Whitesnake

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  1. -arkan-
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  2. TommyIommi
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    ops... hai ragione
     
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  3. No deth for Romulan
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    1987 è senz'altro un album riuscitissimo, eccezionale, come non impazzire ascoltando canzoni come "Still of the night", "Straight for the heart", "Give me all your love", "Here I go Again", come non poter aprezzare la splendida voce di David Coverdale. Un bellissimo rock, melodico ma anche abbastanza aggressivo...Che dire. i Whitesnake sono stati all'altezza della situazione.
     
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  4. Anno Domini
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    Fantastici, il loro pezzo piu bello secondo me è "Still of the Night". Grande voce, grande chitarra.
     
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  5. Lilium Cruentus
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    Bravi gli Whitesnake, Coverdale è un cantante ed un frontman con i controcazzi.
    Io però preferisco i primi Whitesnake, quelli più blusettosi. Comunque, riuscitissimi anche gli album della seconda fase, nulla da dire.

    Edited by Lilium Cruentus - 23/11/2007, 11:59
     
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    Innanzitutto, per parlare degli inglesi Whitesnake non si può non parlare di David Coverdale, che da sempre ha guidato il gruppo, che è di fatto il suo progetto. Dopo lo scioglimento dei Deep Purple nel 1976, in cui Coverdale era cantante dal 1974, il nostro decide di cominciare una carriera solista. La sua voce caldissima ed estremamente sensuale ed espressiva lo indirizza naturalmente verso un Hard Blues venato di Soul e Rythm & Blues, espresso in due splendidi dischi a nome David Coverdale: Whitesnake (1977) e North Winds (1978). Poi, sempre nel '78, con l'uscita dell'EP Snakebite, il progetto solista di Coverdale diventa una vera e propria band, dal nome, per l'appunto WHITESNAKE. Musicalmente continuano il percorso cominciato, con una certa sterzata in senso più strettamente Hard Blues, condito da forti dosi di melodia. Con una formazione strepitosa, che comprende oltre ai già citati chitarristi Micky Moody e Bernie Marsden, il bassista Neil Murray e gli ex Deep Purple John Lord e Ian Paice (ovviamente tastiere e batteria), comincia una serie di dischi fantastici, a mio avviso fra i più belli di sempre in ambito Hard Rock. Lavori come Trouble (1978), Love Hunter (1979), Redy an'Willing (1980), Live in the Heart of the City (1980), Come and Get It (1981), Saint and Sinners (1982) e Slide it In (1983) -quest'ultimo con il grande Cozy Powell alla batteria e Mel Galley (ex Trapeze, la prima band di Glenn Hughes) alla chitarra al posto di Marsden- costituiscono una raccolta di capolavori, con Coverdale al massimo della forma e totalmente a suo agio vocalmente, pezzi sublimi, entrati ormai a far parte del mio dna, feeling da vendere. In questa forma uno dei miei gruppi preferiti di sempre. Poi la svolta. Cambia la formazione, entrano John Sykes (ex Tygers of Pantang/Thin Lizzy) alla chitarra, Ansley Dumbar (ex Journey) alla batteria e Don Airey (ex Colosseum, Rainbow e molti altri) alle tastiere, ed esce 1987. Il lavoro è permeato da un sound molto più americano, in linea con l'Heavy Rock in voga nella metà anni '80, ed è il grande successo commerciale. A mio avviso, però, la qualità artistica subisce una caduta clamorosa. Al tempo ammetto che è stata una delle più grandi delusioni da quando ho cominciato ad ascoltare musica. Da amante dei "vecchi" Whitesnake, lo giudico un disco tronfio e pacchiano, con citazioni zeppeliniane di cattivo gusto, e Coverdale, nella nuova dimensione "americana" non certo all'altezza del passato. Il successivo Slip of the Tongue (1989), con una formazione totalmente rinnovata (Steve Vai e Adrian Vandemberg alle chitarre, Rudy Sarzo al basso e Tommy Aldrige alla batteria) peggio ancora, d'una freddezza ed un calcolo ancora più estremizzati. Fra l'altro li avevo visti dal vivo un paio di volte nel '90, e sono stati fra i concerti più freddi e programmati della mia vita, con i vecchi capolavori che in scaletta avevano uno spazio veramente irrisorio. Passano gli anni in un relativo silenzio, ed esce Restless Heart (1997), con una nuova formazione ancora, sicuramente migliore, con un ritorno alle vechie sonorità Hard Blues, e molto migliore anche il tour relativo, con un recupero dei brani più vecchi, e Coverdale vocalmente più a suo agio. Chiude la discografia della band un live acustico, il buon Starkers in Tokyo (1997), con i soli Coverdale e Vandemberg a reinterpretare umplugged vecchi e nuovi classici della band. Se i dischi che mi hanno profondamente deluso fossero stati a nome d'un altro gruppo, niente da dire, ma il fatto che portano il nome per me sacro dei Whitesnake non me li ha fatti proprio accettare. Quindi i due periodi segnano due band profondamente diverse, stilisticamente e come approccio alla musica. Con vette artistiche altissime nel primo periodo, con conti in banca altrettanto alti nel secondo.
     
