Questo è il mio cassetto: di Schmit

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  1. schmit
     
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    Per evitare dispersione di poesie e racconti,nel vostro cassetto,potete mettere tutte le vostre cose come se fosse un cassetto dove tenere le cose care,cosicche' se uno vuol leggere le cose di ognuno basta aprire il cassetto con un clic. Si possono anche commentare le cose che leggiamo.

    Edited by schmit - 6/4/2005, 12:35
     
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  2. schmit
     
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    Vi voglio raccontare un sogno alquanto strano che mi capito’ di fare qualche tempo fa’.
    Nel sogno avvertivo me stessa non in forma corporea e mi trovavo in un luogo privo di forza di gravita’. Sentivo impellente il desiderio di tornare sulla terra, ma non sapevo come avrei dovuto fare.
    Ad un certo punto mi ritrovai in un tunnel stretto e buio ,volevo uscire di li’e vidi in lontananza un punto arancione verso il quale mi sentivo attratta. Man mano che mi avvicinavo, il punto si ingrandiva prendendo la forma di una palla arancione, sapevo che se con il dito indice e non so’ come perche’ non avevo corpo,avessi toccato quella palla verso la quale mi avvicinavo, io sarei tornata sulla terra. Sempre correndo cercavo di poter centrare il punto di ritorno, avevo una gran paura di mancarlo ma ce la feci.Ho ancora una senzazione di “mollacchero” che provai sul mio dito nel contatto con la palla. Subito dopo riconobbi la terra,i colori i fiori i prati e tutto cio’ che era in essa.
    Mi accorsi che stavo dirigendomi verso la terra planando dolcemente e la mia felicita’ era immensa. Avevo avuto molta paura,pensavo che non ce l’avrei fatta ma finalmente mi ritrovavo a casa.Quando mi svegliai non riuscivo bene a ricordare tutto il sogno,
    ricordavo solo una palla arancione verso la quale mi dirigevo, naturalmente nella esperienza del correre perche’ non avevo forma corporea. Piu’ tardi con un grande sforzo mentale riuscii a ricordare tutto il sogno.Qualche tempo dopo in televisione vidi una animazione del percorso che fa’ uno spermatozoo per arrivare a fecondare l’ovulo e con mia grande sorpresa nelle immagini vidi raccontato il mio sogno.Avevo sognato la mia fecondazione, nel sogno ero stata uno spermatozoo.Lo interpretai cosi’:”La mia anima voleva tornare sulla terra,si trovava in un luogo dove non vi era forza di gravita’, in effetti era l’anima che essendo spirito non andava soggetta a nessuna forma di gravita’,mi ritrovai in un tunnel correndo,naturalmente non ero io che correvo ma lo spermatozoo che stava per fecondare l’ovulo ed io in quanto anima avvertivo l’esperienza. Sappiamo che
    in corsa sono migliaia gli spermatozoi che tentano di fecondare l’ovulo e solo uno su milioni ci riesce. La mia esperienza di anima era legata a quello spermatozoo che avrebbe concepito per farla tornare in un corpo.Il tunnel buio era l’utero materno,il puntino arancione l’ovulo che si ingrandiva man mano che lo spermatozoo si avvicinava ad esso. Il concepimento e il grande ritorno,con la piena coscienza del corpo. Riconoscevo la terra con i suoi colori i fiori e tutte le bellezze del creato. La piena coscienza della vita, attraverso la quale si puo’ ricreare attimo per attimo una nuova esperienza di se’,in un ciclo
    senza fine,o almeno fino a quando si ha voglia di sperimentare il pensiero.Sino a quando non si desidera tornare nel mondo dell’assoluto cioe’ di “DIO”.

    Edited by schmit - 17/3/2005, 15:56
     
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  3. schmit
     
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    Pasqua o Natale?Secondo alcuni studiosi Gesu' nacque in primavera,infatti c'erano i pastori che portavano il gregge a svernare.

