fusione fredda elettrolitica - parte prima

ennesima replica con qualche novità

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  1. dandb
     
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    http://www.math.ucla.edu/~barry/CF/CETIX.html
     
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  2. dandb
     
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    http://www.iccfglobal.org/pdfs/GI%20Eco%20...Final082803.PDF
     
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  3. Phitio
     
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    CITAZIONE (Ennio Vocirzio @ 30/6/2004, 16:14)
    Mio caro Renzo,[ ...]
    Che Dio possa illuminare i vostri percorsi neurali e accendere di luce il vostro cammino.

    Sono d'accordo con gran parte delle cose che dici, ovviamente, ma il tono ieratico che c'entra ?

    Ebbene si, ritengo che le trasmutazioni a basse energie siano possibili: ma non tanto per fede, quanto per fondati motivi sperimentali e supportati da una nuova teoria delle particelle. Ne' piu' ne' meno. Teniamo presente che anche questo nascente sistema teorico , raggiunta la maturita e dati i suoi frutti, diventera' una palla al piede e un ostacolo per nuove e migliori teorie. Per ora, il problema e' l'opposto, ovviamente. Ma solo una cosa dura e resta la stessa nonostante l'andare e venire delle teorie: l'approccio onesto, curioso e metodico con i fenomeni naturali.

    A proposito, le cose che potresti (forse) rivelarci hanno a che fare con le conoscenze alchemiche? In tal caso, potresti spiegarmi qual'e' la buona ragione per cui il sapere debba essere destinato solo a degli eletti (eletti da chi?)

    Saluti
     
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  4. Quantum Leap
     
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    Cari amici del forum,
    dalla risposta di renzo mi rendo conto che il buon vecchio adagio (a lavare la testa all'asino si perde acqua, tempo e sapone) ritrova la sua conferma anche in questo caso. Al momento mi sto dibattendo nel tentativo di trovare un modello termodinamico che spieghi il meccanismo di trasmissione termica fra plasma e soluzione per poter risalire alla temperatura del plasma. Il che è tutt'altro che semplice visto che le schematizzazioni matematici attualmente presenti in letteratura non risultano adeguate alla trattazione del plasma in questione. Di fronte a tale duro lavoro non mi va di dipanare le mie energie in polemiche, in fondo sterili, con chi, armatosi alla meno peggio, pretende di aver capito (beato te!), cose di cui, dopo mesi di prove, riusciamo a vedere solo una punta di iceberg da lontano. Francamente ti lascio alle tue certezze e mi tengo i miei dubbi, nella speranza di riuscire a chiarirmeli il prima possibile, magari confrontandomi con qualcuno meno arrogante e soprattutto meno presuntuoso.

    Per tutti: qulcuno può fornirmi dati circa il calcolo dell'iraggiamento termico da scarica elettrica o bombardamento elettronico? La legge di Stefan-Boltzman non è sufficiente.

    Ciao ciao
    Quantum Leap


    PS: la dicitura 1 Mol, riportata sull'etichetta di acido cloridrico di Renzo, indica che, in quel contenitore è presente una sola mole di acido. Se avesse indicato una molarità pari a 1, la dicitura sarebbe stata 1 M. Con buona pace degli asini presuntuosi presenti.
     
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  5. remond
     
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    Ringrazio l'amico dandb
    per il documento che ci consiglia di studiare.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
     
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  6. remond
     
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    Cari amici

    Sono contento di questo forum, sono felice degli interventi conbattivi di Quantum Leap, degli interventi spronanti di Phitio, degli interventi muti, ma utili, di dandb; sono felice e contento degli interventi saggi di Ennio Vocirzio.

