Il Tendone 1, Quest n. 4

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view post Posted on 13/8/2022, 22:59
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Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.

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Non erano passati molti minuti da quando Emma aveva promesso a Cam e Mitchell che sarebbe stata attenta e che non si sarebbe cacciata nei guai. Non di proposito, almeno. La situazione era precipitata rapidamente, l'uomo ferito sembrava essere in condizioni gravi, anche se era difficile dirlo dalla sua posizione. Il personale dello zoo in men che non si dica si era messo all'opera per far evacuare la gente presente. Il Grifone probabilmente avrebbe potuto ferire qualcun altro, ma per qualche motivo la Grifondoro era preoccupata più per la stessa creatura che per i presenti o il domatore ferito. Era una brutta persona? Può darsi, fattostà che quando una creatura di quella portata viene portata via dal suo habitat per essere messa in un tendone e qualcuno cerca di addomesticarla, i risultati possono essere questi. Gli occhi della strega guardavano con compassione la creatura che si dimenava, probabilmente spaventata. A differenza degli altri presenti, Emma sembrava essere l'unica a pensare al bene dell'animale in quel momento, per gli altri probabilmente era un mostro da fermare prima che potesse fare del male ad un altro essere umano. Eppure erano stati proprio gli essere umani a portarlo lì.
Smettetela di agitarvi… così la spaventate… si agiterà di più! - aveva urlato, ma nessuno sembrava ascoltarla. Nemmeno il ragazzo che aveva sfoderato la bacchetta badò alle sue parole. Una donna bassina andò loro incontro, sembrava avercela proprio con i due studenti che a dispetto dell'ordine di evacuare continuavano a stare lì.
La prego, non mi tocchi - disse alla donna che dopo averli raggiunti aveva messo una mano sulla spalla della strega intimando loro di andarsene via. Il suo tono era stato secco, lo sguardo deciso. Ubbidire. Aveva sentito bene? Emma non era una che solitamente ubbidiva, soprattutto se le veniva detto di fare l'opposto di quello che in realtà voleva fare. Anche al moro sembrò non piacere la cosa. Quando la donna provò a spingere verso l'esterno, la strega si divincolò abilmente e si mise a correre in direzione della creatura e del domatore ferito, non si rese conto che l'altro mago stava per lanciare un incantesimo. Non sapeva cosa avrebbe fatto raggiunta la minaccia, voleva fermarla, certo, ma non facendole del male, quindi ci avrebbe provato con le buone nel caso fosse riuscita a raggiungerla.
PC: 70
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Emma C. Green - 15 anni - Grifondoro




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view post Posted on 14/8/2022, 16:41
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Tic - tac, il tempo scorreva inesorabile e tutto rischiava di degenerare in fretta. Dinasty, ancora agitata, sbatteva impaziente le ali in maniera violenta, volteggiando a circa quattro metri da terra sopra il luogo del delitto. Fortesque, sempre disteso sulla sabbia dorata dell’arena, attendeva i soccorsi appena chiamati da Tom.
Un Tom nervoso, con i tratti del volto tirati, cercava di formulare nella sua mente i prossimi ordini, che avrebbe preteso venissero eseguiti immediatamente e con dovizia, senza possibilità d’errore. La situazione era critica e andava trattata come tale. Guardava con occhi glaciali i due giovani pronto a cacciarli di persona, portandoli fuori di peso se non avessero ubbidito subito. Gli stessi occhi si dilatarono, si spalancarono come fari quando vide cosa stavano per combinare «Non osate!» prima l’uno e poi l’altra si divincolarono dalla presa di Annie, che tentò di agguantarli per le magliette pur di non farli spostare, ma senza successo.
«Tornate qui, cosa credete di fare! Non siate stupidi, vi farete ammazzare…» gridò loro dietro l’attrezzista, che cominciò a inseguirli per farli desistere. La stessa Dinasty parve ammonirli con un verso di pancia, profondo e minaccioso, mentre compieva l’ennesimo giro su stessa facendo oscillare la lunga coda.
Il ragazzo ebbe l’ardire di provare a bloccarle le zampe congelandole temporaneamente, ma aveva valutato tutto correttamente? Ci voleva una volontà ferrea e, probabilmente, la sua era tale. Qualcosa lo tradì però, forse complice la concitazione del momento che deviò la sua concentrazione. Ad essere troppo spavaldi, o impulsivi, si pagano spesso e volentieri le conseguenze in modo spiacevole. Dal fedele Abete non scaturì ciò che aveva tanto ardentemente desiderato, ma si liberò qualcosa di più simile ad una leggera brezza gelida che sfiorò la zampa destra della creatura, la quale non gradì quel contatto improvviso. La furia dilagò ancora di più.
Si dice che la furia è cieca, non guarda in faccia nessuno, nemmeno gli indifesi.
Una furia che Dinasty intendeva sfogare sul suo disturbatore. Il massiccio corpo s’inarcò, le ali si gonfiarono come vele trattenendo più aria possibile.
La vendetta stava per arrivare.
Puntò così in direzione del Serpeverde, iniziando un’inarrestabile picchiata. Non esistevano ostacoli per lei, quelli che incontrava poco importava, gli avrebbe abbattuti senza pietà e senza distinzione. Così fece con la Grifondoro.
Curioso scontrarsi con l’animale tanto caro alla propria Casa, non trovate?
La coda, come una gigantesca frusta, colpì la ragazza al fianco, interrompendo la sua frenetica corsa alla base degli spalti, vicino ai sedili della terza fila. A pochi passi dall’obiettivo, facendola barcollare e cadere all’indietro sui gradini dove batté il coccige (- 5 PC; - 2 PS).
Tom assistette impotente alla scena, correndo in loro soccorso appena qualcuno, da dietro le quinte, prese il suo posto portando al riparo il Domatore ferito. «Guardate cos’avete combinato, razza d’incoscienti!» ringhiò. Annie, allo stesso modo, raggiunse il Serpeverde alle spalle «Non dovevi intrometterti, te lo avevamo detto!» la corsa del Grifone andava arrestata, o perlomeno deviata prima che attaccasse entrambi.


Jonathan: l’incantesimo purtroppo non va a buon fine come speravi! Hai sbagliato la pronuncia, quindi mi vedo costretto ad invalidarne in gran parte l’esito. Come consiglio, presta maggior attenzione alle descrizioni fornite nella Biblioteca o nelle stesse lezioni volendo (ti rimando come esempio proprio quella del Pedes Glaciales da te utilizzato click e click), ogni singola parte è fondamentale per la totale riuscita dell’incanto, non solo movimento e concentrazione!

