fame

le terre coltivabili sono limitate, il bisono di energia, no

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  1. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (eroyka @ 19/2/2008, 09:29)
    1) sei sicuro che i biocarburanti debbano dipendere dalle colture food?

    2) Sei sicuro che il disboscamento è colpa dei biocarburanti?

    3) Con cosa faremo andare i nostri veicoli quando finirà il petrolio economico?

    Ciao Eroyka :)
    Se permetti mi cimento anch'io nelle risposte. Mi sembra un bell'argomento da trattare, senza prevenzione.

    1) Sicuramente no. Purtroppo pero' c'e' un problema di fondo che va risolto prima di cercare le culture alternative. Quando diciamo che il 50% (la meta'!) di tutta la produzione cerealicola mondiale, cioe' la base dell'alimentazione umana mondiale, dipende dalla produzione delle pianure del Nord America diciamo una verita' che ha conseguenze di abnorme importanza e che, a mio parere, sottovalutiamo.
    Queste gigantesche piantagioni non obbediscono a regole di etica internazionale, ma al semplicissimo concetto della miglior convenienza economica dell'agricoltore! Che ora, grazie alle scelte dell'amministrazione governativa USA e' tutta orientata alla produzione di bioetanolo. D'altro canto se trovassimo una coltura non alimentare piu' efficiente e' sicuro che gli stessi allevatori eviterebbero a quel punto di produrre cereali per orientarsi su questa coltura!
    Il risultato in ambo i casi e' un probabilissimo, vertiginoso, aumento del costo sul mercato dei cereali. Questo perche', come e' ovvio, la richiesta da parte dei paesi ricchi si manterrebbe elevata, dovendo tutti mangiare, ma l'offerta scenderebbe. Con l/ovvio risultato di sottrarre risorse alimentari SOLO alla parte povera della popolazione mondiale. <_<
    Una possibile alternativa sarebbe che fossero i paesi poveri a diventare "granaio" del mondo, con una poderosa rivoluzione verde sul tipo sognato dai maniaci del "crescete e moltiplicatevi" che tempo fa indicavano come un solo paese africano potesse, in teoria, produrre grano sufficiente per tutto il continente.
    La vera difficolta' di questa soluzione pero' non sta nella realizzabilita' in situazioni di sussistenza in baraccopoli (che gia' e' un bel problema!), ma nell'impossibilita' di ottenere una produzione seria in mancanza di mezzi, fertilizzanti, energia! Cioe' alla fine in mancanza di energia!!!
    E' assurdo sperare che, per fare un esempio, il Ciad riesca a produrre nelle attuali condizioni cereali per l'esportazione a basso costo! Sarebbe gia' un miracolo ne producesse abbastanza per i propri cittadini. Invece in caso di decuplicazione del prezzo la cosa potrebbe farsi interessante, ma e' ovvio ed evidente che i cereali a prezzo dieci volte l'attuale se li potrebbero permettere solo i paesi ricchi. Con un possibile panorama da incubo dove aziende multinazionali proteggono con le armi i campi di grano dalla rabbia da fame degli esclusi! (Bel soggetto per un film di fantascienza!)

    Con questo non voglio dire di essere contro i biocarburanti, specie nei toni che altri adottano ora. Dico che vedo come probabile una limitazione del loro contributo. Faranno la loro parte, certo, specie quelli da fonte non alimentare, scarti, biomassa, ecc. Ma non possono essere la risposta definitiva al picco del petrolio.

    2) Il disboscamento dei paesi del terzo mondo ha moltissime concause. Dall'ignoranza ai fast food, dalle colture intensive agli allevamenti industriali... ma la vera causa alla base e' semplicemente il dilagare della presenza umana. Il disboscamento troppo spesso nasce dalla semplice necessita' di sopravvivenza di popolazioni sempre piu' sterminate. Capisco che e' consolante trovare il capro espiatorio in McDonalds o nei biocarburanti, ma le cause sono altre. Purtroppo! Comunque e' anche vero che in caso di massiccia domanda di biocarburanti sarebbe molto maggiore la spinta al disboscamento mondiale. Non sara' automatico, ma teniamone conto! Cina e India presto avranno piu' auto degli USA.