    Caro Ennio, devi sapere che fin da piccolo avevo una grande attrazione per il cielo, lo spazio, l’universo intero, circa trenta anni fa mi comprai un telescopio newtoniano da 100 mm, e diventai astrofilo, sono diventato aeromodellista, anche appassionato di aeronautica e atronutica; ho passato la notte fra il 20 ed il 21 Luglio 1969 con il viso incollato davanti allo schermo del TV in bianco-nero ad aspettare la prima discesa di un uomo sul suolo lunare.
    Poi in età matura, mi sono stancato di guardare l’universo attraverso un oculare o sulle riviste specializzate, ho sentito forte il desiderio di toccarlo l’universo.
    Per poter toccare l’universo, l’unico modo, era e resta, toccare una meteorite con le proprie mani. Lo si può fare in due modi, o mettendo mani al portamonete, durante una visita ad una fiera di minerali, oppure andandole a cercare e toccarle noi per la prima volta.
    Questa ultima è stata la mia scelta; ho cominciato a pensare dove trovarle, perché sulla terra sono cadute meteoriti da millenni, ed io ho cercato di capire dove si fossero accumulate in tutti questi millenni; sono arrivato ad una conclusione ed ho seguito quella.
    Quando la mia ex moglie mi affidava i due figli per il fine settimana, io li portavo quasi sempre a fare scampagnate nei luoghi che io ritenevo interessanti per il mio unico scopo; quando non avevo i figli per quel fine settimana, prendevo una borraccia, un panino e stavo via da mattino a sera a cercar meteoriti, questo per alcuni anni, con risultato ZERO.
    Poi Dio vedendo che desideravo con tutto il cuore trovare delle meteoriti, e non desistevo neanche davanti agli insuccessi, ad un certo punto mi aprì una finestra su di un mondo meraviglioso, cominciai a trovare alcune meteoriti, poi ancora di più, ogni giorno sempre di più, finché dovevo rientrare a casa, in quanto gli ammortizzatori della mia utilitaria non ce la facevano più.
    Le trovavo a macchia di leopardo, le trovavo anche calpestate da scarpe, pneumatici e cingolati, le trovavo persino nei cortili di case; ma solo chi era “eletto” le poteva notare, e per diventare eletto, bisognava aver fatto tutto un lungo percorso personale, e questo l’ho capito solo alla fine del percorso. Pensa Ennio che alcuni mesi fa ho fatto un trasloco, l’ultimo viaggio del camion, l’ho lasciato per le mie meteoriti; ho chiesto al camionista di dirmi quanto potevano pesare in totale, lui ha dato una occhiata alle balestre piegate, ed ha detto circa 14 quintali.
    Non ti dico cosa provo nel tenerne una in mano, una con caratteristiche diverse dall’altra, è indescrivibile, anche perché quella sensazione l’aspettavo da decenni.
    Ad un certo punto mi sono deciso di condividere con altri, questa sensazione bellissima di tenere in mano una meteorite, ma per farlo, dovevo garantire agli altri che erano vere meteoriti e non sassi terrestri. Inviai tre meteoriti ad una specialista dell’università Roma2, mi rispose che erano sassi terrestri seppur strani. Mi recai di persona a San Giovanni in Persicelo (BO), presso il museo locale di meteoriti e minerali, feci vedere ad uno specialista dell’università di Bologna, tre mie meteoriti;
    anche lui disse battendone due fra loro, che non erano meteoriti, si sentiva da come suonano, poi mettendone una sotto allo stereoscopio, disse che in una vi era addirittura una nervatura di quarzo, e poi la crosta di fusione, non aveva la necessaria lucentezza. Mi fece capire con chiarezza che solo le sue erano meteoriti sicure, perché le ha certificate lui che ha i titoli per farlo.