    Secondo la tradizione Cristo sarebbe nato il 25 dicembre 753 anni dopo la fondazione di Roma, ma la datazione è inesatta, come è sicuramente inesatto il giorno 25 dicembre. Nel Vangelo di Luca si racconta infatti che, nel periodo della Natività, a Betlemme i pastori vegliavano il loro gregge durante la notte; ma poiché i pastori ebrei partivano per la transumanza all’inizio della primavera per fare ritorno solo in autunno, se ne deduce che il Cristo dovrebbe essere nato proprio in questo periodo, tra la fine di marzo e la fine dell’autunno. E fino all’inizio del IV° secolo il Natale venne festeggiato, a seconda dei luoghi, il 28 marzo, il 18 aprile, o il 29 maggio. Secondo la Bibbia il mondo è stato creato alle 6 del mattino del 21 marzo, e infatti il calendario giudaico festeggia il capodanno in questa data, come del resto ebbe inizio, sempre in data 21 marzo, l’inizio del viaggio di Dante nel I° canto della Divina Commedia. Génébrard, dopo una serie di elucubrazioni arrivò alla conclusione che Gesù era nato 4090 anni dopo la Creazione del mondo; Pico della Mirandola arrivò alla conclusione che invece fossero passati 3958 anni dalla Genesi prima della nascita di Cristo; Scaligero corresse di dieci anni in meno quel periodo e questi sono solo esempi, molti furono i sapienti che applicando astrusi calcoli matematici alle loro conoscenze pervennero a date ancora diverse. Se era incerto l'anno figuratevi il mese ed il giorno tant'è che furono proposte più di cento diverse date dalle varie congreghe di dotti o sette religiose. Solo a titolo di esempio riportiamo: Lightfoot stabilisce che la data di nascita di Gesù fu il 15 di settembre; altri parlarono di febbraio e agosto. Due sétte, secondo quanto scrive Epifanio, celebravano la nascita di Gesù in due periodi diversi: una in giugno e l'altra in luglio. Clemente Alessandrino affermò che Gesù Cristo era nato il 25 Pachon, che corrisponde al 20 maggio o il 15 Tybri, cioé il 10 gennaio o l'11 Tybri, equivalente al 6 gennaio; secondo San Cipriano la data esatta era il 28 marzo, Sant'Ippolito si disse convinto che il Cristo era nato il 23 aprile e, ancora oggi, alcune chiese cristiane, come la copta, l’armena el'ortodossa, celebrano il Natale in un giorno diverso: il 6 gennaio. Nella seconda metà del III° secolo, con l’affermarsi dell’Impero Romano e del culto di Mitra, il capodanno fu anticipato al solstizio d’inverno e l'imperatore Aureliano istituì il 25 dicembre la festa del Natale del Sol Invictus cioè il Dies Natalis Solis Invicti (Il giorno natale del Sole Invincibile), ed in suo onore edificò anche un tempio nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro". I Romani, avevano assorbito dai barbari conquistati un altro mito e agli antichi dei si era aggiunto il Sole che riprendeva il suo cammino, il sole del solstizio, infatti, ha raggiunto il punto più meridionale della sua orbita e pertanto, alle latitudini settentrionali, si registra il giorno più corto dell’anno e da quel momento inizia, lentamente, a riprendere il suo tragitto in direzione delle latitudini settentrionali e le giornate, a poco a poco, si allungano. Vennero così istituite grandiose cerimonie e giochi che celebravano il sole rinato dopo il solstizio invernale e l’inizio del nuovo anno solare. I nostri avi parlavano spesso di "Ruota dell’Anno" , per indicare le fasi e periodi cruciali dell’anno naturale. I solstizi erano, e sono, punti di svolta per il calendario spirituale delle stirpi europee; il giorno raggiunge, in questo caso, il minimo della durata per poi iniziare ad "allungarsi" nuovamente; i Germani identificavano con la festa di Yule, il periodo che andava da 12 giorni circa, prima del solstizio d'inverno, al solstizio stesso, come loro festa principale che partiva dal culto di Odino (in cui si è poi inserita l'immagine di san Nicola, santa Klaus) per raggiungere il colmo con il solstizio che rappresentava la rinascita della vita. Per i celti il Solstizio d’Inverno cadeva tra la lunazione di Dumannios ("Tempo delle Profonde Tenebre") e Riuros ("Tempo del Freddo"), le forze legate al ghiaccio e al gelo venivano considerate come generatrici di vita. La morte aveva la funzione di equilibratrice naturale, equilibratrice indispensabile per il ritorno della vita. Costantino, dopo la conversione, pensò di "cristianizzare" la festa romana del Sol Invictus: e il 25 dicembre divenne così il Natale di Cristo. Ma il significato iniziale di festa solare non è andato perduto: infatti il Bambin Gesù ha la testa circondata di raggi solari; inoltre a Natale - come per tutte le feste intorno alla fine dell'anno, Santa Lucia , San Nicola , Sant'Antonio, Capodanno, Epifania - ancora oggi si usano fare fuochi, falò e fiaccolate. La Chiesa delle origini sovrappose le celebrazioni cristiane alle vecchie ricorrenze pagane. Per fare pochi esempi: la festa di San Giorgio ha rimpiazzato l'antichissima festività della Parilia; i festeggiamenti di San Giovanni Battista hanno sostituito la festa dell'acqua, che era celebrata a mezz'estate; la festività dell'Assunzione della Vergine ha preso il posto delle celebrazioni di Diana. Samhain diventò la festa di Ognissanti e via di seguito.




