RACCONTI della nostra FELINA67

« Older   Newer »
  Share  
felina67
view post Posted on 27/2/2008, 17:17




Care ragazze, questo racconto l’ho scritto per dedicarlo a tutte noi… è un po’ diverso dagli altri… è più ironico e va letto sorridendo.
Come sempre spero che vi piaccia e ve lo dedico con tutto il cuore… buona lettura… spero!!!


“SOGNANDO SULLA SPIAGGIA”

Sono sdraiata su uno scoglio a pancia in giù, sul mio asciugamano preferito e ho un sassolino che mi sta penetrando nell’anca, ma non oso muovermi.
Dietro al braccio piegato ad uncino, osservo di nascosto un ragazzo sdraiato poco più in là. È steso su un fianco, poggiato ad un gomito e con il piede tiene il ritmo di una musica che ascolta attraverso gli auricolari. Le sue labbra si muovono appena, sicuramente mimano il testo di una canzone ascoltata più e più volte. Gli occhi sono bassi, fissi sul telefono cellulare dove dita nervose corrono sulla tastiera.
È interessante, sì, un tipo interessante… più che interessante è affascinante, direi senz’altro affascinante.
Bugiarda!... è bello, è proprio un bel ragazzo e ostenta tutta la sua bellezza con una naturalezza disarmante.
Ed io di fronte a lui come mi sento?... una cozza, ecco come mi sento!!
Il suo fisico è un segno tangibile di serate passate in palestra… il mio di serate passate sul divano a guardare la tele, sguazzando in enormi ciotole di pop corn caldi.
La schiena mi brucia e il sassolino fa ormai parte dell’anca, ma continuo a non muovermi… non voglio attirare la sua attenzione… non voglio che il suo sguardo si posi su di me… non voglio leggere nei suoi occhi la derisione.
So già che tipo di ragazza sta bene accanto a lui, figura snella, slanciata, pancia piatta e glutei scultorei. Capelli lunghi lisci, striati a ciocche bionde, abbronzata e… bella, bella quanto lui !!
Ripercorro lentamente il mio aspetto : capelli castani leggermente mossi, con lievi striature biancastre. Carnagione… come definirla per rendere bene l’idea ? direi da ospedale, post-operatorio. Figura più tondeggiante che snella, con lievissima ma percettibile alla vista, pelle a buccia d’arancia su fianchi ed esterno cosce. Ventre tutt’altro che piatto e glutei ben torniti, ma non proprio scultorei.
Ma ecco che l’Adone si muove. Posa il telefono nello zaino, si toglie gli auricolari e si alza. I suoi piedi mi passano davanti e vanno oltre.
Lentamente giro la testa e lo vedo tuffarsi dallo scoglio appena sotto a dove sono sdraiata. Finalmente posso muovermi… ho il braccio indolenzito e il sassolino che ho sull’anca sembra tatuato.
Poggio i gomiti sull’asciugamano, il mento sulle mani e lo osservo.
Come nuota bene !! va dentro e fuori dall’acqua come un delfino. Ora si è girato a pancia in su… si sta tirando indietro i capelli… si è voltato verso di me… mi sta guardando!
Abbasso lo sguardo. Quando lo rialzo, lui sta risalendo sullo scoglio… è voltato verso di me e i nostri occhi si incontrano ancora.
In quel momento avrei voluto essere alta, bionda e snella, ma visto che non lo sono, ho abbassato gli occhi e arrossendo mi sono voltata.
Ora sedevo di schiena a lui. Con le braccia cingevo le gambe raccolte e il mento poggiava sulle ginocchia. Avevo un peso in pieno petto… avevo voglia di piangere…
Sapevo che lui mi stava guardando, sentivo lo sguardo sulla schiena e immaginavo il sogghigno sul suo viso.
Quante volte mi son detta che mi sarei iscritta in palestra e quante volte ho mentito a me stessa dicendo che “da lunedì” mi sarei messa a dieta.
Adesso… ora… in questo preciso istante, avrei voluto non essermi mai presa in giro!!
“Scusa hai una sigaretta?”
Mi volto… è lui. LUI STA PARLANDO CON ME !!
È in piedi al mio fianco, devo reclinare la testa per rispondere e con una mano mi schermo gli occhi dal sole.
“No mi spiace… non fumo.”
Aspetto di vederlo andar via, ma lui mi sorprende. Si accovaccia accanto a me rimanendo seduto sui talloni… i suoi occhi verdi fissano intensamente i miei.
“Neanche io.”
