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.CITAZIONE (Hamlet da Hamelin @ 6/5/2006, 11:11)Correte a leggere a pagina XX della Repubblica di oggi, sabato 6 maggio 2006!
Per la gioia di chi piangeva per essersi perso l'articolo, eccolo qua:Se la storia del Regno
diventa un Carnevale
di Rosa Viscardi
Decennio francese nel Regno di Napoli. Finché, nel 1815, il Congresso di Vienna stabilisce che Gioacchino Murat debba cederlo ai Borboni. Lui resiste inutilmente con una guerra; infine, la Restaurazione. Dai trisnonni dell’autore, nel frattempo, nasce in quel di Capua il suo pro-pro-prozio Ferdinando Palasciano, che sarà clinico illustre e primo ispiratore dei principi fondamentali della Croce Rossa. È alla sua vita che l’autore si riserva di dedicare, prossimamente, un romanzo più ampio e più “serio”. Di qui un titolo programmatico come Prove tecniche di romanzo storico, in cui Marco Palasciano, muovendo dall’estremizzazione dell’ironia, si ripromette di procedere per medaglioni e grandi affreschi: “In servizio nell’esercito del re era un Carlo Filangieri principe di Satriano, nato a Cava de’ Tirreni nel 1784 e destinato a cantare da baritono, ossia a vestire i panni del cattivo, nel romanzo che un giorno scriverò”.
A questi due fili conduttori — le vicende di Pietro e Raffaella, i genitori di Ferdinando, e la storia del Regno — s’intrecciano eventi soprannaturali, apparizioni fantastiche. Palasciano gioca sulla propria ignoranza riguardo alla professione di Pietro, costretto non si sa perché a trasferirsi da Monopoli a Capua, costruendoci sopra una scena di straordinaria acrobazia in cui il giovane lavora a qualcosa di non meglio definito (in realtà era un funzionario comunale, ma oggi l’autore dichiara di averlo scoperto solo dopo avere scritto il libro). Si materializzano tra le pagine fate e spettri, giganti e sirene e, sotto forma di nero ragno-medusa dai quaranta occhi, il Male in persona. Colpo di scena finale, quando si spiega in che senso, esattamente, l’autore discenda da Beethoven.
Le “Prove tecniche” risultano, così, una sorta di laboratorio di scrittura. L’autore non nasconde la propria ignoranza dei fatti storici ma, volendo comunque scriverne, vi pone rimedio con l’immaginazione, l’iperbole, la fantasmagoria. E, reinterpretato a suo modo lo schema manzoniano, non manca di interloquire col “rozzo lettore”, che sollecita a un intervento critico sul testo stesso: “ove tu acquisti o già possieda sufficienti nozioni di Storia del Mezzogiorno e dell’universo mondo, maggiormente evidente ti apparirà il confine tra fantasia e realtà, confine spesso da noi allargato in fossato nel quale riversammo le acque della metafora”.
Sperimentando una varietà di stili che adatta a ogni situazione una diversa soluzione linguistica, Palasciano spazia dall’“alto” al “basso”. Con incursioni che virano, imprevedibilmente, da Joyce a Disney, dalla modularità narrativa della fiction televisiva a considerazioni da rotocalco: “Quanto a Paolina, fiera nel suo completo di stoffa inglese e zirconi, stava già flirtando con un marinaio (ah, queste principesse!)”.
Gli anacronismi, disseminati ovunque con malcelato compiacimento, si rivelano utili a richiamare la stratificazione di una Napoli in cui è naturale osservare, per sovrapposizione, un muro greco, una chiesa medioevale, un palazzo moderno. Oppure a citare Omero, in cui si trova uno scudo del VII secolo a.C. accanto a uno dell’età del bronzo. Del resto, come l’autore si premura di avvisare nella conclusiva Nota per i critici neoborbonici: “Non altrimenti è da intendere Prove tecniche di romanzo storico che come un carnevale”.
Un testo impegnativo, col quale l’autore è stato finalista — per la terza volta consecutiva — al Premio Calvino nel 1994, che segna un esordio letterario lungamente atteso da non pochi addetti ai lavori. Personalità fin troppo eclettica di scrittore, che, col pericolo concreto di distrarsi dalla letteratura, spazia dal teatro al cinema, dalla fotografia al disegno, dalla filologia alla musica, Palasciano padroneggia un linguaggio ricco di soluzioni. Un linguaggio che Giulio Ferroni ha già avuto modo di definire “a tratti geniale”.
Edited by Hamlet da Hamelin - 9/8/2006, 02:42. -
Lohengrin80.
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beh che dire,ancora complimenti, mi sa che l'acquisto è sempre più un obbligo... . -
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Olà!
