Il Tendone 1, Quest n. 4

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Emy Black
view post Posted on 9/5/2012, 19:32




Fuori dal tendone si trovavano alcune persone ad attenderli, c'erano dei medimaghi, pronti a prendersi cura del ragazzo ferito, un uomo sconosciuto dai capelli neri e una donna. Non appena videro arrivare il gruppetto, i medimaghi scorsero Alexander, quindi lo presero con sè per portarlo al San Mungo. Avevano avuto un breve dialogo ed Emy era riuscita a capire che il ragazzo non aveva riportato dei danni gravi, di questo fu sollevata. Quindi seguì con lo sguardo il ragazzo che veniva caricato su un furgoncino bianco, molto anonimo. Sperava che si rimettesse presto, tra tutti presenti infatti era quello che aveva dimostrato di avere più coraggio di tutti, Emy aveva provato una forte paura inizialmente, anche i domatori si erano dimostrati pavidi in alcune occasioni, mentre il Grifondoro aveva dimostrato di avere sangue freddo e abilità magiche, però era stato colpito proprio lui dalla bestia. Il volere del fato era inspiegabile, come sempre. Forse se l'era cercata? Intanto i domatori avevano aggiunto altre catene alla bestia, che ormai giaceva a terra senza forze. Al pensiero dei momenti precedenti Emy ebbe un brivido, ma per fortuna ora il grifone non poteva più far loro del male, o almeno si sperava. Intanto le si era avvicinata la giovane donna dai capelli rossi, ponendo una mano sul viso di Emy.
-Tutto bene?-
Aveva chiesto con preoccupazione quasi materna ad Emy. La ragazza aveva abbassato per un attimo lo sguardo, non le piaceva il contatto fisico degli sconosciuti, seppur fosse amichevole. Inoltre stava ripensando alla paura che aveva provato prima, nel vedere quella bestia così incontrollabile e carica d'odio. Aveva attaccato con furia chiunque le si parasse davanti, persino quella bambina... un momento, dov'era finita la bambina? Emy alzò rapida lo sguardo verso la giovane donna, le si era accesa una spia nella testa, poco prima c'era una bambina lì fuori, era molto probabile che fosse scappata ora, ma era da sola, senza genitori, non dovevano assicurarsi che stesse bene? Se dei genitori irresponsabili l'avevano lasciata da sola in quel momento di trambusto non erano poi così affidabili, magari era ancora da sola che vagava per lo zoo. Ma forse era una preoccupazione inutile. Quindi Emy chiese alla donna
-C'era una bambina qui fuori, che fine ha fatto?-
Forse la donna non sapeva della piccola, o forse i genitori erano venuti a riprenderla, attese una risposta, che forse avrebbe risolto i suoi dubbi.

 
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view post Posted on 11/5/2012, 16:04
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Il Fato

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Emy, siete usciti dall'altra parte del tendone, dall'entrata ordinaria, non dallo squarcio xD

Il tragitto verso il San Mungo fu rapidissimo, e sconvolgente: il furgoncino pareva sfrecciare a velocità assurda tra le strade di Londra ignorando il traffico (se si escludeva qualche tremenda frenata/curva improvvisa che finivano per muovere anche la barella sulla quale era appoggiato). Il dolore alla pancia continuò ad aumentare fino a che, incredibilmente, non cominciò a scemare, a disperdersi, come se, come se...
Non fece in tempo ad accorgersene, che era già svenuto.
Si risvegliò, forse minuti, forse ore dopo, in una stanza candida. Era sdraiato su un lettino, anch'esso bianco, e tutto intorno a lui aveva la terribile aria di una sala operatoria... Lo stavano operando? Per cosa, per la ferita sul petto? Era così grave? Stava giusto per controllare l'entità del taglio infertogli quando una porta che in precedenza non aveva notato, poiché dello stesso colore del muro retrostante, si aprì e ne uscì (o entrò?) una giovane donna. Aveva un camice che, se più vigile, il ragazzo avrebbe riconosciuto simile a quello dei Maghi che lo avevano caricato nel furgoncino: completamente bianco, con il solito stemma di bacchetta e osso incrociati tra loro in bella vista, sul lato sinistro del petto (che tra le altre cose era anche ben fornito); sembrava giovane, con i capelli corvini portati alla nuca e un paio di occhiali a nascondere parzialmente quelle che parevano lentiggini... Ma chi era?

"Oh, non muoverei quelle bende, se fossi in te. Non è un bello spettacolo."
Lo ammonì severamente, guardandolo. E in effetti Alexander si stava accorgendo in quell'istante di avere un candido bendaggio sulla pancia, là dove prima avvertiva quel bruciore intenso. La faccia che il ragazzo dovette assumere dopo le ultime parole della ragazza, tuttavia, sembrarono farle cambiare idea in quanto questa divenne subito più solare, proruppe in una grande risata decisamente inadatta a quel corpo minuto, per poi avvicinarglisi di qualche passo.
Alexander notò con una certa apprensione di essere quasi completamente nudo, eccezion fatta per il paio di mutande da lui indossate quella mattina. In che covo di pazzi era finito? La donna diede un veloce sguardo alle bende e rise di nuovo.

"E dai, scherzo. Sono la dottoressa Patricia Wander, responsabile del Reparto Lesioni da Creature Magiche del San Mungo. E tu ti sei beccato proprio un bel graffio, ma sei stato fortunato: il Grifone deve essersi fermato prima di dilaniarti cuore, polmoni, fegato e parte delle budella. Ringrazia il cielo, poteva andare molto, molto peggio... Ad ogni modo, ti abbiamo fasciato preventivamente la ferita, ma non l'abbiamo richiusa poiché c'è il rischio di infezione: il Grifone non era allo stato brado, quindi si presuppone che fosse in condizioni igieniche superiori alla norma, ma c'è comunque un rischio di infezione, seppur minimo..."
La donna gli si avvicinò di più, e un sorriso sadico gli apparve sul volto, oscurando per un attimo la sua grazia.
"... dunque, per prevenire qualsiasi focolario di infezione, ti brucerò in questa sala ignifuga, e poi spargeremo le tue ceneri per il mare. No, scherzo, devo semplicemente farti un esame del sangue. Prendi uno degli oggetti sul comodino col braccio sinistro e comincia a esercitarvi una pressione, mi faciliterai enormemente il compito."
Quella ragazza non doveva essere sana quanto bella. Ad ogni modo, sul comodino (bianco) di fianco al letto vi erano effettivamente degli strambi oggetti: una piccola pietra preziosa, probabilmente falsa, un pezzo di roccia levigato con uno strano segno sopra inciso, una pallina di carta, un piccolo bastoncino e una palla di stoffa viola. Evidentemente stringendola avrebbe aumentato la sua pressione arteriosa, così che alla Strega risultasse più facile prendere il suo sangue, ma... Come l'avrebbe fatto? Non vedeva nessun bisturi, là intorno, ma probabilmente la donna era abituata a lavorare a mani nude...
Doveva preoccuparsi?


