Non l'Ungaro Spinato!, Quest n. 5

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view post Posted on 7/12/2015, 10:05
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Freddo, gelo e tempo di attesa di May, non era nulla.. in confronto allo spavento che le aveva appena fatto prendere Camillo! Si ritrasse quasi involontariamente quando il ragazzino le toccò la spalla, maledicendosi un secondo dopo per aver fatto una figura pessima. Poteva benissimo essere Zia May, o perfino suo padre.. Amber si sarebbe spaventata in ogni caso. La sua visione periferica era talmente pessima che non era più nemmeno il caso di stupirsi. Anche in casa, quando sapeva di essere sola con John, appena entrava in una stanza mentre lei era concentrata su altro, riusciva a spaventarsi.
- Buongiorno Amber!- la tassina riprese il controllo dei suoi battiti cardiaci ed accennò un sorriso al ragazzo.. per altro era proprio da lui che aveva preso quella cappa così comoda!
- Ehi Camillo !- Riuscì ad evitare la stupida domanda di rito " cosa ci fai qui" perchè pensava fosse abbastanza ovvio, insomma allo zoo cosa poteva andare a fare se non visitarlo? Se Amber avesse conosciuto di più il tassino, forse, si sarebbe fatta un paio di domande in più.
- Bella cappa, ti dona un sacco! Sembri una modella, sto seriamente considerando l’idea di proporre al capo di assumerti per pubblicizzare una nuova linea di abbigliamento.- la tassina si mise a ridere, divertita.. figuriamoci, lei come modella. Non avrebbe nemmeno avuto il coraggio di presentarsi ad un eventuale set fotografico.
- Se Sinister ama le vetrine vuote, allora si..- una frase detta con abbastanza leggerezza, e per fortuna si era fermata prima di continuare, perchè il passo dopo sarebbe stato chiedergli come diavolo era vestito lui! Sembrava un babbano in piena regola. Non che Amber fosse razzista, a lei non cambiava molto.. solo, non era abituata a vedere maghi vestiti così..
- Come te la passi?- guardò verso la folla, come lui.. per un attimo aveva dimenticato che doveva incontrarsi con Zia May, ma lei non era ancora arrivata.. quindi si limitò a dire..
- Bene.. insomma, se mia Zia arrivasse in tempo.. Ero venuta a vedere i Thestral ma.. un suono tremendo la zittì all'istante. Proveniva dal parco..e sembrava qualcosa di davvero spaventoso, molti maghi si stavano ammassando all'uscita, una massa di gente spaventata l'avrebbe travolta di li a pochissimo. Non aveva tempo di fermarsi a ragionare, la cosa più saggia era quella di precedere la folla, e prendere il primo mezzo utile per tornare a casa, al sicuro. Ma l'istinto di Amber, spinto dalla sua curiosità, la portò ad agire diversamente. Esattamente nel modo opposto.
Si spostò a lato per evitare di essere spinta da troppe persone, e cercò una via per arrivare alla fonte di quel suono! Voleva sapere cosa l'avesse prodotto... erano forse i Thestral che tanto amava?
Non sapeva cosa avesse intenzione di fare Camillo, o se si fosse già dileguato alle sue spalle. La curiosità, un giorno, l'avrebbe uccisa. Magari non quel giorno, però.

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Camillo ascoltò nel più assoluto silenzio le parole della fanciulla, sorpreso dall’imponente aura di modestia che emanava. Era così potente che già gli sembrava di vedere il Namecciano di turno pronto ad urlare la sua famosissima frase, che non citiamo per motivi di copyright. Sì insomma, le cose erano due, o l’aveva pensata giusta o era la protagonista di qualche show spammato su Real Time.



Non poteva essere altrimenti.
Tornò ad osservarla con un’espressione più quieta e rassicurante, abbandonando la solita faccia da stralunato inquietante, dopo aver inteso che anche lei fosse lì per osservare gli animali, in attesa della zia. Per un attimo si domandò cosa fossero i Thestral, creature il cui nome aveva un nonsoché di familiare, ma senza riuscire a collegare un’immagine a quel suono. Non li aveva mai visti, ma dovevano essere qualcosa di figo, ne era certo. La sua mente viaggiò per qualche istante, mentre cercava di costruire un identikit delle creature citate, associandole magari a delle giraffone a due teste o qualcosa di molto simile ad un velociraptor, giusto perché la sera prima si era imbottito di documentari sui dinosauri, almeno fino a quando un urlo straziante non interruppe bruscamente la tranquillità che fino a quel momento aveva regnato sovrana nel parco. Camillo rabbrividì, neanche la premonizione si fosse avverata e fosse realmente crepato qualcuno a causa della sua presenza, come aveva ipotizzato la voce, bombardandogli la testa con le immagini di COLEI che non doveva essere nominata. O magari Detective Conan, altro esempio lampante, che fino a quel momento era passato in secondo piano. Quella fu la prima cosa che gli saltò in mente, almeno fino a quando, voltandosi, non riuscì a farsi un’idea più chiara della situazione. Imitando i movimenti della concasata, il Tassino si spostò di qualche passo, per evitare di venir travolto dalla folla di persone che di gran fretta stavano abbandonando lo zoo. E così, ancora una volta, si ritrovò a dover dare un significato a quanto stava accadendo, sebbene i risultati fossero stati alquanto improbabili. Nella sua mente, infatti, sfrecciò l’idea che si trattasse di un attacco terroristico e che i maghi dell’Isis avessero preso di mira l’occidente, designando Londra come prossima capitale europea da far piombare nel panico.
- Ma sei scemo? -
*Uno non è nemmeno libero di avere i suoi incubi?*
Ma con qualche attimo in più di riflessione si rese conto di quanto fosse stato più plausibile che una sorta di leone magico fosse saltato fuori dal suo recinto, dando così il via a tutto quel trambusto.
In quella situazione non sapeva esattamente cosa fare, ma non mi vergogno ad ammettere che il giovane olandese era terrorizzato, tanto che sentiva chiaramente le gambe tremare, desiderose di percorrere le orme di chi prima di lui - saggiamente - aveva deciso da dileguarsi. D’altro canto una curiosità logorante gli impediva di compiere anche un solo passo per ritirarsi, per questo motivo rimase immobile, sentendo l’anima bruciare ed il sangue scorrere come un torrente in piena, pompato dal battito di un cuore in continua accelerazione. Se non avesse dato anche solo un’occhiata lo avrebbe rimpianto per sempre… e poi avrebbe avuto qualcosa da raccontare, anche se era più che certo che non gli avrebbe creduto nessuno, nell'eventualità in cui si fosse veramente verificato qualcosa di epico.
Così, una volta ripreso il controllo del suo corpo, tornò a concentrarsi sulle azioni della sua compagna, per cercare di predire cosa avrebbe voluto fare. Nemmeno lei sembrava intenzionata ad andarsene e la cosa gli diede un certo senso di sicurezza. Si schiarì quindi la voce con un lieve colpo di tosse, poi con decisione si pronunciò, facendo sfoggio di un’ironia un po’ malsana.
«Bene, vedo che anche tu hai deciso di dare un’occhiata. Si aprono le scommesse, secondo me è un’acromantula.» Poi sghignazzò, conscio del fatto che, se così fosse stato, probabilmente non sarebbe sopravvissuto abbastanza per vantarsi di averne vista una dal vivo con i suoi compagni. Detto ciò, con la mano destra afferrò la bacchetta e con la sinistra lo yo-yo (non si sa mai), poi, quando fu possibile, iniziò a muovere qualche passo per avvicinarsi al fulcro di tutto quel casino, tenendo occhi ed orecchie ben aperti.
- Ma Adolf e Mariel? -
*Ah… accipigna!*

