Festival di Sanremo prima serata, seconda serata, terza serata, quarta e quinta

l'unica canzone bella che mi ha emozionato del Festival

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  1. impulsivo
     
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  2. Solitario*
     
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    CITAZIONE (magnific @ 21/2/2010, 22:07)
    (...)
    nel catalogo non c'era una Magnifica!

    Forse ti sei persa un'esperienza interessante. :unsure:
     
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  3. magnific
     
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    forse...
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    Ma quanto razzismo contro il principe
    di Tony Damascelli
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    Ultima moda dell’intolleranza intelligente: a Sanremo fischi e insulti al giovane Savoia
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    Leggi tutti i commenti (9)
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    aiuto C’è pure la prova tv. In diretta, su Raiuno, sabato sera, un quindici milioni di italiani collegati, adunata oceanica, spalti gremiti. Appare sul palco un signore di anni trentotto, già visto e rivisto in altri eventi televisivi, pure sulla stessa rete, ballerino trionfatore. Per evitare lungaggini viene presentato come Emanuele Filiberto e basta, tralasciando l’enunciazione totale della carta di identità: Emanuele Umberto Reza Ciro Renè Maria. Canta assieme a Ghinazzi Enzo, anche nel caso suo accorciato in Pupo, e al tenore Canonici Luca, paro paro da documento anagrafico. Il pubblico prende ad agitarsi, uheggia, parte qualche insulto, brusio, rumori, aumenta il numero dei fischi, la scena già si era vista nei giorni precedenti la finale, sempre in coincidenza con l’apparizione del Savoia. Il quale non essendo di colore ma anzi tendente al pallido non può fare notizia se non ridicola, oggetto di derisione, satira, sarcasmo, barzellette varie, tipo sua altezza al fianco del miniPupo oppure il principe del pisello per non dire peggio. Bah. La sceneggiata va in onda, in radio, di Stato e privata, si possono ascoltare commenti da osteria numero uno, quell’Emanuele lì deve andarsene a casa. Nessuno si scuote per quell’atmosfera circense, da pollice verso, l’intolleranza è ammessa, giustificata, esibita, anzi applaudita, illustrata con accenni simpatici dai media di ogni tipo. Addirittura anche gli orchestrali sul palco trovano il tempo per farsi riconoscere non soltanto per gli accordi. Abituati alle sviolinate, nel senso buono, abbandonano gli strumenti, l’abito da sera, la postura compita e reagiscono da soubrettes capricciose, stracciano gli spartiti, li accartocciano, li lanciano verso la smarrita Clerici Antonella che vorrebbe tornare tra le tagliatelle di nonna Pina e invece è costretta ad assistere alla ribellione dei tromboni che non accettano di vedere premiato un simile obbrobrio musicale, meglio i Jalisse, o no? Emanuele, e tutto il resto araldico che si porta appresso, non cambia espressione, cerca di capire se «Italia amore mio» da lui scritta e musicata dal Pupo, sia un errore di ortografia oppure di grammatica o, ancora, di espressione visto quello che gli italiani stavano combinando all’interno del teatro Ariston di Sanremo, proprio davanti agli occhi suoi che sembrano sbirciare tra il pubblico, il padre e la madre, divisi, confusi, forse in settima fila, o forse in ottava, obbligati a non applaudire per non farsi riconoscere, cosa del resto impossibile, anche in pieno regime, si dice così, repubblicano. Anche questa sembra una leggenda metropolitana, lanciata ieri in tivvù, tanto per aumentare il senso di ridicolo della vicenda, dei suoi personaggi e interpreti: «I fischi mi hanno ferito, specie quelli preventivi ma credo che il pubblico che ci ha votati mi abbia adottato», ha commentato Emanuele Filiberto. Adottare un principe non è il massimo per i signori in smoking e le dame ingioiellate dell’Ariston, un popolo che non arriva a fine mese ma al festival sì. Insomma già abbiamo dovuto tollerare e sopportare le facce di circostanza della famiglia regale al rientro dall’esilio, adesso dobbiamo sorbirci la presenza continua in televisione del figliol prodigo, uno che non soltanto balla ma pure canta? Giammai. Tra l’altro voci perfide insinuano che il sabaudo piazzatosi in classifica secondo a sorpresa sarebbe la conferma del referendum del Quarantasei, non vince nemmeno con il voto popolare. Il razzismo è una cosa seria, tremendamente seria anche se qualcuno lo confonde con i buu idioti all’interista Balotelli, nei vari stadi di football. Dunque non è il caso di scendere in piazza e di organizzare convegni e fiaccolate per gli insulti al Savoia. Ma se a Sanremo non appartieni a una parte o a un partito, se non sventoli una bandiera, se non fai tendenza o propaganda politica allora sei fottuto e sfottuto, al massimo sopportato in quanto artista cantante (chiedere informazioni a Fausto Leali o a Enrico Ruggeri). Ma se poi arriva anche il nobile, dunque uno già segnato alla partenza perché non riconosciuto nel titolo, e se il nobile stesso è un Savoia, dunque riconoscibilissimo a prescindere, colpevole per eredità, tra parenti, olive e tanghi, ecco che il «telescherno» si illumina, ecco che saltano le marcature e diventano leciti gli insulti, le pernacchie, le insinuazioni. A differenza di quello che scriveva Machiavelli, il principe non è né volpe né leone ma soltanto un povero pirletta da prendere in giro, da rispedire in esilio, lui con tutti i parenti suoi, chissenefrega. È la democrazia, bellezza, è «Italia amore mio». Emanuele Filiberto non ha capito nulla. Indietro Savoia.