Recap stat: PS: 120 PC: 70 PM: 70

Emma: il Grifone ti ha colpita con la coda compromettendo il tuo equilibrio, quindi adesso ti trovi inevitabilmente a terra con il coccige dolorante!

Recap stat: PS: 128/130 PC: 65/70 PM: 77

Per qualsiasi dubbio o necessita, al solito mi trovate disponibile tramite MP alla casella del Master Adepto!

Prossima scadenza: 19 / 08 ore 23.59
 
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La situazione divenne alquanto pericolosa per Emma che aveva avuto la brillante idea di raggiungere il Grifone per provare a calmarlo: il buon senso non era di certo nella lista delle sue migliori doti, motivo per cui si ritrovava spesso nei guai. Accusava spesso i suoi tutori di essere troppo apprensivi, ma la verità era che i due uomini la conoscevano bene e sapevano perfettamente di che pasta era fatta, per questo si preoccupavano sempre così tanto… e spesso finivano comunque con l'esagerare.
Emma sentì l’attrezzista urlare alle sue spalle, con le sue parole aveva sperato di convincere i due maghi a tirarsi indietro, ma ormai ci erano dentro fino al collo, la Grifondoro non si sarebbe fatta da parte nemmeno per sogno. Era una testa dura e lo capì a sue spese quando si ritrovò a terra, dolorante e vulnerabile. Il Grifone l'aveva colpita con la sua coda, probabilmente involontariamente: il suo obiettivo in quel momento era stato il Serpeverde, lei una vittima delle circostanze. Un ostacolo. La strega era stata colpita al fianco con violenza, era caduta inevitabilmente all'indietro battendo il coccige contro i gradini degli spalti. Il dolore arrivò prepotentemente: Emma avvertì qualcosa paragonabile ad una lieve scossa lungo la spina dorsale. La povera Grifondoro aveva serrato la mascella e i pugni per il male. Per fortuna, dopo i primi bruttissimi istanti, il dolore cominciò a scemare leggermente facendo riprendere alla strega un po' di fiato. Provò a rialzarsi, ma nel momento in cui sforzava qualche muscolo, il dolore tornava incurante del suo livello di sopportazione. I suoi occhi colmi di lacrime puntarono il cielo in cerca del Grifone e si rese conto che la creatura stava volando verso l'altro mago affiancato da un'altra figura che Emma non riconobbe. Cosa poteva fare? In realtà poteva fare ben poco, non era riuscita nemmeno a provarci prima di finire a terra come una pera cotta, come una strega incapace. Ancora seduta a terra, faticando a mettersi almeno dritta, prese a trafficare nel suo zainetto nero: i ciondoli dalle varie forme ciondolavano mentre le sue mani frugavano al suo interno in cerca di qualcosa che potesse essere utile ed ebbe una piccola illuminazione. Ehi! - urlò cercando di portare l'attenzione del Grifone su di lei - Ehi bellezza! Sono qui! - provò ancora agitando il braccio destro come a voler salutare, con una nanosticca stretta nello stesso pugno. Con il palmo dell'altra mano appoggiato a terra, cercava di tenersi sollevata - che aspetti!? Vieni a prendermi!.
Aveva avuto un'idea folle. Non era sicura che avrebbe funzionato anche nel caso fosse riuscita a fare centro. Ma ci avrebbe provato lo stesso, non aveva scelta. O forse si? Avrebbe potuto restare lì a terra in attesa che qualcuno la portasse in salvo, ma questa per lei non era un'opzione. Non sapeva se le nanosticche avessero effetto anche sugli animali, ma ci avrebbe provato, era pur sempre una Grifondoro e si sarebbe distinta per il suo coraggio. Anche se quello dimostrato in quel momento, più che coraggio, era sembrato un tentativo di farsi ammazzare.
Nel caso la crearura avesse deciso di seguire il richiamo delle sue urla e si fosse avvicinata, Emma avrebbe provato a lanciare una nanosticca nelle sue fauci con la speranza di farla rimpicciolire, sperando così di renderla più domabile. In caso contrario… che Merlino gliela mandi buona!
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Emma C. Green - 15 anni - Grifondoro




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view post Posted on 30/8/2022, 20:43
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Dinasty, implacabile, stava per abbattersi come un tornado fuori controllo sul suo obiettivo. I due studenti avevano rischiato e, per il momento, avevano fallito. Sarebbero riusciti a non demordere? Ad ottenere una seconda chance? Una piccola rivincita personale? Le voci all’interno del tendone, dei pochi che ancora lo popolavano, fecero innervosire ulteriormente la creatura. Il becco era spalancato, pronto a schioccare e ad arpionare le due sagome che le si stagliavano davanti a brevissima distanza, una decina di passi circa. Annie spinse a terra il Serpeverde, imitandolo prontamente ed estraendo immediatamente la bacchetta. «Resta fermo, o l’ultima cosa che vedrai saranno i suoi artigli che si conficcano nella tua carne!» gli intimò. Forse li avrebbe sorvolati, forse li avrebbe artigliati e sollevati in aria, non restava che attendere pazientemente che il destino facesse il suo dovere. Il destino era perverso, dispettoso, fece loro uno strano scherzo, ma per fortuna vantaggioso. Una di quelle voci sopracitate giunse alle orecchie piumate di Dinasty, che non rimase indifferente a tale richiamo. Quel grido l’attirò come la luce di una lampada fa con le falene nella calda notte estiva, aveva a disposizione un nuovo fantoccio su cui sfogare tutta la sua irritazione. Un deciso battito d’ali, una violenta sferzata d’aria si sollevò e corse lungo le schiena di Annie, ormai a pancia in giù - occhi e bacchetta puntati contro la creatura - e quella del ragazzo. Il Grifone virò passando di pochi centimetri sopra le loro figure, formiche rispetto alla sua stazza, per dirigersi verso la Grifondoro.
«Ci tieni proprio a morire, sciocca ragazzina!» la voce di Tom si palesò alle sue spalle. L’uomo, al pari della collega, impugnò la bacchetta, pronto a intervenire. La ragazza però lo precedette e, contro ogni aspettativa dei presenti, stavolta ebbe fortuna…più o meno. Quando si decise a lanciare la nanosticca, il becco della creatura era a circa quaranta centimetri da lei. Dinasty, pronta a colpire, avrebbe emesso un verso acuto, molto simile ad un canto di battaglia o, più precisamente, di vittoria. Una vittoria per lei certa, convinta di avere già la sua preda tra le grinfie. Fu allora che il suo castello di sicurezze si sgretolò: la pillola magica venne, inconsapevolmente, inghiottita. Un arresto improvviso, una lieve convulsione ed un Grifone in miniatura, delle dimensioni di un grande mastino, si palesò di fronte alla giovane. Più piccolo sì, ma non meno incattivito. Lo scompenso che il suo corpo subì lo fece dimenare, sperando di scuotersi di dosso quella sensazione spiacevole. Data la breve distanza dalla Grifondoro, Dinasty permise ai suoi artigli d'incontrare la spalla sinistra dell'altra, dove lasciò dei graffi non troppo profondi (- 7 PC; - 3 PS) che non tardarano a far sentire il loro bruciore. Dopodiché riprese quota, dirigendosi verso la sommità della struttura.


