La Bellezza è quella che si vede o quella celata?

***

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. schmit
     
    .

    User deleted


    Be',converrai che questa è un'altra cosa... pur nella rotondita'user posted image
    Boucher François

    Pittore e incisore francese (Parigi, 1703 - 1770)



    Edited by schmit - 25/3/2005, 11:47
     
    .
  2. schmit
     
    .

    User deleted


    Dello stesso sopra:
    user posted image
     
    .
  3. trombotta
     
    .

    User deleted




    Conoscete l'arteterapia?
    la terapia del bello
    ********************
    L’arteterapia fu utilizzata per la prima volta nel secondo dopoguerra: i corsi venivano tenuti a livello informale in alcuni ospedali ed erano presieduti da artisti. Il fine era quello di aiutare i sopravvissuti a superare i traumi subiti. Ben presto, però, medici e psicoterapeuti si accorsero dell’importanza di questa pratica che aiutava il soggetto a esprimersi liberamente affrontando così emozioni e conflitti inconsapevoli, altrimenti inesprimibili, e aiutava al contempo il terapeuta a comprendere più profondamente il paziente. Da allora questa tecnica si è diffusa, soprattutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, ed è stata applicata in vari campi.
    Oltre a essere un efficace mezzo per aiutare le persone a sviluppare la loro creatività affinché si possano esprimere in modo libero e non più condizionato, l’arteterapia è un’ottima forma di prevenzione. È consigliata infatti ai bambini che entrano nel periodo adolescenziale, alle donne che hanno partorito o a quelle in menopausa e a neopensionati che rischiano di sentirsi inutili e disorientati. Vi sono però altri ambiti di applicazione, come ad esempio quello riabilitativo e quello terapeutico.
    L’arteterapia può aiutare a ritrovare una maggiore autostima: chi la pratica riesce più efficacemente a combattere ansia, depressione e anoressia. L’arteterapia è utilizzata inoltre in ambito psichiatrico, per il recupero da dipendenze da droga e da alcool e per gli anziani affetti dal morbo di Parkinson e Alzheimer. È anche un’attività indicata per i portatori di handicap in quanto favorisce momenti d’incontro dove ci si può esprimere riscoprendo le proprie capacità.
    Le sedute di arteterapia necessitano di un’atmosfera tranquilla e piacevole, perciò lo studio del terapeuta deve essere innanzitutto luminoso e possibilmente con un caldo pavimento in legno. La stanza, poi, dovrebbe essere ricca di stimoli come fogli di carta, matite, creta, strumenti musicali, oppure quasi vuota per lasciare il paziente libero di danzare o ascoltare musica in tutta tranquillità. Si tratta, insomma, di un luogo in cui deve essere privilegiata la creatività nelle sue numerose applicazioni, inducendo un ritorno all’infanzia. In questo stanza è l’emisfero cerebrale destro quello da far lavorare, l’emisfero cioè della fantasia, della creatività, dei segni corporei, dell’intuizione: tutte inclinazioni che possediamo, ma che purtroppo utilizziamo solo raramente.


    Viola Murrone

     
    .
  4. armida 3
     
    .

    User deleted


    La bellezza si vede SEMPRE anche se nascosta da una immagine non altrettanto bella ma che fa diventare bella anche quella immagine.La bellezza è un soffio che penetra,una nuvola che ti avvolge,un sorriso che ti conquista.
     
    .
  5. filli
     
    .

    User deleted


    Sai Armida mi ricordo che da giovane mi innamorai perdutamente di un ragazzo che tutti vedevano brutto, invece ai miei occhi era di una bellezza incredibile e tutti mi prendevano in giro quando rivolgendomi a lui le dicevo che era il mio principe azzurro. Pensa era pure un po' claudicante,ma io lo vedevo bello. Aveva l'anima che traspariva ne suo volto. Il suo sguardo era della bonta' in persona e quando muoveva le mani,sembravano mille farfalle che le volteggiassero attorno.Era ed è ancora l'uomo piu' bello che abbia potuto incontrare...
     
    .
  6. schmit
     
    .