Ma torniamo a Emy, che aveva avuto un'ultima vista del suo compagno quantomeno raccapricciante: il furgoncino bianco, infatti, a dispetto delle sue dimensioni era partito a velocità assurda tra le vie di Londra, scansando per un pelo un autobus, due taxi e un pedone. Certo, le probabilità di sopravvivenza del ragazzo che aveva con lei collaborato alla cattura del Grifone erano molto più alte davanti alla bestia stessa, piuttosto che in quel razzo pronto a suicidarsi contro la prima bicicletta che passava, ma ormai non era più problema suo. Questo non voleva dire che non ci fossero problemi, in agguanto, pronti ad avventarsi di nuovo su di lei. La Strega dai capelli rossicci infatti spalancò gli occhi dopo l'affermazione della Corvonero, e si affrettò a richiamare il mago più anziano che subito smise di parlare a Ramon, prestando attenzione alla ragazzina. La donna dai capelli rossi riprese a parlare, più velocemente, con una nota d'urgenza nella voce.

"Una bambina? Dove?"
Era evidente che nessuno aveva visto la ragazzina, che la ragazza aveva completamente dimenticato dopo lo scontro col Grifone. Lei era ancora lì, probabilmente, piangente, e a pochi metri da lei... Quell'uomo ferito.
Aveva commesso una terribile dimenticanza.




Abbiamo quasi finito, per Alexander manca solo un post: scegli uno degli oggetti sul comodino (no, non sono messi lì a caso), evita di farti stuprare dalla dottoressa Wanders, e fammi un ultimo Post degno di esser scritto con la lettera maiuscola.
Emy, invece, si starà rendendo conto del eprché le avevo detto di valutare tutti i fattori prima di agire. Vi conviene correre, stimo ancora due o tre post prima della fine, e dovete salvare quel pover'uomo e la bambina.
Enjoy.

 
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Alexander Black
view post Posted on 11/5/2012, 17:49




Il tempo sembrò non passare mai, il dolore e la situazione poco tranquilla portarono Alexander per tutto il tragitto a soffrire quasi in silenzio per non dar fastidio agli altri due doloranti che si trovava accanto.
Il furgoncino dove si trovavano che li avrebbe portati al San Mungo sembrava in una gara di Formula Uno, correva a tal punto da non aver nessuno rivale né accanto né tanto meno davanti, brusche erano certe frenate o curve prese ad alta velocità dove con tutto il dolore alla pancia Alexander rischiava di farsi ulteriore male, perché persino la barella si muoveva.
Nei momenti più tranquilli l'unico problema del giovane Grifondoro era il dolore forte allo stomaco, che per sua fortuna man mano scomparì, non capì come ma perse le conoscenze e quando si risvegliò non era più dentro il furgoncino ma dentro una stanza candida, tutta bianca.
Perché si ritrovò in quella stanza? Tutto intorno a lui sembrava essere da Sala operatoria? Lo stavano operando?
Cercò invano qualcosa a cui domandare spiegazioni, che fine avevano fatto Noel e quell'altro, compagni del folle viaggio dal tendone al San Mungo.
Sì, quello doveva per forza essere il San Mungo.
Al pensiero di essere in ospedale fece appagare l'animo preoccupato di Alexander.
Portò lentamente la mano allo stomaco per vedere se ancora il taglio era profondo come prima e non appena mosse la mano contemporaneamente entrò una donna.
Si presentò con camice rigorosamente bianco e lo stemma del San Mungo sul lato sinistro, giovane com'era, era di sicuro lì per guarire Alexander.
Rimproverò il giovane facendogli notare il bendaggio attorno alla pancia, là dove avvertirà il forte bruciore.
Abbassando lo sguardo notò anche una spiacevole situazione, era quasi completamente nudo.
Era d'obbligo denudarmi?
con voce flebile ed ironica domandò all'infermiera.
Aveva ancora l'età per poter abusare del giovane Grifondoro.
Con grazia e serenità avvisò Alexander di cosa gli aveva fatto e chi lei fosse.
Era la Dottoressa Patricia Wander, responsabile del Reparto Lesioni da Creature Magiche del San Mungo.
Le bende erano dovute ad una fasciatura della ferita non richiusa perché poteva infettarsi.
Appena si avvicinò la grazia che prima mostrava si oscurò e con voce convinta iniziò a parlare, Alexander sarebbe stato bruciato vivo in quella stanza ignifuga e le ceneri si sarebbero sparse per il mare.
Ma lei sta scherzando, voglio una morte più dignitosa
non appena concluse la frase, notò il proseguimento del discorso della dottoressa dove esplicitamente disse che si trattava di uno scherzo e che doveva solo prelevare una fiala di sangue.
Gli spiegò che doveva prendere un oggetto per favorirgli l'esame del sangue.
Prendo la roccia levigata con l'incisione sopra
la prese con il braccio sinistro e la strinse per poter aumentare la sua pressione arteriosa.
La donna doveva solo prelevare il sangue e andarsene.
Faccia presto!
voleva velocizzare e concludere la situazione-prelievo al più presto.


