Smallville Italia

Mad World, 2° episodio GdR

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Chloe Sullivan GdR
view post Posted on 31/1/2005, 19:55




Giorno 8, Casa Sullivan sera

Chloe hai una visita!
Una visita? Rifletteva mentre usciva dalla sua camera e si avviava verso il piano inferiore. Nella sala c’era il padre insieme a Clark. I loro volti si indirizzarono verso di lei, ancora in cima alle scale. Clark? Domandò stupidamente.
Il giovane sorrise imbarazzato
Ciao…ma in quel momento non servivano le parole, il solo sguardo parlava per loro. Chloe gli suggeriva di andarsene che non aveva intenzione di ascoltarlo e Clark la supplicava di non cacciarlo di dargli almeno una possibilità…
A interromperli fu Gabe ignaro delle vicende accadute
Allora Clark accomodati… che hai fatto per tutto questo tempo? Ho saputo della tua famiglia…Poi si rivolse verso la figlia Che fai tu… non scendi? Ti assicuro che non è venuto per me. Giusto Clark? Non hai certe tendenze… E si perse in una ridicola risata.
Papà! Ammonì prontamente. La visita di Clark era inopportuna, ma doveva trovare un rimedio a quella situazione imbarazzante. Sto per fare una pazzia! Pensava mentre i due aspettavano una sua risposta. Clark prendo la borsa così andiamo… pronunciò non del tutto convinta.
State per uscire? Chiese Gabe sorpreso.
Clark rifletté un attimo Oh, si! … disse anche lui colto impreparato.
Un attimo… e possiamo uscire… Andò in camera, riempì la borsa Documenti, trucco, soldi, chiavi… e il registratore! Ho tutto! Scese velocemente le scale e arrivò rapidamente nella hall, si trattenne un attimo e riprese fiato. Bene, sono pronta. Su! Andiamo…Clark annuì con la testa, aprì la porta e uscirono.
Ormai in veranda Chloe si fermò nuovamente
Dove hai intenzione di portarmi? Ti avviso che se mi succede qualcosa tutto quello che ho su di te verrà spedito automaticamente al Daily Planet…
Chloe… rispose piuttosto deluso.
Prima di parlare, andiamo in un altro posto… mio padre ci potrebbe fissare dalla finestra…Le supposizioni erano esatte, si girò lo salutò con un sorriso maligno e prese Clark per un braccio. Sei venuto in macchina? Chiese cercandola nel viale.
In realtà ho voluto fare una passeggiata…
Ah fu l’unica parola che le venne in mente e nel frattempo lo scrutava insicura.Arrivati dentro la sua auto continuava ad osservarlo intimidita Il Torch è il posto migliore…
Preferirei casa mia…la interruppe Clark Nella tana del nemico…Chi l’avrebbe mai detto? Accese la macchina D’accordo non c’è alcun problema. Concluse e per tutto il tragitto furono entrambi silenziosi.

