Smallville Italia

Mad World, 2° episodio GdR

« Older   Newer »
  Share  
Lucas Luthor GdR
view post Posted on 6/2/2004, 23:42 by: Lucas Luthor GdR




Giorno 2 - A metà strada fra Smallville e Metropolis..

La potente moto nera, splendente perfino sotto uno strato di polvere, si fermò proprio al centro dell'incrocio sollevando una sventagliata di asfalto sbriciolato. Lucas lasciò che il motore si spegnesse in un sordo brontolio, abbassando il cavalletto con un calcio e sollevando la visiera del casco da cui esplose l'aggressiva musica di un complesso heavy-metal.

Intorno a lui un paesaggio essenziale come un haiku si estendeva a perdita d'occhio nella luce limpida del mattino. Le strade di campagna, deserte e malridotte dal passaggio dei mezzi agricoli, si incrociavano ad angolo retto formando il confine fra i campi coltivati: due sterminate distese di granturco quasi maturo, un campo ispido di stoppie gialle, l'ultimo già arato per la nuova semina. Quando Lucas spense il lettore CD gli sembrò quasi di essere entrato in una camera insonorizzata. Ci volle qualche momento perchè le sue orecchie si adattassero a distinguere i suoni della campagna più profonda: ronzio di insetti, il fruscio secco delle foglie di granturco appena smosse dalla brezza, il rombo lontano di un motore. Smontò di sella, assestando una pacca al serbatoio della moto.
- Non c'è nessun altro posto come il Kansas, mia cara Dorothy. Davvero!

Si tolse il casco appendendolo al manubrio, fece qualche passo intorno per sgranchirsi, abbozzando delle mosse di lotta orientale. Aveva la contraddittoria impressione che quello spicchio di mondo si trovasse in fondo a una bolla chiusa da una cupola di cristallo, e al tempo stesso potesse prolungarsi all'infinito. Scosse la testa, socchiudendo gli occhi nel guardare il sole. Stupide fantasie. Anche senza consultare il GPS sapeva in quale direzione doveva essere Metropolis, poteva percepirne il riverbero di vetro, metallo e cemento arroventato nell'azzurro splendente del cielo. Di conseguenza - girò lo sguardo nell'altra direzione - neanche Smallville era troppo lontana. Piccola, bizzarra, improbabile città... un innocente specchio d'acqua limpida che scintillava invitante su un banco di sabbie mobili.

"ll posto giusto per ospitare una famiglia di squali." Le labbra di Lucas guizzarono in un sorriso ironico mentre si voltava a guardare la moto, dono indiretto del fratello - fratellastro. Avrebbe ancora potuto tornare indietro, tornare a perdersi nel sicuro anonimato del rifugio garantitogli da Lex. "Ma i Luthor non sono fatti per la vita tranquilla."

Un Luthor. Lucas Luthor. Strano, come il suo vecchio cognome gli fosse scivolato di dosso con tanta rapidità - e non soltanto perchè Lucas "Dunlevy" era stato uno spiantato mentre Lucas "Luthor" valeva cinquanta milioni di dollari. Un giocatore non si scalda troppo per il denaro in se stesso: i soldi vanno e vengono, quel che conta è la sfida, il sapore inebriante della vittoria - perfino la vertigine della sconfitta. E la partita che si era deciso a giocare aveva la posta più alta: vincere o perdere tutto il suo futuro, un'alternativa netta e crudele come il taglio di una katana.

Pensieroso, Lucas tornò alla moto, la inforcò, si infilò di nuovo il casco indugiando nel richiudere la visiera; la tuta cominciava a tenergli caldo. Riprendere contatto con Lionel era un rischio non da poco, specialmente adesso che Lex era lontano in viaggio di nozze
- "Come se la cava sottocoperta la tua Miss Laboratorio, fratello?" - ma se non voleva passare il resto della vita a nascondersi, avrebbe dovuto trovare il modo per prendere posto nella famiglia Luthor a pieno titolo, non come protetto - o pedina - di qualcun altro.

La moto si svegliò con un rombo, docile al suo comando, pura potenza che vibrava sotto di lui pronta a scattare."Da che parte?" Dove cercare l'incontro con il suo "amorevole" padre, a Metropolis o a Smallville? In entrambi i casi, il vantaggio del terreno sarebbe andato al vecchio bastardo.

Metropolis... aveva imparato a sopravvivere nel sottobosco di Edge City, non gli ci sarebbe voluto molto per crearsi dei contatti anche laggiù - una linea di difesa da predisporre prima di affrontare Lionel. Ma anche l'idea di presentarsi a testa alta nella tana del leone, a Smallville, aveva il fascino delle sfide temerarie. Il Castello dei Luthor. La casa di famiglia. La casa alla quale lui stesso apparteneva, per diritto di sangue.

Un bang ultrasonico echeggiò nella campagna, spaventando uno stormo di passeri che sfrecciarono via dal campo di stoppie per nascondersi fra gli steli di granturco. Altissima nel cielo, la scia di un invisibile aereo graffiava di bianco quell'inverosimile azzurro smaltato. Lucas scrollò le spalle, chiuse la visiera con uno scatto secco e partì sgommando lungo la strada che si allungava in quella stessa direzione.
 
Top
94 replies since 2/2/2004, 02:21   38071 views
  Share