 
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Emy Black
view post Posted on 13/5/2012, 22:44




Il furgoncino si era allontanato dal tendone, probabilmente diretto al San Mungo. Le strade di Emy e Alexander si sarebbero divise, almeno per il momento. Lei però sarebbe andata a trovarlo al San Mungo o l'avrebbe cercato al castello, avevano condiviso quell'avventura poco piacevole, il ragazzo aveva persino rischiato di rimetterci parecchio... Ed Emy non sapeva nemmeno il suo nome.
Ma mentre il furgoncino si allontanava, la giovane Corvonero aveva altro per la testa, il pensiero di quella piccola che piangeva dall'altra parte del tendone, che aveva rischiato di essere travolta dalla furia della bestia. La giovane donna al suo interrogativo era parsa sconvolta, non aveva idea che ci fosse una bambina. -Una bambina? Dove?-

Emy capì dal brusco cambiamento del tono di voce della donna che ella era preoccupata di quel nuovo problema, c'era una bambina terrorizzata e per di più senza genitori, e nessuno se n'era preoccupato. Poi un lampo, Emy ripensò di colpo a quello che era successo prima di vedere la piccola, il ricordo riemerse come una secchiata d'acqua fredda, l'uomo ferito all'interno del tendone. Ma possibile che nessuno ci avesse pensato? Quell'uomo era probabilmente in fin di vita. E gli altri domatori? Non se n'erano preoccupati?
Ma gli uomini sono soprattutto animali, l'istinto di sopravvivenza è più forte di qualsiasi motivazione, quando ci sentiamo davvero minacciati raramente ci concentriamo sugli altri, nel tentativo di svolgere qualche atto di eroismo. E così era stato per Emy, vedendosi il grifone davanti aveva dimenticato tutto il resto, per concentrarsi su ogni possibilità di fermare la bestia. L'uomo però aveva bisogno d'aiuto, guardò intensamente la donna, per condividere con lei anche quell'informazione, dovevano correre ad aiutare l'uomo.

-C'è anche un uomo ferito!-
Possibile che solo lei se lo fosse ricordato? Qual era la strada più veloce? Forse passare per il tendone? Quindi si avvicinò all'entrata, dovevano andare a ricontrollare che non ci fossero altri feriti e che la bambina stesse bene. Sperava che tutti gli adulti che c'erano lì fossero più esperti di lei nel curare i feriti. Possibile che quella brutta avventura non fosse ancora finita?
 
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view post Posted on 15/5/2012, 16:36
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Il Fato

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La dottoressa sorrise maliziosa alle parole del ragazzo, quindi aspettò che questi avesse preso in mano uno degli oggetti per poi avvicinare la propria bacchetta al suo polso. Un movimento circolare, continuo, mentre il volto della donna si faceva più serio e controllato, quindi una formula, quasi sussurrata, e Alexander avvertì un piccolo formicolio sulla parte di pelle esposta alla bacchetta. Inspiegabilmente la pelle si inscuriva, come se avesse battuto una violenta botta e gli stesse venendo un livido, quindi a pochi centimetri dalla sua epidermide cominciò a formarsi una piccola sfera rossa, dapprima minuscola, poi sempre più grande fino a raggiungere la modesta dimensione di un centimetro di raggio. La dottoressa mosse la pallina fino a una fiala, ve la lasciò cader dentro, quindi si sedette, esausta.
"Lo dico sempre - Hanf - sarebbe più facile fare come i babbani. Ma loro non vogliono."
Disse poi facendo segno verso la porta, a indicare probabilmente un suo superiore da qualche parte nella struttura, quindi si riavvicinò alla fialetta, ne trasse un'altra dalla veste, e versò il contenuto di quest'ultima nella prima. Non successe assolutamente niente.
"Ottimo, non sei infetto. Beh, riposati, potresti avvertire un pò di mal di testa nelle prossime ore... Bevi un pò d'acqua, ne trovi un pò sul comodino alla tua sinistra."
E in effetti alla sua sinistra v'era un tavolino con un bicchiere d'acqua. La donna gli strizzò un occhio e uscì dalla sala, lasciandolo solo con la sua pietruzza, e il bicchiere d'acqua. E l'operazione? Quando lo avrebbero guarito?

Emy, nel frattempo, aveva ben altre preoccupazioni. La donna che le aveva posato una mano sulla spalla, odendo dell'uomo ferito, si era girata di colpo verso il suo capo, ripetendo ciò che la ragazzina le aveva detto. Questo non perse tempo, fece segno a uno dei medimaghi rimasti di seguirlo, quindi entrò nel tendone lasciando il povero Ramon a bocca spalancata. Quella ragazzina stava mentendo, ne era sicuro, non aveva visto nessuna bambina piangente, nè uomo ferito... Digrignando i denti girò i tacchi, e sparì anch'egli dentro al tendone. La donna, che invece era rimasta con la ragazzina, la prese per mano conducendola verso una zona a lei ignota del parco, mentre la folla continuava a guardarle stupita.




Ok, la quest per Alexander è finita, ricevi un punto exp e un punto corpo, oltre a...

Runa Antica:
inv_misc_rune_02
Pietra antica con incisione Runica.
Mana +2 Salute +4

Prima o poi sarai costretto a bere quel bicchiere, per obbedienza o per sete, e allora scoprirai che è dotato di un potente sonnifero... Ronf. Sei stato ferito gravemente, per questa volta sei autorizzato ad usufruire del San Mungo, posta dicendo che ti risvegli, e che scopri di non avere più ferite sullo stomaco. Ti viene tuttavia detto di riposare un pò, per non avere brutte sorprese...

Per quanto riguarda Emy, invece, dovrà darmi una dimostrazione finale di buon role: la Medimaga ti porta in una piccola infermeria, intorno a te hai modo di vedere gli stessi oggetti che Alexander ha trovato sul suo comodino, con la differenza che nessuna dottoressa vuole abusare di te. Descrivi il tutto come vuoi, ma voglio buon role... Prendi anche tu un oggetto, e giocherellaci, che al prossimo post abbiamo finito!



