| C'è in Microsoft Word una funzione che si chiama "Riassunto automatico": gli si dice quale percentuale di sintesi si desidera e il PC riassume il testo, selezionando le frasi che gli sembrano più significative. Per esempio facendogli ridurre al 25% il testo del "Riassuntino" di Berenicella, si ottiene quello che segue:
Eri parole, poi una voce. "Semmai scappi" è la parola d'ordine. Monica e le sue avventure. Una serata insieme, chissà se ce ne saranno altre. Spero che il ricordo dei miei capelli ti resti tra le dita.
che potremmo anche chiamare (ehm... a questo punto Berenicella ha tutto il diritto di mandarmi a cagare) "Il riassuntino del riassuntino". Ma non contento, ho voluto provare con un intero romanzo e ho chiesto al PC di ridurre "Madame Bovary" di Gustave Flaubert in solo 500 parole. Questo è il risultato:
Alle spiegazioni seguirono le scenate. Al pianterreno non c'era nessuno. L'indomani alle nove, Charles era già alla fattoria. Emma salì nelle camere. «Ballare?» domandò Emma. Alle tre del mattino incominciò il cotillon. Alle quattro del pomeriggio bisognava già accendere il lume. Qui si ricorre ancora alle novene, alle reliquie, al curato, anziché rivolgersi, come sarebbe naturale, al medico o al farmacista. «Per me non esiste niente di più bello del sole al tramonto, soprattutto in riva al mare» disse Emma. «Alla lunga, però, finiscono con lo stancare» osservò Emma. Partorì una domenica alle sei, al levar del sole. «Venga al dunque» disse Emma. Liberatasi della balia, Emma si appoggiò di nuovo al braccio del signor Léon. Léon rientrò allo studio. Emma sorrise. Tolse Berthe alla balia. «Male» rispose Emma. cominciò Emma. «Mio Dio! Mio Dio!» sospirò Emma. «Portala via» disse Emma alla domestica. «Pioverà» disse Emma. Il signor Homais venne, come al solito, alle sei e mezzo, mentre cenavano. Emma trasalì. «Emma! Emma!» chiamò Charles. «Al signor Binet di Quincampoix.» «Al signor Belot, di Notre-Dame...»Disse: «Emma...»Signora Bovary!... «Crede?» domandò Emma. Emma si fermò. Emma respirava affannosamente. Emma si fermò. Emma non rispose. Emma trasalì. «Siediti» disse Emma. Trattava Emma senza riguardi. «Emma... «Ah, se sapessi!» rispose Emma. Finalmente si giunse al sabato, l'antivigilia della partenza. «Ne avremo altre» rispose Emma. Al secondo piano si fermò davanti alla porta accostata del solaio. Era Binet, al tornio. «Emma! Emma!» gridò Charles. Emma ebbe un singulto. Andarono, così, fino in fondo al giardino, vicino alla terrazza. «Signore!...» Aveva quel meraviglioso pallore che conferisce qualcosa della maestà del marmo alle stirpi ardenti del mezzogiorno. del denaro che lei...» Emma non rispose. Emma non arrivava. Emma era pallida. Si aggrappava, per salvare la sua virtù tentennante, a tutti i pretesti, alla Vergine, alle sculture, alle tombe. Emma entrò. disse Emma. La signora Bovary madre pensava al marito. Ripartivano al cader della notte. Emma rabbrividì. Andò a gironzolare intorno alla casa di Emma. V Prendeva lezione al giovedì. Emma batteva i piedi sull'acciottolato del cortile. Emma restava sola nella vettura. «No» rispondeva Emma. «Può darsi!» rispose Emma. Andremo a teatro, al ristorante, ci daremo alla pazza gioia.» Léon giurò che doveva tornare allo studio. Alle quattro del pomeriggio Hivert venne a svegliarla. Emma singhiozzava. Alla fine i tre se ne andarono. Alle due si precipitò da Léon, bussò alla porta. Emma arrivò sulla piazza del sagrato. Alla fine Homais aprì il borsellino. Arrivò tutta ansimante davanti al cancello del notaio. «Signore,» disse Emma «vorrei pregarla...»Un fiotto di sangue salì al viso della signora Bovary. Emma non rispose nulla. Emma se ne andò. Giunse infine al cancello vicino al fossato. Emma bussò al vetro. Emma era tornata.
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