    3) Questa e' la domanda di fondo! Ed io qui vedo troppa ipocrisia nei cittadini occidentali. Subito pronti a spegnere le luci un'ora per "salvare il mondo", ma altrettanto pronti ad attribuire patenti di "bufala" o "ineconomicita'" a qualsiasi discorso che cerchi di affrontare il problema alla radice. Specie se lo stesso discorso rischia di alzare la bolletta energetica famigliare o creare fastidi al tranquillo tran-tran quotidiano.
    Senza andare sul fondamentalismo, esistono 4 strade per dare alternative al petrolio.
    a) Rinuncia. Si fa a meno dell'auto. E' una visione molto "grande": di gran moda, di grande richiamo, di grande facilita' teorica...ed e' una grandissima... vabbe' si capisce! Sul trasporto si basa l'intero sistema economico mondiale. Senza i TIR le citta' sono alla fame in una settimana. Senza le auto l'intero processo produttivo si arresta. Ridurre del 10% il consumo mondiale (risultato del tutto fantascientifico che significherebbe uno sforzo al limite del miracoloso! Sarebbe tantissimo evitare l'aumento del consumo di petrolio per autotrazione!) sarebbe solo un pannicello caldo che, forse, potrebbe far ritardare il problema di qualche anno.
    b) Biocarburanti. Soluzione realistica e praticabile, ma solo per una certa percentuale. E comunque con qualche costo aggiuntivo e con la necessaria attenzione alla produzione alimentare.
    c) Elettricita' e batterie. Soluzione promettente, ma che andrebbe spinta in maniera decisa dai paesi occidentali, a costo di richiedere sacrifici economici ai cittadini (in citta' usi l'auto elettrica e punto. Altro non si accetta piu'). Resta il problema dei trasporti industriali su lunghe distanze. Il TIR a batterie per ora e' fantascienza. Forse si potrebbe pensare a un'elettrificazione dell'intera rete autostradale con TIR dotati di trolley a pantografo tipo tram. Boh!
    d) Idrogeno! Gira che ti rigira, bufala o non bufala, questa e' la proposta meno naif. Costosa senz'altro, ma assolutamente realizzabile con un massiccio new deal di installazioni per produzione solare/eolica (si lo so che da reforming costa molto meno... echissenefrega! Se usiamo il petrolio o il gas per fare l'idrogeno tanto vale che ci rassegniamo a mandare l'esercito a protegggere i pozzi no?).

    C'e' in effetti una quinta soluzione, che consiste nell'applicazione contemporanea di tutte e quattro le soluzioni insieme. Diversificando in base alle situazioni locali e del momento. E' la strada piu' saggia e praticabile alla fine!

    Non approfondisco per non andare OT, ma e' evidente che il problema fame nel mondo e' strettissimamente correlato col problema "da dove prendiamo l'energia necessaria al mondo". Se non si risolve uno, sara' l'altra a risolvere molti problemi a modo suo! :(
     
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  2. autostop
     
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    La risposta lla prima domanda non è corretta.L’india e la cina non dipendono dalla produzione dell’america credo, perché vanno avanti a riso.
    Ss poi i prezzi decluplicano, anche i contadini del Ciad faranno la fame e magari la produzione è destinata all’esportazione specie quella dei latifondi stranieri che producono ora cotone o tabacco (immagino)
    Vanno benissimo gli scarti alimentari, non le produzioni non alimentari.
    Volevo comunque sottolineare che tanta parte della produzione alimentare va ad alimentare il bestiame.Per cui basterebbe forse ridurre l’uso della carne.(che forse diventerebbe carissima!)