    Io sono andato a casa dopo averlo cordialmente salutato, ma morivo dalla voglia di raccontargli una favola che mi era venuta in mente nel frattempo. La favola è questa: c’era una volta un sasso che se ne stava beato in riva di un fiume, su di un pianeta della galassia Andromeda; era un bel sasso di mezzo chilo, di forma irregolare ma levigato e con spigoli arrotondati per le troppe carezze che il fiume di quel posto gli aveva fatto. Era di un colore grigio con sfumature sul verdastro, ed aveva due venature di quarzo che si incrociavano, gli davano un’aria civettuola; un brutto giorno un planetoide cadde su quel pianeta ed in pochi istanti quel paradiso si trasformò nel più brutto inferno, fiamme e fuoco avvolsero quel pianeta che si frantumò in milioni di brandelli che si proiettarono in ogni dove. Il nostro sasso si frantumò lungo una delle venature, la parte più grossa si sbriciolò e sopravvisse la parte più piccola che, tutta affumicata, sbrecciata e parzialmente fusa, vagò nella più desolata solitudine nel buio dello spazio. Dopo qualche millennio entrò in un altro sistema solare, diverso dal suo d’origine, incrociò la traiettoria di un pianeta e vi cadde sulla superficie, la discesa era stata caldina ma nulla in confronto a quello che aveva passato alla partenza.
    Venne raccolto da un abitante del luogo e siccome lo trovò strano, pensò che forse era un messaggero di un mondo lontano, lo portò da un esperto di minerali di quel pianeta, il quale lo analizzò per bene, lo rigirò più volte sotto il suo triscopio (dimenticavo di dirvi che quegli abitanti avevano tre organi visivi), poi espulse le parole “mi dispiace” come se esalasse l’ultimo respiro. Gli disse inoltre, dopo avere ripreso respiro, che non poteva essere quello che pensava lui, in quanto quel minerale aveva tracce di levigazione fluviale, e che aveva addirittura una vena di quarzo, e una seconda venatura si notava lungo una zona di frattura. A quelle parole, pronunciate da un essere di tale levatura, il nostro amico sasso venne scagliato da quell’aborigeno (non è una parolaccia) in un fiume che scorreva nei pressi; al contatto col liquido, il nostro sasso pensò, “finalmente mi sento come a casa, fa un po’ più caldo del mio fiume, ma se ripenso a cosa ho passato, mi sento da Dio”.
    Ora caro Ennio se hai avuto la costanza di leggere fino qui, puoi dilungarti un altro po’ per leggere le mie spiegazioni di questo scritto. Si sta ripetendo per me, la stessa storia con questa fusione fredda; ho fatto un percorso gia da alcuni anni in questo campo, e proseguo nonostante gli insuccessi, perché così sento nel cuore. Ho iniziato acquistando dalla solita ditta www.sigma-aldrich.com , una lamina di palladio di 25 per 25 millimetri e una confezione da 100 grammi di acqua pesante; vedessi tu come gorgogliava ossigeno, la lamina immessa nell’ossido di deuterio.
    Ha gorgogliato per ore, ma non è semplice caricare il palladio, fino ad un rapporto di circa un atomo di deuterio per ogni atomo di metallo, i risultati furono praticamente quasi zero.
    Quindi ora mi capirai quando non parlo troppo di trasmutazioni a debole energia, anche se io sono convinto che avvengano più di quanto si possa pensare, perché come ho scritto nel primo mio intervento ”Così oggi posso comunicarvi la mia esperienza, tesa ad un risultato eclatante, anche se non sono attrezzato per una analisi quantitativa sul rendimento della cella elettrolitica”.
    Il mio traguardo è poter dare prove concrete di qualcosa di eccezionale (eclatante), dove per capirlo no c’è bisogno né di microscopio elettronico, né di spettrometro di massa, né di sofisticati calorimetri, ma bastano oggetti che chiunque ha in casa o si può procurare sotto casa e usando come unici strumenti gli occhi, il cervello ed il cuore. Altrimenti ti buttano il lavoro svolto con passione e sacrifici, in un fiume.
    Io non ho voluto convincervi di nulla, anche se alcune volte mi hanno trascinato a farlo.
    Io ho detto semplicemente dall’inizio, che chiunque può replicare quello che ho fatto, basta che uno si intenda di elettricità, quel tanto da non morire fulminato.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
     