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Camillo Breendbergh
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Come previsto, visto che il coraggio agli studenti di Hogwarts non mancava mai, i ragazzi, dopo essersi salutati, si avviarono con decisione verso la fonte del rumore.
La calca di persone che si stava avviando all’ingresso aveva iniziato a farsi sempre più cospicua e tumultuosa, generando un gran baccano.
Se si fossero girati con le spalle verso l’ingresso, avrebbero potuto notare di tutto. Ragazzi dall’aspetto tipico dei bulletti piangere come femminucce, vecchie col bastone trottare come cavalli, ma soprattutto un signore dai capelli scuri, abbastanza impettito, che vedendoli avviarsi verso la fonte di rumore gridò a loro:

-Hey! Per la barba di Merlino, dico a voi due! Dove diamine state andando? Guardate che è pericoloso. Fermatevi.-

Senza aggiungere altro, cercando di sfruttare al meglio la potenza muscolare delle sue leve, l’uomo, che sembrava avere al massimo una quarantina di anni, iniziò a correre verso la loro direzione.
Ora che fare? Fermarsi e rischiare di essere rispediti a calci fuori dallo Zoo oppure inventarsi qualcosa per avviarsi verso quelle grida che avevano fatto raggelare il sangue a chiunque in quel posto?
Nulla era ancora stato stabilito, nulla era stato disposto, ma quel che era certo è che i giovani si sarebbero dovuti decidere in fretta sul da farsi.




Amber S. Hydra
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Camillo Breendbergh
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Per sua fortuna, o sfortuna, anche Camillo aveva avuto la sua stessa idea, entrambi volevano capire da dove provenisse quel rumore, o meglio.. chi lo avesse prodotto.
- Bene, vedo che anche tu hai deciso di dare un’occhiata. Si aprono le scommesse, secondo me è un’acromantula - Ecco... se c'era una cosa che Amber non sopportava, oltre ai folletti, e che davvero temeva, erano i ragni. Figuriamoci se questi fossero stati giganteschi come le acromantule adulte! Probabilmente sarebbe svenuta..
No, non doveva essere una di quelle cose schifose, ma solo il fatto che ci fosse la remota possibilità la fece rabbrividire.. stava facendo la cosa sbagliata? Doveva forse seguire la folla?

- Che schifo.. spero di no Camillo.. spero proprio di no.- però doveva scoprire cosa fosse, doveva farlo, si sarebbe pentita se non avesse almeno dato un'occhiata. E poi, lei voleva anche vedere i Thestral!
- Secondo me è stato qualcosa di grosso, e potenzialmente pericoloso - * miss ovvio * un raro sorrisetto apparve sul suo volto, il pericolo attirava la sua attenzione più della tranquillità, ultimamente. Le creature magiche l'avevano sempre affascinata, ed in quello Zoo ce n'erano molte che lei voleva vedere dal vivo, per la prima volta. Più pericolose erano e più lei era emozionata all'idea di presentarvisi di fronte. Quasi temeva più gli umani che le bestie. Forse non aveva tutti i torti.
-Hey! Per la barba di Merlino, dico a voi due! Dove diamine state andando? Guardate che è pericoloso. Fermatevi.- La voce di uomo la fece tremare, era logico che qualcuno dello Zoo apparisse a "risolvere" la situazione, qualunque essa fosse. La tassina si voltò appena per guardare chi stava andando d gran carriera incontro a lei e Camillo. Non voleva andare via ora, dove inventarsi una scusa per avere il permesso di quell'uomo, per entrare, e vedere. Poi qualsiasi problema fosse erano affari dello zoo.. no?
Lanciò un'occhiata preoccupata sia all'ingresso dello Zoo, sia al suo compagno e sperò con tutte le sue forze che le reggesse il gioco.