Casa di Clark- Fienile
I due erano seduti in un divanetto. Chloe rovistò dentro la borsa… Hai da chiarirmi molte cose
Prima spegni il registratore
Quale…con espressione ingenua e innocente.
La vista a raggi x, dimentichi?
Chloe a questa ammissione tirò fuori il registratore, lo spense davanti a lui e lo posò in un tavolino. Si arrese all’evidenza, alzò le mani e guardò Clark perplessa… Di che colore è il mio reggiseno?
Chloe…si schiarì la voce Non faccio certe cose… disse visibilmente imbarazzato.La giovane era davanti a lui, si aggiustò i capelli e la maglietta, sembrava quasi volergli dire "Spogliami con gli occhi… se lo sai fare" e non intendeva mollare. Andiamo… Fatto? Che aspetti? disse con aria seccata.
Bianco a pallini rossi
Si guardò come se non ricordasse cosa indossava e annuì, conosceva le caratteristiche di Clark ma adesso voleva esaminarle attentamente e scoprire maggiori particolari. Guardi attraverso tutte le cose? continuò incuriosita.
Non tutto, non posso attraverso il piombo.
Il piombo? Come mai? Che ha di diverso? Clark la guardò smarrito, non fu difficile per Chloe intuire che non era a conoscenza del motivo e sorrise quasi a volerlo tranquillizzare … hai detto anche di essere super veloce…
Non sono venuto per essere trattato come un attrazione da circo
Mi hai mentito per tutto questo tempo… penso sia il minimo, non trovi? Chloe cercava di premere su un punto debole di Clark: la lealtà, ma il giovane sembrava essere deciso a non fare nient’altro. Fu allora che cambiò atteggiamento e tono di voce Ti ho sempre creduto un amico leale, per me è stato uno choc scoprire tutto questo… permettimi di capire…
Non c’è niente da capire…continuò Clark ma era chiaro che l’espressione triste e delusa dell’amica lo colpiva profondamente. Clark… sapere quello che puoi o non puoi fare mi aiuterebbe ... per lo meno a fidarmi di nuovo di te Pochi avrebbero potuto negare qualcosa a quel viso angelico. Cosa devo fare? Pregarti?! Andiamo… non farmi perdere tempo pensava irritata. D’un tratto Clark era scomparso. Dove diavolo…disse guardandosi intorno. Avvertì una colpetto sulla spalla e si voltò.
Sono qui… contenta? Un sorriso soddisfatto le appariva in viso Adesso sì
E gli si avvicinò con aria strana, Clark avrebbe voluto indietreggiare ma lo spazio glielo impediva. E’ cambiato molto tra noi… continuò ammaliante Mi hai rivelato seppur casualmente un segreto importante… raccapricciante…
Chloe vorrei poter tornare indietro…la giovane gli prese le mani e con le dita gliele accarezzava. Vorrei poter cambiare…
Ma non si può...concluse lei. I due erano vicini, Chloe strinse tra le sue mani i folti capelli di Clark, che colto di sorpresa tentava senza impegno di ritrarsi. Dovette cedere e si persero in un tenero bacio. Se solo dimenticassi tutto pensava Clark avvolto da una inaspettata soddisfazione. Ma il pensiero di Lana scosse la mente del giovane che si distaccò bruscamente, ma attento a non farle del male.
Chloe… io, Io voglio Lana pensava ma non riusciva a confessarglielo.
Chloe? Chiese smarrita. No, ti stai sbagliando… io sono… Avvertì un tremendo dolore alla testa, poi si rivolse al giovane davanti a lui…Chi sono io?

To be continued

Edited by Chloe Sullivan GdR - 31/1/2005, 19:58
 
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Clark Kent GdR
view post Posted on 2/2/2005, 14:41