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  7. remond
     
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    Ora amici miei dopo tante parole, passiamo un po’ ai fatti;
    vi mostrerò una foto di alluminio puro, usato come catodo nei miei esperimenti, ho usato del filo del diametro di 3 mm, acquistato da una ditta che fabbrica trasformatori elettrici. Viene usato quando un trasformatore deve avere come caratteristica principale, la leggerezza, anche se a scapito del rendimento, in quanto l’alluminio ha una resistività maggiore del rame.
    Come potete osservare, sulla parte destra vi sono delle gocce fuse di forma arrotondata, si ottengono immergendo il catodo di alluminio in una soluzione mediamente satura di sali.
    Sulla sinistra invece si nota che l’alluminio, invece di essere fuso, sembra bruciato; ha forma irregolare e granulosa, lo si ottiene immergendo il filo in una soluzione satura.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
    Attached Image
    fusione_alluminio9.jpg

     
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  8. Phitio
     
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    Davvero raccoglievi meteoriti?

    OK, ora che ne hai 14 quintali, puoi fabbricarci una piccola casetta siderale

    Scusa se te lo dico, ma non ti incuriosisce questo sbocciare di meteoriti anche nei posti piu' impensati, cosi' di punto in bianco? Capisci che la statistica dice che c'e' qualcosa che non va?
    Va beh... in ogni caso, gli elettrodi fondono,e questo e' innegabile. Sta' a misurazioni precise, incontrovertibili e controllate supportare le spiegazioni di quello che sta' succcedendo.
    Saluti

    Edited by Phitio - 5/7/2004, 11:06
     
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  9. remond
     
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    Caro Phitio
    Non so se ti sei accorto che la tua risposta, al mio penultimo messaggio, è stata censurata (in senso buono); in quanto nella e-mail che mi arriva, ogni qualvolta qualcuno risponde al forum che ho iniziato io, vi era scritto che ti meravigliavi che avessi raccolto 14 tonnellate di meteoriti, così ai dimostrato di leggere i miei interventi più distrattamente che non il moderatore. Infatti io avevo scritto “circa 14 quintali”, che dovrebbero corrispondere ad 1,4 tonnellate.
    Riporto con un copia-incolla quello che ho ricevuto.

    Phitio has just posted a reply to a topic that you have subscribed to titled "fusione fredda".
    The topic can be found here:
    https://www.forumcommunity.net/?act=ST&f=37...5#entry13505002

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    Phitio wrote:
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    Davvero raccoglievi meteoriti?OK, ora che ne hai 14 tonnellate, puoi fabbricarci una piccola
    casetta siderale ;)Scusa se te lo dico, ma non ti incuriosisce questo sbocciare di meteoriti
    anche nei posti piu' impensati, cosi' di punto in bianco? Capisci che la statistica dice che
    c'e' qualcosa che non va? Va beh... in ogni caso, gli elettrodi fondono,e questo e' innegabile.
    Sta' a misurazioni precise, incontrovertibili e controllate supportare le spiegazioni di quello
    che sta' succcedendo.Saluti
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    Io sono sorpreso quanto te, della grande mole di meteoriti che trovo, ma come ho scritto prima, ne ho raccolte così poche solo perché non so più dove tenerle, non perché non ce ne sono più.
    Penso comunque che siano affioramenti di meteoriti fossili, pensa che la terra ha circa sette miliardi di anni di vita; facciamo un piccolo esercizio mentale, prendiamo in considerazione solo l’ultimo milione di anni del nostro pianeta, ammettiamo che in questo tempo sia caduta una meteorite ogni anno, su di un chilometro quadro, è troppo, facciamo una ogni dieci anni, è troppo ancora, allora diciamo una ogni cento anni; fai il calcolo e risulta che su di un chilometro quadro, sono cadute 10000 (diecimila) meteoriti, una ogni 100 metri quadri.
    Questo vuole dire che come minimo hai una meteorite sotto al tuo appartamento e due sotto al tuo giardino attorno casa.
    Se pensi poi che le meteoriti sono in fondo sassi, e come tali possono essere stati depositati in siti alluvionali particolari nel corso delle ere geologiche, il gioco è fatto.
    Ricordati per esempio che nella notte del 12-13 novembre 1833, sui cieli americani si vide una pioggia di stelle cadenti con un ritmo di 500 al minuto, equivalenti ad 8 al secondo, 200000 (duecentomila) in tutta la notte.
    Sono passati poco più di 2 secoli da quando venne studiato in modo scientifico, da due eminenti studiosi italiani, la caduta di vari frammenti su Siena dopo una esplosione da spaccare i timpani, nella notte del 16 giugno 1794.
    Prima di allora, chi diceva di avere raccolto una pietra caduta dal cielo, era ritenuto pazzo, perché era chiaro a tutti che in cielo non esistono pietre.
    Solo le chiese conservavano questi “sassi”, perché venivano considerati “prodigi celesti”. Così uno dei musei di meteoriti più grande al mondo è nella Città del Vaticano.
    Ora però ritorniamo all’argomento del forum, vi mostro ora una foto di come ho ridotto due catodi di tungsteno con 2% di lantanio, la parte di metallo che manca è finita in fondo al vaso come poltiglia grigiastra.
    Qualcuno penserà che ci saranno voluti giorni interi, per consumare così un metallo, che fonde alla bellezza di circa 3400°C; invece vi comunico che con circa 3-4 ampere, ci sono voluti circa 20 sec. (venti secondi).
    Caro Ennio, a poter analizzare quella poltiglia, sai le sorprese che si possono trovare.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
    Attached Image
    fusione_tungsteno4.jpg

     
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  10. remond
     
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    Scusate amici
    se la schermata degli interventi si è allargata, è dovuto alla foto che ho allegato, stretta ma molto larga.
    Provate se migliora la situazione, impostando la risoluzione video ad un valore superiore a 800 per 600, cliccando sulle impostazioni del video nel pannello di controllo.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
     
