| Una bacchetta. La punta illuminata, la sagoma rigida e lunga era ora perfettamente visibile ai miei occhi. E quella bacchetta suscitava mille domande ancora nella mia mente, cui forse avrei risposto una volta concluso tutto. Il primo pensiero fu ovviamente la madre della bambina... Che fosse stata sua? Magari aveva cercato di difendersi e le era caduta quando il Grifone l'aveva colpita. Mi avvicinai ancora. Mi chinai a terra, intenta a recuperarla, ma qualcosa mi bloccò prima che io riuscissi ad afferrarla. Un ruggito. Forte, caldo, pesante, squarciò il silenzio che regnava, facendomi rabbrividire, nonchè saltare dallo spavento e controllare attentamente ogni particolare dei cespugi attorno a me. Dopo qualche istante mi calmai di nuovo. Probabilmente ero vicina alla gabbia di un qualche strano e pericoloso animale, forse di un drago. Non c'era motivo di avere paura, era normale sentire il verso di un animale, in fondo ero in uno zoo... Tuttavia, se per qualche istante avevo perso l'attenzione, il bestiale rumore me la fece tornare, così che non faticai ad accorgermi che qualcosa si era mosso in un cespuglio poco distante da me. Un fruscio, poco di più, ma un segnale chiaro che qualcosa o qualcuno mi stava osservando. Non mi mossi. Immaginai la peggiore delle ipotesi, visualizzai il Grifone con la madre della piccola a terra, il corpo mangiucchiato in fin di vita e lo sguardo feroce della bestia che ora voleva mangiare anche me. Le gambe mi tremavano, smisi praticamente di respirare. La bacchetta stretta saldamente di fronte a me, ma il corpo ancora chino sulla bacchetta. Ero immobile. Per un attimo pensai anche di chiamare Archie, ma abbandonai subito l'idea. Non c'era motivo di spaventarlo, almeno per il momento. Attesi. Attesi in ansia che chiunque si celasse lì dietro si mostrasse a me, così che avrei potuto smettere di cedere ai pensieri più pessimisti. E finalmente una creatura ne uscì. Fu un attimo di particolare tensione, il cuore mi batteva a mille e i muscoli erano molto tesi, ma alla fine si trattava di una specie di elfo. Non avevo mai visto creature simili, ma l'aria della figura che mi si parava davanti era tutt'altro che minacciosa. La creatura si avvicinò rapida a me, scuotendo la testa e tirandomi per la manica. Mi opposi, restando sul posto. Non me ne sarei affatto andata come mi veniva chiesto, anzi, ora più che mai volevo capire cosa diamine era successo e che ci faceva uno come Klink in un posto simile. Sul suo petto si notavano graffi superficiali, ma vivi e sporchi di terra. La prima cosa che pensai fu che la creatura avsse incontrato anche lui. Forse era insieme alla signora che cercavo, forse poteva darmi una mano... Mi sembrava piuttosto agitato e la sua reazione quando scorse la bacchetta fu del tutto inaspettata. Mi decisi: ancora una volta dovevo sforzarmi e trovare le parole giuste da dire, ancora una volta dovevo calmare qualcuno senza avere la più pallida idea di chi si trattasse nè cosa fosse successo. Ma guardai la creatura e parlai con il tono più calmo che riuscii a far uscire. Ehm... Klink? Non piangere Klink, ti aiuto io... Ti aiuto io, basta che mi racconti cosa è successo... Sto cercando una persona, io, una donna. E cerco anche una bestia, un Grifone. Sono qui per aiutare la donna a salvarsi. Tu l'hai vista per caso? Eri con lei? All'improvviso un altro ruggito risuonò nell'aria, e si andò a sommare al rumore dei singhiozzi di Klink. Mi guardai intorno ancora una volta e poi misi una mano sulla spalla di Klink. Aspettavo una sua risposta, non potevo permettermi di perdere altro tempo. Posso aiutarti, non c'è bisogno di piangere...
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