Chloe che... Clark si bloccò alla visione di quella ragazza silenziosa, confusa e piuttosto impaurita.
Chloe, di qualcosa… protestò anch’egli confuso.
Chi sei tu? Obiettò esaminandolo attentamente e guardando intorno quasi a cercare qualche indizio. E io...
Clark la guardava sospettoso, temeva che fosse tutto una falsa, che lo stesse semplicemente ridicolizzando. Ma era troppo convincente e si persuase che non stava mentendo.
Sono Clark, Clark Kent e tu… rifletté accennando un sorriso Tu se la mia migliore amica, Chloe Sullivan.
Quelle parole convincenti, quel sorriso seppur estraneo in quel momento la rasserenavano, in cuor suo provava una strana attrazione e familiarità verso quel ragazzo.
Ho capito… annunciò fiera Io sono Clark e tu Chloe…
No… Io sono… Chloe lo fissava scioccamente e Clark si accorse che in quel volto sofferente finalmente emerse un sorriso. Chloe... continuò quasi protestando mentre la ragazza bisbigliava in continuazione il proprio nome Chloe Sullivan… Io sono Chloe Sullivan… Sospirò e rifletteva sulla bizzarra situazione Come può essere il mio nome se non mi suona vagamente familiare?
Nonostante fosse preoccupato per l'amica i pensieri di Clark indugiarono subito sul suo segreto. Se Chloe avesse davvero dimenticato tutto, il suo segreto, che per tanto tempo aveva tenuto nascosto, sarebbe stato salvo e al sicuro. Pensava a cosa fosse meglio fare….Se la lascio in questo stato, spiegandole semplicemente chi è e cosa fà... e intanto Chloe girava per il fienile. In una scaffale vide una foto che li ritraeva insieme e colta da una naturale curiosità la prese. Tu chi sei? Sorrise imbarazzata Cioè …perché mi baciavi? Noi due… alludendo a qualche loro legame.
Era… La questione è complicata pensava ma spiegarle tutto era imbarazzante e inopportuno Un gesto di affetto... continuò sempre con quell’aria estremamente convincente Sei la mia migliore amica, infallibile reporter del Torch!
Il Torch? chiese lei con aria stralunata.
Sì, il giornale della scuola rispose Clark sempre più convinto a non eccedere troppo con le notizie.
Ah... Rispose lei con l'aspetto di qualcuno che aveva capito poco o niente. Entrambi riflettevano e un silenzio imbarazzante piombò nella stanza per qualche secondo.
Non che non mi fidi di te, ma preferirei andare in un altro posto… improvvisamente il dolore alla testa ricomparve, sempre più forte, e non poté far a meno di coprirsi il volto, mentre Clark la fissava turbato. Quando il male cessò Chloe lo guardò atterrita Forse è meglio contattare un medico… Io... non mi sento tanto bene…
Clark era profondamente indeciso. Era evidente che soffriva ma rischiava seriamente di dire al mondo intero il suo segreto, mentre se l'avesse lasciata così…
Un giorno tornerò disse un pensiero dal profondo della sua testa "Non ti sei ancora liberato del tuo lato malvagio. E di tutti i vizi e peccati, l'egoismo è la via più breve per farmi tornare in superficie" "No pensò La parte buona di Clark No, No, NO! Pronunciando inconsciamente le ultime parole ad alta voce.
No? disse stupita ma la strana espressione di Clark la spaventava e temeva in una reazione violenta. Come preferisci… non volevo farti arrabbiare.
Visto? I pensieri di Mr Hide all'interno di Clark erano sempre più forti. Evidentemente quando si era riunito alla sua parte malvagia non l'aveva annullata del tutto E’ così indifesa e ingenua… Guardala come soffre e ti teme! Non è eccitante? Approfittane…
Andiamo all'ospedale disse Clark ad alta voce.
Chloe lo guardò stranita ma si diresse verso la macchina senza obiettare. L’ospedale era vicino.
E’ qui la Dottoressa Bryce o Luthor? disse Clark al primo tipo col camice bianco che gli capitò a tiro.
No, è partita qualche giorno fa per il viaggio di nozze... rispose il giovane un po’ invidioso.
Ah... Strano. Se le fosse successo qualcosa Lex me lo avrebbe detto e non credo che lei sia ai Caraibi mentre lui è a Metropolis…
Cos'è questo? chiese Chloe avvicinandosi a una delle macchine per l'elettroshock. Nonostante l'amnesia la curiosità era forte, lì in ospedale sembrava una bambina che non aspettava altro che conoscere il mondo.
Lascia stare le disse Clark afferrandola per un braccio Ehi dottore? Rivolgendosi ad un uomo con una cartella in mano.
Si, mi dica… rispose cordialmente.
Potrebbe fare delle analisi alla mia amica? Sembra abbia una grave amnesia...Non ricordava neppure chi fosse….
Il dottore fissò lo sguardo all’unica ragazza in corridoio Va bene, farò quello che posso... rispose.
Clark chiamò Chloe, ma la giovane non sembrava averlo ascoltato. Si avvicinò e disse
Il medico ci aspetta, vedrai che starai meglio…
Ricordo qualcosa… sono già stata in un posto simile.
Clark sorrise a quell’affermazione un po’ buffa… in più di un occasione l’aveva accompagnata lì. Non mi stupisce… è un ospedale…
Una bella donna mi era vicina, avevo una ferita alla testa e lei mi consolava…
Nella mente di Clark apparvero immagini, ricordi che non aveva mai visto. Sensazioni, che non aveva mai provato. Principalmente una. Il dolore di aver perso una madre, di non vederla più, di sapere che a lei non interessi. Ma queste non erano sensazioni sue. Che gli stava accadendo?
Clark? Chiese Chloe …conosci la donna di cui parlo?
A salvarlo dal rivelarle la triste verità arrivò il dottore che li condusse in una stanza un po' isolata. Clark la riconobbe. Ryan aveva fatto dei test simili qualche tempo prima... quel ricordo lo metteva a disagio, Chloe se ne rese conto, stava per domandargli il motivo ma il dottore la distrasse.
Bene, ora faremo alcuni test, per vedere se è un'amnesia vera...
Sono pronta disse Chloe con un misto di impazienza ed eccitazione.
Chloe... li interruppe Clark
Dimmi... ehm...
...Clark completò la frase ricordandole il suo nome.
...Clark Annuì ripetendolo.
Mi dovrei assentare per un po'. Sono sicuro di ritrovarti qui tra un oretta?
Sì, certo. Dove vuoi che vada? Non ricordo dove abito...
Clark uscì dall'ospedale abbastanza in fretta e dopo aver controllato che nessuno lo vedesse partì a Supervelocità. In pochi minuti era presso le grotte di Kawachi
Entrò respirando regolarmente e profondamente. Non sapeva ciò che avrebbe trovato. Non era più stato là dopo che la navicella era esplosa.
Sondò le pareti con la vista a raggi x, ma non trovò niente.