    User deleted


    filli, mi hai fatto ricordare del mio Prof. Buratti.
    Era il mio professore di italiano. Era tanto brutto quanto bravo, incredibilmente distratto,sempre fra i suoi pensieri. E' vivo in me come se fosse ieri.
    Veniva a scuola con un calzino di un colore e uno di un altro,accendeva una sigaretta dietro un altra, dava due tirate e le metteva all'orlo della cattedra e queste immancabilmente, dopo un po' si spegnevano; a fine lezione le raccattava tutte e se le rimetteva dentro il pacchetto. Veniva in classe senza registro, ma di noi conosceva tutto.
    Ci interrogava tutte, ogni giorno. Mentre spiegava voleva il nostro parere e ci diceva dandoci del lei:"dica lei Schmit" oppure:" dica lei Monticelli", non ci dava il tempo di non seguire,a parte che non si poteva non seguire le sue lezioni cosi' interessanti e spiegate cosi' bene. Io credo che l'amore per la letteratura me l'abbia trasmessa lui.
    Quando ho intrappreso la professione giornalistica,ricordo, che lo andai a trovare a scuola e gli portai la prima rivista dove apparse un mio articolo. Lui lo lesse con commozione e guardandomi profondamente negli occhi, mi disse:"lo sapevo che sarebbe diventata questa"
    Io le risposi:"professore ,grazie anche a Lei"
    Negli occhi gli spuntarono due lacrime che non tento' nemmeno di trattenere...caro, tenero, mio prof Buratti. Adesso nel ricordo, ho io due belle lacrime che mi solcano le guance e lo sento vivo in me come allora.

    Edited by schmit - 10/4/2005, 12:33
     
    .
  7. schmit
     
    .

    User deleted


    user posted image
    Di Ignazio Apolloni di Palermo

    Edited by schmit - 10/4/2005, 17:44
     
    .
  8. schmit
     
    .

    User deleted


    user posted image
    Il lago Victoria
     
    .
  9. schmit
     
    .

    User deleted


    Su questo immenso lago in Tanzania si vende una isoletta. Prezzo 1250000 Dollaro Americano
    user posted image
    La bella e genuina isola è situata sul lago Victoria, il secondo e più grande lagoo del mondo. La distanza dall'aereoporto internazionale è di sole 1/2 ore e 45 minuti. Situata sull'equatore l'isola ha un clima confortevole e caldo, grazie alla sua altezza di 4000 piedi sopra il livello del mare. La vegetazione è fatta di alberi con foresta e ricca allo stato vergine.

    Ci sono appezzamenti di terreno su tutte le facce dell'isola e sulla faccia nord ha spiaggie con sabbia. Dalle colline nel mezzo dell'isola, c'è una vista a 360 gradi, panoramica e solare. Non c'è inquinamento, l'acqua è cristallina, l'aria fresca e calda e di conseguenza non ci sono zanzare o problemi di scarafaggi.

    L'intera dimensione dell'isola è di 134.05 acri di terreno, e non ci sono animali pericolosi che vi vivono sopra, solamente migliaia di varietà di uccelli che includono anatre e ci sono poi piccole scimmie. E' possibile fare quello che si sogna su questa isola.

    Potresti creare un resort o un hotel di prima classe, e potresti ottenere degli ottimi ritorni in questo modo, comunque questa è una decisione che spetta solamente a te.
    user posted image
    Tipo di proprietá: Isola
    Sito proprietá: Lago
    Nazione: UGANDA
    Regione: Lake Victoria
    Area: 134.05 acres

    Edited by schmit - 17/4/2005, 17:14
     
    .
  10. schmit
     
    .

    User deleted


    LO consigliamo a Berlusconi?
     
    .
  11. schmit
     
    .

    User deleted


    Per avere una idea di dove si trova il posto:
    user posted image
    Sono quelle isolette a sud
     
    .
  12. .Luca
     
    .

    User deleted


    E tu, con Berlusconi, vuoi rompere le balle a tutti gli uccellini ke per secoli sono stati tranquilli ?
     
    .
  13. schmit
     
    .

    User deleted


    in effetti...non ci avevo pensato...
     
    .
  14. schmit
     
    .

    User deleted


    BELLEZZA E TRASFIGURAZIONE
    user posted image





    Nell'episodio della trasfigurazione è certamente presente il nucleo evangelico più denso e pregnante circa la visione cristiana della bellezza. Ci chiediamo: Quale bellezza emerge dalla trasfigurazione di Gesù? E quale rapporto può avere con la salvezza?