- N- Nostra Zia, May, è lì dentro, non l'abbiamo vista uscire! - cercò di sembrare più preoccupata possibile, e non le fu troppo difficile, lo era davvero. Non stava totalmente mentendo, non aveva visto Zia May, per quanto ne sapeva poteva davvero essere lì. Avrebbe solo omesso che era un Auror e sicuramente era più in grado di loro di risolvere problemi, e certo.. Camillo non era suo fratello, ma il signore cosa ne sapeva?
- Non è in grado di muoversi senza di noi, dobbiamo aiutarla! Lei..non si fida di nessuno, oltre a noi. - il suo sguardo passò di nuovo a Camillo, era tutto nelle sue mani. Dovevano entrare a vedere cosa stava accadendo, non potevano farsi cacciare o mettere in panchina proprio ora.

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Ormai, quella di cacciarsi in qualche faccenda fuori dalla propria portata, stava diventando per Camillo una tradizione Natalizia. Ci fantasticava spesso su, su come sarebbero potute essere le pellicole tratte dalle sue avventure, su come avrebbe sbancato il botteghino inglese se fossero entrate nelle sale cinematografiche. Già si vedeva, più ricco del bambino di “Mamma ho perso l’aereo” all’apice della sua carriera e magari anche meno eroinomane, a mescolare i suoi milskshakes con il suo oscar, mentre una bella fanciulla assemblava per lui una Morte Nera di lego. Una visione paradisiaca. Insomma, quando l’albero di natale era addobbato, non perdeva occasione di farsi coinvolgere in situazioni al limite dell’improbabile, più che in ogni altro periodo dell’anno.
Ed anche durante queste vacanze natalizie non si era fatto sfuggire l’opportunità di cacciarsi nei guai, come al suo solito, all’interno di uno zoo affollato in cui era appena scoppiato il panico. E vabbeh, direte voi, mica è colpa sua! Come poteva prevederlo? Ma quando fu ora di decidere se tirarsene fuori o gettarsi a braccia aperte in una spirale che l’avrebbe risucchiato completamente, l’istinto di autoconservazione decise di prendersi le meritate ferie e, per tale motivo, automaticamente la scelta divenne ovvia agli occhi del marmocchio.
Ma lui voleva solo sbirciare!
La curiosità ancora una volta riuscì a prevalere sul buonsenso e ciò porto le sue gambe a sbloccarsi, prima immobilizzate dal terrore, abbandonando quella palla al piede la cui catena era stata tranciata dalla sua voglia di guardare in faccia la morte per dirle quanto brutta fosse.
In tutto questo Amber, altrettanto curiosa, gli aveva dato l’impressione di essere una con la situazione in pugno e le idee chiare sul da farsi. Se non altro non sperava nel peggio, a differenza di Camillo che finalmente voleva trovarsi davanti qualcosa di abominevole solamente per collezionare una nuova esperienza da aggiungere all’album, come la figurina mancante che gli avrebbe permesso di aggiornare la sua collezione.
Mosse qualche passo, calpestando le orme della sua amica, poi qualcosa lo fermò: una voce. L’olandese rabbrividì per un istante, sentendo già le manette stringergli i polsi e le sirene cantare, poi si girò immediatamente, pronto ad immortalare l’immagine dell’uomo che aveva parlato come uno scatto delle retine.
Era un energumeno, il tipico tizio grosso che sembrava appena uscito dalla palestra del quartiere. Lui, che al contrario sembrava appena uscito dalla pasticceria, non ci pensò nemmeno per un istante a darsela a gambe, consapevole del fatto che non avrebbe avuto la minima possibilità di seminarlo. Preferì invece rifilargli una scusa, stessa idea della biondina. Ma poi, si chiese, chi diavolo era quel tizio impettito? E soprattutto come aveva fatto a sgamare proprio loro in mezzo a quel tumulto? Neanche fossero stati due giganti a Lilliput o due italiani a Mestre.
Si limitò ad annuire, mostrando un’espressione lievemente turbata al tizio, ma sorridendo dentro per l’astuzia mostrata dalla fanciulla, che era riuscita a piazzare la tessera della zia, incastrandolo nel puzzle come fratello o cugino che fosse, in una mossa sola. L’idea che sapesse il fatto suo divenne ancora più stabile. Ma Camillo, forgiato dal fuoco di mille cazzate, sapeva benissimo che per sconfiggere il nemico sarebbe bastato confonderlo, fornendogli un’ampia scelta di tasselli da inserire in quel rompicapo contorto, senza però dargli chiare indicazioni per risolverlo. Così, appena la Tassina concluse, fece il possibile per rincarare la dose.
«Accidenti Amber! Oggi dovevano venire pure i nonni, spero solo non siano già arrivati, ma conoscendo la nonna probabilmente sono già qui da un pezzo.» Il tono si fece preoccupato.
«Potrebbe aiutarci a trovarli signore? Non sono abbastanza agili per dileguarsi e se sono qui nei dintorni potrebbero diventare pericolosi. Si chiamano Adolf e Mariel, lui è alto, magro, porta sempre con sé il suo bastone da passeggio ed un orribile cappello in testa, lei invece è poco più bassa e paffuta ed ha i capelli bianchissimi.» Continuò. «Se credono che siamo in pericolo potrebbero irritarsi ed in quel caso mi auguro che la Zia sia con loro, altrimenti potremmo avere una preoccupazione in più.» Sembrava sincero, ma le apparenze tendevano ad ingannare, spesso quando le parole erano schioccate dalla lingua biforcuta del moccioso. In quella bugia c’era un fondo di verità, ma i simpatici anziani incontrati all’ingresso probabilmente erano già in procinto di abbandonare lo zoo, poiché, considerata la velocità a cui si spostavano, in quel breve lasso di tempo non dovevano essere arrivati molto lontano. Così ragiono.
Detto ciò rimase fermo immobile, vicino all’amica, ad osservare il signore con una curiosità viscerale, mascherata dietro un’espressione innocente ed al contempo turbata. Attendeva la sua mossa, mentre già preparava la sua reazione. Lui all’ingresso non ci sarebbe tornato, non prima di aver visto cosa fosse successo, poi poteva succedere quel che doveva succedere,.