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  11. Phitio
     
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    Guarda che non c'e' stata alcuna censura: avevo scritto IO 14 tonnellate, poi , sembrandomi una misura errata, ho ricontrollato e mi sono accorto che erano quintali ed ho corretto. Non scambiare la distrazione per superficialita'... dopotutto 14 quintali o 14 tonnellate e' esattamente lo stesso per me: semplicemente i meteoriti grandi come pietre non ce la fanno ad arrivare a terra: e quelli chge arrivano fanno un bel botto, stai sicuro. Inoltre i meteoriti che sono caduti anche solo 200 anni fa, secondo te, dovrebbero stare in superficie, come comuni sassi? Molto, molto improbabile. Se anche fosse, potrebbe succedere davvero di rado e non certo con la frequenza ed abbondanza che ritieni. Come fai a distinguere un sasso da un meteorite? Se ti sembra bruciato, come fai a dire che non sis stato cotto da un vulcano piuttosto che dal rientro atmosferico? Hai studiato com'e' fatta la composizione media delle due famiglie principali di meteoriti (rocciose e ferrose) ? Hai raccolto una misura all'incirca simile di meteoriti rocciose e ferrose? Hai controllato la loro composizione? In genere l'elemento rivelatore e' lIridio.

    Spero di aver espresso bene i miei forti dubbi
    Saluti
     
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  12. bioste
     
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    Il problema non sono i meteoriti o la molarità di una soluzione, il problema è succede qualcosa. Si succede qualcosa di stranissimo.
    Ma è fusione o fissione?
    L'esperimento con il deuterio presuppone che l'idrogeno si concentri(solo in alcuni casi) al punto di fondersi e diventare elio.
    Nel caso di Grottammare con l'utilizzo di K2CO3 (il potassio per chi non lo sapesse è radioattivo naturale) succede che il tungsteno diventa ferro? o wolframio ? Ma
    Lavoro di donna gioco di bambino!!!!!!!!!!!!!
     
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  13. diegopelo
     
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    Solo una piccola precisazione all'ultimo messaggio di bioste, wolframio e tungsteno sono la stessa cosa, tanto che il simbolo del tungsteno, W, viene proprio da wolframio.
     