 
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Emy Black
view post Posted on 15/5/2012, 19:37




Il furgoncino su cui si trovava Alexander era ormai lontano, e questi non era più tra i pensieri della Corvonero che aveva ben altro su cui concentrarsi. La donna infatti, dopo aver udito le parole della ragazza si era precipitata dagli altri adulti, condividendo con loro le informazioni. Questi si erano precipitati all'interno del tendone per andare a ricontrollare che non ci fossero altri feriti. Se ne sarebbero occupati loro quindi. Era più che comprensibile, prima avevano avuto bisogno, volenti o nolenti, di due ragazzini per placare la bestia, ora era giusto che si occupassero dei feriti come meglio credevano. Non era compito di Emy. Non sarebbe stata nemmeno in grado dopotutto. Quell'avventura era davvero finita? Che ne sarebbe stato di lei ora? Fu la donna a rispondere a quell'interrogativo taciuto, accompagnando la ragazzina in una piccola infermeria. Probabilmente qui avrebbe avuto tempo di calmarsi. Solo pochi minuti prima si era ritrovata nel bel mezzo di uno scontro con un grifone. La paura iniziale era svanita per istinto di sopravvivenza, doveva trovare un modo per affrontare la situazione, non poteva lasciarsi sopraffare. Però ora che tutto sembrava finito, delle emozioni che prima erano rimaste nascoste stavano cominciando a riprendere il controllo della ragazza. Emy stava realizzando il pericolo che aveva corso. L'immagine di quel grifone furioso ora riempivano la sua mente. Sembrava orribile ora, un brutto ricordo che difficilmente avrebbe scacciato. Si sedette su una seggiolina e cominciò a tamburellare le dita sul tavolino lì accanto. Davanti agli occhi continuava a figurarsi la bestia, sapeva che quest'immagine l'avrebbe accompagnata anche negli incubi delle notti successive. Aveva corso un bel pericolo. Per il momento non si preoccupava più dei feriti e della bambina, sapeva che erano in buone mani, o comunque doveva crederlo, probabilmente non li avrebbe rivisti mai più. L'unica terribile immagine nella sua mente era quella dello scontro appena vissuto. Come aveva fatto a cacciarsi lì? Di certo avrebbe visitato lo zoo di Londra con meno frequenza, ora lo avrebbe sempre associato a quello scontro.
Aveva sicuramente bisogno di sfogarsi con qualcuno, ma quella donna era poco indicata. Anche se le era apparsa molto cordiale e premurosa, Emy non voleva parlarne con lei. Non le piaceva affatto che adulti sconosciuti venissero a conoscenza dei suoi sentimenti. Ne avrebbe parlato con qualcuno al castello e avrebbe scritto una lettera a suo fratello, questo era sufficiente.
Mentre le sue dita si muovevano veloci e incontrollabili sul tavolo, andarono ad urtare un oggetto. Inizialmente venne scacciato dall'indice della ragazza, la quale si accorse di aver urtato qualcosa. Era una pallina di stoffa viola. Che ci faceva lì? Come presa da un'improvviso interesse per quell'oggetto, Emy la afferrò, soppesandola per qualche momento nella mano sinistra. Non che quell'oggetto avesse qualcosa di speciale all'apparenza, ma qualsiasi scusa era buona per cercare di non pensare agli occhi assassini del grifone.
Che fine avrebbe fatto quella bestia? Avrebbe passato il resto della sua vita allo zoo, costretta a rifare ogni giorno lo stesso noioso spettacolo? O forse le sarebbe toccata una sorte peggiore, sarebbe stata dichiarata come bestia pericolosa e quindi sarebbe stata uccisa? Era questo quello che succedeva a chi si ribellava? Poco importava a questo punto, il futuro non le avrebbe riservato niente di piacevole, questo era sicuro.

Mentre la pallina viola le roteava nella mano, Emy cominciò a rilassarsi, quell'incubo era finito, voleva credere che gli adulti si sarebbero occupati di tutto, e lei sarebbe potuta tornare al castello, la sua casa.

 
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view post Posted on 17/5/2012, 13:32
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Il Fato

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Ottimo, la quest finisce anche per te, sarà un parente o comunque chi esercita la patria potestà su Emy a venirla a prendere, dopo esser stato chiamato dall'infermiera.
L'ultimo post mi è piaciuto, ma non hai descritto come ti avevo chiesto l'infermeria, che era appunto la cosa più difficile :P Ti becchi anche tu un punto exp e un punto corpo, in più ottieni:

Velluto Viola
inv_inscription_pigment_violet
Strappo di velluto viola.
Mana +3 Salute +3

Quando parteciperete alle prossime quest dello zoo non dimenticate di far presente che possedete questi oggetti: potrebbero darvi una mano, non si sa mai. Ah, in più, e questo vale per tutti e due, per il trauma subito da ora in poi i vostri pg proveranno una profonda diffidenza nei confronti dei Grifoni, e dunque si troveranno a disagio di fronte a queste creature. Enjoyate, la Quest è aperta ad altri due partecipanti, venite pure figliuoli!

 
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Serena Johnson
view post Posted on 28/6/2013, 21:08




Si può? :fru:
»Punti Salute: 113 (110 base + 1 quest + 2 Duello)
»Punti Corpo: 63 (60 base + 1 quest + 2 Duello)
»Punti Mana: 63 (60 base + 1 quest + 2 Duello)
»Punti Esperienza: 6 (1 base + 1 quest + 3 promozione + 1 Duello)
L'arrivo dell'estate era sinonimo di "fine della scuola". Il che dispiaceva un po' la Corvetta dato che Hogwarts era un posto magnifico, ma dall'altro lato era comunque molto contenta perché avrebbe rivisto i genitori, e passato qualche mese con loro. E infatti, Steven, il padre, per staccare la spina dalla sua "invalidità" - aveva infatti una gamba rotta dopo un incidente automobilistico - aveva organizzato una gita fuori porta a Londra, o più precisamente, allo Zoo Magico Nazionale di Londra. Serena non c'era mai stata, ma aveva sempre sognato di farlo. Ed ora poteva esaudire il suo desiderio. Era in fibrillazione. *E' bellissimo!* Pensò sgranando gli occhi e a bocca aperta, non appena scesero dall'auto, una volta arrivati allo zoo. Era davvero enorme!
Steven indicò alla figlia e alla moglie un tendone, il Tenone numero Uno, in cui, di lì a poco, avrebbe avuto inizio uno spettacolo di Grifoni.

«Tranquilla, Serena.» le aveva detto subito dopo averle spiegato che lo spettacolo era di Grifoni. «Lì dentro ci possono andare anche Corvonero, anche se si tratta di animali... ehm, rosso e oro.»
Le mise una mano sulla spalla e s'incamminarono verso il tendone, prima meta della loro visita all'enorme zoo. Si sistemarono quasi verso le ultime file di posti. Il tendone era enorme, forse più di quanto appariva da fuori. Il basso, era stato allestito un palco ricco di aggeggi molto simili a quelli che si potevano trovare in un tendone da circo babbano. Ma la Corvetta sapeva che la Magia non sarebbe mancata, e già il fatto che i soggetti erano i Grifoni, dava un assaggio di Magia, la stessa Magia di Hogwarts che tanto già le mancava. Era curiosa di vedere lo spettacolo, ma d'altra parte non vedeva l'ora che finisse per era curiosissima di andare in giro per lo zoo e scoprire quanti, in realtà, sono gli animali del Mondo Magico.
Ed ecco, un uomo si fece avanti prendendo posto sul palco: lo spettacolo stava per cominciare. Il domatore era bravissimo, e gestiva gli animali con una calma e una maestria indescrivibili. Molti facevano fotografie, per immortalare i momenti in cui i Grifoni saltavano in mezzo ai cerchi infuocati o facevano altri tipi di acrobazie. Anche Serena voleva un ricordo di quello spettacolo davvero molto bello.