"Accidenti" pensò "Pensavo di trovare qualcosa di interessante..." "BAH!" tirò un pugno contro la roccia che si sbriciolò. Per sua sfortuna era una delle colonne portanti. La grotta cominciò a crollare. Clark uscì in fretta e attese che il frastuono fosse finito. Dopodiché rientrò. E si rese conto che nella grotta c'erano cunicoli nuovi, ma lui aveva guardato nella direzione sbagliata. Il pavimento si era aperto.
"Beh... le più grandi scoperte sono state fatte per caso..." si disse "Lo Champagne, la penicillina.... ora questo..." Clark gettò uno sguardo verso il fondo nero del buco che era stato aperto. Non si vedeva niente. Prese un ramo, lo incendiò e lo gettò in basso. La luce venne avvolta dalle tenebre.
"Ok..." disse "La verità è fatta di rischi... proviamo" Clark si lasciò cadere nel vuoto. Cadde per diversi secondi, finché non atterrò con un tonfo, accanto alla torcia. La prese e si guardò intorno. Non era lo sfondo di una grotta. Quasi di un'astronave, o un Hangar... Era tutto di metallo. Clark cercò un interuttore poi provò a parlare
"Ehm... LUCE!" non accadde niente. Ripeté la parola più volte, ma non accadde nulla. Decise di andare avanti con la torcia. Andò a sbattere diverse volte, finché una voce metallica non lo fermò.
"Dichiarare il proprio nominativo"
"Ehm... Clark. Clark Kent" disse ingenuamente Clark
"Nominativo errato. Dichiarare il proprio nominativo"
Clark ci pensò un attimo
"Kal-El" disse poi
"Nominativo corretto. Accesso consentito"
La stanza si illuminò. Davanti a lui c'erano una poltrona e un grande schermo. Una voce metallica, però diversa dalla precedente disse
"Siediti Kal-El, e osserva" Clark ubbidì. Sullo schermo comparve un grande pianeta, grosso circa il doppio della terra. Il pianeta fece qualche giro intorno alla sua stella, poi cambiò orbità e finì per bruciare sulla stella stessa.
"Hai appena assistito alla fine di Krypton, Kal-El. Tutti i tuoi simili sono morti. Tu sei l'unico superstite. Ti abbiamo mandato sulla terra perché perpetuassi la specie Kryptoniana. Sarai come un Dio sugli insetti. I benefici raggi solari ti daranno infiniti poteri. Forza, velocità, indistruttibilità, potrai vedere attraverso le cose, bruciarle o gelarle, avrai l'udito finissimo e la vista di un falco. Potrai risucchiare i ricordi delle persone e librarti nel cielo."
"Risucchiare i ricordi? Ecco cos'è successo" realizzò Clark "Il bacio. Deve essere stato quello. Però non volevo che dimenticasse tutto..."
"Devi imparare a controllare i tuoi poteri Kal-El. Sei nato per distruggere gli uomini e dominare la Terra" Solo allora Clark riconobbe la voce di Jor-El.
"No! Io... io... Io non sono Kal-El. Io sono Clark e sono cresciuto qui. Non tradirò i miei amici." Clark si avvicinò al buco che aveva fatto prima e aiutato da superforza e velocità risalì alla svelta la rupe.
"Non posso lasciare il buco scoperto" diede un altro pugno alla grotta e le macerie ricoprirono l'Hangar mentre Jor-El diceva "Non puoi sottrarti al tuo destino"
"Il mio destino me lo faccio da solo se permetti, caro papà"
Clark riprese la via dell'ospedale per tornare da Chloe..
 