Jonathan: come anticipato in privato, dato che non hai risposto alla scadenza stabilita, riprendo la quest con Emma. Qualora fossi intenzionato a proseguire, se e quando il tempo a tua disposizione in real te lo permetterà, mi trovi a disposizione per MP. Ci accorderemo al meglio per farti rientrare in gioco!
Recap stat: PS: 120 PC: 70 PM: 70

Emma: la strategia funziona, Dinasty ingoia la nanosticca riducendo le sue dimensioni fino a 105 centimetri (corpo + coda)! L’effetto dura 1 turno, quindi al mio prossimo masteraggio il Grifone riprenderà le consuete dimensioni!
Allo stesso tempo, però, ti lascia 4 graffi non troppo profondi sulla spalla sinistra, dove avvertirai dolore e bruciore.
Recap stat: PS: 122/130 PC: 61/70 PM: 77

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La Grifondoro non era affatto sicura che la nanosticca avrebbe avuto effetto sul Grifone se anche fosse riuscita a fare centro. Il suo era stato senza ombra di dubbio un tentativo affrettato, sicuramente non aveva avuto il tempo di ponderare sul da farsi e aveva finito per compiere un gesto estremamente pericoloso e folle: più che un gesto coraggioso, il suo era sembrato un tentativo di farsi ammazzare. Se solo Cam e Mitchell avessero assistito a quella scena, sicuramente il primo si sarebbe messo tra lei e la creatura, mentre il secondo con ogni probabilità sarebbe svenuto.
Quando il Grifone si era trovato abbastanza vicino a ella, la ragazza aveva lanciato la pasticca prendendo bene la mira, seduta ancora a terra con il coccige dolorante. Aveva chiuso gli occhi per qualche istante pensando che stesse per fare chissà quale fine spiacevole e dolorosa, ma non accadde nulla. La Grifondoro aveva sollevato le palpebre incerta, ritrovandosi la creatura in preda ad una lieve convulsione prima di rimpicciolirsi davanti ai suoi occhi castani e increduli.
Il suo folle piano aveva funzionato.
Ma non era di certo finita. Il Grifone cominciò a dimenarsi finendo per ferire Emma sulla spalla, le sgualcì la maglia lasciandole dei graffi non troppo profondi sulla pelle. La giovane strega avvertì il bruciore di quella nuova ferita che tutto sommato non era nulla di che in confronto al dolore avvertino al coccige appena caduta: dolore che ancora non le era passato del tutto, ma nonostante questo era riuscita comunque a rimettersi in piedi. Le gambe le tremavano, per lo spavento, per il dolore, ma anche per la rabbia. Non avrebbe voluto recare nessun tipo di danno a quella creatura, sapeva che non era colpa sua se era stata rinchiusa in quello zoo e usata come fenomeno da baraccone dagli uomini: era stata quella la causa scatenante di tutto quello che era successo dopo, una serie a catena di eventi che l'avevano portata a quel momento; ma dopo aver visto la morte con gli occhi, dopo il suo folle intervento, la strega si era resa conto che probabilmente avrebbe dovuto fare di più, non poteva risolvere la situazione con la dolcezza, non in quella situazione. Seguì con gli occhi l'animale ridotto che volava in direzione del punto più alto della struttura, Emma sapeva che l'effetto della nanosticca non sarebbe durato ancora a lungo.
Impugnò la bacchetta, le mani per fortuna non le tremavano più. Tenne stretto il suo catalizzatore saldamente e roteò il polso tre volse in senso orario - Flipendo! - decisa, scandendo bene l'incanto.
Sperò che il Grifone non si sarebbe fatto troppo male, il suo intento era di tramortirlo senza ferirlo, giusto il tempo per dare modo al personale dello zoo di bloccarlo prima che fosse diventato di nuovo delle sue dimensioni.
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Poteva sembrare indifesa ora Dinasty, spogliata delle sua solita taglia. Sempre pericolosa certo, ma la mancanza d’imponenza era senz’altro vantaggiosa, non incuteva più tanto timore e questo la rendeva gestibile….almeno per il momento.
Il Grifone raggiunse la sommità del tendone, le sue grinfie avevano saggiato il sangue e non pareva esserne sazio. Piccola, ma indemoniata, la creatura mise in mostra il petto gonfio d’orgoglio. Tom, di fianco alla giovane, stava per interrompere quella specie di missione kamikaze da parte dei due studenti. Con decisione strinse la bacchetta e la puntò verso un angolo poco distante, pronunciando chiaramente «Accio, corda!»
L’oggetto richiamato rispose al suo appello fiondandosi nella mano sinistra. Contemporaneamente, la Grifondoro si fece sempre più ardita. La sua intensione era salda, un piano si stava forse formando nella sua mente? Il Flipendo andò in porto, dal suo fedele cipresso scaturì un raggio di colore arancione, esso colpì Dinasty al ventre, ma non con eccessiva forza a causa della distanza (- 10 PC; - 5 PS; - 3PM). Bastò a tramortirla lievemente, giusto il tempo di disorientarla e farle perdere un metro di quota. Dovevano agire in fretta, si sarebbe ripresa e incattivita ancora di più altrimenti. Tom fece un cenno d’assenso verso quella sciocca, ma alquanto intrepida, ragazza. Stava per far ruotare la fune, pronto a lanciarla e avvolgerla attorno alle zampe del Grifone, ma qualcosa lo distrasse.
«Ti dico di sì Jake, c’è un Grifone impazzito lì dentro!» una voce estranea, forse di un bambino, improvvisamente risuonò. Qualcuno si stava avvicinando.
«Ma ti pare che non possa lasciarti solo un attimo che te ne esci con una storia simile? É tutto finto, mamma non te l’ha detto quando ti ha dato i soldi per il biglietto?» una seconda voce, ma questa pareva più adulta. La stabilità della situazione oscillava sul filo del rasoio, più persone significava maggior rischio.
«Non è colpa mia se hai preferito il rettilario! Ti ripeto che ci hanno addirittura mandati via….GUARDA!» sull’ingresso d’emergenza, l’unico lasciato aperto, si stagliava la figura di un ragazzino moro. Era alto circa un metro e quaranta, non doveva avere più di dieci anni ed era vestito con pantaloncini corti verdi, sovrastati da una maglietta nera con dei pianeti fosforescenti disegnati. Dietro di lui la sagoma di un adolescente, anche lui moro e a giudicare aveva al massimo diciassette anni, vestito con jeans e una t-shirt bianca.
L’indice del più piccolo indicava Dinasty, sul viso un’espressione soddisfatta per aver dimostrato al fratello di avere ragione.
«Andate via, è pericoloso!» gridò Tom. Il Grifone, attirato dai rumori, cominciava a riprendersi. La sua agitazione era alle stelle, aveva ricevuto troppi colpi per non alterarsi ulteriormente. La luce esterna invase i suoi occhi, le pupille si dilatarono e le ali, infine, si dispiegarono completamente. Puntò in direzione del trambusto, verso la via di fuga che dava sull’esterno. Planò così con grazia verso i nuovi arrivati.
«Danny, corri! Comincia a correre per Merlino!» Jake prese il fratellino per l’avambraccio, strattonandolo perché lo imitasse. Dinasty, ormai della misura giusta, non esitò a varcare la soglia ed andare loro appresso. L’aria aperta era pura, sapeva di libertà, ora poteva fare tutto ciò che voleva. Stava anche riacquistando le sue dimensioni, quindi niente l’avrebbe fermata.
«Merda!» sibilò Tom a denti stretti. Altrettanto rapidamente si affrettò a salire i gradini, nella speranza di salvare un’altra coppia d’incauti e recuperare la creatura.