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Camillo Breendbergh
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• Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova (licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo con le creature magiche.
• Caramella dell'Illusione - (Non sa di averla)
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Non vedendo i ragazzi scappare Gregory, uno dei guardiani dello Zoo, arrestò la sua corsa.
Quello che stava succedendo in quel luogo era assurdo e nemmeno lui sapeva a cosa diamine fosse voluto.
Era per caso scappato un Thestral? Una Manticora? Un Ipporgrifo? O un Drago?
Leggermente stanco per la corsa appena fatta, anche perché non era di certo un tipo atletico, con il fiatone rimase a sentire le scuse dei ragazzi.
Ai suoi occhi la ragazza gli sembrava leggermente timorosa nel parlargli, forse era timida, il secondo troppo disponibile quasi da ritenere che gli stesse mentendo.
Titubante, il guardiano aprì le braccia come a spiegare ai ragazzi che comunque non potevano stare in quel luogo, almeno per ora. Era troppo pericoloso anche per uno fuori forma come lui.

-Ragazzi, mi dispiace, ma dovete lasc..-

-Gregory! Dove diamine sei? Codice 32, ripeto codice 32. E’ appena scappat..-

Un altro grido sferzò l’aria facendo gracchiare la sua ricetrasmittente.
Silenzio. Si sentiva solo quello oltre un leggero zampettare verso il dispositivo di comunicazione del gestore. Senza tener conto delle parole dei ragazzi e cosa facessero, prese la bacchetta tra le mani e iniziò a correre in direzione delle urla.

-Sbrigatevi, venite con me e mi raccomando: state in guardia.-

Doveva sapere subito cosa stava succedendo in quel luogo. Doveva salvare la vita quei poveri innocenti.


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Camillo Breendbergh
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La speranza che la tassina aveva nel suo improbabile compagno di avventure, era ben riposta. Camillo non solo fece il suo gioco, ma azzardò anche la presenza dei fantomatici "nonni". Rimase in silenzio dopo le sue parole, era questione di attimi, l'uomo doveva solo decidere se credergli o meno.
-Ragazzi, mi dispiace, ma dovete lasc..- Stava già iniziando a pensare con quale mezzo tornare a casa, quando la trasmittente dell'uomo emise dei suoni.
-Gregory! Dove diamine sei? Codice 32, ripeto codice 32. E’ appena scappat..- Amber voltò il capo in direzione dell'altra voce, "codice 32".. non aveva idea di cosa volesse dire. Chiaramente però non poteva essere così facile! La trasmissione finì prima di concludere rivelando loro "cosa" era scappato.
L'uomo davanti a lei estrasse la bacchetta, istintivamente Amber portò la mano nella tasca interna del mantello, per afferrare la sua.

-Sbrigatevi, venite con me e mi raccomando: state in guardia.- La tassina annuì con il capo ed estrasse del tutto la sua fedele arma.Un brivido le percorse la schiena, non era del tutto certa che fosse colpa del freddo.. probabilmente era il suo sesto senso che l'avvisava dell'immane errore che stava per compiere.
Le bastò però guardare un attimo Camillo, non era sola.. da sola non avrebbe portato a termine quella "bugia", ma l'influenza del tassino l'aveva spinta oltre il suo limite.

- Grazie.. il ringraziamento era rivolto all'uomo che ora li avrebbe guidati dalla fonte di quel grido, un lieve sorriso apparve sul volto della tassina, prima che, anche lei, seguisse l'uomo cercando di mantenere il suo passo.
Doveva lasciare la sua preoccupazione alle spalle e non pensare a cosa avrebbe detto suo padre quella sera, lo Zoo celava creature pericolose, ma finchè rimanevano dietro le gabbie i problemi non sussistevano.
Era proprio il fatto che qualcosa fosse sfuggito al loro controllo che avrebbe dovuto spaventarla.

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Lo sguardo del marmocchio si fece più intenso, mentre la sua espressione riacquisiva serietà.
*Avanti bello, cascaci… cascaci.*
- Dovrebbe essere tipo una sorta di rituale per ipnotizzarlo? -
*Shhh, che mi deconcentri.*
Camillo era abbastanza certo di averlo almeno messo nella condizione di non cacciarli immediatamente fuori dallo zoo a pedate nel sedere, insinuando in lui il dubbio che quanto avessero detto fosse vero; se proprio non voleva credergli immediatamente, l’incertezza avrebbe comunque dovuto trattenerlo dal riportarli verso l’uscita, o almeno così sperava. Invece si sentì quasi offeso quando l’uomo cominciò a parlare, poiché già aveva capito come sarebbe finita: non sarebbe riuscito nemmeno a capire cosa avesse scatenato il panico, non prima di averlo letto su qualche giornale.
- E comunque c’hai visto male, non mi sembra troppo atletico. Sebbene non condivida la tua scelta di lanciarti a capofitto in questa follia, forse sareste dovuti correre via. -
*Gnnngnghghhhh.*
- Cheppigro, accidenti! -
E fu proprio quando accettò il fatto di doversela dare a gambe, approfittando della spossatezza del signorotto, che qualcosa lo fermò. A quanto pareva la sua ricetrasmittente aveva iniziato a cantare e una musica soave giunse alle sue orecchie: si trattava proprio di un codice 32.
*Proprio come in quella puntata di CSI.*
- Non credo sia la stessa cosa! -
*Bene, perché non avevo assolutamente voglia di imbattermi in un’aggressione armata all’interno di una centrale di polizia.*
- Ah, ok. -
In ogni caso, comunque, il suo entusiasmo venne stroncato sul nascere quando si rese veramente conto di quanto aveva appena sentito. Qualcosa era scappato e dal rumore dei suoi passi sembrava qualcosa di grosso, come il velociraptor su cui aveva fantasticato, non di certo una lucertolina. Per qualche istante le mani iniziarono a tremare, motivo per cui tornò ad infilarle nella tasca centrale della felpa, mentre volgeva lo sguardo verso Amber come per chiederle se anche lei avesse sentito la stessa cosa. Poi, subito dopo, osservò Gregory, per capirci qualcosa di più su quell’emergenza studiando la sua reazione. Non sembrava molto contento, probabilmente doveva occuparsi di una bella seccatura. In tutto questo le grida non contribuivano affatto a tranquillizzarlo, ma ancora la curiosità si era dimostrata più forte della paura, per questo motivo non rimase paralizzato. Doveva assolutamente vedere.
Così si limitò ad annuire con la testa alla richiesta dell’uomo, che aveva ordinato loro di seguirlo, prestando la massima attenzione a ciò che gli accadeva intorno. Immediatamente strinse il legno, estraendolo dalla tasca della felpa, pronto ad utilizzare tutte le sue risorse per difendersi, senza però fare affidamento sullo yo-yo, che in quella situazione sembrava alquanto inutile. Quindi iniziò a correre dietro all’uomo e ad Amber, che già era scattata, pronto a reagire nel caso in cui si fosse presentata una minaccia. Ovviamente non aveva alcuna intenzione di lanciarsi in azioni avventate, ma solo di dare supporto, fu per questo che si concentrò soprattutto sul custode, incaricato di guidarli in quell’avventura inaspettata, senza però rinunciare a guardarsi intorno come poteva.

