Preghiera Indiana

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  1. Oceanico
     
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    Le religioni intese come religiosità hanno un unico percorso, le religioni intese come sistemi umani hanno mezzi differenti, se questi, poi, sono privi d’ intenti speculativi sono solo delle momentanee stampelle per raggiungere un unico scopo, chiamalo Dio o benessere psico –fisico, Sé, e chi ne ha ne metta, pertanto sono solo parole.
    Se contrariamente intese, allora i mezzi che si usano sono stati eretti intenzionalmente al fine di creare egemonia ed ostruzionismo, mistificando l’ intento originario delle religioni in quelle che sono le solite illusorie proiezioni umane.
    Inoltre il trovare noioso un’ esperienza o qual si voglia, non è dovuto dal minore o maggiore interesse che suscita l’ oggetto osservato, ma sta nella noia ( incapacità di osservare) che alberga nell’ animo dell’ osservatore. Nessuna cosa o esperienza si può definire noiosa di per se, in quanto tutto a un senso in questa esistenza. Saper cogliere vita che risiede in ciò che osserviamo dipende unicamente dalla nostra capacità nel saper osservare ed ascoltare.
     
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  2. schmit
     
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    CITAZIONE
    Saper cogliere vita che risiede in ciò che osserviamo dipende unicamente dalla nostra capacità nel saper osservare ed ascoltare.

    ben tornato oceanico...
    sono d'accordissimo su sopra :)
    in piu' dico che una qualsiasi convinzione religiosa di pace deve essere messa in atto perche' abbia un valore per la persona.poche parole e molti fatti.
     
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  3. nanni
     
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    Io parlavo di religioni in quanto sistemi più o meno codificati per incanale la religiosità personale verso determinati obbiettivi. Dio o benessere psico-fisico o altre cose ancora. Che a me sembrano tutt'altro che equivalenti.
    Come possono essere equivalente Dio ed il benessere psico-fisico? Questa è proprio una cosa la cui ragione mi sfugge.

    In ogni caso concordo col fatto che nessuna cosa è noiosa in se o indegna di attenzione.
    Noiosa è la ripetizione.

    Nanni

     
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  4. schmit
     
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    CITAZIONE
    Come possono essere equivalente Dio ed il benessere psico-fisico? Questa è proprio una cosa la cui ragione mi sfugge.

    nanni, la storia ci insegna che l'uomo appena ha alzato gli occhi al cielo sopra di lui ha cercato di sperimentare il cielo dentro di se'e lo ha cercato nelle cose attorno e ha provato una meraviglia delle cose... da qui si è chiesto chi potesse aver creato tutto cio'...poi ha scoperto una inquietudine perenne di se'...piu' scopriva piu' forte era l'inquietudine sino a quando è sorta la paura delle cose sconosciute.
    Allora è nata in se' la ricerca di qualcosa che gli alleviasse l'inquietudine e gli desse una ragione dell'esistenza e l'ha trovata in un essere al di fuori dell'uomo ma che albergasse anche nell'uomo e questo essere l'ha chiamato con nomi a lui piu' familiari ma non è il nome che rende diversa l'essenza. L'Essenza è la stessa per tutti.
    Io la chiamo DIO.Gli Ebrei non scrivono tutto perche' lo trovano irriverente e lo scrivono D-io gli arabi Allah,gli indiani Grande Spirito e ti diro' che questo lo trovo piu' appropriato. Un Grande Spirito dove confluiscono i nostri Spiriti
    la parte piu' nascosta ma piu' vitale di noi senza la quale saremmo niente.
     
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  5. nanni
     
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    Non mi pare che la storia insegni esattamente quello che dici tu, Letizia. Ci sono state religioni che hanno guardato verso il cielo e altre che hanno guardato verso la terra e le profondità ctonie.

    Ci sono state religioni che hanno cercato, come dici tu, "un essere al di fuori dell'uomo ma che albergasse anche nell'uomo" e altre che si sono preoccupate di cercare una ragione ai fenomeni naturali, personificandoli ed animandoli.

    Altre ancora si sono preoccupate esclusivamente di onorare i propri antenati o, al contrario, hanno cercato di ipotizzare qualcosa che fosse il più distante possibile dall'aspetto umano, un nulla operante per suoi misteriosi fini.

    Qualcuno ha adorato certi animali, altri certe rocce o magari le montagne. C'è chi ritenuto che la vita umana proseguisse oltre la morte in un qualche tipo di empireo e chi non si è posto il problema. E per altri ancora il problema è stato come porre fine all'immortalità dell'anima interrompendo l'atroce ciclo delle reincarnazioni.