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Lucas Luthor GdR
view post Posted on 22/4/2005, 17:43




Non è facile mantenere un contegno in una stanza semivuota, quando nella stanza accanto una bella donna nuda si sta lavando. No, non è facile per niente.

Lucas gironzolava irrequieto per la stanza, lanciando rapidi sguardi alla porta di comunicazione aperta quando la sua traiettoria ce lo portava accanto. Aveva scambiato la tuta da motociclista per dei semplici vestiti neri, molto stile Luthor – a parte il logo degli Iron Maiden sulla t-shirt. Alla fine si fermò accanto alla porta, poggiando le spalle contro la parete e incrociando le braccia. Da quella posizione, il fianco metallico di un armadietto gli rimandava il riflesso sfuocato ma affascinante di Helen, che si era inerpicata in uno dei larghi lavandini del laboratorio e inarcava con grazia un braccio sulla testa, per insaponarsi l'ascella e il seno.

Helen lanciò di sottecchi uno sguardo e notò che Lucas la stava osservando. Con fare disinvolto alzò ancora di braccio in modo da lasciare sempre meno spazio alla fantasia dell’osservatore. Il suo viso non veniva riflesso così poté lasciarsi andare a un vago sorriso quando disse:


-Pensi che dovrai farmi da cane da guardia ancora a lungo?

-Finché non lo dice Lex.

-Già Lex, chissà se si ricorda ancora di noi…di te…Che dici? Mentre noi siamo qui, lui sta facendo i suoi interessi. Chissà se sono anche i tuoi...

-Non mi piace questo discorso- rispose nervosamente Lucas. Rialzò la testa a guardare il riflesso nel metallo - incontrò lo sguardo di Helen.

Staccatosi dalla parete, si piantò sulla soglia serrando gli stipiti con entrambe le mani.
Helen non batté ciglio. Avvolta in un telo da bagno, i capelli sgocciolanti sulle spalle nude, con una salvietta si asciugava le mani, le braccia, continuando a guardare Lucas dritto negli occhi. Lui si passò la lingua sulle labbra...

...e un lampo bianco esplose alle sue spalle, accompagnato da un rumore assordante. D'istinto, Lucas si girò a fronteggiare il pericolo, arretrò, andando a sbattere contro Helen, che d’istinto lo afferrò per le spalle.


- Lucas!

- Lasciami, dannazione! – ringhiò lui, liberandosi senza complimenti. Nella stanza accanto altri proiettili entrarono sibilando dalla finestra, in una pioggia di schegge. Uno andò dritto ad incendiare la brandina, l’altro fu deviato dalle sbarre e si schiantò in mezzo al pavimento.

“La chiave!”

Lucas si buttò avanti alla disperata, lo sguardo fisso sulla giacca appesa alla parete di fondo, già lambita dalle fiamme. Helen si senti mancare la terra sotto i piedi per qualche secondo. In mezzo alle fiamme e al fumo aveva perso di vista Lucas e un momento di terrore l’attraversò, quando immaginò se stessa intrappolata quella stanza morire lentamente. Lucas era un Luthor, il tradimento faceva parte del suo DNA. Istintivamente si mise ad urlare aiuto. Anche se nessuno l’avrebbe soccorsa. Poteva essere veramente la fine.

Come un ballerino dell’Inferno, Lucas fu costretto a saltellare in punta di piedi per schivare i rivoli di fuoco bianco che scorrevano sul pavimento.
“Cosa diavolo può bruciare sul marmo? Fosforo? Napalm?” Di una cosa era certo: se uno schizzo di quella roba gli si fosse attaccato, gli avrebbe consumato la carne fino all’osso.