     
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  4. hibiscum
     
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    CITAZIONE (schmit @ 17/3/2005, 18:50)
    O, guardate che se anche è il mio cassetto potete commentare a piacimento

    beh.. Letizia.. c'è poco da commentare. Hai fornito un sacco di dati storici o meno, che inquadrano un problema. La continuità delle culture mediterranee. Le cerimonie si sono sovrapposte una sull'altra, in modo da facilitare l'allineamento del popolo ai nuovi valori. Sono dati interessanti da un certo punto di vista.
    Parlando invece dal lato fede, mi sembra che le dispute sulle date siano sterili, e per me che sono agnostico, interessano le parole di Gesù... e ne avevo anche scritto, ma la mia è una posizione "eretica". Vorrei che ci si basasse solo sul Vangelo, come i musulmani si basano sul Corano. La religione a mio avviso sarebbe molto più penetrante, e soprattutto a mio avviso più credibile. La Bibbia la terrei solo per le sue squisite poesie, ma per la parte cosmologica, preferisco di gran lunga l'impostazione buddhista.
     
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  5. Il Federalista
     
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    Piu' che i Vangeli,io direi il Vangelo di Tommaso,l'unico,pare,scritto quando ancora Gesu' era in vita.
     
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  6. schmit
     
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    La nudita' non contiene "il peccato"il peccato sta negli occhi di chi guarda...
    Ma anche il peccato cosa è? Il concetto di peccato è una esperienza di bene-male dal quale viene dato il via ad un'altra esperienza che puo' essere male, ma anhe ad una di bene.
    Occorre conoscere entrambi:bene-male per poter scegliere una esperienza di bene o di male.

    Edited by schmit - 21/3/2005, 20:19
     
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  7. schmit
     
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    La fiera delle vanita'...
    **********************
    vanita' intellettuali false,
    falsa la tua esistenza
    falsi i sentimenti
    false le amicizie
    false le disponibilita'
    vanita'...
    di quale piattezza ti circondi
    per sentirti donna
    incommensurabile sciocca donna
    e il vuoto a perdere
    è irriciclabile

    ls

    inaugurazione a Roma della Buca di Bacco
    fra sacro(la scusa era la beneficenza) e il profano(la vanita')


    La stagione primaverile che si avvicina con passo sempre più veloce porta con se nuova vita. Gli alberi rinverdiscono, sbocciano i fiori e la mondanità si rigenera. Si, la mondanità romana, che fra la primavera e l'estate trova la sua autentica combinazione. Così gli eventi si moltiplicano e le nottate sembrano non finire mai. Lungo questa scia l'altra sera Sergio Valente ha radunato gli amici per 'L'Arte nell'Uovo di Pasqua', evento benefico per raccogliere fondi a favore dell'NPS, Network Persone Sieropositive. La sicurezza davanti all'entrata dello Spazio Etoile è impenetrabile, con controlli rigorosissimi. Tra i primi ad arrivare Stefania Orlando, Giada Desideri, Eleonora di Miele, Irene Ferri alle prese con il trucco fra un'intervista e l'altra, il vicesindaco Maria Pia Garavaglia, Pamela Prati, Paola Saluzzi, Pino Strabioli e Tania Zamparo. Arriva anche Fiordaliso che scherzosamente finge di baciare l'amica Mara Carfagna sulla bocca, forse per imitare le gesta di Fiorello. Ecco anche Tosca d'Aquino in dolce attesa, Marianella Bargilli, la giornalista e scrittrice Didi Leoni e Zeudi Araja, per la quale il tempo sempra davvero non passare mai. Sebbene non sia previsto che tutta la stampa abbia un posto a sedere, alla fine una sistemazione si trova per tutti, grazie all'intervento di Giorgia Giacobetti, Daniela Piu e dello stesso Valente. Ha inizio la cena e l'asta delle uova.