Dinasty: l’incanto va a buon fine, lasciandola disorientata per un paio di minuti! Ma, purtroppo per tutti voi, si riprende e si lancia all’inseguimento dei due fratelli.
Racap stat: PS: 120/130 PC: 135/140 PM: 107/110

Emma: a questo giro ne esci illesa!
Recap stat: PS: 125/130 PC: 58/70 PM: 77

Per qualsiasi dubbio o necessità, al solito sai dove trovarmi!

Prossima scadenza: 15 / 09 ore 23.59
 
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Un raggio di colore arancione schizzò via dal suo catalizzatore in cipresso e colpì il Grifone come una saetta. Anche quest'ultimo tentativo di Emma aveva funzionato, o meglio, era riuscita a colpire la creatura con il suo incanto, ma ciò non era stato ancora sufficiente per placarla. L'uomo guardò in direzione di Emma e alla strega sembrò che quest'ultimo le avesse dato un cenno di assenso, ma ancora non era finita. Il mago fece per lanciare la fune verso il Grifone, probabilmente voleva riuscire ad afferrarle una delle due zampe, ma la voce di qualcuno che non doveva essere lì in quel momento, lo distrasse dal suo intento. Quelle voci catturarono anche l'attenzione della Grifondoro che guardò in quella direzione aggrottando le sopracciglia - che idioti… - mormorò tra i denti - come si può essere così stupidi… - probabilmente era quello che avevano pensato anche di lei i due maghi che facevano parte del personale dello zoo, gli stessi che le avevano suggerito di scappare.
Andate via, è pericoloso! - gridò uno di questi ultimi ai due ragazzini che erano piombati lì senza rendersi conto del pericolo che stavano correndo. Emma sollevò gli occhi verso Dinasty, ormai stava tornando delle sue dimensioni naturali e stava volando a tutta velocità verso i due malcapitati: i due scapparono uscendo dallo stesso varco da cui erano entrati, ma la creatura lì seguì fuori dal tendone. La Grifondoro deglutì e corse fuori per cercare di fare qualcosa, si sentiva frustrata, ogni suo tentativo era stato vano, non aveva portato a nulla e la situazione era addirittura degenerata. Quando fu fuori vide il Grifone seguire i due ragazzini - pensa Emma… forza… pensa… - ma in realtà non aveva il tempo per pensare, doveva agire immediatamente o avrebbe assistito alla morte di quei due giovani maghi, e probabilmente poco dopo avrebbe raggiunto anche lei all'altro mondo i due poveretti. Non c'era davvero tempo per pensare a qualcosa di intelligente, in quel momento l'unica priorità era distogliere l'attenzione della creatura dai due maghetti.
Distese il braccio con la bacchetta ben salda, cercò di concentrarsi anche se la situazione non lo permetteva più di tanto. Puntò Dinasty e cominciò a compiere ininterrottamente piccoli e veloci movimenti in lunghezza, dall'alto verso il basso, come se fosse mossa da un tremore e in contemporanea enunciò l'incanto - Prurito!.
Sperò così di riuscire a distrarre il Grifone per poter dare modo ai due di mettersi al sicuro.
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Dinasty stava dando sfogo ai suoi istinti naturali, liberando il suo lato selvaggio per troppo tempo sopito dal contatto con gli umani. Assaporava la leggera brezza esterna, essa lisciava le sue piume come ormai raramente accadeva. Era piena di energia, stava seguendo i due fuggitivi come un segugio pronta ad afferrarli. Il becco spalancato pronta ad attaccare.
I giovani Jake e Danny correvano a perdifiato, cercavano disperatamente un riparo, un pertugio sicuro in cui nascondersi. Dinasty però era più veloce, li avrebbe raggiunti presto se nessuno l’avesse rallentata. Jake stringeva la mano del fratellino nella speranza di fargli mantenere il ritmo, di proteggerlo ad ogni costo.
«Non ce la faccio più a correre!» pigolò il piccolo. La voce rotta da un affanno appena accennato.
«Devi resistere Danny!» provò ad incoraggiarlo Jake. Tom, così come il Grifone che volava a bassa quota, era a pochi metri da loro, quanto bastava per farsi udire.
«Ragazzi, lì sotto! Appostatevi lì sotto…» gli gridò a pieni polmoni alle spalle, indicando poi una gabbia su ruote di fronte a loro. Era abbastanza alta, i loro corpi sarebbero entrati senza problemi sotto la sua base in legno. Non se lo fecero ripetere due volte, schizzarono nel rifugio di fortuna mentre Dinasty si stava buttando in picchiata. C’era quasi, ma la Grifondoro fu più veloce e la colse alla sprovvista centrandole la zampa sinistra. Dinasty cominciò a scuoterla freneticamente, irritata e in preda agli spasmi causati dal prurito che mordeva ferocemente (- 4 PS; - 2 PC). Ciò accrebbe la sua aggressività, la sua figura si dimenava in maniera incontenibile. La coda una frusta indomabile, pronta ad abbattere qualsiasi cosa…non metaforicamente. Colpì violentemente una prima volta la gabbia dove i fratelli cercavano di celare le loro figure. La spostò lasciando intravedere la gamba destra di Jake. Danny intanto, impaurito dalla botta, cominciò a piangere: il gracile corpicino scosso da gemiti e singhiozzi.
Una secondo colpo. Una ruota del carro che sosteneva la gabbia cedette sotto il peso della sferzata, la struttura s’inclinò minacciando di schiacciare i due fratelli. Inoltre, parte del busto di Jake rimase alla mercé del predatore che probabilmente, una volta stanate completamente le sue prede, non avrebbe tardato ad aggredirli. Tom, consapevole del rischio, si avvicinò – con la corda appellata nel Tendone ancora stretta in mano – sperando di cingere le zampe del Grifone prima che attaccasse nuovamente i ragazzi. Purtroppo non ebbe nemmeno il tempo d’iniziare ad agire, la coda di Dinasty lo centrò in pieno petto mandalo al tappeto momentaneamente privo di sensi.