SABATO 13 MAGGIO
ORE 19.00
PRESENTAZIONE DI
PROVE TECNICHE DI ROMANZO STORICO
ALLA MOSTRA DEL LIBRO
DI FRATTAMAGGIORE
piazza Risorgimento
Ah: e DOMENICA 14 MAGGIO,
nel pomeriggio,
PRESENTAZIONE DI
DALLA VITA DI UN FAUNO
di Arno Schmidt. -
sigfrido.
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Finalmente ho letto il romanzo di Marco P. e non preoccupatevi non vi ho riscontrato nessuna parentela nè di sangue nè letteraria con la famigerata Melissa P. .
Bisogna fare davvero i complimenti a Marco per questo romanzo dove non si trova una sola frase, una sola parola, che suoni scontata ma dove, al contrario, tutto è all'insegna di uno stile personalissimo che molto spesso lascia stupiti( da dove tirerà fuori tutte queste cose?)altrettanto spesso diverte ma a volte, con poche ottimamente dosate frasi, instilla anche commozione. Leggetelo, ne vale davvero la pena.
P.S.
Per Marco: per fortuna hai messo alla fine del libro la nota per i critici neo-borbonici, altrimenti avrei dovuto, malgrado le indubbie qualità letterarie del testo, minimo-minimo scannarti. (In Famiglia siamo tutti molto filo-borbonici)
Edited by sigfrido - 13/5/2006, 20:43. -
.CITAZIONE (sigfrido @ 13/5/2006, 20:31)Bisogna fare davvero i complimenti a Marco per questo romanzo dove non si trova una sola frase, una sola parola, che suoni scontata ma dove, al contrario, tutto è all'insegna di uno stile personalissimo che molto spesso lascia stupiti( da dove tirerà fuori tutte queste cose?)altrettanto spesso diverte ma a volte, con poche ottimamente dosate frasi, instilla anche commozione. Leggetelo, ne vale davvero la pena.
Ti ringrazio di cuore. Fa sempre piacere quando il proprio lavoro riceve apprezzamento.
Intanto un altro lettore mi scrive via email: «Ho finito di leggere il tuo libro. Magari poi ne parliamo di persona, ora giusto qualche impressione: come ti dicevo, la prima cosa che mi ha colpito è il linguaggio, sfavillante, bellissimo. Molto positiva anche l'atmosfera carnevalesca, con gli anacronismi (ovviamente voluti) a sottolineare l'irrealtà - la trasgressione dalla realtà - della storia».
Edited by Hamlet da Hamelin - 25/5/2006, 00:58. -
de Guermantes.
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a questo punto siamo in attesa del continuo di questo romanzo . -
Lohengrin80.
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eh no, aspettate, devo ancora comprarlo.... e leggerlo.... . -
de Guermantes.
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potevi acquistarlo alla mostra del libro a frattamaggiore, dove si è tenuto a battesimo la nostra casa editrice, ma un tuo intervento nella medesima discussione ha coperto il messaggio... . -
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Credo che la presentazione di "Prove tecniche di romanzo storico" a Frattamaggiore
non ve la scorderete mai più.... -
de Guermantes.
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anche le signore del palazzo di fronte...
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Aspasia.
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Cioè quando? . -
Outisemeuzontos.
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Ipse Palascianus (suspecto anagrammate) scripsit
CITAZIONEE maiorando, egregio Outimedonte:
Ella ha notato che l'odierno articolo
cita il Suo paragone tra me e Omero?
Sine anagrammate (nimis segnis sum), omoeoteleutis autem servatis, respondeo
O piuttosto arguirei che lo scazonte
e suo scontato stil giornalisticolo,
mi scopiazza nel meglio, a onor del vero.. -
.CITAZIONE (Aspasia @ 16/5/2006, 13:37)Cioè quando?
Cara, sabato scorso.
Prossima presentazione ad AVELLINO... poi vi forniamo dati più precisi...
Intanto, il capitolo "La Restaurazione" del mio romanzo si trova esposto nel blog Nazione Indiana!:
http://www.nazioneindiana.com/2006/05/16/la-restaurazione-3/
Edited by Hamlet da Hamelin - 3/6/2006, 15:41. -
de Guermantes.
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immagino che si riferisse alla prossima uscita del libro
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Per gli irpini tutti: A V E L L I N O
nuova performanciata presentazione
di Prove tecniche di romanzo storico
presso Garage Records
via Guerini 3/A
(pressi del Tribunale)
ore 20.00
di sabato 27 maggio 2006
Edited by Hamlet da Hamelin - 27/5/2006, 01:09.