| 16-01-2007 - Omar Pedrini torna a calcare le scene live dopo quattro anni di assenza e dopo l’uscita del disco “Pane burro e medicine”. Il 26 gennaio partirà da Torino il suo “Pane burro e medicine Tour”, in occasione delle “Universiadi”. Queste le date finora confermate della tournèe del cantautore bresciano:
26.01.2007 Torino, Universiadi, Piazza Vittorio 03.02.2007 Ancona, Barfly 24.02.2007 Pordenone, Deposito Giordani 09.03.2007 Firenze, Viper Theatre 10.03.2007 Orzinuovi (Bs), Buddha Cafè 16.03.2007 Soave (Ve), Le Cupole 22.03.2007 Roma, The Place 30.03.2007 Milano, Salumeria della Musica
Omar Pedrini sul palco sarà accompagnato da: Filippo Ummarino, ex Timoria, (percussioni), Giampaolo Zucchi (tastiere), Cristian Piccinelli (tastiere), Larry Mancini (basso e cori), Max Comencini (batteria), Augusta Tirabeschi (corista), Silvia Figaroli (corsita), Roberto Giribardi (chitarra).
L’ultima touneè di Omar è stata quella di addio dei Timoria, dopodiché la sua carriera si è interrotta bruscamente nel maggio del 2004, nel giorno d’esordio negli stadi per il tour di Eros Ramazzotti, di cui Omar apriva i concerti. É stato colpito da un aneurisma aortico, dopodiché ha subito un intervento a cuore aperto durato otto ore con il conseguente divieto di cantare per non sforzare il suo cuore convalescente. Ma nell’estate del 2005 i medici comunicano a Pedrini che può tornare a cantare.
Il 26 maggio è uscito l’album “Pane burro e medicine”, la seconda opera “post Timoria” di Pedrini dopo l’esordio da solista nel 2004 con “Vidomàr” (in realtà è il terzo disco registrato senza i Timoria, calcolando l’esperimento musical-letterario “Beatnik” del 1996) e inevitabilmente è intriso delle emozioni che Omar ha vissuto in questi ultimi due anni. «Parafrasando Fellini, io riesco a essere autobiografico anche quando parlo di una sogliola. In “Pane burro e medicine” canto la mia esistenza con l’entusiasmo di un uomo che ricomincia a vivere, seppure dovendo prendere medicine per colazione. Tempo fa Bevilacqua ha scritto che ero un giovane vecchio: oggi io mi sento un arzillo vecchietto».
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