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Non appena il guardiano chiese ai due ragazzi di seguirlo, iniziò la lunga e mirabolante corsa verso le grida.
Metro dopo metro, le certezze del guardiano cominciarono ad affievolirsi.
Dove stava andando? Che cosa stavano cercando?
Dopo circa 5 minuti di corsa alternata ad una camminata veloce, visto che il custonde dal fondoschiena pesante non ce la faceva a mantenere un andatura costante, arrivarono nella zona Nord-Ovest dello Zoo.


-No,no, NO! Questa non ci voleva. NON CI VOLEVA. E’ veramente un codice 32.-


Disse Gregory avvicinandosi alla gabbia numero “2”.
Se i ragazzi avessero fatto attenzione avrebbero notato che la porta della gabbia era aperta, spalancata.
Cosa diamine era stato fino a pochi minuti prima là dentro? Era qualcosa di docile o di tremendamente indomabile?
Proprio mentre Gregory, richiudeva la porta della gabbia, dietro ai ragazzi iniziarono a sentirsi dei rumori sospetti da un’aiuola davanti alla gabbia numero otto, contenente i classici animali marini babbani.
Cosa fare? Come agire?
Forse era giunto il momento di sfoderare le bacchette.



O.t per facilitarvi la vita vi spiego cosa è successo. Siete arrivati davanti alla gabbia numero due e dietro di voi si sentono dei rumori sospetti provenienti da un aiuola vicino alla gabbia numero 8. Sotto spoiler c’è la mappa dello zoo. Voi siete il puntino rosso.



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Alla fine ce l'avevano fatta, avevano raggiunto il loro scopo.. l'uomo li stava portando lì dove provenivano le urla. Correvano e camminavano velocemente, da qualche minuto ormai, Amber non aveva fatto troppa fatica a seguirlo, quell'uomo non era certo un campione in agilità..! La tassina comunque rimpianse di non avere con se una mappa dello Zoo, o di non averla studiata a sufficienza mentre attendeva Zia May, perchè nel girare aveva perso un pò il senso dell'orientamento..
-No,no, NO! Questa non ci voleva. NON CI VOLEVA. E’ veramente un codice 32.- Di nuovo quella frase. "codice 32".. cosa voleva dire?
Amber stava iniziando a farsi un'idea di cosa potesse significare. la gabbia numero 2, davanti a loro, aveva la porta totalmente spalancata.
* la numero 2.. cosa c'era nella numero 2.. * Stava tentanto di ricordare cosa vi fosse, ma in quel momento un fruscio la deconcentrò.
Di scatto voltò la testa verso un cespuglio, davanti alla gabbia 8, una specie di acquario babbano.
Amber impugnò saldamente la bacchetta, puntandola poi verso l'ammasso di rametti e foglie, quasi a volerlo "minacciare".. o essere comunque pronta ad attaccare qualsiasi cosa ne uscisse.

- Cosa c'era nella gabbia 2..e cos'è un codice 32?-
Domande lecite, rivolte all'uomo che li aveva condotti fin li, ora erano in ballo.. avevano visto la gabbia aperta, c'era davvero ancora ragione di mantenere il segreto con loro due? Tanto valeva dire tutto ..no?
I suoi occhi rimasero fissi sul cespuglio, era sempre divisa tra paura ed emozione, anche se il tono dell'uomo non sembrava per nulla rassicurante, per come aveva annunciato il "codice" sembrava davvero qualcosa di molto grave... e molto pericoloso.
Era in ballo ormai, non poteva che continuare a ballare.. sperando di non pestare i piedi a nessuno, o non scivolare in pista.
Per l'ultima volta, il rimorso la andò a trovare, se non fosse morta.. uccisa dal "codice 32", probabilmente sarebbe stato lo stesso John, suo padre, a staccarle la testa dal collo! Non era ancora riuscita a farlo andare davvero su tutte le furie ma, con quella bravata, ci sarebbe sicuramente riuscita..
La tassina rivolse un'occhiata a Camillo, sperando di trovarlo preparato e sicuro al mille per mille di ciò che stavano facendo.