    Il petrolio non finirà all’improvviso ma ci sarà sempre piu’ differenza tra domanda e offerta per cui come giustamente hai detto sarà sempre piu’ caro.
    Butto li delle ipotesi

    1) efficienza nelle cose:le case saranno isolate come si deve, (vista la convenienza dell’operazione risparmio 80% rpetto a vecchie case),
    2) ci saranno sempre piu’ elettrodomestici bianchi e grigi efficienti (risparmio 50% rispetto a vecchi modelli),
    3) macchine piu’ efficenti,(30% in meno con gli ibridi in città),
    4) efficienza nelle scelte: piu’ persone su una stessa auto, processi energivori che diventano obsoleti a favori di altri, prodotti che cambiano, gente che si sposta sui mezzi pubblici, piu’ treno meno tir eccetera
    5) risparmio per i piu’ poveri
    insomma tutto cio’ che è già avvenuto con la crisi del 73 quando c’erano le famose domeniche a piedi e si girava solo con l’autobus.(soluzione che non è servita a niente ma solo per ricordare ai piu’ anziani il periodo)
    Il pil (per i patiti del pil) è rallentato solo momentaneamente per poi riprendere come prima.
    C’è stato un agggiustamento.
    Stessa cosa avverà ora.però ora ci sono
    6) le fonti alternative
    7) i biocarburanti
    Il petrolio, se è vero che si è tocccato il picco, continuerà a crescere assieme ai biocombustibili fino a che le alternative saranno concorrenziali per cui equilibreranno la situazione.
    I biocombustibili entreranno in diretta competizione col cibo per cui i prezzi di quest’ultimo salirà fino a che l’utile di produzione dei biocarburanti sarà guale a quello per la produzione di cibo.
    La neccessità di energia è enorme rispetto a quella che puo’ date la Terra.
    Penso sia quattro o cinque volte maggiore rispetto alle potenzialità agricole (potete fare un calcolo?).
    Speriamo che vengano usati solo gli scarti agricoli.
    Il petrolio e i biocombustibili però andranno in competizione anche con le energie alternative, l’efficienza (e anche il risparmio) per cui c’è da augurarsi che queste due (non il risparmio) prendano il sopravvvento come competitività.(penso al solare nelle sue varie forme e all’eolico nelle sue varie forme)
    Il nucleare non lo considero neanche.Ha i problemi del petrolio come scorte + gli scarti.Farà i danni che puo’ e poi scomparirà, per i problemi che avrà dato.Intanto si saranno spesi capitali in cerca dell’atomo pulito.

    L’italia cosa farà?Terra non ce n’è, importiamo il grano dal Canada.
    Cercherà di essere autosufficente con l’agricoltura e favorirà quello che ha a disposizione: i cervelli per la ricerca e sviluppo.A meno che non vengano ridotti anche quelli!

    Le auto saranno elettriche conle varie variantti, idrogeno comreso e l’autonomia non sarà un problema che sarà superato dal costo;o piu’ semplicemente dalla possiblilità di muoversi.
    Sono andato out?
     
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  3. eroyka
     
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    Ciao Bright,
    contento delle tua risposta, controbatto.

    1) Rispondi:
    CITAZIONE
    Sicuramente no. Purtroppo pero' c'e' un problema di fondo che va risolto prima di cercare le culture alternative. Quando diciamo che il 50% (la meta'!) di tutta la produzione cerealicola mondiale, cioe' la base dell'alimentazione umana mondiale, dipende dalla produzione delle pianure del Nord America

    Ti contraddici in una sola riga... rispondi che i biocarburanti sicuramente possono non dipendere dalle colture food ma organizzi tutta la tua risposta sul grano e cereali.... non quadra.

    Io ti dico che sono assolutamente d'accordo sul fatto di non utilizzare colture food per fare biocarburanti, ce ne sono altre con produzioni decisamente maggiori e che non incidono sul cibo, ma anche se così fosse, come è attualmente... ho fatto due calcoli su numeri reali e sono giunto alla semplice soluzione che potremmo circa quadruplicare la produzione attuale di biocarburanti (che si aggira sull'1,5% della domanda) SENZA intaccare significativamente le produzioni agricole mondiali. Quindi utilizzando SOLO terreni marginali e a bassa redditività si potrebbe soddisfare circa il 5-7% della domanda di biocombustibili.
    E oggi siamo solo all'1,5%!