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  7. Anno Domini
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    Hai fatto un'analisi perfetta dei Whitesnake, e in ogni caso "Still of The Night" è un pezzo troppo bello...
     
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    CITAZIONE (Anno Domini @ 23/11/2007, 01:17)
    Hai fatto un'analisi perfetta dei Whitesnake, e in ogni caso "Still of The Night" è un pezzo troppo bello...

    Il brano in sè indubbiamente funziona, ma se si ascolta dopo Black Dog dei Led Zeppelin perde il suo senso, essendone quasi un plagio...
     
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  9. Pulaster
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    Mi stanno sul cazzo e mi sta sul cazzo Coverdale.

    Però ci è passato Steve la in mezzo... :aveate:
     
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  10. Lilium Cruentus
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    CITAZIONE (DanieleZ @ 22/11/2007, 14:36)
    Innanzitutto, per parlare degli inglesi Whitesnake non si può non parlare di David Coverdale, che da sempre ha guidato il gruppo, che è di fatto il suo progetto. Dopo lo scioglimento dei Deep Purple nel 1976, in cui Coverdale era cantante dal 1974, il nostro decide di cominciare una carriera solista. La sua voce caldissima ed estremamente sensuale ed espressiva lo indirizza naturalmente verso un Hard Blues venato di Soul e Rythm & Blues, espresso in due splendidi dischi a nome David Coverdale: Whitesnake (1977) e North Winds (1978). Poi, sempre nel '78, con l'uscita dell'EP Snakebite, il progetto solista di Coverdale diventa una vera e propria band, dal nome, per l'appunto WHITESNAKE. Musicalmente continuano il percorso cominciato, con una certa sterzata in senso più strettamente Hard Blues, condito da forti dosi di melodia. Con una formazione strepitosa, che comprende oltre ai già citati chitarristi Micky Moody e Bernie Marsden, il bassista Neil Murray e gli ex Deep Purple John Lord e Ian Paice (ovviamente tastiere e batteria), comincia una serie di dischi fantastici, a mio avviso fra i più belli di sempre in ambito Hard Rock. Lavori come Trouble (1978), Love Hunter (1979), Redy an'Willing (1980), Live in the Heart of the City (1980), Come and Get It (1981), Saint and Sinners (1982) e Slide it In (1983) -quest'ultimo con il grande Cozy Powell alla batteria e Mel Galley (ex Trapeze, la prima band di Glenn Hughes) alla chitarra al posto di Marsden- costituiscono una raccolta di capolavori, con Coverdale al massimo della forma e totalmente a suo agio vocalmente, pezzi sublimi, entrati ormai a far parte del mio dna, feeling da vendere. In questa forma uno dei miei gruppi preferiti di sempre. Poi la svolta. Cambia la formazione, entrano John Sykes (ex Tygers of Pantang/Thin Lizzy) alla chitarra, Ansley Dumbar (ex Journey) alla batteria e Don Airey (ex Colosseum, Rainbow e molti altri) alle tastiere, ed esce 1987. Il lavoro è permeato da un sound molto più americano, in linea con l'Heavy Rock in voga nella metà anni '80, ed è il grande successo commerciale. A mio avviso, però, la qualità artistica subisce una caduta clamorosa. Al tempo ammetto che è stata una delle più grandi delusioni da quando ho cominciato ad ascoltare musica. Da amante dei "vecchi" Whitesnake, lo giudico un disco tronfio e pacchiano, con citazioni zeppeliniane di cattivo gusto, e Coverdale, nella nuova dimensione "americana" non certo all'altezza del passato. Il successivo Slip of the Tongue (1989), con una formazione totalmente rinnovata (Steve Vai e Adrian Vandemberg alle chitarre, Rudy Sarzo al basso e Tommy Aldrige alla batteria) peggio ancora, d'una freddezza ed un calcolo ancora più estremizzati. Fra l'altro li avevo visti dal vivo un paio di volte nel '90, e sono stati fra i concerti più freddi e programmati della mia vita, con i vecchi capolavori che in scaletta avevano uno spazio veramente irrisorio. Passano gli anni in un relativo silenzio, ed esce Restless Heart (1997), con una nuova formazione ancora, sicuramente migliore, con un ritorno alle vechie sonorità Hard Blues, e molto migliore anche il tour relativo, con un recupero dei brani più vecchi, e Coverdale vocalmente più a suo agio. Chiude la discografia della band un live acustico, il buon Starkers in Tokyo (1997), con i soli Coverdale e Vandemberg a reinterpretare umplugged vecchi e nuovi classici della band. Se i dischi che mi hanno profondamente deluso fossero stati a nome d'un altro gruppo, niente da dire, ma il fatto che portano il nome per me sacro dei Whitesnake non me li ha fatti proprio accettare. Quindi i due periodi segnano due band profondamente diverse, stilisticamente e come approccio alla musica. Con vette artistiche altissime nel primo periodo, con conti in banca altrettanto alti nel secondo.

