Sistema di locomozione basato su un vortice

Il sistema di locomozione di Viktor Schauberger

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  1. rabazon
     
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    salve,
    a proposito di vortici

    Osservato il "punto zero" della riconnessione magnetica
    Si trova all'interno di un inaspettato vortice di campi magnetici


    La costellazione di satelliti dell’Agenzia spaziale europea (ESA) “Cluster” è riuscita a osservare una regione dello spazio in cui il campo magnetico della Terra si stava spontaneamente riconfigurando.
    È la prima volta che gli astronomi riescono a osservare direttamente un fenomeno che è responsabile di alcune delle più potenti “esplosioni” visibili all’interno del sistema solare: la riconnessione magnetica.
    Nello spazio, si possono formare regioni con magnetismo differente, all’interno delle quali restano isolate enormi “bolle” di plasma. Quando queste si incontrano o si trovano spinte una verso l’altra, i loro campi magnetici si possono rompere per formare una configurazione magnetica più stabile. In questo processo vengono generati potenti getti di particelle e plasma.
    Al cuore di questo evento c’è la regione di spazio in cui il campo magnetico si rompe per poi riconnettersi, che viene chiamato “punto zero”, ben noto teoricamente, ma finora mai osservato sperimentalmente.
    Nell’impresa sono ora riusciti quattro satelliti dell’ESA, che hanno rivelato come il punto zero si trovi all’interno di una struttura a vortice di 500 chilometri, del tutto inaspettata perché non prevista da un punto di vista teorico né osservata nelle simulazioni al computer.
    I fenomeni di riconnessione magnetica si presentano, a scale molto maggiori in tutto l’universo, dando luogo a getti di radiazioni e plasma di energia pari a miliardi di bombe nucleari; per questo una loro migliore comprensione è di grande interesse in campo astrofisico; ma questo tipo di studi ha riflessi anche molto più pratici. In particolare la conoscenza dei meccanismi che generano la riconnessione magnetica sarà utile per adottare misure e procedure che, all’interno dei futuri reattori a fusione nucleare, evitino il suo verificarsi.



     
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  2. IGNORANTE...MA COSCENTE
     
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    caro rabazon... ^_^


    CITAZIONE
    Vortici geometrici in laboratorio
    E' sufficiente un apparato sperimentale in grado di far ruotare un fluido a grandi velocità

    vorrei gentilmente kiederti se possibile un link a tale esperimento..tanks

    poi per quanto riguarda il perke nn si possa usare una trottola per simulare G è
    presto detto... e proprio in un tuo post:
    CITAZIONE
    Ma per quale motivo si è arrivati solo ora a un simile risultato? “Semplicemente – risponde Bohr – il secchio non veniva ruotato abbastanza velocemente.”

    cmq qui la gravità è FORSE ot....

    per Rio se ti va si potrebbe intavolare il discorso su viktor schauberger
    e se armando è come il metano...ci dai una mano!!! please!! ^_^

    una curiosità armando ke tu sappia gli hovercraft potrebbero ritenersi
    dei lontani parenti dei sistemi a propulsione "vortex"...
    nel senso ke:
    muovendosi l'hovercraft sotto i lembi del cuscinetto l'aria scorra
    formando i famosi filamenti vorticosi riscontrati nella repulsine???...
    ho saprato na cazz...enorme vero???... :unsure:

    un saluto a tutti gnorri







     
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  3. Riovandaino
     
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    CITAZIONE (IGNORANTE...MA COSCENTE @ 8/9/2006, 22:09)
    per Rio se ti va si potrebbe intavolare il discorso su viktor schauberger

    Molto bene, sono d'accordo. Io ho già detto quello che so, ora tocca a te.
     
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  4. mangoo
     
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    Cari amici,

    la discussione risulta interessante, ma vi invito caldamente a mantenerla saldamente collegata al suo titolo. Sebbene il vortice propulsivo possa implicare effetti in grado di alterare l'inerzia del dispositivo che lo produce, non credo sia questo il luogo adatto per approfondire il tema della gravità, essendo già presenti discussioni dedicate nella sezione free-energy. Ciò non toglie che si facciano riferimenti o accenni, magari estesi e dettagliati in un thread aperto altrove. Direi pertanto, parafrasando Ignorante ma Cosciente, che la gravità deve essere tenuta in background.

    Inoltre:
    CITAZIONE
    vorrei gentilmente kiederti se possibile un link a tale esperimento

    a quanto ho potuto leggere, delle citazioni gentilmente introdotte da Rabazon almeno la seconda proviene dalla newsletter online di Le Scienze (cui si può accedere gratuitamente dal sito della rivista), e suppongo che questo valga anche per la prima (chiedo conferma a Rabazon).
    In generale, per dar modo agli utenti di approfondire a piacere la ricerca sui temi, suggerisco di includere sempre nei post informazioni sufficienti alla rintracciabilità delle fonti e/o delle citazioni.