Dinasty: l’incanto va a buon fine! La sua zampa sinistra ne subisce l’effetto, iniziando a prudere causandole parecchio nervosismo. L’effetto durerà un turno!
Racap stat: PS: 116/130 PC: 133/140 PM: 107/110

Emma: anche a questo giro ne esci illesa!
Un piccolo appunto però: stai attenta al metagame, non dare per scontati i movimenti del Grifone o dei PNG! Il fatto che Emma insegua il Grifone uscendo dal tendone va bene, ma il resto è completamente ipotetico, considerando inoltre che non ti ho fornito la posizione esatta di Dinasty una volta all’aperto. In questo caso ricorda che si utilizza sempre il condizionale, accennando le proprie intenzioni (ad esempio: “nel caso in cui Dinasty, una volta uscita dal tendone, fosse stata abbastanza vicina, Emma avrebbe fatto … ecc…”) che verranno valutate dal Master.

Recap stat: PS: 125/130 PC: 58/70 PM: 77

Per qualsiasi dubbio o necessità, al solito sai dove trovarmi!

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A causa dell'incanto che le aveva lanciato la Grifondoro, Dinasty era diventata ancora più furiosa. Per fortuna i due bambini riuscirono a trovare un posto per nascondersi, anche se quel rifugio non era chiaramente sicuro: la creatura era una furia, indomabile, pronta a tutto pur di catturare le sue piccole prede. Infatti non passò molto tempo prima che il Grifone provasse ad abbattere la gabbia di legno che stava quasi per schiacciare i due ragazzini. Uno di loro aveva parte del corpo esposto e sembrava essere quello che rischiava maggiormente di essere catturato dalla belva, ma se la gabbia avrebbe ceduto… verrebbero fatto entrambi una brutta fine. Tom andò verso la creatura con una corda, probabilmente voleva usarla per catturare Dinasty, ma quest'ultima lo scaraventò a largo con la sua coda. L'uomo ormai giaceva a terra privo di sensi, sembrava morto. La Grifondoro avrebbe voluto accertarsi che Tom respirasse ancora, ma non poteva, altrimenti per i due bambini sarebbe stata la fine. Così, con il cuore in gola, avrebbe cercato di avvicinarsi al Grifone quanto più possibile per scagliare un altro incanto.
All'inizio il suo intento era stato quello di calmare la creatura con le buone, non facendole del male, ma si stava rendendo conto che ormai ogni suo tentativo era stato un fiasco… doveva farle male, così magari si sarebbe arresa. Non voleva farlo, ma doveva, ormai le alternative erano due: o si decideva a fare qualcosa, oppure, molto probabilmente quei due ragazzini avrebbero chiuso gli occhi per sempre. Emma sentiva piangere uno dei due, o forse erano entrambi. Lanciò uno sguardo a Tom e deglutì. Avrebbe cercato di avvicinarsi il più possibile, dopodiché avrebbe stretto con la mano sinistra il suo catalizzatore in cipresso e lo avrebbe puntato in direzione di Dinasty mantenendo il braccio teso, ma cercando di non essere troppo rigida. Avrebbe cercato di scandire per bene la formula - Apis! - senza esitazione. Per quanto possibile in una situazione del genere, avrebbe cercato di concentrarsi al meglio focalizzando la sua concentrazione sull'evocazione delle api, immaginando e visualizzando nella sua testa il percorso che esse avrebbero dovuto seguire per raggiungere l'animale. Se non si sarebbe concentrata abbastanza le api avrebbero preso altre vie, disperdendosi, oppure avrebbero potuto aggredire qualcuno che non era Dinasty. L'incanto scelto dalla strega era un incantesimo offensivo ed evocativo allo stesso tempo.
Se Emma fosse riuscita nel suo intento… era ancora tutto da vedere!
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Grazie per la proroga ♡
 
