Caso Eluana

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    Alemanno contro Fini
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    Il sindaco di Roma Alemanno e il presidente della Camera Fini
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    Eluana: il padre Beppino Englaro è indagato





    Il sindaco vuole dal governo una sterzata “pro vita”. Il presidente della Camera boccia le accuse a Beppino
    GIANLUCA NICOLETTI
    ROMA
    A un mese esatto dal congresso fondativo del Popolo della libertà, si discute in un seminario a Roma della sua «cornice culturale». Il concetto più rappresentato a quel tavolo di relatori illustri, seduti tra ortensie azzurre e sotto le madonne affrescate della chiesa di Santa. Marta a piazza del Collegio Romano, è riassumibile nel concetto di «cultura della vita». Sin dall'intervento di Gaetano Quagliariello, vice presidente vicario del Gruppo PdL al Senato, si è capito che l’elemento bioetico è considerato, o rappresentato, come il fondamento di quella cornice culturale. «L’incontro tra credenti e non credenti, laici e cattolici intorno alla centralità della persona, alla sua dignità e all’impossibilità di cedere in questa sfera ogni tipo di determinismo». Anche il ministro Bondi ne ha parlato, anche se con un’apertura verso l’incontro fecondo tra forze differenti: «Le nostre radici culturali comuni sono nell’incontro tra il cattolicesimo liberale, il socialismo riformista e la cultura laica repubblicana e nazionale». Mette però anche un po’ le mani avanti su un pregiudizio duro a morire: «Ci hanno accusato di esser privi di cultura. Quasi ci fosse incompatibilità tra essere uomini di cultura e essere amici di Berlusconi».

    Quando Renato Brunetta prende la parola una voce dalla folla grida «è il migliore!». Lui spiega che in nessun paese occidentale, in tempo di crisi, c'è un consenso così forte verso il governo in carica. Il ministro Sacconi è salutato con un lungo applauso, ricorda che quel giorno in cui si votò per il decreto Englaro fu l’esatto momento in cui lui pensò che fosse davvero nato il Pdl: «Stiamo ragionando intorno alla fine della vita con un approccio laico, ma in una dimensione più alta della laicità che non può che incorporare i valori cristiani sul riconoscimento della centralità della persona». Proprio quella che ha permesso di «opporsi alla lunga scia nera del nichilismo tardo sessantottino». Mentre però al seminario romano si rifletteva in questi termini ecumenici, il web magazine della Fondazione FareFuturo, che fa capo a Gianfranco Fini, pubblicava un pezzo di Filippo Rossi dove si prende una posizione ben netta - e contraria a quella di Quagliariello - sull’avviso di garanzia a Beppino Englaro: «Non possiamo infatti credere che chi ha gridato “è stata uccisa" possa, oggi, essere soddisfatto della notizia.

    L’ingiustizia di una vicenda che non doveva nemmeno arrivare alle manifestazioni di piazza: da una parte e dall’altra». Sempre, e ancora in contemporanea, però il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, completava uno scarto opposto e totale firmando il documento “dei cinquantatré” del centrodestra, capitanati dal sottosegretario Alfredo Mantovano. E’ il documento con cui si chiede alla maggioranza di governo un’inversione in senso “pro vita" - cioè più vicina alla sensibilità del Vaticano - del testo del disegno di legge Calabrò, appoggiato dal grosso del partito. «Il documento - ha dichiarato Alemanno - vuole essere un invito alla riflessione e al confronto sui temi che riguardano i confini della vita umana, in particolare la nozione di accanimento terapeutico e l’istituto della dichiarazione anticipata di trattamento».

    Si tratta di fondamenti, ha aggiunto Alemanno, che non sono soltanto suoi, ma della Repubblica. E dunque Alemanno da un lato, Quagliariello in mezzo, e di là Fini, che ieri ha di nuovo sollecitato la libertà di coscienza per i parlamentari, lui che si è detto soprattutto comprensivo con Beppino Englaro. Insomma, se l’atto fondativo del Pdl passa attraverso una condivisione profonda dei temi bioetici, di strada ce n’è ancora da fare. Alla fine del convegno il professor Alessandro Campi - molto vicino al presidente della Camera - non è proprio entusiasta della mattinata. Aveva tentato di porre la questione spinosa del partito carismatico, però forse andava a toccare troppo da vicino il grande tabù della successione a Berlusconi. Sarà sicuramente un partito dove si parlerà molto dei limiti della vita umana, ma anche molto centrato sul concetto di vita eterna del leader. «Vede ora anche Bossi si è aggiunto alla schiera degli Highlander», dice Campi all’uscita, citando il Senatur che ha detto a "Libero" di essere anche lui immortale. E’ certo difficile dibattere tra il culto di Prometeo e i limiti della condizione umana.
     
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15 replies since 9/2/2009, 13:37   239 views
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