    2)Su questo siamo assolutamente d'accordo. Il disboscamento è solo il frutto della politica economica menefreghista e qualsiasi scusa è buona per rubare territori alla natura e piegarli al nostro volere. Per pascoli, per farci mobili, per il cibo, per pura speculazione economica, per... quello che vogliamo. Se vogliamo che il disboscamento cessi dobbiamo cambiare le persone, la loro cultura, la loro consapevolezza. Il resto è aria fritta.

    3) La tua analisi multi-soluzione sarà sicuramente una via. Già oggi partendo con GPL, metano, biogas, idrogeno, biocarburanti... l'elettrico attualmente non ha un grosso futuro a meno di grosse rivoluzioni nel rapporto prestazioni/prezzo ovvero in nuove tecnologie (magari "nano") che offrano soluzioni oggi difficilmente pensabili.

    Ma io credo fermamente che la soluzione più duratura sarà sviluppata dall'incrocio del progressivo abbandono del mezzo privato con conseguente diminuzione dei veicoli circolanti (almeno in quei paesi saturi quali il nostro e molti altri "ricchi") unito all'adozione di pile atomiche a fusione fredda (io ci credo in maniera pressochè assoluta).

    Solo in questo modo si potrà ottenere una mobilità sostenibile sia sotto il profilo ambiantale che sociale ridando l'aria e gli spazi alle persone, matrici che oggi sono invece affittate, e ad altissimi costi, alle auto e al loro sistema "privato".

    Palla al centro! ;)

    Roy
     
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  4. autostop
     
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    scusa eroica, ma c'è qualche risultato sulla fusione fredda?
    Non vorrei leggermi il forum, credo che sia la notizia che aveva occupato i giornali 20 anni fa.E' quella?
     
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  5. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (eroyka @ 19/2/2008, 14:31)
    Ti contraddici in una sola riga... rispondi che i biocarburanti sicuramente possono non dipendere dalle colture food ma organizzi tutta la tua risposta sul grano e cereali.... non quadra.

    Hai ragione, mi sono spiegato male. :)
    La mia preoccupazione non è sul negare la possibilità che i biofuel li prendiamo da colture non alimentari. Dico solo che i contadini si fanno i conti e preferiranno le colture per biofuel (molto più remunerative) ai classici cereali.
    Insomma la terra coltivabile e sopratutto le braccia e menti sono quelle. Se da domani anche solo il 20% delle terre coltivate ora a cereali fosse adibito a colture non food sarebbe comunque un disastro alimentare.
    Intendiamoci, è solo una riflessione mia. Ma dato che non esistono grandi modi per orientare le scelte dei produttori... temo che rendere troppo appetibile la coltura biofuel possa dare qualche grattacapo! :P
    Se non sarà così sarò il primo a rallegrarmene. A me di andare a gasolio o a biodiesel cambia pochissimo in fondo.

    Certo che arrivare anche un 10-15% di biocarburanti sarebbe ottimo. Se ci si riesce senza intaccare le fonti alimentari tanto meglio!
     
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  6. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (autostop @ 19/2/2008, 13:45)
    Il petrolio, se è vero che si è tocccato il picco, continuerà a crescere assieme ai biocombustibili fino a che le alternative saranno concorrenziali per cui equilibreranno la situazione.

    Sono abbastanza in accordo sul resto. Su questo punto preciso però mi sento di mettere in guardia dall'ottimismo. E' verissimo che col crescere del costo del barile crescerà la convenienza delle fonti alternative. Ma occhio che c'è un'inerzia piuttosto pesante se parliamo a livello mondiale! Nel momento in cui ci si renderà conto che le FER sono competitive ci vorranno comunque decenni prima di mettere in moto un'ambaradan rinnovabile sufficiente! Occorre cominciare a pensarci (e ad agire! <_< ) molto prima!
     
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  7. eroyka
     
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    Ciao,
    CITAZIONE
    scusa eroica, ma c'è qualche risultato sulla fusione fredda?

    Si, di risultati ce ne sono tantissimi. Ma mi sa che ti toccherà leggerti il forum o, più velocemente per incominciare, parti da qui: http://www.progettomeg.it/ffstoria.htm e segui i link presenti.