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Alla fine anche il marmocchio si unì alla corsa, riuscendo a stento a tenere il passo dell’uomo, anche lui non troppo atletico, notando però l’agilità della fanciulla.
*Questa sicuramente fa qualche sport estremo*
- Se invece di mangiare pasticcini a livello agonistico ti dessi una regolata forse adesso non sputeresti anche i polmoni per la fatica -
*Piuttosto la morte!*
Camillo aveva il fiatone, ma cercava di non darlo a vedere per non fare la figura dello sfigato, cercando di mascherarlo come poteva. Inspirava lentamente con le narici e soffiava fuori dalla bocca, giocherellando con le nuvolette di vapore che gli sfuggivano dalle labbra. Non gli piaceva spostarsi in quel modo, di corsa, era uno che viveva la vita un quarto di metro alla volta, e non l’avrebbe nemmeno fatto se non si fossero imbattuti in un “codice 32”. Codice, che a proposito, il custode continuava a ripetere. Ebbene, il Tassino non riusciva a trattenersi dal porsi mille domande sul vero significato di quel numero, senza però riuscire ad ottenere una risposta certa, visto che l’uomo non pareva voler rivelare loro troppi dettagli, tanto sembrava solo che il prigioniero più temuto fosse appena evaso dalla sua gabbia, cosa poteva fargli? In effetti la visione della porta spalancata gli metteva un po’ di strizza addosso, ma non sapeva se faceva bene a preoccuparsi o meno. Perché sì, poteva essere scappato il leone, come anche il pavone più bello di tutto lo zoo, il che comunque per Gregory non doveva essere piacevole. MA a giudicare dalle sbarre, un po’ eccessive per contenere una creatura graziosa e docile, forse non aveva fatto troppo male a temere il peggio.
Per immaginarsi cosa fosse balzato fuori stava delirando.
Il suo sguardo si volse in direzione della ragazza, quando questa porse una domanda a dir poco lecita al loro inaspettato accompagnatore, che ci stava dando dentro con quel numero, tanto che pareva di giocare al bingo con sua nonna paterna.
32
Eeeeh?
Trentadue: tre, due
Coooosa?”
HO DETTO TRENTADUE
Si ritrovò però a girarsi di scatto quando sentì uno strano fruscio provenire da un cespuglio, vicino a dove sguazzavano gli animali marini. Era lì che si nascondeva l’infamissimo codice 32? O qualcuno si era buttato in mezzo alle piante per non farsi pappare dalla bestia, e sarebbe uscito gridando “L’ho visto andare di là!1!!1!”, costringendoli di nuovo ad una corsa? Camillo non capiva, e quando non capiva, nel dubbio, si teneva pronto ad attaccare. Impugnava la bacchetta saldamente, lasciandosi ampia libertà di movimento: non l’aveva puntata contro la fonte di quel rumore solamente perché gli sembrava di perderci del tempo; non ragionava come se avesse avuto una pistola fra le mani, con cui gli sarebbe bastato premere il grilletto per sparare, quanto più una mazza da baseball, che doveva muovere con forza per colpire. Teneva il braccio dominante leggermente staccato dal corpo, non teso, ma pronto a scattare nel caso in cui avesse dovuto lanciare qualche incantesimo, facendo un rapido ripasso mentale di tutti gli quelli difensivi e offensivi che conosceva, pronuncia e movimenti. Non erano molti, ma qualcosa gli balzò in mente. Con lo sguardo, intanto, cercava qualche oggetto nei dintorni del cespuglio da poter oppugnare, nell’eventualità in cui fosse balzato fuori qualcosa di pericoloso, anche solo per distrarlo. Però c’era Gregory, che probabilmente sapeva il fatto suo e non avrebbe esitato a trovare una soluzione al loro problema, o almeno lo sperava. E non si era dimenticato di Amber, che l’avrebbe sicuramente messo in ombra, poiché più abile con la magia. In effetti, in quel trio, si sentiva un po’ inutile, ma ciò non gli avrebbe impedito di dare una mano.

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• Bacchetta: Legno di salice, corde di cuore di drago, 10 pollici e mezzo, molto flessibile. (La chiama Frusta)
• Ciondolo della Fenice: chi indossa questo ciondolo, composto da una piuma di fenice e una sfera molto resistente che contiene sangue di drago ungherese, non viene percepito da alcuna creatura magica nell'ambito di gioco in cui si trova (licantropi trasformati compresi). Ha quindi la possibilità di agire indisturbato eliminando il contatto visivo con le creature magiche.
• Caramella dell'Illusione - (Non sa di averla)
• Detonatori Abbindolanti - x3 (Non sa di averli)
• Quattro Snacks e un paio di lattine
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view post Posted on 31/12/2015, 14:55
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Proprio come aveva predetto il buon Camillo, dall’aiuola dietro i due ragazzi, fuoriuscì un altro signore, dall’aria disperata, con la camicia sbrindellata.
Sembrava confuso e spaurito, di certo quella non era stata la giornata migliore della sua vita.

Gregory, finalmente sei arrivato! E io che pensavo che avesse colpito anche te. Dobbiamo prenderlo prima che scappi dallo Zoo, altrimenti saranno guai seri con il Dipartimento delle Catastrofi e degli Incidenti Magici

La voce di quello strano individuo, dalla barba molto curata e le estremità dei baffi rivolte all’insù, risultava più acuta del normale. Era eccitato e al contempo felice di aver trovato il guardiano davanti a lui, probabilmente era una delle migliori risorse che aveva a disposizione lo Zoo.
Non appena il custode vide quel signore spostò i ragazzi per poi dire.

-Grazie al cielo sei ancora tutto intero. Almeno anche questo mese ho messo in salvo la mia busta paga.-

Arrivando a pochi metri dal signorotto dal vestiario alquanto rovinato, il guardiano, scuotendolo leggermente gli disse.

-Non c’è tempo da perdere. Devi trovare Hubert Lanceville. -
Ma addomestica Ippogrifi!
- E’ uguale, devi trovarlo, solo lui ci può aiutare. Io nel frattempo proverò a tenere a bada la bestia, questi ragazzi mi daranno una mano. O almeno spero-

Non appena il signorotto si avviò lontano da loro, Gregory si girò verso Amber per dirgli.