Una manica della giacca già fumava, avvampò nel momento stesso in cui tese la mano a prenderla. Con un’imprecazione affondò la mano tra le fiamme, strappò la tasca e ne fece cadere il prezioso tesserino di plastica. Il tempo di chinarsi a raccoglierlo, già una cortina di fuoco si era estesa per la stanza nascondendo alla sua vista la porta di comunicazione. Senza badare alle grida di Helen, rimasta bloccata dall’altro lato, Lucas strisciò il passi nella serratura. Il battente si aprì di un palmo – si bloccò senza motivo apparente. Il giovane infilò nella fessura le mani, gli avambracci – spinse con la forza della disperazione, incuneando nell’apertura una spalla, una gamba…

La porta cedette, facendolo rotolare nel corridoio. Battè malamente un ginocchio, si rialzò barcollando. Girò intorno lo sguardo – a un’estremità del corridoio brillavano delle fiamme, da dietro l’altro angolo filtravano spirali di fumo acre. Si voltò verso la porta…

…e Helen gli piombò addosso, cadendo con lui. Aveva bagnato il vestito procuratole da Lucas, il telo di spugna inzuppato che aveva usato come scudo tra le fiamme fumava annerito in più punti, le salviette avvolte sui piedi nudi bruciavano. Helen se le strappò con un grido, Lucas le avvolse il telo intorno ai piedi stringendo forte, fin quando non fu sicuro che le fiamme non si sarebbero riaccese. Rimasero a terra ansimanti, stretti insieme, guardandosi intorno come animali in trappola.


- Siamo bloccati, Helen!

- Non possiamo tornare indietro! – la giovane donna si tirò su in ginocchio, puntando una mano al suolo per rialzarsi. – Proviamo di là, forse c’è ancora un…

- Aspetta! – Lucas la afferrò per un braccio. – Aspetta, guarda!!

Prima che Helen riuscisse a capire che cosa aveva attirato la sua attenzione, Lucas si era già buttato a quattro zampe in una specie di nicchia nella parete del corridoio, larga e poco profonda. Lo seguì… e vide quel che non avrebbero mai potuto notare stando in piedi: all’altezza del pavimento c’era una sottile striscia di luce bianca. Lucas si rialzò, battendo i pugni sul muro – no, non un muro: i colpi risuonavano come se dietro ci fosse del vuoto.

- Una porta! E’ una porta! – le mani di Lucas scorsero freneticamente lungo lo spigolo interno della nicchia, si fermarono all’altezza della cintola: c’era una fessura, stretta ma inconfondibile, ora che l’avevano trovata. Stringendo i denti, Lucas vi inserì la chiave di plastica…

…e la parete di fondo scivolò via, rivelando una stretta scala a spirale illuminata da bianche lampade d’emergenza. Si buttarono sul pianerottolo, Lucas trovò la maniglia interna della porta e la chiuse sbattendola fra loro e l’incendio che avanzava. Helen fece per salire gli scalini metallici, ma Lucas la afferrò nuovamente per un braccio.


- Là sopra c’è solo un tetto piatto e scoperto. Ci tireranno giù come birilli.

- Ma…

- Dobbiamo scendere!

Helen allungò il collo per guardare in basso, ma la spirale stretta della scala non permetteva di vedere più in là di pochi gradini. – E se non troviamo un’altra uscita?

Il volto di Lucas era segnato di ombre scure dalla luce debole e fredda.

- Allora siamo morti.
 
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Doriana Luthor
TOPIC_ICON13  view post Posted on 22/12/2005, 19:10




Il terzo episodio del GdR è cominiciato, ma se qualcuno (inclusi i giocatori che hanno abbandonato il gioco) ha la voglia e la pazienza di concludere il secondo episodio, ha la possibilità di farlo in qualsiasi momento. Il topic rimarrà aperto. user posted image

Edited by Doriana Luthor - 22/12/2005, 19:11
 
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Doriana Luthor
view post Posted on 30/4/2006, 23:06




Ormai si può chiudere anche qui:

https://smallville.forumcommunity.net/?t=3048276

Edited by Doriana Luthor - 1/5/2006, 00:12
 
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