    CITAZIONE
    Insomma la terra coltivabile e sopratutto le braccia e menti sono quelle. Se da domani anche solo il 20% delle terre coltivate ora a cereali fosse adibito a colture non food sarebbe comunque un disastro alimentare.

    Hai ragione ed è stato anche un mio cruccio. Ma cercando ho scoperto che il metodo migliore e più efficiente di produrre i biocarburanti (o meglio bio-petrolio) sono le microalghe. Microalghe che sono di una varietà incredibile e tutta ancora da scoprire con potenzialità enormi anche nella produzione diretta di idrogeno.
    Le microalghe riescono a produrre già oggi con sistemi non ancora ottimizzati 30-40 tonn./h di olio contro le 5-6 tonn./h della palma che è fra le colture più produttive.

    Nel breve futuro si potrà giungere tranquillamente a 50 tonn/ha con la possibilità di incrementare ancor di più questo valore.

    Queste colture possono essere fatte su deserti (fasce costiere), aree industriali, laghi antropizzati e quindi terreni che nulla hanno a che vedere con l'agricoltura.
    Le potenzialità sono enormi e la capacità totale di sostituzione del petrolio attuale è raggiungibile mettendo a coltura piccole percentuali di territorio anche nella nostra Italia così urbanizzata e sconquassata.

    E non è una tecnologia da venire, è qui ora ed è solo in fase di miglioramento continuo.

    Bye!
    Roy
     
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  8. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (eroyka @ 19/2/2008, 16:45)
    ...E non è una tecnologia da venire, è qui ora ed è solo in fase di miglioramento continuo.

    Ho letto delle alghe e penso sia un'ottima idea. Sarebbe ora che invece di litigare a furia di "la colpa è tua se muoiono di fame" le fasce sensibili della popolazione pretendessero queste soluzioni.
    Io solitamente sono favorevole al libero mercato, ma nel caso dei biocarburanti forse se non si interviene normativamente il timore è che la convenienza economica spinga gli agricoltori troppo sulla strada dei biofuel da cereali. E che, al solito, ci si accorga dei problemi troppo tardi.
    Sarebbe molto bello se la coltura delle alghe fosse riservata ai paesi in via di sviluppo, avrebbero una ottima moneta di scambio col mondo occidentale per ottenere cibo e prodotti. Insomma il giusto scambio economico dove nessuno viene "sfruttato"! :)
    Ma mi sa che sono un pò ottimista eh? <_<
     
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  9. autostop
     
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    ben vengano le alghe.si possono coltivare in mare dove c'è spazio.e la pesca?
    non sono gli oceani uno dei posti ancora incontaminati?
    Quanto spazio serve con le attuali esigenze mondiali di energia e con le migliori tecniche di coltivazione delle alghe?
    Che sappia io la fotosintesi cloroffiliana non va oltre un rendimento dell'1%, ma poi bisogna trasformate il tutto con un'altra perdita.
     
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  10. fabio1.9tdi
     
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    l'unica speranza e che con piante pioniere o in generale piante che riescano a crescere in terreni altrimenti incolti si riesca a produrre una buana % del fabbisogno energetico.
    qui a pisa stanno studiando la jantropa con discreti risultati, anche contro il problema della desertificazione.
    le auto elettriche hanno il problema dello smaltimento delle batterie che non è uno scherzo, oltre alla limitata autonomia.
    il nucleare mi spaventa!
    penso che molto si potra ottenere del recupero di scarti e rifiuti, ma oggi in questo campo manca il senzo civico non la tecnologia.
    io per volontariato raccolgo la carta porta a porta nel mio paesino ed è incredibile cosa ci mescola la gente....
    speriamo in bene!
     
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  11. eroyka
     
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    Ciao a tutti,
    BE dici:
    CITAZIONE
    Io solitamente sono favorevole al libero mercato, ma nel caso dei biocarburanti forse se non si interviene normativamente il timore è che la convenienza economica spinga gli agricoltori troppo sulla strada dei biofuel da cereali

    Io sono favorevole al libero mercato 50 e 50... anche perchè è difficile trovare un VERO mercato libero.
    Ma concordo con te che per i biocarburanti questo non può essere che un male e per un semplice motivo: la convenienza energetica non è pari alla convenienza commerciale. E qui si parla di energia. Per cui se vogliamo davvero produrre energia dobbiamo sottostare alle leggi della natura, della chimica; se invece prendiamo i biocarburanti solo per un nuovo bussinnes... allora va bene il libero mercato... ma non faremo più un prodotto energetico ma un prodotto di scambio che serve il PIL e non l'umanità.
    Come già accade oggi per troppe cose.