-Allora ragazzi state tremendamente attenti. Il codice 32, è un codice che si utilizza quando scappa dalla gabbia un Dr…

Un rumore sordo, rimbombò nelle piccole orecchie dei due ragazzi.
Il corpo di Gregory cascò a terra esamine come un sacco di patate, mentre un forte stridere si diramò lungo tutto lo Zoo.
Davanti ai due ragazzi invece di esservi il custode ora vi erano due occhi rossi iniettati di sangue, una pelle grinzosa e piena di spine e dei denti acuminati.
Era un Ungaro Spinato, seppur di piccole dimensioni, alto circa due metri e lungo tre.
Ora cosa fare? Come agire?
Di certo quel che aveva fatto il drago non era da sottovalutare. Con un solo colpo aveva messo fuori uso il più adulto dei tre che ora si trovava esamine a pochi metri dalle sue fauci.
Il tempo da che scorreva lentamente iniziò a scorrere velocemente.
Gregory era in serio pericolo di vita e loro erano solo due bambini.




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O.t come dovreste aver capito, il drago ha steso Gregory vicino all’aiuola il quale si trova a pochi metri dalle sue fauci.
Voi siete abbastanza vicini e avete davanti il drago. Potete comunicare, effettuare strategie e agire di conseguenza.
 
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view post Posted on 1/1/2016, 19:20
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-Allora ragazzi state tremendamente attenti. Il codice 32, è un codice che si utilizza quando scappa dalla gabbia un Dr…
La situazione era drasticamente peggiorata, davanti agli occhi increduli di Amber. Pochi attimi prima, la curiosità, l'aveva portata fin lì, ad un passo da quel famoso codice 32.. pochi attimi dopo, il codice 32 aveva steso l'uomo che li aveva scortati fin li.
Un cucciolo di ungaro spinato, indubbiamente bellissimo, ora stava esattamente davanti ai due tassini. Non era certo il tempo di perdersi a rimirar le sue squame, perché non era solo bello, era anche terribilmente pericoloso.
Amber trattenne il fiato quando il guardiano cadde a terra..e non si rialzò. Era bastato un colpo di quel "cucciolo" per metterlo al tappeto, e davvero pregò che non fosse morto. Certo perché se il guardiano fosse morto, sarebbe stata solo colpa sua... e di quella malsana idea di mentirgli per seguirlo.
Un rivolo, gelido, le percorse la schiena, scappare voleva dire diventare una preda più che facile.. e non aveva tempo di stare a immaginare cosa avrebbe fatto Camillo. Voleva dirgli di scappare, finché fosse stato in tempo.. ma non poteva perdere secondi preziosi per pensare anche a quello. Una cosa sola doveva pronunciare: L'incantesimo.

*Qual'è la più grande arma di un Drago?.... la bocca.. il fuoco... le fauci..*
La prima cosa da fare era rendere innocuo quello splendido muso a squame, la tassina non aveva idea di quanti mesi o anni avesse la bestiola che aveva davanti, e non poteva sapere se avesse già imparato a sputare palle di fuoco. Non poteva rischiare.
Puntò la bacchetta verso il muso del piccolo ungaro spinato, ed iniziò a tracciare un'onda, da sinistra a destra, concentrandosi molto sulle fauci del "nemico" e pronunciando con decisione, durante il movimento, la formula :
- Lìmos - facendo attenzione a mettere l'accento sulla "i". Cercò di prolungare abbastanza la sua onda.
Se fosse andato come sperava, una macchia di fango avrebbe ricoperto il muso dell'animale, o quantomeno la sua bocca, e avrebbe iniziato ad indurirsi, rendendolo almeno un pochino più innocuo. Da quel momento in poi avrebbe potuto pensare ad una fuga..