«Mamma, passami la macchina fotografica!»
Ma la madre della ragazza non fece in tempo a cominciare a rovistare nella sua borsa che tutti gli spettatori rimasero sconcertati alla vista di quanto stava accadendo sul palco. Uno dei Grifoni, probabilmente infastidito dai numerosissimi flash delle macchine fotografiche, cominciò ad agitarsi e si scagliò sul domatore ferendolo al petto. Molti spettatori cominciarono a scappare spaventati. La Corvetta e i suoi genitori scattarono in piedi con un'espressione preoccupata e allo stesso tempo terrorizzata sul volto. Il domatore era visibilmente in difficoltà con l'animale simbolo dei Grifondoro. Istintivamente, Serena portò una mano al fianco destro. Nella tasta dei jeans, infatti, la sua bacchetta magica aspettava impaziente di essere utilizzata.
«Quell'uomo ha bisogno di aiuto!» gridò terrorizzata una donna dalla folla, puntando l'indice tremante verso il palco, dove il domatore cercava ancora, ferito, di calmare l'animale infastidito. Dopo aver lanciato il suo grido, anche la donna scappò. Ormai il Tendone Uno era davvero diventato quasi completamente vuoto.
«Vado ad aiutarlo!» disse infine la ragazza. E dopo vari "Ma no, è pericoloso!" e altri "Ma che fai, sei impazzita?", Steven e la moglie decisero che era meglio lasciar perdere: Serena, quando voleva, sapeva davvero essere testarda e insistente. Nonostante la paura nel cuore, i genitori della Corvonero si allontanarono ed uscirono anche loro dal tendone.
Lei, intanto, cominciava a scendere i gradini velocemente, rischiando di cadere, e in meno di un minuto raggiunse il palco. Ancora spaventata, si trattenne, rimanendo sul bordo del palco, la mano ancora sulla bacchetta. Ma voleva aiutarlo, voleva far qualcosa per quell'uomo: del resto, era ferito, o no?

«Serve una mano?» chiese, aspettando l'ovvia risposta.
 
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view post Posted on 5/7/2013, 10:15
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Ti manca un compagno Serena, la quest è cumulativa.
Forza giovani, fatevi avanti che partiamo!
 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 14/7/2013, 20:49




Decisamente, doveva decidersi a smettere di andare allo Zoo. Iniziava a pensare che fosse lei a portare sfortuna, che gli incidenti accadessero solo e sempre in sua presenza. Eppure continuava a tentare di fare una visita normale: era un posto che, sebbene gli avvenimenti precedenti, manteneva un fascino cui Evelyn non sapeva resistere. E in una calda giornata estiva, finalmente libera dallo stress della scuola, la Grifondoro decise di recarsi nuovamente in quel mitico parco, in occasione dell'esibizione di un domatore di Grifoni, animali ancora mai visti, ma decisamente conosciuti in quanto simbolo della sua amata casata. Forse era proprio quello il motivo della sua visita, in fondo Hogwarts le mancava. Tutto le mancava di Hogwarts. Dalle lezioni al Quidditch, ai concasati e agli altri ragazzi, la sala comune e il parco. Ben presto raggiunse il Tendone 1, luogo dell'esibizione, andando quasi a memoria. Lo spettacolo iniziò dopo poco, Fortesque, il domatore, era a dir poco fenomenale. Non aveva mai ritenuto carino ammaestrare gli animali selvaggi per far fare loro degli stupidi giochetti, ma doveva ammettere che era impressionante come l'uomo riuscisse a gestirli con tanta facilità. Trasportato dall'entusiasmo della folla, però, Fortesque si lasciò andare e permise al pubblico di scattare alcune foto ai Grifoni. Uno di loro in particolare non apprezzò il flash accecante che lo investì e si scatenò in tutta la sua furia che fino ad allora era rimasta domata. Essendo in cima, non vide con precisione cosa accadde, ma ne potè constatare la gravità: la folla impaurita scappò in ogni direzione, le mamme prendevano i bambini per mano e correvano, gli uomini, probabilmente tutti maghi esperti, si davano alla fuga senza preoccuparsi di cosa fosse accaduto al domatore, rimasto in balia dell'animale. Tirando uno sbuffo di noia, Evelyn ormai non esitò a decidere come muoversi. Dato che si trovava circondata da un branco di egoisti codardi, si trovò costretta a doversi avvicinare personalmente al ferito. Scese rapida i gradini della gradinata, facendosi strada tra la folla e arrivando a qualche metro di distanza dall'uomo. Valutò la situazione, estraendo la bacchetta. L'unica ad essersi avvicinata era una ragazzina, più o meno della sua stessa età, armata anche lei e decisa ad affrontare la creatura. Evelyn si avvicinò a lei, fortemente concinta di poter aiutare molto di più collaborando con la ragazza.
- Dobbiamo cercare di tirarlo fuori di lì e di non far scappare il Grifone... Sei con me? -
Sapeva che la ragazza non si sarebbe tirata indietro, era scesa lì per aiutare quel poveraccio in fondo. Bacchetta alla mano, pronta a reagire in qualunque modo e più in fretta possibile, Evelyn pensava ad una strategia per poter sfruttare non solo un incanto, ma anche quello della ragazza di fianco a lei.



