Albyrinth |
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| IRRICONOSCENZA?
Il metal ha da sempre i suoi album storici, gli album seminali, unviersalmente riconosciuti come influenza primaria da chiunque. Parlo di album come "The number of the beast" degli iron maiden (anche se i primi due sono nettamente migliori...), "Master of puppets" dei metallica, "Reign in blood" degli Slayer e "Operation: Mindcrime" dei Queensryche, per esempio...
Ci sono pero' degli album che non sono cosi' universalmente noti, relegati piu' nella sfera del "band di culto" che di veri e proprio innovatori o iniziatori di un sound. Il caso piu' lampante sono i celtic Frost, di certo molto piu' importanti per tutta la scena estrema rispetto ai ben piu' noti Venom...
Un'altra di queste band sono i Carcass e proprio oggi riascoltavo il loro capolavoro assoluto, "Heartwork". Siamo nel 1994 e questa band, dopo un passato nel grindcore piu' furioso e caratterizzato da tematiche piuttosto pesanti (autopsie et similia, seppure trattate con rigoroso piglio scientifico) arrivano a fare quello che e' forse il disco definitvo della scena death metal. E, soprattutto, un disco che ha anticipato nettamente tutto quello che sta succedendo adesso. Penso davvero che qualcuno si stupirebbe sentendo certi riff compressi, certe ritmiche, certi (geniali e calibratissimi) inserimenti di melodia, perche' li riascolti in qualunque dei 400 mila dischi metalcore che escono ogni mese. Solo che i carcass lo facevano 13 anni fa...e lo facevano meglio. Pero' i carcass (come gli at the gates) sono e saranno sempre relegati nel gruppo di culto conosciuto perlopiu' dalla vecchia frangia di ascoltatori, mentre i nuovi si accontenteranno della musica preconfezionata di oggi.
Destino infausto? Forse si', ma si transit gloria mundi...
Capolavoro, non c'e' nulla da dire...insieme a "Demanufacture" probabilmente l'album piu' importante di tutti gli anni '90...
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