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«Aiuto!» il grido di una vocina infantile, che frettolosamente si perdeva in un soffio di brezza spazzina.
Chiok. L’agonia del legno che si spezzava.
Tic-Tac. Il tempo che non aveva smesso di scorrere, le decisioni andavano prese in fretta.
Dinasty era sempre più furiosa, il prurito sempre più insopportabile ed il non poterlo placare la costringeva a sfogarsi su qualsiasi cosa le capitasse sul suo percorso. Le pupille dilatate, il rosso acceso dell’ira s’intravedeva nella loro profondità abissale. Un verso acuto uscì dalla sua gola, gli artigli pronti a smembrare il legno che nascondeva, almeno in parte, i due fratelli.
«No, no!» una supplica, la ricerca di pietà di un adolescente. La sua mano stringeva un minuto avambraccio con fare protettivo.
Tutto sembrava perduto, ma per fortuna il fedele Cipresso della Grifondoro, anche stavolta, compì il suo dovere. Dalla sua sommità fuoriuscirono quattro api, piccole ma tenaci e vogliose di pungere. Una si diresse alla zampa ancora indenne dove, infilandosi di soppiatto tra le piume, la punse nella carne viva. La seconda, più coraggiosa – o forse solo incauta –, si avventurò fino al muso della creatura facendo scorrere il suo veleno poco sopra l’occhio destro, appannandole momentaneamente la vista da quel lato. La terza e la quarta – cecchini provetti – al petto e al ventre, due colpi netti come affondi di spada. (- 8 PS; - 2 PC ad ogni turno fino alla cura).
Se il prurito all’altra zampa ora stava scemando, dalla gemella divampava un nuovo fuoco. La coda di nuovo una frusta scattante. Stavolta una sferzata decisa colpì una ruota posteriore, destabilizzando ulteriormente la struttura del carro. Esso vacillò, cedette in un istante fermandosi a pochi millimetri dalla gamba esposta di Jake, conficcando lo spigolo ormai seghettato nel terreno. Un altro problema era capire come stava il suo fratellino, che rischiava di rimanere schiacciato lì sotto. Il suo cuore batteva all’impazzata come quello di un colibrì, nonostante questo però l’attenzione maggiore non era per sé stesso, ma per il piccolo al suo fianco
«Danny.» lo chiamò piano «Danny, parlami.» tratteneva il fiato e con la mano, ancora aggrappata a lui, gli dette una piccola scossa, come a volerlo risvegliare da un sonno scuro e senza sogni. Per tutta risposta ricevette un mugolio. A parte il visino turbato – sporco di polvere e lacrime –, per il resto era tutto intero.
Non era il solo a mugugnare. Tom, infatti, cominciava a riprendere coscienza. Tossicchiò e, con voce rauca, cercò di richiamare l’attenzione della Grifondoro.
«V-vieni qua p-per favore.» un gemito di dolore, il corpo che tentava di portarsi seduto, la corda abbandonata al suo fianco dopo la caduta. Stava alla ragazza ora scegliere se dargli ascolto, o continuare a fare di testa sua.
Intanto il Grifone cominciava ad accusare l’effetto del veleno, l’adrenalina non le sarebbe più bastata per sostenere la stanchezza che da lì a poco avrebbe cominciato ad attanagliarla.


Dinasty: Il prurito sta svanendo, al prossimo turno non lo avvertirà più. Le api, però, la pungono andando ad indebolirla finché non verrà curata.

Racap stat: PS: 108/130 PC: 131/140 PM: 107/110

Emma: l’incantesimo va in porto, ma t’invito a prestare attenzione ai dettagli dell’esecuzione per il futuro. L’Apis, essendo di tipo evocativo, richiede una precisa visualizzazione del soggetto e del percorso che deve intraprendere. Non è sufficiente dire “lo sta visualizzando”, o “è concentrata”, ma sarebbe opportuna una certa descrizione:
Quante api vorrebbe far apparire? Uno sciame? Due, tre?
Dove vorrebbe che si dirigessero? Al petto? Al viso?
In questo caso, non specificando, hai passato la decisione a me, che non sempre è un bene!