    Chi ha posto l'accento sul perfezionamento del se e chi invece sulla realizzazione di un qualche grande progetto collettivo. Altri recitano formule nella speranza che questo porti ad un concreto miglioramento della loro vita materiale.

    E si potrebbe continuare perché ce n'è davvero per tutti i gusti. Che cos'è che fa si che tutte queste filosofie o o semplici modelli di comportamento abbiano un nome in comune?

    Nanni
     
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  6. schmit
     
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    nanni, io il nome in comune non ce lo vedo...solo nelle religioni monoteiste,ma ci sono religioni non spiritualiste ma materialiste che credono in cio' che tu bemnissimo hai detto.Oggi molti al posto di Dio hanno messo sugli altari il danaro,la realizzazione materiale il potere e credi abbiano trovato pace?no, perche' l'uomo è fatto anche di spirito e soprattutto di questo.
     
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  7. Oceanico
     
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    Le religioni in quanto sistemi, sono tutti codificabili, in quanto frutti della mente.
    Visto la loro originaria umana e mentale natura, personalmente non credo che canalizzano alcuna religiosità, ma al massimo, possiamo fare un distinguo tra quelle che testimoniano in buona e quelle che operano in mala fede.
    Nel primo caso, queste sono dei soggettivi mezzi, privi di valori assoluti, quindi da non correlarsi alla spiritualità.
    Nel secondo caso, sono sempre dei mezzi soggettivi, ma atti alla supremazia di un determinato gruppo, alla speculazione, e all’ ostruzionismo fatto del “dividi et impera”, a favore alla conservazione dei privilegi di alcuni a danno dei tanti.
    Riguardo quello stato “ d’ equivalenza tra Dio e il benessere psico-fisico, è una esperienza che non può essere riconducibile e spiegata tramite il mentale. In quanto è dimostrato che chi crede, anche dinnanzi al martirio o a prove dure d’ accettare, questi a dir loro, lo facevano e fanno in beatitudine et gaudenzia e questo è fuori dalla portata della logica umana.
    Con questo non sto a giudicare se tutto questo è cosa buona o giusta, ma cmq. è un dato di fatto.
    Riguardo alla ripetizione e la noia, ciò avviene in quanto non c’ è la dovuta osservazione o ascolto, quindi l’ esperienza si ripropone nel suo stato di staticità di essere e non divenire, e a causa di ciò non essere in grado di assaporare l’ esperienza, che nulla permane ma tutto si trasforma, quindi sta ai noi risvegliare dal torpore i nostri “ pigri” occhi, per poi così cogliere gli attimi di questo continuo e sottile movimento.
     
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  8. nanni
     
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    Bene, allora non stiamo parlando di religione ma, genericamente, di spiritualismo, di ricerca spirituale.

    Perché mi sembra ovvio che la definizione di Oceanico escluda tutte le religioni codificate al gran completo.

    Comprese quelle amerinde.

    E' qualcosa che mi interessa meno... Non perché, diciamo, lo ritenga noioso ma in quanto l'universo è talmente grande, sono così tante le cose da conoscere che proprio non ci si può occupare di tutto.

    Bisogna fare delle scelte, che sono necessariamente personali.

    Nanni
     
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  9. Oceanico
     
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    Bene Nani,
    devo darti atto che hai una perspicace intuizione, infatti a me le religioni non interessano, se non dal punto di vista logico, visto che non delego a nessuno la mia spiritualità.
    Ma questo è il mio vissuto, è la mia esperienza diretta, che comunque non esclude quelle altrui e alle quali porto rispetto, come l’ ho verso il tuo e non interesse, poiché fermamente convinto che tutti godano della libera scelta, d' altonde ognuno risponde delle proprie responsabilità.
    Per quanto mi riguarda il termine "bisogna" non fa parte del mio essere, in quanto io voglio o non voglio, indipendentemente da un ipotetico stato di necessità

    Edited by Oceanico - 10/4/2007, 21:25
     
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  10. nanni
     
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    Delle scelte vanno comunque fatte "bisogna" farne. In base a considerazioni interiori o in riferimnento ad una realtà "esterna"

    Ma è proprio possibile fare questa distinzione interno-esterno?
    Non siamo quello che siamo in relazione al tutto?
    O, secondo te, potremmo esistere anche in un completo ed assoluto isolamento, come universi personali fatti solo di un ipotetico io?

