Un globo di luce intensa, partorito dalla punta della bacchetta, rischiarò finalmente l'ambiente circostante, rivelando alla loro vista ciò che fino a poco prima si celava nell'oscurità. Innanzi a loro, in direzione del suo braccio teso, il vuoto...calando lo sguardo verso il suolo, invece, si "ergeva" (per modo di dire) colui che con tanta autorità e prepotenza lo aveva messo in guardia minacciandolo. Una figura facilmente passabile per un giocattolo, alto quanto una statuetta, dalle sembianze umane, alla cui vista Paul dovette reprimere la sua reazione sorpresa, dovuta alla poca familiarità con quelle particolari creature, per non sembrare sgarbato. Un soggetto apparentemente innocuo, che avrebbe giudicato tale se non fosse stato per la tenacia delle sue parole, che insieme alla rada barba rossa gli conferiva un'aria malandrina e insolita, quasi fiabesca. Non vi erano dubbi sulla sua natura, la fisionomia corrispondeva in maniera impeccabile alle comuni descrizioni delle creature conosciute come Gnomi.
A rompere la situazione di generale stupore fu l'omino, che mosso da sincera contentezza esclamò qualcosa in riferimento al bambino da loro citato, e corse verso un punto lì vicino ancora inosservato. Paul non ebbe modo di curarsi di ciò che aveva detto, un tantino destabilizzato e distratto dall'attuale circostanza; con uno scatto repentino, quasi preso dallo spavento, volse lo sguardo in direzione dello straniero, e scrutando intorno ebbe la consapevolezza di ciò che avevano significato quelle sue parole. Qualche passo più in là, le ombre che al buio erano apparse come due soggetti nell'atto di abbracciarsi, avevano lasciato ora il posto a due insoliti personaggi, che per un tempo infinitamente lungo lo inchiodarono al suolo con gli occhi strabuzzati. Una sorpresa dopo l'altra, quella era decisamente la più strabiliante: il suo sguardo era fisso su due pigmeiche figure azzurre, epici protagonisti di una storia per bambini non-maghi. Esattamente come li aveva visti anni addietro, attraverso lo schermo della tv nella sua casa babbana a Sipson, erano lì in carne ed ossa, ad opera di chissà quale magia.
*Che diavoleria è mai questa?!*
Un cenno allibito alle due compagne, indubbiamente colpite quanto lui, prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione ai tre "ospiti", concedendosi qualche altro secondo per realizzare. Con la bacchetta in pugno, e la sfera luminosa a portata, azzardò qualche passo avanti, strascicando i piedi in modo tale da attirare l'attenzione dello gnomo datosi alla pazza gioia. Tra tutti gli imprevisti che aveva immaginato avessero potuto intralciare il loro cammino, quello era sicuramente il più improbabile. Eppure il nanetto aveva nominato Dustin, non vi era dubbio sul fatto che lo avesse incontrato, e probabilmente avrebbero ottenuto da lui le informazioni che cercavano. Metter su qualche altra rima non gli sarebbe gravato.
Qual bizzarra situazione, vi è a ciò una spiegazione? Lei un dono ha menzionato...
...le parole smisero di esser formulate, soffocate da un improvviso moto di preoccupazione, quando i suoi occhi, nel vagare, si erano fermati su un oggetto riposto lì a terra...qualcosa di vagamente familiare, o che per lo meno ricordasse aver sentito descrivere. Uno zainetto di tessuto rosso, deformato dal carico che aveva trasportato, di certo troppo grande per esser appartenuto allo Gnomo.
» Ha uno zainetto rosso sulle spalle, contiene la sua collezione di puffi... «
Quelle le parole della donna, che speranzosa aveva fornito loro la descrizione di suo figlio, menzionando il bagaglio che aveva con sè e il suo contenuto. Uno zaino rosso, contenente una collezione di pupazzi raffiguranti i Puffi...pensava, mentre con lo sguardo alternava la visione delle tre creature a quella dell'oggetto poggiato sull'erba accanto. Riflettè, finchè tutto non gli fu chiaro.
*Ma certo!*
Lo zaino di Dustin contenente i giocattoli, il pensierino di cui parlava lo Gnomo, doveva esser stato abbandonato lì durante il cammino, o a giudicare dall'espressione divertita della creatura, sottratto alle mani del bambino. Un primo indizio a dimostrare che il loro percorso non andava errando, ma che dovevano ancora sfruttare per capire cosa fosse successo. Passi concitati verso la sacca dimenticata sul prato, con in mano la bacchetta e una prima conquista, avvicinandosi ai due esseri azzurri e provando una certa ammirazione verso la magia ad opera di quel sortilegio, capace di portare in vita degli innocui pupazzi. Rallentò i movimenti quando si assicurò di esser abbastanza vicino, e prima di far suo l'oggetto di tanta attenzione, tentò di porre altri quesiti al protagonista di quella situazione, al fine di chiarire ogni suo dubbio.
...quivi giace un bagalio, del bambino se non sbaglio. Per qual motivo è in suo possesso, e chi di magia ne ha fatto eccesso?