    Se avessi parlato anche delle due differenti edizioni di Slide It In, saresti stato da 10.
    Quindi, 9.5 XD
     
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    CITAZIONE (Lilium Cruentus @ 23/11/2007, 12:00)
    Se avessi parlato anche delle due differenti edizioni di Slide It In, saresti stato da 10.
    Quindi, 9.5 XD

    Diciamo che la versione di Slide it In con Sykes di fatto non aggiunge nulla al valore (altissimo) di quel disco. Scaletta dei brani un po' cambiata, suoni di chitarra forse un po' più pompatini, ma il disco è di fatto quello.
     
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  12. Lilium Cruentus
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    CITAZIONE (DanieleZ @ 23/11/2007, 12:40)
    CITAZIONE (Lilium Cruentus @ 23/11/2007, 12:00)
    Se avessi parlato anche delle due differenti edizioni di Slide It In, saresti stato da 10.
    Quindi, 9.5 XD

    Diciamo che la versione di Slide it In con Sykes di fatto non aggiunge nulla al valore (altissimo) di quel disco. Scaletta dei brani un po' cambiata, suoni di chitarra forse un po' più pompatini, ma il disco è di fatto quello.

    Ok, vada per un 9 al 10 XD
    Comunque complimenti per l'analisi, sei stato molto esauriente.
     
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    let's gore

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    io li ho visti al gods of metal 2006, un esibizione con i controcazzi!! soprattutto perchè hanno esordito con le titletrack degli album composti da coverdale con i deep purple
     
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  14. Lilium Cruentus
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    Ah, si, Burn e Stormbringer in un colpo solo sono bestiali :riot6oy:
     
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    let's gore

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    il meglio però è arrivato quando hyanno iniziato a improvvisare assoli prima il chitarrista e poi il batterista, il primo ha anche fatto una figura di merda lanciando in alto la chitarra senza riuscire a riprenderla, il secondo non ci sono parole per descrivere quello che ha fatto, ad un certo punto ha lanciato via le bacchette è ha continuato a pestare solo con le mani...
     
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