    da Il Giornale

    pezzo che condivido tutto!



    pezzo di sottile ironia e nell'ironia ci sta tutta la verita'!
     
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  4. lupetto_sulla_zattera
     
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    22/02/2010 09:35
    Indietro Savoia!

    Lo confessiamo. Abbiamo assistito con una certa apprensione alla fase finale del Festival di Sanremo. Col timore, per dirla tutta, che un plebiscito annullasse simbolicamente il referendum istituzionale del 1946. È vero: Sanremo è Sanremo, la Repubblica è la Repubblica e la XIII disposizione transitoria e finale della Costituzione, che vietava agli eredi maschi di casa Savoia di rientrare in Italia, è stata abolita otto anni fa, cioè molto prima che Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, compatisse l'ultimo erede maschio che la sorte ci ha inferto con quel lamentoso «Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente».
    Ma è proprio questo il punto: che c'entra «Pur non avendo fatto niente?». Ora, non ci sono dubbi che Emanuele Filiberto, o come diavolo si chiama, non abbia mai combinato niente. Ma è anche assolutamente certo che i padri costituenti, quando decisero di interdire il suolo patrio ai discendenti dei Savoia, non sospettavano che tra loro ci sarebbero stati personaggi del calibro di Vittorio Emanuele, il papà di Filiberto, il quale, nel 1997, a un giornalista che gli domandava se ritenesse di doversi scusare per le leggi razziali promulgate dal suo omonimo bisnonno, rispose: «No, perché io non ero neanche nato». (Che poi, a pensarci bene, è la stessa tesi sostenuta nel mieloso lamento di Ghinazzi).
    Forse, se avessero avuto la palla di vetro, e avessero potuto vedere le opere degli eredi Savoia, i padri costituenti avrebbero approvato anche con maggiore convinzione la XIII disposizione transitoria (e magari non l'avrebbero resa transitoria), ma la ragione per cui la norma fu emanata prescindeva dalle qualità intellettuali e morali, e anche canore, dei discendenti di Umberto Biancamano. Si trattava di tutelare da tentazioni autoritarie e dinastiche una democrazia e una repubblica giovanissime, venute al mondo dopo vent'anni di fascismo e di vessazioni e di guerre patite in nome del duce e del re. Fu questo l'argomento sostenuto, tra gli altri, da Giuseppe Dossetti e da Aldo Moro.
    Sia chiaro, se anche avesse trionfato lo sgangherato trio dell'ipocrita «Italia amore mio», l'assetto istituzionale del Paese non avrebbe corso più pericoli di quelli, abbastanza gravi, che già corre. Ma, proprio perché Sanremo è Sanremo, ed è di appena due anni più giovane della nostra Costituzione, il successo di un lacrimoso svarione storico ed estetico avrebbe in qualche modo simbolicamente segnato un'altra tappa della degenerazione della nostra memoria.
    Che poi, nell'evento più caro alla Rai, per il secondo anno consecutivo abbia trionfato un cantante lanciato in un programma di Mediaset, rende magrissima e anche un po' amara la consolazione. E il fatto che quel programma di Mediaset sia condotto dalla moglie del conduttore che, a Sanremo, è stato incaricato di aprire le porte agli operai e alla politica, dà a tutta questa sbalorditiva vicenda il sapore di una guerra tra case regnanti vecchie e nuove e suona come una beffarda metafora della situazione presente. Davanti alla quale ognuno reagisce come può. Salendo su un tetto o stracciando uno spartito.