Lo guardo sorpresa, rendendomi conto di avere ancora la mano sulla fronte a mo’ di visiera… mi sento una scema e l’abbasso di colpo.
“Scusa?”
“Neanche io fumo.”
E adesso che faccio ? Cosa gli dico ? Non so cosa rispondere !
Lo guardo e mi sorride, scoprendo una fila di denti bianchi e perfetti.
“Non sono matto, cercavo una scusa per parlarti.”
A me ? LUI voleva parlare con me ?? Ho la salivazione azzerata.
Mi sto rendendo conto di fare la figura dell’idiota, ma non riesco a dire niente.
“Se ti sto dando fastidio dimmelo…”
Un bronzo di Riace nota me e chiede se mi da fastidio ??
“No, è solo che… non pensavo… cioè, sì, insomma… volevo dire… no, non mi dai fastidio…”
L’Adone si rimette in piedi e si dirige verso il suo asciugamano.
Stupida, stupida, stupida ! – “No, sì, insomma” – tutto quello che sono riuscita ad articolare sono state parole idiote. Ha ragione mia madre : sono irrecuperabile !!
Un momento… l’Adone ha raccolto la sua roba e sta tornando verso di me.
Stende l’asciugamano accanto al mio e mi porge la mano.
Le sue dita sono lunghe, affusolata… la mia mano scompare nella sua.
“Paolo.”
“Piacere, Giulia.” – ecco… l’idiota doveva dire “piacere”… mia nonna usa ancora questa espressione.
La mia mano è sempre nella sua e la sensazione è piacevole.
Alcune gocce d’acqua gli corrono lungo il petto… le guardo e desidero catturarle con la lingua. Arrossisco violentemente, ma lui sembra non accorgersene.
“Sei in vacanza ?” – mi distoglie dagli strani pensieri.
“Sì, e tu ?”
“Anch’io, ma ancora per poco. Tra cinque giorni devo tornare al lavoro.”
“Che lavoro fai ?”
“Sono avvocato, laureato da poco e sto facendo pratica nello studio di un amico.”
Iniziamo a conversare. La sua voce è melodiosa, calda, profonda.
C’è una sola cosa che non mi piace di questo ragazzo ??
Quando lo squillo del suo telefonino interrompe la conversazione, è passata mezz’ora abbondante.
“Pronto. Sì… va bene, adesso arrivo.”
Ripone il telefono nello zaino e mi guarda.
“Questa sera c’è una festa privata sulla spiaggia, ti va di venire?” – certo che mi andava di andarci, ma in un attimo mi sono vista circondata da bionde alte e snelle e ho avuto come la sensazione di essere il brutto anatroccolo.
Mi sono voltata a guardarlo… “Non so.”
“La festa inizia intorno alla mezzanotte, ma si può arrivare anche prima.” – si interrompe. Raccoglie la sua roba e si china su di me. I nostri volti sono vicinissimi… mi guarda negli occhi – “Sarei contento se tu venissi. Ti aspetto.” – e senza attendere risposta è andato via. L’ho seguito con lo sguardo fino a che mi è stato possibile… non si è mai voltato.
Fisso il mare incredula. E adesso che faccio? Voglio andare, ma… ho paura di sfigurare, di essere additata come lo zimbello della serata.
Quanti anni sono che non rinnovo il guardaroba? Troppi, ma in fondo non ce n’era bisogno. Mi piacerebbe vestire alla moda, ma non ho il fisico.
Spinta da un moto di rivalsa, ho deciso di andare a fare acquisti.
Alle undici di sera ero davanti allo specchio, in mutande e reggiseno, sull’orlo di una crisi isterica… qualunque cosa indossassi, non andava bene. Dovevo calmarmi.
Sono andata in cucina a bere un bicchiere d’acqua e poggiata di schiena al lavandino, ho capito che non dovevo essere troppo dura con me stessa.
Paolo si è accorto di m e anche se non ho un fisico propriamente da modella, quindi è inutile accanirmi sui vestiti per sembrare magra a tutti i costi.
Tornata in camera ho indossato un paio di pantaloni neri a gamba larga, che ho impreziosito con una piccola cintura di strass sulla vita bassa. In abbinato ho indossato un top bianco, di quelli che si allacciano dietro il collo e lasciano la schiena scoperta.
Ho fatto un giro su me stessa davanti allo specchio e sorridendo mi son detta :”in giro c’è di peggio.” – ho infilato un paio di sabot bianchi a tacco alto, raccolto da terra la corsettina abbinata che poco prima avevo scagliato con rabbia contro il muro e sono uscita.