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  14. remond
     
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    Cari amici miei, non agitatevi troppo,
    sopratutto tu Phitio; io non ho intenzione di vendere meteoriti a nessuno. Le ho raccolte io, me le certifico io, e me le tengo io (va bene così?) Poi se a qualcuno interessa vederle, quando avrò finito gli esperimenti di fusione fredda, metterò mano al riempimento del dominio di secondo livello che ho comprato, che a tutt’oggi è ancora disattivo:
    www.meteoriti.com
    Chiusa la parentesi meteoriti.
    Un ringraziamento all’amico bioste per il suo intervento interessato, prontamente corretto da diegopelo.
    Confermo la radioattività del potassio, debole in quanto prodotta dall’isotopo di massa atomica 40, presente nel potassio nella percentuale dello 0,0117 %, potrete verificarlo andando su questo sito e cliccando sull’elemento che vi interessa, avrete indicazioni su tutti i suoi isotopi con le percentuali presenti in natura.
    http://chemlab.pc.maricopa.edu/periodic
    Ora se avete presente il mio intervento del 27/06/2004 che si trova alla pagina 3, in cui accennavo al fatto che durante l’esperimento inverso, cioè passivo, in quanto non fondeva il catodo, ma si riscaldava l’anodo, io accennavo al fatto che sfiorando con l’anodo, la parete del vaso, vi si formava nel punto di contatto, una lucciola incandescente che fondeva il vetro fino a sfondarlo.
    Orbene credo di avere scoperto la causa del fenomeno; prima di spiegarvelo, però bisogna capire cosa sono i vetri; per cui vi trascrivo cosa dice un mio vecchio libro di scuola, dal titolo – tecnologia delle costruzioni elettroniche-, può servirvi come cultura generale, visto che il vetro è il contenitore della cella elettrolitica.
    “I vetri sono composti di ossidi con costituente fondamentale la silice (ossido di silicio SiO2), alla quale vengono aggiunti in varie proporzioni ossidi di alluminio, di sodio, di potassio, di calcio, di magnesio ecc. questi ossidi hanno la funzione di fondenti, dato che il punto di fusione della silice è molto elevato e talvolta compiono anche la funzione di coloranti. Il vetro si presenta come una sostanza dura, fragile, trasparente con ottime proprietà isolanti. Nei vetri la corrente è trasportata dalla migrazione di ioni come negli elettroliti, piuttosto che da elettroni liberi come nel caso dei metalli. Per questa ragione gli ioni mobili, come gli ioni sodio, hanno un’influenza significativa e i valori di resistività tendono a diminuire con l’aumentare del contenuto di sodio. La resistività, il fattore di dissipazione e la costante dielettrica dei vetri sono influenzati dalla temperatura: ----la resistività diminuisce all’aumentare della temperatura----, mentre il fattore di dissipazione e la costante dielettrica aumentano alle più alte temperature.
    I vetri usati per la fabbricazione degli isolanti vengono divisi per le loro diverse caratteristiche e composizioni in due categorie: il vetro verde e il vetro pirex; essi si differenziano fra loro per il diverso aspetto fisico e principalmente per il colore.
    Il vetro verde si ottiene aggiungendo alla silice soda, sotto forma di carbonato o solfato e la calce sotto forma di calcare o carbonato e la composizione media è: silice 60-65 %, soda 6-8 %, calce 16-18 % e il resto ossidi di Al, Fe, Mg. Si presenta trasparente con una tinta verde.
    Il pirex ha un contenuto in silice notevolmente elevato; si ottiene fondendo silice con acido borico, escludendo i fondenti terrosi (calce) e quelli alcalini (sodio e potassio) e la composizione media è: silice 80-82 %, anidride borica 12-14 %, ossidi vari 4-5 %. Si presenta trasparente con colore giallo chiaro.
    Per entrambi i tipi di vetro i componenti dopo essere stati macinati finemente e intimamente mescolati, vengono portati alla temperatura di fusione rispettivamente di 1300-1400°C per il vetro verde e 1500°C per il vetro pirex……..”
    La parte interessante di questo scritto l’ho evidenziato, perché ci riguarda da vicino, in quanto si capisce che il vetro da isolante, si trasforma in conduttore se portato ad una temperatura alta. Ora cosa pensate che succeda se un anodo caldo, diciamo sopra i 100°C, viene portato a contatto con il vetro? Bravi , diventa leggermente conduttore; e come si chiama un elemento conduttore che si trova davanti ad un anodo? Ma bravissimi, si chiama catodo; e cosa fa un catodo in tutti i miei esperimenti? Ma siete eccezionali, avete risposto bene anche a questa domanda, tutti i catodi dei miei esperimenti fondono.
    Arrivati a questo punto mi viene in mente la domanda di bioste “ma è fusione o fissione?”
    Carissimo bioste, non so quale delle due avviene, ma ti assicuro che a vedere fondere un catodo in pochi secondi, ti viene da pensare che qualcosa di grosso avviene, ed è impossibile che sia una reazione chimica, perché è troppo violenta e istantanea e fonde subito anche il nucleo di un pezzo di metallo di alcuni millimetri di diametro.
    La mia teoria è che sul catodo avviene un bombardamento di ioni H+, che essendo protoni, lo definirei un bombardamento protonico o raggio canale, come lo usava chiamare il fisico E. Goldstein nel 1886. Egli infatti notò che usando un catodo forato davanti ad un anodo, si vedeva uscire un raggio a canale dal foro, in direzione opposta all’anodo; da quella esperienza si scoprì il protone.
    Questi protoni essendo molto piccoli, potrebbero superare la barriera di elettroni, che per la loro carica opposta, li attraggono e addirittura li potrebbero oltrepassare andando a fare casino nel nucleo; qui potrebbero innescare sia fissione nucleare che fusione, usando il nucleo del metallo come catalizzatore e unendosi fra loro come nel sole, dove avviene la nota reazione protone-protone per formare elio dopo alcuni passaggi, dopo avere espulso positroni, neutrini ed altre cose varie. Naturalmente di queste reazioni ne avverranno una su un milione, altrimenti non sarei qui a raccontarvelo.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
     
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  15. remond
     
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    User deleted


    Caro diegopelo
    tu che sei igegnere chimico, puoi dirmi a che temperatura bruciano i metalli?
    io credo che nella mia cella elettrolitica, i metalli a volte invece di fondere, bruciano.
    la mia richiesta vale per tutti gli utenti di questo forum naturalmente.

    Renzo Mondaini (Ravenna)
     
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193 replies since 16/6/2004, 07:47   28734 views
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