    Nel frattempo, in quel di via dei Cartari, sta per avere luogo l'inaugurazione de 'La Buca di Bacco', storico lounge bar che per anni ha animato il cuore di Trastevere. Serata dedicata al grande Alberto Castagna. Presente anche Francesca Rettondini. Moltissimi i personaggi intervenuti, chiamati a raccolta da Laura Marinelli con il sostegno di Gabriella Sassone. Nutritissima la rappresentanza della fiction 'Orgoglio': fotografatissimo il bel Daniele Pecci, segutio da Claudia Ruffo, Primo Reggiani, Mario Opinato, Cristiana Capotondi, Giulietta Revel ed Elena Russo. Arriva per la parcondicio anche il conduttore di 'Cronache Marziane' Fabio Canino. E ancora, Ela Weber con il fidanzato Alessandro La Rocca, ex dei 'Ragazzi Italiani', Patrizia de Blanck, Antonella Ponziani, Alfonso Stani, Daniele di Lorenzo, Dario Salvatori e molti altri. Il locale è ormai stracolmo, ma la notte ancora giovane.

    Edited by schmit - 23/3/2005, 16:11
     
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  8. filli
     
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    Mmmmmmmmmmmmmmmmmm!!! mi sembra o è un po' antifemminista? la poesia,l'articolo sotto lo condivido...e se è quello che te l'ha ispirata hai ragione.
    Ma in questo caso vale per uomini e per donne.
     
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  9. schmit
     
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    Era il 1945 ed io avevo 5 anni ero nata nel 1939, mio Padre era partito per una guerra che sembrava breve e che invece duro' ben 5 anni, fu una guerra in due, quella tedesca e quella partigiana. Oltre a crescere senza aver conosciuto mio padre,credevo che la vita ...
    fosse scappare, salvarci dalle bombe, dai tedeschi, non poter mangiare, ricordo come fosse adesso il desiderio del pane, della cioccolata della quale sentivo parlare ma non la conoscevo se non il surrogato di carrube. Era brutto vivere cosi' ma per me era naturale perche' non avevo mai vissuto in altra maniera, ci ritagliavamo i momenti belli in ore piu' calme, tra una sirena e l'altra, la famosa sirena che ci avvertiva che era l'ora di scappare e trovare un rifugio piu' o meno sicuro dove ripararci dalle bombeche che di li' a poco sarebbero cadute dal cielo. Il senso della precarieta' della vita faceva parte di quel mio bagaglio culturale. Avevo dunque imparato a godermi quei brevi momenti che intervallavano da una sirena all'altra, sapevo calcolare anche il tempo approssimativo perche' il pericolo era sempre in agguato e veniva da piu' fronti. Una volta, ricordo, avro' avuto tre anni, tre anni e mezzo, stavo giocando sola in una corte davanti casa, vidi arrivare due uomini con un cane, riconobbi subito essere tedeschi dalla divisa.
    Uno di loro mi prese in braccio, forse essendo bionda bionda gli ricordavo qualche figlia lontana, ma io questo non lo potevo sapere, invece ... sapevo benissimo che quelle divise erano dei nemici. Cominciai a gridare come un ossessa tanto che mia madre spunto' dalla porta.
    Il tedesco mi scese a terra ed io corsi verso mia madre lasciando dietro di me una scia di pipi'... me l'ero fatta addosso dalla paura. Mia madre rivolta al tedesco disse: "avere paura del cane" e lui di rimando:" no, no, avere paura di me!"
    Questo era il clima di vita che avevo imparato a conoscere.
    Poi il 1945, la fine della guerra, le esclamazioni di gioia di tutti che gridavano: "la Pace, la Pace !!!" ed io che non sapevo cosa fosse, chiesi a mia madre: "che cos'è mamma la pace?" e lei: "che non devi scappare piu', che non ci saranno piu' bombe, che non ci sara' piu' odio, che non ci saranno piu' nemici, che potrai andare dove vorrai senza pericolo, che potrai mangiare tutto quello che vorrai, che potrai correre con gli amici nei prati a piedi nudi, come ti piace tanto, respirando a pieni polmoni questo cielo azzurro che non sara' piu' solcato da uccelli di ferro...
    Ho imparato troppo presto cos'era l'illusione, ma mia mamma non aveva detto una bugia, perche' le cose belle che mi aveva detto, sono ancora valide per oggi e lo saranno per domani, sono la Speranza, quella grande molla che è di aiuto per andare avanti senza la quale il mondo non ha piu' ragione di esistere. Vorrebbero toglierci anche questa, ma per questa, vale la pena lottare sino all'ultimo respiro.