Durante il tragitto per arrivare alla spiaggia ho avuto parecchi ripensamenti, ma ogni volta mi facevo coraggio e mi costringevo a proseguire.
Rivedere Paolo valeva qualsiasi brutta figura.
Finalmente raggiungo la spiaggia. Un po’ di gente si è già radunata e tutte le ragazze che vedo fanno parte della categoria alte, bionde e snelle.
Non importa, sono decisa ad incontrare Paolo.
Mi avvicino ad un uomo, molto simile ad un armadio a due ante, che mi fissa.
“Sono invitata alla festa.”
“Mi fa vedere l’invito?”
“L’invito?... veramente non ce l’ho.”
“Senza invito non entra nessuno.”
“So che è una festa privata e le assicuro che sono stata invitata.”
“Ed io ho l’ordine tassativo di non far entrare nessuno senza invito.”
“Un ragazzo alto, moro, occhi verdi di nome Paolo, le dice niente?”
“Niente.”
“Va bene, ho capito. Grazie lo stesso.”
“Mi spiace.”
“Anche a me.”
Nel voltarmi per andare via, scorgo Paolo sulla spiaggia con in mano un bicchiere. Sto per chiamarlo, ma nel momento in cui sollevo il braccio per essere notata, arriva una ragazza mora, abbronzata, bella da togliere il fiato che lo cinge per la vita e gli bacia una guancia.
Ho abbassato lentamente il braccio e sono rimasta ad osservarli qualche istante.
Come stavano bene uno accanto all’altra… io con lui non c’entravo proprio niente. Presa coscienza della situazione, mi sono voltata per tornare al mio appartamento.
Camminando guardavo l’asfalto e sorridevo, ma il mio era un sorriso cinico, ironico, e negli occhi sentivo gli spilli delle lacrime.
Per un attimo mi ero illusa di poter piacere nonostante i chili di troppo, di aver trovato qualcuno che era andato al di là ed aveva trovato in me qualcosa di piacevole… e cosa importante, che quel qualcuno fosse uno splendido ragazzo.
“Non importa” – mi son detta sollevando la testa, spinta dall’ultimo guizzo di amor proprio… ma nonostante questo, con la punta del dito ho dovuto fermare una lacrima che stava per correre sulla guancia.
Mentre prendevo un fazzoletto dalla borsa, una rosa rossa si è materializzata davanti ai miei occhi.
“Scusami Giulia, avevo dimenticato che per entrare alla festa ci voleva l’invito.”
Ho preso la rosa che Paolo mi porgeva e l’ho annusata. Il cuore mi batteva forte.
Indossava un paio di pantaloni chiari, di tela. Una camicia bianca portata fuori dai pantaloni e sbottonata quel tanto da far intravedere i pettorali lievemente sviluppati. Ai piedi portava un paio di scarpe da ginnastica bianche… era ancora più bello di come lo ricordavo.
“Se mi presento con te, mi fanno entrare?”
il suo viso si è steso in un sorriso… “Credo proprio di sì, il festeggiato sono io.”
“Torno indietro solo ad una condizione.”
“Cioè?”
“Che mi farai conoscere un ragazzo bello quanto te.”
Lui indietreggia e mi guarda dall’alto fino in basso, poi strofinandosi il mento dice .” io dovrei presentare la ragazza più bella della festa, ad un altro ?? ma non ci penso proprio. Starò io con te tutta la sera.”
“E la mora che ti ha abbracciato prima pensi sarà d’accordo?”
“Certo, mia sorella è sempre d’accordo con me.”
Non ho detto niente… mi sono limitata a guardarlo, sperando che non leggesse sul mio viso quanto mi sentissi stupida.
Con naturalezza mi ha preso per mano mentre diceva “andiamo.”
Ero certa che avrei trascorso una bella serata ed ero felice.
Quando sono passata davanti all’uomo a due ante, ho stirato le lebbra in un sorriso e salutandolo con la punta delle dita gli ho detto : “Come vede l’invito c’è, ma non ci sta in borsetta… “
Paolo ha riso e mettendomi un braccio intorno alle spalle, mi ha introdotta alla festa.
Il primo pensiero che mi ha attraversato la mente è stato : “Da lunedì mi metto a dieta!”


Chiara

:abq:




 
Top
marina53
view post Posted on 27/2/2008, 17:37




rispecchia molto la realtà di tutte noi
 
Top
mafi61
view post Posted on 27/2/2008, 18:08




Chiara questa storia è molto bella.. mi ricorda una storia già vissuta grazie
 
Top
47 replies since 22/1/2008, 14:51   259 views
  Share