, senza capendo, però, la verità. In realtà, qualcosa di strano era accaduto. Non l'avevo spinta io. Me lo ricordo bene: l'avevo squadrata, covavo odio e rabbia nei suoi confronti. I miei pensieri si erano appannati, non riuscivo più a ragionare, in sua presenza. La odiavo così tanto! Continuavo a fissarla, mentre lei era poggiata sul pozzo. Continuavo a fissarla, fermo immobile. Lei non mi aveva notato, era troppo persa in quel aggeggio babbano che loro chiamano "cellulare". Il resto è accaduto al'improvviso, un battito di ciglia, in un secondo preciso. Lei era stata spinta all'indietro, da una forza invisibile, ma proveniente dalla mia posizione. Sospinta all'indietro, dunque, si era capovolta all'interno dell'apertura del pozzo, cadendoci dentro. Ma nessuno mi aveva creduto. Francesca successivamente mi aveva rivelato che si era trattato solo di magia, in quanto mago. Una magia involontaria, causata dal mio sguardo. Una cosa strana, certo. Pensavo che gli incantesimi si potessero eseguire solamente con una bacchetta. «Un pozzo. Inaccessibile ed oscuro quanto il fondale di un lago.» mi sono limitato a rispondere. Ho notato di come la mano della ragazzina e' scivolata sulla sua borsa, ma non ci ho fatto caso, e non pensavo fosse un problema, dopotutto..