    Infine, la discussione su Schauberger è certamente benvenuta, suppongo in un nuovo thread. A seconda dell'evoluzione delle discussioni, si potrebbe pensare eventualmente a inserirvi anche i contenuti di questo thread.

    Cari saluti,
    Mangoo
     
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  5. Riovandaino
     
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    CITAZIONE
    la discussione risulta interessante, ma vi invito caldamente a mantenerla saldamente collegata al suo titolo. Sebbene il vortice propulsivo possa implicare effetti in grado di alterare l'inerzia del dispositivo che lo produce, non credo sia questo il luogo adatto per approfondire il tema della gravità, essendo già presenti discussioni dedicate nella sezione free-energy. Ciò non toglie che si facciano riferimenti o accenni, magari estesi e dettagliati in un thread aperto altrove. Direi pertanto, parafrasando Ignorante ma Cosciente, che la gravità deve essere tenuta in background.

    Sono d'accordo.Però si tratta di una di quelle discussioni "di confine"...cioè che trattano più argomenti insieme. In ogni caso credo che il discorso vortici basti a renderla pertinente a codesta sezione.
    In ogni caso torniamo alle origini, l'argomento è: quali sono i principi che permettono ad un vortice di dare propulsione?

     
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  6. rabazon
     
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    salve, chiedo scusa,
    ma solo ora leggo il post di mangoo...
    confermo la fonte degli articoli...
    le scienze...notiziario a domicilio..
    saluti

    sempre dalla stessa fonte
    I vortici di Venere
    Lo strumento VIRTIS consente di riprende immagini a diverse lunghezze d'onda


    Il 20 aprile scorso, dopo nove giorni trascorsi sulla sua orbita molto eccentrica, la sonda Venus Express dell’ESA ha cominciato ad avvicianarsi al pianeta Venere per raggiungere la sua orbita di 24 ore il 7 maggio. Durante questo periodo, e fino a ora, la sonda ha funzionato senza sosta e i dati che stanno arrivando consentono di gettare una luce su alcune caratteristiche poco note del pianeta.
    Se le prime immagini del doppio vortice presente in corrispondenza del polo sud del pianeta sono state una prima occhiata alle dinamiche che dominano sulla superficie di Venere, nessuno finora si aspettava che tali vortici potessero essere così complicati.
    Le immagini all’infrarosso riprese con lo strumento VIRTIS a bordo della sonda ne hanno fornito una prima chiara immagine. VIRTIS è infatti uno strumento che può operare a diverse lunghezze d’onda.
    Ciascuna lunghezza d’onda nell'infrarosso fornisce una vista dell’atmosfera di Venere a diverse altitudini, come se si trattasse di una sezione trasversale.
    "Quando si osserva un vortice gigante a differenti profondità – si comprende in che modo la sua forma cambia con l’altitudine – ha spiegato Pierre Drossart, del gruppo di ricerca di VIRTIS presso l’osservatorio di Parigi. “È come se si osservassero differenti strutture invece che una soltanto. E i nuovi dati che abbiamo cominciato a raccogliere e ad analizzare rivelano differenze ancora maggiori.”

    Un precursore della turbolenza quantistica
    Confermato un modello teorico della turbolenza nei superfluidi


    Anche se alcuni liquidi, i cosiddetti superfluidi, si muovono senza offrire resistenza o viscosità, se agitati a sufficienza possono comunque dare origine a schemi di flusso turbolento. In uno studio pubblicato sul numero del 15 luglio della rivista "Physical Review Letters", alcuni ricercatori britannici descrivono le osservazioni dirette della transizione da flusso tranquillo a turbolento in un superfluido, e confermano un modello teorico del processo proposto da altri scienziati. La scoperta potrebbe far luce sulla complessità del moto turbolento nei normali fluidi, un fenomeno che impegna i fisici da oltre un secolo.
    I fluidi turbolenti sono importanti in oceanografia, aviazione, idraulica e nei processi industriali, ma i fisici hanno ancora molta difficoltà a descrivere e a studiare l'insieme di vortici in continuo cambiamento che li caratterizza. L'osservazione dei superfluidi, molto più semplici, potrebbe aiutarli. In un superfluido, gli atomi possono muoversi l'uno rispetto all'altro in modi limitati. La rotazione prende la forma di atomi che circolano lungo cosiddette linee di vortice, che non possono terminare all'interno del superfluido ma devono estendersi fino ai margini del fluido oppure chiudersi su se stesse formando anelli chiusi. Da tempo gli scienziati sospettavano che la turbolenza quantistica in un superfluido nascesse quando le linee e gli anelli di vortice diventano così dense da interagire e aggrovigliarsi fra loro, ma finora mancava l'osservazione diretta della transizione al flusso turbolento.
    Sean Fisher e colleghi dell'Università di Lancaster sono riusciti a descrivere il comportamento degli anelli di vortice in uno stato superfluido puro di elio-3 liquido a temperature di circa 100 microkelvin. Agitando il fluido per mezzo di vibrazioni, i ricercatori hanno misurato la densità degli anelli di vortice prodotti e la loro interazione, che dipende dall'intensità dell'agitazione e dalla temperatura.