    Sto collaborando attivamente con alcune realtà per far nascere delle produzioni qui in Italia e, alcune piccole, sono già nate. Se son rose, come sembra... ci aspetta una primavera ricca di rose ;)

    Roy
     
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  12. francescoG1
     
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    eroyKa non dire che l'idrogeno è meglio delle batterie perchè sia i costi che i consumi sono superiori; per le alghe e biocombustibili in generale sono INUTILI meglio il fotovoltaico che produce di più e presto ci saranno quelle al tellurio di cadmio costo 500 euro kwp (nella sezione apposita c'è tutto) e a concettrazione con rese da 40% a 50% dove c'è poco spazio (di tetti c'è nè sono parecchi), nel campo supercondesatori ci sono quelli del MIT con elettrodi in nanotubi di carbonio primo prototipo 30wh/kg contano di raggiungere i 60wh/kg se uso solo nanotubi posso arrivare a superare le litio con i vantaggi di un condesatore vita superiore ai 10anni e cariche veloci ci sono anche le EEstor che non è chiaro se siano "reali".

    il futuro per me è elettrico e trasmutazioni nucleari a debola enegia.
     
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  13. eroyka
     
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    Ciao Francesco,

    intanto non ho mai detto che l'idrogeno è meglio delle batterie (anche se sotto pochi aspetti lo è, ma in tot. no). Tutte le tecnologie che hai decantato nel post sono tutte da venire, sia tecnologicamente (a livello massivo) che commercialmente.
    I biocarburanti esistono da trent'anni e la loro maturità è indiscutibile. Controriprova è il grosso aumento percentuale di utilizzo e consumo che sta avvenendo in questi ultimi 2-3 anni comploce il prezzo del petrolio che oramai ha reso conveniente l'uso di questi combustibili.

    Sono consapevole pure io che i biocarburanti non saranno la soluzione finale (come ho già detto) ma sono un ottimo metodo per passare senza traumi da un'economia basata sul petrolio a una basata sul nucleare pulito (la fusione) che arriverà fra non so bene quanti anni.

    Anche perchè, a meno di passi avanti tecnologici sconvolgenti nel solare, l'unica alternativa che ci resta è il ritorno alla società del carbone come stanno già facendo India e Cina con effetti devastanti su salute e ambiente.
    Decisamente meglio i biocombustibili.

    Ciao
    Roy
     
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  14. BrightingEyes
     
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    CITAZIONE (francescoG1 @ 25/2/2008, 19:24)
    il futuro per me è elettrico e trasmutazioni nucleari a debola enegia.