    La trasfigurazione è mistero di bellezza anzitutto in quanto mostra che la bellezza è dimensione in Dio che si rivela in Cristo: Cristo narra la bellezza di Dio con la luminosità irradiante del suo volto trasfigurato. Il Dio che «abita una luce inaccessibile» (1 Tm 6,16) ha comunicato agli uomini la sua luce in Cristo, dunque in un corpo umano, nel viso di un uomo: così, tramite il Figlio, che è «irradiazione della gloria del Padre» (Eb 1,3), l'uomo può conoscere il Dio che nessuno ha mai visto né può vedere e può avere comunione con lui. Al cuore della trasfigurazione, come della salvezza, vi è il dono di Dio: la bellezza si declina pertanto come donazione e grazia di Dio cui l'uomo risponde con la gratuità. La bellezza cristiana è l'evento di una relazione di grazia, e la vita cristiana, in quest'ottica, si configura come vita eucaristica posta sotto il primato del dono e non della prestazione, come esperienza di luce e avventura di libertà e amore, dove luce, libertà e amore trovano in Cristo la loro oggettivazione. Diventare somigliantissimi al Cristo partecipando alla bellezza della sua vita è quindi il compito dei discepoli. Bellezza e santità sono sinonimi! E la santità cristiana si declina come comunione. Come la trasfigurazione, infatti, è evento di comunione tra prima e nuova alleanza (Mosè ed Elia e i tre discepoli), tra cielo e terra e tra l'uomo e tutto il creato e il cosmo (l'alta montagna), tra viventi e trapassati che nel Cristo ricevono la

    possibilità di comunicare, così anche la bellezza cristiana, che nasce dalla rinuncia alla concupiscenza, al possesso e all'abuso, trova nella comunione un suo criterio decisivo. Avvenuta nella carne umana di Gesù di Nazaret, la trasfigurazione non è riducibile a esperienza gnostica ma si oppone a ogni spiritualità dualistica, di rottura: essa non vuole suscitare rotture con il mondo né evasioni dalla storia, non richiede cinismo verso ciò che è corporeo e materiale e neppure vuole negare o diminuire l'umano, ma chiede di accogliere positivamente tutte queste realtà in Cristo per mantenerle o restituirle alla loro bontà e bellezza radicali. E così la bellezza apre alla contemplazione, alla purificazione dello sguardo sulle realtà tutte, considerate come tempio di Dio, luogo della sua presenza.

    La trasfigurazione è poi celebrazione del volto, anzitutto il volto luminoso di Cristo, ma poi i volti di coloro che lo attorniano - Mosè, Elia, Pietro, Giacomo, Giovanni -, e questo ricorda ai credenti che la comunione ecclesiale è compagnia di volti e nomi precisi, cioè di libertà personali, e che la chiesa ha la responsabilità di essere un luogo di libertà e di umanità, che bandisce la paura e tut­to ciò che attenta alla piena dilatazione dell'umano e, soprattutto, della libertà. In particolare la trasfigurazione ricorda che il volto di ogni figlio di Adamo, di ogni uomo creato a immagine e somiglianza di Dio è portatore di un riflesso dello splendore divino e ha insita in sé la vocazione alla bellezza, a vivere una vita bella, buona e felice. Ora, la luce e lo splendore di bellezza che abitano l'umanità di Cristo preannunciano il regno escatologico in cui non vi sarà più alcuna bruttezza e in cui l'umanità tutta sarà resa dimora di Dio, bella come una sposa pronta per il suo sposo (cf. Ap 21,2-3). Se il regno di Dio è la perfetta bellezza, è cioè il mondo pienamente rispondente allo sguardo e alla volontà di Dio, la chiesa ha nella storia il compito di annunciare la bellezza, o meglio, ha la vocazione di essere bella, «senza macchia né ruga, senza difetti» (Ef 5,27). Per far questo deve essere chiaro che la bellezza da perseguire è certamente già stata narrata da Cristo, ma per la chiesa è a-venire, è la bellezza del regno, del Cristo quando verrà nella sua gloria. La dimensione escatologica è costitutiva della trasfigurazione. Scrive Basilio: «Pietro, Giacomo e Giovanni conobbero la bellezza di Cristo sul monte: era bellezza che splendeva più del sole, ed essi furono resi degni di cogliere con gli occhi un anticipo della sua gloriosa seconda venuta». La trasfigurazione è promessa, promessa del regno, della ricapitolazione di tutte le cose in Cristo, della Pasqua eterna, della salvezza universale, della venuta nella gloria del Figlio dell'uomo, e anche la bellezza è sempre una promessa: essa apre il futuro, ma non è mai totalmente fruibile, non può essere esaurita, abbracciata completamente. Altrimenti sarebbe un idolo. Anche l'esperienza umana di bellezza ha questo connotato: la bellezza dischiude una promessa di felicità suscitando così una tensione vitale nell'uomo. La bellezza ci visita, di essa noi possiamo parlare solo in termini di evento e di avvento, mai di dato!