    Nanni
     
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  11. Oceanico
     
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    Ciao Nanni,
    Credo che sulla questione di fare delle scelte siamo concordi, visto che nei precedenti commenti ho citato:
    “…la libera scelta, d' altronde ognuno risponde delle proprie responsabilità.
    Per quanto mi riguarda il termine "bisogna" non fa parte del mio essere, in quanto io voglio o non voglio, indipendentemente da un ipotetico stato di necessità.”
    Riguardo alla distinzione interno-esterno,a me pare che questo sia il normale status vivendi di ognuno, poiché impregnati del proprio io che ci fa sopravvivere in un continuo dualismo.
    Trovo che il problema sta nel voler superare questo stato dualistico (soggettività-verità) a favore di una esistenza con e per il tutto (oggettività-realtà).
    Alla tua domanda: “O, secondo te, potremmo esistere anche in un completo ed assoluto isolamento, come universi personali fatti solo di un ipotetico io?”, rispondo serenamente che anche volendo non potremmo esistere in un completo isolamento, visto che l’ esistenza in assoluto vive d’ interdipendenza, ma ciò non sta a significare che non si può vivere in solitudine.
    La solitudine e cosa ben diversa dal sentirsi isolato. Il primo è uno stato positivo e dinamico, intento alla costruzione, il secondo è uno stato passivo e statico destinato alla lacerazione del proprio essere. Logicamente questo è dove sono arrivato io, cioè la mia verità.
     
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  12. schmit
     
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    CITAZIONE
    La solitudine e cosa ben diversa dal sentirsi isolato. Il primo è uno stato positivo e dinamico, intento alla costruzione, il secondo è uno stato passivo e statico destinato alla lacerazione del proprio essere. Logicamente questo è dove sono arrivato io, cioè la mia verità.

    concordo
    per quel che mi riguarda vi dico che l'esistenza ha un senso se c'è scambio fra persone di dolori, di idee, di valori, di reciprocita', di condivisione, di Amore insomma.
     
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  13. nanni
     
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    Sono anche le mie posizioni, queste. Quanto al termine "bisogna" probabilmente è solo una questione di definizioni.
    Se sta arrivando un treno bisogna che io non attraversi i binari, se non voglio morire. Sono le catene di cause-effetti che impongono delle scelte, in relazione agli obbiettivi che ci siamo liberamente proposti.

    Quanto ai confini del proprio io essi evidentemente esistono. Solo che non è detto siano proprio così netti come di solito siamo portati a pensare.

    Come in un disegno di Escher è evidente che ci sono due o più figure ma, a guardare con attenzione non si capisce bene dove finisca una e cominci l'altra...

    Oppure quale sia il confine esatto tra mare e cielo come in questa liografia:

    image



    Nanni
     
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  14. Oceanico
     
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    Ciao Nanni,
    lungi da me nel voler essere polemico o spigoloso, ma desidero condividere con te il modo di pormi a riguardo su ciò che hai scritto:
    “Se sta arrivando un treno bisogna che io non attraversi i binari, se non voglio morire.”
    “Se sta arrivando un treno, devo scegliere se vivere o morire”

    “Sono le catene di cause-effetti che impongono delle scelte…!
    Per quanto mi riguarda cerco di vivere nel qui ed ora, anche per quanto riguarda le cause ed effetti.
    Dire che queste “impongono”, ripeto per me, fino alla noia, volgersi dietro, distraendoci dal presente che scorre inesorabile, poi tali “catene”, cmq. sarebbero il risultato delle nostre cause ed effetti. Non credi poi: che mai si dovrebbe dire mai?

    “in relazione agli obbiettivi che ci siamo liberamente proposti”, questo significa rivolgersi sempre lontano dal presente, significa sopravvivere di aspettative ed io quel che faccio e dico, cerco di viverlo nel presente, e questo ovviamente costruisce un passato, e costruisce probabilmente un futuro, ma questi non hanno alcuna importanza per me, poiché privi si sussistenza.

    Trovo la liografia veramente bella ed interessante, complimenti, ci sarebbe molto da dire, ma sarebbe un po’ lungo, ma possiamo rimandare in un'altra occasione, aprendo un nuovo argomento, per ora mi limito a risponderti a riguardo con una mia riflessione il cui titolo è: Il Punto, sita nel Cassetto di oceanico. Grazie per la tua attenzione e a risentirci.
     
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  15. nanni
     
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    Solo un ultimo picolo appunto: quando parlo di obbiettivi liberamente scelti non mi riferisco a qualcosa che si trova necessariamente nel futuro. Possono, come nel tuo caso, essere interamente nel presente. Ed imporre egualmente delle scelte.
    O, se vogliamo, possiamo parlare di futuro immediato contrapposto ad un futuro immediato.

    Mi sveglio al mattino e vado in bagno. Il bagno si trova nel futuro immediato. Tra me e questo futuro immediato c'è una porta che, se chiusa, bisogna venga aperta. Se no ci sbatto il naso.

    Cosa che può anche succedere, beninteso. Ma così la giornata non comincia bene.

    Nanni
     
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32 replies since 23/1/2005, 21:09   1465 views
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