    letizia schmit

    Edited by schmit - 26/3/2005, 23:53
     
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  10. hibiscum
     
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    CITAZIONE (schmit @ 27/3/2005, 00:52)
    Era il 1945 ed io avevo 5 anni ero nata nel 1939, mio Padre era partito per una guerra che sembrava breve e che invece duro' ben 5 anni, fu una guerra in due, quella tedesca e quella partigiana. Oltre a crescere senza aver conosciuto mio padre,credevo che la vita ...
    letizia schmit

    Quanti ricordi ha suscitato il tuo racconto! Il 45 sembra lontano mille anni... Era la nascita della speranza. La parola libertà, che adesso viene continuamente sciorinata a sproposito, cominciava a entrare nella mia mente, dopo anni in cui si conosceva solo la parola di un uomo che ci aveva portato alla rovina. Io avevo qualche anno in più di te, Letizia, e se la guerra fosse proseguita, mi sarei trovato coinvolto. Avevo amici di sedici anni che erano arruolati nelle formazioni fasciste, altri erano in montagna a combattere per il nostro futuro.
    Avrei molte cose da dire, e spero di poterle dire in futuro...Buona notte...

    Edited by schmit - 30/4/2005, 18:07
     
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  11. schmit
     
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    Grazie hibiscum,i tuoi commenti mi sono sempre molto graditi.
     
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  12. schmit
     
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    " La Befana vien di notte
    con le scarpe tutte rotte
    col cappello alla romana
    viva viva la Befana! "


    Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavalcioni di una scopa, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini.
    Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
    Nella società contadina e preindustriale, salvo rari casi, i doni consistevano in caramelle, dolcetti, noci e mandarini, insieme a dosi più o meno consistenti (a insindacabile giudizio della Befana) di cenere e carbone, come punizione delle inevitabili marachelle dell’anno.
    La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura “straniera” di Babbo Natale, rappresentava anche l’occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.
    Oggi, se si indossano gli abiti della Befana, lo si fa per rimpossessarsi del suo ruolo; dispensatrice di regali e di piccole ramanzine per gli inevitabili capricci di tutti.
    Dopo un periodo in cui era stata relegata nel dimenticatoio, ora la Befana sta vivendo una seconda giovinezza, legata alla riscoperta e alla valorizzazione delle antiche radici e della più autentica identità culturale.
    L’epifania ha radici lontanissime nel tempo e i rituali a essa legati non hanno mai perso importanza e in questa bella tradizione, molto sentita sia dai bambini sia dagli adulti, tutti ritrovano il sapore del loro passato.

    Mi ricordo un cinque notte del 1950 la befana si porto' via una zia alla quale ero molto affezionata. Ricordo il mio naso schiacciato al vetro della finestra e le lacrime che mi scendevano lungo le gote,fuori il luccichio degli alberi di natale e dentro il mio cuore il buio piu' profondo.Avevo appena 11 anni piccola,ma in grado di capire che il mio dono quell'anno la befana se l'era preso e non dato. Cara carissima zia Giulia. Da quell'anno 1950 le befane per me non furono piu' le stesse. A te zia Giulia anche in questo 2005 un ricordo e un mazzetto di fiori virtualiuser posted image

    Edited by schmit - 6/4/2005, 20:21
     
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  13. armida 3
     
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    non aggiungo altro...
     
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  14. schmit
     
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    Perche' l'Uomo ha sentito il bisogno di costruirsi in societa'?