    (Filo rosso del 22 febbraio 2010)

    pezzo che condivido tutto!



    pezzo di sottile ironia e nell'ironia ci sta tutta la verita'!
     
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  5. magnific
     
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    pezzo che ti contraddistingue...devi anche esserne orgoglioso!!!
    ...ma fai lotte contro il razzismo...

    e magari sei uno di quelli che dicono che le colpe dei genitori non devono ricadere sui figli!!!

    La verita' è un'altra...il vostro odio profondo verso tutto e tutti ha un solo nome:"INVIDIA!!!
     
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  6. lupetto_sulla_zattera
     
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    Sai leggere?

    Ma è proprio questo il punto: che c'entra «Pur non avendo fatto niente?». Ora, non ci sono dubbi che Emanuele Filiberto, o come diavolo si chiama, non abbia mai combinato niente.

    Quanto al razzismo, te lo ripeto: non trasformare in una stupida farsa una cosa purtroppo assai seria. I Savoia non sono una razza nè un 'etnia: sono una famiglia come tante. L'unica differenza è che sono una famiglia di privilegiati.

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    Questo è razzismo.
     
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  7. magnific
     
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    Neanche quello sopra è razzismo,per essere precisi, la razza per gli uomini è una sola:razza umana!
    quello sopra si chiama:mancanza di pietas

    CITAZIONE
    L'unica differenza è che sono una famiglia di privilegiati.

    come tanti altri...e a privilegiarli sono uomini con uomini.
     
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  8. lupetto_sulla_zattera
     
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    Fatti spiegare la diferenza tra razze e razzismo dal falangista o dallo scomunista. Almeno lui/loro conosce/ono ciò di cui parla/no. Tu no.
     
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  9. magnific
     
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    ah ah ah...

    hai finito gli argomenti?
     
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  10. magnific
     
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    come funziona il televoto

    Tutto viaggia in automatico, senza interventi umani. Il voto, una volta in rete, viene dirottato sul server del consulente specialistico, la società incaricata di elaborarlo. A Sanremo la Amuser per il fisso e la Neo Network del gruppo De Agostini-Magnolia (produttori di vari format tv come L'isola dei famosi). Un software verificato e certificato dal notaio prima della trasmissione riordina i dati e stila la classifica, una preferenza alla volta. "Il processo dura pochissimi secondi - spiega in camera caritatis il supermanager di una delle due aziende del Festival - ed è alla luce del sole. I dati sono conservati dal nostro server e da quello dell'operatore tlc, non ci possono essere incongruenze. E sono a disposizione delle autorità competenti che volessero visionarli".