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*E ti pareva?*
- Però porti sfiga eh… -
*Sempre detto!*
Camillo si tranquillizzò lievemente quando la sua preoccupazione prese vita: un tizio era appena sbucato da un cespuglio, proprio come aveva predetto. Gli sfuggì un lieve sospiro scocciato, apice della sua frustrazione, mentre si consolava guardando la camicia dell’uomo, ridotta a brandelli. Non doveva essersela passata bene, ma almeno era salvo ed ora aveva una conferma: con il codice 32 non si scherzava. Tuttavia, nonostante fosse riuscito a trovare la risposta ad uno dei tanti quesiti che lo stavano consumando, gli altri non avevano smesso di vorticare nella sua testa, occupando tutta la RAM disponibile.
- Non devono essere molti giga! -
*Oh, ma piantala!*
Lo scambio di battute fra il guardiano e l’eccentrico signore dai baffi arricciati venne attentamente assorbito dalle orecchie del giovane, che sconclusionatamente cercava di assimilare e rielaborare ogni indizio fosse loro sfuggito per porre fine a quella tortura. Non gli piaceva restare nell’ignoranza, specialmente quando chi poteva dargli le risposte perdeva tempo a blaterare. Gregory! Se non fosse stato così gentile da non cacciarli fuori probabilmente si sarebbe beccato qualche calcio nei testicoli. Calci affettuosi, si intende.
Quando finalmente il signorotto dalla barba invidiabile - anche a Camillo sarebbe piaciuto averne una bella folta -, si allontanò, alla ricerca della loro ultima speranza, ovvero il tizio che addomesticava ippogrifi, il custode sembrò sul punto di fornire loro tutte le informazioni necessarie per poter finalmente delineare i bordi sfocati di quel temutissimo animale fuggito dalla sua gabbia.
- Ma quindi è scappato un ippogrifo? -
*Se avessi qualche spicciolo in tasca e nei dintorni ci fosse una bisca, probabilmente li punterei sull’acromantula.*
Gli occhi del giovane olandese si illuminarono, mentre un sorriso spensierato prendeva forma sulle sue labbra, un’esplosione di gioia aveva appena fatto agitare il suo cuore: solo pochi istanti e la frase sarebbe stata completa, così finalmente avrebbe capito da cosa doveva guardarsi le spalle. Era appena scappato dalla gabbia un Dr-. Gregory si fermò di colpo.
*Un drogato!?*
- Dubito che tengano i tossicodipendenti chiusi in gabbia... -
*Allora è un drago, siamo fottuti.*
Camillo aveva appena preso un respiro profondo ed il fiato gli si bloccò in gola come un pezzo di polpettone mal masticato. Il corpo del custode, in un tonfo sordo, raggiunse il suolo, scoprendo finalmente la tanto (poco) chiacchierata creatura ai loro occhi.
Il fiato sfuggì dai polmoni del giovane in una sonora risata, tanto isterica da sembrare palesemente innaturale ed altrettanto breve, smorzata da quella scarica di adrenalina che aveva spalancato tutti i sensi come porte prese a calci.
- Perché quando stai per morire scoppi sempre a ridere? -
Gli occhi del Tassino catturarono l’immagine della bestia: era un drago particolarmente brutto, dalla pelle grinzosa, ricoperto da spine acuminate e minacciose, un cucciolo feroce pronto a papparsi il trio in un sol bocc-
«Mangia-» La lingua schioccò e la voce usci con decisione dalle corde del moccioso, mentre già il braccio era scattato sopra la testa, con la mano che impugnava la bacchetta come una scure, desiderosa solo di essere calata sulla carne del nemico. «Lumache!» Desiderio che venne ben presto esaudito. Il legno vibrò, come inondato dalle emozioni del mago, che aveva riversato in un impeto il suo spirito bellicoso nell’arma, venendo ricambiato dal nucleo, aggressivo, prepotente, innestato dentro al salice come un cancro nella sua arroganza, accompagnando la discesa della bacchetta che mirava al mostro senza timore. Camillo era fatto così, non tollerava di essere minacciato, né dagli esseri umani, né tantomeno dagli animali, e se c’era una lezione che aveva imparato a sue spese era proprio quella di colpire per primo, se non voleva essere colpito e con quella filosofia la sua bacchetta ci andava a nozze. Amava essere scossa, essere messa alla prova e dava il meglio di sé proprio quando si trovava ad affrontare un nemico.
- COOOSA? - Camillo aveva riconosciuto nelle fauci della bestia la più grande minaccia, tanto che spine ed artigli erano passati in secondo piano. Al drago bastava un morso per banchettare sul corpo di Gregory, che se non era morto sul colpo non avrebbe avuto modo di salvarsi; boccone succulento.
*Voglio vedere come fa a mangiarci mentre vomita quella melma disgustosa.* Se era vero che quell’incantesimo funzionava solo se l’intenzione era quella di nuocere all’avversario, allora c’era qualche speranza, perché il marmocchio aveva lasciato la diplomazia nell’ufficio di Flich: disgustato dall’idea di diventare la preda di un cucciolo, aveva agito senza trattenersi, macchinando l’idea di strangolare la bestia con il suo viscido vomito e se così non doveva essere voleva vederlo rigurgitare invertebrati fino ad accasciarsi al suolo. Se aveva funzionato con quelle creature disgustose, ragionò, allora c’era qualche possibilità che l’incantesimo operasse anche sul drago. Era tutta una questione di fortuna, nulla era ancora stato scritto, le incognite giocavano a suo svantaggio - come al solito -, ma il suo spirito ottimista faceva sì che fosse fiducioso.
- Sì, ma questo scatto improvviso? -
*O scappi, o lotti, o diventi la cena. E siamo solo allo zoo, pensa nella Savana.*
- Non oso immaginare. -
Era pronto al peggio, ma la consapevolezza di non essere solo gli infondeva una certa sicurezza. Non aveva la più pallida idea di cosa fosse il Lìmos, ma era certo che avrebbe fatto il suo lavoro, Amber non lo avrebbe deluso.
Ora non gli rimaneva che tenere gli occhi aperti ed il corpo pronto a scattare, il resto sarebbe avvenuto da lì a pochi istanti.

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Il Fato

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Due incantesimi, due risultati diversi.
Infatti, se l’incantesimo della giovane Tassorosso procurò un grave danno al drago, generando uno schizzo di fango che andò ad impattare le sue fauci indurendosi dopo alcuni secondi così da salvare momentaneamente la vita di Gregory, quello del suo amico generò degli effetti alquanto spiacevoli.
Dopo essere stato colpito, il drago dalle fauci temporaneamente calcificate, si avviò furioso verso il giovane ragazzo mentre eseguiva la magia e con i suoi artigli lacerò parte della veste, graffiandogli il bicipite del braccio non detentore della bacchetta.(-20 PS)
Colpito e confuso, il ragazzo fece comunque partire dalla bacchetta l’incanto il quale andò a colpire disgraziatamente Amber (-6 PS) facendole vomitare delle lumache dal color senape, lunghe circa due centimetri.
La situazione era sempre più critica.
Avevano salvato Gregory, ma ora il drago si trovava precisamente tra di loro.




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Solo per questo turno vomiterai delle lumache color senape lunghe due centimetri. Ciò non ti impedirà di castare incantesimi visto che rigetti una lumaca ogni cinque secondi. Il drago si trova alla tua sinistra.

Camillo Breendbergh
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Punti Mana: 63
Punti Esperienza: 2,5
Sei stato colpito al braccio non detentore di bacchetta, precisamente sul bicipite. Ti esce del sangue, ma non è nulla di grave. Il drago si trova alla tua destra.

Cucciolo di Ungaro Spinato
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Punti Corpo:148
Punti Mana: 72
Avrà le fauci calcificate per altri due turni.
 
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