STATISTICHE

SALUTE140 (110 + 2 duello + 16 oggetti + 4 Quest + 5 S.A. + 1 Evento + 2 Torneo 1+1)
CORPO106 (60 + 2 duello + 6 Quest + 28 oggetti + 5 S.A. + 2 Evento + 3 Torneo 1+1)
PUNTI MANA107 (60 + 2 duello + 30 oggetti + 1 Role + 4 Quest + 2 Libri + 5 S.A. + 1 Evento + 2 Torneo 1+1)
PUNTI EXP24.5 (1 + 1.5 duello + 6.5 Quest + 10 Quidditch + 3 Passaggio di anno + 1 Prefetto + 0,5 Evento + 1 Torneo 1+1)

 
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view post Posted on 19/7/2013, 17:56
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Quella che doveva essere una bella giornata di svago si tramutò ben presto in un orrido incubo. Bastò una luce, l'ennesima, dei flash delle macchine fotografiche a scatenare la bestia: il Grifone, rapido, colse impreparato l'esperto domatore, assestandogli una zampata così potente da farlo crollare a terra, semi-svenuto e con un'evidente ferita sul petto. Le urla degli spettatori, ben presto, riecheggiarono per tutto il Tendone Numero Uno, mentre la folla si accalcava come non mai verso la via d'uscita. Al centro della pista, v'erano altri tre Grifoni, oltre alla belva incriminata —che si era accucciata sopra al corpo dello sventurato e lo bloccava a terra, osservandolo astiosamente— che, nervosi, non facevano altro che fare avanti e indietro lungo il perimetro dell'arena.
Serena ed Evelyn, giunte a fatica, svicolando tra la folla, a qualche metro del bordopista, potevano osservare dall'altro capo dell'arena, un giovane uomo del personale, la cui voce, ampliata magicamente, sovrastava il cicaleccio degli spettatori, coordinando la fila di gente che si riversava scompostamente verso l'unica uscita.

« SIGNORI, VI PREGO; IN FILA, IN FILA! IL TENDONE STA PER ESSERE CHIUSO, SIETE TUTTI PREGATI DI USCIRE! MA CON CALMA! »
Un mago della sicurezza era corso per tutto il perimetro del tendone, scavalcando il muretto e rimanendo immobile a distanza di sicurezza, bloccato dalla presenza delle altre bestie imbufalite.

« CHIUDI, PHINNIE, CHIUDI TUTTO. I GRIFONI NON DEVONO FUGGIRE O SARA' UN DRAMMA! VAI A CHIAMARE IL SAN MUNGO E AVVERTI IL DIRETTORE IO PROVO AD OCCUPARMI DI LORO »
« MA JAIME... »
« VAI HO DETTO!! »
Il ragazzo sembrò tentennare, si morse un labbro e poi, dietro l'ultima coppia di anziani spaventati che chiudevano la fila, uscì di corsa. Dietro di lui, la porta del tendone si sigillò completamente.
Le due ragazze, che fino a quel momento non erano state notate per via dell'alto muretto della pista, erano in trappola. Il domatore tuttavia, mentre camminava cauto verso il centro dell'arena, venne distratto dalla vocina di Serena. Con un brusco gesto si girò in direzione delle ragazze e sgranò gli occhi. Era un uomo alto, ben piazzato, una folta barba bionda e lunghi capelli biondi legati in una treccia; le braccia muscolose erano piene di cicatrici e stretta nella mano destra v'era la bacchetta, puntata più per istinto, che altro contro le ragazze.

« Che cavolo ci fate voi qui, per la chioma di Merlino?! » Esclamò incredulo, abbassando la bacchetta.
« Cosa credete di fare, ragazzine? Filate a nascondervi, andatevene! » Inutile dire che era fuori di sé. Le guance erano chiazzate dal rosso del sangue che affluiva rapido per la tensione, la mano libera che veniva agitata in un gesto rapido, come per scacciare via qualcosa di fastidioso. E a ragione: cosa credevano di fare due ragazzine contro quattro Grifoni? Erano folli, pensò Jaime, ancora incapace di credere che due fanciulle fossero sfuggite a Phinnie; gliel'avrebbe dette di tutti i colori, altroché! Ma quell'attimo di distrazione gli costò caro: uno dei Grifoni, con uno scatto improvviso, approfittando del momento in cui l'uomo era voltato verso le due, gli fu sulla schiena con un balzo, costringendo anch'egli a terra. Jaime cadde a terra con un gemito sorpreso, ma tuttavia incolume, mentre la bacchetta rotolava troppo lontano, dall'altro capo dell'arena.
La situazione cominciava decisamente a degenerare: era colpa di Evelyn e Serena e del loro coraggio? Avrebbero rimediato al danno? Si sarebbero dimostrate più forti di due Maghi adulti?
Il Grifone appollaiato sopra il corpo di Fortesque le scrutò con gli occhi socchiusi, quasi fosse il giudice di quell'incontro.


Here we go! Premessa: questa è una quest un po' particolare. La situazione è critica, voi siete due studentesse e come tale ricordatevi come dovete agire. Avete libero arbitrio, cercare di fuggire, cercare qualcuno, aiutare l'uomo, tuttavia ricordate che avete davanti bestie feroci e che tutto ha conseguenze; io non avrò scrupoli. :fru:
Se avete bisogno di chiarimenti/mappe/non capite qualcosa, sono a vostra completa disposizione.

Situazione generaleSerena ed Evelyn sono ad un metro e mezzo dall'entrata dell'arena. In fondo v'è il Grifone Alfa, quello che ha atterrato Fortesque, apparentemente tranquillo. Decentrato a sinistra c'è Jaime e il Grifone Beta anch'esso tranquillo; i Grifoni Gamma e Delta sono ai due lati e camminano lungo i bordi avanti e indietro, nervosi.
La bacchetta di Jaime è vicinissima al Grifone Delta, alla vostra sinistra.

L'entrata è dalla parte opposta all'arena, apparentemente sigillata.
 