    La trasfigurazione configura dunque la salvezza come vita con Cristo, come un essere con lui («È bello per noi stare qui»: Mt 17,4): essa apre al credente la via della partecipazione alla vita divina attraverso l'ascolto («Questi è il mio Figlio ... Ascoltatelo!»: Mt 17,5) e dunque connota la bellezza della vita cristiana anche nella sua dimensione di interiorità: si tratta di «rendere bello l'uomo nascosto nel cuore» (1 Pt 3,4), cioè di dare radici interiori e profonde alla bellezza. Nessuna comunione con gli altri uomini e con le creature se non si vive questa dimensione interiore di comunione con Dio che richiede la pacificazione e l'unificazione del cuore! Il «comportamento bello» (1 Pt 2,12) dei cristiani, il loro «comportamento santo» (1 Pt 1,15-16), la loro condotta eticamente responsabile e irreprensibile trova la sua radice nell'innesto vitale della prassi nel mistero pasquale e si nutre di interiorità, di silenzio, di solitudine, di attesa, di lacrime, di preghiera... non di sola efficienza vive l'uomo, ma anche, e soprattutto, di gratuità, di perdono, di carità.

    È questa comunione fra Dio e uomo, fra l'umano e lo spirituale, fra uomo e uomo, fra l'uomo e il cosmo e tutte le creature che costituisce il cuore della trasfigurazione come esperienza di bellezza e di salvezza. La splendida Gerusalemme celeste descritta nell'Apocalisse non sarà forse esperienza di comunione piena, senza più ombre e opacità? E ciò che si celebra nell'eucaristia non è forse anche magistero di bellezza per le vite dei cristiani? Vite troppo spesso tentate di spegnere il fuoco del vangelo con la timidezza e perfino la pavidità, di frenare l'irruenza del vento dello Spirito con un'etica delle buone maniere, di rendere insipido il sale della buona novella con l'edulcorazione delle esigenze evangeliche, di imprigionare la follia della croce nella camicia di forza della razionalità, della prudenza e del buon senso. E tutto questo fa sì che ci si debba porre una domanda: Che ne abbiamo fatto, noi cristiani, della chiamata a vivere la bellezza?

    Ma dalla trasfigurazione discende anche un imperativo per le chiese. La trasfigurazione è una festa amatissima dall'oriente cristiano e da li assunta in occidente a partire dal XII secolo (con Pietro il Venerabile, abate di Cluny): essa visibilizza quello scambio dei doni tra chiese sorelle che dovrebbe condurre alla ricomposizione dell'unità visibile tra i credenti in Cristo. Perché è proprio questa divisione che deturpa la bellezza a cui è chiamata la chiesa. E smentendone la bellezza ne indebolisce la forza di segno salvifico, ne spegne la dimensione profetica, ne infiacchisce la capacità testimoniale. E infatti nell'essere uno come il Padre e il Figlio sono uno nel seno della Trinità divina, che i cristiani possono dare al mondo la loro «bella testimonianza». La loro vocazione è essere riflesso della bellezza trinitaria.



    Enzo Bianchi

     
    .
  15. Satja
     
    .

    User deleted


    La Trasfigurazione di Gesu' mi ha sempre fatto pensare...ma non sono mai riuscita a capire come fosse e cosa fosse...come del resto il corpo glorioso che dovremmo riprendere alla fine dei tempi.
     
    .
67 replies since 28/1/2005, 14:20   3548 views
  Share  
.