    Il notaio che ha dato l'ok al programma di elaborazione segue dal vivo anche la creazione della classifica. A Sanremo era asserragliato in una stanzetta di 4 metri quadri con quattro postazioni di computer e un maxi-monitor. In teoria ha accesso a tutti i server e può seguire allo schermo ogni fase dell'elaborazione del televoto. Un'operazione, va da sé, ciclopica. Di solito si limita a un esame a campione per poi, fiducioso nella tecnologia, certificare i risultati del cervellone. E infilare in una busta il verdetto del Festival.

    da La Repubblica
     
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  11. Spica
     
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    CITAZIONE (magnific @ 23/2/2010, 11:42)
    come funziona il televoto

    Tutto viaggia in automatico, senza interventi umani. Il voto, una volta in rete, viene dirottato sul server del consulente specialistico, la società incaricata di elaborarlo. A Sanremo la Amuser per il fisso e la Neo Network del gruppo De Agostini-Magnolia (produttori di vari format tv come L'isola dei famosi). Un software verificato e certificato dal notaio prima della trasmissione riordina i dati e stila la classifica, una preferenza alla volta. "Il processo dura pochissimi secondi - spiega in camera caritatis il supermanager di una delle due aziende del Festival - ed è alla luce del sole. I dati sono conservati dal nostro server e da quello dell'operatore tlc, non ci possono essere incongruenze. E sono a disposizione delle autorità competenti che volessero visionarli".
    [..]

    ..ecco, io non metto in dubbio tutto questo però un dubbio ce l'ho:

    .- il televoto vien fatto a un numero verde o a un numero a pagamento?
    (che potrebbe essere di 50 cent, come di un euro o di sei al minuto, credo dipenda dal prefisso)

    .- se è a pagamento l'utente che televota ne sarà, credo, reso consapevole alla risposta, se non altro per legge.

    .- partendo dal presupposto che lo sia, a pagamento, e ponendo che costi un euro, chi impedisce a un utente qualsiasi di spenderne 10 o 100 o quel che gli pare (addebitati poi sulla bolletta) per sostenere il suo beniamino?

    .- oppure c'è un sistema che impedisca ulteriori telefonate dallo stesso numero?


    ..perché la polemica c'è già stata un anno fa.

    e il tutto sembrava alquanto più pesante di un libero arbitrio del singolo che decida di fare autonomamente cento telefonate.



     
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  12. Solitario*
     
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    CITAZIONE (Spica @ 23/2/2010, 14:20)
    (...)

    e il tutto sembrava alquanto più pesante di un libero arbitrio del singolo che decida di fare autonomamente cento telefonate.

    Specialmente se poi la bolletta arriva ai genitori. :unsure:
     
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  13. Spica
     
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    CITAZIONE (Solitario* @ 23/2/2010, 15:58)
    CITAZIONE (Spica @ 23/2/2010, 14:20)
    (...)

    e il tutto sembrava alquanto più pesante di un libero arbitrio del singolo che decida di fare autonomamente cento telefonate.

    Specialmente se poi la bolletta arriva ai genitori. :unsure:

    :rolleyes: ..ragazzini..? questo l'hai visto?
    [e ogni telefonata son 75 cent - IVA inclusa - al gestore telefonico (circa 1500 vecchie lire)]

    ma davvero stupisce qualcuno?


     
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  14. magnific
     
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    ad ogni telefonata ti vengono addebitati euro 0,75, se ne potevano fare non piu' di cinque nella stessa serata.
    Io ne ho fatte cinque ed ho speso euro3,75 circa 7500 lire di una volta,ma per far passare i vecchi valori in cui credo ancora:Patria,Dio e famiglia, mi sembrano pochi...se poi ho aumetato le casse di chi questi valori hanno sfruttato non è affare che mi riguarda.
     
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  15. magnific
     
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    speriamo lo possiate vedere è esilarante...

    www.facebook.com/video/video.php?v=1290780003886
     
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59 replies since 17/2/2010, 12:29   496 views
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