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Serena Johnson
view post Posted on 23/7/2013, 11:52




Aveva assistito terrorizzata all'attacco del Grifone, il quale aveva procurato all'esperto domatore Fortesque una notevole ferita sul petto, causata da una un forte colpo di zampa. Ma lei era più che decisa ad aiutarlo. E per fortuna non era sola: le si era avvicinata anche una ragazza, che doveva avere più o meno la sua stessa età. Anche lei era determinata ad aiutare il domatore. Annuì decisa alla proposta della nuova arrivata, gli occhi fissi sull'arena, un metro e mezzo più in là, divisa dalle due ragazze solo da un muretto. Ma Fortesque non fu l'unica vittima, non fu l'unica persona che venne atterrata dai Grifoni.
Vi erano infatti due addetti alla sicurezza che si occuparono di far uscire la folla ordinatamente dal tendone. Uno di loro - che Serena parve aver capito dovesse chiamarsi Jaime - suggerì al presunto collega di avvertire il San Mungo. Fu la Corvonero ad attirare l'attenzione dell'uomo dai lunghi capelli biondi. Le rimproverò, dicendo che se ne sarebbero dovute andare. Ma anche lui aveva bisogno di aiuto, a quanto pareva. Un altro Grifone infatti lo atterrò improvvisamente e la sua bacchetta scivolò lontana, troppo lontana per recuperarla.
Lei e l'altra ragazza rimanevano le uniche persone in quel momento capaci di aiutare i due.
«Dobbiamo distrarre i Grifoni e aiutare il domatore.» *Sì, ok, a questo ci sarebbe arrivato anche un neonato...* si ritrovò a pensare. In fondo non era molto 'originale' ciò che aveva appena detto. Serviva un'idea. *E se...* «Proviamo! Senti, io provo a distrarre i Grifoni, tu potresti fare qualcosa per lui?» indicò con il dito indice il domatore Fortesque steso aldilà del muretto. «Credo che delle api potrebbero attirare la loro attenzione...» Certo delle innocue api non avrebbero potuto annientare delle bestie come dei Grifoni, ma almeno ci avrebbero provato.
Sperando in una risposta positiva da parte della compagna, sfoderò finalmente la bacchetta, sfilandola velocemente dalla tasca dei jeans. Aveva paura, sì, ma finché sarebbero rimaste dietro il muretto erano in parte al sicuro. Fece qualche passo verso il muretto e, alzandosi sulle punte per avere una visuale più comoda, puntò la bacchetta contro il Grifone accucciato su Fortesque; il braccio era teso, ma sciolto, non rigido. Cominciò a focalizzare nella sua mente l'immagine di uno sciame d'api che fuoriusciva dalla sua bacchetta e si dirigeva verso quel Grifone...
«APIS!!» esclamò poi, decisa, facendo attenzione a scandire bene la formula. Se fosse riuscita a distrarre il Grifone, l'altra ragazza avrebbe potuto occuparsi di farlo rinvenire. Il come, però, a Serena era sconosciuto. Solo in quel momento, tuttavia, si accorgeva che il veleno delle api avrebbe potuto nuocere anche al domatore. Fortunatamente esisteva un facile rimedio.

O.T.: Master, potreste fornirci una mappa per il turno successivo? ^^
 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 23/7/2013, 18:26




La folla scomparve, una dopo l'altra tutte le persone presenti al momento dell'incidente furono mandate fuori, finchè un addetto alla sicurezza, o presunto tale, chiamato Phinnie, si chiuse la porta alle spalle, bloccando la serratura in modo che non si potesse uscire. Erano chiuse dentro. E nonostante l'uomo rimasto, Jaimie, le avesse sgridate per non essere uscite insieme agli altri, visto come si evolvé la situazione avrebbe dovuto ringraziarle per essere rimaste. Certo, erano state le loro voci il motivo per cui si era distratto, ma ormai era stato atterrato anche lui, la sua bacchetta troppo lontana per essere recuperata. La situazione si faceva sempre peggiore e se c'era una persona che poteva tirarla su era il domatore Fortesque. Che al momento era semi-svenuto, a terra, ferito al torace da una forte zampata del Grifone che ora se ne stava appollaiato sul suo corpo privo di sensi. Lui era la chiave. Evelyn si voltò verso la ragazza al suo fianco e capì cosa aveva in mente prima ancora che finisse la frase. Annui decisa alle sue parole: sapeva benissimo come fare, conosceva un incanto che faceva al caso loro. Sperando che l'incantesimo della sua compagna andasse a buon fine, la Grifondoro percorse parte del perimetro dell'arena, quatta quatta, restando appollaiata sotto l'alto muretto che la separava dal centro della pista. In questo modo si sarebbe avvicinata al corpo del domatore senza essere notata dai grifoni. La loro attenzione, in particolare quella dell'animale sdraiato sul domatore, se tutto fosse andato secondo i piani, sarebbe stata attirata dalle api evocate dall'altra ragazza, quel tanto che bastava per permetterle di aiutare Fortesque. Quindi, giunta vicino al punto in cui si trovava il suo bersaglio, sempre restando dietro al muretto, attese il momento giusto per alzarsi, ovvero poco dopo l'enunciazione della formula dell'Apis. A quel punto sbirciò dentro alla pista e, accertandosi del fatto che la bestia non stesse puntando proprio verso di lei, cominciò l'esecuzione, alzandosi sulle punte dei piedi per avere maggiori possibilità di riuscita e appoggiandosi con la mano libera al muretto per assicurare l'equilibrio. Il polso che impugnava la bacchetta compì una rotazione di 180°, Evelyn era già concentrata sull'incantesimo. Tenendo a mente quanto fosse fondamentale far rinvenire quell'uomo, la bacchetta si sollevò di poco verso l'alto, caricando il colpo, per poi tornare ad abbassarsi con decisione, come a voler colpire il bersaglio, volgendo la punta dell'arma esattamente verso Fortesque, in modo da essere sicura di non colpire la bestia che lo sovrastava. Al movimento del polso si accompagnò la parola magica:
- Innèrva!! -
Evelyn si curò di pronunciare la formula con decisione e chiarezza, fondamentali per la riuscita, e di scandire l'accento sulla "e", senza però spezzare la parola, in modo fluido e sicuro. Una volta eseguito l'incanto, sperando nella riuscita dello stesso, ma senza curarsene, Evelyn tornò ad appiattirsi dietro al muro, dove si sentiva al sicuro, riparata e protetta. Era pur sempre una ragazzina: poteva collaborare quanto voleva con l'altra folle che era rimasta insieme a lei, ma tale restava e poteva ben poco contro quattro grifoni adulti e infuriati. Sperava solamente di poter dare una mano ai due malcapitati in qualche modo e di uscire viva da quel Tendone.