    Gli altri animali combattono, o individualmente, o più spesso in piccoli gruppi fissi o transitori, contro tutta la natura, compresi gli altri individui della loro stessa spece. Gli stessi animali più sociali, come le formiche, le api, ecc., sono solidali tra gli individui dello stesso formicaio o dello stesso alveare, ma sono o in lotta, o indifferenti verso le altre comunità della loro specie. La lotta umana invece tende ad allargare sempre più l’associazione tra gli uomini, a solidarizzare i loro interessi, a sviluppare il sentimento di amore di ciascun uomo per tutti gli uomini, a vincere e dominare la natura esterna con l’umanità e per l’umanità.Ogni lotta diretta a conquistare dei vantaggi indipendentemente dagli altri uomini o contro di essi, contraddice alla natura sociale dell’uomo moderno e tende a respingerlo verso l’umanità.

    La solidarietà, cioè l’armonia degli interessi e dei sentimenti, il concorso di ciascuno al bene di tutti e di tutti al bene di ciascuno, è lo stato in cui solo l’uomo può esplicare la sua natura e raggiungere il massimo sviluppo ed il massimo benessere possibile. Essa è la mèta verso cui cammina l’evoluzione umana ; è il principio superiore che risolve tutti gli antagonismi attuali, altrimenti insolubili, e fa sì che la libertà di ciascuno non trovi il limite, ma il complemento, anzi le condizioni necessarie di esistenza, nella libertà degli altri.

    « Nessun individuo », diceva Michele Bakounine, « può riconoscere la sua propria umanità né per conseguenza realizzarla nella sua vita, se non riconoscendola negli altri e cooperando alla sua realizzazione per gli altri. Nessun uomo può emanciparsi altrimenti che emancipando con lui tutti gli uomini che lo circondano. La mia libertà è la libertà di tutti, poiché io non sono realmente libero, libero non solo nell’idea ma nel fatto, se non quando la mia libertà e il mio diritto trovano la loro conferma e la loro sanzione nella libertà e nel diritto di tutti gli uomini miei uguali ».

    « M’importa molto ciò che sono tutti gli altri uomini, perché, per quanto indipendente io sembri o mi creda per la mia posizione sociale, fossi pure Papa, Czar, Imperatore o anche primo ministro, io sono incessantemente il prodotto di ciò che sono gli ultimi tra loro : se essi sono ignoranti, miserabili, schiavi, la mia esistenza è determinata dalla loro schiavitù. Io, uomo illuminato od intelligente, per esempio, sono — se è il caso — stupido per la loro stupidaggine ; io coraggioso sono schiavo per la loro schiavitù ; io ricco tremo dinanzi alla loro miseria ; io privilegiato impallidisco innanzi alla loro giustizia. Io che voglio esser libero, non lo posso, perché intorno a me tutti gli uomini non vogliono ancora esser liberi, e non volendolo, divengono contro di me degli strumenti di oppressione » .

    La solidarietà dunque è la condizione nella quale l’uomo raggiunge il massimo grado di sicurezza e di benessere ; e perciò l’egoismo stesso, cioè la considerazione esclusiva del proprio interesse spinge l’uomo e le società umane verso la solidarietà ; o per meglio dire, egoismo ed altruismo (considerazione degli interessi altrui) si confondono in un solo sentimento, come si confondono in uno l’interesse dell’individuo e l’interesse della società.

    Edited by schmit - 13/4/2005, 19:10
     
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  15. hibiscum
     
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    CITAZIONE (schmit @ 17/3/2005, 14:36)
    Per evitare dispersione di poesie e racconti,nel vostro cassetto,potete mettere tutte le vostre cose come se fosse un cassetto dove tenere le cose care,cosicche' se uno vuol leggere le cose di ognuno basta aprire il cassetto con un clic. Si possono anche commentare le cose che leggiamo.

    Scusa letizia...come fai a mettere nel cassetto un nuovo scritto? Sbaglio sempre... Se invece di fare nuovo scritto, faccio "rispondi" sulla prima pagina, viene " i piccioni", che tra l'altro non mi piace per niente...
    Deeeeehhhhh!!!!!!!!!!!! dimmi!

    E poi sarebbe bene cancellare quei tre post che non c'entrano con i cassetti. Grazie.


    Edited by hibiscum - 25/4/2005, 18:17
     
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138 replies since 17/3/2005, 13:36   2607 views
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