Recap stat: PS: 125/130 PC: 58/70 PM: 77

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L'incantesimo di Emma andò a buon fine, ma la strega non ne fu soddisfatta al cento per cento. Avrebbe voluto che dalla sua bacchetta fossero uscite molte più api, ma evidentemente non si era concentrata abbastanza. Frustrazione, rabbia, due delle emozioni che stava cercando di tenere a bada, non poteva di certo arrendersi. Il Grifone sembrava provato dal suo ultimo intervento, Dinasty si stava dimenando come un'ossessa, finendo per colpire con la sua forte coda una delle ruote del carro, facendo cedere quest'ultimo con ancora sotto i due bambini. Emma non sapeva più che fare, il tempo passava e ogni decisione che aveva preso fino a quel momento non aveva migliorato di granché la situazione in cui tutti i presenti si trovavano. Forse era stata troppo avventata? Avrebbe dovuto dare ascolto all'uomo che aveva ripreso conoscenza? Le aveva chiesto di avvicinarsi, sembrava essere messo male; ed anche se la priorità per Emma erano i due bambini, dopo una manciata di secondi di esitazione corse verso l'uomo steso a terra. La strega aveva notato la corda che giaceva accanto a lui e le venne in mente di compiere l'ennesima impresa che forse si sarebbe rivelata una follia. Così, dopo essersi avvicinata all'uomo, Emma avrebbe afferrato la corda - come si sente? - avrebbe chiesto senza dare al mago il tempo di risponderle - se quello che sto per fare andasse a buon fine, deve aiutarmi a tenere fermo il Grifone… - avrebbe detto - magari riusciremo a legarla a un palo, sperando che la corda riesca a reggere la sua forza… l'ho indebolita con i miei Incantesimi, ma è ancora molto forte. Senza esitare ulteriormente avrebbe preso la corda e si sarebbe diretta verso Dinasty il più possibile rammentando le lezioni di zio Cam che fortunatamente avrebbero potuto rivelarsi utili. Avrebbe tenuto ferma la parte inferiore con la destra e con la sinistra avrebbe cominciato a far roteare la parte superiore, roteando il braccio il più veloce possibile affinché il cerchio formatosi a mezz'aria potesse rimanere in equilibrio sulla sua testa. Dopodiché avrebbe puntato con lo sguardo la creatura inferocita e malmessa, più precisamente la sua zampa, e dopo aver preso accuratamente la mira… avrebbe lanciato la corda verso di essa. Se sarebbe riuscita a farlo, la corda si sarebbe stretta attorno alla zampa di Dinastyi a mo' di nodo e con l'aiuto di Tom avrebbe potuto legarla a qualcosa di resistente… sempre che la corda stessa avesse retto la furia della bestiola.
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Avventatezza.
Follia.
Erano davvero queste le costanti che governavano l’animo della Grifondoro di fronte al pericolo? Avrebbe assecondato Tom? E se non gli avesse dato retta, cosa sarebbe successo? Una minuscola decisione, come il dolce frullio d’ali di farfalla che genera un uragano dall’altra parte del mondo, sarebbe bastata a sovvertire la situazione.
«N-non essere sciocca, ragazzina!» riuscì a malapena a dirle mentre si allontanava appropriandosi della corda. Aveva seriamente intenzione di legare il Grifone da sola? Con il rischio di essere trascinata via come una foglia nel vento? Con tutta l’energia e la volontà che gli era rimasta in corpo, il Domatore si alzò con difficoltà da terra e, barcollando, cercò di raggiungerla per evitare il peggio. Il tiranno chiamato tempo favorì la giovane spavalda, che si gettò a capofitto nell’azione senza attendere istruzioni precise. Questo però non dette i risultati sperati: riuscì a lanciare la corda sì, ma Dinasty, nel dimenare le ali, la intercettò in un battibaleno con la sinistra allacciandola con la punta. Seppur indebolita dal veleno la forza residua (- 8 PS; - 2 PC ad ogni turno fino alla cura) – la sua stazza era in grado di trattenerne a sufficienza – le bastò per uno strattone ben assestato, che compromise l’equilibrio di Emma facendola cadere violentemente sul fianco destro. Il dolore la colpì come un fulmine a ciel sereno, le mancò il respiro e la lucidità per una manciata d’interminabili secondi (- 2 PS; - 5 PC; - 2 PM).
La corda scivolò carezzando delicatamente le piume e, ormai inerte, si attorcigliò vicino ad Emma ora distesa. Ancora una volta lo strumento di cattura era abbandonato ed in attesa, frenetico, di avvolgersi attorno al Grifone, nella speranza di ricondurlo ubbidiente alla sua consueta dimora.
Nel riprendere pian piano coscienza, avrebbe udito la voce di Tom «Che ti è saltato in mente!» la rimproverò – seppur con una vena di preoccupazione –, mentre con la mano la prendeva per un gomito con l’intento di aiutarla a mettersi in piedi. Riassunta una posizione eretta, la ragazza avrebbe potuto notare gli occhi dell’uomo inchiodati nei suoi, con il chiaro intento di impartirle degli ordini. Intanto l’ambiente circostante continuava il suo dinamismo.
Chiok.
Il legno della struttura pericolante scricchiolava imperterrito, grida d’aiuto che si aggiungevano a quelle delle vittime che stava intrappolando. La minaccia per i due fratelli, infatti, era sempre più imminente.
Una piccola folla cominciava a radunarsi attirata dal caos generale, gente completamente ignara del grave rischio che poteva correre. Un bambino – forse coetaneo di Danny – faceva capolino da dietro un albero, distante poco più di un metro dal carro semidistrutto. Era possibile intravederlo tra un battito d’ali e l’altro di Dinasty. Battiti che si facevano a mano a mano più pigri, più ritmici e meno brutali. Non si sarebbe sostenuta ancora molto in aria, stava perdendo lentamente quota, adesso si trovava a circa un paio di metri d’altezza. La coda sfiorava il terreno, sollevando sbuffi di polvere sabbiosa.
Bisognava agire in fretta, prima che qualcun altro ci andasse di mezzo.
«Ascoltami attentamente.» esordì lui «Se vuoi collaborare dobbiamo fare lavoro di squadra, d’accordo?» il tono militare non ammetteva contraddizioni «Altrimenti puoi ancora girare i tacchi e correre al sicuro.» attese la risposta di lei prima di proseguire «Hai qualche idea da condividere? Magari per distrarla mentre uno di noi prova bloccarla?»


Dinasty: Il prurito è svanito, ma il veleno è ancora in circolo e la indebolirà finché non verrà curata.

Racap stat: PS: 100/130 PC: 129/140 PM: 107/110

Emma: il tentativo di acchiapparla va quasi a buon fine, ma sul più bello ti trascina a terra causandoti una contusione al fianco dentro!

Recap stat: PS: 123/130 PC: 53/70 PM: 75/77

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Emma era una strega estremamente impaziente ed impulsiva, si lasciava sempre trascinare dalle proprie emozioni come un treno in corsa, senza riflettere sulle conseguenze delle sue gesta: questo faceva di lei una strega estremamente coraggiosa, ma allo stesso tempo irrimediabilmente imprudente. Se non fosse stata così impulsiva, probabilmente in quel momento non si sarebbe trovata in quella situazione così pericolosa. Cam e Mitchell non avevano poi tutti i torti quando la riempivano di raccomandazioni, la conoscevano bene pur essendo troppo apprensivi per natura.
La Grifondoro per pochi istanti aveva pensato di essere riuscita nel suo intento, ma Dinasty - approfittando della corda che proprio la strega le aveva lanciato - con uno strattone ben assestato riuscì a farla cadere rovinosamente sul fianco destro. Il dolore arrivò senza esitazione o pietà, facendole mancare il respiro per una manciata di secondi che ad Emma sembrarono un'eternità. Come poteva essere stata così stupida? I suoi zii avevano ragione a non fidarsi di lei, spesso si comportava come una sprovveduta, come se non le importasse di quello che potrebbe capitarle a causa delle sue decisioni poco ponderate. La corda cadde accanto alla strega che non si era ancora alzata da terra. Il dolore le aveva fatto appannare la vista, ma pian piano stava riprendendo il controllo del suo corpo. Riuscì ad udire la voce dell'uomo, sembrava contrariato dal suo comportamento avventato. Quest'ultimo la aiutò a rimettersi in piedi quando un rumore e delle grida di aiuto le ricordarono dei due bambini in pericolo. Come se non bastasse, altra gente si stava radunando lì intorno, senza rendersi probabilmente conto della gravità della situazione.
Puntando gli occhi della strega, l'uomo, le parlò con decisione. Emma annuì ancora leggermente stordita - l'ascolto… - decise di dargli retta visto che le decisioni prese non avevano migliorato di molto la situazione fino a quel momento. Si rese conto che non avrebbe potuto sistemare tutto da sola - non ho nessuna intenzione di scappare… - le venne in mente un'idea che forse avrebbe potuto facilitare l'impresa di catturare l'animale - potrei lanciare un Reducio contro il Grifone… e se riesco a rimpicciolire la sua dimensione, forse per lei sarà più facile catturarla… che ne pensa? - propose speranzosa.