    D. I. Bradley, D. O. Clubb, S. N. Fisher, A. M. Guénault, R. P. Haley, C. J. Matthews, G. R. Pickett, V. Tsepelin, K. Zaki, "Emission of discrete vortex rings by a vibrating grid in superfluid 3He-B: A precursor to quantum turbulence". Phys. Rev. Lett. 95, 035302 (15 luglio 2005).





     
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  7. rabazon
     
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    beh, una domanda,
    sembra ot...forse lo è...

    perchè i vortici sono influenzati dalla sabbia?
    Sabbia anti-uragano
    La scoperta fatta grazie ai dati rilevati da satellite


    I fattori che determinano la frequenza e l’intensità degli uragani nell’oceano Atlantico potrebbero essere ancora più complessi di quanto finora considerato. A questa conclusione sono giunti alcuni ricercatori dell’Università del Wisconsin a Madison che in un articolo sulle Geophysical Research Letters indicano l’esistenza di un legame fra la frequenza di questi devastanti fenomeni meteorologici e la densità delle nubi di sabbia che periodicamente i venti africani sollevano dal deserto del Sahara e trasportano verso le coste americane. Basandosi sull’esame dei dati raccolti da satellite nell’arco di 25 anni, dal 1981 al 2006, i ricercatori hanno infatti notato una singolare correlazione: negli anni di intensa attività degli uragani, le polveri presenti nell’atmosfera sopra l’oceano erano scarse, mentre negli anni in cui si nel Sahara si verificavano imponenti tempeste che sollevavano ingenti quantitativi di sabbia per trasportarla verso occidente, il numero di uragani atlantici era ridotto, probabilmente per l'interferenza delle polveri con le dinamiche atmosferiche.
    “Non si aveva idea del potenziale impatto di queste polveri fino a che i satelliti non ci hanno permesso di vedere quanto imponenti siano le tempeste di sabbia”, ha detto Jonathan Foley, che ha diretto la ricerca. Si tratta infatti di molti milioni di tonnellate di materiale. La scoperta potrebbe rivelarsi utile per una previsione a più lungo termine dell’insorgenza di uragani.

     
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  8. zintolo
     
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    Ciao Rabazon,
    come ti è stato consigliato già prima, credo la cosa migliore sia riportare solo il link all'articolo, così che non si riempa il forum di post troppo pesanti ed al contempo si permetta un più completo e rapido approfondimento delle tematiche presentate.

    Riguardo il link, mi pare che abbia poco a che fare con la repulsine. il principio è differente. qui si sfrutta sicuramente l'effetto coanda, ma alla fine sembra più un elicotterone mantenuto stabile sull'asse verticale dalle alette sulla parte esterna della "fusoliera" che non una repulsine vera e propria, che non utilizzava eliche convenzionali, ma generatori di vortici "doppi" (con andamento simile a quello del DNA per intenderci).
    Inoltre mi incuriosisce l'utilizzo di motori brushless di vecchia generazione, con bassi RPM/V (oggi si trovano con rapporti almeno triplicati) e bassi rendimenti (80% contro quelli che superano il 90% che si trovano comodamente anche online a prezzi inferiori a 50euro), e la realizzazione è vecchia solo di tre mesi..
    Elicotteri con pale controrotanti (o con sistemi si equilibramento per effetto magnus), che si trovano online intorno ai 150euro, hanno manovrabilità e velocità di movimento nettamente superiori rispetto a quello del video. Lautosostentamento dal progetto di Shauberger ritengo sia eccessivo come obiettivo, ma l'idea del vortice controllato come trasferimento di fluido è sicuramente vincente in quanto ad efficienza massa spostata/energia spesa per spostarla.
    Io sto provando a sfruttare una semplificazione dell'idea del vortice per una mia idea (non riesco a renderla leggera per farla volare, dovrei avere possibilità di realizzarla in materiale plastico), ma se riesco a sfruttarla proverò anche una semplificazione "volante" con l'aiuto di un mio amico elicotterista.
    Nel frattempo nessuno ha fatto prove a riguardo?
     
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  9. nuages
     
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    Per capire meglio la storia su che ruolo hanno i vortici dall'atomo all'universo io ho cercato di creare una tesi che puoi leggere nell'allegato riassunto, probabiolmente tutta la teoria delle particelle associata alla teoria della creazione con il big bang sta traballando fortemente, è chiaro che per smontare una qualsiasi cosa bisogna prima capire come è stata montata
    File Allegato
    La_natura_intima_dell__universo.doc
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23 replies since 5/1/2006, 20:26   10326 views
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