    I biocarburanti altro non sono che un surrogato dei derivati del petrolio. Da questo punto di vista sarebbero sicuramente la soluzione migliore per sostituire il petrolio nel 90% degli utilizzi.
    Tra l'altro non costringono a grandi modifiche nelle tecnologie di sfruttamento e daranno una grandissima mano anche nelle tecnologie dove nè idrogeno nè batterie possono dare grandi risultati. La Vyrgin ha appena fatto volare un jet alimentato parzialmente a biofuel. Non lo vedo facile nè con l'idrogeno nè con le batterie! :P
    Purtroppo, ed è di questo che si discute FrancescoG1, esiste un problema di produzione. Se utilizzi le colture agricole rubi spazio e risorse alle colture alimentari, quindi il dibattito vero non è se le alghe funzionano o meno, ma come fare (commercialmente e normativamente) per impedire agli agricoltori mondiali (che comprensibilmente pensano prima al proprio guadagno e poi ai problemi del terzo mondo!) di gettarsi su queste nuove, lucrose colture!
    Non esiste la soluzione "perfetta". Le batterie saranno un'ottima soluzione per il traffico cittadino e di piccolo cabotaggio. L'idrogeno ha il suo spazio anzitutto e primaditutto nelle soluzioni di accumulo per le sorgenti di produzione alternante, così come probabilmente per il traffico pesante e di lungo chilometraggio. Il fotovoltaico e l'eolico potranno diventare gradualmente la base portante della produzione energetica italiana. Un nucleare da fissione avanzato (lo so.. non piace come ipotesi, ma mettiamola come teorica per ora è tutto da dimostrare!) e sopratutto fusione fredda e calda daranno un ulteriore contributo. Di gas e sopratutto carbone non potremo comunque fare a meno per decenni, ma spero saranno comunque in calo per le scelte della gente più che per i vantaggi economici!
    Ognuna di queste soluzioni non si estrae dal cilindro, serve risolvere uno ad uno i vari e grandi problemi che le affliggono e che finora hanno sempre concesso vita facile allo scetticismo semplicistico di chi dice "evabbè... scaveremo altri pozzi!"
    I biocarburanti hanno un solo problema, ma grosso. Quello che sta succedendo negli USA ha ed avrà enormi ripercussioni a livello mondiale. Io non sono affatto contro la soluzione dei biofuel, tutt'altro. Mi limito a dire che va adottata con intelligenza. Se domani diventasse improvvisamente 3 volte più conveniente anche in Europa, come negli USA, coltivare cereali per i biofuiel temo fortemente che una grande percentuale di cereali andrebbe in quel senso, creando una carenza alimentare. Questa carenza non si diluirebbe equamente sul mondo però! I paesi ricchi subirebbero aumenti di costo, ma si accaperrerebbero la maggior parte delle scorte, determinando una pericolosissima carestia a livello del terzo mondo! E questi fenomeni mettono in moto gigantesche derive sociali ed economiche! Si rischia di correre ai ripari con ritardo mortale.
    In Europa l'organizzazione dell'agricoltura ha decenni di esperienza e credo si potrebbe (e dovrebbe) gestire normativamente. Lo si fa con latte, prodotti di qualità, vino non vedo perchè non si potrebbe farlo per i cereali e simili. Ma bisogna pensarci e farlo senza lasciare che le cose arrivino da sole al punto di esplodere.
    In altre parti del mondo è più rischioso e purtroppo non mi sembra proprio fantascienza la visione di enormi piantagioni di cereali coltivate e guardate a vista da gruppi di potere politico-economico mentre la gente intorno muore di fame! Ma a quel punto non sarebbe corretto prendrsela solo coi soliti "squali" delle multinazionali e coi politici corrotti!
    L'ideale, concordo, sarebbe riuscire a produrre questi biocarburanti da fonti anomale come le alghe. Sicuramente dovremmo arrivare anche qui a qualche compromesso ambientale, ma l'idea dell'ambientalismo romantico dell'ambiente incontaminato è ormai sicuramente perdente di fronte a una popolazione di 7 miliardi di persone in continua crescita numerica e di aspettativa di qualità di vita! :unsure:
    Prima ci si doveva pensare! <_<
     
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  15. eroyka
     
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    Caro BE,
    hai colto nel segno e ti quoto totalmente.
    I biocarburanti vanno prodotti con intelligenza e buon senso. Questo attualmente sta in parte mancando per i soliti profitti... ripeto, è l'uomo in primis che va cambiato le tecnologie possono essere buone o cattive solo in base all'uso e abuso che ne facciamo noi uomini.

    Pensa solo la Fusione fredda in mano a questa gente senza scrupoli... e il casino è che già ce l'hanno e non hanno scrupoli a non utilizzarla per fini pacifici ed energetici... per ora solo cassetti chiusi e usi militari...

    Se l'uno non fa un salto di coscienza collettiva non andrà molto lontano in queste condizioni. Riescie sempre a rigirare la frittata contro se stesso e l'ambiente pur di... far soldi e mantenere il controllo.
    Qualcosa di grosso deve cambiare.

    Roy
     
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37 replies since 15/2/2008, 09:01   3367 views
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