Se l'uomo avesse acconsentito, avrebbero proseguito con questa strategia.
La Grifondoro avrebbe preso ancora una volta la sua bacchetta, cercando la creatura con lo sguardo. Una volta puntata, avrebbe cercando di rammentare bene la lezione in cui aveva imparato quell'incanto, ripassando i passaggi in mente. Il movimento della bacchetta sarebbe stato fluido e senza interruzioni, partendo dall'alto e finendo verso il basso, immaginando quasi di dover comprimere, pressare il Grifone; concentrandosi ed immaginando nella sua testa la riuscita del suo intento: non era un animale comune, ma bensì una creatura magica, grande e potente; per cui avrebbe cercato di concentrarsi maggiormente per riuscire a ridurre le sue dimensioni. Durante la manovra, si sarebbe focalizzata sulla sagoma in alto, ovvero il suo obiettivo, scrutando la sua maestosità. Avrebbe provato ad immaginare le cellule del suo corpo piumato restringersi, almeno il necessario per poter agire. Nel mentre avrebbe enunciato la formula - Reducio! - senza nessuna cadenza, sperando che in caso di riuscita, l'uomo sarebbe stato tempestivo nel ruolo cve aveva nel piano.
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Tom, come promesso, ascoltò le proposte della giovane Grifondoro. La sua idea non gli dispiacque, le dimostrò il suo assenzo con un semplice cenno del capo. Era giunto il momento di giocarsi l’asso nella manica, la strategia definitiva, quella vincente.
«Svelta!» l’ultima raccomandazione, dopodiché – corda alla mano – si spostò con cautela alle spalle della creatura.
Lasciò che la ragazza facesse la sua parte, come da copione. Ormai Dinasty era stremata, non si stava più ribellando con energia, solo la coda continuava a spazzare il terreno sotto di lei. Il piano si mise dunque in moto, la fedele bacchetta in Abete fece il suo dovere ancora una volta. L’incantesimo colpì inevitabilmente il Grifone, la sua dimensione in breve si ridusse di un terzo. Ogni parte di lei si restrinse e si compattò come sotto un’improvvisa pressione, la sorpresa la costrinse ad emettere un gutturale verso di ribellione.
Poteva sembrare poco come risultato, ma tanto bastò per far sì che Tom la catturasse. L’uomo riuscì ad allacciare la corda alla zampa sinistra, per poi assicurarla all’albero lì vicino. Il bambino che si nascondeva dietro il tronco sgranò gli occhi, stupito da tutto ciò che stava accadendo attorno a lui. Qualcun altro invece correva in loro direzione, era Annie con i rinforzi.
«State bene?» chiese preoccupata, passando intanto in rassegna la scena di fronte a lei.
«Noi sì, ma ci sono due ragazzini bloccati là sotto!» Tom, nell’avvicinarsi alla donna, indicò il carro dove ancora si stavano nascondendo i due fratelli.
«Ti aiuto io. Voi…» schioccando rapida le dita richiamò l’attenzione delle due figure che l’affiancavano «Portate Dinasty al sicuro, forza!» entrambi annuirono. Si trattava di un giovanotto bassino sulla ventina, moro e fisico atletico, ed una ragazza biondina all’incirca della stessa età, alta e slanciata. Si avviarono a passo svelto verso il Grifone, senza indugiare sciolsero il nodo che la tratteneva, conducendola infine in una delle gabbie vuote nei dintorni dove le diedero le giuste cure. Nel frattempo Annie e Tom liberarono Danny e Jake. Erano ancora distesi, abbracciati ed impauriti. Il piccolino piangeva, stringeva forte la maglietta del fratellone come fosse l’ala di una mamma chioccia. Vennero gentilmente incoraggiati ad alzarli, ormai il pericolo era scampato.
«Grazie.» mormorò Jake quando riassunse una postura eretta, lo sguardo provato rivolto al domatore e all’attrezzista. Danny gli fece eco, dalle labbra però uscì un sussurro indistinto.
«Non dovete ringraziare noi, ma lei!» Tom ammiccò verso la Grifondoro, si era dimostrata una degna rappresentante della Casa di Godric. Se si fosse avvicinata l’avrebbe presentata, dimostrandole la dovuta gratitudine.
«Forse non dovevo criticare la tua cocciutaggine, signorina…?» lasciò in sospeso la frase con l’interrogativo, in attesa che lei rivelasse il suo nome.
«Se tornerete tutti a trovarci ci sdebiteremo, promesso!» per la prima volta Annie sfoderò un sorriso dolce, in fondo c’era bisogno di buonumore dopo il rischio che avevano corso tutti.
«Tanto per cominciare noto che c’è bisogno dei Medimaghi!» Tom indicò la spalla di Emma, dove si stagliava la ferita più visibile «Jeremy!» chiamò. Il ragazzo che aveva accompagnato Annie si voltò, pronto a ricevere ordini «Dalle una mano per favore, se ha dei tutori in zona fa che gli avvisi e che la portino immediatamente al San Mungo!» l’altro annui, accompagnandola infine in uno degli uffici per prestarle un primo soccorso e chiamare chi di dovere.
«Voglio la mamma!» dichiarò Danny, che aveva appena cominciato a calmarsi.
«Andiamo a cercarla, vieni.» queste furono le ultime parole che udì la nostra protagonista. Presto anche lei, come il resto del gruppo, avrebbe fatto ritorno a casa con un’avventura da raccontare.


Bene, siamo giunti al termine di quest’avventura. Spero di cuore ti sia piaciuta e che ti sia divertita!
Sei stata brava, ho notato un maturamento post dopo post e per questo ti faccio i miei sinceri complimenti. Prima di passare ai premi però, vorrei darti un ultimo consiglio! L’incantesimo come puoi vedere è andato in porto, ma in futuro ricordati di visualizzare anche di quanto vorresti che rimpicciolisse l’obiettivo (nei limiti imposti dall’incanto stesso, ovviamente). Anche in questo caso hai rimandato nuovamente a me la scelta e, come per l’Apis, non sempre si rivela una buona decisione!

Premi
- 1 Punto Exp
- Legno lavorato (+2 PM; +4 PS): pezzo di legno lungo 10 centimetri. Presenta un taglio netto su un lato.

Recap danni
- Contusione al coccige
- Quattro graffi non troppo profondi sulla spalla sinistra
- Contusione al fianco destro

Recap stat: PS: 125/130 PC: 58/70 PM: 75/77

Le lesioni andranno curate, quindi dovrai presentarti al San Mungo per recuperare le statistiche il prima possibile.

Quest Libera

 
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