 
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view post Posted on 24/7/2013, 17:44
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Il Fato

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Probabilmente Jaime e Fortesque avrebbero seriamente dovuto ringraziare quelle due ragazzine che, in barba al buonsenso, avevano deciso di rimanere e dar loro una mano. Probabilmente, però; il quadro era ancora decisamente critico e sebbene le due sconosciute avessero subito dimostrato un'intesa, bisognava vedere il risultato finale, dove gli arti erano ancora tutti al loro posto e nessuno era, beh, morto. Brutto da dire, non v'era alcun dubbio, ma le ragazze avevano subito compreso la gravità della cosa e il Fato sa essere davvero sadico.
E dunque la loro prima strategia, come squadra, prese subito il via: all'ordine della formula, dalla bacchetta di Serena si sprigionò uno sciame d'api, una dozzina di insetti che, ronzanti, si diressero subito contro il Grifone Alfa. La bestia, sonnecchiosa, quasi non ci fece caso, finché lo sciame non cominciò a pungerlo e ad infastidirlo (
- 5 ps - 2 pc).
La falla del piano cominciò ad essere visibile fin da quel momento: la Creatura, infatti, era ancora accucciata sul povero corpo di Fortesque e, alla vista delle api, cominciò ad agitarsi, senza tuttavia alzarsi, reputandolo troppo per qualche insetto. Le ali sbattevano violentemente, muovendo l'aria e scacciando le api che si affollavano sul suo corpo leonino, le unghie delle zampe si artigliarono ancor di più al petto dell'uomo che sussultava appena, svenuto. Il becco schioccava irritato, la grossa testa si agitava a destra e manca mentre cercava di acchiappare le malefiche, piccole api rimaste. Certo, il Grifone Alfa era distratto, ma Fortesque era ancora sotto di lui. Ed era un bene che fosse svenuto... ma, purtroppo per lui, quella condizione di oblio beato non sarebbe durata a lungo: mentre Serena agiva, infatti, Evelyn aveva percorso accucciata il muretto dell'arena. Mossa astuta, la sua, perché i due Grifoni che "pattugliavano" i bordi non erano riusciti a notarla e continuavano la loro marcia, ignorando il compagno infastidito e la fanciulla.
Giunta ad un'altezza necessaria, la Grifondoro si affacciò quel tanto che bastava per colpire il disgraziato domatore: un Innerva ben castato illuminò il corpo di Fortesque che con un gemito si svegliò. Troppo intontito, l'uomo non si accorse della ragazzina che l'aveva aiutato e che, prontamente, si era di nuovo riparata scivolando alla base del muretto. Notando tuttavia la bestia, ignorando il dolore al petto, stoicamente, Fortesque biascicò qualche comando, provando ad alzare le mani davanti a sé per schermarsi.

« A-Aquilante... A-aquilante... b-buono... t-terra... a t-t-terra... AAARGHHH!!! »
Ma Aquilante evidentemente non aveva nessuna voglia di stare buono. Lanciando un acuto strillo di nervoso per il fastidio delle api —morte ormai quasi tutte—, continuò ad agitare il capo, affondando gli artigli nella carne del poveraccio che stringeva i denti, cercando con lo sguardo la bacchetta, apparentemente sparita.
Più vicino all'entrata dell'arena, Jaime cercava di strisciare a terra, da sotto la presa del Grifone Beta, distratto dai versi di Aquilante, cercando anche lui di raggiungere la bacchetta.



Situazione generale
Dt8peQZ
Stella e cerchio bordeaux: Aquilante e Fortesque
Stelle arancio e frecce: Grifoni Delta e Gamma e relativo movimento
Stella marrone chiaro e cerchio: Grifone Beta e Jaime;
Pallino marrone chiaro: bacchetta di Jaime. Dista circa due metri e mezzo da lui ed il Grifone Delta termina lì il suo giro, per poi tornare indietro.
Stelle celeste e rossa: Serena e Evelyn, rispettivamente;

Il muretto, perché voi lo sappiate, è alto appena 1 metro.

Aquilante
Pizzicato dalle api, il veleno non lo ferisce eccessivamente.
- 1 pc a turno finché non si affievolisce.
Status: nervoso; accucciato a terra, parte superiore zampe anteriori sopra Fortesque.

PS: 95/100
PC: 98/100
PM: 90
 
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Evelyn Bellard
view post Posted on 25/7/2013, 18:29




Una voce terrificata, quasi senza respiro, piena di sofferenza. Era ancora nascosta dietro al muretto, ma seppe ben presto che il suo incantesimo aveva funzionato, senza tuttavia avere la soddisfazione di poter dire lo stesso del piano che avevano elaborato: le urla del domatore la avvisarono del fatto che il Grifone non aveva mollato la presa sulla sua carne, ma anzi, l'aveva stretta ancora maggiormente, provocando ferite ancora più gravi a Fortesque. Doveva agire e doveva farlo al più presto: non poteva permettere che il Aquilante, così si chiamava, lacerasse ancora di più il torace dell'uomo che era la loro unica salvezza. Sapeva cosa fare e sapeva come farlo: doveva solo trovare il momento giusto per mettere in atto i suoi progetti. Era fondamentale rimanere nascosta finchè la via non fosse stata libera: il Grifone che percorreva il lato destro dell'arena avanti e indietro continuava la sua passeggiata, ed Evelyn era costretta a coordinare le sue mosse con il suo moto. Fortunatamente quest'ultimo era regolare e prevedibile: non le fu difficile trovare il momento libero, in cui la creatura era ben distante da lei. A quel punto si alzò nuovamente in piedi, individuando in breve il suo bersaglio e mirandolo già da subito. La bacchetta si mosse rapida, senza pensare: il braccio si spostò all'indietro, compiendo un movimento simile a quello della preparazione ad una stoccata, fase iniziale di diversi incantesimi. Quindi, mentre l'arto tornava in avanti, portandosi all'altezza della vita, Evelyn enunciò la formula, caricandola di tutte le energie che aveva accumulato:
- Depulso!! -
La sua voce coprì i gemiti del domatore e il rumore dei passi degli animali, forte e sicura, chiara e decisa. Nella mente non mancava la concentrazione necessaria: l'immagine del Grifone che si allontanava dal corpo dell'uomo spinto dalla forza dell'incanto era l'unico pensiero che occupava la mente della Grifondoro. Non erano rischieste flessioni particolari nella pronuncia della parola, dunque non le restò che sperare nell'esito positivo della magia. Portato a termine il movimento, nella speranza di riuscire, Evelyn tornò per la terza volta ad accucciarsi dietro al muretto, in vista dell'animale che si avvicinava nuovamente a lei. Era fatta. Non restava che attendere un nuovo segnale, di sollievo o di dolore che fosse.

 
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